Scuola – Ocse

Ocse =
on. Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) a Rainews

“Spendere bene le poche risorse che ci sono,certo ma anche  ragionare sul perchè ce ne sono così poche per la scuola e la  ricerca. Sarebbe utile però per esempio capire perchè nella prossima legge di bilancio  non c’è un’euro in più per gli investimenti a favore dell’università e delle scuola, proprio alla luce dei dati odierni dell’Ocse.

Perchè in questo Paese continuiamo ad avere il tasso più basso a livello Ue della copertura del diritto allo studio, una delle ragioni più serie della difficoltà dei giovani a continuare il percorso di studi? Perchè continuano ad aumentare le facoltà a numero chiuso? Continuiamo ad essere un Paese con la testa all’indietro, incapace di proiettare nel futuro le proprie energie. “
Così Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana dai microfoni di Rainews nel corso della trasmisisone La Bussola, commenta i dati Ocse sull’università italiana.

Scuola – Ocse =

Claudia Pratelli (Sinistra Italiana)

“ I date Ocse di oggi certificano il disastro del nostro Paese misurato in basso numero di laureati e nel sottoimpiego dei giovani più qualificati. Da tempo non è più ammesso stupore, soprattutto da parte di chi ha contribuito a produrre questo disastro. Non è ammessa costernazione da parte di chi perpetua le politiche che ci hanno portato fin qui.
Lo afferma Sinistra Italiana con la responsabile nazionale del settore scuola e università Claudia Pratelli.
“ I tagli violenti all’università che hanno sottratto oltre un miliardo di euro in dieci anni – prosegue la responsabile scuola di SI – il blocco delle assunzioni e assurdi meccanismi premiali sono stati il grimaldello per smantellare il sistema universitario nazionale. E non sono caduti dal cielo. Ne hanno fatto le spese tutti, ma non allo stesso modo. Più di tutti sono stati colpiti i giovani ricercatori, prima sfruttati e poi espulsi dall’università; gli studenti più bisognosi, ancora privi di un sistema di diritto allo studio degno di questo nome; gli atenei del sud: dentro gli algoritmi dei meccanismi di valutazione si è prodotto un drenaggio di risorse dalle aree periferiche a quelle centrali.”
“Intanto – insiste Sinistra Italiana- le politiche del lavoro hanno immesso precarietà nel sistema e indotto il sistema produttivo a competere sui costi. Di politiche industriali e investimenti pubblici nemmeno l’ombra. Puntare il dito contro un’università poco connessa col mondo del lavoro è una follia quando la vera questione è qualificare il sistema produttivo. E’ stato un piano scientifico e perseguito in modo sistematico mentre illustri Ministri della Repubblica, da ultimo l’attuale Ministro del Lavoro additavano i giovani italiani come “choosy” e “fannulloni”, li invitavano ad accontentarsi del primo lavoro purchessia o addirittura dichiaravano che “non ne sentiremo la mancanza se se ne vanno”.
“Per decenza – conclude Pratelli – chi con atti e con parole ha prodotto tutto questo dovrebbe dimettersi, possibilmente dopo aver chiesto scusa al paese e a un paio di generazioni”