Una voce per tutti
di Antonio Stanca
Giovedì 10 Novembre 2016 è morto, a Los Angeles, Leonard Cohen. Era nato in Canada a Montréal nel 1934 da una famiglia di immigrati ebrei. Aveva ottantadue anni e dal 1956, quando era ancora studente universitario, aveva cominciato ad impegnarsi prima in ambito letterario, era stato autore di raccolte di poesie e di due romanzi, e poi in ambito musicale. Il gioco favorito (1963) e Belli e perdenti (1966) si erano intitolati i romanzi ma con gli anni la musica sarebbe diventata il suo interesse maggiore, l’unico. Nel 1967 erano comparsi i primi dischi da cantautore e d’allora era cominciata la sua fortuna. A volte si sarebbe attirato delle critiche ma il successo sarebbe stato tale da fargliele superare.
Oltre che delle parole egli sarà l’autore anche delle musiche dei suoi brani e molti di essi quali Suzanne, Seems so long ago, Bird on the whire, Halleluja, Lover Lover Lover, diventeranno famosi in tutto il mondo.
Molti riconoscimenti ha ottenuto Cohen sia in patria sia all’estero. Tra gli altri va ricordato il titolo di Companion dell’Ordine del Canada, che in questo paese è la più alta onorificenza civile. Più volte è stato candidato al Nobel per la Letteratura.
Ampia, amplissima sarebbe stata la produzione di testi e di musiche da parte di Cohen, molti i modi usati per la loro esecuzione ma ricorrenti sarebbero risultati i loro temi.
Cohen aveva cominciato a cantare accompagnandosi con la sola chitarra e muovendo dai toni della musica popolare europea. Era poi passato alla tastiera ed ad altri strumenti, aveva ridotto il suono della sua voce piuttosto alta e si era fatto accompagnare da voci femminili. Altri modi ancora aveva sperimentato.
Veniva egli da una famiglia ebrea e dalla conoscenza, dallo studio della tradizione culturale giudaico-cristiana gli era provenuta una formazione di carattere umanistico, religioso che lo aveva reso incline alla riflessione, alla meditazione. Uno stato d’animo spesso malinconico era stato il suo da ragazzo, un carattere che lo portava a sentirsi depresso, isolato aveva contratto. Deluso si sentiva dei nuovi tempi, dei nuovi costumi perché contrari a quei principi, a quei valori dello spirito che aveva appreso e nei quali tanto aveva creduto. Tuttavia prima la scrittura, poetica e narrativa, e poi la musica lo avrebbero aiutato a superare questa condizione anche se piuttosto difficile sarebbe stato agli inizi per il Cohen cantante mostrarsi, esibirsi in pubblico. Lo aveva fatto e in modo tale da diventare uno dei cantautori e compositori più celebri del XX secolo, da rinnovare completamente la figura del cantautore, da non farla distinguere da quella del poeta, da fare letteratura, arte del testo di una canzone, da trasformare le inquietudini, i turbamenti della sua giovane età nei caratteri distintivi della sua produzione musicale. Vasto, immenso sarebbe diventato il pubblico di Cohen. Fossero stati ascoltatori o spettatori i suoi, avesse cantato da solo o in gruppo o in concerto, nella sua o in altre lingue, nel suo o in altri paesi, avesse cantato o letto o recitato, sempre avrebbe avuto successo. Tanti, molti, tutti si sarebbero riconosciuti nelle sue parole, nelle sue musiche perché erano quelle di chi cercava nell’arte quanto aveva prima cercato nella vita, i modi, cioè, per risolvere i problemi che i tempi nuovi avevano fatto insorgere a livello individuale, lo stato di isolamento, di mancata comunicazione, di sconforto, la tentazione del suicidio, e a livello collettivo, il malcostume, la violenza, la guerra, la morte. Contro questi problemi si pone il Cohen e nel bene, nell’amore, nella fede, nella vita indica le vie da seguire per risolverli. La stessa musica veniva da lui proposta come una possibilità di salvezza dal male del mondo.
Un messaggio di alto valore morale, civile voleva essere quello di Cohen, a tutte le persone, di ogni età, di ogni luogo, voleva farlo giungere e ci è riuscito perché ha usato i modi che più si addicono ai tempi, quelli dello spettacolo.
Le sue sofferenze gli avevano fatto scoprire la via della salvezza, agli altri, a tutti, aveva voluto indicarla, in loro aiuto aveva voluto venire, la loro voce aveva voluto diventare.
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