J. Liss, L’apprendimento attivo

L’apprendimento attivo “evoluzionario”: l’arte di insegnare a pensare e a dialogare

di Damiano Mazzotti

“L’apprendimento attivo” di Jerome Liss è un saggio molto chiaro e sintetico sulle metodologie di insegnamento più appassionanti (www.armando.it, 2011).

Il consulente didattico americano ha ottimizzato un sistema educativo dialettico che mira allo sviluppo della creatività e delle predisposizioni individuali degli studenti. E che impiega l’autorità degli insegnanti con modalità varie, alternative e più scientifiche. Liss insegna a “muoversi alternamente tra fatti osservabili e congetture o interpretazione teoriche non osservabili”, seguendo il modello epistemologico del filosofo della scienza Carl Hempel. Nell’analisi dei fatti si utilizzano dei materiali informativi di natura diversa provenienti da più fonti (interviste con esperti, quotidiani, riviste specializzate, filmati, libri non scolastici, giochi di ruolo, laboratori, ecc.).

Naturalmente non si può improvvisare e “se il professore non svolge la lezione con adeguata competenza… se non è preparato da un corso di formazione didattica che gli spieghi come canalizzare la partecipazione degli studenti in modo da produrre pensiero efficace, allora il metodo attivo può degenerare in “caos attivo”. Dunque” serve “una piattaforma di “rigore” per il rendimento individuale, per il dialogo costruttivo” e per l’analisi multifattoriale della realtà.

I comportamenti formativi sono centrati sulla strutturazione di piccoli gruppi di studio, sulla promozione dell’ascolto attivo, sulla partecipazione individuale e sulle discussioni libere e aperte a tutti. Chiaramente “il linguaggio della collaborazione deve sostituire il linguaggio dell’ostilità e della denigrazione, e questo costituisce uno dei risultati più ammirevoli”. Perciò i metodi di insegnamento più attivi permettono di lavorare meglio sulle emozioni e sulle relazioni.

In questo modo gli studenti diventeranno dei lavoratori più dinamici e creativi, e dei cittadini più attenti e impegnati a livello personale e sociale. Infatti “la tendenza a criticare il potere – governo, esercito, industria, esercito, mass media – dà soddisfazione morale, ma non contribuisce affatto a cambiare la realtà”. Bisogna imparare a costruire nuove relazioni e a sviluppare nuove iniziative.

Purtroppo in molti paesi conservatori e burocratici come l’Italia “la comunicazione ecologica” che rinuncia ai giudizi troppo rigidi e alla monopolizzazione, viene apertamente squalificata con tesi ideologiche legate alla misurazione del rendimento scolastico, alla necessaria organizzazione standard delle aule e alla gestione produttivista, nozionista e razionalista di stampo economico. Per questo motivo le autorità italiane trascurano di promuovere i corsi di aggiornamento didattici.

Tuttavia Liss sottolinea che gli insegnanti non devono “adottare il metodo per tutte le materie” e che non tutte le lezioni devono “essere strutturate secondo questo sistema”. Comunque in moltissimi casi gli insegnanti temono le critiche alle loro attività e non vogliono essere superati dai loro allievi. E spesso l’indipendenza intellettuale non è gradita nemmeno ai dirigenti e agli imprenditori, che preferiscono perseverare in condotte scorrette, continuando così a far perdere soldi e posti di lavoro alla “loro” azienda pubblica o privata, pur di non ammettere lacune creative o errori manageriali.

Le autorità in genere non considerano che “l’apprendimento attivo può stimolare la gente a elaborare nuove iniziative in campo economico… contribuendo così a una produzione economica più efficace, con livelli più alti di competenza tecnica… Se i lavoratori e i dirigenti trovassero nuove basi di cooperazione, ogni gruppo riceverebbe maggiore rispetto e approvazione dall’altro”.

Jerome Liss è un professionista americano che vive in Italia. Insegna Psicologia in Svizzera e conduce gruppi di formazione di apprendimento attivo per gli insegnanti (www.corpusinfabula.it).

Nota – Opinione di uno studente sulla didattica attiva: “Adesso che so come esprimere le mie idee, so come difendermi dall’opinione degli altri. Adesso penso con la mia testa. Non voglio seguire nessuno come una pecora”. Opinione di un tipico ex studente sull’istruzione passiva: “Cosa posso fare?”. Ero passivo a scuola e sono passivo davanti alla tv. E sono anni che non leggo un libro.