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Cane guida, in un manuale le “istruzioni per l’uso”

Cane guida, in un manuale le “istruzioni per l’uso”

Tante le norme che tutelano questi preziosi assistenti, ma troppe ancora le discriminazioni. Per questo il gruppo di associazioni “Blindsight Project” ha messo a punto un vero e proprio vademecum, con le regole e le indicazioni fondamentali

da Redattore Sociale
16 aprile 2014

ROMA – Il cane guida è un “lavoratore” e, come tale, va rispettato: proprio come la persona che accompagna: tanti sono invece gli episodi di discriminazione umiliazione che spesso le persone cieche accompagnate dal loro “amico più fedele” devono subire: o perché non conoscono loro stesse gli accorgimenti da usare, o perché non si conosce la legge che tutela il lavoro del cane guida. Blindsight Project ha pensato di correre ai ripari, provando a colmare le lacune e l’ignoranza attraverso un vero e proprio vademecum. “Tutto sul cane guida (e i suoi amici umani)”, è il titolo del manuale che, in sette regole, fa chiarezza su questa materia così poco conosciuta. La guida, rivolta soprattutto ai possessori di cani da lavoro, ma anche a tutti i padroni di cani, è nata dalla collaborazione con la Scuola Triveneta per Cani Guida, l’Associazione Puppy Walker e l’Uici di Belluno ed è disponibile sul sito di Blindsight project. Esso contiene “consigli, regole e suggerimenti per il rispetto degli animali ed anche delle persone, quelle disabili in particolare, per evitare sanzioni e denunce, per essere più informati e per una migliore qualità della vita di tutti, cani guida e loro amici umani compresi”, si legge nell’introduzione. “Ci auguriamo che questa piccola guida possa essere d’aiuto a tanti – spiegano i promotori – dai gestori di esercizi pubblici che rischiano multe e denunce, a tutti gli italiani con cani, in particolar modo gli italiani con disabilità visive, che vorrebbero potersi muovere tranquillamente tra tutti con la loro guida a 4 zampe, senza alcun pericolo, polemica o discriminazione”.

Per prima cosa, “il cane guida che accompagna la persona disabile della vista (cieco o ipovedente) non può essere separato dallo stesso in quanto considerato ‘ausilio per persona disabile’, è quindi tutelato dalla legge (n.37 del 1974, integrata dalla Legge n. 60 dell’8 febbraio 2006 pubblicata nella G. U. n. 52 del 3 marzo  2006), che garantisce ovunque senza limitazione l’ingresso gratuito al cane guida che accompagna disabile visivo anche dove i cani normalmente non sono ammessi (es.: taxi, trasporti pubblici, ambulanze, esercizi commerciali, ospedali, chiese, hotel, scuole, ecc.). La trasgressione di tale legge – ricordano gli autori della guida – comporta una sanzione da €500 a €2.500, e non va esclusa l’eventuale denuncia da parte della persona disabile per discriminazione”.

Ora, sebbene esista questa tutela così ampia ed esplicita, tuttavia accade quotidianamente che “la persona cieca sia cacciata via da pubblici esercizi o trasporti, solo perché ha scelto di vedere con un cane guida”. Obiettivo del vademecum è quindi ricordare quali siano le leggi principali e forniscono alcune indicazioni molto pratiche. Una parte di queste sono rivolte a chi incontra una coppia cieco-cane guida: non dare cibo e non distrarre con giochi e carezze il “prezioso” assistente, non intervenire mentre la persona cieca rimprovera il suo cane. Altre raccomandazioni sono invece indirizzate agli stessi padroni dei cani: si ricorda per esempio l’obbligo del guinzaglio, ma non della museruola, dal cui utilizzo sono esonerati i cani guida, così come quelli delle forze armate, della polizia e della protezione civile. Le persone cieche sono inoltre esonerate dalla raccolta delle feci del proprio cane, obbligatoria invece per tutti gli altri padroni di cani. “Il cane guida è comunque addestrato anche a non sporcare, e a farlo solo in aree con erba o terra”, precisano gli autori del manuale. Ai pedoni si ricorda poi che “il bastone bianco per ciechi ha la precedenza su tutti e ovunque per codice della strada” e si raccomanda quindi di liberare il passaggio all’arrivo della coppia, sia sui marciapiedi che nei mezzi di trasporto e in luoghi chiusi. Infine, ai conducenti di auto, moto e  bici, si raccomanda di non occupare aree riservate: “parcheggiare ‘un attimo’ sui passaggi pedonali tutti significa rubare l’unica via d’uscita che un cane guida può avere per attraversare”. Il manuale si conciude con una pagina di contatti e riferimenti per eventuali segnalazioni e contributi. (cl)

Z. Bauman, La scienza della libertà

Le Edizioni Erickson presentano il nuovo libro di Zygmunt Bauman
La scienza della libertà. A cosa serve la sociologia?

baumanZygmunt Bauman, La scienza della libertà. A cosa serve la sociologia?
Introduzione di Mauro Magatti, traduzione di Riccardo Mazzeo
Edizioni Erickson

 

Attraverso una serie di fluide e scorrevoli conversazioni con Michael Hviid Jacobsen e Keith Tester, svoltesi tra il gennaio 2012 e il marzo 2013, il famoso sociologo affronta una tematica quanto mai attuale: la crisi della sociologia.
Partendo dall’affermazione che oggi la sociologia viene considerata di poco valore e affrontata con estremo scetticismo Zygmunt Bauman ci consegna un libro che è una dichiarazione appassionata, militante e cruciale dell’utilità delle scienze sociali.

(…) se la sociologia vuole essere rilevante, è necessario che si apra alle persone e che cominci a pensare nuovamente come faceva quando io ero uno studente di sociologia: che siamo qui per raccogliere le evidenze e impegnarci in un dialogo continuo con l’esperienza e per cercare di aiutare le persone nella loro lotta contro la doppia piaga dell’ignoranza e dell’impotenza.

Zygmunt Bauman si fa portavoce di una sociologia che non si chiude nell’autoreferenzialità accademica e che non si dimentica di concepire l’essere umano, oggetto dei suoi studi, come un soggetto attivo, capace di compiere scelte autonome.

I sociologi, se vogliono essere all’altezza della propria missione, non devono limitarsi a condurre studi «oggettivi» e quantificabili come i fisici e i geologi, ma devono invece guardare al vissuto più intimo delle persone e, entrando in conversazione con loro, aiutarle a comprendere come le loro vicende umane vissute singolarmente si riflettano in contesti sociali più ampi e ne siano irrimediabilmente influenzate.

La sociologia può rendere la gente felice?
Può – se capire il mondo che plasmiamo per plasmare ta nostra condizione ci rende più felici di quanto lo saremmo nel caso contrario. Per contro, vi sono poche probabilità di essere felici nel chiudere gli occhi o nel volgere lo sguardo dall altra parte ed è una probabilità, quest’ultima, davvero effimera, come quella offerta dall’ubriachezza o dalle droghe – con un prezzo salato da pagare. Nella valuta della frustrazione, al momento in cui si smaltisce la sbornia.

Perché a questo serve, in fondo, la sociologia, ad aumentare la consapevolezza delle persone e, in tal modo, la loro libertà.

Scheda libro: http://bit.ly/LaScienzaDellaLiberta_Bauman

Zygmunt Bauman Uno dei più importanti e amati pensatori viventi del mondo, il sociologo polacco ha insegnato all’università di Leeds dagli anni Settanta e si è affermato dapprima come teorico della postmodernità e, dal Duemila, con i suoi scritti sulla modernità liquida. Fra i suoi ultimi libri, Conversazioni sull’educazione e Le sorgenti del male, Edizioni Erickson.

“Gli occhi dentro”: viaggio nel mondo dei non vedenti

“Gli occhi dentro”: viaggio nel mondo dei non vedenti

Il libro reportage del giornalista Domenico Guarino è anche una riflessione critica sulla società contemporanea dell’immagine dove l’estetica è l’unico metro di valutazione

da Redattore Sociale
15 aprile 2014

FIRENZE – “La vera cecità” è quella “di chi può vedere ma non è più capace di farlo. Perché obbligato inconsapevolmente a chiudere gli occhi. Per sopravvivere”. E’ una delle frasi più significative del libro “Gli occhi dentro” del giornalista Domenico Guarino, un viaggio alla scoperta del mondo dei non vedenti e degli ipovedenti, che diventa una riflessione critica sulla nostra società occidentale contemporanea, tutta basata sull’immagine e sull’apparire, che fa della vista e dell’estetica l’unico metro di valutazione della realtà.

“L’impatto con la cecità è per un vedente un’esperienza sempre traumatica – è scritto nell’introduzione del libro – Lo è tanto più in una società, come la nostra occidentale-contemporanea, in cui tutto viene filtrato attraverso  la vista. In cui la vista è il punto di partenza e di arrivo delle nostre riflessioni. Una società basata sull’apparenza, sull’estetica, sull’immagine, sulla formalità esteriore, non può che considerare la mancanza della vista (o la carenza) come un dramma inappellabile. Un qualcosa di inconcepibile. Al limite del sovversivo”.

Riflessioni che nascono dall’incontro con alcuni non vedenti e che avviano profonde conclusioni: “Ci sono altre strade per vivere la nostra vita. Ci sono altri modi per trovare la felicità, altri sensi da scoprire, altre luci da vedere, altri fondali da esplorare. Perché evidentemente c’è sempre un altro modo. E qualche volta quel modo è migliore. E non vederlo è un errore o, peggio, un crimine”.
Il libro è accompagnato da un video realizzato dal fotografo e documentarista Jens Mirannalti.

Pubblicato il nuovo Codice Braille

Pubblicato il nuovo Codice Braille

La Biblioteca Italiana per i Ciechi ha pubblicato sul proprio sito il nuovo Codice Braille Italiano, frutto del lavoro dell’Authority Italiana del Braille.

Il Codice e’ in formato pdf e presenta, oltre all’alfabeto, la segnografia per il latino, il greco, la fonetica, la metrica, la matematica e la chimica.

Il volume puo’ essere scaricato dall’Home page del sito della Biblioteca: http://www.bibciechi.it/

Falsi invalidi? Una sentenza storica per le persone con vera disabilità

Falsi invalidi? Una sentenza storica per le persone con vera disabilità

Una giornata “storica” il 9 aprile scorso. Il TAR del Lazio si è pronunciato, con sentenza n. 3851/2014, sul giudizio avviato da ANFFAS Onlus (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità Intellettiva e/o relazionale), con l’intervento ad adiuvandum della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) contro una serie di messaggi e circolari con cui l’INPS, fra il 2011 e il 2012, ha disciplinato i controlli dei Piani straordinari di verifica sui cosiddetti “falsi invalidi” per 500.000 persone.

La sentenza, giunta dopo ben tre anni di dura battaglia nelle aule giudiziarie, riconosce, come già ampiamente denunciato da ANFFAS e FISH, che le modalità adottate dall’INPS per le verifiche straordinarie sono state illegittimità e lesive dei diritti delle vere persone con disabilità e sconfessa – ancora un volta – anche i dati forniti dall’Istituto in materia.

Infatti, a partire dal 2011, dopo aver già effettuato 300mila controlli nei due anni precedenti, l’INPS, in via unilaterale ed anche in contraddizione rispetto alle garanzie previste dalla normativa statale, ha modificato progressivamente le modalità delle verifiche straordinarie stabilendo di far rientrare, nei controlli a campione, anche gli invalidi per i quali era già stata precedentemente prevista una rivedibilità.

Così facendo il numero delle revoche, alla fine dei controlli “straordinari”, è risultato artificiosamente elevato: sono state sommate anche le posizioni comunque già considerate rivedibili e, in larga misura, in ogni caso destinate a revoca.

Senza dire che, poi, tale attività ha distolto l’impegno dell’INPS da quello che effettivamente aveva richiesto il Parlamento: controllo, in aggiunta all’ordinaria attività di revisione, delle situazioni determinate molti anni addietro.

Si sarebbero dovuti effettuare ben altri controlli, oltre che, per esempio, evitare di visitare persone da decenni ricoverate in strutture a causa della loro disabilità – sicuramente non “falsi invalidi”- con tutti i gravosi, inutili ed ulteriori costi delle visite per l’INPS, oltre ai disagi per i cittadini.

I dati finali, come pure la millantata incidenza dei cosiddetti “falsi invalidi” effettivamente individuati dall’Inps, sono risultati “gonfiati” e forieri solo di costi per l’Amministrazione, che sembrano addirittura aggirarsi intorno ai 30 milioni di euro!

Il TAR ha anche accolto gli ulteriori rilievi di ANFFAS e FISH circa la non equiparabilità tra le visite di revisione ordinaria, di competenza prioritaria della Commissione ASL (primo punto di riferimento territoriale per il Cittadino), e quelle straordinarie di competenza esclusiva dell’INPS.

Con tale modalità imposta dall’INPS, infatti, è stata impedita la visita presso le Commissioni Asl più vicine al Cittadino, costringendolo per la revisione ordinaria anche a trasferimenti di decine e decine di chilometri da casa e non garantendo quel doppio controllo che evitasse le sviste di una sola commissione.

Il TAR ha anche appurato che è mancata la tutela alle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale: infatti mentre i medici nominati da ANFFAS erano presenti nelle Commissioni ASL, questi erano esclusi dalle verifiche straordinarie dell’INPS, lasciando prive di specifica tutela le persone con tali tipologie di disabilità.

Ma non è tutto. Dal 2012 INPS ha incluso nelle verifiche straordinarie non solo le condizioni di invalidità, ma anche quelle di handicap (ex Legge 104/1992) senza averne una copertura normativa (giunta solo a fine 2012).

Anche in questo caso il TAR ha riconosciuto le doglianze sollevate da ANFFAS e FISH ed ha pienamente chiarito che si sono usate, almeno fino al 2013, le visite di verifica straordinaria per degli scopi che la norma statale non riconosceva: eliminare certificazioni per lo stato di handicap che erano e sono cosa ben diversa da quelle per riconoscere l’invalidità civile e le relative provvidenze economiche.

Inoltre, seppur non accolto con la sentenza in discorso, un importante chiarimento è stato quello relativo al riconoscimento dell’efficacia del Decreto ministeriale 2 agosto 2007 che fissa l’esenzione da visite di revisione o verifiche straordinarie in caso di patologie “stabilizzate o ingravescenti”, principio che, nel corso degli anni successivi al ricorso e proprio per impulso di questo, sembra in via di progressiva acquisizione da parte dell’INPS.

Al momento sono in corso attenti approfondimenti, da parte di FISH e ANFFAS, sulle ricadute dirette per le persone con disabilità che si sono viste revocare le provvidenze economiche in forza di quelle disposizioni amministrative dichiarate illegittime.

Si tratta quindi di un sentenza fondamentale perché mette in discussione le modalità delle verifiche già realizzate, mettendo al tempo in dubbio anche quelle successive al 2012.

L’interesse dell’Associazione e della Federazione non è certo quello di contrastare l’individuazione dei falsi invalidi, ma di fare in modo che siano rispettati i diritti fondamentali delle vere persone con disabilità e che i controlli siano condotti con le opportune garanzie, in modo efficace e mirato, evitando inutili disagi e vessazioni.

Per questo ANFFAS e FISH si augurano e richiedono con forza che Governo e Parlamento chiariscano e riformino non solo il piano di verifica sugli accertamenti, ma anche l’intero sistema di accertamento di invalidità civile, stato di handicap e disabilità che risulta ormai obsoleto, farraginoso ed inefficiente.

Tale riforma è prevista nel programma biennale d’azione che il Governo stesso si è impegnato a mettere in atto per garantire il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità.

FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap

ANFFAS Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità Intellettiva e/o relazionale

Arriva ”Jobmetoo”, prima piattaforma per reclutare lavoratori disabili

Arriva ”Jobmetoo”, prima piattaforma per reclutare lavoratori disabili

Il servizio consente alle aziende di selezionare il personale secondo le proprie esigenze, per far lavorare le persone con disabilità in mansioni che ne esaltino il valore”. Disponibile anche un sistema di “job alert”

da Redattore Sociale
14 aprile 2014

ROMA – Si chiama Jobmetoo e ha l’obiettivo di facilitare e perfezionare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, in riferimento alle persone con disabilità. Tecnicamente, si tratta della prima società web dedicata al reclutamento di lavoratori disabili, che consente alle aziende di selezionare i candidati in modo mirato. La nascita della piattaforma, che ha origini marchigiane a sede a Milan, è sostenuta da 360 Capital Partners e dal network internazionale U-Start, che a questa “startup” ha destinato un totale di 500 mila euro, per lo sviluppo della piattaforma, l’ampliamento della gamma dei servizi forniti, il lancio delle attività di marketing e comunicazione e il rafforzamento della struttura.

“Jobmetoo ha l’ambizione di diventare il punto di riferimento per le aziende che vogliono inserire nel proprio organico lavoratori appartenenti alle categorie protette per poterle far lavorare in mansioni che ne esaltino il loro valore a vantaggio quindi sia dell’azienda sia della persona con disabilità.”, sottolinea Cesare Maifredi, General Partner di 360 Capital Partners. “L’idea ha un chiaro risvolto sociale – ha dichiarato Daniele Regolo, socio fondatore di Jobmetoo – La persona con disabilità, grazie al proprio lavoro, può infatti perseguire un cammino di autodeterminazione in una società veramente inclusiva, senza dimenticare la diminuzione del costo statale per le pensioni.”

Ma come funziona Jobmetoo? Si tratta di un servizio di inserimento lavorativo dedicato alle persone con disabilità, semplice, efficace e altamente accessibile. Esso consente di compilare gratuitamente il curriculum vitae e creare un profilo estremamente dettagliato; guardare le posizioni lavorative compatibili e candidarsi con un clic; ricevere messaggi di “job alert” per essere sempre aggiornati. Il tutto, con il supporto di un team di professionisti che vivono la disabilità in prima persona. L’azienda, da parte sua, può compilare il proprio profilo e mettersi in contatto con i migliori candidati, inserire le posizioni lavorative aperte, ricercare liberamente nel database dei candidati e salvare i profili più interessanti, con il supporto di un team di professionisti esperti.

“Lo Hobbit” tradotto in simboli, la sfida di un papà per la figlia disabile

“Lo Hobbit” tradotto in simboli, la sfida di un papà per la figlia disabile

Luca, padre di Chiara, che da sempre si esprime con la “comunicazione aumentativi”, vuole realizzare una versione semplificata del romanzo di Tolkien. Un capitolo ogni 3 settimane, il primo è già on line

da Redattore Sociale
11 aprile 2014

BOLOGNA – Tradurre in simboli ‘Lo Hobbit’ trasformando parole e concetti in semplici caratteri grafici e illustrazioni. Il romanzo bestseller di J.R.R. Tolkien sarà presto disponibile in versione semplificata e adattato per persone disabili grazie al lavoro che sta facendo Luca Errani, padre di Chiara, adolescente che da sempre si esprime e apprende tramite la comunicazione aumentativa e alternativa (Caa). Con questa tecnica, infatti, una ‘e’ di congiunzione diventa un + e due anelli che si incrociano rappresentano un ‘con’. E il miracolo della lettura prende forma.

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L’obiettivo di Errani è quello di ridurre il romanzo, che conta quasi 400 pagine, a sole 80 usando non più di 100 parole, e quindi simboli, a facciata. Ogni 3 settimane un capitolo verrà pubblicato sul blog di Chiara (kueta.blogspot.it) dove anche i post scritti sono interamente in simboli, e poi condiviso su Facebook. Un lavoro di riscrittura che semplifica e riduce i contenuti di questo classico del fantasy tentando di mantenere la stessa intensità del libro. Superando anche un altro problema: alla mancanza cronica di figure nei testi per ragazzi ha pensato il fumettista Fausto Lobrano che arricchirà la storia con le sue illustrazioni. Il primo capitolo è già on line sul blog di Chiara.

“La traduzione è iniziata da poco, tanto che siamo solo al terzo capitolo su diciannove – spiega Errani. Stiamo facendo questo lavoro perché è importante che anche i ragazzi più grandi, con diverse abilità, possano avvicinarsi alla letteratura adatta per la loro età e non limitarsi ai testi per bambini”. Un lavoro lento e complesso, che Errani ha cercato di semplificare grazie all’aiuto della tecnologia: Symhelper è un software, da lui inventato e che si può scaricare gratis in rete, che ‘riquadra’ automaticamente simboli e parole della Caa e facilita la lettura. “Per evitare il disordine all’interno della pagina prima disegnavo le tabelle manualmente, ma questo significava notti insonni e solo per pochi libri si riusciva ad arrivare alla fine. Adesso, con Symhelper non è più un problema”.

Chiamato l’altro giorno in Comune a Bologna, assieme ai tecnici dell’Ausilioteca dell’Aias e Corte Roncati per presentare questa nuova tecnologia in parte adottata da alcune biblioteche comunali, Errani si lascia andare a un appello: la proposta che la città di Bologna appoggi le traduzioni di libri e crei biblioteche con strutture accessibili, personale formato e una sezione dedicata ai libri ‘scritti’ in simboli. “In questo modo – conclude – chiunque potrà sognare e leggere in funzione della propria età”. (irene leonardi)

Servizi alle persone con disabilità

Mercoledì 14 maggio ore 9.30/17.00 – Milano

Seminario: “Servizi alle persone con disabilità: attualità e prospettive future in Italia ed in Europa” organizzato dalla Cooperativa Cura e Riabilitazione e da EASPD (European Association of Service providers for Persons with Disabilities). Una giornata di riflessione sulle politiche in Italia ed in Europa nel quadro della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Presso il Centro Congressi Stelline n Corso Magenta 61. La partecipazione gratuita e fino ad esaurimento posti.

Per informazioni: e-mail: silvestro.plumari@curaeriabilitazione.org

Bando 2014 della Fondazione della provincia di Lecco

Mercoledì 30 aprile – Lecco

Scade il 30 aprile il termine per partecipare al bando 2014 della Fondazione della provincia di Lecco per l’erogazione di contributi per progetti di utilità sociale proposti dalle organizzazioni di volontariato e dagli enti non profit della provincia di Lecco, nei seguenti settori: assistenza sociale, tutela ambientale, valorizzazione del patrimonio artistico. La presentazione delle domande dev! e avvenire sugli appositi moduli scaricabili dal sito della fondazione.

Per informazioni: tel. 0341 353123.

E-mail: fondazione@fondprovlecco.org

Autismo e autonomie professionali

Martedì 15 aprile ore 15.45/ 19.15 – Bergamo

Incontro di formazione: “Autismo e autonomie professionali” organizzato dal Centro Risorse per l’Autismo di Bergamo.
Presso il Centro Socio Educativo per l’Autismo in via Ruggeri da Stabello 34.
Per informazioni e iscrizioni: tel/fax 035 232761.

E-mail: zefirocoop@libero.it

Parcheggi telecomandati per disabili

Parcheggi telecomandati per disabili: Roma sperimenta il dispositivo anti abusi

L’Aci, in accordo con i vigili urbani, testerà l’adattamento di un congegno già impiegato nel privato: una barriera che solo il titolare del posto può abbassare

da Redattore Sociale
10 aprile 2014

ROMA – Prenderà forma la prossima settimana la prima “buona idea di Insettopia per far vivere meglio le persone con difficoltà”: Gianluca Nicoletti, giornalista e fondatore, alcuni giorni fa, della nuova “community dell’autismo”, annuncia così la prossima nascita del dispositivo concepito insieme ad Aci Consult, il gruppo che, per Aci, si occupa di servizi per l’ambiente e la mobilità. Si chiamerà Tommy, come il “ragazzone” autistico figlio di Nicoletti, questo apparecchio che promette di dare una risposta concreta al problema, ormai drammatico nelle grandi città, dell’occupazione abusiva dei posteggi riservati alle persone disabili. In pratica, si tratta di un pannello ad alimentazione fotovoltaica che, installato al suolo, si abbassa quando il legittimo titolare del posto digita il pulsante sull’apposito telecomando.

“E’ una soluzione economica ed estremamente semplice – spiega Riccardo Colicchia, direttore di Aci Consulting, che ha ‘partorito’ l’idea due notti fa – Mi sono svegliato con questa intuizione: abbandonare il progetto più elaborato che avevamo in mente per risolvere il problema ed estendere ai parcheggi per disabili l’utilizzo di questo dispositivo, che si installa con quattro stop e che già è collaudato e impiegato in luoghi privati, come centri commerciali, condomini, ospedali ecc., per impedire l’occupazione abusiva di posti riservati”. Il prototipo è già pronto, prodotto da un’azienda del nord Italia a il primo apparecchio “ci sarà consegnato mercoledì prossimo – annuncia Colicchia – Contiamo di installarlo tra giovedì e venerdì, probabilmente proprio sotto casa di Nicoletti, visto che è Tommy l’ispiratore dell’idea”.

Si tratta di un prodotto “tutto italiano – riferisce ancora Colicchia – per cui disponiamo dei vari pezzi di ricambio. L’azienda lo vende, privatamente, a 400 o 500 euro, ma noi vorremmo ordinarne molti esemplari, riducendo così i costi fino a 300 euro. Dopo la prima installazione, prenderà il via la sperimentazione per circa tre mesi, a carico di Aci Consult, con 4 o 5 esemplari. Se funzionerà, proporremo l’apparecchio a livello nazionale”. Perché ciò sia possibile, però, occorre innanzitutto superare gli ostacoli burocratici e ottenere le autorizzazioni da parte degli enti locali, visto che si tratta di suolo pubblico. In questa direzione, sono stati già compiuti passi importanti: “il Corpo di polizia dei municipi interessati ha accolto favorevolmente l’idea – riferisce Colicchia – Dal punto di vista burocratico, non ci dovrebbero essere quindi difficoltà: se da un lato infatti si tratta di suolo pubblico, dall’altro i posti riservati sono stati assegnati ai cittadini disabili con determina dirigenziale. In questi giorni stiamo informando i presidenti dei vari municipi, ma presto presenteremo la nostra idea anche all’assessore alle politiche sociali Rita Cutini,che speriamo dimostri interesse”.

La disponibilità del Comune è infatti fondamentale per la possibile espansione del progetto: “l’ideale sarebbe che l’amministrazione si impegnasse in una compartecipazione alle spese, per ridurre i costi a carico delle famiglie”. Ma visti i tempi e i bilanci l’ipotesi sembra remota. “Se però la sperimentazione funzionasse e riscuotesse interesse, non escludo che i comuni possano attingere ai fondi per il sociale che ricevono dalle regioni di appartenenza. Intanto, partiamo con la sperimentazione e speriamo che l’idea dimostri di essere efficace nel risolvere un problema che sta diventando un vero incubo per le famiglie delle persone disabili”.

E’ quanto si augura anche Gianluca Nicoletti, che più volte ha denunciato la questione e che proprio da qui parte mettere in moto gli ingranaggi di Insettopia, quel “contenitore permanente per accogliere e lanciare startup di chiunque ci proponga un uso spropositato e folle di ogni supporto che la tecnologia potrà metterci a disposizione per rendere migliore la vita degli autistici”. (cl)

“Falsi ciechi”

“Falsi ciechi”, Uic: Giletti ha il naso lungo per le bugie

Il conduttore del programma “L’Arena” su Rai 1 affronta nuovamente il tema. Duro il commento dell’Unione ciechi e ipovedenti. Il presidente Barbuto: “Fazioso e superficiale”. L’invito all’Uic ad intervenire in trasmissione era stato ritirato con “una bugia”

da Redattore Sociale
07 aprile 2014

ROMA – Fazioso, superficiale e pure bugiardo, con un “naso lungo” che lo fa assomigliare sempre di più a Pinocchio. Così l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti descrivono il conduttore tv Massimo Giletti dopo la puntata del suo programma “L’Arena” che domenica pomeriggio, su Rai 1, ha nuovamente affrontato il tema dei cosiddetti “falsi invalidi” e del boom delle indennità di accompagnamento.

Il presidente Mario Barbuto, da poche settimane alla guida dell’Uic, esprime “profondo rammarico e vivo sconcerto per le modalità con le quali è stata organizzata la trasmissione”: “La faziosità e la superficialità con le quali Giletti aveva già affrontato in passato l’argomento dei ‘falsi ciechi’ ci erano note, ma oggi – dice Barbuto – dobbiamo aggiungere una nuova perla al ricco curriculum di Giletti: la falsità”. “Da giorni, infatti – spiega il presidente Uic – eravamo stati invitati a partecipare alla trasmissione del 6 aprile; salvo ricevere, giovedì 3 aprile, una telefonata dalla redazione Rai di Giletti, con la quale ci veniva comunicato uno spostamento ad altra data”. “Con sorpresa, invece, la trasmissione è andata in onda e – commenta Barbuto – forse qualcuno avrà potuto notare come il naso di Giletti si fosse già allungato un po’, a causa della bugia che ci era stata detta al solo scopo, dobbiamo ritenere, di lasciar fuori l’Unione italiana ciechi e ipovedenti da un confronto che il nostro valente conduttore ha sempre inteso condurre a senso unico e a modo suo”.
“Ci domandiamo – continua ancora l’Uic – se i dirigenti Rai reputano forse opportuno trattare un argomento come i ‘falsi ciechi’ tenendo fuori, intenzionalmente, la più grande e rappresentativa associazione di categoria, l’unica, per legge e per rappresentatività, ad avere il diritto di essere interpellata e ascoltata sul tema, per portare all’attenzione del grande pubblico la voce vera degli interessati”. Con “pacata fermezza”, l’Unione ciechi chiede alla Rai “un sollecito atto riparatore che permetta di trattare il delicato argomento dei ‘falsi ciechi’ nel modo più corretto, a tutela delle persone coinvolte e nell’interesse di una informazione completa, come è legittimo attendersi da un servizio pubblico”. “Al signor Giletti – è la conclusione di Barbuto – l’invito a non essere ‘falso’ per il futuro, pena l’allungamento del suo naso, con grave danno per la sua immagine televisiva”.

La trasmissione tv, durata oltre mezzora, è stata per lo più incentrata sul commento ai casi di “falsi ciechi” individuati dalla Guardia di Finanza, le cui immagini con persone che vanno in bicicletta, che girano per strada, che guardano l’orologio, che fanno la spesa da soli, sono state mostrate più volte. Con Giletti, che ha più volte sottolineato come “gli invalidi veri meriterebbero ancora più sostegno di quello che hanno”, hanno partecipato all’Arena anche il sindaco di Cuneo Federico Borgna, cieco totale, e Simone Vannini, vicepresidente dell’Associazione Retina Italia. A conversarne in studio anche Raffaele Migliorini del coordinamento generale medico legale dell’Inps, oltre a Andrea Romano (Scelta Civica), Guido Crosetto (Fratelli d’Italia), Anna Maria Bernini (Forza Italia) e i giornalisti Mario Adinolfi e Mauro Giordano.

La dislessia a San Giovanni Rotondo

Dislessia, se ne parla in un convegno

Venerdì 11 aprile ore 16,30 – Aula Magna IISS ‘Di Maggio’

L’associazione APRODIS organizza la tavola rotonda dal titolo “La dislessia a San Giovanni Rotondo”. L’evento si terrà venerdì 11 aprile dalle ore 16,30 nella sala convegni dell’IISS ‘Di Maggio’.

L’associazione Aprodis con l’organizzazione di questo importante incontro intende tenere alta l’attenzione sul problema dislessia nella nostra città. Saranno presenti i Dirigenti degli Istituti Comprensivi locali per un confronto che possa delineare una linea strategica comune per sostenere ed essere al fianco dei bambini con DSA.

L’evento gode del patrocino del Comune di San Giovanni Rotondo e, dopo i saluti del Sindaco Luigi Pompilio e del dirigente scolastico dell’IISS ‘Di Maggio’ Francesco Gorgoglione, entrerà nel vivo dell’argomento con gli interventi di:

Michele Germano – neuropsichiatra infantile e Presidente APRODIS;

S. Centra Psicologa presidio riabilitazione “Valori” San Giovanni Rotondo “Dislessia e le sue amiche”;

A. Tosco dirigente I.C. Pascoli-Forgione;

B. Fiorentino psicologo e psicoterapeuta;

G.P. Masulli dirigente I.C. Melchionda-De Bonis;

M. Di Maggio assessore P.I. e Servizi Sociali;

F.M. D’Amore dirigente I.C. Dante-Galiani;

F. Cassano, R. Chiaramonte, V. Siena centro apprendimento “Pensieri Colorati”;

Rappresentanti Centro Studi per la Dislessia-D.S.A. fondazione P.A.Mileno Onlus-Vasto;

P. Palmisano dirigente Istituto Magistrale “Maria Immacolata con “lo sportello didattico sui D.S.A. a SGR”.

Il bambino con DSA (disturbo specifico di apprendimento) è un bambino con intelligenza nella norma, senza  difficoltà emotive evidenti, con una difficoltà specifica che interferisce in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, calcolo o scrittura.

L’origine del DSA è di tipo neurobiologico; è stato dimostrato ad es. che i soggetti dislessici, in compiti di lettura e di elaborazione visiva, mostrano un ridotto funzionamento delle parti posteriori dell’emisfero sinistro, cioè dell’emisfero coinvolto nei processi linguistici (Shajwitzs, 1998). Oltre che da evidenze legate alle neuroimmagini, l’origine neurobiologica della dislessia e dei disturbi specifici di apprendimento è supportata dall’alta incidenza nel sesso maschile e dalla familiarità del disturbo (circa il 60% dei dislessici ha un familiare con la stessa problematica), con evidenza di anomalie genetiche di alcuni cromosomi come 1-7-8-15.

Uno studio epidemiologico tuttora in corso (SNLG-iss, 2011) indica che circa il 3-5% della popolazione scolastica presenta caratteristiche che rientrano in tale categoria. Pertanto, è probabile che almeno un bambino per classe (secondo alcuni studi anche 2) possa essere affetto da tali difficoltà. Si calcola che in Italia ci sia circa un milione e 500 mila dislessici, ma tale incidenza potrebbe essere sottostimata.

La cittadinanza è invitata a partecipare, ingresso libero.

Un Progetto ponte tra le associazioni, le famiglie e la scuola

Monza. Un Progetto ponte tra le associazioni, le famiglie e la scuola, per i bisogni formativi di persone con disabilità sensoriale

Seminario:” Un Progetto ponte tra le associazioni, le famiglie e la scuola, per i bisogni formativi di persone con disabilità sensoriale” organizzato dal CTI di Monza e Brianza Centro e rivolto ai dirigenti scolastici, ai docenti, alle associazioni e alle famiglie.
Giovedì 10 aprile ore 16.30/18.30 – Monza
Presso l’aula magna dell’ISA-LAS in via Boccaccio 1, Villa Reale. La partecipazione è libera
Per informazioni: tel. 339 70 95 599.

Elaborare il PDP secondo il modello biopsicosociale dell’ICF

USR Piemonte. Elaborare il PDP secondo il modello biopsicosociale dell’ICF

Si comunica che lunedì 7 Aprile, dalle ore 15.00 alle 18.00, presso il Liceo Scientifico “Antonelli” via Toscana 20, Novara, avrà luogo un seminario di confronto-formazione per il monitoraggio dell’utilizzo del modello di PDP della Regione Piemonte.
Tale incontro è rivolto in modo specifico ai docenti che hanno scelto di utilizzare la “Tabella su base ICF” del PDP. In considerazione della complessità intrinseca dell’ ICF e del carattere innovativo di un approccio didattico “su base ICF” per gli allievi con BES, si ritiene opportuno attivare percorsi di confronto e riflessione per i docenti impegnati in questa sperimentazione, al fine di costruire una comunità professionale che continua ad “apprendere dall’esperienza”.
-https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=32887