Studenti creativi o ignoranti?

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da tuttoscuola.com

Studenti creativi o ignoranti?

Ha fatto notizia, nei giorni scorsi, un’inchiesta condotta da un portale studentesco in occasione della  quarta edizione della “Giornata ProGrammatica” 2016, un evento promosso da Radio3 – rubrica domenicale ‘La Lingua Batte’ – insieme al Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Ministero degli Esteri (MAECI), l’Accademia della Crusca e l’Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI). L’iniziativa è rivolta a tutti gli studenti di lingua italiana (in Italia e all’estero) e agli Istituti di cultura italiana nel mondo con l’obiettivo di valorizzare la conoscenza della nostra lingua nazionale.

La data della Giornata ProGrammatica (19 ottobre) è stata scelta all’interno della “Settimana della lingua italiana nel mondo” fissata dal Maeci e dall’Accademia della Crusca dal 17 al 23 ottobre 2016 sul tema  “L’italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design”.

L’esito dell’indagine realizzata da Skuola.net, che ha interessato un campione casuale di 6000 studenti di diverso livello (scuola media, secondaria superiore e università), è per molti aspetti preoccupante, almeno per chi ritiene che alcune regole ortografiche e grammaticali di base debbano essere rispettate anche quando il significato delle espressioni impiegate, pur scorrette, non cambia.

Per esempio quasi 2 studenti di scuola media su 5 pensano che sia corretto scrivere “qualcun’altro”, con l’apostrofo, anziché “qualcun altro” e 1 su 3 studenti dell’area tecnico-professionale giudicano corretto dire “sei stato studiato?”. Molto diffuso (tranne che tra gli universitari) l’uso di “aereoporto” anziché “aeroporto”, mentre il 25% degli intervistati ritiene che “sì” si scriva “si”, senza accento, e che “un po’” si scriva con l’accento (“un pò”) anziché con l’apostrofo. E si deve considerare preoccupante che la parola “sufficiente” si scriva senza la i per il 38% degli studenti delle medie?

Certo, si tratta di errori, almeno fino a quando non entreranno nell’uso corrente (come peraltro è accaduto in non pochi casi nella storia della lingua italiana), ma secondo alcuni non sono da sottovalutare. Non per un mero ossequio alla correttezza formale ma perché starebbero ad indicare una difficoltà, per molti giovani, a controllare in modo consapevole il proprio linguaggio.

In compenso i giovani sembrano linguisticamente assai creativi: ben il 37% inserirebbe volentieri nel vocabolario il verbo “spoilerare”: un anglicismo (da “to spoil”) per dire rovinare la visione di un film o la lettura di un libro, magari giallo, anticipandone la conclusione.

Insomma: ignoranti ma creativi oppure creativi ma ignoranti? Forse tutt’e due…