“Muchachas 1”, un romanzo di Katherine Pancol
Bompiani 2014
di Mario Coviello
Ebbene sì, cari lettori, non ho saputo resistere e ancora una volta mi sono lasciato prendere da Katherine Pancol e dalle sue eroine Josephine scrittrice e le figlie Hortense, che ormai convive a New York con Gary, e Zoe sedicenne che esce per andare a scuola e non fa più ritorno a casa. Josephine si è finalmente concessa l’amore di Philippe, vedovo della sorella Iris, ma…
Sto parlando delle protagoniste de “Gli occhi gialli dei coccodrilli”, ”Il valzer lento delle tartarughe” e “Gli scoiattoli di Central Park” che mi hanno fatto compagnia nelle scorse settimane e che voi conoscete se avete letto le mie precedenti recensioni. Questa nuova trilogia si intitola più semplicemente “Muchachas 1, 2 e 3“ e sta avendo un grande successo in tutto il mondo.
Il mondo di Katherine Pancol è un mondo di donne che ci portano a New Jork, Parigi e in questo capitolo in Borgogna. Sono donne che amano appassionatamente, si infiammano, si battono per la vita, convinte che “la felicità è avere gli occhi spalancati e cercarla dappertutto“. E queste donne caparbiamente cercano la felicità, combattendo la violenza che le sporca e la paura che le indebolisce.
Protagonista assoluta di “Muchachas 1” è un nuovo personaggio Stella. E’ la stessa Pancol che a pagina 337, nella nota che chiude il romanzo, racconta che nel giugno del 2010, in un borgo non lontano da Lourdes, rimane colpita da una coppia: una donna, un uomo e due ragazzini. La coppia è seduta al tavolino di un bar; lui parla a bassa voce, la minaccia e la colpisce in viso parecchie volte. Lei, incinta di quattro, cinque mesi, non batte ciglio, non emette un grido. Si aggiusta solo gli occhiali per nascondere i lividi. E quando i bambini osano chiedere “Ma cosa ha fatto la mamma”, il bruto risponde “ Voi non lo sapete, ma lei, lei sì.” E la Pancol continua “Non dimenticherò mai quello sguardo. Mi supplicava di non dire nulla. Mi ha fatto segno di andarmene. Me ne sono andata. E sono rimasta a lungo senza vedere niente. Finchè mi sono decisa a scrivere. La scrittura serve a vedere ciò che si vorrebbe dimenticare.”
La storia di Stella e di sua madre Leonie occupa quasi due terzi del libro, da pag 155 a pag 355. Stella ha un figlio Tom, un uomo che la ama Adrien, e ha sempre paura. Paura che le portino via il figlio,che possano arrestare il suo uomo che è un clandestino. Paura che le rubino il camion che guida vestita da maschio. Paura di suo padre Ray, che brutalizza la madre e che ha abusato di lei dall’età di 15 anni fino a quando non ha avuto la forza di scappare.
Leggendo “Muchachas 1” scoprirete perché Ray tortura Leonie e Stella; vi affezionerete ai tre cani che proteggono Stella e il figlio e tornerà alla ribalta il secondo libro di grande successo di Josephine Cortes, quello che racconta la storia di un ragazzo che si innamora di Gary Grant ed è proprio la dedica del romanzo che allaccia Stella a Josephine. Naturalmente non aggiungo altro…dovete solo immergervi nella lettura e lasciarvi andare.
Le donne della Pancol sono complesse, fragili e forti allo stesso tempo. Sono come le donne vere e sono in grado di toccare le corde del cuore delle lettrici, ma anche dei lettori, con una semplice frase ad effetto, con un pensiero messo in un angolo e quasi abbandonato, con un’immagine che viene catturata dai loro occhi e che diventa espressione narrativa.
Katherine Pancol da vita, corpo, sangue, paure, emozioni ai suoi personaggi, a tutti i suoi personaggi, principali e secondari. Il lettore vive con loro, si nutre delle loro paure e felicità, si ritrova, si abbandona e impara che “la fede nella vita è credere che il panorama esista e che dietro la nebbia ci sia un posto per te…..perciò non giudicare la tua vita rispetto a ciò che sei oggi, giudicala pensando al posto che occuperai se ti metti a cercare veramente senza imbrogliare…”
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