Scuole di periferia all’avanguardia

da La Stampa

Scuole di periferia all’avanguardia

La dispersione è in calo. E il riscatto oggi parte dalle aree storicamente più disagiate
flavia amabile

roma

Nuove scuole d’eccellenza avanzano nelle periferie del nostro Paese mentre la dispersione scolastica è ancora alta ma non come in passato. Dal 20,8 per cento di undici anni fa si è passati al 14,7 per cento attuale, con una riduzione di oltre sei punti percentuali.

 

«La scuola pubblica, nelle nostre periferie, ha dimostrato di saper essere punto di riferimento, di aggregazione, di riscatto possibile – ha affermato la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli mentre per il prossimo anno arriva un corposo aumento di attività: più di un milione di ore in più di attività aggiuntive da realizzare in estate o dal prossimo autunno al di fuori dell’orario scolastico. Le scuole finanziate dal primo bando nazionale «La Scuola al Centro» sono 4.633, per uno stanziamento totale di oltre 187 milioni di euro (fondi Pon).

LE STORIE

Milano

L’abbandono sconfitto con il teatro e l’informatica

Micaela Francisetti dirige da nove anni l’istituto comprensivo Ilaria Alpi di Milano, quartiere Barona, periferia fatta di strade e poco altro. Quando ha iniziato c’erano 900 alunni e tra i 40 e 50 alunni che abbandonavano gli studi in un’età in cui lasciare in genere vuol dire privarsi di qualsiasi possibilità di futuro. Oggi gli studenti dell’istituto sono 1500, quasi il doppio. E la dispersione è praticamente azzerata. «Ci siamo riusciti con un lavoro che ha coinvolto associazioni, ong, professori, famiglie. Abbiamo due progetti che si sono rivelati decisamente efficaci. Il primo è studiato per soggetti con medio rischio di dispersione: in totale negli ultimi tre anni ci sono stati 38 alunni che hanno avuto la possibilità di seguire laboratori di informatica, teatrali, motori, musicali per circa due-tre pomeriggi ogni settimana. Il secondo progetto invece è pensato per alunni rispetto ai quali non siamo riusciti a fare nulla, spesso sono bambini o bambini affidati ai servizi sociali con storie di grave disagio alle spalle: restano iscritti nella nostra scuola ma frequentano dei percorsi personalizzati nelle Scuole popolari di Milano. Ce ne sono sette in tutta la città dove si interviene su bambini e ragazzi segnalati dalle singole scuole attraverso un corpo di docenti volontari.

(Flavia Amabile)

Torino

Nell’istituto di frontiera ci si integra con la musica

La guerra alla dispersione e alla povertà educativa, che è poi cura dell’inclusione, all’Istituto comprensivo Regio Parco parte da lontano. Dalla scuola dell’infanzia, attraverso l’arte e la musica. Non siamo in periferia, siamo in centro. Ma Regio Parco è una delle scuole di Porta Palazzo, il quartiere che è ed è stato approdo di tutte le ondate migratorie che Torino ha conosciuto. «Siamo zona di frontiera», dice la dirigente Concetta Mascali. Una delle sue sedi, la piccola, vivacissima primaria di via Fiochetto, ha una percentuale di alunni italiani ormai invisibile. «Per portare i nostri bambini al successo scolastico – racconta la preside – mettiamo in campo vari strumenti affinché si possano sentire valorizzati, per far emergere i loro talenti. Questo può avvenire se si utilizzano i linguaggi che non devono essere decodificati necessariamente attraverso l’italiano». Matematica, sport, musica, arti. «Con il Progetto Muse del Comune e della Compagnia di San Paolo, le attività sono guidate da veri artisti, sono di livello alto e coinvolgono i bambini fin dalla materna. Le attività hanno sempre momenti aperti alle famiglie. Ed è fondamentale che le famiglie immigrate possano vedere, rendersi conto. Abbiamo ragazzi dalle superiori tornano a ringraziare per quanto la scuola ha fatto per loro».

(Maria Teresa Martinengo)

Roma

Gli studenti-inventori orgoglio della borgata

A Borgata Fidene, quartiere nord-est di Roma, dicono che dalle loro parti non è più nemmeno periferia ma un territorio di un nulla indefinibile. È alle porte di questa borgata che sorge il Pacinotti-Archimede, liceo scientifico e istituto tecnico che ha iniziato a introdurre le materie sportive e le esperienze dirette in azienda nelle ore di scuola quando il liceo sportivo e l’alternanza scuola-lavoro erano solo un’idea difficile da realizzare in tutt’Italia.

Oggi, dopo tanti anni di lavoro è un punto di riferimento che riesce ad attirare studenti da altri quartieri e persino da altri comuni per i vari indirizzi che vanno dalla robotica al Cambridge. Roberta Fausti, collaboratore vicario: «Il merito è di sicuro della dirigente che ha fatto le scelte giuste valorizzando le risorse umane interne e le loro competenze».

I ragazzi del Pacinotti-Archimede vengono invitati in tv per mostrare le loro invenzioni, vincono premi mentre la dirigente e i professori stanno studiando un ulteriore spinta in avanti. Dal prossimo anno si studieranno anche i videogiochi nell’indirizzo di informatica del tecnico mentre nello scientifico si punta sul progetto di ricerca che porta i liceali a stretto contatto con il mondo dei laboratori.

(Flavia Amabile)