“Raccontami il mare che hai dentro”

Redattore Sociale del 15-10-2017

“Raccontami il mare che hai dentro”: una mamma, un figlio e l’autismo

Paola Nicoletti racconta nel suo libro “Il mare che ha dentro” suo figlio, aprendo le porte della loro quotidianità e invitando a “venire a casa nostra, dove non si aggira una cupa nube di tristezza, ma un mare di amore, pur tra mille preoccupazioni. Io parlo sempre, lui mai: siamo una coppia perfetta”.

ROMA. “L’amore per il mare è tipico dell’autismo: l’acqua placa, rasserena, avvolge, attutisce i rumori del mondo. Il mare è quello che vedo dentro mio figlio quando lo inseguo e scruto nei suoi occhi scuri come bottoni neri, quando cerco la sua anima, i suoi pensieri, quando faccio domande che si persone nelle profondità di un oceano così buio da non lasciar vedere il brulichio della vita là nel fondo, una vita in cuci ogni suo pensiero è un pesce d’argento, ogni suo dovere un corallo rosso e il suo amore è acqua limpida e pura”: così Paola Nicoletti racconta e descrive l’autismo di suo figlio, nel libro “Raccontami il mare che hai dentro”, edito da Pendagron e da oggi in libreria. Vincendo l’inevitabile imbarazzo, mette e nudo la propria quotidianità, aprendo al lettore le porte della sua casa e delle sue giornate, spesso complicate, senza mai autocommiserarsi, ma condendo ogni fatica con una buona dose di ironia. Paola Niocoletti, d’altra parte, è abituata a mostrarsi al pubblico: da qualche anno si cimenta con palcoscenico e sipario, portando in teatro le sue commedie “L’incanto di Natale” e “Suocera contro”.

Ora, affida alle pagine di questo libro cioè che più le sta a cuore, ma che sceglie di condividere per essere d’aiuto a chi vive la sua stessa condizione: quella di mamma con un figlio “complicato”. “Ho scelto di raccontarmi in prima persona – ci spiega – come se parlassi ad un’amica e cercassi di farla entrare nel mio mondo, senza veli né remore, svelando le mie paure più nascoste, i miei pensieri più intimi. Racconto il nostro percorso di madre e figlio, di famiglia. Potrebbe apparire una storia triste – continua – ma non lo è, come ritengo non lo sia la nostra vita: è una vita diversa, ma non manca certo di gioia, di momenti piacevoli e di una sana ironia. La nostra vita ci mette ogni giorno alla prova – ammette Nicoletti – ma quale vita non lo fa? Le nostre prove forse sono un po’ più strambe, ma non siamo zombie persi nel mondo. Qualcuno ha scritto ‘se vi abbraccio non abbiate paura’ – dice ancora Paola Nicoletti, citando il titolo del romanzo di Fulvio Ervas – e io dico: venite nelle nostre case. A parte un gran casino, non fanno paura, non ci si aggira una cupa nube di tristezza. Certo non è una passeggiata e il racconto lo testimonia in modo approfondito, perché desidero che il mondo sappia e smetta di ritrarsi impaurito. Io e mio figlio, poi, siamo una coppia perfetta: io parlo sempre, lui mai, si chiude le orecchie perché non ne può più credo. Ma andiamo avanti, tra mille preoccupazioni e un mare d’amore”. (cl)