Educazione permanente per un nuovo Umanesimo

L’imprescindibile importanza dell’educazione permanente per un nuovo Umanesimo

di Mariacristina Grazioli

Le direttrici culturali dell’educazione permanete vanno continuamente riscoperte, anche dando effetto a letture che sanno coniugare le visoni del futuro per riallocando nelle tradizioni della letteratura scientifica passata. Ecco perché la sintesi dei pensieri contenuti ne “Il nuovo Umanesimo” riattivano il pensiero ancora prolifico di Jaques Delors de “ Nell’educazione un tesoro”, grande metafora della comunità che educa.

Qui in estrema sintesi alcuni passi di interesse, ma il rimando è quello di riservarsi un prezioso tempo per una serena lettura – o rilettura- nella convinzione che l’azione che quotidianamente come operatori di settore implementiamo nel contesto professionale ne possa uscire nutrita, corroborata e riqualificata.

Negli anni ’90 Delors tracciava un’ architettura educativa basata su quattro pilastri: la conoscenza, il saper fare, il sapere essere, e la competenza democratica. In particolare teorizzava quattro azioni tra cui: a) imparare a conoscere ( la creazione di un ponte per l’educazione permanente che genera cultura vasta e lo studio significativo delle materie di cui si compone il sapere); b) imparare a fare (passaggio dal concetto di abilità a quello di competenze e la possibilità di alternare scuola e lavoro per creare un sapere significativo); c) imparare ad essere ( richiamo delle raccomandazioni contenute nel Rapporto Faure Unesco del 1972); d)imparare a vivere insieme ( sviluppare la conoscenza di popoli, di storie, di tradizioni per creare una nuova mentalità finalizzata alla  realizzazione di progetti comuni con composizione dei conflitti pacifica ed intelligente). (2)

Da lì in poi le varie raccomandazioni internazionali hanno tracciato sentieri chiari, lungo i quali il percorso dell’educazione permanete è diventato sempre più visibile e strutturato. Ma oggi, nella complessità del post moderno e con l’ urgenza incessante del sapere contemporaneo è opportuno ridescrivere questa architettura, riconsegnando all’Uomo un posto di primo piano. “ Non è un caso che oggi si parli di un nuovo Umanesimo: perché l ‘Umanesimo ridiventa attuale ogni volta che si riapre l’interrogazione sulla condizione dell’Uomo” . E ancora “ si è sempre interrogato, secondo una pluralità di punti di vista in maniera profonda sulla condizione umana, sul destino dell’uomo; ed è tornato attuale ogni volta che si è riaperto, in modo drammatico questo problema(…).Crisi e renovatio, si è detto e conviene ribadire: l’originalità , la forza ed anche l’attualità dei più grandi pensatori del Rinascimento sta nell’intrecciare questi due momenti: una considerazione della realtà per quello che essa è, con uno sguardo freddo, addirittura sarcastico; la capacità di non cedere all’esistente, proponendo nuove prospettive politiche, religiose artistiche, salendo senza timore anche nella dimensione dell’utopia, del mito , perfino del sogno”. (2)

L’educazione permanente non può non interrogarsi, oggi, sul valore dell’Uomo come sintesi degli elementi di persona  e storia. E’ con la riscoperta della dimensione esperienziale biografica e con la ricollocazione intellettuale del sapere, saper fare e del sapere essere nella dimensione dell’educazione per la vita e lungo la vita, che  si riscopre la linfa nuova delle azioni del life long learning. La praxis dell’Umanesimo si congiunge metaforicamente alla quarta colonna di Delors: la composizione dei conflitti attraverso la reale capacità di costruire un sistema di convivenza significativa. Un Homo faber fortunae suae.

“La nozione di istruzione e formazione permanente non rappresenta più semplicemente un aspetto della formazione generale e professionale, ma deve diventare il principio informatore dell’offerta e della domanda in qualsivoglia contesto dell’apprendimento (…)Perché un simile dibattito è tanto urgente, perché la messa in pratica dell’istruzione e della formazione permanente rappresenta una priorità massima per l’Unione europea? Due sono le ragioni, di pari importanza: in Europa è in atto una rapida evoluzione verso una società ed un’economia basate sulla conoscenza. Oggi più che mai, l’accesso ad informazioni e conoscenze aggiornate, nonché la volontà e la capacità di sfruttare tali risorse in maniera intelligente a fini personali o nell’interesse della collettività, costituiscono fattori cruciali per rafforzare la competitività dell’Europa e migliorare le capacità d’inserimento professionali” (3).

Sono passati quasi vent’anni dall’urgenza rappresentata dal Memorandum e l’educazione permanente – a  garanzia della promozione di una cittadinanza attiva e dell’occupabilità – ancora oggi cerca di attivare le risorse culturali utili alla società delle conoscenza, in cui sono gli stessi individui a fare da protagonisti. “Ciò che conta maggiormente è la capacità umana di creare e usare le conoscenze in maniera efficace ed intelligente, su basi in costante evoluzione. Per sfruttare al meglio tale capacità le persone devono essere disposte a gestire il proprio destino e capaci di farlo – in breve, diventare cittadini attivi. L’istruzione e formazione lungo tutto l’arco della vita rappresentano il modo migliore per affrontare la sfida del cambiamento” (3).

(1) Jacques Delors Nell’educazione un tesoro Traduttore: E. Coccia Editore: Armando Editore Collana: I libri dell’Unesco Edizione: 3 Anno edizione: 1997 Pagine: 256 p.  EAN: 9788871446721

(2) Michele Ciliberto Il nuovo Umanesimo 2017, Anticorpi Laterza

(3) COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE Memorandum sull’istruzione e la formazione permanente, Bruxelles, 30.10.2000 SEC(2000) 1832, p. 8