Maturità 2020, materie seconda prova prossima settimana. Consigli di classe per scegliere commissari interni

da Orizzontescuola

di redazione

Maturità 2020: entro fine gennaio il Miur indicherà le discipline oggetto della seconda prova. Attesa per conoscere se anche quest’anno sarà pluridisciplinare.

La Ministra Azzolina ha assicurato il rispetto dei tempi

Esami di Stato del secondo grado, quelli che tutti chiamano Maturità: entro fine mese pubblicheremo le materie della seconda prova. Rispetteremo la scadenza. E poi lavoreremo all’ordinanza sugli Esami, un ‘manuale’ d’uso che va semplificato: oggi è un documento voluminoso e non sempre chiarissimo per le commissioni. Cominciamo da qui a costruire strumenti più agili. Forniremo anche una risposta ai dubbi che stanno emergendo sugli ultimi cambiamenti annunciati. Penso alla scomparsa delle ormai famose buste all’orale. Voglio che i ragazzi abbiano tutte le informazioni di cui hanno bisogno.”

Gli ultimi cambiamenti erano stati annunciati dall’ex Ministro Fioramonti

La partecipazione alla Prova Invalsi di V classe e lo svolgimento alle attività di Alternanza Scuola Lavoro costituiranno requisito di accesso alla Maturità

Esami di Stato 2020, prova Invalsi e Alternanza Scuola Lavoro requisiti obbligatori per ammissione

La prima prova scritta si terrà su tutto il territorio nazionale mercoledì 17 giugno 2020 alle 8.30. La seconda prova si svolgerà, come di consueto, il giorno seguente, giovedì 18 giugno, sempre a partire dalle 8.30. Comunicato Miur

La data del colloquio è determinata dalla commissione sulla base dei giorni occorrenti per la correzione delle prove scritte.

Prova di Italiano

Le tracce proposte diventano 8. Restano le tipologie Analisi del testo (A), Tema argomentativo (B),  Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità (C) ma le tracce di tipologia B saranno 3, con l’aggiunta di una prova di argomento storico. Quadro di riferimento 2019

Seconda prova

Potrà essere sempre mista, con le due discipline caratterizzante il percorso.

Colloquio

Rimane suddiviso in 4 parti:

1) l’avvio dal materiale proposto e la  successiva trattazione di carattere pluridisciplinare
2) l’esposizione, attraverso una breve relazione e/o elaborato multimediale, dell’esperienza svolta relativamente ai percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO, ex Alternanza Scuola Lavoro)
3) l’accertamento delle conoscenze e competenze maturate nell’ambito delle attività relative a “Cittadinanza e Costituzione”;
4) la discussione delle prove scritte

Cosa cambia. L’avvio dell’esame non prevede più il sorteggio di un documento tra tre buste. Un unico materiale per studente verrà predisposto dalla Commissione e sottoposto al candidato.

Il Ministero lo ha spiegato con apposito comunicato “È stato eliminato il sorteggio tra le tre buste chiuse contenenti i materiali (testi, documenti, esperienze, progetti e problemi) che il Presidente della Commissione proponeva ai candidati. Il colloquio partirà, comunque, dall’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla Commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro e proposti dal Presidente. Non sarà più il sorteggio a determinare la scelta dei materiali da somministrare a ciascun candidato per l’analisi che costituisce l’avvio del colloquio.”

Commissari interni ed esterni

Lo scorso anno  la seconda prova, riguarderà più discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi, fatta eccezione per quegli indirizzi in cui la disciplina caratterizzante è una sola, è stata affidata agli insegnanti interni ai consigli di classe.

I Commissari interni devono essere designati tra i titolari dell’insegnamento delle materie non affidate a commissari esterni (pertanto possono essere designati anche i docenti a tempo determinato, che nel caso avranno il prolungamento del contratto per la durata degli esami).

Possono essere designati commissari interni anche i docenti di sostegno.

E’ assicurata, comunque, la designazione del docente della disciplina oggetto della prova scritta nei casi in cui tale materia non sia assegnata al commissario esterno (cfr. art.3 DM n.95 dell’8.2.2013);

Azzolina: al centro lo studente e quindi docenti preparati e più pagati

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina, questa mattina, ospite della trasmissione Omnibus su La7.

Il Ministro, dopo aver chiarito la vicenda relativa al concorso da dirigente scolastico ed essersi difesa spiegando che si era candidata prima di entrare in Parlamento, si è soffermata sull’importante lavoro che l’attende al Ministero.

In particolare ha sottolineato ciò che sarà al centro della sua azione: gli studenti. “Un’attenzione particolare sarà data a loro, ciò significa avere personale scolastico il più preparato possibile, seguito, preferibilmente pagato di più, gli insegnanti hanno ragione quando dicono ‘i nostri stipendi sono ben al di sotto della media europea’ – ha spiegato Azzolina -. Non sto facendo promesse, sto dicendo che conosco tutte le problematiche che ci sono da donna di scuola“.

Alla domanda “Gli insegnanti vanno valutati?” Azzolina risponde: “Sì, ma la valutazione non deve essere intesa come qualcosa di negativo. La valutazione serve a migliorarsi“.

Confronto Azzolina-sindacati: sul tavolo bandi concorsi, aumento stipendio, bonus merito

da Orizzontescuola

di redazione

Domani 22 gennaio il primo incontro dei Sindacati con il ministro Lucia Azzolina: sul Tavolo i bandi degli attesi concorsi.

L’atteso confronto dei sindacati Flc Cgil, Anief, Uil, Gilda, Snals, Cisl con il nuovo ministro dell’istruzione si terrà domani. Si tratta del primo passo per sbloccare la situazione andata un po’ in stallo dopo le dimissioni del ministro Fioramonti e il passaggio dell’incarico ad Azzolina.

Sul tavolo tecnico i bandi dei quattro concorsi previsti, quello per il Tfa sostegno, la riapertura delle graduatorie di istituto dei docenti, un decreto che regoli le graduatorie provinciali. Non c’è molto tempo considerato che per avere i docenti in cattedra dal prossimo anno scolastico, è necessario che i bandi vengano emanati a breve, almeno entro febbraio, così come era stato previsto.

Sul tavolo anche il rinnovo del contratto, con la questione dell’aumento stipendiale, la mobilità, nonché le attese linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica.

Dovrebbero ripartire inoltre le trattative per il bonus merito, che da quest’anno dovrà essere incluso nel fondo di istituto. I sindacati ribadiscono la necessità di destinare i 200 milioni del bonus agli incrementi degli stipendi del personale scolastico.

Maturità 2020, Azzolina conferma la linea Fioramonti: niente buste all’orale, torna il tema di storia

da La Tecnica della Scuola

Sulla maturità del 2020, le indicazioni del ministro dimissionario Lorenzo Fioramonti rimarranno valide. A confermare le nuove disposizioni, previste dalla nota n. 2197 dello scorso novembre, è stata l’attuale titolare del Miur, Lucia Azzolina, parlando a margine dell’evento al Miur da cui è scaturito il Protocollo di Intesa, per ridurre i dislivelli territoriali d’istruzione, fra il Miur il ministero per le Pari Opportunità e la Famiglia e l’Anci.

Le buste non ci saranno, la storia sì

Confermando le ultime indiscrezioni, Azzolina ha detto che sulla maturità “stiamo lavorando: non ci saranno grandi cambiamenti, gli studenti devono avere la serenità di affrontare gli esami; non ho intenzione di grandi stravolgimenti. Le buste non ci saranno, la storia ci sarà assolutamente, le materie usciranno a breve, siamo al lavoro”.

Niente sorteggio all’orale, ideato dall’ex ministro Marco Bussetti: va in soffitta subito, dunque, il sistema dell’estrazione affidata ai candidati fra tre buste chiuse al momento dell’esame orale così come era avvenuto all’ultimo esame di Stato, nel giugno 2019.

Pittoni: anziché dimettersi, rassicura gli studenti

Contro Azzolina si è scagliato il senatore della Lega Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama e responsabile Istruzione del partito.

“É quantomeno singolare – ha detto il leghista – che un ministro al centro delle polemiche per aver copiato lavori altrui (il riferimento è alle accuse del linguista Massimo Arcangeli sulla relazione di fine Ssis n.d.r.), anziché dimettersi, trovi il tempo di rassicurare gli studenti rispetto all’esame di maturità, prima grande prova dove la preparazione dovrebbe prevalere su furbate e sotterfugi”.

Riferendosi alla Legge 159/19, noto come decreto scuola, Pittoni ha detto che “Azzolina e il governo che lei rappresenta, hanno sulla coscienza il futuro di tante operatrici e di tanti operatori della scuola, che hanno mostrato sul campo il loro valore e il loro impegno, tanto da vedersi confermata ripetutamente la fiducia, senza però che questa si sia mai tradotta in stabilizzazione. A loro e agli studenti il ministro faccia un favore: chieda scusa e si dimetta”, ha concluso il senatore.

Le modifiche previste

Come è noto l’art. 17, comma 9, del decreto legislativo n° 62 del 2017 definisce la struttura del colloquio, prevedendo che esso abbia la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale dello studente. In particolare, all’avvio del colloquio la commissione propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare la sua capacità di affrontare con autonomia, padronanza e responsabilità le tematiche e le situazioni prospettate.

Il decreto ministeriale n° 37 del 18 gennaio 2019 e l’art. 19 dell’O.M. n° 205 dell’11 marzo 2019 hanno successivamente definito una specifica procedura relativa alle modalità di conduzione del colloquio, stabilendo che il giorno della prova orale il candidato sorteggi
i materiali (testi, documenti, esperienze, progetti e problemi) contenuti in una delle tre
buste proposte dal Presidente della commissione d’esame.

A tal fine la commissione predispone per ogni classe un numero di buste con i materiali pari al numero dei candidati aumentato di due unità.

Come sarà la prova orale

Quindi, non si rinnoverà tale procedura di assegnazione del materiale ai candidati, rimanendo fermo quanto disposto dall’art. 17, comma 9, del decreto legislativo n° 62/2017 circa l’avvio del colloquio mediante l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro, con l’immutata finalità di “verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera”, materiali che dunque devono consentire un approccio multidisciplinare.

Modello 730/2020, detrazione del 19% per le spese sostenute per familiari con DSA

da La Tecnica della Scuola

Tra le spese che è possibile portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi (modello 730/2020) ci sono anche quelle sostenute in favore dei minori o di maggiorenni con disturbo specifico dell’apprendimento (DSA).

Infatti, è possibile fruire della detrazione del 19% relativamente all’acquisto di strumenti compensativi e di sussidi tecnici informatici necessari all’apprendimento, nonché per l’uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento delle lingue straniere.

La detrazione spetta per le spese sostenute sia per i familiari fiscalmente a carico sia per il contribuente stesso.

Quando spetta

Per fruire della detrazione, il beneficiario deve essere in possesso di un certificato rilasciato dal Servizio sanitario nazionale, da specialisti o strutture accreditate, che attesti per sé ovvero per il proprio familiare, nel caso in cui la spesa è sostenuta nell’interesse di un familiare a carico, la diagnosi di DSA.

La detrazione spetta a condizione che il collegamento funzionale tra i sussidi e gli strumenti compensativi e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnostico risulti dalla certificazione di cui sopra ovvero dalla prescrizione autorizzativa rilasciata da un medico e che le spese sostenute siano documentate da fattura o scontrino fiscale, nel quale indicare il codice fiscale del soggetto affetto da DSA e la natura del prodotto acquistato o utilizzato.

Cosa sono gli strumenti compensativi

Si considerano strumenti compensativi quegli strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria.

Tra gli strumenti compensativi essenziali sono ricompresi, in via esemplificativa:

  • la sintesi vocale, che trasforma un compito di lettura in un compito d’ascolto;
  • il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione;
  • i programmi di video scrittura con correttore ortografico, che permettono la produzione di testi sufficientemente corretti senza l’affaticamento della rilettura e della contestuale correzione degli errori;
  • la calcolatrice, che facilita le operazioni di calcolo;
  • altri strumenti tecnologicamente meno evoluti quali tabelle, formulari, mappe concettuali, etc.

Cosa sono i sussidi tecnici e informativi

Si considerano sussidi tecnici e informativi le apparecchiature e i dispositivi basati su tecnologie meccaniche, elettroniche o informatiche, quali, ad esempio, i computer necessari per i programmi di video scrittura, appositamente fabbricati o di comune reperibilità, preposti a facilitare la comunicazione interpersonale, l’elaborazione scritta o grafica, l’accesso all’informazione e alla cultura.

Prove Invalsi 2020, entro quando trasmettere e convalidare le informazioni di contesto

da La Tecnica della Scuola

Nell’area riguardanti le rilevazioni nazionali 2019/2020, sono disponibili gli elenchi delle informazioni di contesto che le scuole devono richiedere per ogni studente partecipante alle prove.

Gli elenchi sono differenziati per ogni grado di scuola e, per le scuole superiori, anche in base alla classe:

Per facilitare le segreterie è fornito un modello con l’indicazione di quelle informazioni che potrebbero non essere a disposizione della scuola e che quindi dovranno essere raccolte.

Nella raccolta è necessario adottare tutte le misure idonee per garantire la riservatezza dei dati raccolti, specie se questi ultimi devono essere richiesti alle famiglie degli allievi. E dopo la raccolta le segreterie devono distruggere le schede subito dopo aver trasferito i dati di contesto nelle apposite maschere online. La distruzione deve avvenire mediante distruggi documenti o con modalità tali che non sia possibile ricostruire il documento cartaceo.

Le segreterie devono anche informare i rispondenti che i dati verranno trasmessi ad Invalsi in maniera del tutto anonima.

Tempistica

Di seguito l’arco temporale per la trasmissione e convalida delle informazioni di contesto:

  • II e V primaria: dal 21 gennaio al 30 aprile 2020
  • III secondaria di primo grado: dal 21 gennaio al 26 marzo 2020
  • II secondaria di secondo grado: dal 21 gennaio al 30 aprile 2020
  • V secondaria di secondo grado: dal 21 gennaio al 27 febbraio 2020.

Gli alunni del Sud sono sfavoriti, “patto” al Miur per ridurre i divari territoriali

da La Tecnica della Scuola

Garantire a tutti i cittadini il diritto allo studio e le pari opportunità sono diritti previsti dalla Costituzione: per favorire ciò, evitando che la collocazione territoriale della scuola incida sugli apprendimenti e sulle probabilità di abbandono degli studi da parte degli alunni, il Governo si è impegnato a realizzare interventi rapidi e mirati.

Protocollo d’Intesa tra due ministeri e i Comuni

Martedì 21 gennaio, al ministero dell’istruzione è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa fra la ministra Lucia Azzolina, la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti e il presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci), Antonio Decaro.

L’iniziativa rientra nel piano di intervento per la riduzione dei divari territoriali in istruzione che il dicastero promuove in accordo con l’impresa sociale “Con i Bambini”.

Il Piano è partito da un’analisi, svolta con la collaborazione dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi), sulle difficoltà di apprendimento degli studenti, con l’obiettivo di individuare le scuole destinatarie degli interventi e i fattori che influiscono sui divari nei risultati fra Nord e Sud.

La ministra Azzolina: fornire i sussidi didattici necessari

“Oggi – ha detto la ministra Azzolina – nasce una task force nazionale che mette al centro i diritti degli studenti. Saremo al loro fianco e al fianco delle scuole. Noi vogliamo garantire a tutti le stesse opportunità di utilizzare la mensa scolastica”.

“Vogliamo fornire i necessari sussidi didattici ad alunni e alunne con disabilità perché possano studiare al pari degli altri, vogliamo garantire uguali servizi per tutti. Perché questo è l’imperativo per tutte le istituzioni, Ministero e Comuni. Noi mettiamo anche le prime risorse partiamo con un milione di euro”, ha concluso la titolare del Miur.

La ministra Bonetti: al centro la persona coi suoi talenti

La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha dichiarato che “investire nell’educazione garantendo pari opportunità e mettendo al centro la persona con i suoi talenti è cruciale per liberare il protagonismo dei giovani e formare cittadini più consapevoli e maturi”.

“Sono già cittadini dell’oggi, chiamati a dare un contributo di responsabilità nel costruire una comunità nazionale inclusiva e più giusta”, ha chiosato la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia.

Decaro (Anci): il diritto allo studio sia omogeneo

Antonio Decaro, presidente dell’Anci, ha ricordato Nelson Mandela: “diceva che l’istruzione è l’arma più potente, che può cambiare il mondo”.

“Attraverso la rete delle 8.000 amministrazioni comunali del nostro Paese – ha continuato il rappresentante dei Comuni italiani – potremo lavorare affinché il diritto allo studio sia assicurato in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale”.

Dati sconfortanti

Gli ultimi dati sugli esiti dell’offerta formativa in determinate regioni del sud Italia sono in effetti sconfortanti: l’ultimo Rapporto Svimez, dal titolo “L’economia e la società del mezzogiorno”, ci ha detto che nel 2018, gli abbandoni prematuri della scuola nel Sud Italia erano il 18,8%, a fronte dell’11,7% delle regioni del Centro-Nord.

Valori più elevati si registrano per i maschi (16,6% in Italia, 21,5% nel Mezzogiorno). Peraltro, se nel Centro-Nord il mancato proseguimento degli studi si accompagna a un numero più consistente di giovani occupati, pur con basso livello di istruzione, nelle regioni meridionali gli occupati usciti precocemente dagli studi sono una minoranza (21% a fronte del 46% del Centro-Nord nel 2018).

Inoltre, dall’inizio del nuovo secolo hanno lasciato il Mezzogiorno 2 milioni e 15 mila residenti: la metà sono giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, quasi un quinto laureati; il 16% circa si sono trasferiti all’estero. Tra questi, oltre 850 mila non tornano più nel Mezzogiorno.

Gli esiti Invalsi confermano

Anche i risultati delle ultime prove Invalsi confermano questo quadro differenziato a livello territoriale.

Dal Rapporto 2019, presentato a Roma la scorsa estate, risulta che la quota di alunni delle regioni del Nord-Est che hanno raggiunto risultati soddisfacenti nelle prove Invalsi 2019 è in linea con i livelli internazionali.

E pure nelle altre zone del Centro-Nord, il livello generale appare più che sufficiente.

Ben diversi sono gli esiti emersi al Sud, dove le competenze sono in media decisamente più basse, con preoccupanti picchi negativi in alcune regioni, a partire della Campania. Il timore è che al Meridione vi siano classi segregate, ovvero composte per livelli di competenze.

“Le differenze che emergono nel 2019 – ha detto alla Tecnica della Scuola Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi – sono quelle principalmente in parte già conosciute, ovvero tra il Centro-Nord da un lato ed il Sud dall’altro. La cosa che emerge con forte con rilevanza è che queste differenze anziché ridursi con il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria di secondo grado, invece aumentano e diventano più rilevanti”.

Amianto nelle scuole, stanziati 385 milioni di euro per la rimozione

da La Tecnica della Scuola

Sono 385 i milioni di euro stanziati per la bonifica dall’amianto negli edifici pubblici, in particolare per la rimozione e lo smaltimento nelle scuole e negli ospedali.

A prevederlo è il “Piano di bonifica da amianto”, inserito nel secondo Addendum al Piano operativo “Ambiente” approvato dal Cipe nel 2016 e adottato la settimana scorsa con un provvedimento dalla Direzione generale competente del ministero dell’Ambiente.

Nel piano sono individuati i soggetti beneficiari delle risorse (Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano) e le modalità di trasferimento. I soggetti beneficiari individuano, a loro volta, gli interventi da finanziare e ne curano la gestione, il controllo e il monitoraggio sulla realizzazione.

Per la realizzazione degli interventi c’è tempo fino al 31 dicembre 2025.

“Con questi fondi per la rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – daremo priorità al risanamento delle scuole e degli ospedali italiani. Confido nella collaborazione con le Regioni e le Province autonome per dare avvio subito ai progetti più urgenti. E’ fondamentale accelerare la messa in sicurezza del Paese perché i soldi ci sono e vanno spesi. I cittadini hanno atteso abbastanza”.

Tabella delle somme stanziate per Regione.

Maturità 2020, seconda prova e orale: attesa per capire come cambieranno

da La Tecnica della Scuola

Novità in arrivo per la maturità? Come già reso noto prima di Natale dall’ex ministro Lorenzo Fioramonti via alle buste. Non si sarà, però, da cosa saranno rimpiazzate.

Entro la fine di gennaio, come riporta il Messaggero, il ministero dell’Istruzione renderà note le materie che interesseranno la seconda prova scritta, quella di indirizzo di ogni istituto scolastico. Verrà confermata la modalità dello scorso anno? Ancora non si sa, gli studenti si troveranno di fronte ad uno scritto multidisciplinare (versione del classico in greco e latino, compito dello scientifico di fisica e matematica).

“Lavoreremo all’ordinanza sugli Esami, un manuale d’uso che va semplificato – ha dichiarato Lucia Azzolina –. Forniremo anche una risposta ai dubbi che stanno emergendo sugli ultimi cambiamenti annunciati come la scomparsa delle ormai famose buste all’orale. Voglio che i ragazzi abbiano tutte le informazioni di cui hanno bisogno”.

Quando scioglierà le sue riserve la ministra per quanto riguarda la seconda prova? L’anno scorso Bussetti anticipò l’annuncio delle materie a metà mese (18 gennaio), ma quest’anno si è già capito che bisognerà aspettare fino all’ultimo o quasi (dunque il 31 gennaio).

Lucia Azzolina, più soldi alla scuola che però spesso rimanda al mittente i fondi che ci sono

da La Tecnica della Scuola

Chi si aspettava che  Lucia Azzolina fornisse informazioni inedite sui suoi prossimi passi come Ministra sarà rimasto sicuramente deluso: intervistata da Gaia Tortora nel corso di “Omnibus” su La7, la Ministra ha detto davvero poco.
D’altronde nella giornata di domani 22 gennaio, la Ministra incontrerà le organizzazioni sindacali e forse sarebbe stato poco opportuno anticipare in TV informazioni che verranno fornite in una sede più ufficiale.
Sollecitata dalla giornalista, Azzolina ha ripercorso le due vicende che l’hanno resa protagonista, quella relativa alla partecipazione al concorso per dirigente scolastico e quella della “tesina” scopiazzata.
Su entrambe le vicende la Ministra ha ribadito le spiegazioni già fornite: al concorso si era iscritta quando non era ancora parlamentare, mentre il plagio è del tutto inesistente dal momento che si tratta semplicemente di qualche definizione tecnica inserita nelle premesse non di una tesi ma di una relazione conclusiva di un corso di specializzazione.
Per il resto la Ministra ha sottolineato la necessità di incrementare gli stipendi dei docenti e di aumentare anche le risorse per la scuola (“Ne parleremo certamente con la prossima legge finanziaria”).
A proposito di risorse, però, Azzolina ha anche detto che le scuole non riescono neppure a spendere tutti i soldi che già ci sono: “Non sempre i fondi europei dei PON vengono impiegati totalmente, anzi spesso vengono persino respinti al mittente”; ma ha anche aggiunto che questo accade perchè le scuole non hanno personale sufficiente (e adeguatamente formato) per gestire i finanziamenti europei.
Ad una specifica domanda la Ministra ha anche fatto cenno al tema della valutazione dei docenti facendo intendere che – di per sè – quello della valutazione non è un “tabù”, anche se si tratta di affrontarlo nel modo giusto.
A questo punto, per conoscere le intenzioni di Lucia Azzolina, bisognerà attendere – come peraltro è normale che sia – la sua audizioni in Parlamento anche se, qualche anticipazione potremo averla già dopo l’incontro con i sindacati in programma per il 22 gennaio.

Sciopero scuola e servizi minimi: nuova fumata nera

da Tuttoscuola

L’ennesimo incontro all’Aran per definire eventuali nuove regole per i servizi minimi nella scuola in caso di sciopero non ha avuto alcun esito condiviso. L’Aran, a quanto risulta da alcuni resoconti sindacali, avrebbe presentato (per conto della Commissione di Garanzia) una proposta per quantificare la quantità annua oraria massima di astensione dal lavoro non riferita tanto al singolo lavoratore (come avviene attualmente per le assemblee sindacali (max 10 ore individuali per lavoratore), bensì alla singola classe.

A quanto risulta, questa ultima proposta sembra sia stata rigettata in toto dalle delegazioni sindacali presenti.

Si è reso necessario, quindi, un nuovo rinvio per una data che orientativamente potrebbe ricadere nella prima decade del mese di febbraio.

Difficile prevedere se ci sarà alla fine un’intesa, una conferma del vecchio accordo ormai datato oppure vi sarà un (improbabile) atto unilaterale da parte dell’Aran, Governo permettendo.

Senza modifiche della vecchia intesa con la facoltà (non l’obbligo) dei docenti di dichiarare preventivamente l’adesione allo sciopero e con la consueta comunicazione delle scuole che non assicurano il regolare svolgimento delle lezioni, si andrà allo sciopero per l’intera giornata di venerdì 14 febbraio (chissà perché proprio a San Valentino, e chissà perché ancora una volta di venerdì) proclamato da tre piccoli sindacati, USI – Educazione, ADL – Cobas e CUB Scuola che hanno rispettivamente 13, 14 e 979 iscritti con delega (pari allo 0,15% di tutti gli iscritti con delega nella scuola) e hanno avuto nelle elezioni per le RSU 2.136 voti (soltanto il CUB) pari allo 0,24% di tutti i voti espressi.

Complessivamente i tre piccoli sindacati non raggiungono nemmeno lo 0,20% di rappresentatività.

Ma si può essere certi, come ormai avviene da tempo, che grazie allo sciopero proclamato e probabilmente con minime adesioni del personale, l’effetto ultrattivo della sola proclamazione determinerà, ancora una volta, la chiusura di molte classi e scuole soprattutto nel primo ciclo.

Educazione sessuale… e poi!

Educazione sessuale… e poi!

di Adriana Rumbolo

Quando più di venti anni fa avevo scritto nel mio programma scolastico “Educazione percorso emotivo-sessuale-affettivo” dopo pochi mesi mi arrivò dalla presidenza  il messaggio: “se vuole fare questo corso, cancelli la parola sessuale”.

Non potevo  che rispondere: “Obbedisco”

Nel parlare  però usai sempre “percorso  emotivo-sessuale-affettivo: non è possibile scollegare i tre aggettivi.

Gli studenti recepirono il messaggio e ogni tanto quando sentivano urgente il bisogno di parlare di esperienze emotive,affettive,sessuali mo avvicinavano e sottovoce, comunicavano.

Ne racconto alcuni:

1) Una giovane studentessa  tutta rossa in volto mi disse: “ho una storia con un ragazzo grande di sedici anni”, lei ne aveva 14.

Avevo imparato che quando due adolescenti  stavano insieme dopo due settimane era già una storia.

Quando facciamo l’amore lui vuole la luce accesa, ma io mi sento a disagio e non so cosa fare.

Pensai a una ragazzina inesperta che si abbandonava in un coinvolgimento tanto intimo non sapendo ancora come far sentire anche la propria voce.

Era gravissimo.

Con garbo risposi che  alla  richiesta del ragazzo lei poteva tranquillamente ribadire le sue richieste, i suoi desideri. e parlarne.

Cercai di chiarirle questo concetto che li avrebbe aiutati a un rapporto migliore.

Lei ha ragione, mi rispose, ma io subito cosa posso fare?

Voleva un’alternativa, forse l’incontro era imminente e aveva bisogno di sentirsi più tranquilla.

Al momento le risposi :”metti un panno scuro sulla lampada”

Mi sorrise soddisfatta e mi ringraziò con gratitudine.

Ma io lo segnai come argomento urgente da approfondire con la classe


2) In una prima superiore una giovane studentessa mandava gioiosi segnali  della sua femminilità.

Cambiava spesso colore del rossetto scegliendo colori sempre più forti, cambiava la pettinatura avendo molta cura dei suoi capelli e ogni scusa era buona per passare dai corridoi con un andatura sicura di sè guardandosi attorno per godersi l’approvazione dei ragazzi.

La guardavo con tenerezza era così spontanea, un concentrato di gioia di vivere naturale per la sua età ma anche con qualche apprensione.

Ci furono le vacanze di Natale.

Finite le vacanze stentai quasi a riconoscerla.

Camminava per i corridoi con lo sguardo assente, non usava più il rossetto dai colori vivaci portava i capelli legati.

Mi si strinse il cuore.

Dopo circa due settimane chiese di parlare con me.

Era andata felice alla festa di Capodanno in una discoteca dove era sicura di trovare il suo ragazzo.

Aveva ballato con lui, forse avevano bevuto qualcosa di troppo e poi in  un luogo scuro della discoteca il primo rapporto sessuale per lei.

Dal giorno dopo da lui nemmeno un saluto.

Lo amava e pensava  che anche lui l’amasse.

Alla fine dell’anno la giovane studentessa non era ancora tornata sorridente

 La scuola, la famiglia e la società avevano fallito.

L’educazione sessuale è un argomento molto complesso; la conoscenza e la inscindibilità del nostro corpo, la capacità decisionale del si e del no, la conoscenza e la  gestione delle emozioni il  desiderio la relazionalità e non dire mai più come tante adolescenti ” mi dice lui se vado bene!”


3) Una studentessa più grande, terza superiore mi chiese un colloquio molto privato .

Le promisi che avremmo avuto una stanza tutta per noi e che intanto poteva scrivermi  per anticiparmi qualcosa.

Mi consegnò a mano una lunghissima lettera.

Mi raccontava che  fin dai 4/5 anni passava quasi tutta la giornata nei campi vicino a casa con un fratellino più grande di qualche anno, soli,  perchè i genitori erano al lavoro.

Piano piano i primi giochi: giocare al babbo e  mamma, giocare al dottore.

Intanto crescevano lei cercava di respingere il fratello che diventava più insistente.

Una notte scoppiò un forte temporale  e  il fratello pensando  che fosse una punizione per il loro peccato si rifugiò nel letto dei genitori e confessò tutto alla mamma.

La madre accusò la figlia perchè, da femmina doveva dire no e  da quel giorno venne severamente punita.

La incontrai e lei parlò a lungo con me.

Poi un pianto liberatorio e la richiesta di poter fumare.

Glielo concessi. Una mia trasgressione.

Era una ragazza molto bella, molto intelligente e io mi accorsi che  la cosa più grave era che lei amava profondamente suo fratello.

La rassicurai dicendole che non aveva fatto niente di male che si era comportata come tanti  bambini lasciati soli per troppo tempo.

Non importava se erano fratelli, erano solo due bambini non protetti

Ci siamo viste fuori della scuola per circa due anni e spero proprio che lei si sia rasserenata e abbia trovato pace e si sia liberata delle colpe degli  adulti.

Educazione sessuale è quando si può parlare di vita di tutto ma proprio tutto quello che appartiene alla vita.

Divari territoriali, ecco il piano di intervento

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

Al via in cinque Regioni il piano d’intervento per la riduzione dei divari territoriali in istruzione. Un piano, fortemente voluto dalla vice ministra Anna Ascani, che viene presentato oggi al ministero dell’Istruzione, e che parte dall’analisi dei dati Invalsi su dispersione scolastica (anche implicita) e che supera le esperienze maturate negli scorsi anni che non hanno dato i risultati attesi.

Il Piano
Ministero, regioni, enti locali, enti di ricerca e associazioni lavoreranno insieme per costruire condizioni di equità a partire dalla scuola e intervenire nelle situazioni di criticità. Il Piano parte da un’analisi, svolta con la collaborazione dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi), sulle difficoltà di apprendimento degli studenti e ha l’obiettivo di individuare le scuole destinatarie degli interventi e i fattori che influiscono sui divari nei risultati fra Nord e Sud. L’obiettivo è convogliare in un unico piano tutte le risorse a disposizione, agire in maniera mirata, andare “oltre la scuola” per lavorare sulle condizioni di privazione e povertà e mettere in condivisione buone pratiche dal basso.

Chiaro il commento della vice ministra, Pd, Anna Ascani: «Invece di contestare l’Invalsi usiamo i risultati per intervenire sulle criticità».

Dal 1° gennaio è possibile pagare le tasse scolastiche con il modello F24

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Da gennaio anche per le tasse scolastiche è possibile usare il modello f24. Quattro i versamenti coinvolti: iscrizione, frequenza, esame e diploma. A ricordarlo è una nota del ministero dell’Istruzione che, quanto ai codici tributo, rimanda alla risoluzione 17 dicembre 2019 n. 106/E dell’Agenzia delle entrate.

La novità
Come stabilito dall’articolo 4-quater, comma 1, del decreto legge 34/2019, n. 34, i contribuenti potranno utilizzare il modello F24 per il pagamento delle tasse scolastiche. E ciò sia per il versamento unitario che per la compensazione. A tal proposito la nota del Miur rimanda alla risoluzione 17 dicembre 2019 n. 106/E dell’Agenzia delle entrate che istituisce i codici tributo riguardanti le quattro tipologie di tasse coinvolte: iscrizione, frequenza, esame, diploma.

I codici tributo
Per consentire il versamento delle tasse scolastiche tramite modello F24, le Entrate istituiscono i seguenti codici tributo:
– “TSC1” denominato “Tasse scolastiche – iscrizione”;
– “TSC2” denominato “Tasse scolastiche – frequenza”;
– “TSC3” denominato “Tasse scolastiche – esame”;
– “TSC4” denominato “Tasse scolastiche – diploma”.

Istruzioni per la compilazione
La sezione “Contribuente” del modello F24 va compilata come segue:
 nel campo “Codice fiscale”, il codice fiscale dello studente cui si riferisce il versamento delle tasse scolastiche;
 nel campo “Codice fiscale del coobbligato, erede, genitore, tutore o curatore fallimentare”, l’eventuale codice fiscale del genitore/tutore/amministratore di sostegno che effettua il versamento, unitamente al codice “02” da riportare nel campo “Codice identificativo”.