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“Virtual eyes”: occhiali per ciechi che trasformano le immagini in suoni e vibrazioni

da Redattore sociale

“Virtual eyes”: occhiali per ciechi che trasformano le immagini in suoni e vibrazioni

Li ha creati Massimiliano Salfi, docente d’informatica all’Università di Catania, per la figlia 11enne che, 3 anni fa, ha scoperto di avere la retinite pigmentosa. “Voglio consentire a chi è cieco di fare qualsiasi attività, senza bisogno di aiuto”. Il progetto tra i finalisti al “Think for social”

CATANIA – Un paio di occhiali e una cintura permetteranno a chi è cieco di poter vedere. Come? Grazie a un software progettato da Massimiliano Salfi, docente d’informatica all’Università di Catania, che consente di trasformare le immagini in suono o vibrazioni. La vera novità però è che “Virtual eyes”, questo il nome scelto dal suo creatore, è stato caricato su una piattaforma di condivisione online, in modo da permettere a utenti del web di poterlo migliorare aggiungendo “mattoncini”, ovvero nuove funzioni, al progetto originario. L’obiettivo è creare un software in grado di rispondere a tutte le esigenze di una persona cieca consentendogli di essere autonomo. “Non si tratta solo di poter leggere, riconoscere un colore o evitare gli ostacoli – spiega Salfi – Il mio intento è realizzare un programma in grado di consentire a chi è cieco di poter svolgere qualsiasi attività. Anche quelle che oggi richiedono l’aiuto di un’altra persona”.

Massimiliano Salfi ha iniziato a pensare agli “occhiali virtuali” 3 anni fa dopo che la figlia, che oggi ha 11 anni, ha iniziato a mostrare i primi sintomi della retinite pigmentosa, una malattia degenerativa della retina che col tempo porta alla cecità e per la quale al momento non esiste una cura. “Ho pensato a un modo per aiutarla e mi è venuta in soccorso la tecnologia – continua Salfi – Tutto è partito dalle tesi dei miei studenti. Ai ragazzi che venivano in dipartimento chiedevo di lavorare a programmi per smartphone o tablet utili per le persone disabili. Da lì ho iniziato a pensare a qualcosa di più concreto e con alcuni di loro abbiamo cominciato a lavorare al progetto Virtual eyes”. Dopo mesi di lavoro Salfi ha messo a punto un primo prototipo e ha deciso di caricare sul web disegni, appunti e materiali utili a poterlo realizzare. “Non ho mai pensato di mettere in produzione gli occhiali – dice Salfi – abbiamo deciso di condividere quest’idea con tutti dando la possibilità alle persone di poterseli costruire da soli e a chi ne abbia voglia di aggiungere dei ‘mattoncini’ al programma aumentandone le funzioni”.
Oggi la piattaforma indossabile, Virtual eyes wear, è tra i primi 10 progetti selezionati (su 428 in gara) al “Think for social”, un’iniziativa promossa da Fondazione Vodafone Italia, in collaborazione tecnica con PoliHub (l’incubatore del Politecnico di Milano), al fine di scoprire e sostenere innovazione capaci di sfruttare la tecnologia per rispondere al meglio ai bisogni sociali. Il passo successivo è riuscire a rientrare tra i primi 3 vincitori in modo da accedere al finanziamento in palio e poter continuare a lavorare al miglioramento del dispositivo. (Dino Collazzo)

Scuole lesionate e poco curate. Scarsa l’attenzione per i disabili

da Redattore sociale

Scuole lesionate e poco curate. Scarsa l’attenzione per i disabili

La fotografia scattata da Cittadinanzattiva, con il XIII “Rapporto su sicurezza, qualità e accessibilità a scuola”. Aumentano episodi di bullismo e atti di vandalismo, ma crescono anche gli istituti “green”, con prodotti biologici o a km zero

ROMA – La sicurezza delle scuole, nel nostro Paese, lascia ancora a desiderare: 4 edifici su 10, infatti, hanno una manutenzione carente, oltre 1 su 5 presenta lesioni strutturali e, in quasi la metà dei casi, gli interventi strutturali non sono stati effettuati. Sono alcuni dei dati contenuti nel “XIII Rapporto su sicurezza, qualità ed accessibilità a scuola” di Cittadinanzattiva, presentato a Roma. Gli edifici scolastici italiani monitorati sono stati 101 in 13 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto).
Per quanto riguarda lo stato degli edifici, in particolare, Cittadinanzattiva fa sapere che “il 39% delle scuole ha uno stato di manutenzione mediocre o pessimo, una su cinque (21%) presenta lesioni strutturali. Il 15% delle aule presenta distacchi di intonaco o segni di fatiscenza”. Più della metà delle scuole, in Italia, si trova in una zona non sicura.

Nell’ultimo anno 340 incidenti a causa della scarsa sicurezza. All’interno delle scuole, in particolare, Cittadinanzattiva fa sapere che “mancano scale di sicurezza nel 26% delle scuole monitorate; solo il 34% presenta vetrate a norma; le porte con apertura antipanico sono assenti nel 74% delle aule”. In più di 1 scuola su 4 l’impianto elettrico è “completamente o parzialmente inadeguato, mentre quasi 1 scuola su 3 ha un impianto anti-incendio in stato arretrato”.
Le scuole italiane prestano poca attenzione a barriere architettoniche e accessibilità. Un edificio su 4 è privo di bagni per studenti con disabilità. E seppur a livello nazionale il 70% delle scuole dichiari di aver messo in atto accorgimenti per il superamento delle barriere architettoniche, ci sono regioni molto indietro: ultima la Calabria, che arriva appena al 16%. Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva, poi, il “50% degli edifici su più piani dispone di un ascensore, ma questo nel 12% dei casi non funziona e nel 4% non è abbastanza largo da consentire l’ingresso di una carrozzina”.

Crescono gli episodi di bullismo. Sono in crescita, nelle scuole italiane, gli episodi di bullismo che nell’ultimo anno hanno interessato il 36% degli istituti (lo scorso anno era solo il 10%). Una scuola su 3, invece, ha subito nell’ultimo anno atti di vandalismo, il 14% anche episodi di criminalità all’interno, mentre il 9% nei pressi dell’edificio.

Scuole sempre più “green”. Cresce negli anni, nel nostro Paese, il numero di edifici che utilizza fonti di illuminazione a basso consumo (32%), o pannelli solari e altre fonti rinnovabili (21%). Il 78% fa poi la raccolta differenziata, ma solo il 12% mette a disposizione di tutti contenitori specifici. Notevoli, però, le differenze territoriali.
Una scuola su tre, in Italia, usa nelle mense prodotti a km zero. Ogni giorno, però, circa il 14% del cibo servito viene sprecato e solo il 9% delle scuole prevede come riutilizzarlo. Secondo iCittadinanzattiva, poi, solo il 4% utilizza esclusivamente prodotti biologici, assenti invece del tutto nel 37% delle mense monitorate.

Nuovo paradigma: gli esiti dell’incontro

Nuovo paradigma: gli esiti dell’incontro

Soddisfazione della FISH per il successo dell’incontro “Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità” che ieri (16 settembre) si è tenuto a Roma.

L’obiettivo di FISH era – e rimane – quello di costruire una alleanza il più ampia possibile per realizzare nuove politiche, questa volta inclusive, per le persone con disabilità e rendere esigibili e tangibili i diritti richiamati dalla Convenzione ONU. Ciò richiede un impegno e una condivisione trasversale che coinvolga il più alto numero dei diretti interessati, delle istituzioni, del mondo associativo e sindacale, ma anche quello degli operatori e dei servizi. Non è un caso, quindi, che i relatori all’incontro siano stati individuati per la loro preparazione, esperienza, rappresentatività e che la direzione degli interventi fosse ben orientata sulla concretezza e focalizzata su temi circostanziati.

In tal senso già l’inquadramento di apertura di Vincenzo Falabella, presidente FISH, è stato stringente: il Programma di azione sulla disabilità, approvato già nel 2013, dovrebbe orientare le politiche per applicare il paradigma della Convenzione ONU in Italia. Ma il Programma reca le linee delle azioni e queste devono essere rese operative con atti a diverso livello e ambito di responsabilità istituzionale. È necessario passare dai principi alla pratica, analizzando i fenomeni con occhio critico, elaborando i dati disponibili, avanzando proposte sostenibili.

Non è un caso che all’incontro siano stati presentati e resi disponibili due approfondimenti tecnici (uno sulla “consistenza” del numero delle persone con disabilità, l’altro sulla spesa sociale per la disabilità) e un documento di lavoro per la futura riforma dei percorsi e dei criteri di riconoscimento della disabilità. I documenti sono disponibili nel sito FISH.

Dal primo approfondimento emerge un dato, evidenziato da Vincenzo Falabella e ripreso da molti relatori. Esistono in Italia circa 1 milione 100mila persone con limitazioni funzionali gravi che – pur essendo in possesso dei requisiti sanitari – non sono titolari di indennità di accompagnamento. Tale conclusione si ottiene comparando lo studio dell’ISTAT (Inclusione sociale delle persone con limitazioni funzionali, invalidità o cronicità gravi, luglio 2015) con il casellario dell’INPS.

Secondo ISTAT in Italia sono circa 3,1 milioni le persone con limitazioni funzionali gravi, mentre INPS eroga l’indennità di accompagnamento civile “solo” a poco più 1,9 milioni di persone.

Ma la stessa analisi di FISH “smonta” – numeri alla mano – anche le tesi degli “abusi territoriali” secondo cui la maggiore incidenza di indennità di accompagnamento in alcune aree del Paese deriverebbe da disomogeneità valutative.

Dal secondo documento sulla spesa sociale per la disabilità appare in modo netto da un lato un’Italia molto indietro rispetto alla media europea (sia rispetto alla spesa procapite sia all’incidenza sul PIL) e dall’altro una profonda disomogeneità territoriale sia quantitativa che qualitativa.

Forte interesse e prime condivisioni ha raccolto l’ipotesi di riforma dei percorsi per il riconoscimento della disabilità formulata nella sua struttura essenziale da FISH. Anche in questo caso la Federazione tenta di accelerare i tempi avanzando una proposta operativa e sostenibile.

L’analisi dell’attuale sistema di accertamento, verifica, riconoscimento di invalidità civile ed handicap non può che essere inclemente in quanto a tempi, costi, esiti, sovrastrutture e criteri valutativi.

L’intento, quindi, è quello di ridisegnare un percorso che sia sostenibile ed efficace/efficiente nell’interesse dei diritti delle persone con disabilità ma anche della qualità del sistema di protezione sociale attuale e futuro, capace di promuovere e migliorare l’equità e la trasparenza delle valutazioni.

Ci si propone innanzitutto di unificare i momenti e criteri valutativi di base (invalidità, handicap, disabilità, alunno con handicap) ma al contempo di disgiungere la valutazione di base dalla valutazione multidimensionale legata ai progetti individualizzati, strumenti essenziali per la reale inclusione.

Importante è anche responsabilizzare, monitorare le competenze valutative di base. La stessa valutazione di base passerebbe da collegiale a monocratica con una separazione dei percorsi valutativi di base per età (minori, adulti, anziani) affidandone il compito a medici con specifica e dimostrata competenza e formazione.

Grande rilevanza viene attribuita anche alla trasparenza delle informazioni, al controllo della qualità del lavoro di valutazione (sottoposto a indicatori), ai nuovi criteri e ai test da usare.

All’incontro è intervenuto il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, che ha espresso apprezzamento sia per la qualità delle analisi di FISH che per la proposta avanzata che potrà essere la base di un confronto su qualcosa di concreto che tiene conto di sostenibilità e di miglioramento del sistema.

Richiamando il ruolo dell’Osservatorio Nazionale sulla disabilità, ne ha riconosciuto l’importanza non solo come sede di elaborazione, ma anche di supporto alle decisioni politiche. Ancora una volta Poletti ha sottolineato come ritenga essenziale valutare l’impatto delle norme in via di approvazione. Esso può essere diverso da quello che il Legislatore si attende e quindi deve sempre essere previsto un monitoraggio anche a posteriori. Poletti ha anche confermato – raccogliendo i preoccupati richiami di Falabella su varie emergenze – la massima attenzione del suo Dicastero oltre che del Governo riguardo alla disabilità.

Buon compleanno, Gruppo Solidarietà!

da Superando

Buon compleanno, Gruppo Solidarietà!

di Andrea Pancaldi*

Compie 35 anni, il Gruppo Solidarietà, che festeggerà il 26 settembre con una serata di ascolto, all’insegna della semplicità. L’organizzazione marchigiana è certamente una delle realtà italiane più vive nella diffusione delle informazioni e documentazioni in àmbito di disabilità e di politiche sociali e nello specifico della disabilità ha sempre saputo correlare il lavoro informativo e documentativo con l’attenzione ai servizi e alle politiche sociali ed educative per le persone con disabilità

Nato nel 1979, il Gruppo Solidarietà di Moie, frazione di Maiolati Spontini (Ancona), rappresenta una delle realtà italiane più vive nella diffusione delle informazioni e documentazioni nell’àmbito della disabilità e delle politiche sociali.
Assieme al Gruppo Abele di Torino, alla Comunità di Capodarco, al CNV (Centro Nazionale per il Volontariato) di Lucca e al CDH (Centro Documentazione Handicap) di Bologna, è uno dei “gruppi storici” che hanno promosso e strutturato fin dagli Anni Ottanta l’interesse per l’informazione e la documentazione sociale in Italia, attraverso la pubblicazione di riviste periodiche e la creazione di centri di documentazione in cui raccogliere, catalogare e promuovere quanto veniva edito o pubblicato sulle tematiche sociali (libri, riviste, bollettini, materiale audio/video, rapporti di ricerca, materiale vario).
Ricca, in tutti questi anni, è stata anche l’attività di formazione e organizzazione di seminari e convegni, in particolare come funzione di “osservatorio” e di punto di collegamento tra le realtà del Terzo Settore, sulle politiche sociali praticate nella Regione Marche.

Per quanto poi riguarda l’àmbito della disabilità, il Gruppo Solidarietà, a differenza di strutture analoghe, ha avuto il merito di saper sempre correlare il lavoro informativo e documentativo con l’attenzione ai servizi e alle politiche sociali ed educative per le persone con disabilità, senza cadere nell’errore di fare della disabilità una tematica esclusivamente di ordine culturale – come lo sarebbe considerarla solo sanitaria, solo assistenziale o solo politica – e sapendo mantenere con coerenza una dimensione al tempo stesso locale e nazionale.

Auguri meritati, dunque, per un compleanno che verrà festeggiato il prossimo 26 settembre con una «serata di ascolto, all’insegna della semplicità», così come è stata presentata [se ne legga nel box in calce, N.d.R.].

Redazione Sportelli Sociali del Comune di Bologna.

I 35 anni del Gruppo Solidarietà
«Per un’associazione di volontariato 35 anni di attività sono un traguardo significativo. Abbiamo deciso di festeggiarlo il 26 settembre, proponendo innanzitutto alcune riflessioni a partire dalla nostra storia e dal nostro lavoro, insieme a uno spettacolo teatrale, tratto da un libro autobiografico, nel quale una mamma (che genera e aiuta a crescere) racconta i vent’anni di vita accanto a una figlia con disabilità complessa. Ci è sembrato che il tema del libro potesse essere in sintonia con il nostro anniversario e con il nostro lavoro. Il Gruppo, in questi anni, è stato anche generatore di iniziative e attività, alcune delle quali, poi, si sono sviluppate in maniera autonoma. Abbiamo, così, pensato a una serata di ascolto, all’insegna della semplicità, che ci auguriamo vorrai condividere con noi».
Viene presentata così l’iniziativa proposta dal Gruppo Solidarietà per sabato 26 settembre, presso la Biblioteca La Fornace di Moie di Maiolati Spontini (Ancona), che partirà appunto alle 18.30 con una serie di spunti di riflessioni, per proseguire poi con lo spettacolo teatrale intitolato Storia di un’attinia e di un paguro Bernardo. L’autismo, le battaglie e l’amore, monologo di e con Gabriella La Rovere, tratto dal libro della stessa L’orologio di Benedetta (Mursia, 2014). L’evento è patrocinato dalla Regione Marche, dal Comune di Maiolati Spontini e dall’ASP Ambito 9 (Azienda Pubblica Servizi alle Persone).

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: grusol@grusol.it.

Alunni disabili, piu’ docenti di sostegno nelle classi ma i problemi rimangono

da Redattore sociale

Alunni disabili, piu’ docenti di sostegno nelle classi ma i problemi rimangono

I docenti di ruolo sono 90 mila, e altri 25 mila posti in deroga sono stati finora assegnati dal Ministero dell’Istruzione. Crescono però anche gli alunni con certificazione di disabilità: finora sono 217 mila, ma il numero è destinato a salire. L’Anief: “La Buona scuola non ha inciso, serve fare di più”.

ROMA. Gli insegnanti di sostegno che ricoprono un posto di ruolo per l’anno scolastico 2015/2016 superano quota 90 mila, l’11% in più rispetto allo scorso anno. Non bastano però a coprire il numero di alunni disabili, che cresce ogni anno e che in questo momento sono arrivati a quota 217 mila. I numeri ufficiali sono del Ministero dell’Istruzione, che rende nota la situazione rassicurando sul fatto che sarà data immediata risposta assegnando tempestivamente i posti in deroga che risultassero necessari per soddisfare le esigenze degli alunni con disabilità: una necessità che finora ha portato all’assegnazione, in questo anno scolastico, di 25 mila posti in deroga. Rassicurazioni che però non convincono completamente l’Anief, che pur registrando l’aumento del numero dei docenti, sottolinea come in ogni caso al momento risulta coperto l’80% del fabbisogno, il che significa che come ogni anno arriveranno le proteste delle famiglie degli alunni alle quali il diritto al sostegno non è stato garantito: un problema che deriva anche da una normativa che, afferma l’organizzazione, andrebbe cambiata una volta per tutte.

Nel dettaglio, il Miur afferma che “i posti sul sostegno per l’anno scolastico 2015/2016 sono 90.034, cioè l’11% in più dell’anno scorso, quando erano 81.137”. “L’organico potenziato istituito dalla legge Buona Scuola – precisa il ministero – prevede ulteriori 6.446 posti per il potenziamento delle attività di sostegno”. “Gli alunni certificati ad oggi sono già 217.000, dice il Miur, e le assunzioni effettuate fra agosto e settembre hanno colmato 14.000 posti finora rimasti vuoti di anno in anno consentendo la copertura del 100% del fabbisogno (deroghe a parte) in quasi tutte le regioni”. “Sono poi – continua il Ministero – già 25.000, ad oggi, i posti in deroga assegnati dal Miur per rispondere ulteriormente alle esigenze degli alunni diversamente abili e delle loro famiglie. Numero destinato ad aumentare per le nuove certificazioni di disabilità o aggravamento che abitualmente arrivano subito dopo l’inizio delle lezioni. A tali necessità il Miur darà tempestiva risposta con l’istituzione dei posti occorrenti”.

Di fronte ai dati ministeriale, l’analisi dell’Anief è immediata: di fatto ogni anno ci sono 5 mila nuovi alunni disabili, e anche dopo la legge sulla Buona Scuola e le relative assunzioni, l’organico complessivo impegnato sul sostegno rimane fermo all’80% del necessario. “La riforma della Buona Scuola – dice il presidente Marcello Pacifico – non ha sanato il problema della mancanza di insegnanti di sostegno nelle scuole italiane: perché a fronte dei 120 mila docenti necessari a mantenere il rapporto di un docente ogni due alunni ‘certificati’, continuiamo a stare fermi a circa 90 mila insegnanti stabilizzati. Anche quest’anno gli altri posti saranno così coperti da supplenti, pur in presenza di oltre 12mila docenti specializzati con i corsi Tfa e di scienze della formazione primaria, lasciati a stagnare nelle graduatorie d’Istituto. Dando così il là alle denunce delle famiglie e delle scuole per mancanza di docenti, che tardano ad essere nominati pur in presenza di precise richieste di sostegno avanzate dalle commissioni mediche”.

“Si tratta – continua il presidente Anief – di una mancanza davvero grave, perché ricordiamo che stiamo parlando, andando oltre ai freddi numeri, di docenti che debbono supportare lo studio di alunni in prevalenza con ritardo mentale, disturbi del linguaggio e dello sviluppo. Malgrado la necessità di adeguare il numero di insegnanti, ribadita dalla sentenza della Consulta n. 80/2010, la quale ha messo in evidenza una volta per tutte come l’organico dei docenti di sostegno vada tarato con l’obiettivo primo di garantire il rapporto uno a due tra docenti specializzati e alunni disabili, rimaniamo fermi ad un organico dell’80% rispetto alle effettive necessità. E questo limite ha prodotto l’ennesimo anno scolastico in sofferenza: perché a fronte di 40mila posti liberi, quelli effettivamente coperti da assunzioni saranno circa 10mila. Con 30mila posti destinati ancora ai precari”.

“Si tratta di una seria lacuna – continua Pacifico – perché anche lo scorso anno alla fine, contando i posti in deroga, servirono circa 120 mila docenti, tra assunti e supplenti. Considerando che l’incremento annuo di alunni disabili si attesta attorno ai 4-5mila unità, viene da chiedersi perché non si è fatto fronte a questo problema superando, anche con la riforma, i limiti imposti dalla Legge 128/2013 approvata durante la gestione dell’ex ministro Maria Chiara Carrozza. Quella norma, infatti ha previsto un massimo di assunzioni pari a 90 mila docenti, ma si rifà ad un contingente di iscritti disabili risalente al 2006. Nel frattempo, però, gli alunni che necessitano del docente a supporto sono passati da 180mila a 240mila: è chiaro che occorre adeguare la norma”.

Quanto agli “ulteriori 6.446 posti per il potenziamento delle attività di sostegno” indicati dal Miur come conseguenza della legge di riforma (Buona Scuola), Pacifico ricorda che “andranno a far parte dell’organico del prossimo anno, perché nel 2015/16 per legge i docenti assunti con il ‘potenziamento’ otterranno solo una nomina giuridica (e sempre che le nomine in ruolo vadano tutte a buon fine, visto che fase B del piano assunzioni sono andate perse già oltre 3.600 assunzioni per mancanza di candidati nelle Graduatorie ad esaurimento, pur in presenza di 12mila abilitati nelle graduatorie d’Istituto). Il risultato di questa situazione – spiega Anief – è che anche l’anno prossimo, dopo la Buona Scuola, ci ritroveremo ancora oltre 25mila posti vacanti, che in prospettiva rimarranno tali. A meno che se non si superino gli attuali vincoli normativi sull’organico del sostegno. E si dia anche finalmente seguito alla direttiva europea 70/1999, oltre che alla sentenza della Corte di Giustizia europea, che prevede l’assunzione su posto vacante di tutto il personale che ha svolto oltre 36 mesi di servizio”.

“È una situazione – continua – davvero paradossale, perché quegli alunni a cui verrà assegnato il docente di sostegno con il solito inevitabile ritardo, con tanto di cambio di docente in corso d’anno, hanno gli stessi diritti degli altri: i posti in deroga, in realtà stabili a tutti gli effetti, sono un tecnicismo che – conclude Pacifico – è giunta l’ora di superare con i fatti”. Nei prossimi giorni il sindacato rilancerà la campagna “Sostegno, non un’ora di meno!”.

Oltre 1,5 milioni di “falsi validi”

da Redattore sociale

Oltre 1,5 milioni di “falsi validi”, Fish: urgente riformare l’accertamento

Sono persone gravemente disabili ma senza indennità di accompagnamento. La proposta di Fish per un nuovo iter: quello attuale coinvolge circa 25 figure professionali per una domanda. “Inefficace, obsoleto e costoso”. L’Italia spende per disabilità 1,7% del Pil.

ROMA. Un nuovo iter del procedimento per l’accertamento di disabilità e invalidità: è tornata a chiederlo con urgenza Fish (Federazione italiana superamento handicap), dati e proposte alla mano, che oggi ha convocato una giornata di studio e confronto su “Il nuovo paradigma della Convenzione Onu per l’accesso ai diritti e il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità”. All’incontro, ospitato presso la presidenza del Consiglio dei ministri, hanno preso parte rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni, dal ministero del Lavoro a quello dell’Istruzione. L’urgenza di una riforma, contenuta anche nel Programma biennale di azione approvato ormai due anni fa, è stata posta al centro della discussione, aperta dalla sottosegretario Franca Biondelli: “ci stiamo muovendo nella direzione della semplificazione delle procedure – ha detto – e del miglioramento del processo: temi certi e ridotti ed eliminazione di tutte le duplicazioni di documenti e visite. Il tutto – ha concluso – con l’obiettivo di rilevare le potenzialità e le autonomie, supportati da una progettazione personalizzata”.

Una passaggio decisivo “dalla sanitarizzazione alla progettazione per l’inclusione” è stato invocato dal presidente della Fish Vincenzo Falabella, che ha ricordato l’imminente presentazione della “nuova legge di stabilità, rispetto alla quale non giocheremo in difesa, ma in una posizione propositiva. A partire dai numeri e dalle ipotesi che oggi presentiamo”. Numeri che, tanto per cominciare, smentiscono quella che Falabella ha definito la “bufala dei falsi invalidi”.

Oltre 3 milioni di invalidi, meno di 2 milioni di indennità. Dato fondamentale, intorno a cui ruotano il ragionamento e la proposta di Fish, è quello relativo alla forbice trai dati Istat sul numero di persone con gravi disabilità e quello di Inps sul numero di indennità di accompagnamento: rispettivamente, 3.086.000 e 1.933.999. “Ciò significa – ha spiegato Falabella – che in Italia ci sono circa 1,5 milioni di persone gravemente disabili senza indennità di accompagnamento. Tanti falsi validi, insomma, piuttosto che falsi invalidi. E l’89% di queste sono ultrasessantacinquenni”. E non esiste, stando all’elaborazione dei dati Istat e Inps, alcuna disomogeneità territoriale nel rapporto tra numero di persone gravemente disabili e numero di di indennità corrisposte da Inps. In assoluto, invece, sia il numero di persone con gravi limitazioni funzionali sia, di conseguenza, il numero di titolari di indennità sono decisamente superiori nelle regioni meridionali rispetto a quelle centrali e settentrionali. “Evidentemente – ha spiegato Carlo Giacobini, direttore di HandyLex.org – le diverse incidenze sono in realtà un indicatore del funzionamento e dell’efficacia di sistemi, politiche e servizi in ambito di salute, sostegno sociale, previdenza e assistenza. Il che – ha aggiunto – rbadisce la necessità di una valutazione della disabilità che non si limiti alle funzioni corporee, ma entri nel merito dei fattori ambientali”.

Spesa per disabilità tra le più basse in Europa: 1,7% del Pil. Secondo i dati Eurostat, nel 2012 la spesa destinata alla disabilità è stata pari all’1,7% del Pil, contro una media europea del 2,1%. Si tratta di circa 430 euro pro capite, a fronte dei 595 della Francia e i 742 della Germania. “In un simile contesto – ha detto Falabella – parlare di tagli è davvero insensato. Serve invece con urgenza un processo di riforma dei criteri e dei percorsi dell’accertamento, che sono obsoleti, farraginosi e inefficaci. Così come del tutto inefficace, oltre che costosissimo, è stato il piano straordinario di controlli (oltre 1,2 milioni di accertamenti), che ha prodotto pochissimo in termini di ricavi (40 milioni annui circa, pari allo 0,2% della spesa annuale per la disabilità) e tanto in termini di stigma ed emarginazione”.

La proposta di Fish. E’ in questo contesto e a partire da questi dati che si colloca la proposta presentata oggi da Fish: un “documento di lavoro in progress” per la revisione del sistema di accesso e riconoscimento della condizione di disabilità, in un’ottica di sostenibilità ed efficacia, a partire dall’inclusione. “Proprio l’inclusione – ha detto Speziale, vicepresidente di Fish e presidente nazionale di Anffas – garantisce infatti la sostenibilità, superando l’approccio assistenziale alla disabilità e trasformando le persone cn disabilità in cittadini a pieno titolo, attivi e produttivi”. Dopo aver analizzato le diverse criticità dell’attuale sistema di accertamento (frammentazione dei percorsi, modalità di valutazione superate, inefficacia, costi di gestione, tempi di attesa, dispersione delle responsabilità) il documento sintetizza in sette “assi” la proposta di riforma: unificare i momenti e i criteri valutativi, disgiungere la valutazione di base da quella multidimensionale, unificare la responsabilità, separare i percorsi valutativi per età, rivedere i criteri di valutazione, monitorare i percorsi e contenere i contenziosi. Dall’iter attuale, che Fish ha individuato in ben 10 fasi, nelle quali sono coinvolte, complessivamente, circa 25 figure professionali, si intende arrivare a un percorso semplificato, che inizia con il certificato del medico, continua con la visita di valutazione effettuata da un solo medico con funzioni monocratiche, che redige il verbale e lo sottopone alla validazione del medico dirigente Inps. A questo punto, in caso siano previste provvidenze, inizia la procedura amministrativa, con eventuale nuova visita. Contro il verbale, il cittadino potrà quindi presentare ricorso amministrativo entro 60 giorni ed eventualmente successivo ricorso giurisdizionale. (cl)

Sportello di ascolto Autismo e DSA

Sportello di ascolto Autismo e DSA

Renato Nicolini – da venerdì 18 settembre a giovedì 30 giugno
Ogni venerdì dalle 15.30 alle 17.30, uno sportello di ascolto rivolto a insegnanti, genitori e alunni.

Gli esperti, messi disposizione a titolo gratuito dalla “Cooperativa Sociale TGPT – Mirjac”, offriranno una consulenza gratuita sui problemi legati all’autismo, informeranno sui servizi pubblici del territorio e sulle attività della biblioteca correlate con lo stesso tema.

Accessibilita’ dei Servizi nella Pubblica Amministrazione – riferimenti normativi

COMUNICATO UIC N. 164
Protocollo: 11750 del 17/09/2015

OGGETTO: Accessibilita’ dei Servizi nella Pubblica Amministrazione – riferimenti normativi.

Care amiche e cari Amici,
riteniamo utile riepilogare qui le principali norme di riferimento sugli obiettivi di accessibilita’ che le Amministrazioni Pubbliche devono perseguire e rispettare per facilitare l’attivita’ lavorativa dei propri dipendenti con disabilita’, al fine di offrire una maggior tutela ai nostri lavoratori non vedenti e ipovedenti.
La redazione di questo documento si e’ resa possibile grazie al lavoro svolto dai nostri rappresentanti che partecipano con assiduita’ ai tavoli tecnici presso il Ministero del Lavoro e presso l’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale).
Le sottostanti indicazioni normative desiderano richiamare i principali elementi di riferimento ai quali devono attenersi i datori di lavoro pubblici e privati, al fine di mettere a disposizione dei lavoratori con disabilita’ la strumentazione hardware e software e la tecnologia assistiva adeguata alla specifica disabilita’, anche nei casi di telelavoro, in relazione alle mansioni effettivamente svolte, nel rispetto della normativa vigente.

L’articolo 1 della legge n. 4 del 9 gennaio 2004, “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici”, si basa sul principio costituzionale di uguaglianza e afferma che “la Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere a tutte le fonti di informazione e ai relativi servizi, ivi compresi quelli che si articolano attraverso gli strumenti informatici e telematici.
E’ tutelato e garantito, in particolare, il diritto di accesso ai servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilita’ da parte delle persone disabili, in ottemperanza al principio di uguaglianza ai sensi dell’articolo 3 della Costituzione”.
La legge 4/2004, art. 2, comma a, definisce “l’accessibilita’, come la capacita’ dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che, a causa di disabilita’, utilizzano tecnologie assistive o configurazioni particolari”.
Inoltre la legge 4/2004, art. 2, comma b, definisce le tecnologie assistive come “gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici”.

Il decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012, “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, introduce, nella sezione II “Amministrazione digitale e dati di tipo aperto”, all’art. 9 “Documenti informatici, dati di tipo aperto e inclusione digitale”, comma 4, alcune modificazioni della legge 4/2004, in relazione ai seguenti articoli della stessa:
– all’articolo 3, comma 1, si estende l’obbligo di garantire l’accesso delle persone con disabilita’ agli strumenti informatici, gia’ previsto per le Pubbliche Amministrazioni, a tutti i soggetti che usufruiscono di contributi pubblici o agevolazioni per l’erogazione dei propri servizi tramite sistemi informativi o internet;
– all’articolo 4, comma 4, si demanda all’Agenzia per l’Italia Digitale il compito di stabilire le specifiche tecniche delle postazioni, nel rispetto della normativa internazionale, con riguardo all’obbligo dei datori di lavoro pubblici e privati di porre a disposizione del dipendente con disabilita’ la strumentazione hardware e software e la tecnologia assistiva adeguata alla specifica disabilita’, anche in caso di telelavoro, in relazione alle mansioni effettivamente svolte;
– l’articolo 4, comma 5, e’ sostituito con
“I datori di lavoro pubblici provvedono all’attuazione del comma 4 nell’ambito delle specifiche dotazioni di bilancio destinate alla realizzazione e allo sviluppo del sistema informatico”.
Il citato decreto n. 179 apporta anche, all’art. 9, comma 6, alcune modificazioni al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, “Codice dell’amministrazione digitale” con riferimento all’articolo 23-ter riguardante i documenti amministrativi informatici e dispone che i documenti di cui al presente articolo devono essere fruibili, indipendentemente dalle condizioni di disabilita’ personale, applicando i criteri di accessibilita’ definiti nei requisiti tecnici di cui all’art. 11 della legge 4/2004.
Inoltre, lo stesso decreto n. 179, all’art. 9, comma 7, introduce a carico delle Pubbliche Amministrazioni l’obbligo di pubblicare sul proprio sito Web, entro il 31 marzo di ogni anno, gli obiettivi di accessibilita’ per l’anno corrente che l’amministrazione stessa si prefigge di raggiungere e lo stato di attuazione del piano per l’utilizzo del telelavoro.
Infine il decreto n. 179, all’art. 9, comma 8, prevede che gli interessati che rilevino inadempienze in ordine all’accessibilita’ dei servizi erogati, ne facciano segnalazione all’Agenzia per l’Italia digitale. Qualora l’Agenzia ritenga la segnalazione fondata sulla base dell’osservanza dei 12 requisiti previsti dal decreto ministeriale del 20 marzo 2013, “Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibilita’ degli strumenti informatici”, richiedera’ all’amministrazione l’adeguamento dei servizi, concedendo un termine temporale non superiore a novanta giorni.
Con riferimento a tali obblighi l’Agenzia per l’Italia Digitale ha predisposto una circolare, la n. 61/2013, nella quale si riassumono le modifiche normative apportate dal decreto legge n. 179, fornendo due allegati, A e B, rispettivamente progettati uno per aiutare le amministrazioni a censire lo stato di accessibilita’ attuale dei sistemi informatici (siti Web, documentazione, postazioni di lavoro, intranet, postazioni pubbliche); l’altro per predisporre uno schema di obiettivi da raggiungere per la soluzione dei problemi individuati.

Con tali premesse si possono meglio evidenziare gli elementi utili per un’analisi compiuta, relativa all’adeguamento e adattamento delle postazione di lavoro del dipendente con disabilita’, nell’intento di agevolare l’identificazione della strumentazione e delle tecnologie assistive piu’ idonee in funzione dello svolgimento delle mansioni assegnate.

Buon lavoro e vive cordialita’
Mario Barbuto
Presidente Nazionale

SG(GP/ams)

Scuola, +11% di posti stabili sul sostegno

Scuola, +11% di posti stabili sul sostegno
Già 25.000 i posti in deroga assegnati

Sono 90.034 i posti sul sostegno per l’anno scolastico 2015/2016. L’11% in più dell’anno scorso quando erano 81.137. L’organico potenziato istituito dalla legge Buona Scuola prevede ulteriori 6.446 posti per il potenziamento delle attività di sostegno. Gli alunni certificati ad oggi sono già 217.000.

Le assunzioni effettuate fra agosto e settembre hanno colmato 14.000 posti finora rimasti vuoti di anno in anno consentendo la copertura del 100% del fabbisogno (deroghe a parte) in quasi tutte le regioni.

Sono poi già 25.000, ad oggi, i posti in deroga assegnati dal Miur per rispondere ulteriormente alle esigenze degli alunni diversamente abili e delle loro famiglie. Numero destinato ad aumentare per le nuove certificazioni di disabilità o aggravamento che abitualmente arrivano subito dopo l’inizio delle lezioni. A tali necessità il Miur darà tempestiva risposta con l’istituzione dei posti occorrenti.

Responsabile di strutture del terzo settore

Corso di Alta Formazione in “Responsabile di strutture del terzo settore” – Procedura online per la presentazione della candidatura

Prima di procedere, ti preghiamo di leggere con attenzione le seguenti informazioni.

Requisiti di accesso

Saranno ammessi al corso fino a un massimo di 20 richiedenti di età non superiore a 35 anni, dei quali almeno tredici con disabilità visiva certificata, tutti in possesso di laurea triennale, magistrale e/o quadriennale.

I richiedenti devono essere soci UICI effettivi se disabili della vista, sostenitori se normovedenti.

I richiedenti, inoltre, devono essere in possesso dei seguenti prerequisiti che verranno accertati in sede di prove di ammissione:

competenze specifiche nell’uso di computer, tablet e cellulari, con i più diffusi prodotti informatici;

uso e conoscenza dei principali social media;

buona conoscenza della lingua inglese;

capacità di orientamento e di mobilità autonoma.

Documentazione necessaria

Prima di procedere, assicurati di avere a disposizione i seguenti documenti:

Curriculum Vitae Europeo (in uno dei seguenti formati: RTF, DOC, DOCX, ODT, PDF).
Estremi di un documento di riconoscimento.
Codice fiscale.
Eventuali altre certificazioni che ritieni utile inoltrare alla Commissione che esaminerà la tua candidatura (ad esempio, certificati di conoscenza della lingua inglese, esperienze di lavoro presso associazioni che si occupano di disabilità ecc.).
Modalità e tempi di selezione

La domanda di partecipazione alla selezione potrà essere presa in esame solo se compilata e completata entro le ore ventidue del giorno 23 ottobre 2015.

La selezione si svolgerà entro il 28 ottobre p.v. presso l’istituto Cavazza di Bologna, dove i candidati saranno convocati singolarmente via e-mail.

Alla selezione provvederà una apposita commissione esaminatrice designata dall’IRIFOR, della quale faranno parte il Direttore del corso, Prof.ssa Roberta Paltrinieri, AlmaMater Studiorum Università di Bologna e altri esperti delle discipline oggetto delle prove.

Il giudizio della commissione esaminatrice è inappellabile.

Le prove di ammissione mireranno a verificare gli aspetti motivazionali individuali, nonché il possesso dei requisiti richiesti e, unitamente alla valutazione del curriculum, costituiranno gli elementi di selezione per l’ammissione al corso.

L’ammissione al corso sarà comunicata singolarmente via e-mail agli interessati, entro il giorno 10 novembre e l’elenco completo degli ammessi sarà pubblicato, entro la stessa data sul sito www.irifor.eu.

Detrazioni fiscali: allerta per le persone con disabilità

Detrazioni fiscali: allerta per le persone con disabilità

“Ci inquieta e non poco l’intento governativo – che trapela da indiscrezioni giornalistiche – di intervenire sulle detrazioni fiscali degli italiani. L’intervento sulla cosiddetta erosione fiscale – ipotizzato ormai da anni – deve salvaguardare le persone con disabilità e le loro famiglie come pure le spese sanitarie e assistenziali che oggi rimangono in carico ai contribuenti. Ricordiamo che il 70 per cento delle famiglie con persone con disabilità o con persone anziane non autosufficienti non fruisce di alcun servizio pubblico e che la disabilità è uno dei primi determinanti dell’impoverimento.”

C’è la massima allerta nelle parole del Presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap Vincenzo Falabella sulle indiscrezioni relative alla prossima legge di stabilità. Ridurre le detrazioni e le deduzioni fiscali significherebbe colpire molte delle spese sostenute direttamente per la disabilità: assistenza personale e badanti, spese farmaceutiche, ausili, assistenza sanitaria, veicoli adattati, cani guida, spese farmaceutiche, per tacere dell’esenzione dall’imposizione IRPEF sulle pensioni di invalidità civile.

“Secondo alcune riflessioni molto accademiche, queste detrazioni sarebbero usate impropriamente in quanto, secondo queste logiche, i bisogni di tipo assistenziale dovrebbe essere affrontati dal welfare e non da misure fiscali. Una considerazione che sarebbe corretta se non fosse che l’Italia per la disabilità spende pochissimo, soprattutto in termini di politiche e servizi inclusivi.”

Sarà anche questo uno dei temi al centro dell’incontro promosso da FISH Il nuovo paradigma della Convenzione ONU per l’accesso ai diritti ed il contrasto delle discriminazioni delle persone con disabilità (Informazione, accertamento e accesso a benefici, prestazioni e servizi).

L’incontro si terrà a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri in Via Santa Maria in Via 37, mercoledì 16 settembre 2015 (dalle 9 alle 18).

Parteciperà il Ministro al Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti ma è stato invitato anche Yoram Gutgeld, consigliere economico del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Disabilità, l’Onu all’Europa: “Più vita indipendente e fondi per l’inclusione”

da Superabile

Disabilità, l’Onu all’Europa: “Più vita indipendente e fondi per l’inclusione”

Il comitato della Convenzione per i diritti delle persone con disabilità risponde al primo rapporto presentato dall’Ue e raccomanda: “Favorire la de-istituzionalizzazione e la partecipazione delle associazioni di disabili alla vita pubblica con finanziamenti dedicati”

ROMA – Soddisfazione per la novità dell’adesione da parte di un’organizzazione regionale alla convenzione, ma anche richiesta di maggiore armonizzazione della legislazione e delle politiche europee ai principi in essa contenuti: è quanto emerge dalle raccomandazioni del comitato istituito dal Trattato delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità pubblicato il 4 settembre a commento del primo rapporto presentato dall’Unione Europea sulla sua attuazione. Il comitato Onu ha presentato raccomandazioni che dovranno essere attuate dalle istituzioni comunitarie e riportate nei prossimi rapporti (secondo e terzo) da presentare entro il 23 gennaio 2019.

La legislazione venga adeguata d’accordo con le associazioni. “La Ue deve rivedere la sua legislazione per armonizzarla con la convenzione e attuarla, prevedendo un budget, tempistiche e un sistema di monitoraggio”, raccomanda il comitato. In particolare auspica che sia realizzato quanto primail monitoraggio di medio termine della Strategia europea per la disabilità 2010-2020 previsto per il 2015 e che linee guida specifiche siano stabilite in consultazione con persone con disabilità e loro associazioni. Particolare attenzione viene data alla partecipazione dell’Ue e a “un dialogo strutturato” con le associazioni, che deve prevedere “un budget indipendente e finanziamenti adeguati”.

Il comitato sottolinea la “mancanza di provvedimenti che proibiscono la discriminazione delle persone con disabilità” nelle direttive Ue2000/43 (Parità di trattamento indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica), 2004/113 (Principio della parità di trattamento tra uomini e donne all’esterno del mercato del lavoro), 2006/54 (Parità fra gli uomini e le donne nel mercato del lavoro ) e auspica l’adozione della Direttiva su “Equal Treatment” che estenda la protezione dalla discriminazione alle persone disabili.

Diritti di donne, bambini e adolescenti con disabilità. Secondo il comitato, non solo le donne e ragazze con disabilità devono essere incluse nella futura strategia “Gender Equality”, ma anche i programmi e le politiche sulla disabilità devono essere adattati a una prospettiva di genere, monitorandone i risultati con apposite raccolte di dati. Anche la nuova agenda per i diritti dei minori dovrà includere una strategia per ragazzi e ragazze con disabilità e favorire la loro partecipazione nelle decisioni che li riguardano.

Togliere i fondi alle strutture residenziali per finanziare le comunità. Il comitato raccomanda che i fondi strutturali e di investimento vengano usati per sviluppare servizi per ragazzi e ragazze con disabilità e le loro famiglie e per favorire la de-istituzionalizzazione. Prioritario è “favorire la vita indipendente in particolare di persone con disabilità intellettuali o psicosociali che ancora vivono in strutture invece che in comunità”. Forte è la critica all’utilizzo dei fondi europei, da parte di alcuni stati, per finanziare strutture residenziali piuttosto che comunità: “L’Ue sospenda, ritiri e recuperi i finanziamenti che violano l’obbligo di rispettare i diritti umani”.

Mobilità, lavoro, comunicazione e rifugiati disabili. Tra i suggerimenti del comitato quello di una “European Mobility card” per favorire i diritti dei passeggeri con disabilità. Si raccomandano inoltre campagne di comunicazione e sensibilizzazione sui diritti dei disabili e contro i pregiudizi con particolare attenzione alle disabilità intellettive. Importante inoltre “favorire l’attenzione a migranti e rifugiati con disabilità, fornendo adeguate sistemazioni e impedendo la detenzione”. I membri del comitato esprimono “preoccupazione per l’alto tasso di disoccupazione” delle persone con disabilità e raccomandano una specifica “formazione negli stati membri per favorire l’accessibilità nei luoghi di lavoro”, oltre che la “partecipazione alla vita pubblica e culturale”. (lj)

Disabilità intellettiva, a Firenze il Congresso europeo

Disabilità intellettiva, a Firenze il Congresso europeo

Si terrà al Palazzo dei Congressi dal 9 all’11 settembre promosso dall’Associazione Europea per la Salute Mentale nella Disabilità Intellettiva in collaborazione con la Misericordia di Firenze

da Redattore sociale
07 settembre 2015

FIRENZE – Si terrà al Palazzo dei Congressi di Firenze dal 9 all’11 settembre il 10° Congresso Europeo sulla disabilità intellettiva, promosso dall’Associazione Europea per la Salute Mentale nella Disabilità Intellettiva (EAMHID) in collaborazione con la Misericordia di Firenze e la Fondazione Opera Diocesana Assistenza Onlus di Firenze. Il congresso fiorentino (9-11 settembre) è dedicato al tema dell’evoluzione della salute mentale dei disturbi dello sviluppo intellettivo e dello spettro autistico. L’EAMHID si occupa di cooperazione internazionale e dello scambio di conoscenze ed esperienze nel campo della salute mentale delle persone con Disabilità Intellettiva.

A Palazzo dei Congressi parteciperanno molti dei massimi esperti internazionali dei problemi di salute mentale dei disturbi del neurosviluppo, così come di molti studenti e giovani ricercatori. Parteciperanno, tra gli altri, l’arcivescovo di Firenze Monsignor Giuseppe Betori, Pietro Malara, funzionario del Ministero della Salute, Stefania Saccardi, assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana, Sara Funaro, assessore alla Sanità del Comune di Firenze, Andrea Ceccherini, Provveditore della Misericordia di Firenze.

Dai decreti sul jobs act positive novità per le persone con disabilità

Dai decreti sul jobs act positive novità per le persone con disabilità

Un plauso all’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri dei decreti attuativi del Jobs Act. Le attese disposizioni in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità si avviano quindi verso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

È un traguardo importante in funzione dell’aggiornamento di norme ormai datate e di adeguamento dei servizi di mediazione e di supporto all’inclusione lavorativa. Ma è anche un punto di partenza che prevede la determinante ulteriore regolamentazione e riorganizzazione dei servizi per l’impiego, un cambio di passo per tutti gli attori coinvolti.

Apprezzabile lo sforzo del Governo – in particolare del Ministero del Lavoro – nell’ascoltare in sede di redazione e, successivamente, di fare sintesi delle osservazioni, diverse e complementari, giunte dalle Commissioni parlamentari, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni delle persone con disabilità che restituiscono un valore aggiunto alla norma.

Il testo che ne esce contiene anche alcune novità sulla chiamata nominativa (possibile solo con la mediazione dei servizi) e sul ruolo dei Comitati tecnici inizialmente soppressi, ma è comunque l’impianto complessivo, condiviso fin dall’esordio, ad essere confermato. È mirato a evitare le elusioni, a favorire l’ingresso e la permanenza al lavoro, a potenziare il ruolo di mediazione dei servizi, a garantire una più forte attenzione alle disabilità con maggiori compromissioni funzionali, in particolare di natura intellettiva e psichica, a prevedere un rafforzamento degli incentivi alle aziende.

Va ripetuto: la normativa vigente aveva necessità di una “manutenzione straordinaria”: lo dicono i numeri e centinaia di migliaia di storie di vita, lo evidenzia il tasso di inoccupazione fra le persone con disabilità, la percentuale di “uscite” dal mondo del lavoro, i tassi di scopertura delle aliquote di riserva…

Siamo orgogliosi di aver partecipato produttivamente a questo percorso assieme ad altri anche se da angoli prospettici diversi. Il dialogo e il confronto – quando sono qualificati, volti al bene comune e concentrati sui contenuti reali – possono sortire esiti molto positivi.

A partire da questa consapevolezza, continueremo a incalzare il Governo, nei nostri diversi ruoli di rappresentanza, per l’attuazione di politiche attive che garantiscano l’innalzamento costante della soglia dei diritti per i lavoratori, proprio a partire dalle persone con disabilità. Prossima tappa: la definizione condivisa delle nuove Linee Guida per il collocamento mirato, previste proprio dal Decreto appena approvato, con una prioritaria attenzione alla tutela delle persone con più gravi disabilità ancora troppo spesso discriminate nell’inclusione lavorativa.

Questi sono i nostri prossimi obiettivi che, nella concretezza, consentiranno di misurare i passi in avanti del lungo cammino per una effettiva e completa realizzazione del diritto al lavoro delle persone con disabilità.

Questa dichiarazione è condivisa e sottoscritta da

Maurizio Bernava (Segretario Confederale CISL)

Vincenzo Falabella (Presidente FISH)

Mario Barbuto (Presidente UICI)

Entro il 10 settembre richiesta fondi assistenza scuola

Entro il 10 settembre richiesta fondi assistenza scuola

Termina il 10 settembre la possibilità di richiedere al Ministero dell’Interno, da parte delle Province e delle Città Metropolitane, i fondi utili ad assicurare l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione (DM 19/08/2015), per la quale è stato stanziato a fine luglio un fondo di 30 milioni di euro «per le esigenze relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali», attribuiti alle province e alle città metropolitane per l’anno 2015 (qui il testo completo di quella che ora è la legge 6 agosto 2015, n. 125, l’articolo in questione è il n. 8, comma 13quater).

“È particolarmente importante che tale informazione trovi la maggior diffusione possibile – sottolineano Salvatore Nocera e Nicola Tagliani dell’Osservatorio Scolastico dell’AIPD – affinché le famiglie verifichino presso le scuole che queste ultime abbiano inviato le richieste per tale assistenza alle proprie Province o Città Metropolitane. E naturalmente le scuole che ancora non lo abbiano fatto dovrebbero inviare immediatamente le richieste delle figure che dovranno occuparsi di tali servizi, sempre alle proprie Province o Città Metropolitane, in modo che queste ultime possano chiedere al Ministero dell’Interno i fondi realmente necessari entro il termine stabilito del 10 settembre”.