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«Ho fatto arrabbiare tutti» Mea culpa di Renzi sulla scuola

da Corriere.it

«Ho fatto arrabbiare tutti» Mea culpa di Renzi sulla scuola

Il presidente del Consiglio ironizza sul suo «capolavoro» (al contrario). «Ma non cederemo a chi difende le rendite di posizione»

di Redazione Scuola

Che la Buona Scuola di marca renziana sia realmente buona ormai inizia a dubitarlo lo stesso presidente del Consiglio che ieri, ospite a Genova del forum «La Repubblica delle idee», ha recitato un inatteso mea culpa: «Ho fatto un capolavoro a farli arrabbiare tutti. Io non faccio tutto bene – ha detto Renzi con una delle sue ormai celebri battute -. Sulla scuola abbiamo bisogno di ascoltare, l’impressione che non ci confrontiamo è colpa di un racconto sbagliato da parte del governo. Stiamo discutendo, siamo pronti a ragionare». Subito dopo però ci ha tenuto a puntualizzare che «discutiamo perché non si può fare riforma senza massimo coinvolgimento, ma non cederemo a chi dall’alto di rendite di posizione pensa che la scuola sia intoccabile».

I punti controversi

I due punti più controversi del Ddl scuola sono l’assunzione in blocco di poco più di 100 mila precari delle graduatorie provinciali a esaurimento (Gae) e la nuova figura del preside-sindaco o preside-manager (preside-sceriffo per i detrattori). Sul primo punto sindacati, opposizione e minoranza pd ritengono che l’assunzione in blocco di tutti e solo i precari «storici» sia ingiustamente discriminatoria nei confronti dei docenti iscritti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto che sono rimasti tagliati fuori dal maxi-piano di stabilizzazione anche se coprono più della metà delle 140 mila supplenze annuali della scuola. L’altro punto assai controverso è quello dei super poteri dei presidi ai quali sarebbe affidata la chiamata diretta dei prof dagli albi territoriali in cui verrebbero collocati tutti i nuovi insegnanti e anche quelli già di ruolo che chiedono il trasferimento. Secondo le associazioni di categoria la chiamata diretta si presterebbe a pressioni indebite e mercanteggiamenti sotto banco. Così come non piace l’idea di un comitato di valutazione dei prof che fa capo al preside ma include anche genitori e studenti. Su questi due punti i margini di trattativa ci sono e verranno approfonditi lunedì durante la direzione del Pd al Nazareno. Mentre al momento pare esclusa l’ipotesi di uno stralcio delle sole assunzioni come richiesto da una delle figure più carismatiche della minoranza, Miguel Gotor. «La scuola non è un ufficio di collocamento – ha tagliato corto la responsabile Pd per la scuola Francesca Puglisi -. Non possiamo assumere 100.000 persone se la situazione rimane invariata. Non possiamo assumerli semplicemente perché non sapremmo come impiegarli».

Scuola: Lavori proseguono. Fiaccolate di protesta in tutta Italia

da Ansa

Scuola: Lavori proseguono. Fiaccolate di protesta in tutta Italia

Renzi: “Ci sono tante cose chieste e date ai professori”

 

L’esame del ddl Buona scuola e le proteste contro lo stesso provvedimento marciano di pari passo. Mentre va avanti in commissione Istruzione al Senato la discussione generale sulla riforma, i sindacati stanno organizzando “La cultura in piazza”, l’iniziativa promossa a livello territoriale con fiaccolate di dissenso in contemporanea nelle principali città italiane.

Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Gilda e Snals chiedono che il ddl venga radicalmente cambiato perché – spiegano – così com’è “non risolve il problema del precariato, afferma logiche autoritarie e incostituzionali nella gestione organizzativa delle scuole, mette in discussione diritti e libertà e cancella la contrattazione”.

Ovviamente non la pensa così il premier Renzi secondo il quale, invece, “la riforma della scuola porta tante cose chieste e date ai professori e anche qualche polemica e protesta“.

In piazza ci saranno anche i parlamentari di Sel e del M5S che condividono le ragioni della protesta. Il governo “continua ad andare avanti con il suo progetto sulla scuola autoritario, sbagliato e pasticciato che andrebbe immediatamente ritirato. Il tutto senza tenere minimamente conto delle richieste del mondo della scuola” affermano la capogruppo di Sel e presidente del gruppo Misto a palazzo Madama sen. Loredana De Petris e il capogruppo dei deputati di Sel a Montecitorio on. Arturo Scotto. “Nel disegno di legge, quello che secondo Renzi dovrebbe riformare e migliorare la scuola italiana, su un totale di 26 articoli per ben 22 volte compare la formula ‘senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’. Fuori dal burocratese, questo significa – sostengono i parlamentari del M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato – solo una cosa: è la prova che questa riforma è un grande bluff come abbiamo sempre denunciato, è la chiara dimostrazione che il governo non sta investendo soldi sulla scuola pubblica statale come invece vorrebbe far credere e sta solo ponendo le basi per un sistema scolastico verticistico, con una chiara impronta aziendalistica fatta di discriminazioni e disuguaglianze”.

Intanto, il ddl prosegue il suo cammino e a breve la commissione Istruzione dovrebbe concludere la discussione generale sul testo. Il parere della Commissione Bilancio presumibilmente dovrebbe arrivare tra lunedì e martedì e all’inizio della settimana dovrebbe essere pure decisa l’ammissibilità degli emendamenti (oltre 2.000) e avviata la loro illustrazione per poi passare, tra martedì e mercoledì al voto con l’obiettivo di chiudere entro la prossima settimana. In Aula il provvedimento potrebbe arrivare nella settimana 15-21 giugno. Una tabella di marcia in cui vanno inseriti tuttavia due significativi passaggi politici: la riunione della direzione del Pd lunedì sera e una nuova assemblea dei senatori del partito democratico martedì mattina. La minoranza interna al Pd chiede modifiche ma anche singoli senatori che non fanno parte della sinistra DEm chiedono modifiche.

I senatori Pd contrari alla riforma epurati dalla Commissione Cultura?

da La Tecnica della Scuola

I senatori Pd contrari alla riforma epurati dalla Commissione Cultura?

L’allarme riguarda i sen. Mineo, Rubbia e Tocci. Per Romina Pepe, portavoce dei docenti ‘GM 2012 in rispetto del T.U’, se così fosse, staremmo assistendo alle avvisaglie di una possibile ‘era glaciale renziana’ della cultura, in cui ogni dissenso e voce critica sono pericolose crepe nell’iceberg del pensiero unico governativo.

Il Partito democratico starebbe programmando l’epurazione dalla Commissione Istruzione di alcuni senatori scomodi, che potrebbero determinare la mancata approvazione della riforma. L’allarme è lanciato da Romina Pepe, la portavoce dei docenti che hanno superato l’ultimo concorso a cattedre, riuniti sotto la sigla GM 2012 in rispetto del T.U. “Le voci della sostituzione in VII Commissione Istruzione dei senatori Corradino Mineo, Carlo Rubbia e Walter Tocci ci preoccupano molto perché rappresentano le avvisaglie di una possibile ‘era glaciale renziana’ della cultura, in cui ogni dissenso e voce critica sono pericolose crepe nell’iceberg del pensiero unico governativo”, ha fatto sapere la Pepe.

“Ci auguriamo – prosegue la portavoce degli insegnanti – che il ddl sulla scuola venga migliorato in Senato, e reso aderente al dettato costituzionale, soprattutto per quello che riguarda la rimozione della deroga al Testo Unico, che mortifica il merito, all’interno del piano straordinario di assunzioni. Riteniamo indispensabile che ciò sia fatto, ascoltando le voci autorevoli e plurali dei senatori Mineo, Rubbia e Tocci”.

“Confidiamo – conclude Romina Pepe –  che il Governo non vorrà sostituire i tre uomini di cultura, tra cui un premio Nobel, difensori dei valori del merito e dello studio, e che preferirà aprirsi ai venti caldi delle critiche, ragionate e ragionevoli, piuttosto che gelare da solo, nel chiuso del suo cerchio magico”.

Solo allarmismi? Solo indiscrezioni tutte da verificare? Per saperlo, l’attesa non dovrebbe essere lunga.

Fassina (PD): il Senato può ancora fermare questa riforma plebiscitaria

da La Tecnica della Scuola

Fassina (PD): il Senato può ancora fermare questa riforma plebiscitaria

Dura risposta dell’esponente della minoranza Pd alle parole del premier: sono offensive. Il governo dia parere favorevole agli emendamenti presentati da alcuni senatori Pd in Commissione Cultura per cancellare il potere dei presidi di chiamare e rimuovere i prof, introdurre un piano pluriennale di assunzioni e correggere il finanziamento delle private. La direzione Pd dell’8 giugno diventa un crocevia.

È un fiume in piena l’on. Stefano Fassina, della minoranza Pd. “Sono preoccupanti e offensive le parole del segretario del Pd a Genova verso chi in questi mesi ha fatto proposte alternative su lavoro, democrazia e scuola. Chi non ha condiviso le svolte liberiste e plebiscitarie del governo non ha cercato di affermare il “suo interesse personale” ma l’interesse di quella larga parte di popolo democratico che alle elezioni di domenica scorsa è rimasta a casa o ha scelto altri partiti”.

Il riferimento dell’esponente della minoranza dem è, in particolare, a queste parole di Renzi: “discutiamo perché non si può fare riforma senza massimo coinvolgimento ma non cederemo a chi dall’ alto di rendite di posizione pensa che la scuola sia intoccabile”.

Fassina ha tenuto a ricordare al “segretario del Pd che la lealtà di chi rappresenta il Pd in Parlamento va innanzitutto al programma sul quale è stato eletto. Se Matteo Renzi intende ricucire il drammatico strappo tra Pd e popolo democratico, vi è una grande opportunità: il ddl scuola al Senato. Il governo dia parere favorevole agli emendamenti presentati da alcuni senatori Pd in Commissione Cultura per cancellare il potere dei presidi di chiamare e rimuovere i docenti, per introdurre un piano pluriennale per l’assunzione degli insegnanti precari, per correggere il finanziamento delle scuole secondarie private. Cosi, possiamo girare pagina, costruire un clima costruttivo e fare riforme progressive. È un segno di debolezza – conclude Fassina – invocare codici disciplinari per affrontare problemi politici”.

La posizione è confermata dall’Area Riformista del Pd, la componente della minoranza che fa capo a Roberto Speranza. Su Twitter, nell’account ufficiale dell’ala del partito si legge: “#Scuola #Senato #Partito facciamo fatica ad andare avanti così. Ci stiamo preparando alla sfida congressuale”. La direzione del Partito democratico dell’8 giugno diventa sempre più un crocevia, almeno per il destino della riforma della scuola.

Giannini firma decreto con criteri ripartizione Fondo Ordinario Università

Giannini firma decreto con criteri ripartizione Fondo Ordinario Università

I 6,9 miliardi destinati a finanziare il sistema universitario statale quest’anno arriveranno agli atenei con largo anticipo. “Ho firmato il decreto con i criteri di ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) delle Università statali che è già stato vagliato dagli organi consultivi del Miur – dichiara il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini – Rispetto allo scorso anno saremo in grado di inviare il finanziamento agli atenei con sei mesi di anticipo, a giugno anziché a dicembre”.

“Un risultato importante frutto dello sforzo costante di questa amministrazione. Un segno della centralità che questo governo attribuisce al mondo universitario, da un anno al centro di importanti innovazioni. Nel 2014 gli atenei sono stati i primi, nella Pubblica Amministrazione, a sperimentare il costo standard per la distribuzione del Fondo ordinario”. L’FFO di quest’anno aumenta dal 18% al 20% la quota che viene assegnata in base a criteri di premialità “fra i quali – spiega il Ministro – abbiamo deciso di rafforzare l’internazionalizzazione della didattica”. Triplicati, dai 3,5 milioni del 2014 ai 10 di quest’anno, i fondi per la mobilità dei professori tra atenei e le chiamate di docenti dall’estero.

L’FFO 2015 vale 6,923 miliardi. È prevista una quota base (4,9 miliardi) da ripartire per il 75% su base storica e per il 25% in relazione al costo standard per studente; 1,385 miliardi vengono distribuiti in base alle performance degli atenei: i risultati della ricerca scientifica pesano per il 65%, quelli delle politiche di reclutamento per il 20%, i risultati della didattica per l’8%, la capacità di favorire la mobilità degli studenti e la partecipazione a programmi di studio all’estero per il 7%.
Non viene fissato alcun limite per i ‘premi’ alle Università virtuose. Viceversa, nessuna Università potrà registrare una diminuzione delle risorse superiore al 2% rispetto al 2014 (il limite era il 3,5% un anno fa).

Riforma scuola, fiaccolate in tutta Italia: “Il governo la cambi radicalmente”

da Il Fatto Quotidiano

Riforma scuola, fiaccolate in tutta Italia: “Il governo la cambi radicalmente”

“La cultura in piazza”. Con questo slogan in decine di città insegnanti e personale Ata sfila con Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda: “Questo ddl realizza tutto meno che una buona scuola”. Ecco tutti gli appuntamenti e gli orari

Maturità, al via la caccia ai commissari

da La Stampa

Maturità, al via la caccia ai commissari

Gli studenti cercano soprattutto informazioni sulla severità e sulla tendenza a tenersi stretto o, al contrario, largo di voti

Il ministero dell’Istruzione ha già messo a disposizione per le scuole, sul portale Sidi, i nomi dei famigerati commissari esterni della maturità 2015; il 5 giugno , invece, la pubblicazione online di queste liste permetterà a chiunque, anche agli studenti, di consultare il sito del Miur per scovare i nomi dei professori in commissione di maturità.

Ma è ben il 77% dei ragazzi, 3 su 4 circa, a dichiarare di non aver voluto aspettare la data ufficiale, confessando di aver chiesto in anticipo alla scuola un’anteprima sui nomi dei commissari esterni.

La percentuale – rivela una web survey di Skuola.net su 1.500 maturandi – è composta per lo più dai ragazzi del liceo, mentre gli studenti del tecnico e del professionale sembrano avere meno fretta. Una volta ottenuta la lista, si dà il via alla caccia al commissario per la maturità 2015. Ben l’85% cercherà infatti info personali sui prof: il 66% di loro cercando personalmente informazioni sui singoli professori, mentre il 19%, i più pigri, aspettando che i compagni di classe lo facciano per loro.

Questa attività da detective provetti ha un alleato d’eccezione: la maggioranza di coloro che cercheranno informazioni personali sui professori esterni in commissione di maturità, lo farà attraverso i social network (circa il 40%). Una buona percentuale, tuttavia, userà il buon vecchio passaparola tra colleghi, chiedendo info ai professori (26%), mentre non saranno pochi coloro che useranno internet attraverso i siti dedicati alla scuola (19%). Da rilevare poi quel 4% che, invece, farà appostamenti presso la scuola dei commissari esterni per saperne di più.

Quello che si cerca di sapere è soprattutto se il commissario esterno in questione è “cattivo” o “buono”. Circa il 36% dei ragazzi confessa infatti di cercare soprattutto informazioni sulla sua severità e sulla sua tendenza a tenersi stretto o, al contrario, largo di voti. Scatenano interesse anche le domande più frequenti durante l’interrogazione della sua materia (29%) e gli argomenti su cui si dimostra solitamente più pignolo (16%). Tuttavia, un altro 16% degli studenti cerca di saperne di più anche sulla sua personalità, in modo da intercettarne le simpatie.

Scuola. Le modifiche di Matteo Renzi: per i presidi non più di due mandati nello stesso istituto

da L’Huffington Post

Scuola. Le modifiche di Matteo Renzi: per i presidi non più di due mandati nello stesso istituto

 

  di Angela Maura

 

Presidi in servizio nella stessa scuola per non più di due mandati (sei anni) e valutazione di merito degli insegnanti da istituirsi solo in via sperimentale. Sono queste le modifiche alla ‘Buona scuola’ che Matteo Renzi sta formulando insieme ai suoi alla vigilia di una settimana che al Senato si annuncia caldissima.

Sono oltre duemila gli emendamenti che ‘affogano’ il ddl in commissione. I soli senatori di minoranza Pd ne hanno presentati 300. La riforma rischia di arenarsi, perché al Senato la maggioranza di governo è sempre più risicata. Forza Italia non sta producendo gruppi di sostegno al governo come si pensava nei circoli renziani prima delle regionali. E per di più il grosso dei ‘dialoganti’ della minoranza Dem, i 50 cosiddetti ‘responsabili’, sono parlamentari alla Camera e non a Palazzo Madama. Che fare? Renzi programma le modifiche alla sua ‘Buona scuola’, appunto. Nella speranza di addolcire l’opposizione interna al Pd e magari guadagnare qualche voto fuori dal perimetro della maggioranza. Soprattutto: per mettere in salvo la riforma più contestata del suo governo, mal digerita da un bel pezzo di elettorato Pd.

Nel piano del premier non dovrebbero esserci modifiche in materia di assunzioni dei precari. Insomma, quelli di seconda e terza fascia continuerebbero ad essere esclusi dal bacino dei docenti da assumere. Le risorse disponibili non consentono cambi in questo senso. Però Renzi a questo punto vuole rivedere il ruolo dei presidi, presentati all’inizio come ‘capi azienda’, poi ridimensionati nel passaggio del ddl alla Camera, dopo lo sciopero dei sindacati. Ora il loro ruolo verrebbe ulteriormente rivisto. L’idea è di fissare per legge un limite di permanenza del preside nello stesso istituto scolastico: non più di due mandati, cioè sei anni (tre più tre). Una scelta che punta ad accogliere le critiche sullo strapotere dei presidi. Dovendo rimanere non più di sei anni nella stessa scuola, il dirigente scolastico non avrebbe la possibilità di costruirsi un piccolo feudo di potere a vita nello stesso territorio, ma comunque spetterà a lui scegliere i precari da assumere pescandoli dall’albo territoriale.

L’altra modifica dovrebbe riguardare la valutazione di merito sui professori, che al momento il ddl assegna ad un comitato composto dal preside, il collegio dei docenti, genitori e studenti. E’ uno dei punti più contestati della ‘Buona scuola’: non piace ai sindacati, che perdono potere di contrattazione; non piace ai docenti, che temono ritorsioni. L’idea è di correggere, istituendo lo stesso meccanismo di valutazione ma in via sperimentale e non permanente. Stop.

Con queste modifiche, secondo i piani del premier, il testo dovrebbe passare le ‘forche caudine’ del Senato. Ma probabilmente in commissione servirà dell’altro. I suoi già pianificano subemendamenti che possano inglobare almeno una parte dei duemila emendamenti presentati dall’opposizione, per fare prima. Secondo i calcoli renziani, la commissione dovrebbe licenziare il testo alla fine della prossima settimana. A partire dal 15 giugno se ne occuperà l’aula. Il ddl dovrà quindi tornare alla Camera per l’approvazione definitiva, entro la fine del mese. Significa che la ‘Buona scuola’ vedrebbe la luce con due settimane di ritardo. Ma al Miur assicurano che i precari da assumere entreranno comunque in servizio già a settembre: la scadenza del 15 giugno – da sempre indicata anche a Palazzo Chigi come la data ultima entro cui approvare il testo per consentire ai precari di entrare in servizio dal prossimo anno scolastico – non è tassativa, ma indicativa.

Scrutini il sabato sera e la domenica. La risposta dei presidi allo sciopero

da Corriere della sera

Scrutini il sabato sera e la domenica. La risposta dei presidi allo sciopero

Sospesi anche permessi e ferie. Oggi fiaccolate di prof e studenti contro la riforma

«Gli scrutini sono convocati in via straordinaria sabato sera alle ore 23». O anche «domenica alle ore 11». E comunque «si invita il personale a dare comunicazione volontaria dell’eventuale adesione allo sciopero». E «per tutto il periodo non saranno autorizzati permessi per motivi personali né giornate di ferie». La battaglia sulla scuola si fa anche con le circolari. Tutto per scongiurare l’ultima delle proteste contro la Buona scuola di Matteo Renzi e Stefania Giannini, quello sciopero degli scrutini della prossima settimana che tanto preoccupa presidi e genitori, perché basta l’assenza di un solo professore per far decadere il collegio docenti e dover rimandare tutto. Sarà solo di un’ora per i primi due giorni di scrutini la protesta di Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal, Gilda. Durerà due giorni quella di Cobas e Unicobas che bloccheranno anche tutte le altre attività scolastiche. Escluse per legge dalla protesta terze medie e ultimo anno di superiori: ci sono gli esami.

La «contro protesta»
Ma se il Garante ha ribadito che lo sciopero dovrà durare «solo i due giorni programmati», i dirigenti scolastici sono «preoccupati». A Reggio Emilia i presidi hanno preparato calendari degli scrutini alternativi con riunioni fissate nel weekend o a tarda ora. «È un abuso di autorità — denuncia la Gilda locale —: si fissano orari impossibili per scoraggiare l’adesione allo sciopero, è anche una forma di intimidazione per i colleghi più fragili». A Torino sono state fatte già delle riunioni «pre-scrutinio» per snellire quelle successive. Molti docenti si sono rifiutati di partecipare. Tante anche le circolari in tutta Italia sulle modalità dello sciopero con l’aggiunta di frasi del tipo: «Per tutto il periodo in questione non saranno autorizzati permessi per motivi personali, né giornate di ferie» (Iss Cremona, Milano); «Si prega di inserire nella colonna “assenza altri motivi” la presenza o meno dell’interessato nel giorno di sciopero» (Istituto Borsi, Castagneto Carducci, Livorno); «Si prega il personale di comunicare l’eventuale adesione entro le ore 10.00 del 11/06/2015» (Istituto Comprensivo, Fagnano Castello, Cosenza). I sindacati non si spaventano. «Il mondo della scuola ha già dimostrato con il voto di domenica di essere molto arrabbiato», spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda. «Se il ddl resta così com’è anche al Senato, bloccheremo la scuola a settembre», prevede Massimo Di Menna della Uil.

Fiaccolate in tutta Italia
Oggi, intanto, la protesta accenderà molte piazze con le fiaccolate di prof, bidelli, studenti (e anche genitori) per «La cultura in piazza» promossa da Flc Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal, Gilda. «Perché la protesta non si ferma — dice Domenico Pantaleo, Cgil —: vogliamo che il ddl venga totalmente cambiato altrimenti il mondo della scuola finirà nei tribunali». In programma cortei, flash mob, letture di classici ad alta voce. Ma altre piccole forme di mobilitazione vanno avanti da giorni. Come lo stop alla scelta dei libri di testo per il prossimo anno, la lettura ad alta voce di tutti i compiti in classe durante il consiglio docenti, lo sciopero della fame a staffetta organizzato su Facebook, l’autoproduzione dei libri di testo per boicottare le case editrici «perché rappresentano gruppi di potere vicini alla politica».

Discussione al Senato
E la politica continua il suo lavoro in commissione Istruzione al Senato dove l’esame degli oltre 2 mila emendamenti al ddl 1934 va avanti fino al 9 giugno. Il 10 il voto e poi il passaggio in Aula. I 5 Stelle accusano il Pd di usare «la ghigliottina per escludere gli emendamenti delle opposizioni», Sel di «blindare la riforma cercando di aggiustare i numeri in commissione» e i due senatori del Pd Walter Tocci e Corradino Mineo sono decisi a non dire sì al ddl senza modifiche sostanziali. Renzi ribadisce che la riforma è aperta alle modifiche ma che «porta tante cose chieste e date ai professori».

Claudia Voltattorni

Scrutini, la risposta dei presidi: li faremo sabato notte o domenica, sospesi permessi e ferie

da La Tecnica della Scuola

Scrutini, la risposta dei presidi: li faremo sabato notte o domenica, sospesi permessi e ferie

A confermare le anticipazioni della Tecnica della Scuola è anche il primo quotidiano nazionale. I sindacati mettono le mani avanti: solo come extrema ratio. Anief avverte: siamo pronti a denunciare i presidi, il riposo settimanale non si tocca.

Erano purtroppo più che fondati i timori della Tecnica della Scuola, espressi ai propri lettori in anteprima, una settimana fa, sul pericolo delle slittamento degli scrutini a sabato 13 e domenica 14 giugno. A darne notizia, il 5 giugno, è anche il primo quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, che mette in risalto la “risposta dei presidi” della scuola secondaria alla mobilitazione del personale in corrispondenza delle valutazioni di fine anno: oltre all’inevitabile spostamento degli scrutini al week end del 13 e 14 giugno, visto che il 15 la maggior parte dei prof dovrà vestire l’incarico di commissario o presidente nelle commissioni della maturità, rese pubbliche proprio in queste ore. Tra i vari provvedimenti anti-boicottaggio, decisi dai presidi, scrive sempre il quotidiano, figura anche quello di sospendere tutti i permessi e le ferie.

Intanto, però, sulla possibilità di far svolgere gli scrutini di domenica, i sindacati mettono le mani avanti. Alle FAQ sulle modalità dello sciopero, di cui vi abbiamo dato notizia nei giorni scorsi, si è aggiunta proprio quella che riguarda questa eventualità. “Può il DS convocare gli scrutini in tarda serata o di domenica? Di norma no – tengono a precisare i Confederali, Snals e Gilda -, perchè la domenica è da considerare come giornata di riposo settimanale, quindi un diritto. Pertanto una convocazione domenicale, o anche serale, può andar bene solo se questa diventa l’extrema ratio per consentire il regolare svolgimento degli esami, ivi compreso l’insediamento delle commissioni. Diversamente tali convocazioni “anomale”, avrebbero il sapore della ritorsione nei confronti degli scioperanti. Il personale Ata impegnato di domenica ha diritto al recupero del giorno libero e all’indennità aggiuntiva per lavoro festivo, come previsto da Ccnl”.

Insomma, aprire la scuola domenica 14 giugno per svolgere gli scrutini sarebbe davvero l’ultima possibilità. Ma in certi casi, in quelle scuole dove i tempi per svolgerli proprio non ci sono, verranno convocati proprio nel giorno del riposo. Un’eventualità rigettata da Marcello Pacifico, presidente Anief: “se questi dirigenti dello Stato dovessero veramente spostare qualche scrutino a domenica 14 giugno, si prenderebbero una bella responsabilità, perché stiamo parlando di attività a tutti gli effetti funzionali all’insegnamento, che devono essere obbligatoriamente svolte in orari e giorni feriali. Viene da sé, che non seguire questa norma contrattuale, ledendo il diritto al riposo settimanale dei lavoratori che operano nella scuola, comporterebbe delle conseguenze legali di cui i dirigenti – conclude il sindacalista – dovranno rispondere in prima persona”.

La soluzione potrebbe allora essere quella che gli scrutini si svolgano per tutta la giornata di sabato, collegio dei docenti permettendo, fino a notte inoltrata. Ma non oltre la mezzanotte.

Ritorna “Tutti 10 in pagella”, gli alunni più bravi d’Italia

da La Tecnica della Scuola

Ritorna “Tutti 10 in pagella”, gli alunni più bravi d’Italia

Dopo il grande successo delle edizioni passate, torna l’iniziativa della nostra Casa Editrice. Tutte le info per partecipare.

Si avvia a conclusione l’anno scolastico (clicca qui per visualizzare le date per ogni regione) e per gli studenti sta per arrivare il momento della valutazione finale.

Ritorna, puntuale, come la pagella di fine anno scolastico, l’iniziativa de “La Tecnica della Scuola”, giunta alla quarta edizione, intitolata “Tutti 10 in pagella” che vuole rendere merito all’impegno e alla costanza profusa sui libri dalle giovani leve della scuola italiana: gli alunni, le loro famiglie, i docenti possono segnalarci le pagelle che hanno ricevuto 10 in tutte le discipline.

I nomi e le relative foto saranno pubblicate sul nostro sito.

Partecipare è semplice. E’ necessario scrivere a  info@tecnicadellascuola.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E’ necessario abilitare JavaScript per vederlo. , inviando i seguenti dati:

 

nome e cognome dello studente che ha conseguito la valutazione di 10 in tutte le discipline

nome ed indirizzo della scuola, classe e sezione

foto del tabellone degli esiti finali o scansione della pagella (formato jpg o pdf)

numero di telefono di riferimento (solo per uso della redazione)

 foto dello studente (con autorizzazione alla pubblicazione).

 

Come già accaduto lo scorso anno pubblicheremo solo i nomi di coloro che invieranno la documentazione completa.

Governo: no ad esoneri per collaboratori dirigente

da La Tecnica della Scuola

Governo: no ad esoneri per collaboratori dirigente

Lo conferma in Commissione Bilancio il viceministro dell’Economia Morando.
Qualche problema anche per la “school card” che potrebbe essere soggetta a tassazione dimezzando di valore.

Nelle giornate di mercoledì 3 e giovedì 4 giugno, la Commissione Bilancio del Senato ha preso in esame il testo del ddl sulla scuola, analizzandone gli aspetti strettamente finanziari.
Nella seduta di mercoledì la Commissione ha “fatto le pulci” a tutti gli articoli del provvedimento che revedono impegni di spesa ed ha chiesto chiarimenti al Governo.
Nella seduta successiva, il viceministro Morando ha chiarito che per il momento il Governo non è in grado di produrre una relazione scritta e documentata, ma ha comunuqe fornito a voce alcune risposte.
Particolarmente attesa era quella relativa alla questione dell’eventuale esonero dall’insegnamento dei docenti chiamati a collaborare con il dirigente.
Ecco quanto risulta dal verbale della seduta: “Il vice ministro Morando prende, poi, la parola sull’articolo 9, per confermare che i collaboratori del preside, già a legislazione vigente, non ottengono una riduzione dell’orario di docenza in relazione all’incarico aggiuntivo svolto”.
Un cambio di rotta sul punto appare poco probabile visto che la Commissione Bilancio sta lavorando proprio per garantire che la legge non determini ulteriori costi.
La Commissione, anzi, ha espresso forti dubbi sulla introduzione della “school card” di 500 euro per i docenti.  Il testo attuale prevede che tale somma non costituisca “salario accessorio” e pertanto non è soggetto a tassazione. A parere della Commissione, invece, la school card dovrebbe essere tassata: se passasse questa linea interpretativa il valore reale della carta si dimezzerebbe subito.

Giannini è categorica: il DdL non è terreno di trattativa

da La Tecnica della Scuola

Giannini è categorica: il DdL non è terreno di trattativa

Il ministro fredda sul nascere le speranze dei tanti che fremevano nelle ultime ore per un possibile slittamento dei tempi della riforma della scuola: ormai siamo all’ultimo miglio, sono molto fiduciosa sul suo passaggio in Senato. Eppure a Palazzo Madama la maggioranza ha numeri ridotti.

Il disegno di legge sulla scuola? “non è terreno di trattativa”. A freddare le speranze dei tanti che fremevano nelle ultime ore per un possibile slittamento dei tempi della riforma della scuola, ci ha pensato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: a chi le chiedeva se la riforma della scuola potesse diventare terreno di trattativa e scontro con la sinistra dem, il responsabile del Miur  ha tenuto a precisare che “ieri (giovedì 4 giugno ndr) abbiamo fatto la parte finale della discussione generale in Commissione Istruzione con contributi molto articolati e costruttivi. Sono molto fiduciosa, che, con gli emendamenti la prossima settimana e con il passaggio in aula, si arrivi a definire un progetto educativo”.

Giannini ha fatta intendere che per l’approvazione del ddl è solo questione di qualche settimana. Non certo di mesi. “Siamo all’ultimo miglio” della riforma della scuola e “sono molto fiduciosa” sul suo passaggio in Senato. Prima di lasciare i cronisti, che l’avevano avvicinata a margine di un incontro al Miur, il ministro ha tenuto a ricordare che “la scuola, per la sua importanza, fin dal giorno in cui il governo si è insediato, è stata al centro dell’azione dell’esecutivo”.

Resta da capire se, allora, i conteggi sulla maggioranza sempre più contenuta (si parla di appena uno o due senatori in più) a Palazzo Madama siano reali. In tal caso, le parole del ministro avrebbero più una valenza formale che pratica. Per capire come stanno le cose, comunque, l’attesa non sarà lunga.

 

Certificazione dello svolgimento delle attività complementari di educazione fisica

da La Tecnica della Scuola

Certificazione dello svolgimento delle attività complementari di educazione fisica

L.L.

Il caricamento dei dati per il finanziamento deve avvenire dall’8 al 30 giugno 2015

Con la nota n. 3725 del 5 giugno 2015 il Miur ha comunicato che dal 8 giugno al 30 giugno 2015, sul portale www.campionatistudenteschi.it, sarà attiva la funzione di “Certificazione

svolgimento attività”.

La funzione consente la rilevazione delle attività complementari di educazione fisica, ai fini della richiesta del finanziamento da parte delle singole istituzioni scolastiche.

Il corretto inserimento dei dati prevede i seguenti passaggi:

  • Inserire la spunta su una delle seguenti tre opzioni:
  1. 1.nel caso di svolgimentttale dell’ attività dichiarata a inizio annlastico: Si dichiara di aver svnteramente le attività programmate per il tle della cifra assegnata per l’a.014/2015;
  2. 2.nel caso sia stata svolta soltanto una parte dell’ attività programmata: Si dichiara di aver svzialmente le attività programmate per il totale della cifra assegnata per l’a.s. 2014/2015 per un importrziale utilizzatpari a € XXXXXX (indicare la cifra lordStat
  3. 3.nel caso nn sia più stata svolta l’attività programmata: Si dichiara di non aver svle attività programmate per il ttale della cifra assegnata per l’u.s. 2014/2015.
  • Caricare in formato PDF, in un unicfile, la “Dichiarazione di svolgimentttività programmate” firmata dal Dirigente Sclastico.
  • Effettuare il salvataggio dei dati cliccando sulla voce “Salva i dati” in fondalla pagina.

Gli importi sono lordo stato e non lordo dipendente.

Esami di Stato II ciclo: attività a supporto della procedura e comunicazione dei dati

da La Tecnica della Scuola

Esami di Stato II ciclo: attività a supporto della procedura e comunicazione dei dati

L.L.

Il Miur riepiloga le varie fasi in cui sono impegnate le segreterie scolastiche nell’ambito degli esami di Stato, dalla presentazione dei candidati alla produzione dei diplomi

Il Miur, con la nota prot. n. 1918 del 4 giugno 2015, ha fornito indicazioni alle scuole sulle procedure inerenti le varie attività delle segreterie per gli esami di Stato del secondo ciclo e ha illustrato le varie fasi del processo:

Prima fase: PRESENTAZIONE DEI CANDIDATI (a cura delle segreterie scolastiche)

In questa fase, le segreterie scolastiche, accedendo sul SIDI, nell’area Alunni – Gestione alunni – “Esiti Esami di Stato” eseguono le seguenti operazioni:

1) dal 5 giugno fino all’insediamento della Commissione

– Individuazione dei candidati interni agli esami di Stato, abbinandoli alla classe commissione. Qualora si renda necessario, è possibile correggere eventuali inesattezze anagrafiche dei dati degli alunni intervenendo prima in “Gestione Alunni;

– Inserimento per ciascun candidato interno dei dati di presentazione (l’esito dello scrutinio finale “ammesso” o “non ammesso”, credito scolastico, eventuale inserimento della delibera di ammissione);

– Inserimento degli “altri candidati” (candidati esterni, provenienti da scuole non paritarie, abbreviazione per merito) utilizzando la funzione presente nell’area “Ammissione agli esami” con cui è possibile eseguire anche l’abbinamento alla classe commissione;

– Registrazione dei dati di presentazione per gli “altri candidati”;

– Scelta dell’applicativo software di supporto ai lavori della Commissione;

– Chiusura dell’attività di presentazione.

In caso di scelta del software ministeriale “Commissione web” prima della chiusura della fase di presentazione occorre anche:

a. Associare i nominativi della componente esterna ed interna alla commissione/classe e assegnare le materie d’esame;

b. Rilasciare le autorizzazioni, oltre a quella del presidente che sarà assegnata in automatico, e relativa assegnazione del contesto di operatività alle utenze dei membri di commissione, già registrati al sistema POLIS, in base all’associazione alla classe d’esame.

Seconda fase: LAVORI DELLA COMMISSIONE

(a cura delle commissioni d’esame secondo quanto previsto dall’O.M. n.11/2015)

Terza fase: COMUNICAZIONE DEGLI ESITI DEGLI ESAMI DI STATO (a cura delle segreterie scolastiche)

In questa fase, dal 1° al 22 luglio, le segreterie scolastiche effettuano sul SIDI le seguenti

operazioni:

1) Verificare la corretta importazione dei dati da “Commissioni web” o altro applicativo, oppure, nel caso in cui la commissione non abbia utilizzato alcun applicativo, inserire direttamente nell’area “Esiti Esami di Stato” i risultati delle singole prove d’esame di tutti i candidati;

2) Provvedere all’integrazione dei risultati per la quarta prova ESABAC, per gli aspiranti al titolo supplementare;

3) Chiudere la rilevazione degli Esiti utilizzando la funzione “Chiusura attività”, presente nell’area.

Quarta fase: ADEMPIMENTI FINALI (a cura delle segreterie scolastiche)

In questa fase, le segreterie scolastiche eseguono le seguenti operazioni:

1) Gestione dei piani orario per la predisposizione dei certificati di superamento prove;

2) Produzione del Certificato di superamento prove;

3) Produzione dell’Attestato di credito formativo;

4) Produzione del Diploma, funzione disponibile in “Esiti Esame di Stato” (in formato A3).