Diplomati magistrali

print

Scuola, in dl dignità primo intervento sui diplomati magistrali

Il 2 luglio 2018, via libera in Consiglio dei Ministri, nel decreto legge dignità, al primo intervento sui diplomati magistrali.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dovrà procedere con l’esecuzione delle sentenze di merito, che presumibilmente arriveranno fra luglio e agosto. Con il decreto approvato ieri, viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all’esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo.

Tale intervento sarà utile per consentire l’ordinato avvio del nuovo anno scolastico.

In sede di conversione del decreto in Parlamento, sarà poi completato il quadro normativo disciplinando procedure di reclutamento, nel rispetto della legislazione vigente.


Il 3 maggio si svolge una prima riunione tecnica di approfondimento con le Organizzazioni sindacali.


Diplomati magistrali, Fedeli: “Sospendere sciopero, lavorare per soluzione in Parlamento”

(Domenica, 29 aprile 2018) “Chiedo alle e ai docenti diplomati magistrali che stanno manifestando in questi giorni di sospendere lo sciopero della fame, perché si fanno un danno personale e anche fisico e io questo non lo voglio. Abbiamo detto loro e alla sigla sindacale che li sostiene, e che è venuta al confronto organizzato in questi giorni dal Ministero dell’Istruzione, di rivolgersi ai capigruppo dei partiti presenti in Parlamento e ai rappresentanti che sono nella commissione speciale di Camera e Senato. Commissione che sta affrontando i temi urgenti e non rinviabili”, così la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli si appella ai diplomati magistrali.

Il Ministero, assicura, “darà tutto il supporto tecnico per determinare scelte che vanno, a mio avviso, fatte rapidamente. E che vanno effettuate, però, in sede parlamentare. Con soluzioni di lungo periodo, strutturali, nell’ottica di quella qualità dell’insegnamento e di quel diritto alla continuità didattica che dobbiamo garantire alle nostre studentesse e ai nostri studenti. Servono soluzioni durature che guardino alla qualità del sistema e che possano contemperare le aspettative di chi è coinvolto nei ricorsi, senza dimenticare i diritti di coloro che si sono laureati in scienze della formazione primaria, che sono controinteressati dalle sentenze e che sono purtroppo rimasti fuori dal dibattito che si sta sviluppando attorno a questa vicenda”.

Prosegue Fedeli: “Va scelto il metodo del confronto, della condivisione, per mettere in campo soluzioni che si possano poi realmente attuare, evitando nuovi futuri contraccolpi e contenziosi. Questa vicenda, ripeto, va risolta in Parlamento, perché è il Parlamento che può modificare norme precedenti. Se il Parlamento non interviene, la soluzione non c’è. Voglio poi ricordare – prosegue la Ministra – che il Ministero, in questi mesi, ha agito con serietà, con rispetto e con celerità. Subito dopo la sentenza del Consiglio di Stato, abbiamo chiesto un parere all’Avvocatura che consentisse successive interpretazioni uniformi nelle sentenze di merito dei giudici. Lo scorso 20 aprile, dopo aver ricevuto il parere dell’Avvocatura, sono stati ricevuti i sindacati di categoria e, nei giorni a seguire, le associazioni degli interessati e dei controinteressati. Abbiamo cominciato ad analizzare possibili proposte eque e giuste nei confronti di tutti gli interessati. Il 3 maggio ci sarà un ulteriore approfondimento tecnico. Il Miur è a disposizione delle forze politiche per il necessario lavoro istruttorio. Ricordo che parliamo, infatti, di una questione aperta dal 2000, una storia molto complessa che però va risolta. E al Ministero vogliamo risolverla e per questo ce ne siamo occupati e ce ne occuperemo. Supportando il Parlamento”.

Chiude Fedeli: “Chiedo perciò uno stop dello sciopero della fame e un lavoro di tutte e tutti per dare una svolta a questa vicenda che metta al centro le ragazze e i ragazzi e la scuola che vogliamo per loro. Noi siamo già al lavoro”.


Si è svolto il 20 aprile al MIUR un incontro con le Organizzazioni sindacali rappresentative riguardo alla questione dei diplomati magistrali, a seguito del sopraggiunto parere dell’Avvocatura dello Stato chiesto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca in merito alla sentenza n. 11 del 2017 pubblicata il 20 dicembre scorso dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria. Per la parte politica era presente il Sottosegretario Vito De Filippo.

La richiesta di parere all’Avvocatura si era resa necessaria vista l’eterogeneità delle situazioni che si sono venute a determinare a seguito della sentenza di dicembre e la complessità giuridica di molte di queste. Anche sulla base del sopraggiunto parere dell’Avvocatura, il MIUR ha ribadito che restano fermi i diritti acquisiti di coloro che sono risultati destinatari di una sentenza già passata in giudicato. In tutti gli altri casi la decisione di dicembre non ha comunque effetti immediati. Occorrerà infatti attendere le sentenze di merito che, con ogni probabilità, si uniformeranno alla decisione del Consiglio di Stato.

In vista delle prossime sentenze e della necessità di garantire un ordinato avvio del prossimo anno scolastico, le Organizzazioni sindacali hanno espresso l’esigenza di un urgente intervento in sede parlamentare. Un’iniziativa legislativa tesa a salvaguardare, innanzitutto, il diritto delle studentesse e degli studenti alla continuità didattica e a un insegnamento di qualità e che possa contemperare le attese dei diplomati magistrali coinvolti dalle sentenze con quelle dei laureati in Scienze della formazione primaria.

Il MIUR si è dichiarato favorevole a una soluzione di tipo legislativo in sede parlamentare, nel rispetto dei diritti di tutte e tutti, a partire da quelli delle studentesse e degli studenti, e si è messo a disposizione per il supporto tecnico-amministrativo necessario. In questo senso è già stata programmata una prima riunione tecnica di approfondimento con le Organizzazioni sindacali che si terrà il prossimo 3 maggio.

Nel frattempo, già da lunedì, proseguirà il confronto con i gruppi e le organizzazioni che nei mesi passati erano stati ricevuti dal MIUR a seguito della sentenza di dicembre.


Le OO.SS. sono riconvocate al MIUR per martedì 16 gennaio 2018, alle ore 10.

Il 4 gennaio 2018 si è svolto al Miur un incontro con le Organizzazioni sindacali in merito alla questione dei diplomati magistrali, a seguito alla sentenza n. 11 del 2017 pubblicata il 20 dicembre scorso dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria.


Diplomati magistrali, ulteriori chiarimenti: nessun effetto immediato, chiesto parere ad Avvocatura

A fronte delle numerose richieste di chiarimento che stanno giungendo al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sulla questione dei diplomati magistrali, si precisa che, come spiegato anche nel verbale dell’incontro che si è svolto con le Organizzazioni sindacali, la decisione assunta in Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n. 11/2017 non ha effetti immediati su tutte le situazioni giuridiche soggettive dei diplomati magistrali o dei controinteressati. La decisione ha bensì la funzione di assicurare che i giudici amministrativi interpretino in maniera uniforme la normativa, in occasione delle future sentenze e tenuto conto che in passato vi erano stati diversi orientamenti giurisprudenziali.

In attesa dei nuovi giudizi di merito, che si uniformeranno necessariamente alla decisione dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, il Ministero, per poter ottemperare correttamente alla sentenza, ha innanzitutto analizzato tutte le situazioni giuridiche e di fatto esistenti e consolidate. Con particolare riferimento alla concreta gestione delle graduatorie e dei rapporti di lavoro che nel frattempo si sono instaurati con le e i docenti già inseriti (seppure con riserva) nelle GAE (Graduatorie ad esaurimento). Inoltre, per poter agire al meglio, nel rispetto di quanto stabilito dal Consiglio di Stato, il MIUR, come specificato ieri ai Sindacati e come riportato nel verbale dell’incontro, ha chiesto immediatamente, già il 22 dicembre scorso (la sentenza è stata pubblicata il 20) un parere all’Avvocatura Generale dello Stato sulle corrette modalità di esecuzione della sentenza, considerate le diverse fattispecie in campo e con l’obiettivo di garantire l’uniformità di attuazione sul territorio nazionale e, nel frattempo, anche la continuità didattica a tutela di studentesse e studenti.

Il MIUR precisa, inoltre, che la sentenza n. 11 del 2017 del Consiglio di Stato riguarda i diplomati magistrali che hanno conseguito il titolo entro il 2001/2002, che non risultavano inseriti nelle Graduatorie permanenti all’atto della loro trasformazione in Graduatorie ad esaurimento nel 2007 e che recentemente hanno proposto ricorsi per ottenere comunque l’inserimento nelle citate GAE. Il Consiglio di Stato ha deciso, con la sentenza pubblicata il 20 dicembre, che tale richiesta tardiva di inserimento nelle GAE non ha fondamento giuridico. La sentenza non ha invece alcun impatto, né immediato né futuro, sui diplomati magistrali, già di ruolo o ancora oggi iscritti nelle GAE, che risultavano già iscritti nelle Graduatorie permanenti nel momento in cui la legge n. 296 del 2006 le ha trasformate in Graduatorie ad esaurimento. Questi ultimi, infatti, per essere inclusi nelle GAE, avevano dovuto conseguire o l’idoneità in un concorso pubblico per titoli ed esami o frequentare e superare un corso straordinario organizzato dal MIUR finalizzato al conseguimento dell’idoneità per la scuola elementare o dell’abilitazione per la scuola materna, corso destinato esclusivamente a coloro che erano in possesso del diploma magistrale o di scuola magistrale e di determinati requisiti di servizio.


VERBALE INCONTRO 4 GENNAIO 2018

Il giorno 4 gennaio 2018, presso il MIUR, il Sottosegretario Vito De Filippo, il Capo di Gabinetto, il Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione e il Direttore generale per il personale scolastico hanno incontrato i segretari generali delle Organizzazioni Sindacali rappresentative per il comparto Istruzione e Ricerca, presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, in merito alla sentenza n. 11 del 2017 resa dal Consiglio di Stato in Adunanza Plenaria.

La sentenza riguarda l’utilità del titolo di diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 ai fini dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, successivamente alla loro costituzione a partire dalle ex graduatorie permanenti.

La legge n. 341 del 1990 (articolo 3, comma 2) ha previsto per la prima volta che il diploma di laurea costituisse titolo necessario per l’accesso ai concorsi nella scuola dell’infanzia e primaria, e quindi anche per l’inserimento nelle graduatorie prima permanenti, poi ad esaurimento, che danno accesso al ruolo. Precedentemente, il titolo previsto per la partecipazione ai concorsi era invece quello di diploma magistrale.

I predetti corsi di laurea furono però attivati solo a partire dall’anno accademico 1999/2000. Perciò, con il decreto interministeriale 10 marzo 1997 fu previsto un regime transitorio, che conservò ai diplomi magistrali conseguiti entro l’a.s. 2001/2002 il valore di titolo idoneo a consentire la partecipazione alle sessioni riservate di abilitazione all’insegnamento finalizzate alla inclusione nelle graduatorie permanenti o ai concorsi per titoli ed esami a posti di insegnamento.

Negli anni si è instaurato un corposo contenzioso dinanzi soprattutto ai giudici amministrativi, col quale numerosi diplomati magistrali (con titolo conseguito entro il 2001/2002) non iscritti nelle ex graduatorie permanenti, hanno vantato l’ulteriore utilità del loro titolo di studio anche al fine dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.

A seguito della sentenza in adunanza plenaria del Consiglio di Stato n. 11 del 2017, tali richieste sono state dichiarate infondate giuridicamente. Al riguardo, si sottolinea che la decisione assunta in adunanza plenaria del Consiglio di Stato ha la funzione di assicurare che i giudici amministrativi interpretino in maniera uniforme la normativa, in occasione delle future sentenze, tenuto conto che in passato vi erano stati diversi orientamenti giurisprudenziali.

Il Sottosegretario De Filippo, richiamata brevemente la predetta complessa situazione giuridica risalente a numerosi anni addietro, informa le Organizzazioni Sindacali che la presenza di diritti e interessi contrapposti, tra i diplomati magistrali e gli altri abilitati all’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria, impone la massima attenzione nella doverosa esecuzione della sentenza e delle successive sentenze di merito da parte dell’autorità amministrativa. In attesa dei nuovi giudizi di merito, il Ministero, al fine di poter ottemperare correttamente alla predetta decisione, ha analizzato tutte le diverse situazioni giuridiche e di fatto esistenti e/o consolidate, con particolare riferimento alla concreta gestione delle graduatorie e dei rapporti di lavoro nelle more instauratisi con i soggetti già inseriti (seppure con riserva) nelle GAE.

Proprio per questo, l’Amministrazione il 22 dicembre 2017 ha tempestivamente coinvolto l’Avvocatura Generale dello Stato, chiedendo un parere sui tempi e sulla corretta modalità di esecuzione della suddetta decisione considerate le diverse fattispecie ed al fine di garantire l’uniformità di attuazione sul territorio nazionale.

Il Direttore generale per il personale scolastico ha, quindi, fornito i dati principali in merito al numero di soggetti coinvolti. I diplomati magistrali iscritti nelle GAE a seguito dei contenziosi di cui trattasi sono più di 43.000, mentre sono più di 6.000 quelli che sono stati assunti in ruolo, pur se con riserva non essendo destinatari di sentenze passate in giudicato. Questi ultimi sono concentrati per lo più nelle regioni del Nord.

Le OO.SS., prendendo atto della posizione dell’Amministrazione, hanno rappresentato l’esigenza di una soluzione complessiva della questione.

Al termine del confronto le Parti hanno convenuto di riconvocare il tavolo politico non appena intervenuto il parere dell’Avvocatura dello Stato, tenuto conto della esigenza condivisa di una ordinata conclusione dell’anno scolastico in corso e convenendo tra l’altro sulla necessità di una riflessione generale sul meccanismo di reclutamento da utilizzare per la scuola dell’infanzia e primaria, anche alla luce delle soluzioni già adottate dal Governo per la scuola secondaria.

Nelle more di tale riconvocazione, le Parti si impegnano a monitorare congiuntamente e costantemente, in un apposito tavolo tecnico, l’evolversi della situazione.