Concorso docenti 2016: quegli elenchi in attesa di paternità

da Tuttoscuola

Concorso docenti 2016: quegli elenchi in attesa di paternità

Come si sa, le graduatorie di merito del concorso docenti 2016 sono corte, anzi, cortissime. La legge 107/2015 della Buona Scuola ha infatti voluto restringere le graduatorie di merito al numero strettamente necessario (o poco più) per le nomine dei vincitori: un 10% in aggiunta al numero dei posti a concorso da utilizzare per eventuali surroghe conseguenti a decadenze o rinunce.

Il legislatore ha voluto graduatorie di merito ridotte all’essenziale per evitare il ripetersi del fenomeno di graduatorie infinite che nei vecchi concorsi per decenni hanno alimentato aspettative e rivendicazioni sfociate spesso in sanatorie legislative con code infinite di idonei in attesa del ruolo.

E poiché da una graduatoria di merito infinita prima o poi ci può scappare il ruolo, non sono state poche le commissioni di concorso che in passato hanno largheggiato con il sei politico per non spegnere la speranza futura di un posto di ruolo. Tutto a scapito della regolarità dei concorsi e, a volte, del merito dei candidati.

Ma a tutto questo la legge 107/15 ha voluto mettere la parola fine, anche per salvaguardare la periodicità dei concorsi e la conseguente completa disponibilità dei posti.

Il concorso 2016 si sta avviando alla conclusione (manca soltanto il 5% delle procedure concorsuali previste); nelle 1.366 graduatorie di merito finora approvate, quasi la metà (665) ha avuto graduatorie di merito tanto corte da non riuscire nemmeno a coprire tutti i posti a concorso. Le restanti 701 graduatorie di merito, invece, hanno coperto tutti i posti e quasi tutte hanno attivato il 10% di scorta.

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Ma a questo punto alcuni Uffici Scolastici Regionali, per una questione di trasparenza e, forse, per prevenire ricorsi, hanno cominciato a pubblicare anche gli elenchi dei candidati che, pur avendo superato tutte le prove del concorso, non sono entrati nella graduatoria di merito, in quanto collocati dopo l’ultimo candidato oltre quel 10% aggiuntivo.

Uno dopo l’altro tutti gli USR hanno pubblicato gli elenchi dei candidati non inclusi nelle graduatorie di merito delle diverse classi di concorso: nome e cognome e punteggio complessivo conseguito.

Si tratta di elenchi, non di graduatorie, non previsti dai bandi e che non hanno, per il momento, nessun valore.

C’è però già qualcuno che ne chiede lo scorrimento: premessa per far diventare quegli elenchi un prolungamento delle graduatorie di merito oltre il 10% fissato dalla legge, senza alcun effetto immediato ma con una cambiale da onorare nel tempo.

Trasformare quegli elenchi in graduatorie di merito andrebbe esattamente in direzione opposta alla volontà del legislatore che ha voluto mettere la parola fine alle graduatorie che non finiscono mai.

Un primo passo avanti per valorizzare il superamento delle prove concorsuali lo ha compiuto il Miur con la nota prot. 26048 dell’8 giugno scorso, con la quale ha disposto che nella Tabella A, punto D2 del decreto 347/2017 per l’aggiornamento della II fascia delle graduatorie di istituto è valutato punti 3 anche “il superamento di tutte le prove con esito positivo di un concorso per titoli ed esami”. 

Un uso ancor più funzionale degli elenchi potrebbe invece essere quello di prevedere (occorre comunque una legge ad hoc) una graduatoria nazionale temporanea per ogni classe di concorso a cui potrebbero accedere a domanda gli iscritti negli elenchi.

Servirebbe a coprire molti dei 14.626 attualmente vacanti (saranno circa 20 mila alla fine dei concorsi). Sarebbe un modo abbastanza semplice per mettere a frutto l’investimento economico profuso nei concorsi, contribuire a stabilizzare il sistema, premiare i mancati vincitori con il ruolo immediato. Sembra, però, che l’ipotesi non piaccia ad alcuni sindacati che avrebbero messo gli occhi sui posti vacanti per dare risposta ai docenti precari.

È possibile dare una paternità seria e definitiva a questi elenchi prima che diventino oggetto di consumo clientelare?