Fedeli: «Dispersione scolastica in calo ma è ancora troppo alta»

da Il Sole 24 Ore 

Fedeli: «Dispersione scolastica in calo ma è ancora troppo alta»

di Andrea Carli

 Il fenomeno della dispersione scolastica in Italia è in calo ma permangono profonde differenze tra Nord e Sud, con i casi più difficili che si manifestano in Sicilia e Sardegna. Il problema è diffuso soprattutto nelle periferie delle città, dove è più alto il disagio delle persone con casi di abbandono ed esclusione sociale. A fare il punto su questo problema è stata la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.

«Servono nuovi interventi contro l’elusione scolastica»
Intervenuta questa mattina in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta Città e periferie della Camera la responsabile del Miur ha sottolineato che nelle periferie delle città ci sono ancora troppe disuguaglianze e che contro il fenomeno della dispersione scolastica servono nuovi interventi. Sullo sfondo la macchina scolastica per affrontare la sfida: oltre 13 mila scuole statali delle 14 aree metropolitane (di cui circa 4 mila dell’infanzia, oltre 5 mila della primaria, oltre 4 mila della secondaria di primo e secondo grado). A queste si aggiungono oltre 5.600 istituzioni scolastiche paritarie .

Dispersione scolastica al 14,7% nel 2017
Fedeli ha messo in evidenza «una decrescita del fenomeno della dispersione dal 20,8% del 2006 all’attuale 14,7%, che però – ha aggiunto – è un dato ancora troppo alto. I dati – ha continuato – evidenziano una differenziazione tra sessi (donne intorno al 12%, uomini oltre il 16%) e forti differenze nei tassi di abbandono tra le diverse regioni rispetto al raggiungimento dell’obiettivo, stabilito dall’UE (UE, 2020), del 10% entro l’anno 2020 – si va da un +14 % rispetto al traguardo UE (24% di abbandoni) di Sicilia e Sardegna al -2% del Veneto (8% di abbandoni)».

La situazione nella scuola secondaria
Nelle 14 aree metropolitane, ha spiegato la ministra, «le studentesse e gli studenti che hanno abbandonato il sistema scolastico nella scuola secondaria di primo grado, nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 e nel passaggio all’anno successivo, sono l’1,1% (il dato complessivo che si registra in Italia è lo 0,9%). Salgono al 5,2% nella scuola secondaria di secondo grado (rispetto al 4,6% del tasso di abbandono complessivo che si regista in Italia)». Il ministro ha fatto presente che sono «dati caratterizzati da importantissimi divari tanto a livello ma cro territoriale quanto a quello micro territoriale, con punte anche del 7,5% in alcune zone del Paese».

Oltre il 9% degli studenti è straniero
Fedeli ha ricordato che gli alunni e gli studenti di origine non italiana nelle scuole italiane sono circa 815.000: il 9,2% del totale della popolazione scolastica . La ministra ha fornito qualche numero che può aiutare a farsi un’idea del fenomeno: «Siamo passati in 15 anni dall’inclusione di 50 mila ragazzi e bambini non italiani nelle nostre scuole agli attuali 815.000».

Tassi elevati di abbandoni nelle zone più povere d’Italia
Fedeli ha sottolineato che «i tassi elevati di abbandoni e di livelli critici di conoscenza coincidono con le zone più povere d’Italia dove sono concentrate le famiglie socialmente escluse e dove è minore l’accesso a libri, biblioteche, musei, rete dei servizi per la prima infanzia, sport, fruizione digitale, etc..».

Scuole di periferia come laboratorio di innovazione didattica
Se questo è il contesto, secondo la responsabile dell’Istruzione nel governo Gentiloni «le scuole di periferia devono diventare avanguardie di sperimentazione di nuove forme di didattica, mettere in campo intelligenze, energie, esperienze, e a noi spetta il compito di garantire risorse, economiche e umane, adeguate alla sfida che le si pone a carico. Tutte le periferie urbane – ha ricordato – devono e possono diventare un laboratorio di innovazione didattica e sociale con forte competenza nelle azioni di inclusione.»

Percorsi di istruzione per oltre 222mila adulti
La partita dell’istruzione riguarda anche gli adulti. «Nell’anno scolastico in corso – ha detto la ministra – gli iscritti ai percorsi di istruzione degli adulti sono complessivamente 222.431, di cui 42.153 iscritti ai percorsi di primo livello, 109.965 ai percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana e 70.313 ai percorsi di secondo livello».

I corsi serali
Per quanto riguarda i corsi serali, Fedeli ha spiegato che «nell’ambito delle scuole statali, nel corso dell’anno scolastico 2015/2016, il 3,3% degli studenti (di cui il 2,0 con cittadinanza non italiana) frequenta i licei, il 55,9% ( di cui il 51,3 con cittadinanza non italiana) gli istituti tecnici e il 40,9% ( di cui il 46,7 con cittadinanza non italiana) gli Istituti professionali».