Piano Nazionale Anticorruzione Università

Giovedì 21 dicembre, alle ore 11.30 presso il Salone dei Ministri del Miur, in viale Trastevere 76/a, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone presenteranno le novità contenute nell’Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione, approvato dall’Anac il 22 novembre scorso.


Università, Fedeli e Cantone hanno presentato
Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione

(Roma, 21 dicembre 2017) Oggi, presso il Salone dei Ministri del Miur, la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, hanno presentato le novità contenute nell’Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione, approvato dall’Anac il 22 novembre scorso. Erano presenti anche Marco Mancini, Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca del Miur, e Francesco Merloni, Consigliere Anac.

“Nel Piano appena varato, per la prima volta nella storia, – ha dichiarato la Ministra Fedeli – è presente una corposa sezione dedicata agli Atenei. Si tratta di una scelta precisa che si aggiunge a quelle del rilancio e dell’innovazione del nostro sistema universitario e della ricerca portate avanti negli ultimi mesi. Quello che abbiamo presentato oggi è un ulteriore tassello, quello etico. Il tassello che riguarda la trasparenza e l’assunzione di responsabilità nei procedimenti amministrativi. È un punto fondamentale su cui abbiamo lavorato coinvolgendo tutti i soggetti interessati, nel rispetto dell’autonomia degli Atenei. Proprio considerando la delicatezza delle funzioni di vigilanza da parte del Ministero nei confronti delle autonomie universitarie e, al tempo stesso, ben consapevole della necessità di dare immediato riscontro alle raccomandazioni dell’Anac, già diverso tempo fa ho annunciato la mia precisa intenzione di trasferire i contenuti dell’Aggiornamento del PNA in quello che, tecnicamente, si definisce un ‘Atto d’indirizzo’ rivolto alle Università. I tecnici del Ministero sono già al lavoro in queste settimane. Intendo emanarlo prima possibile. Siamo di fronte a un fatto storico”.

“Il Piano di prevenzione della corruzione – ha affermato il Presidente Cantone – non nasce dall’idea di bloccare la corruzione dal punto di vista penale: serve a garantire una regolarità nello svolgimento dell’amministrazione attiva dell’Università per evitare che si verifichi qualunque tipologia di situazioni patologiche. Situazioni patologiche che non necessariamente arrivano a essere corruzione. E ovviamente è stato elaborato tenendo conto delle novità legislative e delle realtà legislative esistenti. Il Piano fornisce delle indicazioni che sono rimesse alla discrezionalità dell’amministrazione. Le misure sono raccomandazioni, perché nessuno vuole mettere in discussione il principio dell’autonomia e della libertà universitaria che, oltre ad essere un valore costituzionale, riteniamo sia un valore culturale fondamentale nella democrazia. Nell’ambito della discrezionalità amministrativa ci possono essere, però, dei suggerimenti che possono essere adottati: quelli presentati oggi sono stati individuati a seguito di un lunghissimo confronto portato avanti dal tavolo di lavoro deputato alla preparazione del Piano. Piano che poi è stato oggetto di un’ampia consultazione. Ci auguriamo che questo possa essere uno strumento utile per aprire un dibattito che provi a dare degli input positivi agli Atenei. L’idea è quella di valorizzare la parte migliore dell’Università, consentendo, attraverso specifiche misure, di intervenire su quegli snodi di criticità che purtroppo in alcuni casi si sono manifestati”.

L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), con la delibera n. 1208 del 22 novembre 2017, ha approvato l’Aggiornamento 2017 al Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), contenente una sezione apposita dedicata alle “Istituzioni Universitarie”. Ricerca, didattica, governance, reclutamento, valutazione, terza missione: ognuna di queste sezioni del documento contiene raccomandazioni specifiche. Queste presuppongono, a loro volta, tre tipi fondamentali d’intervento: legislativo, amministrativo rimesso agli Atenei e amministrativo/ordinamentale rimesso al MIUR.

Le misure, sia pure suggerite e non imposte, nascono dall’analisi dei rischi di corruzione ricorrenti nelle amministrazioni considerate. Il PNA è infatti considerato anche dal legislatore come uno strumento di indirizzo e di sostegno alle amministrazioni: rimane a quest’ultime la piena responsabilità di individuare e declinare queste ed altre misure nel modo più adatto allo specifico contesto organizzativo, per prevenire i rischi corruttivi.