La Rimarcia su Roma

La Rimarcia su Roma

di Maurizio Tiriticco

FORZA NUOVA (cosiddetta, perché le nostalgie richiamano il Vecchio, non il Nuovo) ha annunciato una nuova marcia su Roma per il 28 ottobre p.v. Mi sembra che questi neofascisti di fascismo ne mastichino proprio molto poco. Il fatto è che del fascismo hanno una visione mistica. E non è un caso che nel Ventennio la Mistica fascista fosse addirittura una consolidata corrente di pensiero, che vedeva nel fascismo non solo un partito politico, ma anche una dottrina filosofica e spirituale! Consiglierei ai baldi e fieri Forzanovisti di leggere il mio BALILLA MOSCHETTIERE (si trova sul web), in cui racconto come la mia infanzia e la mia adolescenza siano state funestate da un indottrinamento dal quale poi mi sono fortunatamente risvegliato! E non senza fatica! Due le date importanti del mio “risveglio”, il 25 luglio e l’8 settembre del 1943: una quarantina di giorni in cui il fiero balilla, che più volte aveva giurato secondo questa formula: “Nel nome di Dio e dell’Italia, giuro di eseguire senza discutere gli ordini del Duce e di servire con tutte le mie forze e, se è necessario, col mio sangue la causa della Rivoluzione Fascista”, dovette cominciare a ricredersi!

Questi Forzanovisti conosceranno a memoria i discorsi del Duce, come me, del resto! Infatti a scuola i Suoi Discorsi più significativi dovevamo mandarli a memoria, come le Poesie di Pascoli e di D’Annunzio. Cari Forzanovisti! Vi rifilo l’incipit del discorso che il Duce tenne dallo “storico balcone” la sera del 10 giugno 1943. Buona lettura! E cercate di cogliere l’enfasi con cui Lui sapeva coprire il ridicolo e i drammi che sarebbero seguiti:

“Combattenti di terra, di mare e dell’aria. Camicie nere della rivoluzione e delle legioni. Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania. Ascoltate. Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano. Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edificio, l’ignobile assedio societario di cinquantadue Stati. La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l’Europa; ma tutto fu vano. Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l’eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che la hanno accettate; bastava non respingere la proposta che il Führer fece il 6 ottobre dell’anno scorso, dopo finita la campagna di Polonia.

“Oramai tutto ciò appartiene al passato. Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi e i sacrifici di una guerra, è perché l’onore, gli interessi, l’avvenire fermamente lo impongono, perché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia. Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l’accesso all’Oceano. Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee.

“Ora che i dadi sono gettati e la nostra volontà ha bruciato alle nostre spalle i vascelli, io dichiaro solennemente che l’Italia non intende trascinare altri popoli nel conflitto con essa confinanti per mare o per terra. Svizzera, Jugoslavia, Grecia, Turchia, Egitto prendano atto di queste mie parole e dipende da loro, soltanto da loro, se esse saranno o no rigorosamente confermate. Italiani. In una memorabile adunata, quella di Berlino, io dissi che, secondo le leggi della morale fascista, quando si ha un amico si marcia con lui sino in fondo. Questo abbiamo fatto e faremo con la Germania, col suo popolo, con le sue meravigliose forze armate. In questa vigilia di un evento di una portata secolare, rivolgiamo il nostro pensiero alla Maestà del Re Imperatore che, come sempre, ha interpretato l’anima della Patria. E salutiamo alla voce il Führer, il capo della grande Germania alleata. L’Italia, proletaria e fascista, è per la terza volta in piedi, forte, fiera e compatta come non mai.

“La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola e accende i cuori dalle Alpi all’Oceano Indiano: VINCERE. E VINCEREMO, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all’Italia, all’Europa, al mondo. Popolo italiano. Corri alle armi, e dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore”.

Ho evitato le interruzioni continue di applausi e grida: Duce, Duce, Duce… Tu sei Luce… Sei tutti noi… Guerra, guerra… Vincere e Vinceremo… e via dicendo, anzi, gridando… Ed io, fiero BALILLA MOSCHETTIERE, avevo il cuore in subbuglio…

Tornando ai nostri Forzanovisti! Hanno frequentato le scuole della Repubblica, in cui si insegna una materia che si chiama “Educazione alla Cittadinanza e alla Costituzione”? O che si dovrebbe insegnare, perché non ha né un orario né un voto ed è barattata come Comportamento? Comunque un po’ di Storia patria, almeno fino alla nascita della Repubblica, avrebbero dovuto impararla! Mah!

Comunque, cerchiamo di non farli “rimarciare”! Sarebbe solo ridicolo… oltre che indecente!