Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica
– Ufficio VII –
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma
della Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico
per la Provincia Autonoma di Trento
Al Sovrintendente Scolastico
per la Provincia Autonoma di Bolzano
All’Intendente Scolastico per le scuole
delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per le scuole in lingua tedesca
di Bolzano
Oggetto: Certamen Hodiernae Latinitatis
Il Liceo Scientifico “N. Palmeri” di Termini Imerese indice il Certamen Hodiernae Latinitatis.
La competizione prevede due sezioni: “CHL Maius” per gli studenti del triennio degli Istituti di Istruzione Secondaria Superiore; e il “CHL Minus” per gli alunni delle classi terze delle Scuole Secondarie di I grado che hanno attivato nel POF corsi propedeutici di Latino.
I Dirigenti Scolastici delle scuole partecipanti avranno cura di trasmettere al Liceo Scientifico “N. Palmeri” di Termini Imerese le domande di partecipazione degli studenti del proprio istituto entro i termini previsti dal Regolamento.
Si allegano il regolamento e le domande di partecipazione.
Il Certamen Hodiernae Latinitatis – Sezione Certamen Maius – fa parte delle iniziative riconosciute nel programma nazionale di promozione delle eccellenze riguardanti gli studenti delle scuole secondarie superiori per l’a. s. 2010/2011 (D. M. 27 luglio 2010) www.istruzione.it/web/istruzione/cm77_10.
La Sezione Certamen Maius si svolgerà presso i locali del Liceo Scientifico “N. Palmeri” di Termini Imerese l’8 maggio 2011 ed avrà la durata di sei ore, con inizio alle ore 9.00.
Il Dirigente
F.to Edvige Mastantuono
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CHL
Certamen Hodiernae Latinitatis
(inserito dal M.I.U.R tra le iniziative nazionali per la
promozione delle eccellenze con D.M 27.07.2010 )
Lectio transit in mores
(Erasmus Roterodamus)
Bando della seconda edizione
L’Istituto di Istruzione Superiore “N. Palmeri” di Termini Imerese, in rete con l’Istituto I. Florio di
Palermo e con l’Istituto G. Mazzini di Messina, con il patrocinio del CLE (Centrum Latinitatis
Europae), del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dell’ Ufficio Scolastico
Regionale per la Sicilia, dell’Assessorato alla Cultura ed all’Istruzione della Città di Termini Imerese, ,
dell’Assessorato alle Politiche dell’Istruzione e l’Assessorato ai Diritti Umani della Provincia
Regionale di Palermo e con la collaborazione scientifica di docenti delle Università degli Studi di
Palermo, di Catania e di Messina, e della Libera Università Kore di Enna,
indice il
Certamen Hodiernae Latinitatis
(certamen@liceopalmeri.it)
Regolamento
Art. 1 – Scopo del Certamen
Il CHL, pur presupponendo le indispensabili competenze grammaticali e semantiche che consentono
la giusta comprensione dei Testi, richiede ai partecipanti l’elaborazione di un saggio breve sul
contributo che la conoscenza della Latinità può offrire alla costruzione di un nuovo Umanesimo,
capace di affrontare responsabilmente le sfide del mondo contemporaneo.
Il tempo intercorso tra noi e gli Antichi non esclude infatti la possibilità di trarre valide indicazioni ‐di
merito e di metodo‐ dalle interpretazioni che il Mondo Latino elaborò, in continuità e simbiosi con la
cultura Greca, sui grandi temi della Scienza, dell’Antropologia, del Diritto e dell’Etica.
Su questi filoni di pensiero, la lezione degli Autori Latini risulta ancora oggi di grande spessore e
suggestione, soprattutto se ci si propone di ri‐conoscere il magistero degli Autori classici sottraendosi
all’ enfasi e ai travisamenti che ne hanno distorto nel tempo il significato e la portata.
Il Certamen Hodiernae Latinitatis vuole essere un invito agli studenti a guardare al passato alla luce dei
problemi e delle difficoltà del presente, nella consapevolezza che ‐‐ come ha scritto Jurgen Habermas ‐
non c’è autentica conoscenza fuori dall’interesse e dalla passione intellettuale per l’inesauribile
vastità e problematicità dell’esperienza.
La competizione prevede due sezioni: “CHL Maius” per gli studenti del triennio degli Istituti di
Istruzione Secondaria Superiore; e il “CHL Minus” per gli alunni delle classi terze delle Scuole
Secondarie di I grado che hanno attivato nel POF corsi propedeutici di Latino.
Art. 2 – La prova (CHL Maius)
Lo studente dovrà realizzare un saggio breve, nel quale rielaborerà un tema proposto dalla
riflessione di uno o più autori latini su una tematica di argomento o scientifico o antropologico, o
giuridico, o etico, alla luce degli apporti di testi di Autori antichi e di studiosi e pensatori anche
contemporanei.
I testi scelti saranno contenuti in un apposito dossier, prodotto dalla Commissione, presentati in lingua
originale, accompagnati da una breve introduzione e da alcune note esplicative. A testi di particolare
lunghezza e complessità sarà affiancata la traduzione in lingua italiana. La traduzione dei testi in lingua
originale non è espressamente richiesta e servirà ai partecipanti per ricavare elementi e dati necessari
all’elaborazione del saggio. I candidati dovranno infatti richiamare in modo esplicito e convincente ‐
dal punto di vista dei significati e delle argomentazioni – i testi in lingua latina.
Art. 3 – Il tema del Certamen Maius 2011
Il tema dell’edizione 2011 è il seguente:
“… iustitiam cole et pietatem, quae cum magna in parentibus et propinquis,
tum in patria maxima est”. (Cicerone, Somnium Scipionis)
La formazione politica del cittadino tra virtù private ed etica pubblica.
Art 4 – Destinatari
Il Certamen è riservato agli studenti frequentanti il triennio dei Licei Classici, Scientifici,
Linguistici, delle Scienze Sociali e della Comunicazione e del Liceo Europeo presenti nel territorio
nazionale. Gli studenti partecipanti dovranno aver riportato, nello scrutinio finale dell’anno
precedente a quello in corso, una votazione non inferiore ai 7/10 nella lingua e letteratura latina.
Sono inoltre ammessi a partecipare gli studenti provenienti da scuole di Paesi della UE nelle quali sia
previsto lo studio del Latino e che abbiano riportato nella valutazione finale dei due anni precedenti,
relativamente alla Lingua e Letteratura Latina, un esito equivalente, in percentuale, ad almeno 7/10.
Questi studenti possono redigere il saggio breve, oltre che in italiano, in lingua inglese o francese.
Art. 5 – Condizioni e modalità di partecipazione
Ogni scuola potrà partecipare con un numero di studenti non superiore a dieci, fatte salve le condizioni
di cui al comma 2 dell’articolo precedente.
Alla competizione saranno ammesse di norma 20 scuole, salvo che il numero di partecipanti per scuola non
consenta di accettare ulteriori istanze. Per l’iscrizione si procederà in stretto ordine di arrivo delle domande,
secondo i criteri illustrati nei commi seguenti.
Le domande, redatte secondo il modello dell’ allegato 1, dovranno essere vistate dal Dirigente scolastico (per le
scuole paritarie, dal Coordinatore didattico), che certificherà in tal modo il possesso, da parte degli studenti, dei
requisiti di ammissione. Per gli studenti minorenni è richiesta la presenza di un docente accompagnatore.
Tutte le domande dovranno pervenire, con lettera raccomandata o tramite posta elettronica certificata (PEC)
inviata a cura della scuola di appartenenza degli studenti, al Dirigente del Liceo Scientifico Statale “N. Palmeri”,
piazza Sansone, 90018 Termini Imerese (PA), entro e non oltre il 21 marzo 2011. Le domande pervenute oltre
tale data saranno accettate solo in presenza di disponibilità di posti.
Le domande potranno essere anche anticipate via fax al n. 091.8114178 o via posta elettronica all’indirizzo:
certamen@liceopalmeri.it. La regolarità dell’iscrizione sarà comunque garantita dal modulo pervenuto alla
segreteria organizzativa in originale.
A garanzia del rispetto dei termini di iscrizione farà fede il timbro postale.
Art. 6 – Tempi e modalità di svolgimento delle prove
La prova, della durata di sei ore, si svolgerà l’ 8 maggio 2011, con inizio alle ore 9,00 nei locali del
Liceo Scientifico Statale “N. Palmeri”, o in altri locali adeguati al numero dei partecipanti.
Gli studenti dovranno presentarsi presso il suddetto Liceo alle ore 8,00 muniti di un documento di identità. Sarà
concesso l’uso del vocabolario di Latino e del vocabolario di Italiano. Agli studenti dei Paesi della UE sarà
concessa la consultazione dei vocabolari della lingua di appartenenza. Per gli elaborati saranno utilizzati appositi
fogli vidimati dalla Commissione. Al termine della prova ogni concorrente consegnerà il proprio elaborato, non
firmato e privo di segni di riconoscimento, in una busta chiusa, contenente un’altra busta dove saranno inclusi
gli estremi per la sua individuazione.
Entrambe le buste saranno fornite all’inizio della prova. Le buste, contenenti gli estremi per
l’individuazione dei concorrenti, saranno aperte dalla Commissione giudicatrice al termine della revisione di
tutti gli elaborati e dell’assegnazione di tutti i punteggi, in modo da attribuire i punteggii ai nomi dei rispettivo
concorrente.
Art. 7 – La Commissione
La Commissione giudicatrice del Certamen è così composta
Presidente : un docente di Letteratura Latina proveniente da una delle Università della Sicilia.
Commissari: almeno tre docenti di Lingua e Letteratura Latina provenienti da Licei o da Istituti Statali
nel cui ordinamento è previsto l’insegnamento della Lingua e Letteratura Latina. Sono esclusi i di
docenti dell’IISS N. Palmeri .
Sulla base della tematica annuale indicata per la prova, potrà essere integrato nella Commissione, un
altro membro, con funzioni di consulenza specifica, proveniente dalle istituzioni accademiche siciliane,
dal mondo della cultura o dal mondo della scuola.
Per la valutazione delle performances degli alunni della 3^ classe della secondaria di I grado, la
Commissione sarà integrata con la presenza di un dirigente scolastico e di un docente dello stesso
grado di Scuola
La composizione della Commissione sarà resa nota nel sito www.liceopalmeri.it entro la data del 30
marzo 2011.
Art. 8 – Comitato Scientifico
Orazio Aiello, docente di Lingua e Letteratura Latina, I. I. S.S. “N. Palmeri”, Termini Imerese
Antonio Cannizzaro, dirigente scolastico in quiescenza,, Palermo
Iole Remigia Catanese docente di Lingua e Letteratura Latina, I. I. S.S. “N. Palmeri”
Fausto Clemente, dirigente scolastico, I. I. S. S. “N. Palmeri”,
Salvatore Curreri, docente di Diritto Pubblico L. U. Kore di Enna
Antonio La Spina, docente di Sociologia Univ. degli studi di Palermo
Antonietta Luppino, docente di Lingua e Letteratura Latina, I. I. S.S. “N. Palmeri
Rosa Marchese, docente di lingua Latina, Univ . degli studi di Palermo
Sebastiano Pulvirenti, Ispettore Tecnico MIUR, Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia
Art. 9 – Comitato organizzativo
Prof. Fausto Clemente, Dirigente scolastico IISS Palmeri
Prof.ssa Grazia Murabito, Dirigente scolastico SMS G.Mazzini ‐ Messina
Prof.ssa Lucia Lo Cicero Dirigente scolastico SMS I. Florio – Palermo
Rag. Leopoldo Guarneri , Direttore SGA.
Sig.ra Angela Amenta ( amministrazione )
Art. 10 – Premi individuali e Premio speciale all’Istituzione scolastica
La graduatoria completa del concorso sarà pubblicata sul sito www.liceopalmeri.it e in quello
dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia, www.istruzionesicilia.it, I nominativi dei primi dieci classificati
saranno inoltre riportati su uno dei quotidiani editi in Sicilia ( Giornale di Sicilia – La Sicilia – Repubblica ed. di
Palermo)
La cerimonia di premiazione dei vincitori si svolgerà entro il mese di novembre dell’anno solare 2011.
Sono istituiti le borse di studio e i premi di seguito elencati:
Sette borse di studio in denaro:
1° classificato: borsa di studio di euro 600,00
2° classificato: borsa di studio di euro 400,00
3° classificato: borsa di studio di euro 250,00
dal 4°al 7°classificato: euro 150,00
Quattro Premi e riconoscimenti
8° ‐10° premio : libri, CD, DVD
Premio e Menzione speciale della Commissione: Libri, CD, DVD:
alla scuola che vedrà il maggior numero di alunni nella graduatoria dei primi 20 classificati.
Per l’attribuzione del Premio e della Menzione si procederà sommando i numeri corrispondenti alla
posizione rispettiva degli alunni in graduatoria, cominciando da 20 punti per la prima posizione e
finendo con 1 punto per la ventesima posizione.
Attestati
A tutti i concorrenti, fino alla 20^ posizione, sarà rilasciato un attestato di partecipazione, che potrà essere
inserito nel curriculum personale di ciascuno ai fini del credito formativo.
La Scuola e il docente di Latino del vincitore del 1° premio riceveranno una targa ricordo.
Le borse, i premi e i riconoscimenti sono offerti dalla Scuola organizzatrice, con il meritorio contributo degli
sponsors della Competizione. L’elenco dei soggetti, pubblici e/o privati, che alla data di pubblicazione del
presente bando hanno assicurato il loro sostegno è il seguente:
UNICREDIT Group
Lions International ‐ Termini Im. Host
Lions International ‐ Termini Himera Cerere
F.I.D.A.P.A. – Termini Imerese
De Agostini‐ Scuola ‐ Novara
Siculiana srl – Servizi Scuola ‐ Palermo
Farmacia Curreri – Termini Imerese
Campagna Group – Mondialpol Security – Termini Imerese
Cascino SpA – Termini Imerese
Art. 11 – Sezione speciale riservata agli alunni delle scuole secondarie di I grado (CHL
Minus)
Il CHL riserva una sezione speciale agli alunni della classe 3^ della Scuola secondaria di primo grado.
Condizione necessaria per la partecipazione è l’inserimento dello studio della lingua e civiltà latine nel POF
d’Istituto.
L’argomento suggerito agli alunni delle scuole secondarie di primo grado attiene alla stessa tematica, ma è
formulato nel modo seguente:
Praticare la giustizia e il rispetto degli altri per crescere in una società più giusta,
pacifica,democratica.
Gli alunni partecipanti affronteranno la problematica connessa al tema con la sensibilità che è loro propria e nel
modo in cui essa si pone ai nostri giorni, ma con gli opportuni riferimenti a quanto emerge dai testi
specificamente proposti nel dossier “CHL Minus”, pubblicato sul sito della scuola in allegato al presente bando.
La partecipazione è aperta a singoli alunni o a gruppi ( anche di interclasse ) non superiori a sei unità.
Agli alunni partecipanti è consentito trattare la tematica annuale attraverso le seguenti modalità espressive:
– Racconto breve (max due cartelle di 40 righe ciascuna)
– Composizione libera ( max due cartelle di 60 righe ciascuna)
– Prodotto grafico / pittorico, su supporto di formato non superiore a cm. 45 x 50. Rimane libera la scelta
del materiale del supporto (carta, tela, legno, metallo, etc) e della tecnica (matita, china, acrilico,
tempera, olio, mista, etc)
– Prodotto multimediale
– Spot pubblicitario sul tema, nell’ottica di “pubblicità‐progresso”
Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro il 15 aprile 2011 con le stesse modalità di cui al
precedente art. 4, utilizzando il modulo allegato. 2. I prodotti dovranno pervenire alla Segreteria Organizzativa,
pena esclusione, entro 30 aprile 2011.
Art. 12 –Premi della Sezione riservata agli alunni delle Scuole Secondaria di primo
grado
La graduatoria dei vincitori sarà unica, a prescindere dalla tipologia del prodotto presentato dai concorrenti
1^ premio: Euro 250
2^ premio: Euro 150
3^ premio Euro 100
Alla scuola dell’alunno vincitore del Primo premio, sarà donato un pacco libri per la biblioteca della scuola.
A tutti i concorrenti sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Tutte le scuole iscritte alla competizione riceveranno una targa a ricordo della manifestazione‐
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Con pubblico ringraziamento agli sponsor della Manifestazione:
Termini Imerese Termini
HOST HIMERA
CERERE
Farmacia Curreri
Termini Imerese
———————–
IL PACCHETTO CHL 2011
Ospitalità
– Le spese di viaggio e soggiorno sono a carico dei partecipanti.
– Per il pernottamento dei partecipanti la notte del 7 maggio, è prevista la sistemazione in camera
doppia o tripla nella struttura alberghiera Hotel Dolcestate**** (quattro stelle,
www.hoteldolcestate.com) al prezzo speciale convenzionato di € 33,00 con inclusa la prima
colazione. Questa opzione riguarda anche i docenti accompagnatori, i quali, con un supplemento
di € 20,00 potranno usufruire di una camera singola fino ad esaurimento della disponibilità.
– A scelta dei partecipanti è naturalmente possibile la sistemazione in altri alberghi della città e del
territorio a prezzo non convenzionato. È indispensabile che l’opzione scelta sia chiaramente
indicata nel modulo di iscrizione.
– Per coloro che arrivassero in città nella mattinata di sabato 9 aprile si propone, nel pomeriggio, la
visita guidata del Museo Civico, dei luoghi e monumenti più significativi della città e, se
rientrante nei tempi previsti, degli scavi e dell’Antiquarium dell’antica colonia greca di
Himera. La visita guidata inizierà alle ore 15:00.
– L’8 maggio l’Istituto Palmeri, con la collaborazione degli Sponsor, offrirà agli studenti
partecipanti uno spuntino nella sede stessa della prova, in modo che possano rifocillarsi senza
interrompere la performance in corso.
► Come arrivare a Termini Imerese:
Provenendo da Palermo, imboccare la A19 direzione Messina-Catania fino allo svincolo di Termini
Imerese
Provenendo dall’Aeroporto Internazionale Falcone e Borsellino, imboccare la A29 in direzione Palermo
e, senza entrare in città, percorrere la circonvallazione sino all’imbocco della A19. Procedere quindi
come sopra.
Per chi proviene da Messina o Catania, imboccare rispettivamente la A20 o la A19 in direzione Palermo
fino allo svincolo di Termini Imerese
► Come arrivare alla sede del Liceo Palmeri.
Dallo svincolo di Termini Imerese, percorrere tutta la bretella e giungere alla via Falcone e Borsellino.
Seguire quindi le indicazioni per l’Ospedale Salvatore Cimino: la Scuola si trova esattamente di fronte
all’area ospedaliera.
► Come arrivare in albergo
Provenendo dalla A19 (Palermo),dalla A20 (Messina) o dalla A29(Catania), uscire allo svincolo
Campofelice- Buonfornello, proseguire lungo la SS 113 in direzione Campofelice di Roccella e, subito
dopo il primo cavalcavia,imboccare il sottopassaggio sulla dx e proseguire per c.ca 30 m. in direzione
Palermo. Informazioni più dettagliate sul sito www.hoteldolcestate.com)
►Per la prenotazione all’hotel Dolcestate si può contattare la struttura, a partire dal 18 marzo 2011,
ai seguenti recapiti:
Tel. : 0921.933002 – 933959 / FAX : 0921.428999 / e-mail: info@hoteldolcestate.com
L’albergo si trova a 20 minuti di strada da Termini Imerese, tra il sito archeologico dell’antica Himera e il
Parco Regionale delle Madonne. Per i trasferimenti in e dalla struttura la mattina della prova, sarà predisposto
un servizio navetta gratuito.
►Per maggiori informazioni e chiarimenti sul Certamen Hodiernae Latinitatis, rivolgersi ai recapiti della
segreteria organizzativa al tel. 091.8144145 o ai docenti del coordinamento organizzativo di seguito indicati.
Prof. O. Aiello, e-mail – laureous@libero.it
Prof.ssa A. Luppino, e-mail – antonietta.luppino@alice.it.
Prof.ssa A. Messina, e-mail – antome.1@hotmail.it
.
I.I.S.S. Nicolò Palmeri, piazza G. Sansone 12, 90018 Termini Imerese (PA) –
Fax: 091.8114178
Posta elettronica certificata: liceopalmeri@pec.it
e-mail: certamen@liceopalmeri.it – preside@liceopalmeri.it
Sito WEB : www.liceopalmeri.it
———————
CHL – ALLEGATO 1
DOMANDA DI PARTECIPAZIONE al CERTAMEN HODIERNAE LATINITATIS
Sezione Licei e Scuole Secondarie di 2^ grado
(da spedire per posta prioritaria o alla casella PEC)
Al Dirigente Scolastico
I.I.S.S. Nicolò Palmeri
Piazza Giovanni Sansone 12
90018 Termini Imerese
Il/la sottoscritt ………………………………………… docente di………………………………………….
presso il Liceo/Isti. Superiore ………………………….…………………… .…Cod. Mecc. …………………..
di………………………………………………..via/piazza …………………………………………………nc….
CAP ………… tel..…….…………………fax………………………e-mail ……………………………………
comunica che n…………. studenti iscritti a questo Liceo/o a questo Istituto, di cui si precisano di
seguito le generalità, intendono partecipare alla I^ edizione del Certamen Hodiernae Latinitatis.
N ognome e nome classe e
sez.
data di
nascita
altro
A tal fine il/la sottoscritto/a dichiara di essere a conoscenza e di accettare tutte le norme e le condizioni
contenute nel Regolamento e nel Bando della 2^ edizione del CHL
Data…………………………….. Firma…………………………………
Ai sensi della legge n. 196/2003, il sottoscritto autorizza il trattamento dei propri dati ed immagini personali per
tutte le attività inerenti la manifestazione. Si impegna inoltre a consegnare all’Amministrazione Scolastica dell’IISS
8
N. Palmeri analoga autorizzazione dei partecipanti, se maggiorenni, o dei rispettivi genitori, nel caso di minore
età.
Firma ___________________________
DOCENTE Accompagnatore
N. tel
e-mail :
Visto per autorizzazione del Dirigente Scolastico
………………………………….. IL DIRIGENTE SCOLASTICO
(data) (timbro e firma)
———————–
Scheda Notizie (da compilare nel caso si provenga da fuori Termini Imerese e si intenda soggiornare, la notte tra il
e il aprile 2011, presso la struttura alberghiera convenzionata (v. Pacchetto CHL))
– Il nostro arrivo a Termini Imerese è previsto
□ nella mattinata □ nel pomeriggio
□ Gli studenti della nostra scuola saranno accompagnati dal Prof. /Prof.ssa
………………………………………………………………………………………….
□ Gli studenti
……………………………………… ……………………………………..
……………………………………… ……………………………………..
saranno accompagnati dai genitori ( o da altri che eserciti la potestà parentale)
□ Abbiamo prenotato (o intendiamo prenotare entro e non oltre il 30 marzo 2010) presso la
struttura alberghiera convenzionata con la scuola.
□ Abbiamo prenotato il pernottamento del presso l’hotel ………………………………………
……………………………………………………………………………………………………….
□ All’arrivo, ci recheremo direttamente in albergo
□ Preferiamo incontrarci prima con voi a scuola
□ Intendiamo partecipare all’escursione pomeridiana a Termini e dintorni (appuntamento ore ore
15,00, atrio del Liceo)
Altro…………………………………………………………………………………………………..
Firma del docente responsabile
……………………………………………
Timbro
della
Scuola
———————–
CHL – ALLEGATO 2
DOMANDA DI PARTECIPAZIONE al CERTAMEN HODIERNAE LATINITATIS
Sezione Scuola Secondaria di 1^ grado
Al Dirigente Scolastico
I.I.S.S. Nicolò Palmeri
Piazza Giovanni Sansone 12
90018 Termini Imerese
Il/la sottoscritt ………………………………………… docente di………………………………………….
presso la Scuola Media (statale- paritaria) ………………………….…………………… ……………………….
di………………………………………………..via/piazza …………………………………………………nc….
CAP ………… tel..…….…………………fax………………………e-mail ……………………………………
comunica che n………….alunni, di cui si precisano di seguito le generalità, intendono partecipare alla
I^ edizione del Certamen Hodiernae Latinitatis . Si impegnano a presentare a codesto Istituto, entro e
non oltre l’8 aprile 2011, i loro elaborati nelle forme e con le modalità indicate all’art.11 del Bando.
N Cognome e nome classe e
sez.
data di
nascita
altro
A tal fine il/la sottoscritto/a dichiara :
– Che lo studio del latino è previsto nel POF d’Istituto.
– Di essere a conoscenza e di accettare tutte le norme e le condizioni contenute nel Regolamento e nel
Bando della I^ edizione del CHL
Data…………………………….. Firma…………………………………
Ai sensi della legge n. 196/2003, il sottoscritto autorizza il trattamento dei propri dati ed immagini personali per
tutte le attività inerenti la manifestazione. Si impegna inoltre a consegnare all’Amministrazione Scolastica dell’IISS
N. Palmeri analoga autorizzazione dei partecipanti, se maggiorenni, o dei rispettivi genitori, nel caso di minore
età.
Firma ___________________________
Visto per autorizzazione del Dirigente Scolastico
………………………………….. IL DIRIGENTE SCOLASTICO
(data) (timbro e firma)
________________________
Timbro
della
Scuola
——————–
Testi per il concorso degli alunni della Scuola Secondaria di primo grado
Premessa
L’uomo, per sua natura, come dice l’antico filosofo Aristotele, è “un animale sociale”. Tale
fatto innegabile comporta che egli viva all’interno di una rete di relazioni, via via sempre più
ampia, che si identifica, in primo luogo, con l’ambito familiare, quindi con il gruppo dei pari
all’interno delle istituzioni educative quali la scuola, poi con la società. In ciascuno di questi
contesti l’uomo è titolare di diritti e doveri che gli consentono di rapportarsi agli altri in modo
ordinato ed armonioso. I testi selezionati per voi vogliono condurvi a riflettere sul complesso
dei doveri che ci legano agli altri. Ci è sembrato opportuno muovere da un ambito a voi
familiare, quello scolastico, con i due brani dell’Institutio oratoria di Quintiliano che illuminano
i rapporti tra alunni e docenti nelle reciproche responsabilità. Le Sententiae di Publilio Siro
suggeriscono alcune norme di interesse sociale, soprattutto nell’ambito giudiziario e
patrimoniale. Da parte loro, le Fabulae di Fedro ci danno uno spaccato delle ingiustizie
perpetrate dai potenti a danno dei deboli. Cicerone, invece, nel brano delle Ad familiares, si
consegna a noi in una veste insolita da quella dell’uomo di stato cui siamo abituati, quella del
marito e padre affettuoso, sollecito del bene dei propri cari lontani. Nel testo tratto dal De
officiis il richiamo è alla responsabilità dell’uomo politico che deve preoccuparsi in primo
luogo del bene comune sacrificando ad esso l’interesse personale. In Seneca, poi, è forte il
richiamo all’importanza dell’azione, non disgiunta, però, dalla pratica quotidiana della virtù.
Chiudono il dossier due testi sull’amicizia, il primo di Cicerone, il secondo di Virgilio; anche
l’amicizia, infatti, esige il rispetto di alcune “regole” perché possa divenire rapporto leale e
disinteressato in vista della crescita comune.
CHL
Certamen Hodiernae Latinitatis
Lectio transit in mores
(Erasmus Roterodamus)
DOSSIER DI TESTI
Quintiliano, Institutio oratoria 2, 9
(I doveri degli alunni):
Dopo aver parlato tanto dei doveri dei
maestri, voglio dire ai discepoli
soltanto questo, di amare i maestri
non meno dei loro studi e di ritenerli
genitori non dei corpi ma delle menti.
Questo rispetto gioverà molto allo
studio, perché, così, li ascolteranno
volentieri e crederanno alle loro
parole e desidereranno essere simili a
loro; allora, lieti e contenti si
Quintiliano, Institutio oratoria 2, 9
(I doveri degli alunni):
Plura de officiis docentium locutus
discipulos id unum interim moneo, ut
praeceptores suos non minus quam ipsa
studia ament et parentes esse non quidem
corporum, sed mentium credant. Multum
haec pietas conferet studio; nam ita et
libenter audient et dictis credent et esse
similes concupiscent, in ipsos denique
coetus scholarum laeti alacres conuenient,
emendati non irascentur, laudati
12
recheranno a scuola; se verranno
ripresi, non si adireranno, se, invece,
saranno lodati, proveranno piacere e
si adopereranno perché siano molto
amati. Infatti, come dovere del
maestro è insegnare, così dovere dei
discepoli è mostrarsi docili; del resto,
nessuna cosa è sufficiente senza
l’altra. Come la natura dell’uomo
deriva da ambedue i genitori e invano
spargerai i semi se non li alimenterà il
solco preparato in precedenza, così
l’eloquenza non può crescere se non
con lo sforzo concorde di chi dà e di
chi riceve.
gaudebunt, ut sint carissimi studio
merebuntur. Nam ut illorum officium est
docere, sic horum praebere se dociles:
alioqui neutrum sine altero sufficit; et
sicut hominis ortus ex utroque
gignentium confertur, et frustra sparseris
semina nisi illa praemollitus fouerit
sulcus, ita eloquentia coalescere nequit
nisi sociata tradentis accipientisque
concordia.
Quintiliano, Institutio oratoria 2, 4-8
(I doveri degli insegnanti):
Nei confronti dei suoi discepoli, il
docente, anzitutto, assuma i
sentimenti di un padre, e sia convinto
di prendere il posto di quanti gli
affidano i figli. Egli non abbia vizi e
non li ammetta negli altri. La sua
serietà non diventi cupa e la sua
affabilità non sia sguaiata, affinché, a
causa della prima, non gli venga
antipatia e, a causa della seconda,
scarso rispetto. Parli spesso di ciò che
è onesto e di ciò che è bene: infatti,
quanto più spesso ammonirà, tanto
più raramente punirà. Si adiri il
meno possibile, ma non finga di non
vedere i difetti da correggere, sia
semplice nelle spiegazioni, resistente
alla fatica, assiduo ma non eccessivo.
Risponda volentieri a chi gli fa
domande, di sua iniziativa interroghi
chi non gliene pone. Nel lodare le
esercitazioni degli allievi non sia né
troppo stretto né troppo largo, poiché
il primo atteggiamento rende noioso
lo studio, il secondo genera eccessiva
sicurezza. Quando corregge gli errori
non si mostri aspro e offenda il meno
possibile, perché il fatto che alcuni
biasimino i ragazzi quasi come se
provassero astio verso di loro ne
allontana molti dal proposito di
studiare.
Quintiliano, Institutio oratoria 2, 4-8
(I doveri degli insegnanti):
Sumat igitur ante omnia parentis erga
discipulos suos animum, ac succedere
se in eorum locum, a quibus sibi liberi
tradantur, existimet. Ipse nec habeat
vitia nec ferat. Non austeritas eius
tristis, non dissoluta sit comitas, ne
inde odium hinc contemptus oriatur.
Plurimus ei de honesto ac bono sermo
sit; nam quo saepius monuerit, hoc
rarius castigabit. Minime iracundus,
nec tamen eorum, quae emendanda
erunt, dissimulator, simplex in
docendo, patiens laboris, assiduus
potius quam immodicus.
Interrogantibus libenter respondeat,
non interrogantes percontetur ultro.
In laudandis discipulorum dictionibus
nec malignus nec effusus, quia res
altera taedium laboris, altera
securitatem parit. In emendando, quae
corrigenda erunt, non acerbus
minimeque contumeliosus; nam id
quidem multos a proposito studendi
fugat, quod quidam sic obiurgant
quasi oderint.
13
Publilio Siro, Sententiae:
Avere una buona reputazione
equivale ad avere un altro
patrimonio!
Giustamente perde i suoi soldi il
colpevole che dà soldi al giudice!
Sbaglia due volte chi favorisce un
colpevole!
Anche quelli che la commettono
odiano l’ingiustizia!
È una frode accettare ciò che non
puoi restituire!
Publilio Siro, Sententiae:
Bene audire alterum patrimonium est.
Bene perdit nummos, iudici cum dat
nocens.
Bis peccas, cum peccanti obsequium
accommodas.
Et qui fecerunt, oderunt iniuriam.
Fraus est accipere, quod non possis
reddere.
Cicerone, Ad familiares 14, 4 (I doveri
familiari):
Vi scrivo meno di quanto potrei,
perché, se ogni istante è miserabile
per me, quando poi scrivo a voi o
leggo le vostre lettere, allora mi
struggo in lacrime, da non poter
resistere. Oh, se avessi amato meno la
vita! Non avrei certamente visto
alcuno o molti mali nella vita stessa.
Se, dunque, la fortuna mi ha
risparmiato per qualche speranza di
ricuperare prima o poi un poco di
felicità, il mio errore non è stato
grande; ma se queste sventure sono
definitive, desidero vederti al più
presto, o vita mia, e fra le tue braccia
morire, dal momento che né gli dei,
da te onorati con molta devozione, né
Cicerone, Ad familiares 14, 4 (I
doveri familiari):
Ego minus saepe do ad vos litteras,
quam possum, propterea quod cum
omnia mihi tempora sunt misera,
tum vero, cum aut scribo ad vos aut
vestras lego, conficior lacrimis sic,
ut ferre non possim. Quod utinam
minus vitae cupidi fuissemus! certe
nihil aut non multum in vita mali
vidissemus. Quod si nos ad aliquam
alicuius commodi aliquando
recuperandi spem fortuna reservavit,
minus est erratum a nobis; si haec
mala fixa sunt, ego vero te quam
primum, mea vita, cupio videre et in
tuo complexu emori, quoniam neque
di, quos tu castissime coluisti, neque
14
gli uomini, da me sempre serviti, ci
hanno contraccambiati. Sono rimasto
a Brindisi, presso Marco Lenio Flacco,
tredici giorni. Egli, persona ottima,
trascurò, per salvarmi, il rischio di
perdere i beni e la vita, e non si lasciò
dissuadere dalla pena che una legge
molto ingiusta commina, dal
compiere cioè i sacri doveri
dell’ospitalità e dell’amicizia. Magari
un giorno possa io contraccambiargli
il beneficio! La riconoscenza sarà
comunque eterna. Partii da Brindisi il
30 aprile, diretto a Cizico attraverso la
Macedonia. Sono un uomo rovinato,
un uomo abbattuto! Come potrei
chiederti di raggiungermi, donna
malata e stremata nelle forze fisiche e
morali? Non te lo chiederò? Rimarrò
dunque senza di te? Penso di fare
così: se esistono speranze di un mio
ritorno, rafforzale e datti da fare in
questo senso; se, come temo, la partita
è chiusa, cerca di raggiungermi a
qualsiasi costo. Questo solo sappi
bene: se ti avrò con me, non mi
sembrerà di aver perso tutto. Ma che
avverrà della mia piccola Tullia?
Decidete ormai voi, io non so che fare.
In ogni caso, è certo che quella
poverina deve tener conto sia del suo
matrimonio che della sua
reputazione. E poi, che farà il mio
Cicerone? Vorrei fosse sempre sulle
mie ginocchia, fra le mie braccia. Non
posso scrivere oltre, a questo punto;
me lo impedisce lo sconforto. Cosa tu
faccia lo ignoro, non so se possiedi
qualcosa o, come temo, sia stata
spogliata di tutto. Pisone, come scrivi,
spero sarà sempre dei nostri. […] Ora,
infelice, quando più riceverò una tua
lettera? Chi me la porterà? L’avrei
aspettata a Brindisi, se non l’avessero
permesso i marinai, mentre non
vollero lasciarsi sfuggire il bel tempo.
[…] Cerca, come puoi, di star sana e
sappi che io mi turbo più per la tua
infelicità che per la mia. Terenzia mia,
fedelissima e ottima moglie, e mia
carissima figliola, e tu, speranza mia
superstite, Cicerone, state bene.
Da Brindisi il 30 aprile.
homines, quibus ego semper servivi,
nobis gratiam rettulerunt. Nos
Brundisii apud M. Laenium
Flaccum dies XIII fuimus, virum
optimum, qui periculum fortunarum
et capitis sui prae mea salute
neglexit neque legis improbissimae
poena deductus est, quo minus
hospitii et amicitiae ius officiumque
praestaret: huic utinam aliquando
gratiam referre possimus! habebimus
quidem semper. Brundisio profecti
sumus a. d. II K. Mai.: per
Macedoniam Cyzicum petebamus. O
me perditum! O afflictum! Quid
enim? Rogem te, ut venias?
Mulierem aegram, et corpore et
animo confectam. Non rogem? Sine
te igitur sim? Opinor, sic agam: si
est spes nostri reditus, eam
confirmes et rem adiuves; sin, ut ego
metuo, transactum est, quoquo modo
potes ad me fac venias. Unum hoc
scito: si te habebo, non mihi videbor
plane perisse. Sed quid Tulliola mea
fiet? iam id vos videte: mihi deest
consilium. Sed certe, quoquo modo
se res habebit, illius misellae et
matrimonio et famae serviendum est.
Quid? Cicero meus quid aget? iste
vero sit in sinu semper et complexu
meo. Non queo plura iam scribere:
impedit maeror. Tu quid egeris,
nescio: utrum aliquid teneas an,
quod metuo, plane sis spoliata.
Pisonem, ut scribis, spero fore
semper nostrum. […] Nunc miser
quando tuas iam litteras accipiam?
quis ad me perferet? quas ego
exspectassem Brundisii, si esset
licitum per nautas, qui tempestatem
praetermittere noluerunt. […] Cura,
quoad potes, ut valeas et sic
existimes, me vehementius tua
miseria quam mea commoveri. Mea
Terentia, fidissima atque optima
uxor, et mea carissima filiola et spes
reliqua nostra, Cicero, valete. Pr. K.
Mai. Brundisio.
15
Seneca, De otio 4-5:
Immaginiamoci due tipi di Stato, uno
immenso e veramente tale, nel senso
che abbracci dèi e popoli diversi, e in
cui lo sguardo nostro non si fermi su
questo o su quell’angolino, ma ne
misuri i confini seguendo il corso del
sole; l’altro assai più piccolo e
specifico, in cui siamo nati per sorte e
(intendo dire Atene, Cartagine, o
qualunque altra città), che non sia
comune a tutti gli uomini ma solo ad
una parte di essi. Ebbene, c’è chi si
adopera per entrambi gli Stati, per
quello più grande e per quello più
piccolo, chi solo per uno dei due. Il
più grande possiamo servirlo anche
conducendo vita ritirata, dedita alla
meditazione, anzi, non so come si
potrebbe farlo meglio che in questo
caso, a condizione, però, che ci si
dedichi allo studio della virtù […].
Chi guarda a tutto questo rende un
servizio a Dio: testimonia infatti
l’opera sua. Noi diciamo che il sommo
bene è vivere secondo natura e la
nostra natura ha due facce, una
rivolta alla contemplazione, l’altra,
invece, all’azione.
Seneca, De otio 4-5.
Duas res publicas animo
complectamur, alteram magnam et
uere publicam qua di atque homines
continentur, in qua non ad hunc
angulum respicimus aut ad illum sed
terminos ciuitatis nostrae cum sole
metimur, alteram cui nos adscripsit
condicio nascendi; haec aut
Atheniensium erit aut
Carthaginiensium aut alterius
alicuius urbis quae non ad omnis
pertineat homines sed ad certos.
Quidam eodem tempore utrique rei
publicae dant operam, maiori
minorique, quidam tantum minori,
quidam tantum maiori. 2. Huic
maiori rei publicae et in otio deseruire
possumus, immo uero nescio an in
otio melius, ut quaeramus quid sit
uirtus, una pluresne sint, natura an
ars bonos uiros faciat; unum sit hoc
quod maria terrasque et mari ac terris
inserta complectitur, an multa
eiusmodi corpora deus sparserit;
continua sit omnis et plena materia
ex qua cuncta gignuntur, an diducta
et solidis inane permixtum; quae sit
dei sedes, opus suum spectet an
tractet, utrumne extrinsecus illi
circumfusus sit an toti inditus;
inmortalis sit mundus an inter
caduca et ad tempus nata
numerandus. Haec qui contemplatur,
quid deo praestat? ne tanta eius opera
sine teste sint. Solemus dicere
summum bonum esse secundum
naturam uiuere: natura nos ad
utrumque genuit, et contemplationi
rerum et actioni.
Cicerone, De amicitia 45-47:
Alcuni che, a quanto sento dire,
vennero considerati sapienti in Grecia,
hanno sostenuto tesi a mio giudizio
paradossali (ma non esiste argomento
su cui non cavillino). Una parte
afferma che non dobbiamo ricercare
Cicerone, De amicitia 45-47:
Nam quibusdam, quos audio sapientes
habitos in Graecia, placuisse opinor
mirabilia quaedam (sed nihil est quod
illi non persequantur argutiis): partim
fugiendas esse nimias amicitias, ne
necesse sit unum sollicitum esse pro
16
troppe amicizie, per evitare che uno
solo si tormenti per molti; a ciascuno
bastano e avanzano i propri problemi
e farsi carico di quelli altrui è una
bella noia. La cosa migliore, secondo
loro, è allentare più che si può le
briglie dell’amicizia, tirandole o
lasciandole andare a proprio piacere;
essenziale per vivere bene è la
tranquillità, di cui l’animo non può
godere se, per così dire, fosse uno solo
a sopportare il travaglio per tutti.
Altri, invece, a quanto si dice,
sostengono una tesi ancora più
disumana; l’ho brevemente accennata
poco fa: le amicizie andrebbero
ricercate in vista di protezione e
appoggi, e non per un sentimento di
affetto e stima; insomma, quanto
meno uno è deciso e forte, tanto più
aspira all’amicizia; ecco perché le
donnicciole più degli uomini
chiedono la protezione dell’amicizia, i
poveri più dei ricchi e gli sventurati
più di chi è considerato felice. Ma che
bella saggezza! È come se privasse
l’universo del sole chi priva la vita
dell’amicizia: e niente di più bello,
niente di più gradito dell’amicizia
abbiamo ricevuto dagli dèi immortali.
Allora, che cos’è mai questa
tranquillità, in apparenza seducente,
ma in realtà da ripudiare per molti
aspetti? No, non ha senso rifiutarsi di
intraprendere una cosa o un’azione
onesta, oppure abbandonarla dopo
averla intrapresa, per evitare noie. Ma
se fuggiamo le preoccupazioni,
dobbiamo fuggire la virtù che,
all’inevitabile prezzo di qualche
apprensione, ci porta a disprezzare e
odiare il suo contrario, come fa la
bontà con la cattiveria, la temperanza
con le passioni, il coraggio con
l’ignavia. Ecco perché si vedono
soprattutto i giusti soffrire per le
ingiustizie, i coraggiosi per la viltà, i
moderati per gli eccessi. E’ proprio di
un animo ben educato, quindi,
rallegrarsi per il bene e affliggersi per
il male.
pluribus; satis superque esse sibi
suarum cuique rerum, alienis nimis
implicari molestum esse;
commodissimum esse quam laxissimas
habenas habere amicitiae, quas vel
adducas, cum velis, vel remittas; caput
enim esse ad beate vivendum
securitatem, qua frui non possit
animus, si tamquam parturiat unus
pro pluribus. Alios autem dicere aiunt
multo etiam inhumanius (quem locum
breviter paulo ante perstrinxi)
praesidii adiumentique causa, non
benevolentiae neque caritatis,
amicitias esse expetendas; itaque, ut
quisque minimum firmitatis haberet
minimumque virium, ita amicitias
appetere maxime; ex eo fieri ut
mulierculae magis amicitiarum
praesidia quaerant quam viri et inopes
quam opulenti et calamitosi quam ii
qui putentur beati. O praeclaram
sapientiam! Solem enim e mundo
tollere videntur, qui amicitiam e vita
tollunt, qua nihil a dis immortalibus
melius habemus, nihil iucundius.
Quae est enim ista securitas? Specie
quidem blanda sed reapse multis locis
repudianda. Neque enim est
consentaneum ullam honestam rem
actionemve, ne sollicitus sis, aut non
suscipere aut susceptam deponere.
Quod si curam fugimus, virtus
fugienda est, quae necesse est cum
aliqua cura res sibi contrarias
aspernetur atque oderit, ut bonitas
malitiam, temperantia libidinem,
ignaviam fortitudo; itaque videas
rebus iniustis iustos maxime dolere,
imbellibus fortes, flagitiosis modestos.
Ergo hoc proprium est animi bene
constituti, et laetari bonis rebus et
dolere contrariis.
Cicerone, De officiis 1, 85:
Cicerone, De officiis 1, 85:
17
In generale, quelli che si dispongono a
governare lo Stato, tengano ben
presenti questi due precetti di
Platone: primo, curare l’utile dei
cittadini in modo da adeguare ad esso
ogni loro azione, dimentichi e
incuranti dei propri interessi;
secondo, provvedere a tutto
l’organismo dello Stato, affinché,
mentre ne curano una parte, non
trascurino le altre. Come la tutela di
un pupillo, così il governo dello Stato
deve esercitarsi a vantaggio non dei
governanti, ma dei governati. D’altra
parte, quelli che provvedono a una
parte dei cittadini e ne trascurano
un’altra, introducono nello Stato il più
funesto dei malanni: la discordia e la
sedizione; avviene, pertanto, che
alcuni appaiono amici del popolo,
altri fautori degli ottimati; ben pochi
sono devoti al bene di tutti. Di qui
nacquero in Atene grandi discordie;
di qui scoppiarono nella nostra
repubblica, non solo sedizioni, ma
anche rovinose guerre civili; mali,
questi, che un cittadino austero e
forte, degno di primeggiare nello
Stato, fuggirà con orrore:
consacrandosi interamente allo Stato,
senza cercar per sé né ricchezze né
potenza, egli lo custodirà e lo
proteggerà tutto quanto, in modo da
provvedere al bene di tutti i cittadini.
Omnino qui rei publicae praefuturi
sunt duo Platonis praecepta teneant:
unum, ut utilitatem civium sic
tueantur, ut quaecumque agunt, ad
eam referant obliti commodorum
suorum, alterum, ut totum corpus rei
publicae curent, ne, dum partem
aliquam tuentur, reliquas deserant. Ut
enim tutela, sic procuratio rei publicae
ad eorum utilitatem, qui commissi
sunt, non ad eorum, quibus commissa
est, gerenda est. Qui autem parti
civium consulunt, partem neglegunt,
rem perniciosissimam in civitatem
inducunt, seditionem atque
discordiam; ex quo evenit, ut alii
populares, alii studiosi optimi
cuiusque videantur, pauci
universorum. Hinc apud Athenienses
magnae discordiae, in nostra re
publica non solum seditiones, sed
etiam pestifera bella civilia; quae
gravis et fortis civis et in re publica
dignus principatu fugiet atque oderit
tradetque se totum rei publicae neque
opes aut potentiam consectabitur
totamque eam sic tuebitur, ut
omnibus consulat.
Fedro, Fabulae 1, 1:
Il lupo e l’agnello
Il lupo e l’agnello erano giunti allo
stesso ruscello, spinti dalla sete. Di
sopra stava il lupo, molto più in
basso l’agnello. Allora quel disonesto,
incitato dalla gola insaziabile, inventò
un pretesto di lite. ‘Perché’ disse ‘hai
reso torbida l’acqua: sto bevendo?’
‘l’agnello replicò timoroso: ‘Come
posso, fare ciò che dici, o lupo?
L’acqua da te corre alla mia bocca’.
Quello, sconfitto dall’evidenza:
‘Sei mesi fa’ affermò ‘hai parlato male
di me’. Rispose l’agnello ‘Non ero
Fedro, Fabulae 1, 1:
Lupus et agnus
Ad rivum eundem lupus et agnus
venerant, / siti compulsi. Superior
stabat lupus, 7longeque inferior
agnus. Tunc fauce improba / latro
incitatus iurgii causam intulit; / ‘Cur’
inquit ‘turbulentam fecisti mihi /
aquam bibenti?’ Laniger contra
timens / ‘Qui possum, quaeso, facere
quod quereris, lupe?/ A te decurrit ad
meos haustus liquor’./ Repulsus ille
veritatis viribus / ‘Ante hos sex
menses male’ ait ‘dixisti mihi’. /
18
ancora nato’. Quello disse ‘Allora è
stato tuo padre, per Ercole, a parlare
male di me’; E, così, afferrandolo lo
sbrana dandogli ingiusta morte.
Questa favola è scritta per quegli
uomini che opprimono gli innocenti
con finte cause.
Respondit agnus ‘Equidem natus non
eram’./ ‘Pater hercle tuus’ ille inquit
‘male dixit mihi’;/ atque ita correptum
lacerat iniusta nece./ Haec propter
illos scripta est homines fabula /qui
fictis causis innocentes opprimunt.
Fedro, Fabulae 1, 5:
Il cane e la capra, la pecora e il leone
Non è mai prudente un’alleanza con
un potente: questa favoletta conferma
il mio pensiero. Una vacca, una capra
e una pecora mite si allearono con un
leone nei boschi. Avendo questi
catturato un cervo molto grande,
dopo aver fatto le parti, il leone così
prese la parola: “Io prendo la prima
parte perché mi chiamo leone, mi
darete la seconda poiché sono forte,
poi, perché valgo di più, la terza
toccherà a me; finirà male chi
prenderà la quarta”. Così il malvagio,
da solo, portò via tutta quanta la
preda.
Fedro, Fabulae 1, 5:
Canis et capella, ovis et leo
Numquam est fidelis cum potente
societas./ Testatur haec fabella
propositum meum./ Vacca et capella et
patiens ovis iniuriae/ socii fuere cum
leone in saltibus./ Hi cum cepissent
cervum vasti corporis,/ sic est locutus
partibus factis leo:/ ‘Ego primam tollo
nomine hoc quia rex cluo;/ secundam,
quia sum consors, tribuetis mihi;/
tum, quia plus valeo, me sequetur
tertia;/ malo adficietur si quis quartam
tetigerit’./ Sic totam praedam sola
improbitas abstulit.
Virgilio, Eneide, IX vv. :
Niso, valorosissimo, figlio di Irtaco,
che l’Ida, ricco di selvaggina, aveva
inviato come compagno di Enea, era
veloce nel lancio e nelle frecce leggere.
Egli custodiva una porta insieme
all’amico Eurialo, il più bello tra i
compagni di Enea, soldato troiano
che, ancora ragazzo, portava nelle
guance i segni della prima giovinezza.
Essi erano profondamente legati ed
insieme si lanciavano nel
combattimento; insieme erano custodi
della porta. Niso disse: “Gli dei forse
infondono coraggio nei cuori, Eurialo,
o per ciascuno è un dio l’oggetto del
proprio desiderio? Il cuore mi spinge
allo scontro o a tentare da tempo una
grande impresa e non è contento
dell’inattività. Vedi come sono
Virgilio, Eneide, IX vv. :
Nisus erat portae custos, acerrimus
armis, / Hyrtacides, comitem Aeneae
quem miserat Ida/ uenatrix iaculo
celerem leuibusque sagittis,/ et iuxta
comes Euryalus, quo pulchrior alter/
non fuit Aeneadum Troiana neque
induit arma,/ ora puer prima signans
intonsa iuuenta./ his amor unus erat
pariterque in bella ruebant;/ tum
quoque communi portam statione
tenebant./ Nisus ait: ‘dine hunc
ardorem mentibus addunt,/ Euryale,
an sua cuique deus fit dira cupido? /
aut pugnam aut aliquid iamdudum
inuadere magnum/ mens agitat mihi,
nec placida contenta quiete est./ ernis
quae Rutulos habeat fiducia rerum:/
lumina rara micant, somno uinoque
19
fiduciosi i Rutuli: le luci brillano rare,
essi, vinti dal sonno e dal vino
riposano, attorno è silenzio. Ora
capisci perché io esiti e quali pensieri
io abbia nell’animo. Tutti, popolo ed
anziani, chiedono che si richiami
Enea, e che si inviino uomini capaci di
riportare una certa vittoria. Se
promettono quello che richiedo per te,
a me basta la fama dell’impresa; spero
di trovare sotto quella altura la via
alle mura ed ai bastioni di Pallanteo”.
Eurialo si meravigliò, colpito dal
grande amore per la gloria e subito
così risponde all’amico impetuoso:
“Non mi vuoi come compagno nel
pericolo, Niso? Permetterò che tu
vada da solo ad affrontare così grandi
pericoli? Non così mi educò il padre,
Ofelte guerriero che mi ha allevato in
mezzo al terrore per gli Argolici e alle
preoccupazioni per Troia, né con te
feci tali imprese seguendo il
magnanimo Enea e il destino: io ho un
cuore che disprezza la vita e che crede
che per l’onore cui aspiri valga
morire”. Niso rispose: “Non dubitavo
affatto di te né mi sarebbe possibile;
così il gran Giove, o chiunque guardi
queste cose con occhi giusti, consenta
che io ritorni sano e salvo da te. Ma
(vedi che situazione ci incalzi) se il
destino o un dio ci portasse alla
sfortuna, vorrei che tu sopravvivessi:
la tua età (è) più degna di vivere.
Almeno saresti tu a seppellire me
colpito in uno scontro o riscattato con
denaro, o se la Fortuna lo vieterà,
celebrerai tu il mio funerale e mi darai
l’onore del sepolcro. Vorrei non
essere io causa di così grande dolore
alla tua misera madre, che, sola tra
tutte le madri dei giovani troiani, osò
seguirti e non volle rimanere presso la
città fondata dal grande Aceste.” Ma
Eurialo rispose: “Inutili sono i tuoi
pretesti e non ho cambiato idea.
Affrettiamoci”, disse.
soluti/ procubuere, silent late loca.
percipe porro/ quid dubitem et quae
nunc animo sententia surgat./ Aenean
acciri omnes, populusque patresque,/
exposcunt, mittique uiros qui certa
reportent./ si tibi quae posco
promittunt (nam mihi facti/ fama sat
est), tumulo uideor reperire sub illo /
posse uiam ad muros et moenia
Pallantea.’/ obstipuit magno laudum
percussus amore/ Euryalus, simul his
ardentem adfatur amicum:/ ‘mene
igitur socium summis adiungere
rebus,/ Nise, fugis? solum te in tanta
pericula mittam? / non ita me genitor,
bellis adsuetus Opheltes,/ Argolicum
terrorem inter Troiaeque labores/
sublatum erudiit, nec tecum talia
gessi/ magnanimum Aenean et fata
extrema secutus:/ est hic, est animus
lucis contemptor et istum / qui uita
bene credat emi, quo tendis,
honorem.’/Nisus ad haec: ‘equidem de
te nil tale uerebar,/ nec fas; non ita me
referat tibi magnus ouantem/ Iuppiter
aut quicumque oculis haec aspicit
aequis./ sed si quis (quae multa uides
discrimine tali)/ si quis in aduersum
rapiat casusue deusue,/ te superesse
uelim, tua uita dignior aetas./ sit qui
me raptum pugna pretioue
redemptum/ mandet humo, solita aut
si qua id Fortuna uetabit,/ absenti
ferat inferias decoretque sepulcro. /
neu matri miserae tanti sim causa
doloris,/ quae te sola, puer, multis e
matribus ausa/ persequitur, magni nec
moenia curat Acestae.’/ ille autem:
‘causas nequiquam nectis inanis/ nec
mea iam mutata loco sententia cedit. /
acceleremus’ ait, […]
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