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15 gennaio Esiti Scrutini ed Esami Secondo Ciclo

Il MIUR rende noti gli esiti degli scrutini e degli Esami di Stato del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2012-2013

Esami e scrutini del 2012/2013, disponibili tutti i dati

(Roma, 15 gennaio 2014) Aumentano gli ammessi e i diplomati, i voti maggiori di 80 e anche (seppur lievemente) i 100 e lode.
Questi alcuni dei risultati relativi agli esami di Stato dell’anno scolastico 2012/2013, contenuti nel Focus ‘Esiti degli scrutini e degli Esami di Stato del secondo ciclo di istruzione’ reso disponibile dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

A giugno il 95,5% degli scrutinati dell’ultimo anno di corso è stato ammesso agli esami superati poi dal 99,1% dei candidati. Rispetto all’anno precedente si registra un lieve incremento sia degli studenti ammessi che dei diplomati. La maggiore percentuale di ammessi si osserva in Campania (97%). Mentre in Sardegna si registra il più basso tasso di ammissione (89,9%). Le regioni con la più elevata percentuale di diplomati sono le Marche e il Trentino Alto Adige: rispettivamente il 99,6% ed il 99,5%. La distribuzione dei voti fotografa una diminuzione dei diplomati con votazione compresa nella fascia 60-70, mentre aumentano gli studenti diplomati con voto maggiore di 80.

Le regioni dove la diminuzione dei voti inferiori a 70 è più rilevante sono la Valle D’Aosta, l’Umbria, il Molise e la Toscana. L’aumento dei voti superiori a 80 si registra in particolare in Trentino, Molise, Liguria e Umbria. Gli studenti che hanno ottenuto un voto tra 91 e 99 sono in aumento dello 0,8% rispetto allo scorso anno. I diplomati con 100 aumentano dello 0,4. In (lieve) aumento anche i 100 e lode. Gli studenti con cittadinanza non italiana, che rappresentano circa il 4,6% dei frequentanti l’ultimo anno di corso, registrano un tasso di diploma pari al 98,3%, lievemente inferiore rispetto a quello dei colleghi italiani (99,1%).

Ma se si considera il paese di nascita, si rileva che gli studenti con cittadinanza non italiana nati in Italia (le cosiddette seconde generazioni) sono più bravi di quelli nati all’estero: la percentuale di chi ottiene un voto superiore a 90 è rispettivamente di 9,1% e 7,2%. Quanto agli esiti degli scrutini, Il tasso di ammissione alla classe successiva resta sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. Il primo anno di corso è il più selettivo, con una percentuale di ammissione alla classe successiva pari all’83,2%. All’aumentare dell’anno di corso la quota dei promossi diviene progressivamente più alta, arrivando a 91 ammessi su 100 al termine del  quarto anno.

I Licei registrano il maggior numero di ammessi alla classe successiva (94,1%), seguono l’istruzione artistica (87,8%), gli istituti tecnici (85,2%); gli istituti professionali si collocano all’ultimo posto (80,6%) nonostante un lieve miglioramento rispetto all’anno passato. Gli studenti che non sono stati scrutinati per non aver raggiunto la frequenza dei tre quarti del monte ore annuale complessivo sono pari all’1,8% rispetto all’1,6% dell’anno precedente. Il fenomeno è in aumento e rilevante specialmente nel primo anno di corso (2,9%), con una tendenza a decrescere negli anni successivi. Infine Matematica resta croce e delizia degli studenti: è la disciplina che da un lato registra studenti con il maggior numero di insufficienze, rispetto a italiano e lingue straniere, e dall’altro il maggior numero di eccellenze con la massima votazione.

47° Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2013

47° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2013

Il 6 dicembre, alle ore 10:00, presso il Cnel – Viale David Lubin, 2 – Roma, viene presentato il 47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2013
Giunto alla 47ª edizione, il Rapporto Censis prosegue l’analisi e l’interpretazione dei più significativi fenomeni socio-economici del Paese, individuando i reali processi di trasformazione della società italiana. Su tali temi si soffermano le «Considerazioni generali» che introducono il Rapporto. Nella seconda parte, «La società italiana al 2013», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.
47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2013
  • «Le Considerazioni generali»
  • «La società italiana al 2013»
  • «Processi formativi»
  • «Lavoro, professionalità, rappresentanze»
  • «Il sistema di welfare»
  • «Territorio e reti»
  • «I soggetti economici dello sviluppo»
  • «Comunicazione e media»
  • «Governo pubblico»
  • «Sicurezza e cittadinanza»

Il capitolo «Processi formativi» del 47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2013

Roma, 6 dicembre 2013 – Il ruolo strategico dell’istruzione degli adulti. Il 21,7% della popolazione italiana con più di 15 anni ancora oggi possiede al massimo la licenza elementare. Per quanto si tratti di un fenomeno concentrato nelle fasce d’età più anziane, un campanello d’allarme squilla per il 2% di 15-19enni, l’1,5% di 20-24enni, il 2,4% di 25-29enni e il 7,7% di 30-59enni che non hanno mai conseguito un titolo di scuola secondaria di primo grado. E anche per quel 56,2% di ultrasessantenni senza licenza media (23% tra gli occupati) i vantaggi di un “ritorno a scuola” sarebbero indiscutibili per il rafforzamento del loro kit di strumenti utili ad affrontare le sfide della complessità sociale. Inoltre, si è fermato alla licenza media il 43,1% dei 25-64enni. Il circuito vizioso tra bassi titoli di studio, problemi occupazionali e scarsa propensione all’ulteriore formazione è, infine, testimoniato: dalla significativa incidenza tra i giovani Neet di individui con al massimo la licenza media (43,7%); dalla marginale partecipazione complessiva della popolazione adulta ad attività formative, se in possesso della sola licenza elementare (0,8% del totale) o diploma di scuola secondaria di primo grado (1,9%).

Aggredire la dispersione includendo il territorio. Nel nostro Paese la quota di early school leavers, seppure in tendenziale diminuzione, continua a essere significativa e in alcune aree geografiche pericolosamente endemica. Se nel 2012 la popolazione di 18-24 anni con al più la licenza media che non frequentava altri corsi scolastici o attività formative superiori ai due anni era pari al 17,6%, in alcune aree del Paese restava al di sopra della soglia del 20%: ad esempio nel complesso delle regioni meridionali (21,1%). Lo scenario nazionale è distante non solo da quello medio europeo (12,8%), ma soprattutto dall’obiettivo fissato da Europa 2020, secondo il quale i giovani che abbandonano precocemente gli studi non dovranno superare la soglia del 10%. In Italia nel 2011 alla fine del primo anno aveva abbandonato gli studi l’11,4% degli studenti iscritti. Lo stesso indicatore nelle regioni del Nord e del Centro era rispettivamente 10,4% e 10,3%, mentre i tassi di abbandono erano del 13% nel Mezzogiorno nel complesso e del 14,9% nelle sole isole.

L’integrazione scolastica degli alunni disabili: un processo sinergico. I dati sulla distribuzione nell’anno scolastico 2013-2014 dei 207.244 alunni disabili, pari al 2,6% del totale degli alunni iscritti, attestano una loro maggiore presenza nella ripartizione settentrionale del Paese, dove si concentra il 38% del totale, seguita dal Sud e isole (35,6%) e infine dal Centro, dove la percentuale è del 19,9%. La periodica rilevazione del Censis sui dirigenti scolastici, che quest’anno ne ha coinvolti 2.178, evidenzia che il 47,1% ha dichiarato che nel proprio istituto l’integrazione degli alunni con disabilità non è un problema, mentre per il 29,3% è un problema in via di risoluzione. Tuttavia, ancora per quasi un dirigente su quattro (23,6%) tale processo resta un problema di difficile soluzione. I principali problemi sono: l’insufficiente numero di insegnanti per le attività di sostegno rispetto alla numerosità dell’utenza (70,6%), la difficoltà nella gestione dei rapporti con gli altri soggetti coinvolti nel processo di inserimento – servizi socio-sanitari, enti locali, altre scuole/enti formativi, ecc. – (39,9%) e la inadeguata specializzazione dei docenti di sostegno rispetto alle specifiche disabilità (26,5%).

Il sistema di istruzione e formazione professionale di fronte alla sfida della sussidiarietà. I percorsi triennali d’istruzione e formazione professionale costituiscono ormai una scelta concreta e sempre più perseguita al termine della scuola secondaria di primo grado. Degli appena 23.563 allievi dei primi corsi si è giunti ai 241.620 dell’anno formativo 2011/2012. Secondo l’indagine del Censis, numerose e diversificate sono le azioni intraprese dagli istituti professionali per incrementare il successo formativo degli iscritti ai percorsi triennali. Le azioni più diffuse sono quelle finalizzate a garantire il raccordo tra studio e lavoro, in primo luogo l’attivazione di stage (74,3%) o di percorsi in alternanza scuola/lavoro (72,9%). Un analogo livello di diffusione (72,2%) sembra caratterizzare la realizzazione di una didattica laboratoriale, seguita dalle attività di raccordo tra le competenze di base e le competenze professionalizzanti (64,6%).

L’università italiana: un sistema squilibrato territorialmente e con scarsa capacità di globalizzazione. Le università italiane stentano a collocarsi all’interno delle reti internazionali di ricerca. Secondo l’indagine del Censis sui rettori italiani, tra i fattori più efficaci per accrescere la competitività dei loro atenei c’è al primo posto il miglioramento della qualità dei servizi e delle strutture di supporto alla didattica (73,8%), poi lo sviluppo di collaborazioni internazionali nelle attività di ricerca (54,8%), lo sviluppo di percorsi di laurea a doppio titolo/titolo aggiunto con atenei stranieri (52,4%), le ricerche di grande rilevanza scientifica (40,5%) e l’incremento del numero di laureati in corso (38,1%). Le criticità esistenti sono aggravate dal divario territoriale tra Nord e Sud del Paese. Nel decennio 2002-2012 l’indice regionale di attrattività delle università passa nel Mezzogiorno da -20,7% a -28,3%, incrementandosi negativamente di oltre 7 punti percentuali. Nelle regioni insulari l’indice precipita da -10,1% nel 2002 a -26,2% nel 2012.

Indagine Ocse-Pisa 2012

Martedì 3 dicembre, alle ore 11.00, presso la Sala della Comunicazione del Miur si svolge la presentazione dei risultati dell’Indagine Ocse – Pisa 2012 sulle competenze degli studenti quindicenni in matematica, scienze e lettura.

Il programma prevede un video messaggio del Ministro Maria Chiara Carrozza, gli interventi del Sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, del Presidente dell’Invalsi Paolo Sestito e di Francesca Borgonovi, membro del team Pisa dell’Ocse ed è trasmesso in diretta streaming.

È la prima volta che Roma rientra fra le città in cui viene presentato in contemporanea con il lancio internazionale il Rapporto Pisa.

Scuola, presentati al Miur i dati OCSE – Pisa 2012

(Roma, 3 dicembre 2013) Sono stati presentati a Roma al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca i risultati dell’Indagine Ocse Pisa 2012 che misura le competenze dei quindicenni in matematica, scienze e lettura. L’Italia, spiega l’Ocse, ha risultati sotto la media ma è uno dei paesi che registra i più notevoli progressi in matematica e scienze. “Non possiamo trascurare il fatto che l’Italia registri risultati inferiori alla media Ocse, tuttavia l’indagine rivela che siamo uno dei Paesi che ha registrato i maggiori progressi in matematica e scienze e questo deve essere da stimolo per continuare a lavorare per migliorare le performance dei nostri studenti”. Ha commentato il Ministro Maria Chiara Carrozza che ha voluto portare la presentazione dei dati al Miur. E’ la prima volta che l’Indagine Ocse viene presentata a Roma in contemporanea con il lancio internazionale.

Nell’indagine, continua il ministro, “mi hanno colpito la disparita’ dei risultati delle ragazze in matematica rispetto a quelli dei loro compagni maschi che fanno registrare un divario piu’ ampio della media Ocse. Questa per me e’ la spia di una questione culturale, di un gap di genere che attraversa ancora in maniera profonda il nostro Paese e che va contrastato”. Un altro dato significativo per il ministro e’ rappresentato “dalla diversita’ di performance in molte aree del Mezzogiorno” dove si registrano “risultati al di sotto della media italiana anche se alcune regioni mostrano un trend positivo”. Secondo Carrozza proprio a queste aree bisogna “guardare con piu’ attenzione come abbiamo gia’ iniziato a fare nel Decreto Istruzione”. Infine il Ministro ha sottolineato “un aspetto molto importante di questa indagine che dimostra la validita’ del nostro sistema di formazione come ‘ascensore sociale’. La stessa indagine sottolinea come ‘L’Italia ha migliorato i suoi risultati senza rinunciare al principio di equità nel sistema dinistruzione”. Il nostro Paese “continua a mostrare livelli di qualita’ superiori alla media Ocse nell’apprendimento con solo il 10% di variabilita’ nei risultati in matematica ascrivibile alle differenze di status socioeconomico dei ragazzi”. Per il ministro si tratta di un dato “che testimonia l’incredibile potenziale della nostra scuola come motore della mobilita’ sociale”. Bisogna quindi guardare al nostro sistema educativo “come un investimento” e “non come una spesa. Come Governo Letta abbiamo dato un segnale forte con il Decreto Istruzione. Continueremo su questa strada per aumentare l’investimento nell’istruzione con la massima attenzione al futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi”.

ITS – Istituti tecnici superiori

ITS – Istituti tecnici superiori

Il 59% di diplomati ai corsi degli Its (Istituti tecnici superiori) ha trovato subito lavoro. I frequentanti dei corsi sono oltre 5000, gli Its 64 Its con 247 percorsi formativi avviati e 825 studenti già diplomati. Questi i dati presentati oggi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca a Job & Orienta, 23^ Mostra convegno nazionale per l’orientamento scuola formazione lavoro. Il monitoraggio e le valutazioni dei percorsi formativi sono affidati al Miur e alle Regioni con l’obiettivo di promuovere, nell’ottica di una reciproca integrazione, misure idonee a valorizzare gli elementi di eccellenza, superare le criticità e assicurare la trasferibilità dei risultati. L’Indire, attraverso l’analisi delle informazioni presenti nelle Banca Dati Its fornirà, per ogni percorso formativo organizzato dagli Its, un punteggio di valutazione di sintesi, sulla base dello strumento predisposto dal gruppo. Il sistema Its è molto recente e si sta radicando nelle diverse aree del Paese con un ritmo diversificato. Le Regioni che hanno attivato il maggior numero di corsi sono Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio e Veneto. Spicca la Liguria che può vantare il numero più elevato di attività, grazie ai percorsi formativi organizzati dall’Accademia italiana della Marina Mercantile.

Monitoraggio 2013 – Alternanza Scuola-Lavoro

alternanzaMonitoraggio 2013 – Alternanza Scuola-Lavoro

Alternanza scuola lavoro: +20% di studenti coinvolti, +57% di licei partecipanti

(Roma, 21 novembre 2013) L’alternanza scuola lavoro fa passi avanti nella scuola secondaria di II grado con un +20% di studenti coinvolti nell’ultimo anno scolastico (il 2012-2013) e un +57% di licei partecipanti. Sono gli esiti del monitoraggio realizzato dall’Indire per conto del Miur da cui risulta anche che il 45,6% delle scuole secondarie di secondo grado ha utilizzato l’alternanza come metodologia didattica per sviluppare le competenze previste dall’ordinamento degli studi. Dei 3.177 istituti coinvolti, il 44% sono professionali, il 34% tecnici, il 20% licei, l’1,5% altri istituti. Sono stati realizzati 11.600 percorsi, di cui 7.783 (67,1%) negli istituti professionali, 2.556 (22%) negli istituti tecnici, 903 (7,8%) nei licei e 86 (lo 0,7%) in altri istituti. I percorsi hanno formato 227.886 studenti accolti da 77.991 strutture ospitanti, 45.365 sono imprese.

Nell’anno scolastico concluso a giugno, il 2012-2013, l’alternanza ha registrato aumenti sia per quanto riguarda gli istituti coinvolti (+34,3%), sia per la partecipazione degli studenti (+20,3%), sia per i percorsi realizzati (+18,5%), che per le strutture ospitanti (+19,2%). Per quanto riguarda gli istituti, nel 2012/13 l’incremento più forte ha riguardato i licei (da 403 a 635, pari al 57,6%), seguiti dagli istituti tecnici (+46%). In aumento anche gli istituti professionali (+19,8%) e gli altri ordini di studio (+11,9%).

Il numero dei percorsi è aumentato del 18,5% rispetto all’anno scolastico precedente, con un picco nei licei che sono passati  dai 637 percorsi dell’anno scolastico 2011-12 ai 903 dell’anno scolastico 2012-13 (+41,8%). La percentuale degli studenti in alternanza è più alta negli istituti professionali (28,3%), seguono gli istituti tecnici (6,3%) e i licei (2,4%). La maggior parte degli studenti  in alternanza  (il 48,2%) si concentra nelle classi IV,  seguono le classi V (28,8%), le III (17,2%), le II (5,5%) e le I (0,4%). La maggior parte dei percorsi di alternanza è annuale (5.924 percorsi, il 51,1%). La valutazione delle competenze viene effettuata attraverso relazioni finali (in 489 scuole), questionari di valutazione (in 478 scuole), griglie di osservazione (in 448 scuole), schede di autovalutazione (in 300 scuole), compiti di realtà (in 185 scuole), altre modalità (in 31 scuole). L’esperienza di alternanza, infine, viene riconosciuta nei percorsi scolastici come credito scolastico (in 935 scuole), come integrazione al voto delle singole discipline (in 444 scuole), come integrazione alla media dello studente (in 213 scuole), in altro modo (in 31 scuole).

Il dl Scuola ‘L’Istruzione riparte’ convertito in Parlamento il 7 novembre scorso prevede un rafforzamento dei percorsi di alternanza: sono previste misure per far conoscere agli studenti il valore educativo e formativo del lavoro, anche attraverso giornate di formazione in azienda. Verrà poi avviato un programma sperimentale per gli anni 2014/2016 per permettere agli studenti degli ultimi due anni della scuola secondaria di secondo grado periodi di formazione presso le aziende.

Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano A.S. 2012/2013

Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano A.S. 2012/2013
(Ottobre 2013)

800.000 alunni stranieri fra i banchi, in crescita le seconde generazioni

(Roma, 13 novembre 2013) Sono quasi 800.000 gli alunni stranieri che frequentano la nostra scuola. Un dato in crescita grazie soprattutto all’incremento delle seconde generazioni, i ragazzi con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca mette a disposizione il Focus statistico “Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano” relativo all’anno scolastico 2012/2013 che racconta il trend della loro presenza fra i banchi e la sempre maggiore integrazione con i compagni di classe italiani. Il liceo scientifico, ad esempio, spopola anche fra gli stranieri.

La presenza degli alunni con cittadinanza non italiana, oltre che variegata (sono circa 200 i Paesi rappresentati), è sempre più numerosa: 786.630 unità nell’anno scolastico 2012/2013, 30.691 in più rispetto all’anno precedente (+4,1%). Un incremento dovuto essenzialmente agli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia, le seconde generazioni, che rappresentano ben il 47,2% del totale degli alunni stranieri. Il panorama è cambiato, dunque: negli anni precedenti l’incremento della presenza degli stranieri nelle scuole era legato principalmente ai flussi migratori.

E’ nella scuola primaria che si concentra il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (276.129), seguono la secondaria di II grado (175.120), quella di I grado (170.792) e la scuola dell’infanzia (164.589). Nell’anno scolastico 2000/2001 gli alunni stranieri erano l’1,7% del totale, oggi sono l’8,8%. Dai dati emerge chiaramente che nella scelta del percorso dell’istruzione secondaria di II grado, gli alunni stranieri prediligono la formazione tecnica (scelta dal 41,1% dei nati in Italia e dal 38,2% dei nati all’estero) e professionale (scelta dal 29,8% dei nati in Italia e dal 39,8% dei nati all’estero) e guardano con interesse al liceo scientifico (14,8% e 10,1%). Le ragazze invece preferiscono gli studi magistrali, il liceo classico e quello linguistico, avvicinandosi ancora di più alle scelte delle loro coetanee italiane. I paesi più rappresentati sono Romania (18,89% del totale degli stranieri), Albania (13,31%) e Marocco (12,47%).

L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità dati statistici A.S. 2012/2013

Il Miur rende disponibili le prime anticipazioni dei dati statistici sugli alunni con disabilità e sul sostegno relativi al 2013/2014

L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità dati statistici A.S. 2012/2013
(ottobre 2013)

L’integrazione a scuola: aumentano alunni con disabilità, ma anche docenti di sostegno

(Roma, 12 novembre 2013) Cresce il numero di alunni con disabilità nella scuola statale italiana: dai 202.314 dell’anno scolastico 2012/2013 ai 209.814 del 2013/2014 (+3,7%). Ma aumenta, al contempo, il contingente dei docenti di sostegno: dai 101.301 del 2012/2013 ai 110.216 del 2013/2014 (+8,8%). Il rapporto docenti/alunni è, in media, di 1 a 2 e il personale è sempre più stabile, grazie anche a quanto previsto nel decreto scuola ‘L’Istruzione riparte’, voluto dal ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, che consente l’immissione in ruolo in tre anni di 26.674 docenti in più rispetto alla dotazione organica del sostegno. Di questi 26.674 insegnanti, 4.447 saranno stabilizzati già dall’attuale anno scolastico, 13.342 lo saranno nel 2014/2015 e 8.895 nel 2015/2016. Una risposta concreta alle esigenze di 52.000 alunni che oggi non avevano la garanzia di mantenere lo stesso docente da un anno all’altro.

Il Miur rende disponibili le prime anticipazioni dei dati statistici sugli alunni con disabilità e sul sostegno relativi al 2013/2014 che saranno perfezionati a conclusione delle procedure di assunzione in ruolo. Al contempo viene pubblicato il Focus ‘L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità – dati statistici a.s. 2012/2013’ in cui viene descritto il fenomeno della disabilità con maggior grado di dettaglio. In particolare, vengono pubblicati i dati relativi al  2012/2013, anno in cui gli alunni con disabilità sono aumentati del 3,2%, registrando tassi di incremento differenti nei vari ordini e gradi di scuola: +2,2% nella scuola dell’infanzia, +3,4% nella scuola primaria, +2,4% nella scuola secondaria di I grado e +4,3% nella scuola secondaria di II grado. Guardando ai numeri della sola scuola statale, dall’anno scolastico 2000/2001 gli alunni con disabilità sono aumentati di oltre il 60%. La crescita è stata differente nelle diverse macroaree del territorio: +90% nel Nord-Ovest, +76% nel Nord-Est, +82% nel Centro, +34% nel Mezzogiorno.

Gli alunni con disabilità sono circa il 2,5% sul totale degli alunni (1,3% nella scuola dell’infanzia, 3% nella scuola primaria, 3,7% nella scuola secondaria di I grado e 2% nella scuola secondaria di II grado). Le regioni dell’Italia centrale presentano mediamente una percentuale più elevata di alunni con disabilità. Nelle scuole statali si registra una percentuale di alunni con disabilità, sul totale degli iscritti, pari al 2,7%. In quelle non statali sono l’1,5%. La disabilità intellettiva rappresenta la tipologia più diffusa: oltre 148.700 alunni fra scuola statale e non statale (66,7% del totale degli alunni con disabilità).

Anticipazione dati statistici sugli alunni con disabilità e sostegno – a.s. 2013/2014

Questa breve anticipazione intende fornire un quadro sintetico del fenomeno della disabilità con riferimento al settore della scuola statale per l’a.s. 2013/2014.

I dati presentati derivano dalle procedure di organico rilevate alla data del 26 ottobre 2013, tenuto conto che il contingente autorizzato per le nomine in ruolo dell’anno scolastico da poco cominciato prevede l’assunzione a tempo indeterminato di 9.490 docenti per l’insegnamento comune e di 1.648 docenti sul sostegno.

Non solo, con il D.L. 12 settembre 2013, n. 104, “Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca”, articolo 15, commi 2 e 3, è stato previsto un piano di assunzione che nei prossimi tre anni stabilizzerà 26.684 insegnanti di sostegno – 4.447 nell’a.s. 2013/14,  13.342 nell’a.s. 2014/15 e 8.895 nell’a.s. 2015/16 – in più rispetto al contingente per le nomine in ruolo autorizzato ogni anno.

L’incremento di titolari sul sostegno conferma e rafforza l’impegno del Miur a garantire agli alunni con disabilità un servizio scolastico più continuo ed è coerente con l’aumento progressivo degli alunni.

Per osservare il trend in salita degli alunni con disabilità e dei docenti di sostegno, ci riferiamo all’Organico di fatto (Graf. 1).

L’Organico di fatto registra la situazione delle scuole all’avvio dell’anno scolastico,  e quindi gli alunni che risultano realmente frequentanti in questa fase e il conseguente effettivo fabbisogno di risorse necessarie allo svolgimento delle attività didattiche e amministrative in termini di posti e cattedre e non di numero di persone impiegate.

Il ricorso a una fonte di dati differente rispetto a quelle normalmente utilizzate per lo studio e la realizzazione dei Focus del Servizio Statistico del MIUR (come, per esempio, nel Focus che viene pubblicato contemporaneamente alla presente Anticipazione che tratta il medesimo argomento con riferimento all’a.s. 2012/2013: “L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità -dati statistici a.s. 2012/2013, che presenta dati provenienti dal Fascicolo del personale con riferimento ai docenti, dalle Rilevazioni integrative con riferimento gli alunni), è necessario sia in quanto non sono stati ancora inseriti sul Sidi (il portale dei servizi del Ministero) tutti i contratti di assunzione del personale scolastico, sia poiché le Rilevazioni integrative verranno aperte nel mese di novembre, a fotografare l’evoluzione nel corso dell’anno del numero degli alunni frequentanti grazie anche all’integrazione con l’Anagrafe nazionale degli studenti.

Graf. 1 Alunni con disabilità e posti di sostegno nella scuola statale –  AA.SS. 2007/08 – 2013/14

disabilita_2013

L’evoluzione digitale della specie

Cop_1111° Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione

L’evoluzione digitale della specie

2013 – pp. 203

L’undicesima edizione del Rapporto sulla comunicazione prosegue il monitoraggio dei consumi dei media, misurati nella loro evoluzione decennale, e l’analisi delle trasformazioni avvenute nelle diete mediatiche degli italiani. Oltre a ricostruire la mappa e la fenomenologia dei consumi mediatici, il Rapporto si focalizza sui processi di costruzione multimediale dell’informazione personalizzata, sull’articolazione dei profili degli utenti di Internet, sui principali cambiamenti nella nostra digital life e sulle nuove tendenze della comunicazione aziendale.

Sintesi 11° Rapporto

Le competenze per vivere e lavorare oggi – Principali evidenze dall’Indagine PIAAC

Le competenze per vivere e lavorare oggi – Principali evidenze dall’Indagine PIAAC, Roma, Isfol, 2013 (Isfol Research Paper, 9)

Indagine ISFOL PIAAC : Programme for the International Assessment of Adult Competencies

Il Programma PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) è un’indagine internazionale per la valutazione delle competenze degli adulti promossa dall’OCSE e attuata da 24 Paesi di Europa, America e Asia.

L’attuazione e il coordinamento della partecipazione italiana a PIAAC sono responsabilità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

L’ISFOL ha avuto l’incarico di progettare e realizzare l’indagine campionaria per quanto concerne il territorio nazionale italiano e di realizzare il rapporto nazionale.

PIAAC si focalizza sulle competenze cognitive e lavorative necessarie ad assicurare un’attiva partecipazione all’economia e alla società del XXI Secolo. PIAAC raccoglie una vasta mole di dati sulle competenze alfabetiche (literacy) e numeriche (numeracy) e consente, per la prima volta in un’indagine internazionale, la valutazione delle competenze utilizzate nei luoghi di lavoro.

I dati che sono forniti contribuiscono all’analisi dei legami tra le competenze cognitive chiave e un vasto spettro di variabili demografiche ed economico-sociali.

 

LE COMPETENZE PER VIVERE E LAVORARE OGGI
PRINCIPALI EVIDENZE DALL’INDAGINE PIAAC

Questo paper presenta le prime evidenze empiriche emerse dal Programma OCSE PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), realizzato in Italia dall’ISFOL su incarico e sotto la responsabilità del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Queste prime
evidenze empiriche fanno riferimento ai dati italiani e riguardano la distribuzione delle competenze tra la popolazione adulta italiana con età compresa tra i 16 e i 65 anni. I dati sono stati raccolti nel 2011-2012.

PIAAC è un’indagine internazionale per la valutazione delle competenze degli adulti (16-65 anni), promossa dall’OCSE e realizzata in 24 Paesi di Europa, America e Asia. PIAAC rappresenta l’evoluzione delle indagini IALS (International Adult Literacy Survey) e ALL (Adult Literacy and Lifeskills Survey) sugli adulti ed è complementare all’indagine PISA, dedicata all’analisi dei livelli di competenza degli studenti (15enni). PIAAC si focalizza sulle competenze cognitive e lavorative necessarie ad assicurare un’attiva partecipazione all’economia e alla società del XXI Secolo.
Le persone intervistate – rappresentative della popolazione adulta italiana – sono stati adulti lavoratori e non, con età compresa tra i 16 e i 65 anni, residenti in Italia. Il paper presenta i risultati più interessanti dell’indagine principale. Questa indagine ha visto coinvolti circa 4600 rispondenti, selezionati da famiglie estratte dalle liste anagrafiche dei Comuni italiani.

SKILLS FOR LIFE AND WORK
KEY FINDINGS FROM THE PIAAC SURVEY

This research paper aims to present the preliminary, empirical evidences from the OECD Programme for the International Assessment of Adult Competencies (PIAAC), underway in Italy under the scientific responsibility of ISFOL and commissioned by the Ministry of Employment and Social Policies. These empirical evidences are related to the Italian data and regard the distribution of competencies among the Italian adult population. Data have been collected in 2011-2012.

PIAAC is a study geared to assessing the competencies of the adult population and follows on from the Programme for International Student Assessment (PISA), the Adult Literacy and Lifeskills Survey (ALL), and the International Adult Literacy Survey (IALS). PIAAC focuses on the cognitive and workplace skills that are required for successful participation in the economy and society of the 21st century.
The study respondents are employed and unemployed adults aged 16-65 years – a representative sample of the Italian population – residing in Italy. The paper presents the most interesting results of the main survey. This survey involved about 4600 respondents from households taken from Italian municipal registry office lists.

Le competenze per vivere e lavorare oggi

Dossier DdL “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”

Dossier Upi Effetti finanziari e taglio risorse scuole superiori da attuazione Disegno di legge: “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (A.C. 1542)

Si allega il Dossier elaborato come Upi in merito alle competenze delle Province rispetto alla gestione delle scuole pubbliche di livello secondario superiore, che evidenzia il drastico taglio delle risorse a disposizione delle scuole di secondo grado che si verificherebbe qualora il Governo proseguisse nella decisione di spostare la gestione degli oltre 5.000 edifici scolastici superiori dalle Province ai Comuni.

Come è noto, questi edifici sono stati assegnati alle Province nel 1996 (con la legge n.23) e in questi 17 anni le Province hanno potuto operare introducendo economie di scala che hanno prodotto risparmi e gestione virtuosa delle risorse. La possibilità di operare su area vasta ha permesso anche di frenare il proliferare di istituti scolastici per bacini di utenze minime, di gestire un bacino di utenza ampio e transcomunale, con risparmio di costi anche a fronte di un aumento della popolazione scolastica.

Oggi invece, con il Disegno di legge: “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni” (A.C. 1542), il Governo intende riportare il Paese indietro di 20 anni, riaffidando ai Comuni la gestione delle scuole superiori.

Senza avere verificato quali sarebbero le conseguenze, anche solo di aumento della spesa pubblica, di una simile scelta.
Nel dossier abbiamo fatto una prima stima confrontando i dati dell’anagrafe Miur e i dati di bilancio delle Province certificati dal Siope, dimostrando in maniera innegabile l’entità degli sprechi e dei disservizi che tale scelta comporterà a discapito della comunità ed evidenziando l’impatto assolutamente negativo dell’aumento esponenziale dei centri di spesa e dei costi di gestione ordinaria.

Il disegno di legge A.C. 1542 è stato assegnato alla Commissione Affari costituzionali della Camera e nei prossimi giorni inizierà il suo iter di approvazione.

Antonio Saitta

All.1 Dossier Upi più costi meno democrazia

3 ottobre Decreto del Fare: Borse di mobilità

Il MIUR rende noti i dati relativi alle domande per le borse di mobilità previste dalla Legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia (Decreto del Fare).

Decreto del Fare, arrivate oltre 4mila domande per le borse di mobilità
Il 71% dei richiedenti proviene da Regioni del Sud e Isole

Sono oltre 4mila le domande arrivate al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per le borse di mobilità previste dal decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013, il cosiddetto Decreto del Fare. Un sostegno destinato a studenti che si sono diplomati nell’anno scolastico 2012/2013 con un voto pari almeno a 95/100 e che nell’anno accademico 2013/2014 intendono immatricolarsi in un’Università statale o non statale (fatta eccezione per quelle telematiche) in una regione diversa da quella di residenza.

Il 26 settembre scorso è scaduto il termine ultimo per la presentazione delle domande. Complessivamente ne sono state presentate 4.160: 2.902 di studenti che vogliono immatricolarsi in un corso triennale, 530 per lauree magistrali a ciclo unico di 5 anni, 728 per lauree magistrali a ciclo unico di 6 anni. Il 71% dei richiedenti proviene dalle Regioni del Sud e dalle Isole, il 13% dal Centro e il 16% dal Nord.

L’importo di ciascuna borsa è di 5mila euro per anno di corso. Tenuto contro che il finanziamento disponibile è di 17 milioni di euro, i beneficiari, ad oggi, sono 889. E’ stata stilata una graduatoria provvisoria dei vincitori che sarà confermata nei prossimi giorni. L’attribuzione delle borse, infatti, resta subordinata a tre condizioni: l’effettiva immatricolazione, entro il 14 ottobre, in una regione diversa dalla propria o della propria famiglia, la verifica dei requisiti economici e del voto di maturità.

Le 889 borse attribuite sono così suddivise: 606 destinate a studenti che hanno scelto corsi di laurea triennale, 117 per studenti che hanno scelto corsi di laurea magistrale di 5 anni e 166 per ragazzi che si iscrivono a una laurea magistrale di 6 anni. Tra i vincitori di borsa in graduatoria prevalgono quelli del Sud e delle Isole con 715 borse (80,4%). Seguono gli studenti del Centro con 92 borse (10,4%) e quelli del Nord con 80 borse (9%). Il maggior numero di borse, guardando alla regione di residenza, va ai candidati della Puglia: 204. Seguono gli studenti della Sicilia (151 borse ottenute), Calabria (141), Campania (90).
Regione di approdo maggiore degli studenti in mobilità è la Lombardia, scelta da 145 borsisti. Seguono Piemonte (scelto da 100 borsisti) e Toscana (scelta da 77 borsisti). Va detto che 368 studenti vincitori di borsa non hanno ancora esplicitato la loro scelta. L’analisi dei dati disponibili ad oggi racconta che gli studenti del Sud e delle Isole sono quelli più disposti a viaggiare e a scegliere atenei anche lontani da casa (Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna le mete preferite). Mentre gli studenti in mobilità del Nord tendono a non scendere sotto la Toscana.

Tabelle_Borse_di_Mobilita

1 ottobre Risultati Test Ammissione ai corsi di Laurea

Il MIUR rende noti i risulati dei test di ammissione ai corsi di Laurea

Università, a Medicina il 46% dei posti coperti da studenti del Nord
I risultati dei test, c’è tempo fino al 3 ottobre per immatricolarsi

Sostanzialmente stabile la performance dei partecipanti al test per l’ammissione ai corsi di laurea in Medicina e in Odontoiatria, con il voto medio che nel 2012 era di 32,69 su 80 punti disponibili e quest’anno si attesta a 33,85 punti su 90 disponibili. Alle prove risulta idoneo (raggiunge il punteggio minimo di 20) il 69,9% dei candidati. E il 46,04% dei 10.302 posti disponibili sono coperti da studenti del Nord, che in parte potranno dirottare la loro iscrizione in un ateneo del Centro-Sud per poter frequentare la facoltà prescelta. Questi i principali dati che emergono dalle elaborazioni del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sugli esiti delle selezioni per le facoltà ad accesso programmato. Da quest’anno la graduatoria per l’accesso ai posti è nazionale. Ieri è stata pubblicata sul sito accessoprogrammato.miur.it la graduatoria nominativa definitiva che divide i candidati fra assegnati (coloro che hanno ottenuto la sede prescelta grazie al posizionamento avuto in graduatoria) e prenotati (quelli che potranno immatricolarsi, ma nell’ateneo che avevano indicato come scelta successiva).  C’è tempo fino al 3 ottobre per le immatricolazioni.

Medicina e Odontoiatria
Alla selezione per Medicina e Odontoiatria hanno partecipato 69.055 candidati. I posti disponibili erano 10.302. Sono risultati idonei (hanno raggiunto o superato i 20 punti minimi necessari per cercare di ottenere un posto) 48.272 candidati, il 69,9%. Ma solo in 7.000 circa si sono piazzati nella fascia alta di punteggio (dai 45 punti in su). In media gli studenti idonei hanno ottenuto al test 33,85 punti. Il punteggio medio più alto si registra all’università di Padova: 37,83. Seguono Milano ‘Bicocca’ (37,45) e l’ateneo di Udine (37,17). Nella fascia più bassa l’Università di Foggia (30,28), quella del Molise (29,86) e l’ateneo di Catanzaro (29,78). Dei 10.302 posti disponibili 4.743 (46% del totale) risultano coperti (fra assegnati e prenotati) da studenti del Nord, 3.785 (36,7%) da studenti del Sud e delle Isole, 1.756 (17%) da studenti del Centro. Osservando solo il punteggio ottenuto dagli studenti assegnati e prenotati emerge che il punteggio medio al test è pari a 48,63 con un punteggio maggiore degli studenti residenti al Nord (50.23), rispetto al Centro (47.97) e al Sud e Isole (46,92). I dati evidenziano una limitata mobilità geografica sulle prime scelte: in prima battuta i candidati hanno cercato di entrare, probabilmente anche per ragioni economiche, in un ateneo non distante da casa. Dei 7.212 candidati che hanno trovato posto nell’ateneo che rappresentava la loro prima scelta (i cosiddetti assegnati) 2.971 risiedono al Nord, 1.320 al Centro e 2.908 al Sud o nelle Isole. Quasi tutti coloro che risiedono al Nord hanno indicato come prima scelta un ateneo del Nord (98,18%), coloro che risiedono al centro hanno indicato nel 92,5% dei casi un ateneo del Centro e coloro che risiedono al Sud hanno indicato nel 79.92% dei casi un ateneo del Sud. Complessivamente gli atenei settentrionali risultano più attrattivi: sono indicati come prima scelta da 3.179 candidati (44%) nonostante i residenti al Nord, fra gli assegnati, siano 2.917. Le università settentrionali sono la prima opzione, infatti, anche per il 6,5% degli assegnati del Sud e del 4,85% di quelli del Centro.

Per quanto riguarda i cosiddetti prenotati, quelli che potranno optare per l’ateneo indicato come scelta successiva, su 3.090 candidati in graduatoria 1.281 (41.46%) hanno scelto il Sud, 958 il Nord (31%) e 851 gli atenei del Centro (27.54%). Se si guarda alla residenza degli studenti, nel caso delle seconde scelte emerge che i più disponibili a spostarsi sono i candidati del Nord: se il 51% resta sul territorio settentrionale, il 29% sceglie atenei del Centro e il 20% atenei del Sud. Al contrario gli studenti del Sud per l’82% restano sul loro territorio, per il 14% scelgono atenei del Centro e per il 4% atenei del Nord.

Mettendo a confronto il numero degli studenti assegnati e prenotati con il numero di posti disponibili nell’ambito della stessa area geografica di residenza dello studente e di collocazione dell’ateneo emerge che al Nord e al Sud c’è una maggiore domanda rispetto al numero dei posti a disposizione. Viceversa negli atenei del centro i posti non sono integralmente coperti da studenti residenti nella stessa area geografica. Guardando al corso di Medicina, fra gli atenei più attrattivi ci sono realtà sia del Sud che del Nord. Negli atenei di Milano, Modena e Reggio Emilia, Padova, Verona, Napoli ‘Federico II’, Bari, Catania, Bologna, Milano ‘Bicocca’ sin da subito ci si aspetta l’immatricolazione certa di almeno il 90% delle nuove matricole. Più difficile la situazione di Odontoiatria dove in media le prime scelte sono percentualmente più basse rispetto ai posti disponibili.

Medicina Veterinaria
Rispetto al 2012 cresce la percentuale di idonei nelle prove di Medicina Veterinaria (+3%). Il voto medio degli idonei è paria a 30,76 punti. Il punteggio medio più altro si registra nelle università di Padova (32,65), Milano (31,62), Bologna (31,46). In coda Perugia (29,77), Camerino (29,23), Teramo (26,8). I posti disponibili sono 830 e i partecipanti al test 8.045. Per Medicina Veterinaria risulta che il 72% dei candidati in graduatoria potrà da subito immatricolarsi sulla prima scelta. Tra gli atenei si evidenziano le percentuali di Messina, Padova, Milano, Napoli ‘Federico II’, Pisa dove fin da subito ed entro il 3 ottobre ci si aspetta l’immatricolazione certa di almeno il 90% delle nuove matricole.

Architettura
Anche qui si registra un incremento degli idonei: +3,3% rispetto al 2012. Il voto medio al test è di 31,13 punti. Il punteggio medio più alto si registra a Padova (36,76), seguono Trento (35,89) e lo Iuav di Venezia (34,48). In coda Roma ‘Sapienza’ (30,46), Perugia (30,13) e Roma Tre (30,09). I posti sono 8.787. Per i corsi dell’area di Architettura risulta che l’80% dei candidati in graduatoria potrà da subito immatricolarsi sulla prima scelta.

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