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3 novembre Riorganizzazione Rete scolastica alla Camera

Il 3 novembre si svolge in Aula, alla Camera, la seguente interpellanza urgente relativa al tema del dimensionamento e della riorganizzazione della rete scolastica:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, per sapere – premesso che:
l’articolo 19, comma 4, del decreto-legge n. 98 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 111 del 2011, prevede che «a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti comprensivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche»;
la norma precedente (decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998) fissava un range tra i 500 e i 900 alunni e, quindi, ben al di sotto dell’attuale soglia minima;
l’assetto attuale della rete scolastica è quello delineato dai piani regionali di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998;
dopo aver definito i primi piani di dimensionamento, le regioni hanno provveduto all’attuazione delle modifiche parziali che di anno in anno si rendevano necessarie e dopo aver acquisito i pareri degli enti locali e delle istituzioni interessate. Invece, con questa norma si è messo in discussione l’assetto di gran parte delle istituzioni del primo ciclo e, quindi, l’impianto complessivo dei piani di dimensionamento;
in questo quadro, numerose regioni italiane hanno impugnato il provvedimento dinanzi alla Corte costituzionale, considerandolo lesivo delle loro competenze esclusive in materia di organizzazione della rete scolastica;
del resto, sulla stessa materia, la Corte costituzionale si è già espressa in favore di ricorsi presentati dalle regioni, sancendo l’illegittimità delle misure contenute nel piano programmatico che intervengono sulla riorganizzazione della rete scolastica;
pertanto, appare evidente come la definizione dei nuovi piani di dimensionamento regionali richieda tempi adeguati di consultazione tra tutti i soggetti interessati (istituzioni scolastiche, comuni, province, uffici scolastici regionali) e tali da consentire la condivisione più ampia possibile, come previsto dalla normativa in materia (decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998) –:
se non ritenga opportuno, considerata la mancanza dei tempi necessari per la corretta applicazione della norma, tenuto conto dell’oggettiva complessità e della delicatezza del percorso di ridefinizione dei piani regionali di dimensionamento della rete scolastica, assumere le opportune iniziative normative per rinviare i tempi di applicazione della norma stessa.
(2-01231) «Coscia, Ghizzoni, Bachelet, De Pasquale, Levi, Rossa, Siragusa, Pes, Argentin, Fogliardi, Carella, Barbi, Fiorio, Duilio, Causi, De Biasi, Ferrari, Albonetti, Naccarato, D’Incecco, Bocci, Castagnetti, Colaninno, Gentiloni Silveri, Giulietti, Motta, Oliverio, Laratta, Lucà, Morassut, Sanga, Gianni Farina, Gasbarra, Tidei, Baretta». (12 ottobre 2011)

Iniziative per rinviare i tempi di applicazione delle disposizioni concernenti l’organizzazione della rete scolastica – n. 2-01231

PRESIDENTE. L’onorevole Coscia ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01231, concernente iniziative per rinviare i tempi di applicazione delle disposizioni concernenti l’organizzazione della rete scolastica (Vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).

MARIA COSCIA. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, con la nostra interpellanza poniamo una questione molto delicata al Governo, che già ha creato moltissime difficoltà nelle scuole, compresa la difficoltà di una tenuta quotidiana del loro lavoro e del loro compito così importante e fondamentale.
Le istituzioni scolastiche, come sappiamo, sono già duramente provate dai tagli indiscriminati di questi tre anni e si sono trovate quest’anno sulla loro testa a dover procedere alla applicazione di una norma francamente incomprensibile. Abbiamo già sollevato questa questione in sede di espressione del parere della VII Commissione (Cultura) sulla manovra di luglio (decreto-legge n. 98 del 2011, convertito dalla legge n. 111 del 2011).
Infatti, il comma 4 dell’articolo 19 prevede una norma assolutamente inapplicabile, cioè, addirittura, che con questo inizio di anno scolastico si dovesse procedere ad aggregare tutte le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado in istituti comprensivi da un giorno all’altro.
Si tratta di un iter che sappiamo essere piuttosto complesso e delicato e che assolutamente non poteva avvenire in piena estate. Infatti, così non è stato, e la norma non è stata applicata.
Tuttavia, questo ha creato difficoltà, apprensioni, tensioni e malesseri pesantissimi nelle istituzioni scolastiche, allarmando inoltre genitori e interi quartieri e comuni, perché questa norma si dice debba essere applicata in tempo utile per il prossimo anno scolastico.
Signor sottosegretario, lei lo sa, perché è da tempo che segue queste questioni: non è semplice andare a riaggregare e, quindi, a rifare sostanzialmente in tutto il Paese, in ogni regione, il piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche. Infatti, di questo si tratta alla fine: riguarderà, cioè, un numero apparentemente limitato. In realtà, siccome bisogna riaccorpare tutte le istituzioni scolastiche, vengono messi in discussione piani definiti oltre dieci anni fa e che ogni anno subivano dei semplici aggiustamenti, resi necessari dai cambiamenti periodici che sopraggiungevano.
Peraltro, questa norma, ancora una volta, si muove in modo improvvido, perché rischia di vanificare una questione che noi riteniamo, invece, importante, ovvero quella di far decollare gli istituti comprensivi in tutto il Paese come strutturazione del sistema delle autonomie scolastiche capaci di garantire lo sviluppo della continuità didattica. Si tratta, in altre parole, di consentire ai bambini che iniziano la scuola dell’infanzia, poi vanno alla scuola elementare e poi alla scuola media, di avere un percorso didattico di continuità.
Questo obiettivo fondamentale rischia di essere vanificato, perché si interviene in modo burocratico e autoritario. Si pretende, da un momento all’altro, di passare dal range prima previsto di 500 a 900 o oltre 1.000 alunni. Peraltro, si procede, così come si sta facendo, in modo forzoso ad accorpare scuole a chilometri di distanza, senza che vi sia stato quel percorso di sviluppo e di continuità didattica. È veramente un delitto dal punto di vista della progettazione e della programmazione didattica.
Si sta procedendo in alcune realtà, dove magari anche gli enti locali sono stati insensibili a certe richieste, accorpando scuole elementari con scuole medie che sono in altri quartieri, come per esempio avviene a Roma e in altre realtà dove i bambini e i ragazzi andranno in altre scuole medie. Pertanto, viene meno la funzione fondamentale degli istituti comprensivi.
Ora, dunque, si tratta di un percorso importante e delicato che richiederebbe una maggiore attenzione ed un Governo molto più attento a quelle che sono le esigenze e i diritti dei bambini all’istruzione e alla formazione. Pertanto, riteniamo che sia una scelta assolutamente non solo non condivisibile ma anche non praticabile prevedere di applicare tutto questo il prossimo anno, se si hanno a cuore, appunto, i diritti fondamentali dei bambini e la qualità della nostra scuola pubblica.
Che cosa succede? Nel frattempo, le regioni (che sono, ovviamente, più legate al territorio rispetto a questo Governo) che cosa hanno fatto? Una buona parte delle regioni ha presentato ricorso alla Corte costituzionale, come già era avvenuto nel 2008 – lo ricorderà, sottosegretario -, impugnando l’articolo 64 del «decreto-legge Tremonti» e, tra l’altro, ottenendo soddisfazione dalla Corte costituzionale, tanto che si dovette poi modificare il piano programmatico. Dall’altra parte, altre regioni, come per esempio la regione Piemonte, come al solito con la duttilità di cui sono capaci, hanno deciso autonomamente di applicare la norma con un piano triennale. Quindi, signor sottosegretario, vi è maggiore ragionevolezza nei territori e nei governi dei territori di quanto, purtroppo, non avviene a livello statale e centrale.
Pertanto, chiediamo a lei e, suo tramite, al Ministro e al Governo, di sospendere l’applicazione di questa norma e di aprire un tavolo di concertazione con le regioni e con la Conferenza unificata – quindi, anche con le rappresentanze degli enti locali – perché, appunto, è previsto un percorso nella definizione del dimensionamento che vede le proposte delle scuole, poi i pareri dei comuni, i piani provinciali e, alla fine, il piano regionale. Dunque, chiediamo di aprire un tavolo di confronto serio da questo punto di vista, per vedere come procedere in modo ragionevole.
La seconda cosa che le chiedo non è scritta nell’interpellanza urgente. Tuttavia, la faccio presente in questa sede. Chiedo di avere la sua disponibilità ad una discussione serrata in Commissione cultura proprio perché – lo ripeto – con ragionevolezza si possa evitare di alimentare disagi e malesseri così profondi nelle scuole e nei territori e assumere, piuttosto, un comportamento tale che ci aiuti a salvare quello che c’è di buono in un obiettivo condiviso come quello di far decollare gli istituti comprensivi facendo salvo, però, quello che è il loro obiettivo fondamentale e non con comportamenti e gestioni burocratiche e autoritarie come, appunto, sta avvenendo.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca, Giuseppe Pizza, ha facoltà di rispondere.

GIUSEPPE PIZZA, Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca. Signor Presidente, l’onorevole interpellante richiede che vengano assunte iniziative finalizzate a rinviare i tempi di applicazione delle norme di cui all’articolo 19, comma 4, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, che ha introdotto nuove modalità in materia di riorganizzazione della rete scolastica. Tale norma prevede che «per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’anno scolastico 2011-2012 la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi (…)».
Preliminarmente, si rappresenta che, essendo già stati a suo tempo definiti i piani di dimensionamento per il corrente anno scolastico 2011-2012, la nuova normativa potrà trovare applicazione dall’anno scolastico successivo.
Si conviene con l’onorevole interpellante che le operazioni relative ai piani di dimensionamento debbano essere svolte in tempi adeguati di consultazione tra i vari soggetti coinvolti, in modo da consentire che sui piani stessi venga raggiunta la più ampia condivisione possibile.
A tal fine, si comunica che, proprio in considerazione della delicatezza e della complessità della materia, sono in corso interlocuzioni per l’apertura di un tavolo con la Conferenza unificata. Il Ministero, da parte sua, metterà a disposizione dati ed elementi utili alla definizione del piano di dimensionamento che ogni regione dovrà elaborare allo scopo di ottemperare alla disposizione.
Quanto ai ricorsi presentati da alcune regioni circa la legittimità costituzionale dell’articolo 19, commi 4 e 5, del citato decreto-legge n. 98 del 2011, cui l’onorevole interpellante fa cenno, si fa presente che il Ministero sta predisponendo la memoria per la difesa innanzi alla Corte costituzionale.
Vorrei anche aggiungere che trovo fondate le motivazioni addotte dall’onorevole Coscia nella sua interpellanza e che – come Ministero – mi dichiaro pronto ad aprire in Commissione un tavolo in vista di un migliore e maggiore funzionamento del sistema scolastico.

PRESIDENTE. L’onorevole Coscia ha facoltà di replicare.

MARIA COSCIA. Signor Presidente, prendo atto della disponibilità del sottosegretario a ragionare in termini pacati sulla questione. Mi auguro che questa disponibilità si traduca poi in atti concreti e che – come chiedevo – si apra veramente questo tavolo e si sospenda l’applicazione di questa norma fino al momento in cui non si arrivi ad un accordo con la Conferenza unificata e ad una condivisione in sede di Commissioni.

2 novembre Maxiemendamento manovra finanziaria in CdM

Il Consiglio dei Ministri, convocato in via straordinaria il 2 novembre

ha esaminato un complesso di misure urgenti a sostegno della economia italiana nello scenario di una sfavorevole congiuntura che sta investendo l’Europa. A seguito degli indirizzi da parte della Banca Centrale europea e delle intese raggiunte nell’ultimo Vertice dell’Unione, il Consiglio ha in particolare approvato un maxi emendamento al disegno di legge di stabilità, che recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal Presidente Berlusconi nella sua lettera all’Unione europea del 26 ottobre scorso.

2 novembre 7a Senato su Manovra di Finanza pubblica

Il 2 novembre la 7a Commissione del Senato chiude l’analisi di:
1. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2012 e bilancio pluriennale per il triennio 2012-2014 (2969)
2. Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2012) (2968)
per poter trasmettere il proprio rapporto alla 5a Commissione Bilancio entro il 3 novembre.

Il 26 ottobre la 7a Commission, presente il sottosegretario GALATI, accoglie tre ordini del giorno alla Legge di stabilità 2012.

Di seguito gli OdG accolti dall’esecutivo:

ORDINI DEL GIORNO AL DISEGNO DI LEGGE N. 2968

G/2968/1/7
POSSA
La 7ª Commissione del Senato,
in sede di esame del disegno di legge di stabilità per l’anno 2012,
premesso che per l’anno 2011 era stata autorizzata dalla legge di stabilità 2011 la spesa di 100 milioni di euro per finanziare la concessione di un credito d’imposta a favore delle imprese che avessero affidato nell’anno 2011 attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca, credito d’imposta spettante in misura percentuale dei costi sostenuti per tali attività di ricerca e sviluppo, percentuale da stabilire con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con il Ministro dello sviluppo economico,
avendo riscontrato che non risulta nel disegno di legge di stabilità in esame né per l’anno 2012, né per i successivi due anni del triennio, alcun finanziamento per la concessione di un credito d’imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca,
convinta che l’applicazione di norme di promozione della ricerca industriale come quella sopra richiamata introdotta per l’anno 2011, norme assai efficaci anche per sviluppare un collegamento sinergico tra sistema delle imprese da una parte e università ed enti pubblici di ricerca dall’altra, consegua il massimo effetto positivo quando tali norme diventano stabili nel tempo,
consapevole della urgente necessità di stimolare il nostro sistema delle imprese ad aumentare l’investimento in ricerca e sviluppo, gravemente carente rispetto a quello dei sistemi industriali degli altri grandi Paesi europei,
impegna il Governo
compatibilmente con le condizioni della finanza pubblica, a continuare anche per l’anno 2012 e gli anni successivi del triennio l’esperimento iniziato nel 2011, finanziando con almeno 100 milioni di euro all’anno la concessione di un credito d’imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca e sviluppo a università o enti pubblici di ricerca.

G/2968/2/7 (testo 2)
PITTONI
La 7ª Commissione permanente del Senato,
in sede di esame del disegno di legge di stabilità per l’anno 2012,
premesso che:
le istituzioni dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), con la legge 21 dicembre 1999, n. 508, hanno intrapreso un radicale processo di riforma che, a tutt’oggi, non è stato ancora completato;
in assenza di procedure concorsuali per le assunzioni a tempo indeterminato, le istituzioni suddette hanno garantito il funzionamento amministrativo e la copertura delle cattedre in organico con bandi pubblici, sempre più selettivi, secondo disposizioni ministeriali;
il ricorso sistematico ai contratti a tempo determinato pone il sistema AFAM in una condizione di “precarietà”, poiché il continuo mutamento degli incarichi di docenza, individuati su graduatorie nazionali o su graduatorie d’istituto ricostituite ogni tre anni, mette a dura prova la programmazione pluriennale dei corsi di studio. Allo stesso modo il disagio colpisce il personale tecnico-amministrativo, dove il fenomeno di migrazione verso altre amministrazioni è in aumento. Le difficoltà sono evidenti: il precariato aumenta, per effetto del turn-over, stimato intorno al 20 per cento all’anno;
l’assunzione a tempo indeterminato del personale summenzionato non costituirebbe un ulteriore aggravio di spesa in quanto sarebbero rispettati i limiti previsti per la determinazione degli organici;
impegna il Governo, nei limiti delle disponibilità finanziarie:
a valutare l’opportunità di autorizzare, a decorrere dall’anno accademico 2011-2012, l’assunzione a tempo indeterminato, sulle cattedre vacanti e disponibili, di un contingente non superiore a 1000 unità di docenti inseriti nelle graduatorie nazionali ad esaurimento, nonché il personale docente, con tre anni di servizio, inserito nelle graduatorie d’istituto;
a consentire altresì alle istituzioni in parola di procedere all’assunzione a tempo indeterminato di personale amministrativo e coadiutore, per un contingente complessivo non superiore a 450 unità, finalizzato alla copertura dei posti vacanti in organico contestualmente alla cessazione dall’incarico di un corrispondente numero di unità di personale assunte in servizio con contratto a tempo determinato.

G/2968/3/7 (testo 2)
MARIAPIA GARAVAGLIA, RUSCONI, CERUTI, VITTORIA FRANCO, MARCUCCI, PROCACCI, SOLIANI, VITA, BASTICO, MERCATALI, LEGNINI, BLAZINA, GIAMBRONE
La 7ª Commissione permanente del Senato,
in sede di esame del disegno di legge di stabilità per l’anno 2012,
premesso che:
il comma 74 dell’articolo 4 prevede la riduzione a 300 del numero di unità, tra dirigenti scolastici e docenti, dei quali il MIUR può avvalersi presso i propri uffici per compiti connessi con l’autonomia scolastica, con – come si legge nella relazione al disegno di legge – “conseguente minor fabbisogno di personale supplente”;
i commi 75 e 76 dell’articolo 4 prevedono che alle istituzioni scolastiche autonome “particolarmente piccole” non può essere assegnato, in via esclusiva, un posto di direttore dei servizi generali ed amministrativi, prevedendone invece l’assegnazione in comune con altre istituzioni scolastiche e l’innalzamento dei limiti di numero di alunni (da 500 a 600 e da 300 a 400) sotto i quali si provvede alle predette mancate assegnazioni;
questi nuovi “criteri” per l’autonomia scolastica appaiono fortemente penalizzanti per le piccole realtà nelle quali, di fatto, verrà a crearsi una situazione di vero e proprio abbandono dell’istituzione scolastica;
questa manovra di “dimensionamento” finalizzata al contenimento della spesa rischia di creare pesanti danni non solo dal punto di vista quantitativo, ma soprattutto dal punto di vista qualitativo: già ora, infatti, ci sono migliaia di scuole senza preside affidate “in reggenza” ai presidi superstiti costretti così a dividere il proprio impegno su almeno due scuole;
dei 3.138 istituti coinvolti, almeno uno su due perderà il direttore dei servizi generali e amministrativi;
anche in questa manovra economica il Governo, invece di valorizzare l’istruzione scolastica, continua perseverare in una irrazionale e poco lungimirante politica di tagli che sta mettendo a rischio il funzionamento degli istituti scolastici;
impegna il Governo:
a non penalizzare ulteriormente un settore fondamentale per la vita di un Paese quale è quello dell’Istruzione scolastica;
a valutare l’opportunità di individuare iniziative nell’ambito del Fondo istituito ai sensi dell’articolo 4, comma 88, per evitare che questa manovra di “dimensionamento” dei dirigenti scolastici, finalizzata al contenimento della spesa, rischi di creare disservizi e mal funzionamento degli istituti scolastici interessati, tenendo conto delle importanti realtà presenti nei piccoli paesi.

Lettera Presidente Consiglio e 39 punti UE

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

LETTERA ALL’EUROPA 26 ottobre 2011

 

PREMESSA

 

L’Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo. Quest’estate il Parlamento italiano ha approvato manovre di stabilizzazione finanziaria con un effetto correttivo sui saldi di bilancio al 2014 pari a 60 miliardi di euro. Sono state così create le condizioni per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, con un anno di anticipo rispetto a quanto richiesto dalle istituzioni europee. Dal 2012, grazie all’aumentato avanzo primario, il nostro debito scenderà.

 

Tuttavia, siamo consapevoli della necessità di presentare un piano di riforme globale e coerente.

 

La situazione italiana va letta tenendo in debita considerazione gli equilibri più generali che coinvolgono l’intera area europea. Mesi di tensioni sui mercati finanziari e di aggressioni speculative contro i debiti sovrani sono, infatti, il segnale inequivocabile di una debolezza degli assetti istituzionali dell’area euro.

 

Per quel che riguarda l’Italia, consapevoli di avere un debito pubblico troppo alto e una crescita troppo contenuta, abbiamo seguito sin dall’inizio della crisi una politica attenta e rigorosa.

 

Dal 2008 ad oggi il nostro debito pubblico è cresciuto, in rapporto al Pil, meno di quello di altri importanti paesi europei. Inoltre, la disciplina da noi adottata ha portato a un bilancio primario in attivo. Situazione non comune ad altri Paesi.

 

Se problemi antichi, come quello del nostro debito pubblico, danno luogo oggi a ulteriori e gravi pericoli, ciò è soprattutto il segno che la causa va cercata non nella loro sola esistenza, ma nel nuovo contesto nel quale ci si è trovati a governarli.

 

A. I FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA

 

Il Governo italiano ha risanato i conti pubblici e conseguirà l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. Il debito pubblico in rapporto al PIL è stato ricondotto su un sentiero di progressiva riduzione.

 

Nel 2014 avremo un avanzo di bilancio (corretto per il ciclo) pari allo 0,5% del PIL, un avanzo primario pari al 5,7% del PIL e un debito pubblico al 112,6% del PIL. Per realizzare questo obiettivo sono state approvate durante l’estate in tempi record due importanti manovre di finanza pubblica che comporteranno una correzione del deficit tendenziale nel quadriennio 2011-2014 pari rispettivamente a 0,2%, 1,7%, 3,3% e 3,5% del PIL. Nel 2011 si prevede un avanzo primario consistente pari allo 0,9% del PIL. Nonostante l’aumento delle spese per il servizio del debito, questo consentirà la riduzione del rapporto debito/PIL già nel 2012. I dati relativi ai primi otto mesi dell’anno in corso sono coerenti con questi obiettivi.

 

È doveroso segnalare che la nuova serie dei conti nazionali indica che nel 2010 il Pil italiano è cresciuto dell’1,5% e non dell’1,3% e, nei due anni della crisi, il Pil si è ridotto meno di quanto prima stimato (-1,2% invece di -1,3% nel 2008 e -5,1% invece di -5,2% nel 2009).

 

Come conseguenza della revisione contabile operata da Eurostat il rapporto deficit/Pil, che è stato confermato a 4,6% per il 2010, è praticamente allineato a quello della Germania, rivisto dal 3,3% al 4,3%. Si noti, inoltre, che l’Eurostat ha rettificato al rialzo anche i rapporti deficit/Pil della Francia (dal 7% al 7,1%), della Spagna (dal 9,2% al 9,3%), della Grecia (dal 10,5% al 10,6%) e del Portogallo (dal 9,1% al 9,8%).

 

In conclusione, nel 2010 l’Italia aveva, insieme alla Germania, il comportamento largamente più virtuoso in termini di indebitamento netto in rapporto al Pil.

 

B. CREARE CONDIZIONI STRUTTURALI FAVOREVOLI ALLA CRESCITA

 

Siamo ora impegnati nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita. Il Governo ritiene necessario intervenire sulla composizione del bilancio pubblico per renderla più favorevole alla crescita.

 

Con questo obiettivo il Governo intende operare su quattro direttrici nei prossimi 8 mesi:

 

– Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;

– Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;

– Entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia;

– Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.

 

Nei prossimi 4 mesi è, ad ogni modo, prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l’economia italiana. Tale divario si estrinseca in un livello del Pil del Centro-Nord Italia che eguaglia il livello delle migliori realtà europee, e quello del Mezzogiorno, che è collocato in fondo alla graduatoria europea.

 

A riguardo, l’esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali, impegnandosi in una loro revisione globale, inclusi quelli per lo sviluppo delle infrastrutture, allo scopo di migliorarne l’utilizzo e ridefinirne le priorità in stretta collaborazione con la Commissione Europea.

 

Tale revisione consentirà un’accelerazione, una riconsiderazione delle priorità dell’uso dei Fondi e una regia rafforzata, dove l’Italia è disposta a chiedere un sostegno tecnico alla commissione europea per la realizzazione di questo ambizioso obiettivo. Il programma straordinario per lo sviluppo del Mezzogiorno è definito in maniera evocativa “Eurosud” e nasce dalla convinzione che la crescita del Sud è la crescita dell’Italia intera.

 

Il Governo, quindi, definirà ed attuerà la revisione strategica dei programmi cofinanziati dai fondi

strutturali 2007-2013. Tale revisione risponde alle Raccomandazioni del Consiglio del 12 luglio

2011 sul Programma Nazionale di Riforma dell’Italia.

 

Esso si basa su una più forte concentrazione dei Programmi sugli investimenti maggiormente in grado di rilanciare la competitività e la crescita del Paese, segnatamente intervenendo sul potenziale non utilizzato nel Sud, e su un più stringente orientamento delle azioni ai risultati (istruzione, banda larga, ferrovie, nuova occupazione). Tale revisione potrà comportare una riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei programmi comunitari.

 

Le risorse resesi disponibili a seguito di questa riduzione saranno programmate attraverso un percorso di concertazione tra il Ministro delegato alle politiche di coesione, il Commissario europeo competente e le regioni interessate basato su una cooperazione rafforzata con la Commissione europea attraverso un apposito gruppo di azione.

 

Tale piano d’azione sarà definito entro il 15 novembre 2011.

 

La creazione delle condizioni strutturali per la crescita dell’intero Paese passa inevitabilmente per la

revisione delle politiche di:

 

a. promozione e valorizzazione del capitale umano;

b. efficientamento del mercato del lavoro;

c. apertura dei mercati in chiave concorrenziale;

d. sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione;

e. semplificazione normativa e amministrativa;

f. modernizzazione della pubblica amministrazione;

g. efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia;

h. accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;

i. riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.

 

a. Promozione e valorizzazione del capitale umano

 

L’accountability delle singole scuole verrà accresciuta (sulla base delle prove INVALSI), definendo per l’anno scolastico 2012-13 un programma di ristrutturazione per quelle con risultati insoddisfacenti; si valorizzerà il ruolo dei docenti (elevandone, nell’arco d’un quinquennio, impegno didattico e livello stipendiale relativo); si introdurrà un nuovo sistema di selezione e reclutamento.

 

Si amplieranno autonomia e competizione tra Università. Si accrescerà la quota di finanziamento legata alle valutazioni avviate dall’ANVUR e si accresceranno i margini di manovra nella fissazione delle rette di iscrizione, con l’obbligo di destinare una parte rilevante dei maggiori fondi a beneficio degli studenti meno abbienti. Si avvierà anche uno schema nazionale di prestiti d’onore.

 

Da ultimo, tutti i provvedimenti attuativi della riforma universitaria saranno approvati entro il 31 dicembre 2011.

 

b. Efficientamento del mercato del lavoro

 

È prevista l’approvazione di misure addizionali concernenti il mercato del lavoro.

 

1. In particolare, il Governo si impegna ad approvare entro il 2011 interventi rivolti a favorire l’occupazione giovanile e femminile attraverso la promozione: a. di contratti di apprendistato contrastando le forme improprie di lavoro dei giovani; b. di rapporti di lavoro a tempo parziale e di contratti di inserimento delle donne nel mercato del lavoro; c. del credito di imposta in favore delle imprese che assumono nelle aree più svantaggiate.

 

2. Entro maggio 2012 l’esecutivo approverà una riforma della legislazione del lavoro a. funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b. più stringenti condizioni nell’uso dei “contratti para-subordinati” dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato.

 

c. Apertura dei mercati in chiave concorrenziale

 

Entro il 1° marzo 2012 saranno rafforzati gli strumenti di intervento dell’Autorità per la Concorrenza per prevenire le incoerenze tra promozione della concorrenza e disposizioni di livello regionale o locale. Verrà generalizzata, la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali in accordo con gli enti territoriali.

 

Le principali disposizioni contenute nella bozza di disegno di legge sulla concorrenza riguardano i settori della distribuzione dei carburanti e dell’assicurazione obbligatoria sui veicoli. Le misure relative al mercato assicurativo sono state definite all’interno di una proposta di legge di iniziativa parlamentare, che è già stata approvata dalla camera dei deputati ed è attualmente all’esame del senato. Le misure concernenti i mercati della distribuzione carburanti sono state integralmente inserite nel Decreto Legge n.98/2011 e pertanto sono già in vigore. Si è preferito adottare uno strumento legislativo quale il decreto che garantisce l’immediata efficacia degli interventi. nel medesimo decreto legge sono state inserite anche altre disposizioni di apertura dei mercati e liberalizzazioni, tra cui si ricorda in particolare la liberalizzazione in via sperimentale degli orari dei negozi. Nel frattempo, fra i primi in Europa, l’Italia ha aperto alla concorrenza il mercato della distribuzione del gas: sono stati adottati e saranno a breve pubblicati nella gazzetta ufficiale i regolamenti che disciplinano le gare per l’affidamento della distribuzione del gas in ambiti territoriali più ampi dei comuni.

 

Già con il Decreto Legge n. 138/2011 sono state adottate incisive misure finalizzate alla liberalizzazione delle attività d’impresa e degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali. In particolare già si prevede che le tariffe costituiscano soltanto un riferimento per la pattuizione del compenso spettante al professionista, derogabile su accordo fra le parti. Il provvedimento sullo sviluppo conterrà recherà altre misure per rafforzare l’apertura degli ordini professionali e dei servizi pubblici locali.

 

Sempre in materia di ordini professionali, nella manovra di agosto, in tema di accesso alle professioni regolamentate, è stato previsto che gli ordinamenti professionali debbano garantire che l’esercizio dell’attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l’effettiva possibilità di scelta degli utenti nell’ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti. Inoltre, già in sede di conversione della manovra di luglio (DL n. 98/2011) è stato previsto che il Governo, sentita l’Alta Commissione per la Formulazione di Proposte in materia di Liberalizzazione dei Servizi, elaborerà proposte per la liberalizzazione dei servizi e delle attività economiche da presentare alle categorie interessate. Dopo 8 mesi dalla conversione del decreto legge, tali servizi si intenderanno liberalizzati, salvo quanto espressamente regolato.

 

Verranno rafforzati i presidi a tutela della concorrenza nel campo dei servizi pubblici locali, con l’introduzione a livello nazionale di sistemi di garanzia per la qualità dei servizi nei comparti idrico, dei rifiuti, dei trasporti, locali e nazionali e delle farmacie comunali, seguendo rispettivamente questa sequenza temporale 3 mesi, 6 mesi, 9 mesi e 12 mesi.

 

Per quanto riguarda la riforma dei servizi pubblici locali che il Governo italiano – riprendendo quanto già previsto dall’articolo 23 bis del DL 112/2008 – ha approvato nella manovra di agosto 2011 escludendo il settore idrico a seguito di un referendum popolare. Con le disposizioni che si intende varare si rafforza il processo di liberalizzazione e privatizzazione prevedendo che non è possibile attribuire diritti di esclusiva nelle ipotesi in cui l’ente locale affidante non proceda alla previa verifica della realizzabilità di un sistema di concorrenza nel mercato, ossia di un sistema completamente liberalizzato. Inoltre, viene previsto un ampliamento delle competenze dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché un sistema di benchmarking al fine di assicurare il progressivo miglioramento della qualità di gestione e di effettuare valutazioni comparative delle diverse gestioni.

 

d. Sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione

 

Entro il 2011, al fine di favorire la crescita delle imprese il Governo prevede di utilizzare la leva fiscale per agevolare la capitalizzazione delle aziende, con meccanismi di deducibilità del rendimento del capitale di rischio. Verranno potenziati gli schemi a partecipazione pubblica di venture capital e private equity, preservando la concorrenza nei relativi comparti.

 

Il Governo trasformerà le aree di crisi in aree di sviluppo, rendendo più semplice ed efficace la procedura per definire i programmi di rilancio, che potranno essere finanziati anche con risorse comunitarie.

 

Forte impegno dell’esecutivo verso le PMI, destinando loro il 50% delle risorse non utilizzate ogni anno del Fondo Rotativo per il Sostegno alle imprese e per gli investimenti in ricerca.

 

Questi interventi – insieme al Contratto di Sviluppo, già operativo – rientrano a pieno titolo nell’ambito del riordino generale degli incentivi contenuto nello Statuto delle Imprese, che diventerà legge nelle prossime settimane.

 

Per garantire la liquidità delle imprese si prevede un sistema di certificazione di debiti delle Pubbliche Amministrazioni locali nei confronti delle imprese stesse al fine di consentire lo sconto e successivo pagamento da parte delle banche, in conformità alle procedure di calcolo Eurostat e senza impatto addizionale sull’indebitamento della Pubblica Amministrazione.

 

e. Semplificazione normativa e amministrativa

 

Il Governo incentiva la costituzione di “zone a burocrazia zero” in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, anche attraverso la creazione dell’U.L.G. – Ufficio Locale dei Governi quale autorità unica amministrativa che coinvolgerà i livelli locali di governo in passato esclusi.

 

Il Governo mira a semplificare la costituzione del bilancio delle S.r.l., la digitalizzazione del deposito dell’atto di trasferimento delle quote delle società e lo snellimento in materia di vigilanza delle società di capitali e degli organi di controllo.

 

I rapporti con la pubblica amministrazione diventeranno più snelli grazie alla completa sostituzione dei certificati con delle autocertificazioni, mentre le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione resteranno valide solo nei rapporti tra privati.

 

I controlli sulle imprese si ispireranno a criteri di semplicità e proporzionalità, al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni che possano recare intralcio al normale esercizio delle attività imprenditoriali.

 

Da ultimo, per quanto riguarda la semplificazione amministrativa verrà completata nei prossimi 6 mesi la strategia di revisione della regolamentazione settoriale, elaborando proposte puntuali di semplificazione dei procedimenti e monitorandone gli effetti. Verrà rafforzata e accelerata l’attuazione del programma di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi derivanti da obblighi di tipo informativo previsti da leggi statali (MOA). Inoltre, ove la disciplina sia di fonte regionale e locale, verranno rafforzati ed estesi gli incentivi previsti dalla manovra estiva per i procedimenti amministrativi relativi all’avvio e alla svolgimento dell’attività d’impresa. L’obiettivo è quello di migliorare il posizionamento dell’Italia nella graduatoria internazionale relativa al Doing Business, nei prossimi 3 anni.

 

f. Modernizzazione della pubblica amministrazione

 

La pubblica amministrazione è un volano fondamentale della crescita. Stiamo creando le condizioni perché la pubblica amministrazione sia pronta ad accompagnare la ripresa, svolgendo una funzione di servizio allo sviluppo e non di zavorra burocratica. Ecco perché la semplificazione, la trasparenza e la meritocrazia sono fondamentali. Un tassello rilevante è costituito dalla piena attuazione della Riforma Brunetta della pubblica amministrazione, in particolar modo dalle misure che rafforzano il ruolo della Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle amministrazioni pubbliche (istituita nel dicembre del 2009) e le cui competenze saranno integrate con il disegno di legge in materia di anticorruzione, già approvato dal Senato, e attualmente all’esame della Camera dei Deputati. Esso rappresenta un passaggio importante per la completa implementazione della riforma della pubblica amministrazione in quanto individua una nuova governance per l’attività di prevenzione e contrasto della corruzione, affidando le funzioni alla Commissione e individuando con estrema puntualità le modalità di accrescimento del livello di trasparenza della pubblica amministrazione.

 

Per rendere più efficiente, trasparente, flessibile e meno costosa la pubblica amministrazione tanto a livello centrale quanto a livello degli enti territoriali (oltre al vigente blocco del turnover del personale) renderemo effettivi con meccanismi cogenti/sanzionatori: a. la mobilità obbligatoria del personale; b. la messa a disposizione (Cassa Integrazione Guadagni) con conseguente riduzione salariale e del personale; c. il superamento delle dotazioni organiche.

 

Contestualmente all’entrata in vigore della legge costituzionale recante l’abolizione e la razionalizzazione delle province è prevista l’approvazione di una normativa transitoria per il trasferimento del relativo personale nei ruoli delle regioni e dei comuni.

 

g. Efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia

 

Proseguendo sulla linea delle misure definite in estate, verranno rafforzati il contrasto della litigiosità e la prevenzione del contenzioso (anche attraverso la costituzione presso il Ministero della Giustizia di un gruppo tecnico che individui situazioni a forte incidenza di litigiosità e proponga specifici interventi di contrasto). Entro il 30 aprile 2012 verrà completato il progetto in corso presso il Ministero della Giustizia per la creazione di una banca dati centralizzata per le statistiche civili e per quelle fallimentari. Verranno rafforzati i meccanismi incentivanti per gli uffici virtuosi di cui alla Legge n. 111 del 2011. L’obiettivo è quello della riduzione della durata delle controversie civili di almeno il 20 per cento in 3 anni.

 

h. Accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia

 

Oltre alla realizzazione degli investimenti già concordati con le società concessionarie, il Governo solleciterà una maggiore partecipazione degli investitori privati, definendo entro il 31 dicembre 2011 standard contrattuali tipo che facilitino il ricorso al project financing, con una più chiara ed efficiente allocazione dei rischi tra le parti e accrescendo le certezze sulla redditività dell’opera e la prevenzione di comportamenti di tipo monopolistico nella determinazione dei pedaggi. Verrà rafforzata la qualità della programmazione finanziaria pubblica, definendo obiettivi pluriennali di spesa e concentrando le risorse su progetti considerati strategici.

 

Il Governo è impegnato nella definizione nelle prossime 10 settimane di alcune opere immediatamente cantierabili, su proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che potranno beneficiare, a titolo di contributo al finanziamento, della defiscalizzazione (IRAP, IRES) a vantaggio dei concessionari dell’opera stessa. Inoltre sono previste una serie di semplificazioni e velocizzazioni nelle procedure di approvazione dei progetti da parte del CIPE e la suddivisione degli appalti in lotti funzionali per garantire alle PMI un accesso facilitato.

 

Si prevede lo sblocco degli investimenti privati grazie alla semplificazione delle procedure relative ai contratti di programma dei maggiori aeroporti italiani. Infine, sono previste norme mirate all’ottimizzazione delle gestioni negli impianti portuali e di semplificazione in materia di trasporto eccezionale su gomma.

 

Da ultimo, è in corso di predisposizione una garanzia “reale” dello Stato (attraverso propri beni immobili, e non solo di natura finanziaria) per i mutui prima casa di giovani coppie, prive di contratto di lavoro a tempo indeterminato. Questo garantirà un nuovo impulso al mercato immobiliare e alle nuove famiglie.

 

i. Riforma dell’architettura costituzionale dello Stato

 

Il Governo italiano è impegnato in un processo di complessiva riforma costituzionale. Essa riguarda tanto l’assetto costituzionale dei poteri, quanto la cornice normativa volta a promuovere le condizioni di sviluppo del mercato e una disciplina più rigorosa delle finanze pubbliche.

 

Pur nella complessità del processo di revisione costituzionale l’Italia intende giungere all’approvazione della prima lettura di tali disegni di legge costituzionale entro i prossimi 6/12 mesi.

 

In particolare, quanto alla riforma dello Stato, si tratta dei seguenti provvedimenti:

 

a. Disegno di legge (già approvato in prima lettura alla Camera) sulla modifica dell’elettorato attivo e passivo per l’elezione al Parlamento nazionale al fine di garantire una maggiore partecipazione giovanile alla vita politica.

 

b. Due disegni di legge (all’esame del Parlamento) di riforma complessiva dell’organizzazione dei vertici delle istituzioni politiche, con particolare riferimento alla riduzione significativa del numero dei parlamentari, all’abolizione delle province, alla riforma in senso federale dello Stato, alla maggiore efficienza dei meccanismi decisionali e al rafforzamento del ruolo dell’esecutivo e della maggioranza.

 

Sul secondo versante, relativo alla disciplina del mercato e al rigore della finanza pubblica, si prevede:

 

a. Un disegno di legge (la cui approvazione è in corso proprio in questi giorni presso la Camera dei deputati) di riforma degli articoli della costituzione relativi alla libertà di iniziativa economica e alla tutela della concorrenza, nonché alla riforma della pubblica amministrazione in funzione della valorizzazione dell’efficienza e del merito.

 

b. Un disegno di legge sull’introduzione del vincolo di pareggio di bilancio sul modello già seguito in altri ordinamenti europei.

 

A tal fine si deve ricordare che l’articolo 138 della Costituzione Italiana impone che le leggi costituzionali ad intervallo non minore di tre mesi. Quindi, anche con la massima celerità possibile, le riforme costituzionali richiedono dei tempi minimi imprescindibili.

 

Le conseguenti leggi attuative saranno successivamente attuate senza indugio, non essendovi vincoli temporali nell’ambito della Costituzione.

 

C. UNA FINANZA PUBBLICA SOSTENIBILE

 

Le pensioni

 

Nella attuale legislatura la normativa previdenziale è stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i più sostenibili in Europa e tra i più capaci di assorbire eventuali choc negativi.

 

Grazie al meccanismo di aggancio dell’età pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010 (art. 12 commi 12-bis e 12-ter, DL 78/2010, come modificato con art. 18 comma 4, DL 98/2011), il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sarà pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026.

 

Sono già stati rivisti i requisiti necessari per l’accesso al pensionamento di anzianità. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all’evoluzione della speranza di vita.

 

La delega fiscale e assistenziale previdenziale

 

Il provvedimento di iniziativa governativa è già all’esame del Parlamento e sarà approvato, entro il 31 gennaio 2012, quindi con tempi compatibili all’emanazione dei provvedimenti delegati entro il 2012. Comunque, anche al fine di accrescere la fiducia degli investitori, nel rispetto del percorso di risanamento programmato, il Governo ha fornito, con la Legge 148 del 14 settembre 2011, le risorse che saranno reperite con l’esercizio della delega per la riforma dei sistemi fiscale e assistenziale sulla base degli attuali regimi di favore fiscale e delle sovrapposizioni fra agevolazioni e conseguenti inefficienze ad oggi individuate. Tali risorse ammontano ad almeno 4 miliardi di euro nell’anno 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi di euro annui a decorrere dal 2014.

 

Contestualmente, per dare massima garanzia sul rispetto dei saldi è stata introdotta una clausola di salvaguardia. La clausola prevede che, in caso di ritardo nell’attuazione della delega oltre il 30 settembre 2012, le agevolazioni fiscali vigenti saranno ridotte del 5% per l’anno 2012 e del 20% a decorrere dal 2013. In alternativa, anche parziale, si è stabilita la possibilità di disporre con decreto del Presidente del consiglio, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, la rimodulazione delle aliquote delle imposte indirette, inclusa l’accisa.

 

In breve, qualora la delega non fosse esercitata entro il 30 settembre 2012 o le nuove disposizioni fiscali e assistenziali non siano in grado di garantire un sufficiente effetto positivo sul deficit (almeno 4 miliardi nel 2012, 16 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014), si avrà una riduzione automatica delle agevolazioni fiscali che garantirà comunque il raggiungimento degli obiettivi di risparmio. Viceversa, se la delega verrà esercitata entro il termine e le nuove disposizioni garantiranno effetti di risparmio almeno pari a quelli previsti, non si procederà dunque al taglio automatico delle agevolazioni.

 

Le dismissioni

 

Entro il 30 novembre 2011, il Governo definirà un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all’anno nel prossimo triennio.

 

Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali.

 

La razionalizzazione della spesa pubblica

 

Il Governo ribadisce l’impegno a definire entro il 31 dicembre 2011 il programma per la riorganizzazione della spesa previsto dalla Legge 14 settembre 2011, n. 148, in particolare per quanto riguarda: l’integrazione operativa delle agenzie fiscali; la razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dell’amministrazione dello Stato e degli enti della previdenza pubblica in modo da creare sinergie e ottimizzare l’uso delle risorse; il coordinamento delle attività delle forze dell’ordine; la razionalizzazione dell’organizzazione giudiziaria nel suo complesso in modo da accelerare i tempi della giustizia civile; e la riorganizzazione della rete consolare e diplomatica. Il Governo attuerà i primi interventi dal 1° gennaio 2012 e darà conto dei progressi realizzati con cadenza trimestrale.

 

Debito pubblico

 

Entro il 31 dicembre 2011, il governo affiderà l’elaborazione di un piano organico per l’abbattimento del debito attraverso anche le dismissioni ad una commissione ristretta di personalità di prestigio, in collaborazione con gli enti territoriali e con le principali istituzioni economiche e finanziarie nazionali ed internazionali.

 

Il costo degli apparati istituzionali

 

Il Governo riconosce la necessità di rafforzare gli interventi volti a ridurre i costi degli apparati istituzionali. In particolare, verrà perseguita entro il 2012, una razionalizzazione e soppressione delle provincie e la riallocazione delle funzioni delle Province alle Regioni o ai Comuni, in modo da assicurare un significativo snellimento dei relativi apparati burocratici e degli organi rappresentativi. Verrà rafforzato il regime di incompatibilità fra le cariche elettive ai diversi livelli di governo.

 

Il pareggio di bilancio

 

Il disegno di legge di riforma della Costituzione in materia di pareggio di bilancio è già all’esame della Camera dei Deputati. L’obiettivo è quello di una sua definitiva approvazione entro la metà del 2012.

 

Con le modifiche introdotte con la Legge n.39/2011 alla “Legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) è stata rivista la normativa relativa alle coperture finanziarie delle leggi a vantaggio del rafforzamento della relativa disciplina fiscale. In particolare, per la copertura degli oneri correnti della legge di stabilità è stata circoscritta la possibilità di utilizzare il miglioramento del risparmio pubblico, escludendo la possibilità di finanziare con tali risorse nuove o maggiori spese correnti.

 

Definire le ulteriori misure correttive eventualmente necessarie

 

Il Governo monitorerà costantemente l’andamento dei conti pubblici. Qualora il deterioramento del ciclo economico dovesse portare a un peggioramento nei saldi il Governo interverrà prontamente.

 

L’utilizzo del Fondo per esigenze indifferibili sarà vincolato all’accertamento, nel giugno del 2012, di andamenti dei conti pubblici coerenti con l’obiettivo per l’indebitamento netto del prossimo anno.

 

D. CONCLUSIONI

 

Siamo sicuri che, con l’impegno di tutti, scaturito dalla consapevolezza che ci troviamo a fronteggiare problemi che riguardano l’intera Unione e la tenuta stessa della moneta comune, dunque problemi non circoscrivibili a questa o quella debolezza o forza nazionali, consegneremo ai giovani un’Europa più forte e più coesa.

 

14 ottobre Manovra triennale di Finanza pubblica

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 14 ottobre, approva, per il triennio 2012-2014, il disegno di legge relativo alla legge di stabilità ed il disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato.

Di seguito un estratto del comunicato stampa del CdM ed il comunicato del MIUR:

(… ) In coerenza con le dichiarazioni rese dal Presidente Berlusconi alla Camera dei Deputati nella giornata di ieri, sulle quali gli è stata ribadita la fiducia, ed al fine di corrispondere responsabilmente all’obbligo costituzionalmente sancito di dare conto dell’esercizio finanziario dell’anno 2010, il Consiglio ha unanimamente deciso di ripresentare al Parlamento il disegno di legge recante il Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato per l’esercizio finanziario 2010, che stamane la Corte dei conti, a Sezioni riunite, ha dichiarato corrispondente a quello parificato il 28 giugno scorso.

Il Consiglio ha approvato, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti, il disegno di legge relativo alla legge di stabilità per il triennio 2012-2014 ed il disegno di legge sul bilancio di previsione dello Stato per il medesimo triennio.

I due provvedimenti, in linea con le disposizioni introdotte con la legge n.196 del 2009 (legge di contabilità e finanza pubblica), compongono la manovra triennale di finanza pubblica e, in particolare, la legge di stabilità dispone il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale 2012-2014, esprimendolo principalmente sotto un aspetto tabellare che conferisce al documento contabile una migliore trasparenza e leggibilità.

Per il predetto triennio, la manovra economico-finanziaria recata dai decreti-legge n.98 e n.138 del 2011 si completa con l’odierno disegno di legge di stabilità. Lo stesso infatti è volto anche a recepire le proposte di riduzione di spesa che il Ministeri hanno selettivamente formulato per il triennio 2012-2014 in base a quanto stabilito dall’art.10, commi da 2 a 5, del richiamato decreto-legge n.98 del 2011. Tali proposte concorrono al raggiungimento degli obiettivi programmati di finanza pubblica nel rispetto delle direttive impartite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 28 settembre 2011. Nel medesimo disegno di legge sono, inoltre, individuati – in apposito elenco – gli interventi da realizzare con le risorse finanziarie accantonate con il citato decreto-legge n.98 per oltre 4.800 milioni di euro.

Il disegno di legge relativo al bilancio di previsione risulta elaborato, a legislazione vigente, anch’esso su base triennale, come previsto dalla normativa contabile.

Il Governo conferma così oggi l’impegno per una politica economica improntata a rigore e a riduzione della spesa, in conformità al programma di Governo presentato agli elettori e in coerenza con la sfavorevole congiuntura economica.

 

Legge stabilità, Gelmini: Più risorse per scuola e università

(Roma, 14 ottobre 2011) Il ministro Mariastella Gelmini esprime, al termine del Consiglio dei ministri, la propria soddisfazione per l’attenzione riservata al sistema scolastico e universitario nella legge di stabilità. In particolare, ringrazia il Presidente Berlusconi per la sensibilità e l’attenzione dimostrata per i giovani, la scuola e l’università.

Il ministro fa rilevare che sono stati destinati, in aggiunta al bilancio 2012, 400 milioni per l’università, di cui 300 per il Fondo di funzionamento (FFO) e 100 per interventi di sviluppo del sistema, e 20 milioni per le università non statali. A questi si aggiungono 150 milioni per le borse di studio per gli studenti universitari.

Nel settore scuola vengono confermati gli incrementi di risorse per il funzionamento degli istituti e sono stati stanziati ulteriori 242 milioni di euro (in aggiunta a quelli già in bilancio 2012) per le scuole paritarie.

Inoltre, le razionalizzazioni operate nel bilancio del Ministero hanno consentito di istituire un nuovo Fondo di 65 milioni nel 2012 (il fondo salirà a 168 milioni nel 2013) destinato alla valorizzazione dell’istruzione scolastica, universitaria e dell’AFAM (alta formazione artistica, musicale e coreutica).

Infine, il capitolo dell’edilizia scolastica. Qui è stata operata una rimodulazione delle risorse e, in particolare, sono stati confermati il primo piano stralcio per la scuola abruzzese e il secondo piano stralcio, già oggetto di convenzioni con gli enti locali per i singoli interventi.

Per quanto riguarda, invece, la rimodulazione del terzo piano stralcio, tuttora da avviare, viene recuperato subito, nel 2012, uno stanziamento di 100 milioni di euro, mentre la parte restante verrà inserita nei fondi FAS (di 2,5 miliardi) espressamente dedicati a “infrastrutture e messa in sicurezza delle scuole”.

11 ottobre 7a Senato approva Direttiva Legge 440

L’11 ottobre la 7a Commissione del Senato esprime all’unanimità parere favorevole con condizioni sullo Schema di direttiva per l’anno 2011 concernente gli interventi prioritari, i criteri generali per la ripartizione delle somme, le indicazioni sul monitoraggio, il supporto e la valutazione degli interventi previsti dalla legge n. 440 del 1997, recante l’istituzione del fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi.

Di seguito il parere approvato:

La Commissione, esaminato, ai sensi dell’articolo 2 della legge 18 dicembre 1997, n. 440,lo schema di direttiva in titolo,

manifestato rammarico per la costante riduzione delle risorse destinate all’offerta formativa, nonostante che il parere favorevole della Commissione sullo schema di direttiva dello scorso anno fosse espressamente condizionato al reperimento di nuovi stanziamenti a favore di un settore assolutamente strategico per il futuro del Paese, anche nell’attuale situazione di difficoltà dell’economia nazionale ed internazionale,

registrato con rammarico anche il mancato recepimento delle altre osservazioni formulate dalla Commissione lo scorso anno ed in particolare l’invito a reintrodurre la valorizzazione delle eccellenze fra gli interventi prioritari e a non abbassare la guardia rispetto all’educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva,

rilevata invece positivamente l’introduzione di una specifica attenzione all’alfabetizzazione motoria, con la prosecuzione di una sperimentazione che prevede l’affiancamento dell’insegnante elementare con un esperto laureato in scienze motorie,

preso atto che la scarsità di risorse a disposizione, unita all’ampio e disparato ventaglio di interventi considerati prioritari, rende difficile un’efficace azione di ampliamento dell’offerta formativa a vantaggio degli studenti,

in considerazione delle forti difficoltà economiche nazionali ed internazionali,

esprime parere favorevole con le seguenti condizioni:

1. valuti il Governo se non sia preferibile concentrare i fondi, nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica, su un ristretto numero di grandi obiettivi strategici per la crescita per il Paese. Fra questi, potrebbe trovare collocazione una particolare attenzione alle zone a rischio di devianza minorile, dove sono maggiormente diffusi fenomeni di disagio sociale e dove i docenti, pur capaci sul piano non solo professionale ma anche umano, dovrebbero poter disporre di risorse adeguate al fine di recuperare i giovani alla convivenza sociale pacifica;

2. siano esclusi dal novero dei progetti finanziabili quelli afferenti le discipline tipiche dell’attività curricolare, atteso che la ratio del Fondo è quella di favorire l’ampliamento dell’offerta formativa con iniziative volte a focalizzare l’attenzione dei ragazzi su tematiche di grande rilievo che non trovino spazio nei curricola;

3. l’anno prossimo siano incrementate le disponibilità del Fondo.

14 settembre Approvata stabilizzazione finanziaria

La Camera, con 316 voti favorevoli e 302 contrari, ha approvato definitivamente il DdL di conversione del decreto 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. Il testo era stato già approvato il 7 settembre U.S. dal Senato con 165 voti favorevoli, 141 contrari e 3 astenuti.

8 settembre DdL costituzionali e Licei sportivi in CdM

Il consiglio dei ministri, nel corso della riunione dell’8 settembre, ha approvato due disegni di legge costituzionale ed uno schema di regolamento per l’introduzione dei Licei sportivi.

Di seguito un estratto del comunicato stampa del CdM ed il comunicato del MIUR:

Il Consiglio ha esaminato ed approvato due disegni di legge costituzionale. Il primo, su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro dell’economia, introduce nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio. Il secondo, su proposta del Presidente del Consiglio e dei Ministri per le riforme ed il federalismo e per la semplificazione normativa, disciplina il procedimento di soppressione della provincia quale ente locale statale.

Il Consiglio ha poi approvato i seguenti provvedimenti:

(…) su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Gelmini:

– uno schema di regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione di indirizzo sportivo del sistema dei licei, per colmare un vuoto normativo con l’introduzione di percorsi didattici omogenei su tutto il territorio nazionale e garantire così agli studenti la possibilità di studio delle scienze motorie e sportive, l’applicazione dei metodi della pratica sportiva in diversi ambiti, l’elaborazione dell’analisi critica dei fenomeni sportivi, la riflessione metodologica sullo sport e sulle procedure sperimentali ad esso inerenti, la ricerca di strategie tese a favorire la scoperta del ruolo pluridisciplinare e sociale dello sport, l’approfondimento della conoscenza e della pratica delle diverse discipline sportive; il testo sarà trasmesso al Consiglio nazionale della pubblica istruzione, alla Conferenza unificata, al Consiglio di Stato ed alle Commissioni parlamentari

 

Organizzazione dei licei ad indirizzo sportivo

Colmare un vuoto normativo con l’introduzione di percorsi didattici omogenei su tutto il territorio nazionale e garantire agli studenti non solo la possibilità di studio delle scienze motorie e sportive, ma anche l’applicazione dei metodi della pratica sportiva in diversi ambiti, l’elaborazione dell’analisi critica dei fenomeni sportivi, la riflessione metodologica sullo sport e sulle procedure sperimentali ad esso inerenti, la ricerca di strategie tese a favorire la scoperta del ruolo pluridisciplinare e sociale dello sport, l’approfondimento della conoscenza e della pratica delle diverse discipline sportive: questo lo schema di regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione di indirizzo sportivo dei licei approvato dal Consiglio dei Ministri l’8 settembre 2011 su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Gelmini.

La sezione ad indirizzo sportivo si inserisce strutturalmente, a partire dal primo anno di studio, nel percorso del liceo scientifico di cui all’articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n . 89, nell’ambito del quale propone insegnamenti ed attività specifiche .

Le istituzioni scolastiche che richiedono l’attivazione della sezione ad indirizzo sportivo devono disporre di impianti ed attrezzature ginnico-sportive adeguate.

La sezione ad indirizzo sportivo è volta all’approfondimento delle scienze,motorie e sportive e di una o più discipline sportive all’interno di un quadro culturale che favorisce, in particolare, l’acquisizione delle conoscenze e dei metodi propri delle scienze matematiche, fisiche e naturali nonché dell’economia e del diritto. Guida lo studente a sviluppare le conoscenze e le abilità ed a maturare le competenze necessarie per individuare le interazioni tra le diverse forme del sapere, l’attività motoria e sportiva e la cultura propria dello sport , assicurando la padronanza dei linguaggi, delle tecniche e delle metodologi e relative.

Le istituzioni scolastiche coinvolte assicurano, con opportune misure anch e attraverso gli itinerari di orientamento, le pari opportunità di tutti gli studenti , compresi quelli che si trovano in condizione di criticità formativa e in condizion e di disabilità nei limiti delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente.

La sezione ad indirizzo sportivo realizza il profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione per il sistema dei licei di cui all’allegato A al decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n . 89. A tale fine, il profilo è integrato con i risultati di apprendimento previsti per la sezione ad indirizzo sportivo.

I risultati di apprendimento, il piano degli studi e gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alla sezione ad indirizzo sportivo sono riportati nell’allegato A al presente decreto.

12 agosto Stabilizzazione finanziaria in CdM

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 12 agosto, ha approvato

un decreto-legge che individua ulteriori ed immediate misure per la stabilizzazione finanziaria, per favorire lo sviluppo, a sostegno dell’occupazione, per la riduzione dei costi degli apparati istituzionali, nonché in materia di liberalizzazione di attività economiche. In particolare:

Disposizioni per la stabilizzazione finanziaria

Disposizioni per la riduzione della spesa pubblica

– Anticipazione e rafforzamento dei tagli ai Ministeri.

– Anticipazione dei tagli agli Enti territoriali compensata con l’anticipazione del federalismo fiscale.

– Riduzione delle dotazioni organiche dei Ministeri e degli enti pubblici nazionali.

– Anticipazione finanziaria degli effetti della riforma assistenziale e fiscale.

– Pensioni: finestra per i pensionamenti nella scuola ed altro.

Disposizioni in materia di entrate

– Prelievi di solidarietà e lotta all’evasione: sanzioni più forti per chi non emette fattura.

– Interventi sulle rendite finanziarie.

– Misure in materia di giochi ed accise sul fumo.

Liberalizzazioni, privatizzazioni ed altre misure per favorire lo sviluppo

– liberalizzazione delle professioni e delle attività economiche.

– Privatizzazione dei servizi pubblici locali.

– Norme in materia di società municipalizzate.

– Liberalizzazione in materia di segnalazione certificata di inizio attività, denuncia e dichiarazione di inizio attività. Ulteriori semplificazioni.

– Attuazione della disciplina di riduzione delle tariffe elettriche e del gas.

Misure a sostegno dell’occupazione

– Sostegno della contrattazione collettiva di prossimità.

– Collocamento obbligatorio e regime delle compensazioni.

– Fondi interprofessionali per la formazione continua.

– Livelli di tutela essenziali per l’attivazione dei tirocini.

– Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Riduzione dei costi degli apparati istituzionali

– Trattamento economico dei parlamentari ed incompatibilità.

– Riduzione del numero dei consiglieri ed assessori regionali e relative indennità. Misure premiali.

– Riduzione ed accorpamento di Province sulla base del censimento del 2011 e dimezzamento dei consiglieri e assessori.

– Riduzione dei costi relativi alla rappresentanza politica.

– Riforma del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

– Voli in classe economica per parlamentari, amministratori pubblici, dipendenti dello Stato, componenti di enti ed organismi.

Per far fronte alle esigenze della scuola, nell’imminenza dell’avvio del nuovo anno scolastico, su proposta dei Ministri Brunetta e Tremonti, è stato inoltre approvato un decreto presidenziale che autorizza per il solo anno 2011-2012 il trattenimento in servizio di 414 dirigenti scolastici; il decreto, altresì, prende atto di quanto definito dalla programmazione triennale delle assunzioni nella scuola, autorizzando l’assunzione a tempo indeterminato di 30.300 unità di personale docente ed educativo e di 36.000 unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario.

28 luglio Consiglio dei ministri

Il Consiglio dei ministri si e’ riunito il 28 luglio 2011.

Di seguito un estratto del comunicato stampa:

Il Consiglio ha poi approvato i seguenti provvedimenti: (…)

su proposta del Ministro dell’istruzione, Gelmini:

– due provvedimenti di attuazione alla delega conferita al Governo a riformare il sistema universitario. Il primo è uno schema di decreto legislativo, sul quale verranno acquisiti i pareri prescritti, finalizzato a disciplinare l’introduzione di un sistema di accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari, la previsione di un sistema di valutazione e di assicurazione della qualità, dell’efficienza e dell’efficacia della didattica e della ricerca, nonché il potenziamento del sistema di autovalutazione della loro qualità ed efficacia. Gli obiettivi da raggiungere sono: meccanismi premiali a favore degli atenei virtuosi, per mirare alla realizzazione degli obiettivi qualitativi, pervenendo così gradualmente ad una nuova e più attenta disciplina della distribuzione delle risorse pubbliche; l’attribuzione dei compiti di valutazione ad un ente esterno al Ministero, distinto ed indipendente, con personalità giuridica pubblica; la verifica dei risultati raggiunti, in termini di qualità, efficienza ed efficacia dalle strutture universitarie, da parte dell’ANVUR che valuta gli atenei più virtuosi, da riconoscere a livello nazionale mediante accreditamento e da premiare con le risorse pubbliche; il monitoraggio degli obiettivi programmati dalle università tramite un sistema di controllo interno che viene potenziato e collegato con gli obiettivi definiti dall’ANVUR. Il secondo decreto è un regolamento che mira a raggiungere un criterio di selezione altamente qualificato rispetto alle procedure espletate negli anni accademici precedenti all’entrata in vigore della legge delega, nonché un elevato grado di preparazione e di competenza dei professori universitari, in linea con i parametri e gli standard europei. Sul testo sono stati acquisiti i pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari. (…)

Il Consiglio ha autorizzato il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione ad esprimere il parere favorevole del Governo sull’Ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto Scuola, funzionale alla stabilizzazione dei precari.

22 luglio Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei ministri si e’ riunito il 22 luglio 2011

Di seguito un estratto del comunicato stampa:

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge costituzionale, su proposta del Presidente Berlusconi e del Ministro per le riforme per il federalismo, Bossi, che contiene una serie articolata di modifiche dirette a modernizzare la nostra architettura costituzionale. I punti principali della riforma sono i seguenti:

– Riduzione del numero dei parlamentari

La riforma costituzionale prevede il dimezzamento del numero dei deputati e dei senatori, che comporta istituzioni più snelle e riduzione dei costi della politica. Inoltre è previsto in Costituzione che l’indennità parlamentare sia commisurata almeno per una parte significativa all’effettiva partecipazione ai lavori.

– Riforma del bicameralismo e trasformazione in senso federale del Senato

Si riforma il nostro sistema bicamerale paritario e simmetrico trasformando in senso federale il Senato, avviando una forte semplificazione dei procedimenti legislativi e garantendo la piena governabilità del sistema.

L’età per potere essere eletti alla Camera e al Senato viene abbassata per ambedue le Camere.

– Migliore ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni

La riforma punta a fare chiarezza nella ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni in materie molto delicate come l’energia e le infrastrutture strategiche.

– Procedimento legislativo più veloce, più garanzie per Governo e opposizioni

Il procedimento legislativo diviene più semplice e tempestivo; solo per poche e delicate materie (come la revisione costituzionale) si procederà con il sistema bicamerale perfetto, mentre negli altri casi la competenza sarà distinta tra i due rami.

Il Governo avrà il potere di richiedere la conclusione dell’esame di disegni di legge, presso la Camera dei deputati, entro tempi certi.

Spetterà ai Regolamenti parlamentari definire più incisivi poteri del Governo in Parlamento e predisporre adeguate garanzie per le opposizioni parlamentari.

– Più stabilità di Governo, rafforzamento del Premier

La riforma intende garantire una maggiore stabilità di Governo ed un rafforzamento del Premier, che assumerà la denominazione di Primo Ministro. La legge elettorale per la Camera dei deputati, anche attraverso l’indicazione del candidato Primo Ministro, dovrà garantire la formazione di maggioranze solide; in tal modo, l’individuazione del Primo Ministro e della maggioranza che appoggia il Governo sarà facile ed immediata. Infatti, il Primo Ministro sarà nominato dal Presidente della Repubblica sulla base dei risultati delle elezioni.

L’eventuale approvazione della mozione di sfiducia non comporta lo scioglimento necessario della Camera dei deputati. E’ possibile che il Presidente della Repubblica, nel rispetto dei risultati delle elezioni, nomini un nuovo Primo Ministro. E’ comunque previsto che il Primo Ministro possa chiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento delle Camere.

Il Primo Ministro nomina e revoca i Ministri ed i Viceministri. Può richiedere al Presidente della Repubblica lo scioglimento della Camera dei deputati.

– Salde le istituzioni di garanzia

La riforma mantiene “inalterate” le istituzioni di garanzia dell’ordinamento costituzionale.

Il Presidente della Repubblica rimane il supremo garante dell’equilibrio fra i poteri, intervenendo, in particolare, nella fase di scioglimento delle Camere, di promulgazione delle leggi e di emanazione degli atti aventi valore di legge e dei regolamenti. Anzi, il suo ruolo sarà destinato ad accentuarsi a seguito dell’apertura della rappresentanza parlamentare alle istanze degli enti territoriali. (…)

 

Il Consiglio ha poi approvato i seguenti provvedimenti: (…)

su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta:

– un decreto legislativo che interviene in materia di conferimento di incarichi dirigenziali da parte delle Regioni e degli Enti locali e di non applicabilità di alcune disposizioni relative alla valutazione della performance del personale in ente con un numero di dipendenti inferiore a quindici. Il provvedimento offre, inoltre, una corretta e definitiva interpretazione delle regole sulla partecipazione sindacale e sulle competenze della contrattazione collettiva integrativa, al fine di sanare eventuali discrasie organizzative. Il testo ha ricevuto il parere della Conferenza unificata e delle Commissioni parlamentari.

Nota 21 luglio 2011, Prot. AOODGOS/5036

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per l’istruzione

Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica

 

Ai Direttori

degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

e, p.c. Al Sovrintendente degli studi per la

Regione Valle D’Aosta

AOSTA

Al Dirigente Generale del Dipartimento Istruzione

Provincia Autonoma di Trento

TRENTO

Al Sovrintendente Scolastico per la

Provincia Autonoma di Bolzano

BOLZANO

All’Intendente Scolastico per la Scuola in

lingua tedesca

BOLZANO

All’Intendente Scolastico per la Scuola

Località Ladine

BOLZANO

 

Oggetto: Collaborazione Parlamento MIUR. Trasmissione bandi

 

La collaborazione pluriennale fra questo Ministero, Camera dei deputati e Senato della Repubblica, avviata per avvicinare i giovani ai valori ed ai principi della nostra Carta costituzionale, ha trovato nuovi comuni impegni che si sono tradotti in una pluralità di progetti rivolti ai differenti gradi di istruzione. Gli ottimi risultati ottenuti e l’entusiasmo manifestato dai partecipanti inducono, di comune accordo, a proseguire le iniziative anche per il prossimo anno scolastico.

Ogni istituzione scolastica è sollecitata a progettare e sperimentare propri percorsi didattici anche avvalendosi delle opportunità offerte dalle suddette iniziative svolte in collaborazione con il Parlamento di cui si segnalano quelle che rivestono particolare rilevanza.

 

Progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione”, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado, a cui si partecipa mediante la produzione di un lavoro originale a carattere multimediale volto ad illustrare come gli studenti immaginano lo svolgimento futuro dei principi costituzionali che essi ritengono più importanti per il progresso civile del paese. Una rappresentanza delle sessanta scuole selezionate verrà invitata a Roma per due giornate durante le quali prima si effettueranno incontri con parlamentari ed esperti e poi si svolgerà, quest’anno nell’aula della Camera, la cerimonia conclusiva con la menzione dei lavori migliori;

Progetto “Un giorno in Senato”, rivolto a classi dell’ultimo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, che prevede incontri di studio e di formazione per mettere a confronto le conoscenze acquisite dagli studenti nel corso dell’attività didattica con il concreto funzionamento dell’Assemblea parlamentare di Palazzo Madama;

Progetto “Vorrei una legge che…”, rivolto alle classi quinte delle scuole primarie, con cui il Senato si propone di far riflettere i più giovani studenti su temi a loro vicini e di far cogliere l’importanza delle leggi sulla regolamentazione della vita di tutti i giorni incentivando il senso civico e di partecipazione democratica;

Progetto “Testimoni dei diritti”, rivolto alle classi delle scuole secondarie di primo grado, con sui il Senato intende richiamare l’attenzione sul riconoscimento dei diritti umani attraverso la riflessione sulla Dichiarazione universale approvata dall’ONU nel 1948;

Progetto “Giornata di formazione a Montecitorio”, rivolto alle classi dell’ultimo biennio delle scuole secondarie di secondo grado, che ha l’obiettivo di far vivere direttamente l’esperienza di due giornate alla Camera per verificarne nel concreto il funzionamento;

Progetto “Parlawiki–Costruisci il vocabolario della democrazia”, rivolto alle classi quinte delle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo grado, con cui la Camera invita le classi a illustrare in modo sintetico e originale, sotto forma multimediale, alcune “parole chiave” dell’attività parlamentare. I lavori ritenuti più significativi verranno pubblicati sul sito nella sezione rivolta ai più giovani e poi sottoposti a votazione per via telematica.

 

Le istituzioni scolastiche interessate potranno partecipare ai suddetti progetti secondo le modalità previste dai relativi bandi, qui allegati.

Le SS.LL. sono pregate di confermare il nominativo del referente regionale già indicato lo scorso anno per seguire queste attività, dandone comunicazione al Dipartimento per l’Istruzione entro il 15 settembre 2011 al seguente indirizzo di posta elettronica: eva.ciampa@istruzione.it. Per eventuali, ulteriori informazioni rivolgersi a: Dott.ssa Eva Ciampa – Segreteria Dipartimento per l’Istruzione – Tel. 06.5849.3600.

Tenuto conto dell’alto valore educativo e civico delle iniziative, si pregano le SS.LL. di sensibilizzare i Dirigenti scolastici affinché queste opportunità formative siano adeguatamente divulgate e recepite.

Si ringrazia per la collaborazione.

 

IL DIRETTORE GENERALE

F.to Carmela Palumbo

 

Allegati

1. Progetto “Dalle aule parlamentari alle aule di scuola. Lezioni di Costituzione” (con all. 1A e all. 1B) 2. Progetto “Un giorno in Senato”

3. Progetto “Vorrei una legge che…”

4. Progetto “Testimoni dei diritti”

5. Progetto “Giornata di formazione a Montecitorio”

6. Progetto “Parlawiki-Costruisci il vocabolario della democrazia”

14 luglio Audizione Ministro in 7a Senato

Il 5 ed il 14 luglio si svolge in 7a Commissione Senato l’audizione del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sull’attuazione delle politiche del suo Dicastero

Resoconto sommario n. 312 del 05/07/2011

Il PRESIDENTE introduce l’audizione del Ministro, ringraziandolo per aver dato la sua disponibilità ad essere presente nella seduta odierna.

Ha la parola il ministro Mariastella GELMINI, che riferisce sull’attuazione delle politiche del suo Dicastero facendo presente che la legge 8 ottobre 2010 n. 170 ha identificato la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi specifici di apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione e agli atenei il compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché gli alunni e gli studenti possano raggiungere il successo formativo. Tale legge ha riconosciuto una particolare forma di tutela del diritto allo studio degli alunni affetti da DSA, centrata su una didattica individualizzata e personalizzata, sulla individuazione di strumenti compensativi, sulla attivazione di misure dispensative e sulla previsione di adeguate forme di verifica e valutazione. Il 26 maggio 2011, con nota circolare del Ministero indirizzata alle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, i dirigenti scolastici sono stati invitati a ritenere valide, ai fini degli strumenti compensativi e delle misure dispensative da adottare anche nello svolgimento degli esami di Stato, le diagnosi o le certificazioni di DSA rilasciate da specialisti o strutture accreditate anteriormente al 2 novembre 2010, data di entrata in vigore della legge n. 170, e comunque in tempi utili per l’attivazione delle previste misure educative e didattiche individualizzate e personalizzate. La citata legge n. 170 del 2010 prevede che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca emani un decreto, di concerto con il Ministro della salute, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, recante linee guida pei la predisposizione di protocolli regionali, da stipulare entro i successivi sei mesi, per le attività di identificazione precoce dei DSA. Prevede altresì un decreto ministeriale per individuare le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti, le misure educative e didattiche di supporto, le forme di verifica e di valutazione del rendimento degli alunni e degli studenti. In attuazione della legge n. 170 e al fine di predisporre i suddetti provvedimenti, è stato istituito con decreto ministeriale n. 144 del 17 dicembre 2010 il previsto Comitato tecnico-scientifico, composto da esperti di comprovata competenza in materia di disturbi specifici di apprendimento. Si tratta, in particolare, sia di esperti dell’Amministrazione, che del mondo clinico-scientifico, scolastico e universitario. Il Comitato ha lavorato per la definizione del testo dei due decreti ministeriali sopra citati (sia per le attività di identificazione precoce dei DSA che per quelle per il diritto allo studio degli studenti con DSA). Il Comitato ha licenziato in questi giorni il testo delle linee guida che sono state trasmesse al Ministero della salute per il prescritto concerto. Il Comitato licenzierà il prossimo 12 luglio lo schema di decreto, contenente in allegato le linee guida per il diritto allo studio degli studenti con DSA. Le istituzioni scolastiche dovranno adottare modalità valutative che consentano all’alunno o allo studente con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto. Con specifico riguardo alla possibilità di usufruire dell’esonero dall’insegnamento della lingua straniera, si è ritenuto di inserire norme specifiche in materia nell’emanando decreto ministeriale, che consentiranno dal prossimo anno scolastico due modalità di fruizione dall’esonero. La prima consiste nell’esonero dalle sole prove scritte di lingua straniera. In tal caso, lo studente potrà essere valutato per la sola esposizione orale, anche in sede di esame di Stato, conseguendo un diploma di licenza media che consenta l’iscrizione a pieno titolo alla scuola secondaria di secondo grado o un diploma di maturità che consenta l’iscrizione a pieno titolo all’università. La seconda modalità consiste nell’esonero totale dall’insegnamento della lingua straniera. Tale possibilità residuale verrà concessa solo in presenza di una grave forma di DSA, associata ad altra disabilità appositamente certificata. Per rendere operativi tali previsioni è stato firmato in questi giorni un accordo con la Conferenza nazionale permanente dei presidi di Scienze della formazione (cui afferiscono 32 facoltà universitarie su tutto il territorio nazionale) per l’istituzione di un corso di perfezionamento o master in didattica e psicopedagogia dei disturbi specifici d’apprendimento. Nell’ambito di tale accordo quadro, gli uffici scolastici regionali potranno stipulare apposite convenzioni con le facoltà di Scienze della formazione, per l’attivazione presso le stesse di corsi di perfezionamento o master rivolti a dirigenti e docenti delle scuole di ogni ordine e grado. La definizione entro la metà di luglio del decreto ministeriale e delle linee guida per il diritto allo studio, consentirà al Ministero di poter fornire le opportune istruzioni alle istituzioni scolastiche in tempi congrui per l’avvio del nuovo anno scolastico.

Con riferimento alle pronunce giurisdizionali relative all’inquadramento dei docenti precari titolari di tre contratti consecutivi, fa presente che alla luce dei contrasti giurisprudenziali sorti in merito alla trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato nell’ambito del sistema scolastico, l’articolo 9 del decreto legge n. 70 del 2011 aggiunge espressamente tra le ipotesi di esclusione dall’applicazione della direttiva comunitaria 1999/70/CE, anche i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente e ausiliario-tecnico-amministrativo, considerata la necessità di garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo. Inoltre, proprio al fine di garantire la continuità nella erogazione del servizio scolastico e educativo e al fine di conferire il maggior grado possibile di certezza nella programmazione degli organici della scuola, la stessa norma prevede l’adozione di un piano triennale straordinario di immissioni in ruolo di personale docente e di personale ATA. La stabilizzazione potrà avvenire nei limiti dei posti vacanti e disponibili nell’organico di diritto, tenuto conto delle disponibilità finanziarie e delle esigenze di stabilità di bilancio dello Stato. Il fenomeno del precariato va affrontato tenendo conto della specificità della scuola, nell’ambito della quale va in ogni caso assicurata la presenza di docenti in caso di assenza dei docenti titolari. Inoltre, sempre per quanto attiene il precariato della scuola, si sottolinea che, per far fonte alla situazione dei docenti annuali precari perdenti posto sono state prorogate, sempre con il medesimo articolo 9 del decreto-legge n. 70 del 2011, anche per l’anno scolastico 2011-2012, le misure legislative a favore dei succitati docenti (precedenza assoluta in tutte le nomine, riconoscimento del punteggio intero, automatismo della liquidazione dell’indennità di disoccupazione, laddove dovuta, da parte dell’INPS, priorità nella assegnazione dei progetti avviati a seguito di convenzioni con le Regioni).

Con riferimento alle dotazioni organiche dei docenti per l’anno scolastico 2011-2012 ed ai criteri per la formazione delle classi, prosegue il Ministro ricordando che con l’anno scolastico 2011-2012 si conclude la razionalizzazione del sistema scolastico e la riforma degli ordinamenti che ha avuto avvio con l’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 e con i relativi provvedimenti attuativi. Si tratta di un complesso di provvedimenti di straordinaria importanza in quanto nel loro insieme realizzano una vera e propria riforma di sistema che, a regime, consentirà di riqualificare l’offerta formativa secondo criteri e soluzioni di qualità.

Giova precisare che l’intervento di riordino e di riassetto del sistema scolastico, nonché, in particolare, la riforma del sistema educativo di istruzione e formazione del secondo ciclo, in particolare, risponde ad una esigenza diffusa e fortemente avvertita da alcuni decenni, come provano i numerosi tentativi, purtroppo non andati a buon fine, di Governi precedenti. L’articolo 64 citato ha introdotto, come elemento nuovo e qualificante, la valorizzazione del merito avendo previsto la messa a disposizione della scuola del 30 per cento delle risorse risparmiate vale a dire: 410 milioni per il 2010, 664 milioni per il 2011 e 957 milioni a regime (dal 2012 in poi). In particolar modo, la destinazione di tali risorse alla valorizzazione e allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola a decorrere dall’anno 2010 è già stata realizzata sotto un duplice profilo: la possibilità che il Ministero ha avuto di compensare il blocco delle progressioni economiche del personale della scuola per il triennio 2011, 2012 e 2013, previsto dall’articolo 9 della legge n. 122 del 2010. A normativa vigente, infatti, gli incrementi stipendiali per il personale della scuola sono l’unico meccanismo di progressione stipendiale prevista per gli insegnanti. Con il decreto del 29 marzo 2011 sono stati attivati due progetti di sperimentazione, uno annuale, per premiare gli insegnanti che si distinguono per un generale apprezzamento professionale all’interno di una scuola (progetto, denominato “Valorizza” che ha coinvolto 33 scuole nelle province di Napoli e delle regioni Piemonte e Lombardia) ed un altro triennale relativo alle modalità, criteri e strumenti per la valutazione delle scuole (progetto denominato “VSQ).

Per quanto riguarda specificamente le dotazioni organiche dell’anno scolastico 2011-2012, è necessario premettere che, come è noto, le dotazioni organiche a livello nazionale e la ripartizione a livello regionale sono fissate con decreto interministeriale, da emanare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e tenuto conto dei criteri di cui all’articolo 64 citato. I due decreti ministeriali (rispettivamente uno per il personale docente e uno per il personale ATA) sono stati già firmati e vistati dalla Ragioneria Generale dello Stato. I criteri utilizzati per la determinazione delle dotazioni organiche, come per gli anni scorsi, sono l’entità della popolazione scolastica, la presenza di alunni portatori di handicap e di alunni di cittadinanza non italiana, le caratteristiche geomorfologiche dei territori interessati, le condizioni socio-economiche e di disagio sociale delle diverse realtà, la distribuzione delle classi tra i vari gradi di istruzione e relativo tempo scuola (tempo pieno nella scuola primaria e tempo prolungato nella scuola di primo grado), la presenza dei plessi e delle sezioni staccate. Gli organici sono stati altresì determinati tenendo conto dei nuovi quadri orario previsti dai regolamenti sia per il primo che per il secondo ciclo, per il quale la riforma si applica solo alle classi prime e seconde. Pertanto, grazie all’azione sinergica e razionalizzatrice delle tre linee del Piano programmatico (riforma degli ordinamenti del primo e del secondo ciclo di istruzione, quello per ridefinizione del rapporto alunni/docente, in avvicinamento agli standard europei, nonché quello della riorganizzazione dell’offerta formativa sul territorio), a fronte della riduzione complessiva dell’organico docenti prevista dai saldi finanziari dell’articolo 64 del citato decreto-legge n. 112 del 2008, pari a 19.700 posti per l’anno scolastico 2011-2012, come ultimo anno del triennio interessato alla razionalizzazione, anche per il prossimo anno scolastico siamo riusciti a non avere alcuna ripercussione sul funzionamento delle scuole e sulla qualità e quantità del servizio scolastico offerto. Le classi a tempo pieno, che nell’anno scolastico 2007-2008 erano pari a 33.224 (circa il 24,15 per cento del totale delle classi) e che sono aumentate negli anni successivi, passando nell’anno scolastico 2008/2009 a 34.317 (pari al 25,03 per cento del totale), nell’anno scolastico 2009/2010 a 36.493 (pari al 26,95 per cento del totale), nell’anno scolastico 2010/2011 a 37.407 (pari al 27,95 per cento del totale), aumenteranno ancora nell’anno scolastico 2011/12 a 38.120 (pari al 28,93 per cento del totale delle classi). Un altro esempio è relativo alla dotazione organica degli insegnanti di sostegno. Al riguardo, nessuna riduzione ha riguardato né riguarderà i posti di sostegno che, anzi, sulla base della sentenza della Corte costituzionale n. 80 del 2010, sono aumentati nell’anno scolastico 2010-2011 di ben 4.400 unità (portando l’organico di fatto da circa 90.000 docenti a 94.400 docenti). Per l’anno scolastico 2011-2012, è stato confermato interamente anche l’organico di diritto dei docenti di sostegno agli alunni disabili oltre 63.400 posti, che è il risultato di un incremento di circa 15.000 posti negli ultimi tre anni scolastici; tali posti sono utili per le immissioni in ruolo e per la stabilizzazione dei docenti di sostegno. Del resto anche la recente manovra approvata dal Consiglio dei Ministri del 30 giugno ultimo scorso non ha determinato alcun taglio alle dotazioni organiche dei docenti di sostegno, confermando anzi l’organico dell’anno scolastico 2010/2011, fatto salva la possibilità di deroga necessaria per assicurare la piena tutela dell’integrazione scolastica. Ha previsto, inoltre, per un migliore ed efficiente utilizzo delle risorse umane, che i docenti di sostegno siano assegnati complessivamente alla scuola o a reti di scuole allo scopo costituite, proprio per rendere possibile, con più flessibilità, l’intervento di personale e l’utilizzo di strumenti specificamente finalizzati al tipo di disabilità, promuovendo, nel contempo, anche nei confronti degli altri docenti dei consigli di classe, una più diffusa cultura dell’integrazione. Infine, per quanto riguarda il riparto tra Regioni dell’organico, si segnala che è in corso un confronto con la struttura tecnica della Conferenza unificata per definire criteri condivisi di riparto dell’organico fra le Regioni. Tale struttura tecnica, proprio di recente, ha proposto dei nuovi criteri di riparto, che sono oggetto di valutazione e la cui efficacia, quindi, non potrà che decorrere dall’anno scolastico 2012/2013, tenuto conto dello stato attuale delle procedure e dell’esigenza di complesse modifiche al software del sistema informativo del Ministero. Per quanto riguarda, invece, la dotazione organica dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2011/2012, non vi sarà un numero cospicuo di immissioni in ruolo perché con le immissioni del corrente anno scolastico sono state quasi del tutto esaurite le relative graduatorie. Per questa ragione, nei prossimi giorni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando per il concorso ordinario a 2.386 posti di dirigenti scolastici. E’ fondato prevedere, pertanto, che da settembre si avvierà la relativa procedura concorsuale, che presenta aspetti innovativi rispetto al passato con l’introduzione di una prova preselettiva, cui potranno partecipare tutti coloro che hanno il requisito dei cinque anni di docente di ruolo. In tal modo, si supera la vecchia logica di valutare esclusivamente l’anzianità di servizio, dando quindi la possibilità anche ai giovani docenti di partecipare al concorso.

Per quanto riguarda i criteri per la formazione delle classi, sottolinea che i criteri adottati per il prossimo anno scolastico sono esattamente quelli già adottati nell’anno scolastico in corso; sono, cioè, quelli espressamente previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, rispetto ai quali il decreto interministeriale sulle dotazioni organiche si limita alle necessarie contestualizzazioni tenuto conto del numero degli alunni iscritti e delle situazioni specifiche del territorio. In ogni caso, è in corso un monitoraggio da parte degli uffici scolastici regionali per verificare eventuali limitati scostamenti da tali criteri ed intervenire prima dell’avvio delle lezioni con sdoppiamenti di classe, tenuto conto anche delle specifiche situazioni edilizie dei vari contesti.

Con riferimento al recente svolgimento delle prove INVALSI, il 20 giugno 2011 si è svolta, nell’ambito dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione, la prova nazionale predisposta dall’INVALSI. Hanno partecipato alla prova oltre 593.000 studenti, circa 29.000 classi, circa 6.000 scuole tra statali e paritarie. Va subito precisato, con estrema chiarezza, che i fascicoli contenenti le prove, così come la griglia di correzione per l’individuazione delle risposte corrette e per l’attribuzione del punteggio non contenevano alcun errore, per cui l’esame di Stato si è concluso regolarmente ed è valido a tutti gli effetti di legge. L’unico profilo di criticità, che ha destato un clamore eccessivo e strumentale, ha riguardato la maschera elettronica per il calcolo automatico del punteggio e del voto da esso derivato, che l’INVALSI ha messo a disposizione, unitamente alla usuale griglia per la correzione manuale, quale ulteriore strumento per facilitare il lavoro delle scuole. Il software relativo a detta maschera conteneva un errore che è stato immediatamente identificato e corretto dagli esperti dell’Istituto.

Riferendosi allo stato di avanzamento del riordino degli enti di ricerca il Ministro fa presente che nell’ambito del processo di riordino di cui al decreto legislativo n. 213 del 2009,il 10 maggio 2011 sono entrati in vigore i nuovi statuti degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. L’approvazione dei predetti statuti è il risultato di una complessa procedura, frutto anche di intensi contatti e interlocutorie con gli enti stessi, volta a garantire non solo il rispetto delle generali disposizioni di legge, ma anche di quelle correlate alla specificità delle attività svolte da ciascun ente. Relativamente ai membri dei Consigli di amministrazione di nomina governativa, con decreto dello scorso 2 maggio è stato costituito il Comitato di selezione previsto dall’articolo 11 del decreto legislativo n. 213 del 2009 con il compito di sottoporre al Ministro, per ciascun ente e sulla base delle rispettive norme statutarie, una rosa di cinque nominativi per ogni incarico di Presidente e di tre nominativi per ciascuna carica di consigliere. Il Comitato, nel valutare le singole candidature, avrà cura di garantire prioritariamente che il profilo dei candidati risponda ad elevata qualificazione tecnico-scientifica, comprovata da particolari competenze professionali, acquisite anche in ambito internazionale. Il Comitato ha prontamente avviato i propri lavori e il 20 maggio scorso ha emanato l’avviso pubblico per la presentazione delle candidature.

Con riferimento allo stato di avanzamento dell’attuazione della riforma universitaria e, in particolare, l’assunzione dei ricercatori e i tempi di entrata in vigore dell’abilitazione scientifica nazionale, la legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante “Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario”, entrata in vigore il 29 gennaio 2011, prevede che la piena attuazione della riforma venga completata dall’emanazione di 38 provvedimenti di varia natura giuridica (decreti ministeriali ed interministeriali, regolamenti e decreti legislativi). Il Ministero ha dato avvio, già prima dell’entrata in vigore della legge, a tutte le azioni necessarie affinché i decreti attuativi della riforma potéssero vedere la luce quanto prima, tenendo in piena considerazione la necessità di definire da subito tutti gli aspetti di merito toccati dalla legge di riforma e oggetto dei provvedimenti attuativi. Tra i provvedimenti attuativi della riforma universitaria merita una speciale menzione anche il disposto dei commi da 3 a 16 dell’articolo 9 del decreto legge n. 70 del 2011, che ha istituito e disciplinato la Fondazione dedicata alla gestione del Fondo per il merito di cui all’articolo 4 della legge n. 240 del 2010 con lo scopo di promuovere la cultura del merito e la valorizzazione delle eccellenze nel sistema scolastico (esame di maturità) ed universitario, attraverso i due strumenti dei premi (cioè borse di studio) e dei buoni studio (cioè prestiti di onore).

Per quanto attiene l’assunzione dei ricercatori, sono attualmente in fase di svolgimento in tutti gli atenei circa 900 concorsi di ricercatore (sono gli ultimi di ricercatore a tempo indeterminato, i cui bandi erano stati pubblicati prima dell’entrata in vigore della legge n. 240 del 2010). Per quanto riguarda i nuovi bandi di ricercatore a tempo determinato, di cui all’articolo 24, comma 3, della legge n. 240 del 2010 (nelle due tipologie quella dei tre anni prorogabili per altri due e quella dei tre anni non prorogabili), si specifica che ciascun ateneo, ai sensi della nuova norma, deve dotarsi di un apposito regolamento al riguardo. Anche a seguito di un’apposita nota trasmessa dalla Direzione generale dell’università agli atenei, in cui si specificava la necessità di tale preliminare adempimento e si chiariva, inoltre, che tale regolamento non è soggetto ad approvazione o autorizzazione da parte del Ministero, molte università si stanno già dotando ditale regolamento. Ciò potrà consentire loro di partire con i nuovi concorsi il prossimo anno accademico.

Per quanto attiene, infine, ai tempi di entrata in vigore della nuova abilitazione nazionale, nonché degli ulteriori provvedimenti attuativi ivi previsti, tali provvedimenti potranno essere definitivamente approvati entro ottobre 2011 e le procedure per l’abilitazione nazionale potranno essere avviate tra ottobre e dicembre 2011.

 

Il PRESIDENTE dichiara aperto il dibattito.

 

La senatrice Vittoria FRANCO (PD) fa presente l’allarme di molte famiglie sulla difficoltà che queste incontrano nell’ottenere il pieno riconoscimento di quanto disposto dalla legge n. 170 del 2010 da parte delle scuole e degli insegnanti, che ancora non hanno metabolizzato i contenuti di tale legge. Auspica quindi che, per il prossimo anno, in seguito ai chiarimenti forniti dal Ministero, la situazione possa migliorare, anche traendo spunto da alcune best practice che sono comunque segnalate nell’ambito di alcune Regioni. Rimane tuttavia il dubbio che classi in soprannumero riescano a gestire adeguatamente i contenuti didattici in favore dei soggetti affetti da DSA. Si sofferma quindi sui tagli operati alla scuola nelle regioni Toscana e Lazio riportando dati quantitativi puntuali dai quali emerge che le riduzioni sono sicuramente più cospicue rispetto alla semplice razionalizzazione a cui il Ministro ha fatto riferimento. Bisogna infatti contrastare il fenomeno della dispersione scolastica. Inoltre, il tempo pieno, inteso come modalità didattica e non come semplice rientro pomeridiano a scuola, non è sempre garantito. Richiama quindi l’attenzione del Ministro sul fatto che nel decreto-legge n. 70 del 2011, attualmente in sede di conversione, non c’è traccia del piano di assunzione dei docenti, circostanza che insieme al blocco del turn over rischia di pregiudicare il funzionamento delle istituzioni scolastiche. L’accorpamento degli istituti comprensivi con più di mille studenti arreca un danno notevole agli studenti stessi e alle famiglie che finiscono per fruire di un servizio di qualità peggiore. Conclude infine sottolineando che, se l’economia tedesca è tornata a crescere, ciò è stato possibile grazie ad investimenti sul piano formativo, ad iniziare dalle attività formative rivolte all’infanzia.

 

Il senatore RUSCONI (PD) fa presente che le poche notizie relative alla manovra finanziaria che filtrano individuano nel settore dell’istruzione uno degli ambiti preferiti per effettuare riduzioni in termini di assegnazioni di risorse. Il piano triennale dei tagli per otto miliardi e mezzo di euro e 130.000 posti di lavoro in meno non si esaurisce quest’anno, perché nel prossimo triennio andranno a regime le cosiddette riforme della scuola primaria e superiore con i relativi tagli di monte-ore e personale. La prospettiva di grandi plessi scolastici, con l’aggregazione di scuole materne, elementari e medie, comporta l’eliminazione dei limiti numerici degli alunni in presenza di studenti diversamente abili. Certamente non migliorerà la qualità e l’efficienza della scuola italiana il congelamento degli organici con la contestuale previsione di un aumento degli alunni. Rimane poi aperto il problema del precariato scolastico, nonostante le promesse del Ministro relative ad un piano triennale di assunzioni, ed i giovani che vogliono intraprendere l’attività di insegnamento non hanno alcuna prospettiva. A questa situazione drammatica si aggiungono i tagli e i ritardati pagamenti alle scuole paritarie, e non si ha notizia dei 2,5 miliardi destinati dall’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 all’incentivazione degli insegnanti migliori. Per quanto riguarda poi il versante universitario, soltanto adesso giunge all’attenzione del Parlamento il primo dei numerosi decreti attuativi della legge n. 240 del 2010, che pure prevedeva un fondo per il merito che adesso viene sostituito dalla disciplina recata dall’articolo 9 del decreto-legge n. 70 del 2011. Il contesto finanziario entro il quale gli atenei stanno attualmente programmando le assunzioni si presenta difficile per il 2011 ed inaccettabile – secondo le parole del presidente della CRUI – per il 2012, con una riduzione del Fondo per il finanziamento ordinario di più del 5 per cento delle risorse.

 

Il senatore GIAMBRONE (IdV) interviene incidentalmente per chiedere, nel caso in cui non si arrivi a concludere la procedura informativa in corso, la prosecuzione dell’audizione del Ministro Gelmini, tanto attesa dalla Commissione, in una prossima seduta.

 

Il PRESIDENTE fa presente l’esigenza di contenere la durata degli interventi, limitandoli alla richiesta di chiarimenti e non estendendoli a valutazioni generali sulle politiche del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, al fine di consentire l’intervento di tutti i senatori iscritti a parlare.

 

Il senatore VALDITARA (FLI) richiama l’attenzione del ministro Gelmini sui disegni di legge relativi alla riforma del reclutamento facendone presente la validità dei contenuti. Chiede chiarimenti sulle modalità con cui il Ministero intende affrontare un tema sociale di grande rilevanza come quello del precariato nella scuola. Auspica poi una riforma in senso anglosassone delle modalità di svolgimento dell’esame di maturità, anche in considerazione del successivo accesso all’università. Con riferimento all’INVALSI, chiede di conoscere quando tale sistema di valutazione potrà essere esteso a tutte le scuole al fine di disporre di un importantissimo strumento di valutazione e di controllo della qualità del servizio scolastico erogato. Per quanto riguarda gli enti di ricerca ricorda brevemente che l’idea di un Comitato di selezione (search committee) era nata in seno alla maggioranza. Chiede inoltre chiarimenti in merito alle progressioni stipendiali di anzianità, che sono state salvaguardate anche nel comparto universitario, ma che non sono state ancora corrisposte nell’anno in corso. Dopo aver fatto presente che, nel periodo 2008-2013, sono previsti tagli per un miliardo di euro, chiede come si pensa di attuare la norma che prevede l’assunzione dei futuri abilitati alla funzione di associato. Se non sono previsti nuovi ingressi di professori universitari, sottolinea infine che i blocchi delle retribuzioni per gli insegnanti, gravano su stipendi il cui importo risulta già adesso insufficiente.

 

Il senatore PROCACCI (PD) chiede quando potrà andare a regime il sistema di assunzione degli insegnanti per concorso e potrà concludersi l’immissione in ruolo dei precari. Ricorda poi che gli scatti di anzianità per il 2010 sono stati attribuiti al personale docente con un decreto nel 2011. Chiede quindi se il ministero intenda procedere con analogo provvedimento nel 2012 e nel 2013, oppure se tali scatti verranno attribuiti automaticamente. Riporta infine le preoccupazioni degli insegnanti di alcune classi di concorso che subiscono la concorrenza di insegnanti di classi di concorso diverse che possono insegnare la loro materia, senza che viga una condizione di reciprocità.

 

Il senatore CERUTI (PD) dichiara di condividere la preoccupazione espressa dal ministro Gelmini sull’assenza di una programmazione coordinata degli enti di ricerca che condiziona pesantemente l’efficiente uso delle risorse finanziarie. Analoga mancanza di coordinamento vale anche per le università con un proliferare di corsi di laurea rispetto al quale chiede se il Ministro stia svolgendo il necessario monitoraggio. Per quanto riguarda poi la ripartizione dei settori disciplinari in settori concorsuali, osserva che l’utilità amministrativa non corrisponde alla necessità della valutazione della qualità dei futuri professori. Se da un lato proliferano le specializzazioni disciplinari, in base ad un meccanismo di selezione di tipo darwiniano, si rischia di perdere il bagaglio scientifico molto approfondito che in taluni ambiti è patrimonio di pochi professori. Chiede al riguardo quali siano gli strumenti di compensazione che il ministero intende adottare nei raggruppamenti di settori disciplinari per tener conto di talune specializzazioni molto approfondite ma non altrettanto diffuse.

 

Il senatore VITA (PD) sottolinea la situazione di grande sofferenza vissuta dal mondo universitario a seguito della riforma avviata con la legge n. 240 del 2010. Chiede quindi al Ministro se sia a conoscenza del fatto che gli studenti e i professori dell’Accademia di belle arti di Roma hanno iniziato, il 29 giugno scorso, uno sciopero della fame per sollecitare l’attenzione delle istituzioni sulle problematiche che interessano il loro settore. Accademie e conservatori vivono infatti uno stato di degrado scoraggiante che pregiudica la qualità della vita delle persone che vivono di cultura.

 

La senatrice Mariapia GARAVAGLIA (PD) fa preliminarmente riferimento alle problematiche vissute nel settore musicale. Il Paese ha infatti un problema di sopravvivenza della cultura e, in prospettiva, un problema sociale, se si tiene conto del fatto che, nel volgere di dieci anni, saranno disponibili nelle strutture sanitarie italiane la metà degli specialisti di cui tale settore ha bisogno. Va quindi garantito agli studenti il diritto ad un corso di studi e a poter programmare il proprio futuro professionale. In tale contesto, il ministero dovrebbe intervenire facilitando una razionalizzazione delle facoltà di medicina, che non consista però nella creazione di scuole mediche al di fuori dell’università, ed evitando la fuga dei medici italiani che all’estero sono pure molto apprezzati.

 

Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro Gelmini ed i senatori intervenuti per il dibattito sin qui svolto, comunicando che l’audizione proseguirà in una prossima seduta.

Rinvia quindi il seguito della procedura informativa.

 

Resoconto sommario n. 315 del 14/07/2011

Riprende l’audizione sospesa nella seduta del 5 luglio scorso.Nel dibattito interviene il senatore ASCIUTTI (PdL) il quale ringrazia anzitutto il ministro Gelmini di aver fugato le preoccupazioni sorte in ordine ai tempi di applicazione della riforma universitaria (legge n. 240 del 2010) e prende atto con soddisfazione che gran parte della normativa secondaria prevista sarà approvata prima dell’estate.

Si sofferma indi sull’Alta formazione artistica e musicale (AFAM), stigmatizzando che i titoli conseguiti dagli studenti non siano spendibili a livello europeo. Auspica pertanto una sollecita approvazione del disegno di legge n. 1693 a sua prima firma, sul quale il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ha finalmente reso i chiarimenti richiesti dal Dicastero dell’economia, da cui si attende ora il definitivo via libera. Domanda indi al Ministro se ritenga opportuna la permanenza di una direzione generale apposita per l’AFAM nel suo Dicastero, ovvero non concordi sull’ipotesi di accorparla alla direzione generale per l’università, stante la piena equiparazione dei due segmenti formativi. Chiede inoltre quali prospettive di statizzazione vi siano per le cinque Accademie di belle arti private, sollecitando nei loro confronti l’applicazione dell’articolo 3 della legge n. 240 e la conseguente federazione con università vicine.

Dopo aver registrato con favore il prossimo completamento dell’iter applicativo della legge n. 170 del 2010, sui disturbi specifici di apprendimento (DSA), esprime apprezzamento anche per il piano di assunzioni per 67.000 unità nella scuola, fra docenti e personale ATA, contenuto nella manovra finanziaria in corso di approvazione. Con riguardo a quest’ultima, chiede peraltro chiarimenti in ordine alla prevista aggregazione in istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado.

 

La senatrice BASTICO (PD) ritiene che l’esposizione introduttiva del Ministro sia inficiata da un eccesso di ottimismo. Dalla scuola, e soprattutto da coloro che sono maggiormente impegnati per garantirne la qualità, si leva infatti un grido di dolore certamente non corporativo.

Ella manifesta quindi soddisfazione per l’intento del Ministro di stabilizzare il personale scolastico e, nel contempo, di imporre la permanenza per cinque anni nella medesima posizione. Ritiene infatti che la qualità dell’insegnamento sia intimamente connessa alla continuità. Chiede peraltro conferma che le 67.000 assunzioni previste dalla manovra finanziaria siano concentrate nel prossimo anno scolastico, tanto più che si tratta di posti vacanti. Se la misura fosse spalmata in tre anni, si finirebbe invece per coprire appena un terzo dei pensionamenti. Al contrario, occorre che nei successivi due anni del triennio si coprano per intero gli altri posti vacanti.

Ella si sofferma poi sulla formazione in ingresso dei docenti, lamentando che il regolamento recentemente approvato non abbia affrontato anche il connesso tema del reclutamento. Al riguardo, invita il Ministro a pronunciarsi sul complesso intreccio fra assunzione dei precari e accesso alla professione di giovani formati con le nuove modalità.

Passando al dimensionamento scolastico, deplora l’aggregazione in istituti comprensivi prevista dalla manovra finanziaria, di cui peraltro non sono neanche quantificati i risparmi. Si tratta a suo giudizio di una misura addirittura incostituzionale, atteso che l’organizzazione scolastica e la programmazione dell’offerta formativa sono di competenza delle Regioni come confermato dalla Corte costituzionale che, con la sentenza n. 200 del 2009, ha annullato una norma di legge che disciplinava proprio il dimensionamento. Non a caso, in questo senso va anche il parere reso dalla Commissione affari costituzionali sulla manovra finanziaria. Invita pertanto a percorrere la corretta strada dell’intesa con gli enti locali, evitando atti di imperio.

In merito agli insegnanti di sostegno, rileva che risultano in aumento non solo le certificazioni degli alunni disabili, ma anche i casi di profondo disagio sociale, che meritano altrettanta attenzione. Ribadisce pertanto la proposta dell’organico funzionale, affinché alle scuole sia assegnato un contingente di docenti stabile, cui affiancare una variabile legata alle dinamiche evolutive.

Auspica indi la piena generalizzazione della scuola dell’infanzia, la cui copertura non è attualmente sufficiente sì da ledere il diritto all’apprendimento dei bambini da 3 a 6 anni.

Dopo aver sollecitato una modifica della recente riforma degli istituti tecnici e professionali, che ha inopinatamente dimezzato le ore di laboratorio con gravissimi effetti sulla preparazione degli studenti, lamenta che le 40 ore attualmente assicurate dalle scuole non corrispondano al tempo pieno, come concepito precedentemente in termini di formazione e compresenza.

In tema di federalismo scolastico, deplora che non sia ancora stato approvato l’accordo fra Regioni e Ministero per la prima applicazione del nuovo Titolo V della Costituzione, con il relativo passaggio di competenze alle autorità locali ed evidenzia la necessità di riequilibrare la distribuzione delle risorse.

Coglie infine l’occasione per chiedere se la ventilata abolizione del valore legale del titolo di studio si riferisca all’università o anche alla scuola.

 

Il senatore GIAMBRONE (IdV) stigmatizza la forte emergenza culturale del Paese determinata dalle politiche formative del Governo in carica, fortemente contestate dall’opposizione in quanto del tutto marginali rispetto a quelle economiche. Cita, fra l’altro, il taglio nel triennio di 100.000 unità nella scuola, di cui 33.000 solo nell’ultimo anno. Chiede quindi a sua volta se le 67.000 assunzioni previste dalla manovra saranno concentrate nel prossimo anno, stante la condizione di grave precarietà che ormai caratterizza la scuola pubblica nel suo complesso.

Dopo essersi associato alle richieste di precisazione in ordine agli insegnanti di sostegno, domanda infine se il Ministro condivide la posizione espressa a titolo personale dal direttore generale per l’AFAM del Ministero, dottor Bruno Civello, in ordine alla opportunità di prorogare il mandato dei direttori dei Conservatori, su cui la sua parte politica è nettamente contraria.

 

Il senatore MARCUCCI (PD) rimprovera al Ministro di sottovalutare i disagi determinati dalla riforma scolastica nelle aree montane e rurali del Paese, che i direttori regionali non hanno gli strumenti per affrontare, tanto più a fronte dei pesanti tagli imposti agli enti locali che limitano il diritto all’apprendimento dei bambini.

Pone poi l’accento sull’esigenza di mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici, secondo regole e priorità definite e rispettate. Nella consapevolezza dei cospicui investimenti necessari, invoca al riguardo una precisa programmazione.

 

La senatrice SOLIANI (PD) critica i colossali disinvestimenti operati dal Ministro nella scuola e il conseguente smantellamento del sistema pubblico di istruzione, mentre altri Paesi europei, come la Germania, hanno affrontato la crisi proprio con investimenti nel settore formativo.

Ella rileva poi che in molti comuni si registra un andamento demografico crescente, anche connesso all’immigrazione, cui tuttavia fa fronte una costante riduzione dell’impegno dello Stato.

Prende indi atto con soddisfazione della prossima applicazione delle norme sui DSA. Sottolinea tuttavia che, contemporaneamente, è aumentato il numero di alunni per classe e diminuito quello degli insegnanti di sostegno, compromettendo il diritto all’apprendimento e all’integrazione degli alunni in difficoltà.

Si sofferma poi sulla Scuola europea di Parma, per la quale è stata approvata una legge apposita, il cui regolamento applicativo è stato emanato di recente. Vi è tuttavia il rischio che dal prossimo anno scolastico si determini un brusco avvicendamento del personale docente, ancora una volta improntato a criteri di risparmio. Invoca pertanto flessibilità, affinché non sia disperso il grande patrimonio di eccellenza che ha finora retto la Scuola.

Conclude evidenziando la condizione critica dell’Istituto superiore di studi musicali Vincenzo Bellini di Catania, che attende da tempo la statizzazione. Nel rilevare come essa non comporterebbe oneri, fa presente che comunque molte risorse pubbliche sono dilapidate in modo poco trasparente.

 

La senatrice BLAZINA (PD) pone l’accento sulle scuole con lingua di insegnamento slovena, con riferimento alle quali molte questioni sono rimaste aperte nonostante le promesse. E’ ad esempio ancora fermo l’organico dell’ufficio scolastico, a dieci anni di distanza dalla legge n. 38 che ne prevedeva la copertura. Auspica pertanto che esso quanto meno non rientri nelle riduzioni di spesa previste dalla manovra. Si augura poi che l’imminente bando per dirigenti scolastici preveda la copertura dei tantissimi posti attualmente vacanti e si domanda se anche la dotazione del personale ATA, così come quella dei docenti, sarà determinata in sede nazionale.

Si sofferma infine sul comma 5 dell’articolo 19 della manovra, in merito al quale ha presentato un ordine del giorno, osservando che esso rischia di privare intere Province dei dirigenti scolastici delle scuole di lingua slovena. Invoca conclusivamente un particolare riguardo per questa minoranza linguistica che, a differenza delle altre, non gode di autonomia in materia scolastica.

 

Il senatore de ECCHER (PdL) sottolinea che la maggioranza rinuncia ad intervenire nella discussione per dare più tempo alla replica del Ministro.

 

Conncluso il dibattito, agli intervenuti replica il ministro Mariastella GELMINI, la quale conferma quanto anticipato nell’esposizione introduttiva sui regolamenti applicativi della legge n. 170. Il comitato tecnico-scientifico ha infatti concluso i suoi lavori ed è stato conseguentemente firmato il decreto ministeriale recante le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti, le misure educative e didattiche di supporto, nonché le forme di verifica e di valutazione del rendimento degli alunni. Quanto al secondo decreto, relativo all’identificazione precoce dei DSA, esso è attualmente in attesa del concerto del Ministero della salute, prima dell’invio alla Conferenza Stato-Regioni per la prescritta intesa. Il Ministro assicura comunque che anche per il 2012 saranno disponibili risorse a sostegno della legge, stante le sue importanti finalità.

Quanto alle immissioni in ruolo, invita a contestualizzare la politica del Governo nell’attuale situazione di crisi economica e giudica errato sul piano morale incolpare la maggioranza di insensibilità e superficialità nei confronti delle tematiche scolastiche. Cita peraltro dati oggettivi che dimostrano come non corrispondano al vero le affermazioni della senatrice Bastico sul taglio degli insegnanti di sostegno e della senatrice Soliani sull’innalzamento degli alunni per classe. Gli insegnanti di sostegno sono infatti aumentati di circa 4.000 unità e la manovra non comprende alcuna misura penalizzante per il rapporto studenti per classe, con riferimento al quale è stata pienamente rispettata la recente sentenza della Corte costituzionale. Invita quindi a non strumentalizzare il dibattito politico diffondendo notizie false che appesantiscono il rigoroso quadro di interventi necessitato dalla situazione.

Conferma poi con soddisfazione che, dopo le numerose misure di razionalizzazione, sono state reperite risorse sufficienti per immettere in ruolo 67.000 unità da settembre prossimo, secondo un accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali. L’ARAN è pertanto al lavoro per elaborare la convenzione necessaria all’attuazione di questo impegno ed a tal fine ella ha registrato il pieno sostegno degli altri Ministri interessati.

Inoltre, il settore scolastico è stato oggetto di una doverosa eccezione, che lo ha escluso dal parziale blocco del turn over previsto per le altre categorie del pubblico impiego.

Quanto al tempo pieno, ella comunica che dalle 33.224 classi dell’anno scolastico 2007-2008 si è passati a 38.120 nel 2011-2012. Si può quindi convenire sulla prospettiva di estendere ulteriormente il servizio, ma non si può sostenere che esso sia stato ridotto, né che si tratti di mero doposcuola.

Con riferimento agli istituti comprensivi, i risparmi previsti sono pari a 52 milioni nel 2011 e a 172 milioni nel 2012. Va infatti ricordato che la clausola di salvaguardia prevista da una legge finanziaria approvata nella scorsa legislatura impone determinati risparmi di spesa. Poiché il piano di razionalizzazione scolastica è stato applicato solo parzialmente proprio per andare incontro alle esigenze del territorio, sono necessarie ulteriori economie, che il Ministero ha ritenuto di conseguire attraverso l’aggregazione delle scuole in quanto meno traumatica per gli studenti.

Ella comunica poi, rispondendo ad un quesito del senatore Rusconi, che per il 2011 sono previsti 280 milioni di euro per le scuole paritarie. Di questi sono stati già assegnati agli uffici scolastici regionali, ai fini della successiva destinazione alle scuole, 8/12 del totale, pari a 168 milioni di euro. Nel frattempo sono stati stanziati ulteriori 245 milioni di euro, il cui decreto di riparto a livello regionale sarà approvato entro settembre.

Sempre al senatore Rusconi fa presente poi che il 30 per cento dei risparmi previsti dall’articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, destinato alla valorizzazione del personale scolastico, ammonta a 351 milioni di euro, di cui 320 milioni sono stati utilizzati per garantire gli scatti di anzianità del personale. I restanti 31 milioni sono stati invece destinati al sistema nazionale di valutazione e a due progetti sperimentali, di cui uno individuale ed uno di gruppo. Il primo, denominato “Valorizza”, ha interessato 33 istituti scolastici in tre Regioni campione (Campania, Lombardia e Piemonte) e si è concluso il 30 giugno scorso con l’individuazione di 276 docenti meritevoli su 905 candidati. Il secondo progetto, che promuove lo spirito di squadra, ha invece carattere triennale ed interessa 77 scuole nelle province di Arezzo, Mantova, Pavia e Siracusa. In proposito, si riserva di riferire in settembre sui dati raccolti.

Passando ai quesiti sul reclutamento, posti fra gli altri dai senatori Valditara e Bastico, il Ministro conferma che sta ricercando una soluzione equa fra le esigenze di coloro che stanno da tempo in graduatoria e le giovani generazioni. E’ stato istituito un gruppo di lavoro e va emergendo l’orientamento di assegnare il 50 per cento del reclutamento alle graduatorie e il 50 per cento ai giovani. Occorre peraltro incrociare le istanze di federalismo scolastico e superare il centralismo, conservando tuttavia la natura statale della scuola, in un difficile equilibrio fra spinte diverse. In particolare ella dichiara di non essere contraria agli albi regionali, ma di ritenere che il sistema scolastico deve rimanere nazionale. Le proposte in merito saranno comunque affrontate dopo l’avvio del prossimo anno scolastico, atteso che risulta prioritario garantire tempestivamente le immissioni in ruolo.

Quanto alla valutazione, ella sottolinea l’importanza di aver reperito 10 milioni di euro per assicurare continuità al sistema. Riferisce altresì che, alla fine dell’anno scolastico 2010-2011, l’INVALSI ha garantito la rilevazione in tutte le classi seconda e quinta della scuola primaria, prima e terza della scuola secondaria di primo grado e seconda della scuola secondaria di secondo grado. Si sta altresì ragionando sull’ipotesi di aggiungere una prova oggettiva anche agli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, eventualmente rimodulando il numero complessivo delle prove, per assicurare loro equità ed omogeneità, tanto più che il voto finale influisce sull’ammissione all’università.

Rispondendo al senatore Procacci, che aveva sollevato il problema delle classi di concorso, il Ministro afferma poi che i temi del sovranumero, dei trasferimenti e degli esuberi è all’attenzione del suo Dicastero. Certamente, l’accorpamento determina criticità, così come è accaduto nell’università con riguardo ai settori scientifico-disciplinari. Si tratta tuttavia di una misura indispensabile per superare l’eccessiva frammentazione. Gli uffici sono comunque al lavoro per trovare i correttivi possibili volti ad evitare le problematiche più pesanti.

Con riferimento alla proliferazione dei corsi di laurea, stigmatizzata dal senatore Ceruti, ella conferma la riduzione del 20 per cento (da 5.879 a 4.370) oltre a quella del 40 per cento dei settori scientifico-disciplinari, conseguita grazie alla collaborazione di CUN e CRUI.

Riferisce altresì che è in corso un confronto con il ministro Fazio per cercare una soluzione condivisa alla questione delle facoltà di medicina sollevata dalla senatrice Mariapia Garavaglia. In particolare, risulta più semplice ridurre la durata delle scuole di specializzazione, mentre è più complesso analogo provvedimento sulle facoltà, che sono disciplinate a livello europeo. Sono in corso riflessioni anche circa il test di ingresso, alla luce delle sperimentazioni effettuate. Annuncia quindi che, prima della pausa estiva, conta di illustrare le misure oggetto di accordo con il Ministro della salute.

Ella si sofferma indi sulle tematiche relative all’AFAM, comunicando anzitutto che lo schema dell’ultimo regolamento necessario per completare la riforma, sulle procedure e modalità per la programmazione dello sviluppo e la razionalizzazione del sistema, nonché sul reclutamento e la valutazione, è stato trasmesso al Ministero dell’economia e alla Funzione pubblica per il concerto. Indi, dovrà essere approvato dal Consiglio dei ministri e sottoposto al parere del Consiglio di Stato e del Parlamento. In proposito, ella condivide l’assoluta urgenza dell’atto, che ha ripetutamente sollecitato, in assenza del quale non possono essere predisposte ulteriori iniziative ad esempio sui centri di eccellenza e la distribuzione territoriale delle istituzioni. Più semplice risulta invece l’iter delle modiche da apportare al regolamento sulla composizione e funzionamento del CNAM, nell’ottica di adeguarlo ai nuovi settori disciplinari. Quanto alla doppia frequenza, sono emerse posizioni diverse nel CNAM (favorevole ad attribuire 90 crediti) e nel CUN (favorevole a 70 crediti), rispetto alle quali si cerca un’intesa. Sono poi allo studio provvedimenti per consentire lo sdoppiamento delle cattedre in due spezzoni ed andare così incontro alle esigenze di flessibilità del sistema. I risparmi conseguenti a tale razionalizzazione consentirebbero peraltro la stabilizzazione dei 600-650 precari attuali. Nella manovra non è invece entrato lo sgravio fiscale sull’IVA, immaginato sulla falsa riga di quanto riconosciuto all’università, per il quale occorrerà quindi procedere con altro strumento. Dopo aver sottolineato come la statizzazione degli istituti musicali pareggiati necessiti in realtà di idonee risorse, riferisce di aver istituito un tavolo tecnico con tutti i referenti del comparto, che si riunirà per la prima volta il 27 luglio prossimo, con il compito di individuare le maggiori criticità che ostacolano la piena attuazione della riforma. Manifesta infine interesse per la proposta di istituire i politecnici delle arti, quali centri di eccellenza della formazione artistica. Nel riferire sulle esperienze già in atto a Napoli e Verona, sottolinea l’esigenza di sinergie e collaborazioni che, da un lato, determinino economie di spese e, dall’altro, migliorino la gestione e l’offerta formativa.

Ella si riserva poi di rispondere alla senatrice Soliani sulla Scuola europea di Parma, di cui sottolinea il carattere di eccellenza, e risponde affermativamente alla domanda della senatrice Blazina sui concorsi per dirigenti scolastici con riferimento alle scuole in lingua slovena. Manifesta altresì disponibilità ad un nuovo incontro sugli organici di dette scuole con le realtà istituzionali preposte.

Dopo aver assicurato di non voler procedere in modo unilaterale sul dimensionamento, informa indi che una prima tranche del miliardo stanziato a favore dell’edilizia scolastica è stata già distribuita. Non è tuttavia facile spendere le risorse, per la concorrenza delle competenze e la farraginosità delle procedure. Ella si ripromette tuttavia di risollevare la questione nella prossima riunione della Conferenza Stato-regioni, onde avviare una proficua collaborazione. Comunica che è stata peraltro completata l’Anagrafe degli edifici scolastici, cosicché è finalmente possibile disporre di un attendibile elenco di priorità.

Ancorchè sia stata di recente approvata la riorganizzazione del Ministero, conviene infine che la direzione generale per l’AFAM possa in futuro essere accorpata a quella dell’università, sia pure nel rispetto delle singole specificità, sottolineando l’opportunità di sviluppare sinergie fra le due articolazioni.

 

Conclusa la replica del Ministro, ha la parola il senatore RUSCONI (PD) il quale esprime profonda amarezza per l’accusa di comportamenti disonesti rivolta a due componenti del suo Gruppo. Si tratta, a suo avviso, di un’espressione inaccettabile, che ha travalicato il dovuto rispetto reciproco. Non si può infatti non riconoscere alla sua parte politica di difendere sempre le proprie idee con passione, convinzione ed onestà.

 

Il ministro GELMINI chiarisce di non aver voluto offendere nessuno. Se l’espressione usata può essere stata infelice, ella ribadisce che il Governo non è affatto insensibile a tematiche delicate e rilevanti come la disabilità. E’ dunque scorretto insistere, come l’opposizione ha fatto negli ultimi tre anni, nell’accusare il suo Dicastero di colpe che i dati smentiscono sul piano oggettivo.

 

La senatrice BASTICO (PD) tiene a precisare che non ha mai affermato che gli insegnanti di sostegno siano diminuiti, bensì ha sollecitato l’adozione dell’organico funzionale. Coglie poi l’occasione per manifestare sorpresa in ordine alla cifra di un miliardo che, secondo il Ministro, sarebbe destinata all’edilizia scolastica. Quanto alla prima tranche¸ pari a 358 milioni, puntualizza che, a quanto le consta, le scuole non l’hanno ancora ricevuta.

 

Il ministro GELMINI conferma che le risorse sono state ripartite.

 

La senatrice SOLIANI (PD) chiarisce la portata delle sue critiche rivolte alla politica scolastica del Governo in tema di sostegno all’handicap, rilevando che a seguito delle misure introdotte la condizione degli alunni disabili è peggiorata.

 

Il PRESIDENTE ringrazia il Ministro per i contenuti dell’audizione, nonché per le precisazioni rese, ricche di dettagli ed informazioni. Dichiara indi conclusa l’audizione.

 

La seduta termina alle ore 10.

7 luglio Senato approva DL Sviluppo

Il 7 luglio il Senato approva definitivamente la “Conversione in legge del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo – Prime disposizioni urgenti per l’economia” (AS 2791)

Di seguito il comunicato stampa (da Governo.it)

Il Decreto sviluppo è legge

Approvato definitivamente dal Senato il 7 luglio scorso il decreto legge sullo sviluppo (decreto legge 13 maggio 2011 n.70), in vigore dal 14 maggio dopo la promulgazione del Capo dello Stato e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 13 maggio scorso.

Con 162 voti favorevoli, 134 contrari ed un’astensione l’Aula di Palazzo Madama ha approvato in via definitiva l’articolo unico del disegno di legge n. 2791, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia.

Il ddl di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, concernente Semestre Europeo – Prime disposizioni urgenti per l’economia” era stato già approvato dalla Camera dei deputati il 21 giugno scorso.

Queste le principali modifiche introdotte nel testo del decreto convertito in legge:

Credito d’imposta

Valido per le imprese che investono nel Mezzogiorno. Viene istituito per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato nei dodici mesi successivi all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Se i posti di lavoro creati non sono conservati per un periodo minimo di 3 anni o di due anni nelle caso delle pmi e se vengono accertate violazioni non formali, l’imprenditore deve restituire con l’aggiunta di sanzioni il credito d’imposta già usufruito.

Rispetto al decreto legge, le modifiche introdotte in sede parlamentare estendono il credito l’imposta a favore delle imprese che finanziano progetti di ricerca anche per gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. In credito d’imposta è introdotto in via sperimentale fino al 2012.

 

Distretti turistici

che perdono la parola “Alberghieri” per rimanere solo distretti turistici. Mentre il diritto di superficie ventennale contenuto nella prima versione del decreto viene stralciata. I distretti turistici godono di una serie di agevolazioni e semplificazioni di carattere fiscale, finanziario e amministrativo e costituiscono ‘zone a burocrazia zero”.

 

Equitalia e fisco

Se i debiti con il fisco sono inferiori ai duemila euro, le azioni cautelari ed esecutive possono scattare solo dopo l’invio di due solleciti di pagamento a distanza di almeno sei mesi.

L’ipoteca sulla prima casa può essere iscritta solo se l’importo complessivo del credito è superiore a 20mila euro. Così per gli espropri che potranno essere effettuati solo se la somma supera i 20mila euro. Se invece non si tratta della prima casa e l’iscrizione al ruolo non è più contestabile, la soglia che fa scattare l’ipoteca ed esproprio si abbassa a 8mila euro. Prima di iscrivere ipoteca sui beni immobili, l’agente della riscossione deve comunicare al contribuente che, in assenza di pagamento delle somme dovute entro il termine di trenta giorni, si procederà con l’iscrizione.

I controlli in azienda da parte del fisco devono essere nel tetto dei 15 giorni lavorativi e contenuti al massimo in un trimestre.

Inoltre, dal primo gennaio 2012, l’attività di riscossione delle entrate fatta da Equitalia per conto dei Comuni termina per tornare in capo agli enti locali.

Sugli interessi delle cartelle esattoriali, si stabilisce che la misura degli interessi per il versamento, la riscossione e i rimborsi dei tributi venga fissata nel limite massimo di un punto percentuale (attualmente è di tre) rispetto al tasso al saggio legale pubblicato annualmente a cura del ministero dell’Economia. Questa norma è valida solo per le cartelle future.

 

Rinegoziazione mutui

Viene ampliata la platea dei destinatari della disciplina sulla rinegoziazione dei mutui ipotecari a tasso variabile. In particolare, l’importo dei finanziamenti rinegoziabili è elevato da 150 mila a 200 mila euro.

 

Sportello unico imprese

Nei Comuni inadempienti verranno nominati commissari ad acta.

 

Due nuovi enti

Viene istituita l’Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua e l’ente per il microcredito.