Autismo, riparte Filippide

Redattore Sociale del 17-10-2016

Autismo, riparte Filippide. In attesa del comune, spazio agli istruttori volontari

ìLa giunta capitolina non ha ancora rinnovato l’accordo con l’associazione Filippide, che garantisce attività sportiva qualificata a un centinaio di atleti con autismo e sindrome di Down, bambini e adulti. Il finanziamento necessario è di circa 175 mila euro. Pintus: “Abbiamo incontrato Baldassarre, confidiamo in segnale positivo”.

ROMA. Il progetto Filippide attende fiducioso. Ma intanto inizia le attività, con gli istruttori volontari, per non lasciare a casa i suoi atleti. E’ quanto sta accadendo a Roma, dove il progetto è nato nel 2012 e oggi offre a un centinaio di atleti, bambini e adulti con autismo, di praticare attività sportiva e impegnare in modo fruttuoso il proprio tempo.

L’accordo con il Campidoglio, su cui l’associazione Sport e società conta ormai da 4 anni, non è infatti ancora stato rinnovato. “Per una serie di ragioni, che vanno dal cambiamento di giunta alla situazione attuale dell’amministrazione”, ci spiega Nicola Pintus, presidente dell’associazione, che mercoledì scorso ha incontrato l’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassarre. “Abbiamo presentato anche una serie di documenti per dar prova della nostra estraneità alle vicende di Mafia capitale, visto che in questo momento, le attività come la nostra sembrano essere sotto la lente d’ingrandimento. Ma il progetto Filippide – ricorda Pintus – è del Comitato italiano paralimpico, oggi ente di stato, ha una sua specificità e opera in un piccolo settore, in cui tra l’altro le risposte ai bisogni sono davvero poche e insufficienti Peraltro, ci sono sentenze del Tar in base alle quali le attività sportive possono essere affidate direttamente. Dal punto di vista strettamente burocratico, quindi, mi sento di poter rassicurar e completamente l’amministrazione”.

Pintus e il progetto Filippide possono però farsi forte soprattutto dell’importanza e dell’utilità del lavoro che svolgono: “dal 1 ottobre al 30 giugno, impegniamo un centinaio di atleti in diverse attività sportive: dall’atletica al nuoto al nuoto sincronizzato, quest’ultimo destinato alle ragazze con sindrome di Down, che peraltro si sono aggiudicate il titolo mondiale. Ci sono 45 bambini in età pediatrica, dai 2 anni e mezzo ai 10, che con Filippide coprono le lacune della scuola: visto che assistenza e sostegno non coprono mai l’intero orario settimanale -ci spiega Pintus – in sinergia con gli istituti scolastici impegniamo qui i bambini una o due volte a settimana a tempo pieno, permettendo così alla scuola di concentrare le ore di copertura sugli altri giorni”. Un aiuto prezioso per le famiglie, sempre alle prese con orari ridotti e servizi inadeguati.

Ancor più impegnati sono gli atleti adulti, per i quali l’attività è addirittura giornaliera, “visto che per gli adulti con autismo non esistono praticamente servizi né strutture: qui tutti gli atleti hanno a disposizione un operatore sportivo specializzato, con un rapporto di 1 a 1 da quando arrivano a quando vanno via. Il tutto, a costo zero per le famiglie”.

Dei circa 100 atleti che beneficiano di questo servizio, 80 sono coperti dal finanziamento del comune di Roma, che ammonta a circa 175 mila euro l’anno. “Contiamo di avere presto una risposta positiva da parte della giunta. Ma intanto non possiamo aspettare: i bambini, come pure gli adulti, restano a casa se la nostra attività non riparte. E il ritardo è stato già troppo pesante, per le famiglie. Così abbiamo iniziato, seppur a regime ridotto, intanto con gli adulti, ma partiremo nei prossimi giorni anche con i bambini: ci sono 40 operatori che stanno prestando il proprio servizio gratuitamente, in attesa che arrivi la riposta e la situazione si sblocchi. Per ora, siamo fiduciosi e non vogliamo neanche pensare a cosa faremo se la risposta sarà negativa”.

A dar forza all’impegno dell’associazione, c’è il riconoscimento da parte delle famiglie: “Mio figlio, come tutti i ragazzi autistici, risente innanzitutto del beneficio primario dell’acqua, che è il suo elemento preferito – ci racconta Paola Nicoletti, mamma di un ragazzo autistico – Ma il progetto Filippide è molto di più: gli operatori lavorano a tutto tondo, aiutandoli a raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi nelle autonomie, trattandoli con affettuosa amicizia, come loro pari. Anche in acqua, regna la calma: non ho mai sentito un grido o visto uno scatto di impazienza. Per noi famigliari il progetto Filippide è un caposaldo, su cui siamo abituati a contare: un ambiente in cui ci sentiamo compresi e sostenuti, un punto di incontro dove scambiare idee, emozioni, paure e difficoltà anche tra noi genitori. Per questo mi auguro che l’attività trovi ancora il sostegno di cui ha bisogno. E intanto ringrazio tutti gli operatori che, volontariamente, si stanno già impegnando per farla ripartire”. (cl)