Vaccini obbligatori per la frequenza a scuola: potrebbero passare da 12 a 10

da Tuttoscuola

Vaccini obbligatori per la frequenza a scuola: potrebbero passare da 12 a 10

L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha espresso parere favorevole all’emendamento discusso in commissione Sanità al Senato che riduce i vaccini richiesti da 12 a 10 lasciando un’offerta “attiva e gratuita”, da rafforzare, per 4 vaccini raccomandati: gli antimeningococco B e C (che uscirebbero quindi dall’elenco degli obbligatori), l’antipneumococco e l’anti-rotavirus. A riportare la notizia è il Corriere.it. Il nuovo testo dell’emendamento redatto su proposta della presidente della commissione Sanità Emilia De Biasi, ha spiegato la relatrice Patrizia Manassero (Pd),  sarebbe “già arrivato in commissione Bilancio al Senato”.

I vaccini obbligatori

Passerebbero quindi da 12 a 10 i vaccini obbligatori per la frequenza a scuola. Nello specifico si tratterebbe di:

– anti-polio;
– antidifterica;
– antitetanica;
– anti-epatite B;
– anti-pertosse;
– anti-Haemophilus influenzae tipo b;
– anti-morbillo;
– anti-rosolia;
– anti-parotite;
– anti-varicella.

Il testo prevede che entro 10 giorni dall’entrata in vigore del decreto, e poi ogni sei mesi, il Ministero della Salute dovrà fornire indicazioni alle Regioni per assicurare l’offerta attiva e gratuita delle 4 vaccinazioni non obbligatorie, ma consigliate.

Lorenzin soddisfatta

“Sono assolutamente soddisfatta perché abbiamo tenuto insieme l’impianto del decreto dal punto di vista della prevenzione” ha dichiarato la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, commentando la modifica dopo aver detto nel pomeriggio: “Abbiamo fatto una lista che non è stata certamente redatta da me con criteri politici, ma mi è stata data dalle autorità sanitarie. Quando il provvedimento è andato in Senato ho detto che ero pronta a qualsiasi tipo di cambiamento e miglioramento del provvedimento per quanto riguardava gli aspetti politici. Sugli aspetti tecnici non posso fare una mediazione politica, sugli aspetti tecnici sono le autorità sanitarie che mi devono dire se si può fare o non si può fare”.