Potenziamento dell’istruzione 0-6 anni

  • Intesa CU 2 novembre 2017, n. 133
    Adozione del “Piano di azione nazionale pluriennale” per la promozione del Sistema integrato dei servizi di educazione e istruzione per le bambine e i bambini dalla nascita sino a sei anni

Fondo 0/6, riparto frutto di un accordo con Regioni ed Enti Locali in Conferenza Unificata
Fedeli: “Al centro i diritti delle bambine e dei bambini di tutto il Paese”

(Mercoledì, 08 novembre 2017) Il Fondo da 209 milioni di euro destinati al nuovo sistema integrato di istruzione da 0 a 6 anni previsto, per la prima volta, con la legge di riforma 107 del 2015, la cosiddetta Buona Scuola, è un fondo del tutto nuovo, il cui riparto è frutto di un accordo raggiunto la scorsa settimana in Conferenza Unificata, dove siedono i rappresentanti di Regioni ed Enti locali.

Per l’anno 2017, il Fondo è ripartito tra le Regioni:
– per il 40% in proporzione alla popolazione di età 0-6 anni, in base ai dati Istat;
– per il 50% in proporzione alla percentuale di iscritti ai servizi educativi al 31 dicembre 2015;
– per il 10% in proporzione alla popolazione di età 3-6 anni, non iscritta alla scuola dell’infanzia statale, in modo da garantire un accesso maggiore.

Fonti di stampa e politiche hanno lamentato difformità tra le prime tabelle inviate agli Enti locali e la tabella definitiva approvata il 2 novembre. Nessun errore o volontà di penalizzare un’area del Paese a discapito di un’altra. La procedura è la seguente: il decreto legislativo prevede che il riparto sia approvato previa intesa in sede di Conferenza Unificata, cioè d’accordo con le Regioni e gli Enti Locali stessi. All’intesa si giunge mediante lo scambio di ipotesi via via più raffinate. Quella del 2 ottobre era la prima ipotesi di lavoro preparata dal Ministero ancora prima che fosse avviato il confronto con le Regioni e i Comuni. Un’ipotesi che è stata successivamente modificata più volte su richiesta di questi ultimi, giungendo così al testo approvato. L’accordo raggiunto e la tabella definitiva che ne è scaturita nascono, quindi, dal confronto con le Regioni e gli Enti locali tutti, del Nord e del Sud.

Per quanto riguarda i criteri di riparto, le voci utilizzate sono quelle previste dall’articolo 12, comma 4, del decreto legislativo 65 del 2017 che ha introdotto il nuovo sistema integrato 0-6 anni. Si è tenuto conto di “numero di iscritti”, “popolazione tra zero e sei anni”, con priorità per i Comuni “privi o carenti di scuole dell’infanzia statali”.

I criteri attuati sono dunque quelli previsti dalla legge che è frutto di un ampio confronto parlamentare e che prevede anche l’accordo con le Regioni e i Comuni di tutto il Paese. Il Governo sta proseguendo l’azione di investimento nella scuola, nella convinzione che tutte le bambine e tutti i bambini abbiano diritto a un maggiore accesso ai servizi 0-6 anni. Al Nord come al Sud.

“Il Sud è al centro dell’agenda politica di questo Governo – dichiara la Ministra Valeria Fedeli – così come i diritti di ogni bambina e di ogni bambino. Il Fondo è stato ripartito dopo un intenso confronto e d’accordo con le Regioni e con gli Enti Locali. Nell’interesse delle piccole e dei piccoli di tutto il Paese. Attenzione a strumentalizzare misure che stanno costruendo nuovi scenari educativi a beneficio delle nuove generazioni”.

I 209 milioni per il sistema 0-6 anni costituiscono un primo riparto: il Fondo, a regime, ammonterà a 239 milioni. Sarà la stessa Conferenza Unificata, tenendo conto dei parametri di legge, a lavorare ad un diverso bilanciamento, nel caso in cui lo ritenesse opportuno. Tenendo sempre conto dei dati demografici che, in questo momento storico, vedono una maggiore presenza di bambine e bambini al Nord. A queste risorse vanno aggiunti, poi, i 150 milioni Inail già distribuiti per i Poli per l’infanzia: al Sud sono andati altri 49 milioni per la costruzione di nuove strutture.


È stata raggiunta il 2 novembre in Conferenza Unificata l’intesa per la presentazione del Piano pluriennale di azione nazionale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per le bambine e per i bambini in età compresa dalla nascita sino ai 6 anni. Per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca era presente il Sottosegretario Vito De Filippo.

Il piano rappresenta una delle principali novità della legge 107 del 2015 (Buona Scuola) che, per la prima volta, ha sancito la nascita di un sistema integrato di istruzione per la fascia 0-6 anni, stanziando risorse specifiche per il potenziamento dei servizi offerti alle famiglie e l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori.
Il Piano prevede l’assegnazione alle Regioni di 209 milioni di euro che vengono erogati dal Miur direttamente ai Comuni beneficiari, in forma singola o associata.

Il Piano, di durata triennale, finanzierà interventi in materia di edilizia scolastica, sia con nuove costruzioni che con azioni di ristrutturazione, restauro, riqualificazione, messa in sicurezza e risparmio energetico di stabili di proprietà delle amministrazioni locali. Le risorse sosterranno anche parte delle spese di gestione per l’istruzione 0-6 anni, con lo scopo di incrementare i servizi offerti alle famiglie nonché di ridurre i costi che devono sostenere.

Per l’anno 2017, il Fondo è ripartito tra le Regioni:

  • per il 40% in proporzione alla popolazione di età 0-6 anni, in base ai dati Istat;
  • per il 50% in proporzione alla percentuale di iscritti ai servizi educativi al 31 dicembre 2015;
  • per il 10% in proporzione alla popolazione di età 3-6 anni, non iscritta alla scuola dell’infanzia statale, in modo da garantire un accesso maggiore.

“Con questo Piano – dichiara la Ministra Valeria Fedeli – stiamo garantendo alle bambine e ai bambini pari opportunità di educazione, istruzione, cura, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche e culturali. Grazie alla legge 107 i servizi per l’infanzia escono dalla dimensione assistenziale ed entrano a pieno titolo nella sfera educativa. L’obiettivo è lavorare in sinergia con tutte le istituzioni coinvolte per offrire alle famiglie strutture e servizi ispirati a standard uniformi su tutto il territorio nazionale. L’assegnazione dei 209 milioni è un atto importante al quale dobbiamo fare seguire il nostro impegno condiviso per accelerare la realizzazione del sistema integrato. Fare crescere bene i più piccoli, fornire loro un’educazione e un’istruzione di qualità è una sfida che come Paese abbiamo deciso di fronteggiare aderendo all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile”.

“Con il via libera di oggi in Conferenza Unificata, il Piano di azione nazionale di attuazione del sistema integrato 0-6 anni viene inviato al Consiglio dei Ministri e potrà poi partire concretamente a beneficio delle nuove generazioni e delle famiglie. Il Piano – aggiunge il Sottosegretario Vito De Filippo – coinvolgerà attivamente tutti gli attori in campo. La sinergia è decisiva per portare a segno le nostre politiche educative. Il risultato di oggi ci dice che siamo sulla buona strada e che stiamo costruendo insieme, ciascuno per la propria parte, percorsi di crescita eguale su tutto il territorio, a partire dall’infanzia”.

Il decreto attuativo della legge 107 approvato ad aprile prevede, inoltre, la costituzione di Poli per l’infanzia per bambine e bambini di età fino a 6 anni, anche aggregati a scuole primarie e istituti comprensivi, che serviranno a potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo e scolastico: il decreto di riparto dei 150 milioni di euro di risorse Inail per il triennio 2018-2020, che le Regioni potranno utilizzare per la realizzazione di Poli per l’infanzia, è stato firmato a luglio scorso. Viene prevista la qualifica universitaria come titolo di accesso per il personale, anche per i servizi da 0 a 3 anni, nell’ottica di garantire una sempre maggiore qualità del sistema. Per la prima volta sarà istituita una soglia massima per la contribuzione da parte delle famiglie. È prevista una specifica governance del Sistema integrato di educazione e di istruzione. Al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca spetterà un ruolo di coordinamento, indirizzo e promozione, in sintonia con le Regioni e gli Enti locali, sulla base del Piano di Azione Nazionale che sarà adottato dal Governo.