Assunzioni 52mila docenti, potevano essere di più

da La Tecnica della Scuola

Assunzioni 52mila docenti, potevano essere di più

È arrivato, quindi, anche con qualche settimana di anticipo rispetto al passato, il contingente delle assunzioni dei docenti.

Alla fine, saranno quasi 52mila a firmare il fatidico contratto a tempo indeterminato. Probabilmente anche qualche migliaio di meno, perché ci sono delle discipline d’insegnamento – su tutte Matematica e Scienze nella scuola media – senza più docenti in graduatoria (di merito o ad esaurimento).

La domanda che tanti si pongono, però, è: sono tanti o poche 52mila assunzioni? Non è facile dare una risposta.

In assoluto, infatti, la Scuola continua ad assumere in ruolo, mentre negli altri comparti dello Stato (escludendo forze armate, Sanità e pochi altri), vige da anni, potremmo dire da decenni, un cronico blocco delle assunzioni. E nel migliore dei casi non si va oltre il turn over.

Ma anche nella scuola, a ben vedere, non si è andati molto oltre. Perché circa 22mila posti dei 52mila accordati dal Mef si sono liberati proprio per effetto dei pensionamenti che scatteranno da settembre. Gli altri posti vanno divisi tra quelli effettivamente vacanti e quelli che lo stesso dicastero di Via XX Settembre, dopo un tira e molla di mesi, ha spostato dagli organici di fatto a quelli di diritto.

Quindi, le vere assunzioni sono pari a meno di 30mila posti. “Un risultato – sostiene il segretario generale della Uil scuola, Pino Turi. Secondo la Uil Scuola – che è frutto di una azione basata su scelte concrete che permetteranno di stabilizzare il rapporto di lavoro a migliaia di precari”.

Per il sindacalista, però, “mancano all’appello 10 mila posti (sull’organico di fatto) che il Mef non ha autorizzato. Un passo più coraggioso – aggiunge Turi – avrebbe dato risposte alle diverse istanze del personale offrendo continuità didattica e stabilità alle scuole”.

Il riferimento è alle 25mila assunzioni chieste da tempo dal Miur, poi ridotte a 15mila.
Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal), si tratta di “una miseria”, perché anche quest’anno sono previste 100mila supplenze. Inoltre, “la coperta utilizzata era già piccola ma è stata anche messa male. Perché c’erano dei precisi impegni da parte del Miur che sono stati anche stavolta disattesi. Pensiamo al sostegno che dovrà accontentarsi di poco più di 13mila posti: in questo modo, un docente di sostegno su quattro continuerà ad essere precario. Rimane tanta amarezza perché le aliquote adottate per le assunzioni non hanno tenuto conto delle difficoltà in cui versano il Sud, le Isole e le aree disagiate o ad alto rischio dispersione e con difficoltà di assorbimento dell’offerta formativa. Come penalizzati risultano i maestri della scuola dell’infanzia: se ne assumono appena 2.733”.
“A rendere ancora più difficile la situazione – continua il sindacalista – è anche l’ostinazione nel blindare le stesse GaE, spostando l’aggiornamento al 2019, e di alzare i muri contro i docenti abilitati della seconda fascia d’istituto, anche laddove le GaE risultano esaurite. Si è agito in modo pessimo: è stato come avere a disposizione una medicina per curare un malato, ma non averla potuta usare per una questione di principio. Tuttavia, siccome quando si parla di princìpi noi siamo ancora più determinati, la questione per 13mila ricorrenti ora passa nelle mani del Tar”.
Ora, ha fatto sapere il Miur, le assunzioni si completeranno entro il prossimo 14 agosto. Mentre entro il 31 agosto saranno effettuate le assegnazioni provvisorie. A seguire, le supplenze, saranno assegnate entro l’avvio delle lezioni secondo i calendari territoriali.
“Occorre ora predisporre in modo celere i calendari delle convocazioni per assicurare, dal primo settembre, il regolare avvio dell’anno scolastico. Rimaniamo in attesa delle immissioni in ruolo del personale ATA che dovrà coprire tutti i posti disponibili e vacanti”, conclude Turi.