Archivi categoria: Sociale

Al via il sesto giro d’Italia di handbike

da Redattore sociale

Al via il sesto giro d’Italia di handbike: partenza da Imola e arrivo a Milano

Otto le tappe previste. Da quest’anno nasce connubio con il Paracycling italian tour e gareggeranno anche atleti con tandem, tricicli e bici. Enzo Iacchetti testimonial del Giro: “Il diverso sono io, non so neanche andare in bici”

MILANO – Partirà dall’autodromo di Imola e si concluderà a Milano il sesto Giro d’Italia di handbike. Prenderà il via il 6 aprile e toccherà altre sei città: Pavia (24 maggio), Lentate sul Seveso (14 giugno)San Marino (12 luglio), Bardonecchia (2 agosto), Castel di Sangro (6 settembre), Albenga (20 settembre). L’ultima gara nella città dell’Expo il 18 ottobre. E quest’anno, per la prima volta, il Giro si svolgerà insieme al Paracycling italian tour, con le categorie del paraciclismo di tandem, tricicli e bici. “Le abbiamo integrate, in via sperimentale, in cinque tappe del Giro, utilizzando gli stessi percorsi ma aumentando i tempi di chiusura delle strade, per dare loro le stesse tempistiche degli handbiker”, spiega Andrea Leoni, patron della corsa, che ha presentato l’evento questa mattina, a Palazzo Lombardia. Testimonial del Giro è Enzo Iacchetti. “Voi vivete una contraddizione – ha detto agli atleti presenti questa mattina-. Perché siete considerati diversi, ma in realtà sono io che mi sento diverso nei vostri confronti, perché io non sono capace neanche di andare in bicicletta e quel che sapete fare voi io non lo so fare”. Secondo il presentatore “se tutti gli italiani capissero che gli handicap che ha ciascuno di noi sono spesso ben più violenti di una carrozzina, l’Italia girerebbe molto meglio”.

Dalla prima edizione del Giro d’Italia di handbike nel 2010, sono state organizzate 43 tappe, che hanno coinvolto 166 atleti, che hanno percorso in totale oltre 1.200 chilometri. In tutto sono 9 le categorie di atleti, suddivise in 5 maschili e 4 femminili. Un Giro che sta in piedi grazie al lavoro di oltre 600 volontari. “I tesserati paralimpici della Federazione ciclistica italiana -afferma il presidente Renato di Rocco-, sono aumentati dai 334 del 2010 ai 424 attuali e in breve tempo siamo diventati la nazione di riferimento del panorama mondiale”. Per il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, che ha inviato un messaggio in occasione della presentazione del Giro, “fare sport da disabili è una grande avventura prima umana che sportiva, e si tratta di divertimento sano oltre che di sfrenato agonismo”.

In Lombardia sono 18 le società che hanno 99 atleti tesserati disabili. “Il nostro obiettivo è anche quello di contribuire a promuovere il coinvolgimento delle persone con disabilità nel tessuto sociale e sportivo -aggiunge Antonio Rossi, assessore allo Sport e alle Politiche per i giovani-. Chiunque può fare sport perché l’attività sportiva abbatte tutte le barriere e ognuno può riuscire a conquistare grandi vittorie”. (dp)

Autismo a teatro raccontato con gli occhi di una madre

da Redattore sociale

Autismo a teatro raccontato con gli occhi di una madre

Dopo il successo de L’orologio di Benedetta, Gabriella La Rovere porta in scena il monologo “Storia di un’attinia e di un paguro Bernardo”. “Una sfida eROMA – Gabriella La Rovere è una madre che non si ferma dinanzi a nulla. Prima il successo de “L’orologio di Benedetta”, volume autobiografico pubblicato alla fine dello scorso anno per Mursia (e già alla prima ristampa) dove si possono leggere le avventure di una madre-medico e della sua unica paziente: una ragazza di 22 anni affetta da una malattia rara come la sclerosi tuberosa e anche da autismo. Ora un monologo teatrale che da quel volume prende spunto e che vedrà il debutto presso il prossimo 27 febbraio presso il Teatro di CorTe Coriano, un paese in provincia di Rimini quasi 200 chilometri a Nord-Est dal comune di Marsciano (Perugia) dove Gabriella e Benedetta vivono in compagnia del cane Lillo . “Storia di un’attinia e di un paguro Bernardo – L’autismo, le battaglie e l’amore”, questo il titolo del monologo, “rappresenta un modo nuovo, realmente innovativo di presentare un libro perché la drammatizzazione consente di vivere empaticamente ciò che viene narrato, un po’ come trasformare i numeri in immagini”, spiega Gabriella. Ma il progetto non finisce qui: “Per la prima volta una mamma, non un’attrice professionista, decide di raccontare se stessa e così facendo mette in piazza le difficoltà vissute da ogni genitore, fornendo gli spunti per un cambio radicale della visione d’insieme – prosegue –. Si può convivere con l’autismo nel momento in cui si abbandonano preconcetti e si cerca un linguaggio comune per comunicare. Dare alla persona autistica l’opportunità di esprimersi significa riconoscerla come persona. Questo è il primo, importante passo verso la felicità, sogno di ognuno di noi”.

Ma cosa ha spinto a mettersi in gioco questa madre, che ha cresciuto da sola e senza arrendersi ai verdetti sconsolanti dei medici una ragazza che oggi, pur con le difficoltà del caso, parla, comunica e soprattutto ha scoperto un talento imprevisto come batterista? “Una sfida emozionante che affronto con un pizzico di incoscienza – dice – sicura che sarà un modo totalmente nuovo di raccontare un libro, questo libro e questa vita che accomuna almeno 600 mila famiglie in tutta Italia. È il numero stimato per chi convive ogni giorno con l’autismo. Siamo ormai abituati a pensare per immagini e il numero non ha generato in nessuno alcuna emozione. La visione cambia se pensiamo di moltiplicare il numero per 3 (componenti base di una famiglia) ottenendo più della popolazione di una grande città come Milano. Pensa a questa città abitata solo da famiglie con figlio autistico. Detto così è sconvolgente, vero?” L’ingresso al teatro è gratuito e al termine sarà possibile fermarsi a “sgranocchiare” qualcosa insieme. “In questo riemerge la mia anima di medico che non abbandona il paziente ma lo accompagna per metabolizzare le emozioni”, precisa Gabriella. Il venerdì seguente, 6 marzo, lo spettacolo sarà alla Sala Pegasus di Spoleto, chiesa sconsacrata che è stata trasformata in cinema-teatro, nell’ambito dei giorni dedicati ai festeggiamenti alla donna. (Antonella Patete)

Firenze, il museo della scienza traduce alcune opere per i non vedenti

da Redattore sociale

Firenze, il museo della scienza traduce alcune opere per i non vedenti

Una mostra permetterà ai visitatori ciechi di apprezzare la bellezza di alcuni apparecchi scientifici. L’iniziativa è supportata dalla Regione Toscana

FIRENZE – Il museo della storia e della scienza di Firenze apre le porte ai visitatori non vedenti. Da oggi alcune delle più prestigiose opere esposte saranno fruibili dai visitatori anche nella versione braille. Tra queste, ci sono l’apparecchio per dimostrare la traiettoria parabolica dei proiettili, l’apparecchio per studiare gli urti elastici e anelastici e la macchina per esperienze sulla forza centrifuga. Inoltre, il museo della storia e della scienza, chiamato museo Galileo, ha reso disponibile una guida al museo in versione braille, sia in italiano che in inglese. Tutte iniziative che sono state realizzate grazie al sostegno della Regione Toscana, che insieme al museo Galileo creerà un laboratorio didattico storico per le scuole presso il museo stesso e un programma di visite didattiche all’esposizione storica della Stamperia Braille.

“L’idea di rendere accessibile a persone con disabilità un numero sempre maggiore di luoghi di interesse in tutta la regione merita senz’altro di essere sviluppata e promossa – ha detto la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi – Questa iniziativa è un passo in più, seppur piccolo, verso una società sempre più accessibile a tutti”.

“Oggi siamo nel mondo digitale e nessuno più sospetta che leggere e scrivere per alcuni sia un traguardo da conquistare e da mantenere – ha detto Antonio Quatraro, presidente Unione Italiana Ciechi di Firenze – Per i ciechi, come per tutti i popoli, poter leggere e scrivere significa conquistare la libertà e la dignità di cittadini. Ecco, l’invenzione di un alfabeto realmente universale per tutte le lingue antiche e moderne ci ricorda il valore insostituibile dell’educazione e dell’autonomia di pensiero, ossia della capacità di scegliere a ragion veduta”.

Autismo, al via progetto europeo per omologare gli approcci terapeutici

da Redattore sociale

Autismo, al via progetto europeo per omologare gli approcci terapeutici

Una grande iniziaitva finanziata dall’Unione Europea intende superare la “giungla” di approcci diagnostici e assistenziali nei vari Paesi europei. Coinvolti enti e associazioni di 14 nazioni. Per l’Italia l’impegno è della fondazione Stella Maris di Pisa

FIRENZE – Un grande progetto europeo sull’autismo che vuole superare la “giungla” disomogenea di approcci diagnostici, terapeutici, assistenziali e sociali esistenti non solo tra i diversi Paesi europei ma anche all’interno dei singoli Paesi, con lo scopo di arrivare a standard in grado di migliorare la qualità di vita e di dare risposte coerenti ai bisogni speciali dei bambini e delle persone con autismo.

E’ il progetto Asdeu (Disturbi dello Spettro Autistico in Europa), portato avanti dalla fondazione Stella Maris di Pisa. Un progetto importante che coinvolge i più avanzati centri di 14 nazioni. Scopo del progetto è quello di sviluppare politiche assistenziali unitarie e condivise per le persone con autismo in tutto l’arco della loro vita. Prevalenza, diagnosi precoce, impatto economico, formazione dei professionisti, protocolli clinici saranno i temi sviluppati nei 14 paesi coinvolti. Il progetto è stato finanziato dall’Unione Europea e ha coinvolto e riunito università, enti di beneficenza e istituzioni specialistiche di 14 paesi europei si sono riunite per sviluppare insieme un nuovo importante programma che potrà dare una spinta alla comprensione dell’autismo.

Asedu, nello specifico, è un programma triennale gestito da un consorzio di 20 gruppi provenienti da 14 paesi. Il progetto ha ricevuto oltre 2 milioni di euro dal  Directorate-General of Health and Consumers of the European Commission per aumentare la comprensione e per migliorare le risposte all’autismo. Studierà la prevalenza dell’autismo in 12 paesi dell’Unione europea; analizzerà i costi economici e sociali dell’autismo; revisionerà gli accordi nazionali esistenti e svilupperà proposte di programmi per la diagnosi precoce; definirà la formazione dei professionisti; validerà i biomarker del distrubo; e migliorerà la comprensione della diagnosi, della comorbidità, delle cure efficaci e del supporto per adulti ed anziani con autismo.

Revisione delle minorazioni civili e semplificazione: nuova circolare INPS

da HANDYLEX

Revisione delle minorazioni civili e semplificazione: nuova circolare INPS

Nell’agosto dello scorso anno è stata approvata una importante norma (la legge 114/2014) che, fra l’altro, aveva l’intento di semplificare le procedure di accertamento e di revisione delle minorazioni civili.

Una novità particolarmente rilevante riguarda proprio le visite di revisione. Nella normativa previgente alla legge 114/2014 lo status relativo alla minorazione civile e all’handicap (legge 104/1992) decadeva in occasione della scadenza dei relativi verbali di accertamento anche se l’interessato era in attesa di visita di revisione. A causa dei ritardi “tecnici” di verifica della permanenza dei requisiti sanitari, all’indomani della scadenza eventualmente indicata nel verbale venivano sospese le provvidenze economiche (pensioni, assegni, indennità), si perdeva il diritto alle agevolazioni lavorative (permessi e congedi) e non si poteva accedere ad altre agevolazioni quali, ad esempio, quelle fiscali finché non fosse stato definito un nuovo verbale di accertamento.

Campus Internazionale sulla Comunicazione e l’Informatica per giovani ciechi e ipovedenti

Campus Internazionale sulla Comunicazione e l’Informatica per giovani ciechi e ipovedenti – ICC 2015

Si informa anche quest’anno l’Unione ha aderito al Campus Internazionale sulla Comunicazione e l’Informatica per giovani non vedenti – ICC (http://www.icc-camp.info/). L’edizione 2015 si terra’ dal 27 luglio al 5 agosto presso l’Istituto Bartime’us di Zeist, in Olanda e accogliera’ un gruppo di giovani ciechi e ipovedenti italiani tra i 16 e i 21 anni con il loro coordinatore. Possibili eccezioni ai limiti di eta’ saranno valutate caso per caso.
Si allega un annuncio (reperibile a breve anche nella “Bacheca” delle attivita’ internazionali sul sito dell’Unione) con ulteriori informazioni su tale avvenimento.
Questa Sede Centrale auspica che, come di consueto, venga data dovuta pubblicita’ a tale evento presso i possibili interessati. Dato che il numero di partecipanti e’ limitato, chi fosse interessato a partecipare a tale evento e’ pregato di inviare la propria candidatura che includa
• i dati personali (nome e cognome, data di nascita, visus, recapito email e telefonico)
• un testo in lingua inglese di almeno 200 parole con una presentazione di se’, degli hobby e delle motivazioni per cui si desidera partecipare all’iniziativa
al Coordinatore Nazionale per ICC 2015, Matteo Salandri, all’e-mail salandri88@gmail.com e in copia a Francesca Sbianchi, Coordinatrice del Comitato Nazionale Giovani dell’Unione all’email francyh9@hotmail.com al piu’ presto e comunque preferibilmente entro il 25 aprile 2015.
Cordiali saluti.
IL SEGRETARIO GENERALE
(dr. Alessandro Locati)

DSA: Informatica per l’autonomia

Informatica per l’autonomia

Sezione di riferimento: Brescia

Il corso intende promuovere l’autonomia dei ragazzi con dsa attraverso l’uso di tecniche e strumenti offerti dalle nuove tecnologie.

Destinatari

Ragazzi frequentanti la Scuola Secondaria di Primo Grado e il quinto anno della scuola primaria ( massimo 12)

Obiettivi

  • essere motivati ad utilizzare il computer ai fini dello studio
  • capire i benefici dell’uso del computer
  • essere in grado di utilizzare programmi facilitatori della lettura, della scrittura e dell’organizzazione delle conoscenze

Contenuti:

Programmi software LeggiXme_SP, PdfXChengeViewer, MindMaple.

Tempi:

3 incontri pomeridiani di due ore ciascuno, nei giorni 27 febbraio, 2 e 6 marzo 2015 dalle 14:30 alle 16:30.

Sede

Scuola Media “Venturelli” di Gussago (Brescia), via Larga 23.

Docenti

Giuliano Serena, Fabio Bianchi

Quota di partecipazione

€ 35 da versare al ricevimento della conferma dell’ammissione al corso

Versamento o bonifico agli estremi indicati:

Conto corrente postale n.159400 intestato a Associazione Italiana Dislessia A.I.D

Coordinate bancarie: Banca Prossima Milano – IBAN IT 31G0335901600100000019052

Associazione Italiana Dislessia – Piazza dei Martiri, 1/2 – 40121 Bologna.

Specificare la causale “ Corso Informatica per l’autonomia Bs”

Iscrizioni

Si effettuano on line sul sito www.aidlombardia.it con la compilazione del modulo d’iscrizione in alto a destra in questa pagina. Il corso verrà attivato solo al raggiungimento di minimo 10 iscrizioni. Non è necessaria la presentazione della diagnosi.

DSA: Imparare può essere difficile

AID Grosseto. Imparare può essere difficile

La sezione AID di Grosseto organizza per venerdì 27 febbraio 2015, il convegno provinciale sui DSA dal titolo:
“Imparare può essere difficile”
Un’occasione di formazione e di incontro per poter riflettere su un tema che accomuna la scuola, le famiglie e i servizi.
La sede del convegno sarà l’Aula Magna del Polo Bianciardi in piazza de’Maria 2 a Grosseto.

Roma vista dai ciechi

Roma vista dai ciechi.
Scrivere storie nelle geografie di Roma. Per una mappa esperienziale della città
Il progetto Roma vista dai ciechi è il primo tratto di una strategia d’innovazione sociale tesa a Scrivere
storie nelle geografie di Roma. Per una mappa esperienziale della città, realizzato da Urban Experience con il
sostegno della Fondazione Roma-Arte-Musei.
La peculiarità del progetto è nell’uso del geoblog: una particolare mappa “scritta” sulla base di alcune
esperienze, avviate con le comunità dei non-vedenti connessi all’Istituto S.Alessio per i ciechi, in diversi punti
della città: dalla Tuscolana all’Aurelio, dal “Tridente” (Via Margutta in particolare, in un’isola residenziale di
straordinaria valenza storica) a Tor Marancia. Si sono realizzati dei report audio relativi ad alcune esplorazioni
svolte nei vari territori (prossimi alle comunità dei ciechi) sia per sondarne l’accessibilità sia per interpretarli
attraverso la percezione dei non-vedenti. Attraverso queste azioni sono state raccolte storie inscritte poi nelle
geografie delle mappe da consultare on line, anche attraverso gli smartphone. Queste esplorazioni urbane si
sono connotate con un originale format ludico-partecipativo, il radio-walkshow, una passeggiata combinata
con un sistema radio che permette di conversare mentre si cammina e ascoltare particolari repertori audio
pertinenti il percorso, come i frammenti di memoria di quei territori vissuti da ciechi di diverse generazioni.
Lungo i percorsi saranno allestiti dei particolari cartelli con scrittura braille e mobtag (detti anche qr-code, i
codici digitali che linkano al geoblog con audioclip posizionati su soundcloud).
Il 25 febbraio 2015 presso l’Istituto S.Alessio per i ciechi (Viale C. T. Odescalchi 38) ci sarà un momento di
restituzione di questa esperienza d’innovazione sociale.
Alle ore 15.00 partirà un radio-walkshow che prima di passeggiare nel quartiere Tor Marancia, esplorerà
l’Istituto dei ciechi Sant’Alessio, illustrandone le caratteristiche di pubblica assistenza per i non-vedenti e
ipovedenti e la sua storia. L’Istituto fu fondato nel 1868 per opera di alcuni privati cittadini e su iniziativa di Pio
IX. Come recita testualmente il documento ufficiale vaticano, l’Istituto venne fondato “pel ricovero e per la
educazione de’ poveri fanciulli ciechi dello Stato Pontificio”. Inizialmente affidato ai padri Somaschi, il S. Alessio
costituì la prima scuola per ciechi dove i ragazzi ricevevano una attenta preparazione musicale e letteraria con il
metodo Braille. Nel 1890 il S. Alessio fu riconosciuto come Ente Morale e classificato come IPAB, Istituzione
Pubblica di Assistenza e Beneficenza. Nel 1920 lo Stato Italiano ne approvò, con Regio Decreto, il primo statuto
che fu aggiornato successivamente con decreto del Presidente della Repubblica nel 1963. Negli anni ’30, dalla
sede originaria sull’Aventino, presso l’Istituto dei Padri Somaschi, la struttura si trasferì nell’attuale sede di Viale
Carlo Tommaso Odescalchi. Dall’interno dell’Istituto si uscirà nel quartiere di Tor Marancia, in quella exborgata
che fino agli anni Sessanta veniva definita “ Shanghai” per la sua caoticità di periferia estrema. Lo si farà
guidati dai ragazzi del S.Alessio con cui si ripercorrerà la strada che facevano quotidianamente e
orgogliosamente a piedi per andare a scuola. Ascolteremo parlare le fontanelle, i “nasoni” che per loro erano un
punto certo di riferimento acustico lungo il percorso. Si vedrà Roma con un “altro sguardo”.
Alle ore 17.00 si svolgerà un talk in cui si presenterà il geoblog di Roma vista dai ciechi con un digital
storytelling che illustrerà le caratteristiche di questa mappa esperienziale della città interpretata dai non
vedenti. In questo contesto si svolgerà un dibattito sui temi generali del “design for all” l’ambito di innovazione
sociale che riguarda la progettazione di ambienti, prodotti e servizi utilizzabili da tutti, a partire dai nonvedenti.
Il 1° marzo sono previsti altri due radio-walkshow d’esplorazione urbana in alcuni luoghi topici per la comunità
dei ciechi del S.Alessio: alle ore 16.00 al Casale di Pio V (Via del Casale di Pio V 44), già sede dell’Ospizio del
S.Alessio, fondato nel 1875 dalla principessa di Piemonte Margherita di Savoia – sovvenzionato con lasciti ed
eredità di nobili famiglie legate alla casa reale -, e l’area residenziale di Via Margutta 51 (alle ore 19.00), alle
pendici del Pincio, una zona in cui già nei primi anni del Seicento, prima dell’avvento della Roma Barocca, vide
svilupparsi una sorta di enclave di giovani viaggiatori stranieri, uno dei primi distretti creativi del mondo.
Per informazioni: info@urbanexperience.it, 3393669717

DISABILITÀ. SOSTEGNO SCOLASTICO, STRETTA NEL LAZIO. ‘COLPA’ DELLA 104

DISABILITÀ. SOSTEGNO SCOLASTICO, STRETTA NEL LAZIO. ‘COLPA’ DELLA 104

da Redattore sociale

Da quest’anno, diventa obbligatoria, anche nel Lazio, la certificazione della commissione medico legale. Nocera: “Doveva essere cosi’ dal ’92, solo chi e’ disabile certificato ha diritto a sostegno”. Insegnanti e assistenti sociali preoccupati: “Difficolta’ per stranieri irregolari e comunitari, ma resistenze anche da parte degli italiani”

(RED.SOC.) ROMA – In teoria, non c’e’ niente di nuovo, in pratica qualcosa cambiera’, anche in misura consistente: dal prossimo anno scolastico, potrebbero essere di meno, nel Lazio, le richieste di sostegno scolastico accolte e, quindi, soddisfatte. Stanno arrivando in questi giorni, insieme alle nuove iscrizioni, e arriveranno fino al prossimo 15 febbraio, sui tavoli degli uffici competenti, anzi nelle loro reti virtuale. Per la prima volta nella regione, pero’, saranno accettate, tassativamente, solo le domande di sostegno corredate dalla cosiddetta certificazione 104, rilasciata dall’apposita commissione di valutazione.

“Sanare il lassismo nel Lazio”. Una stretta che va a sanare “il lassimo che ci e’ stato nel Lazio finora – spiega Salvatore Nocera, avvocato esperto nelle tematiche della disabilita’ – La normativa non e’ cambiata, fin dal 1992 si prevede che il riconoscimento del sostegno sia legato alla 104 ed e’ quanto accade nel resto d’Italia. Nel Lazio, pero’, l’interpretazione e’ stata finora piuttosto fluida e, di fatto, venivano accettate, come documentazione allegata, anche certificazioni rilasciate da privati piu’ o meno accreditati”. Questo, ora, non potra’ piu’ accadere. Lo ha stabilito una circolare regionale (n. 212522) pubblicata nell’aprile 2014 e successivamente ripresa dall’Ufficio scolastico regionale, con lo scopo di razionalizzare le procedure di certificazione. “La circolare non fa che ribadire l’obbligo che la disabilita’ sia certificata dall’apposita commissione – spiega Nocera – Senza quel documento, non si potra’ piu’ ottenere il sostegno. In questo modo, si evitera’ certamente che acceda al sostegno chi non ha una vera disabilita’, come tanti Dsa (disturbi specifici di apprendimento), per i quali non va chiesto il sostegno, ma le misure compensative e gli strumenti dispensativi previsti per i Bes (bisogni educativi speciali)”.

“La 104 spetta anche agli stranieri irregolari”. Se quindi da un lato si trattera’ solo dell’applicazione di una norma che esiste da 12 anni, nella pratica quotidiana pero’ qualche complicazione ci sara’, soprattutto per chi, stranieri ma anche italiani in condizione di particolare fragilita’, non sapra’ facilmente accedere all’iter burocratico previsto per la certificazione. Rassicura Nocera: “In realta’ anche gli stranieri irregolari, che hanno diritto ad accedere alle strutture sanitarie per i casi urgenti, possono ugualmente recarsi alla Asl per chiedere la certificazione. Se le Asl dovessero opporre rifiuto, invito chiunque a segnalarmelo, perche’ possa provvedere a risolvere il problema”.

I problemi per i “comunitari”…Non mancano pero’ le critiche verso questa rigida associazione sostegno-104, soprattutto da parte di chi vive quotidianamente a contatto con i problemi della scuola e di chi la frequenta. “Premetto che questa circolare nasce da un’esigenza di omogeneita’ da parte delle Asl e dell’Ufficio scolastico regionale – spiega Roberto Zarra, insegnante alla scuola Ferraironi di Roma – Nel Lazio, infatti, veniva di fatto riconosciuto il sostegno anche a chi non passava per le commissioni medico-legali, diversamente da quanto accadeva nel resto d’Italia”. Cosi’, e’ stata emanata la circolare, che se da un lato rimette ordine in una situazione disomogenea, dall’altro crea qualche problema, soprattutto per gli stranieri: “E’ una tematica oscura – spiega – e non e’ semplice come afferma Nocera. Le sentenze della Corte di Cassazione riconoscono il diritto di accesso alla 104 anche allo straniero extracomunitario con Tsp (tessera sanitaria provvisoria), o a quello comunitario, che invece ha la tessera Eni (Europei non iscrivibili). Il

problema, pero’, si pone proprio con questi ultimi, che devono compiere un passaggio burocratico di competenze dal servizio sanitario del paese d’origine al nostro, tramite consolato”. Per gli stranieri comunitari, quindi, il riconoscimento della 104, necessario per richiedere il sostegno, potrebbe essere macchinoso. … e per gli stranieri irregolari. E poi c’e’ il grande problema degli stranieri illegali, “su cui manca un pronunciamento chiaro – replica a Nocera – Se e’ vero che hanno diritto all’assistenza sanitaria d’emergenza, non e’ chiaro se abbiamo lo stesso diritto anche a un procedimento amministrativo come la 104″. Il rischio, insomma, e’ che “bambini potenzialmente disabili non riescano ad accedere di fatto allo status di disabili. Penso soprattutto a tanti bambini rumeni senza documenti, che non andranno certo al consolato per richiedere il passaggio di competenze dalla loro Asl alla nostra”. Il cambiamento pero’ non sara’ tanto evidente in termini numerici:

“La flessione probabilmente sara’ lieve in termini statici, ma rilevante dal punto di vista del diritto soggettivo, perche’ pagheranno le fasce piu’ deboli. Di fatto, ci sono stranieri che fino allo scorso anno avevano il sostegno e, dal prossimo, non riusciranno ad averlo”.

Le “resistenze” degli italiani. Il problema pero’ “investira’ anche alcune famiglie straniere – spiega Ilaria Schiaffino, assistente sociale del V municipio – Soprattutto per quelle in condizione di fragilita’, il passaggio per una commissione medico legale suscita forti resistenze psicologiche. Allo stesso modo, per chi ha un bambino piccolo, l’idea di doverlo sottoporre a una visita legale si aggiunge alla difficolta’ di accettare e riconoscere nel bambino un disturbo ‘etichettato’. Tante saranno le famiglie, anche italiane, che preferiranno rinunciare al sostegno, piuttosto che affrontare un iter di questo genere. Con tutte le difficolta’ che ne deriveranno, anche per la scuola”. In generale, poi, e’ problematico il collegamento tra 104 e sostegno, perche’ “le commissioni medico legali sono insufficienti e, per di piu’, non e’ garantita la presenza di un medico specialista competente – spiega ancora Schiaffino – Infine, siamo in molti a non condividere il fatto che la richiesta di sostegno scolastico debba dipendere dall’invalidita’ e da una certificazione che da’, contemporaneamente, diritto a indennita’ anche di tipo economico. Occorre slegare il sostegno dalla 104″. Intanto, gia’ nei prossimi giorni, alla chiusura delle iscrizioni, si potra’ verificare quanto, nel Lazio, l’applicazione di questa norma abbia inciso sulle richieste di sostegno e le relative assegnazioni. (cl)

Diritto allo studio: confronto con il Governo

Diritto allo studio: confronto con il Governo

La legge 7 aprile 2014, n. 56 – pur nell’intento di perseguire principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza – ha soppresso le Province e ne ha redistribuito le principali competenze istituzionali.

L’intervento normativo tuttavia sta causando non pochi problemi applicativi relativamente alle competenze, precedentemente attribuite alle Provincie, relative al diritto allo studio per le persone con disabilità.

Il decreto legislativo 112/1998 (art. 139, comma 1 c) attribuiva alle Province il compito di garantire assistenti educativi e della comunicazione (AEC). Il loro supporto è essenziale soprattutto nel caso di alunni sordi, non vedenti o ipovedenti o con pluriminorazioni. Il loro ruolo è espressamente previsto dalla legge quadro 104/1992. Inoltre le stesse Province dovevano assicurare (gratuitamente) il trasporto scolastico alle persone con disabilità nelle scuole superiori.

“Queste competenze al momento sembrano scomparse. Non è ben chiaro se siano di competenza delle Regioni, dei Comuni o delle Città metropolitane. Questa incertezza sta già generando non pochi problemi di garanzia di un diritto costituzionale e causando una forte preoccupazione e disagio nelle famiglie.”

Questo l’appunto di Vincenzo Falabella, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap che ha chiesto e ottenuto ieri un incontro con Gianclaudio Bressa, Sottosegretario di Stato agli Affari regionali. Oltre all’avvocato Salvatore Nocera, esperto FISH sui temi dell’inclusione scolastica, erano presenti al confronto anche l’onorevole Elena Carnevali, Micaela Campana (Responsabile PD per welfare e terzo settore) e Raffaele Ciambrone (MIUR – Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione – Ufficio Disabilità).

La FISH ha evidenziato la preoccupazione e il disappunto delle famiglie delle persone con minorazioni della vista e dell’udito che in precedenza contavano sull’assistenza dalle Province nelle scuole di ogni ordine e grado e di alunni con altre disabilità che fruivano di tali supporti e del trasporto scolastico nelle scuole superiori.

La mancata previsione nelle leggi regionali che avrebbero dovuto esplicitare a chi riassegnare tali competenze, ed erogare i corrispondenti finanziamenti, sta comprimendo in molte parti d’Italia il diritto allo studio di tantissime migliaia di alunni con disabilità che rischiano di rimanere – o in alcuni casi rimangono – a casa.

La FISH ritiene siano stati violati dei livelli essenziali del diritto allo studio degli alunni con disabilità, costituzionalmente protetto. La richiesta netta è che il Governo intervenga in sostituzione delle Regioni inadempienti. In mancanza di un intervento normativo, la FISH intende depositare presso le Procure della Repubblica delle Regioni inadempienti altrettante denunce per interruzione di un pubblico servizio. Ciò in forza anche di una ampia e consolidata giurisprudenza della Corte costituzionale, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti.

La situazione è ancora più urgente , perché anche le Regioni che hanno provveduto, hanno ridotto i finanziamenti con il devastante effetto che dal 1° marzo sono limitati anche in esse i servizi di trasporto gratuito e di assistenza alla comunicazione.

Il Sottosegretario Bressa ha assicurato che riferirà al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio la drammatica situazione e riferirà alle associazioni possibilmente entro fine febbraio.

“Ci rassicura l’espressione di volontà del Governo e dei parlamentari di porre in sicurezza il tema della disabilità, nella fase di adempimento degli obblighi previsti dopo l’approvazione della legge 56/2014. Ma nell’attesa di una risposta, che ci si augura positiva, stiamo perfezionando gli strumenti per le eventuali azioni legali che si rendano comunque necessarie.”

La periferia al centro: a Bari il Meeting del volontariato 2015

La periferia al centro: a Bari il Meeting del volontariato 2015

Si rinnova l’appuntamento con il Csv San Nicola. Il 14 e 15 marzo alla Fiera del Levante in programma convegni, riflessioni ma anche mostre ed eventi culturali

Quest’anno il Meeting del volontariato, tradizionale appuntamento del Csv San Nicola di Bari, sarà ospitato dalla Fiera del Levante i prossimi 14 e 15 marzo. Il Meeting è una proposta culturale rivolta ai volontari ma anche a tutti i cittadini; il programma di convegni e iniziative dell’edizione 2015 si ispira al tema “Amanti della realtà. La periferia al centro”.
La manifestazione è anche un luogo di incontro e confronto per le associazioni con i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali e i volontari di altre realtà territoriali, oltre che una possibilità di promozione del volontariato.

Gli organizzatori hanno anche previsto una serie di iniziative collaterali, tra cui le due mostre: “Generare bellezza. Nuovi inizi alle periferie del mondo”, a cura di John Waters e della Fondazione AVSI e “Azzardo: non chiamiamolo gioco”, a cura della Fondazione Exodus onlus. Nella giornata di domenica 15 marzo si svolgerà il concorso “Associazioni allo sbaraglio” che invita le associazioni a esibirsi in performance di arte varia – dalla musica alle imitazioni, dal ballo al cabaret.

Fondazione Il Sole, i disabili che perdono i genitori trovano una nuova vita

da Il Redattore Sociale

Fondazione Il Sole, i disabili che perdono i genitori trovano una nuova vita

A Grosseto la struttura residenziale supportata dalla Regione Toscana offre ospitalità e attività ricreative ai disabili. Il presidente Frascino: “Il dopo di noi è un problema delicatissimo anche sotto il profilo della sostenibilità economica dell’assistenza alle persone con disabilità”

FIRENZE – Si chiama residenza Il Sole ed è una casa famiglia che offre ospitalità a 14 disabili che hanno perso i genitori e non hanno più nessuno in grado di assisterli. E’ una struttura del cosiddetto percorso ‘Dopo di noi’ che si trova a Grosseto ed è supportata dall’assessorato al welfare della Regione Toscana. Struttura moderna e accogliente, la casa famiglia realizzata dalla Fondazione Il Sole è suddivisa in due edifici speculari collegati da un ampio portico che dà su un giardino interno. Dotati di camere e ampi spazi comuni, gli edifici sono inseriti all’interno di un parco di 8.000 metri quadrati nel quale sono presenti anche il centro sociale sede della Fondazione Il Sole, un campetto sportivo e un parco giochi. Gestita dalla cooperativa sociale Uscita di Sicurezza, la casa famiglia Il Sole è convenzionata con la Asl 9 di Grosseto, e quindi si tratta di fatto di una struttura pubblica alla quale è possibile accedere attraverso graduatoria, dopo la valutazione fatta dalla competente Unità di valutazione multifunzionale della Asl 9.

«Quello del dopo di noi – spiega il presidente della Fondazione Il Sole, Massimiliano Frascino – è un tema delicatissimo, per le implicazioni emotive e psicologiche, ma anche sotto il profilo della sostenibilità economica dell’assistenza alle persone con disabilità. Le fondazioni come la nostra sono nate proprio su imput delle famiglie per dare una risposta in termini di qualità della vita complessiva”.

La Fondazione ha organizzato un servizio specifico che, avvalendosi dell’apporto dei giovani volontari del Servizio civile, impegna il tempo libero con attività che favoriscono la socializzazione e lo sviluppo di relazioni interpersonali, come andare al cinema o al teatro, uscire in compagnia per una pizza o prendere parte a una festa di piazza. E poi 12 laboratori (il numero varia di anno in anno), che hanno l’obiettivo di sviluppare l’autonomia personale attraverso occasioni di socializzazione, acquisizione di competenze e percorsi educativi che valorizzino le inclinazioni personali.

“Dalla nostra esperienza – ha detto Frascino – abbiamo imparato che le strutture residenziali devono essere diversificate a seconda di chi ospitano, e che non esiste un criterio assoluto per garantire una risposta di qualità: Rsd, casa famiglia, appartamenti protetti, vita autonoma con un’assistenza personale. Ciò che fa la differenza è la disponibilità delle famiglie delle persone non autosufficienti, come nel caso di chi è disabile psichico, a collaborare e costruire soluzioni condivise. Le fondazioni devono conquistare la fiducia dei familiari, e questi devono contribuire con il proprio patrimonio a costruire le condizioni materiali per garantire autonomia e qualità della vita a chi è disabile nel momento in cui la famiglia non potrà più farsene carico, o solo parzialmente. Donare un appartamento alla fondazione, in questo senso, è solo il passo di un percorso che inizia molto prima del momento del distacco definitivo, che comincia con i servizi di accompagnamento generalmente riconducibili al “durante noi”. Nella costruzione di soluzioni per il dopo (e durante) di noi è importante che si stabilisca una relazione virtuosa all’interno di un triangolo ai cui vertici ci sono famiglia, fondazione e istituzioni, ed al cui centro stanno i bisogni reali della persona disabile. Solo da questa collaborazione, e dalla mesa a disposizione delle risorse necessarie, viene fuori la quadratura del cerchio”

Hackability. A Torino, designer e disabili progettano ausili a basso costo

Hackability. A Torino, designer e disabili progettano ausili a basso costo

Organizzato dal consorzio Kairos, Hackability è una gara non competitiva per la progettazione di oggetti rivolti alle persone con disabilità. Ad aprile, i più interessanti verranno trasformati in prototipi

da Redattore Sociale
07 febbraio 2015

TORINO – Google glass, domotica sociale, protesi all’avanguardia: che l’innovazione tecnologica sia portatrice di grandi benefici nella vita dei disabili si sapeva da tempo. Ma che succede quando agli stessi portatori di disabilità viene data l’opportunità di partecipare alla progettazione di prodotti tecnologici “on demand”? Se lo è chiesto il Consorzio Kairos – insieme di cooperative sociali che lavorano su tutto il  territorio piemontese – che a Torino ha messo insieme un gruppo di oltre quaranta giovani, divisi tra disabili, inventori, progettisti e designer; i quali, a partire da oggi, parteciperanno a una “gara non competitiva” per la progettazione di ausili tecnologici rivolti ai portatori di disabilità.

Si chiama Hackability e funziona all’incirca così: a partire da questa mattina, il gruppo è riunito nella sede di Fablab, laboratorio di progettazione e ingegneria digitale nel quartiere di San Salvario. Dopo le presentazioni di rito, a turno i creativi elencheranno le proprie competenze, mentre i  portatori di disabilità esporranno a quali piccole o grandi necessità vorrebbero ovviare con l’aiuto delle nuove tecnologie. I ragazzi, quindi formeranno una serie di squadre da cinque persone ognuna, per immaginare e progettare oggetti a basso costo e personalizzabili, pensati per poter essere facilmente riprodotti attraverso l’uso di stampanti 3D o macchine taglio laser.

“Gli oggetti – spiega Carlo Boccazzi Varotto, ideatore dell’iniziativa – dovranno rivolgersi al quotidiano di queste persone, ai problemi che incontrano nella vita di ogni giorno.  L’evento di oggi andrà avanti fino alle 18, ma le squadre continueranno poi a lavorare fino ad aprile, quando verranno selezionati i progetti vincitori”. Nell’appuntamento concluso di Hackability, una giuria valuterà i progetti di maggiore interesse, che verranno trasformati in prototipo entro la fine del mese. “Anche i restanti, comunque – precisa Varotto –  saranno messi a disposizione del pubblico sotto licenza Creative Common sul sito di Hackability: vale a dire che chiunque potrà scaricarli e riprodurli con l’aiuto di una stampante tridimensionale”.

Organizzato da Kairos con la partecipazione di Fablab, del Consorzio mestieri e della Consuslta per le persone in difficoltà, l’evento di oggi era aperto alla partecipazione di chiunque, a condizione di inviare un modulo scaricabile in rete: “abbiamo ricevuto così tante richieste – conclude Varotto – che fino all’ultimo temevamo di non riuscire a contenere tutti. In molti, probabilmente, saranno qui solo per curiosità; ma anche parecchi esponenti del mondo dell’hit-tech si sono presentati. Del resto è comprensibile: è la prima volta, in Italia, che il mondo della disabilità e quello della tecnologia si incontrano per lavorare concretamente insieme. Trattandosi di giovani, possiamo dire che oggi, in un certo senso, questi ragazzi stanno scrivendo il futuro”. (ams)