Riforma PA in CdM: visite fiscali a ripetizione e precari storici assunti entro il 2020

da La Tecnica della Scuola

Riforma PA in CdM: visite fiscali a ripetizione e precari storici assunti entro il 2020

Arriva la la delega del ministro Madia sulla riforma del pubblico impiego: la prossima settimana i decreti attuativi verranno presentati in Consiglio dei ministri.

Prima del parere del Governo, però, la Funzione Pubblica incontrerà i sindacati: il confronto è fissato per lunedì 13 febbraio.

Sono diverse le novità contenute nei dispositivi, che fanno capo alla stessa legge, alcune delle quali già annunciate da questa testata giornalistica: quando approvate in via definitiva, anche dalle commissioni parlamentari, le nuove norme andranno a mutare diversi aspetti professionali degli oltre 3 milioni di lavoratori pubblici, un terzo circa facenti capo alla Scuola.

 

Riportiamo ai nostri lettori, la sintesi sulle principali norme in arrivo prodotta dall’agenzia nazionale Ansa.

CHIAMATE IN BASE A FABBISOGNI, TETTO 20% IDONEI. Si passerà da un’impostazione rigida delle assunzioni, basata su piante organiche, a un modello che guarda alle esigenze concrete e favorisce il reclutamento di professionalità figure strategiche e innovative. Cambiano i concorsi, nelle prove ci sarà l’inglese, per le posizioni più alte si potrà richiedere il dottorato e le graduatorie non potranno contare più infiniti idonei (tetto al 20% dei posti).

 

VISITE FISCALI A INPS, CONTROLLI A RIPETIZIONE. La competenza sugli accertamenti passa dalle Asl ai medici dell’Istituto di previdenza, con la creazione di un polo unico della medicina fiscale per pubblico e privato. Grazie a un sistema informatico avanzato le visite saranno mirate. I decreti attuativi garantiranno un’armonizzazione delle fasce orarie di reperibilità (al momento 7 per gli statali) e dei criteri per una “cadenza sistematica e ripetitiva“. Saranno garantite le incompatibilità (tra controllore e controllato). All’Inps saranno trasferite le risorse adesso utilizzate dalle Asl per gli accertamenti (27,7mln).

 

PIANO STRAORDINARIO PER PRECARI STORICI. Una roadmap, che si snoderà tra il 2018 e il 2020, per assorbire tutti i dipendenti da anni a servizio della P.a, anche se con contratti a tempo. Per loro un doppio canale: chi è entrato per concorso potrà essere assunto direttamente, mentre chi non è passato per una selezione sarà tutelato con una riserva nelle future prove. Parallelamente però, per evitare il ripetersi di forme di precariato, verranno vietati i cococo.

 

BASTA CON IL ‘6’ POLITICO, SPAZIO MERITOCRAZIA. I contratti dovranno garantire una differenziazione dei giudizi, per mettere fine a una distribuzione a pioggia dei premi. Saltano i vincoli della legge Brunetta, si punta sulla misurazione dei risultati in base obiettivi precisi, ma resta il principio per cui non tutti possono uscire con lo stesso voto. Ai fini del riconoscimento del merito e, quindi, dei bonus particolare rilevanza verrà data alla performance della squadra (misurata attraverso la qualità dei servizi).

SU PAGELLE VOCE A CITTADINI, NUOVE SENTINELLE. Il meccanismo di valutazione viene rivisto e il pilastro coinciderà con gli Organismi indipendenti di valutazione, le sentinelle chiamate a vigilare sulle performance. Già oggi ci sono ma ora cambiano veste: più poteri, professionalità e indipendenza. Ci sarà poi un filo diretto tra loro e i cittadini, che entrano a far parte a pieno titolo del sistema di misurazione. Potranno dire la loro sulla qualità dei servizi e il loro giudizio conterà ai fini del ‘voto’ da assegnare al team.

 

SANZIONI PER FURBETTI DEL WEEKEND LUNGO. E’ affidata ai contratti la formula per colpire chi ‘marina’ puntualmente il lunedì e il venerdì o i casi di assenze collettive in periodi sensibili, date da ‘bollino rosso’ (dal G7 a quando scattano le iscrizioni alle scuole o è tempo di 730 all’Agenzia delle Entrate). Per la prima volta infatti viene inserito nella legge un criterio per colpire con ‘penalty’ il fenomeno.

 

CHIAREZZA SU LICENZIAMENTI, MA SALVO ARTICOLO 18. Sarà fatta chiarezza normativa sui casi di licenziamento, dallo scarso rendimento alla cronica condotta illecita, qualora ci sia profilo penale. I tempi per arrivare a decidere sulla sanzione si riducono da quattro a tre mesi e a un mese per tutti i casi di flagranza (viene quindi estesa la procedura sprint applicata ai furbetti del cartellino). Per gli statali resta intatto l’articolo 18, con reintegra e risarcimento nei casi di ingiusta espulsione. Ma vizi formali, cavilli giuridici, non potranno determinare l’annullamento della sanzione. Nè bisognerà aspettare una sentenza passata in giudicato per concludere un procedimento disciplinare sospeso per l’apertura di uno penale.

 

UN NUOVO EQUILIBRIO TRA LEGGE E CONTRATTO, PARTITA APERTA. Si rivede la logica della riforma Brunetta che vede nella legge la fonte praticamente esclusiva per la regolazione del rapporto di lavoro e non la cornice che fissa le regole generali, lasciando il resto al contratto, in quanto strumento più flessibile. Si tratta di restituire spazi alla contrattazione ma i limiti restano e qui si gioca il confronto con i sindacati. Sembra comunque difficile che alla contrattazione vengano riconsegnati gli stessi spazi che aveva nel periodo ante-Brunetta.

 

DECRETI BIS, TAGLI PARTECIPATE A GIUGNO PER INTESA REGIONI. Sono pronti i decreti per chiudere la querelle aperta dalla sentenza della Consulta sulla riforma della P.a, che impone l’accordo con gli enti territoriali. I correttivi non toccano però l’impianto originario. Nulla cambia per i licenziamenti lampo di chi bara sulle presenze. Quanto ai tagli alle partecipate pubbliche, per rispondere alle richieste delle Regioni il termine per i piani sui tagli viene prorogato a giugno.