1700 istituti rimarranno senza un direttore amministrativo

Dall’Anquap l’allarme al governo: “1700 istituti rimarranno senza un direttore amministrativo”

Il prossimo 1° settembre 1700 istituzioni scolastiche si troveranno senza un direttore dei Servizi Generali e Amministrativi e, se non si correrà ai ripari, il numero nel 2018 supererà i 2000. Il grido di allarme arriva da un’animata tavola rotonda organizzata a Roma da Anquap, l’Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche. “Il tema dell’amministrazione delle istituzioni scolastiche ed educative – spiega il presidente, Giorgio Germani – è poco conosciuto, spesso dimenticato o maltrattato. Ne è testimonianza l’esclusione dell’argomento dalla recente riforma che va sotto il nome della “Buona Scuola”. Con le rilevanti novità introdotte dalla riforma scolastica del 2015, le funzioni attribuite alle scuole su alunni, personale, risorse finanziarie e strumentali sono aumentate, così come le attività degli uffici di segreteria. A fronte di ciò sono, purtroppo, diminuiti gli organici di oltre 46.000 unità, il processo di digitalizzazione non avanza adeguatamente, mentre la complessità normativa e burocratica aumenta a dismisura. Dinanzi a questo scenario, dopo aver proclamato nello scorso mese di maggio un formale stato di agitazione, l’Anquap ha presentato una proposta di decreto legge”.

 

Alla conferenza hanno partecipato esponenti di diverse forze politiche e addetti ai lavori, tutti concordi sull’urgenza di intervenire al più presto per sanare questo vulnus, a cominciare da Maria Grazia Rocchi (Pd): “Nel merito sono d’accordo con l’idea di un decreto legge. Per quanto riguarda i tempi credo che sia prioritario intervenire nella legge di stabilità con emendamenti ad hoc”. “Ci batteremo – ha annunciato Elena Centemero, responsabile nazionale scuola di Forza Italia – per far funzionare meglio le scuole, senza privilegiare necessariamente il personale docente, ma coinvolgendo in pieno il personale amministrativo. Non condividiamo quello che è stato fatto sul piano delle assunzioni e consideriamo un problema lo strapotere dei sindacati”. “Si parla di strapotere di sindacati e lobby – le ha risposto Luigi Gallo, deputato 5 Stelle – ma poi chi fa le leggi sono i politici, che queste pressioni evidentemente le subiscono. Noi vogliamo ascoltare tutti, ma poi prenderci la responsabilità di ciò che decidiamo. Oggi sono più rappresentativi gruppi che magari si organizzano in rete che certe organizzazioni strutturate”.

 

Forte il malcontento da parte di chi nelle scuole lavora ogni giorno. Alessandra Ferrari, direttore Sga: “Le problematiche negli uffici di segreteria e come assistenti amministrativi sono tante. Negli ultimi anni abbiamo vissuto un aumento del lavoro e della complessità dei compiti a cui non è corrisposto un adeguamento delle dotazioni organiche. Abbiamo anzi subito rilevanti tagli, che hanno coinvolto migliaia di unità”. Licia Cianfriglia, vicepresidente dell’Associazione Italiana Presidi: “Le situazioni complesse sono determinate da una stratificazione normativa e dal progressivo indebolimento delle risorse umane e strumentali. Sui presidi ricadono tutte queste complessità e queste tensioni”. Daniele Grassucci, co-founder del portale Skuola.net: “I fondi di funzionamento per la scuola non sono sufficienti. Le risorse sono necessarie e vanno messe sul piatto. È un contributo importante per il diritto allo studio”. Poco ottimismo anche nelle parole di Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi: “l concorso per la selezione dei futuri dirigenti è un qualcosa di cui si parla almeno da quattro anni e nel frattempo sono cambiate le norme. La legge, mai attuata, che rinnovò profondamente il sistema di reclutamento dei dirigenti prevedeva il coinvolgimento della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, portando la selezione in ambiti tali da evitare contenziosi e superare le difficoltà professionali degli esaminatori. Oggi il regolamento non è stato ancora approvato e pensare che da qui a settembre si possa attivare la macchina concorsuale è pura fantasia”.

 

“Tutte le proposte che portiamo avanti – ha concluso Giorgio Germani – non sono rivendicazioni sindacali, pur legittime, ma misure che se adottate sarebbero oltremodo salutari per il buon andamento delle scuole. Se si creeranno le condizioni per un concreto esame delle proposte avanzate siamo disponibili per ogni utile confronto e approfondimento, anche sul versante della quantificazione dei costi e della loro possibile copertura. Se non con decreto legge, si potrebbe provvedere, almeno in parte, con la legge di bilancio 2018”.