Droghe, la scuola è la nuova piazza dello spaccio: docenti e presidi vanno aiutati

da La Tecnica della Scuola

Droghe, la scuola è la nuova piazza dello spaccio: docenti e presidi vanno aiutati

“La scuola, di fatto, sta diventando la nuova piazza dello spaccio, docenti e dirigenti sono in prima fila ma occorre un impegno del Miur e del Governo”.
Servono “risorse e progetti da fare dentro le scuole e una rinnovata collaborazione con i genitori, perché troppo spesso la famiglia si rende conto solo quando è chiamata dal Preside o dal Questore. E per favore il Parlamento la smetta di parlare di liberalizzazione e si parli di educazione”.
È forte la posizione presa dal sottosegretario al Miur Gabriele Toccafondi a seguito degli episodi che hanno coinvolto nei giorni scorsi alcuni ragazzi giovanissimi: per il rappresentante del Governo, questi fatti di “cronaca ci dicono che loro rappresentano il nuovo mercato delle droghe”.

“I numeri – ricorda Toccafondi – sono impressionanti: gli adolescenti italiani sono ai primi posti in Europa per consumo di alcol, droghe, sigarette, tranquillanti e sedativi. La sostanza illegale più sperimentata almeno una volta nella vita, è la cannabis. La provano il 21% dei giovani. L’inizio precoce avviene di solito intorno ai 13-14 anni”.
Il dramma, poi, è che “ai ragazzini arriva di tutto, dagli allucinogeni agli eccitanti passando anche dall’uso di farmaci in maniera illegale. Spesso il commercio avviene via internet e il pacco arriva direttamente a casa e poi si condivide a scuola o in qualche festa”.
Per cui, conclude il sottosegretario, “è urgente un impegno di tutti: occorre trovare risorse e puntare sull’educazione. Spieghiamo cosa combinano le droghe, vecchie e nuovissime, al corpo, alla testa al fisico e cosa combina tutto questo nella vita loro e delle loro famiglie”.
L’appello, pertanto, è davvero trasversale: riguarda il Parlamento, ma anche più ministeri, le forze dell’ordine e, naturalmente, la scuola. La quale, però, non può fare, almeno con le attuali risorse, più di quello che fa.