Inps condannato a pagare indennità più elevata ai ciechi assoluti

Brindisi Report del 31-10-2016

Inps condannato a pagare indennita’  piu’ elevata ai ciechi assoluti

L’Istituto di previdenza dovrà versare lo stesso importo riconosciuto agli invalidi di guerra: la sentenza della Corte d’Appello dopo la pronuncia del giudice del lavoro su ricorso dell’avvocato Carmela Lo Martire. Il legale chiedeva l’applicazione di una legge del ’68.

BRINDISI. Una legge “vecchia” di 48 anni è stata riesumata dalla Corte d’Appello di Lecce per condannare l’Inps a versare “in favore di un cieco assoluto di Brindisi lo stesso importo previsto per i grandi invalidi di guerra”.

Si tratta di indennità pari al doppio di quella percepita sino ad ora dal brindisino. La pronuncia è arrivata mercoledì scorso in aderenza con il principio affermato nel 2015 dal giudice del lavoro di Brindisi al quale si era rivolto l’avvocato Carmela Lo Martire (nella foto accanto), in nome e per conto dell’uomo stanco di presentare istanze senza mai ottenere risposta favorevole dall’Istituto di previdenza sociale.

Di fronte al silenzio dell’Inps a cui si chiedeva una indennità di importo identico a quello riconosciuto dal legislatore per i grandi invalidi di guerra, è stato presentato ricorso che ha trovato accoglimento prima da parte del giudice Domenico Toni il 12 novembre di due anni fa, con motivazione contestuale, poi dalla Corte d’Appello.

Il processo di secondo grado è stato azionato su ricorso dell’Inps, secondo il quale un conto sarebbero le indennità da riconoscere ai ciechi assoluti, altro quelle per i grandi invalidi di guerra, nei cui confronti trova applicazione la disciplina del cosiddetto “assegno” di importo compreso tra 19mila e ventimila euro l’anno.

Di avviso opposto, l’avvocato Lo Martire prima in Tribunale poi davanti alla Corte d’Appello ha richiamato le disposizioni della legge che risale al 1968 probabilmente dimenticata sino a quel momento, e in modo particolare l’articolo 1. Tale norma ha espressamente previsto, come si legge nelle motivazioni della sentenza di primo grado, che “l’indennità di accompagnamento goduta dai ciechi civili assoluti viene equiparata a quella goduta dai grandi invalidi di guerra”.

L’equiparazione è stata stabilita anche nel ’79 e ribadita nel 1983. Nel merito ci sono state diverse pronunce della Corte di Cassazione. Quanto al caso sollevato dall’avvocato Lo Martire, il ricorso era legato all’affermazione del diritto alla equiparazione della indennità a partire dal primo luglio 2011.

di Stefania De Cristofaro