Scuola, il prossimo anno spazio al precariato

da ItaliaOggi

Scuola, il prossimo anno spazio al precariato

Questo è quanto si desume dalla lettura della bozza della legge di bilancio

Alessandra Ricciardi

Ci saranno ancora cattedre fisse date stabilmente a supplenti. Il ricorso strutturale al precariato per coprire posti in organico nella scuola non sarà eliminato del tutto il prossimo anno ma solo ridotto. Questo è quanto si desume dalla lettura della bozza della legge di bilancio. La norma, sull’organico di fatto da trasformare in organico di diritto, l’unico su cui si possano operare assunzioni a tempo indeterminato e trasferimenti di ruolo, è, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, ancora in fase di «contrattazione» tra ministero dell’economia e dell’istruzione. Al momento però, stando a quanto prevede la bozza della Stabilità, pare aver vinto il dicastero guidato da Pier Carlo Padoan: «Per il rafforzamento dell’autonomia scolastica e il conferimento di un maggior grado di certezza nella pianificazione del fabbisogno di personale a tal fine necessario, è iscritto nello stato di previsione del ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, un fondo con una dotazione di 140 milioni di euro per l’anno 2017 e 400 milioni a decorrere dall’anno 2018, da destinare all’incremento dell’organico dell’autonomia di cui all’articolo 1, comma 201, della legge 13 luglio 2015, n. 107», recita l’articolo interessato, «l’incremento della dotazione avviene in misura corrispondente a una quota di posti derivanti, in applicazione dei vigenti ordinamenti didattici e quadri orari, dall’accorpamento degli spezzoni di orario aggregabili fino a formare una cattedra o un posto interi, anche costituiti tra più scuole. Detta quota viene sottratta dal contingente previsto in organico di fatto all’articolo 1, comma 69, della medesima legge 13 luglio 2015, n. 107». L’organico di fatto dunque non sarà eliminato ma solo ridotto, ha messo nero su bianco l’Economia. A differenza di quanto richiesto dal ministero guidato da Stefania Giannini, che con le stesse risorse ha stimato la totale stabilizzazione di 25 mila cattedre: tutti i posti creati di fatto dalle scuole per rispondere alle esigenze dell’utenza a cui si aggiungono anche 5 mila cattedre per il sostegno. Una stima che, secondo i tecnici della Ragioneria generale dello stato, non regge.