Modello 730/2023, detrazione massima di 800 euro ad alunno per le spese di istruzione

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Alcune spese, come ad esempio quelle sostenute per motivi di salute, per l’istruzione o per gli interessi sul mutuo dell’abitazione, possono essere utilizzate per diminuire l’imposta da pagare. In questo caso si parla di detrazioni. La misura di queste agevolazioni varia a seconda del tipo di spesa.

Anche quest’anno, per le spese per istruzione diverse da quelle universitarie, spetta una detrazione del 19%, da indicare nel modello 730/2023.

Dall’anno d’imposta 2020 la detrazione d’imposta per alcune delle spese (tra cui anche le spese di istruzione) varia in base all’importo del reddito complessivo. In particolare, essa spetta per intero ai titolari di reddito complessivo fino a 120.000 euro. In caso di superamento del predetto limite, il credito decresce fino ad azzerarsi al raggiungimento di un reddito complessivo pari a 240.000 euro.

La detrazione, con riferimento alle spese di istruzione sostenute nell’anno 2022 per la frequenza di scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado, spetta per un importo annuo non superiore a 800 euro per ciascun alunno o studente. La detrazione spetta per le spese sostenute sia per i familiari fiscalmente a carico sia per il contribuente stesso.

Se la spesa riguarda più di un alunno, occorre compilare più righi da E8 a E10 riportando in ognuno di essi il codice 12 e la spesa sostenuta con riferimento a ciascun ragazzo.

Tra i contributi volontari detraibili sono compresi, ad esempio:

  • le spese per la mensa scolastica e per i servizi scolastici integrativi quali l’assistenza al pasto e il pre e post scuola;
  • le spese per le gite scolastiche e per l’assicurazione della scuola;
  • le spese per il servizio di trasporto scolastico;
  • i contributi finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa deliberati dagli organi d’istituto (ad esempio corsi di lingua e di teatro, svolti anche al di fuori dell’orario scolastico e senza obbligo di frequenza).

Questa detrazione non è cumulabile con quella prevista per le erogazioni liberali alle istituzioni scolastiche per l’ampliamento dell’offerta formativa che sono indicate con il codice 31.

Con riferimento al modello 730/2023 ricordiamo che il termine ultimo per la presentazione è di norma il 30 settembre, che però cade di sabato, quindi la scadenza quest’anno è il 2 ottobre 2023.

In proposito, dal pomeriggio di oggi, 2 maggio, è possibile consultare la Precompilata 2023, che potrà essere inviata dall’11 maggio.

Accessibilità dei siti web della pubblica amministrazione

Accessibilità dei siti web della pubblica amministrazione. Dati e principali limiti per utenti con disabilità
Disabili.com del 02/05/2023

Pubblicato dall’AGID un sito con i risultati di un monitoraggio su un campione di 14.483 siti della pubbica amministrazione. Ecco gli errori più frequenti, che limitano l’accesso degli utenti con disabilità ai servizi online delle PA

Rendere accessibili e fruibili i servizi della pubblica amministrazione è non solo una buona pratica, ma anche uno degli obiettivi della misura 1.4.2 del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Allo scopo, sono stati messi in campo 80 milioni di euro per il miglioramento dell’accessibilità dei servizi pubblici digitali per tutti i cittadini e la promozione e diffusione del tema dell’accessibilità all’interno della Pubblica amministrazione e per i privati. L’Agenzia per l’Italia Digitale è il soggetto attuatore della misura che prevede che vengano realizzate attività di formazione e supporto tecnico rivolte alle PA, ma anche il monitoraggio, tramite un sistema automatizzato chiamato MAUVE++, realizzato in collaborazione con il CNR, di 31 dei 50 criteri previsti dalle Linee Guida e Principi delle WCAG 2.1 sull’accessibilità pubblicati dal World Wide Web Consortium (W3C).

SITO CON DATI DI MONITORAGGIO
E proprio il monitoraggio dei siti della PA è oggi consultabile nei dati che sono stati resi disponibili sul nuovo sito accessibilita.agid.gov.it che presenta, per la prima volta in Italia, i dati di monitoraggio dell’accessibilità dei siti web della Pubblica Amministrazione.
Il sito riporta i dati di 14.483 siti estratti da IndicePA, che sono stati analizzati con sistemi automatici nel primo trimestre del 2023, dai quali si può consultare anche l’eneco degli errori più frequenti rilevati nei siti di Comuni, enti, consorti, istituti scolastici, ecc.

GLI ERRORI PIÙ FREQUENTI
Gli errori maggiormente riscontrati sui siti della PA riguardano:
– la mancanza di indicatore visivo del focus quando gli utenti navigano con la tastiera anziché con il mouse (33,8%),
– la presenza di informazioni veicolate esclusivamente attraverso il colore, come ad esempio i link non sottolineati (19,9%)
-la presenza di testo con livello di contrasto del colore con lo sfondo non sufficiente (11,8%).

LA TABELLA DEGLI ERRORI
Qui sotto riportiamo i dati della tabella che riporta la distribuzione degli errori relativa ad ognuno dei criteri di successo valutati con il sistema automatizzato. Solo 10 criteri di successo hanno rilevato una percentuale significativa di errori su tutte le ricorrenze.
Livello di Conformità : dal punto di vista normativo il rispetto di entrambi i livelli di conformità : A e AA è obbligatorio.
Criteri e relativa distribuzione degli errori (in percentuale):
Focus visibile: 33,88430% (Livello di conformità AA);
Uso del colore:   19,99503% (Livello di conformità: A);
Contrasto (minimo): 11,80529% (Livello di conformità: AA);
Contenuti non testuali: 9,70646% (Livello di conformità: A);
Informazioni e correlazioni: 5,86632% (Livello di conformità: A);
Scopo del collegamento (nel contesto)  5,05302% (Livello di conformità: A);
Analisi sintattica (parsing): 4,61557% (Livello di conformità: A);
Nome, ruolo, valore: 4,42200% (Livello di conformità: A);
Contrasto in contenuti non testuali: 1,82746% (Livello di conformità: AA);
Identificare lo scopo degli input: 0,98297% (Livello di conformità: AA);
Immagini di testo: 0,70525% (Livello di conformità: AA);
Etichette o istruzioni: 0,41010% (Livello di conformità: A);           
Ricalcolo del flusso: 0,33780% (Livello di conformità: AA);
All’input: 0,31110% (Livello di conformità: A);
Lingua della pagina: 0,06055% (Livello di conformità: A);              
Audiodescrizione o tipo di media alternativo (preregistrato): 0,01102% (Livello di conformità: A);
Spaziatura del testo: 0,00258% (Livello di conformità: AA);
Titolazione della pagina: 0,00187% (Livello di conformità: A);
Parti in lingua: 0,00103% (Livello di conformità: AA);
Regolazione tempi di esecuzione: 0,00021% (Livello di conformità: A);
Pausa, stop, nascondi: 0,00005% (Livello di conformità: A).I PROSSIMI PASSI
L’Agenzia per l’Italia Digitale fornirà alle PA anche un accompagnamento di tipo tecnico-informatico e normativo, attraverso il supporto specialistico di 28 esperti e la condivisione di WebKit per sviluppare e riprogettare i servizi digitali. Inoltre, è prevista l’erogazione di un sostegno finanziario di 53 milioni di euro a 55 PA target per realizzare attività formative specifiche in tema di accessibilità, assicurare che almeno il 50% delle tecnologie assistive richieste venga messo a disposizione di tutti i lavoratori con disabilità e ridurre di almeno il 50% il numero delle tipologie di errore su almeno 2 servizi digitali.

Il Ministro risponde, secondo appuntamento

“Il Ministro risponde”, al via il secondo appuntamento con la video rubrica web con il Ministro Valditara e Maria Latella sui principali temi legati al mondo della scuola

In questa puntata, l’importanza dell’educazione stradale e la realizzazione di corsi per gli studenti delle Scuole secondarie di II grado

Da mercoledì 3 maggio sarà disponibile sul canale YouTube e sulle piattaforme social del Ministero dell’Istruzione e del Merito la seconda puntata de “Il Ministro risponde”, video rubrica all’interno della quale la giornalista Maria Latella intervista il Ministro Giuseppe Valditara sui principali temi legati al mondo della scuola.

In questo secondo appuntamento viene posto l’accento sull’importanza dell’educazione stradale nelle scuole, a partire da corsi mirati per gli studenti delle Secondarie di II grado la cui frequenza prevederà l’acquisizione di crediti ai fini del conseguimento della patente, e sulle misure che i Ministeri dell’Istruzione e del Merito, dei Trasporti e degli Interni stanno mettendo in campo, lavorando insieme per contrastare l’aumento del numero degli incidenti stradali, molti dei quali coinvolgono ragazzi.

A fare da sfondo alla seconda intervista, l’imponente Scalone d’onore del Ministero.

La Sindrome da Alienazione Parentale (PAS)

La Sindrome da Alienazione Parentale (PAS)
Il contesto famiglia: stili comunicativi e difficoltà della modernità

di Gino Lelli e Andrea Sorcinelli [1]

L’interazione comunicativa nella coppia è un vero e proprio insieme di comportamenti, coinvolge le componenti cognitive, motivazionali e fisiche dei due partner.

Sebbene ciascun partner abbia un suo stile di comunicazione particolare e originale, la maggior parte degli studiosi concorda nell’esistenza tre principali possibilità, che sono:

  1. il passivo,
  2. l’aggressivo,
  3. l’assertivo.

Lo stile comunicativo passivo è caratterizzato da una sottostima di sé, il partner quindi non si valuta alla stessa altezza dell’altro (a livello personale, lavorativo, e così via), nelle relazioni tende a subire.

Tendenzialmente, è una persona che si sottovaluta, che non riesce a esprimere idee e convinzioni, ha grande difficoltà nel prendere le decisioni perché è estremamente indecisa, insicura, dipende dal giudizio e dall’approvazione altrui.

La persona con stile passivo, non riesce a darsi un valore, dipende dagli altri che le attribuiscono o meno delle qualità, tutti sono migliori in qualunque ambito.

Dal punto di vista relazionale, è una persona che non è capace di dire no, non riesce a rifiutare le richieste che riceve, non è in grado di porre delle barriere, dei limiti, proprio perché dipende dal consenso degli altri.

Per ciò che riguarda le caratteristiche della comunicazione, è una persona che ha un tono di voce piuttosto basso, sottomesso, tende a tenere la testa bassa, la gestualità e la postura rispecchiano la sottomissione alle altre persone.

A livello di linguaggio verbale si esprime in maniera chiaramente passiva, con frasi quali: “non sono sicuro”, “non saprei cosa dire”, “quello che dico sbaglio”, “non sono mai riuscito a”, “non sono mai stato capace di”, “non riesco mai a” e così via.

Il partner passivo è, dunque, dominato da un costante senso di inferiorità, si illude che compiacendo l’altro si sentirà meglio, senza rendersi conto, però, che facendo così non farà altro che aumentare la propria disistima e sottomissione.

Nell’ambito di coppia, è compiacente in tutto, anche dinnanzi a richieste che non condivide, può rivolgersi al partner con espressioni quali: “come preferisci tu”, “com’è meglio per te”.

Tale atteggiamento suscita nel partner “passivo” rassegnazione e sconsolatezza.

Lo stile comunicativo aggressivo è tipico dei partner che hanno una sovrastima di sé, non ascoltano, non entrano in contatto con gli altri, perché convinti della loro superiorità e incapacità di sbagliare.

Tendono a prevaricare le altre persone perché si ritengono sempre nel giusto, pensano di non sbagliare mai e di avere sempre ragione.

All’interno del gruppo tendono a imporre le idee in maniera irruenta e arrogante, prendono decisioni in maniera istintiva, basandosi più sulle interpretazioni che sui fatti concreti, pretendono che gli altri si comportino come desiderano, secondo le loro aspettative o il loro volere. I partner con questo stile comunicativo attribuiscono errori o disagi agli altri e tendono ad essere accusatori e invadenti. Nell’ambito di coppia, di fronte a una particolare necessità, possono rivolgersi al partner con espressioni come: “Finché non hai finito di pulire, non si cenerà!”.

Tale atteggiamento suscita nel partner che subisce, frustrazione e rabbia.

Le persone con stile comunicativo aggressivo recitano il ruolo dei forti, si mettono la maschera degli infallibili ma, in realtà, non sono sicuri di sé e temono, più di ogni altra cosa, di mostrare paure e limiti.

Lo stile comunicativo assertivo si colloca tra i due precedenti stili (passivo e aggressivo), è caratterizzato da partner che hanno una stima di sé consona alla realtà, si valutano correttamente, rispettano gli altri, le loro idee, i diritti altrui e contemporaneamente se stessi. Ascoltano con interesse e attenzione il partner, pongono domande alla fine dell’esposizione, per verificare la loro comprensione. Spiegano con chiarezza le idee, se vengono interrotti, chiedono con cortesia e fermezza, di continuare il loro intervento, senza aggredire, né però subire l’interlocutore molesto.

Sono aperti al dialogo e al confronto, sono disposti a mettere in discussione il loro punto di vista, sono disponibili alla negoziazione e al compromesso, senza mai rinunciare, comunque, alla dignità o alle opinioni personali. Non cercano di svalutare o di sopravvalutare il partner o le idee altrui, si affermano serenamente.

Nell’ambito di coppia possono dire: “ritengo sia necessario terminare di pulire prima di cenare!”.

Quest’affermazione, basata sull’analisi della realtà, stimola nel partner un senso di responsabilità e di partecipazione, senza provocare sentimenti negativi.

Il partner assertivo è una persona leale, comprensiva e tollerante.

Famiglie: le difficoltà della modernità

Per il bambino in tenera età, la famiglia rappresenta il suo mondo e non la percepisce come una istituzione specifica all’interno di un contesto più grande, la società. All’inizio è, quindi, l’unica realtà esistente per il bimbo che comprende le persone che si prendono cura di lui e che più contano. Successivamente, scoprirà che la famiglia è aperta alla società ed è quel porto di partenza dove salpa il viaggio attraverso il mondo sociale, un microcosmo, dunque, che lo accompagnerà sul suo percorso nel macrocosmo.

Le aspettative emotive e morali assai elevate presenti nei componenti delle famiglie numerose di una volta (amore eterno tra i coniugi, che i genitori dedichino ogni attenzione al benessere dei figli, che sia gli adulti sia i bambini debbano realizzarsi ed essere felici in famiglia e fuori) divergono dalla realtà contemporanea dei nuclei familiari, caratterizzati da pochi membri, sempre più individualisti. La coesione familiare di un tempo, ora è abbastanza rara. Da qualche decennio il ruolo dei padri è comunque sempre più attivo nella vita familiare (ad esempio, partecipano con le madri ai corsi per la preparazione al parto, assistono alla nascita e così via).

Nonostante la maggiore presenza nel contesto famiglia dei padri, sono in aumento le separazioni e i divorzi, segno chiaro delle difficoltà che vive la realtà famiglia oggi.

Negli ultimi anni sono sempre di più i padri separati che non sono a disagio nell’occuparsi dei figli molto piccoli o nel seguire i risultati scolastici di quelli più grandi. Un numero sempre maggiore, inoltre, riconosce i figli naturali.

Cresce, quindi, il numero di padri che desiderano essere presenti nella vita dei figli nonostante la separazione o il divorzio e l’affidamento alle madri, determinati a far sì che gli venga riconosciuto il proprio ruolo genitoriale.

La Sindrome da Alienazione Parentale (PAS)

Ogni tentativo di diffamazione che un genitore attua a scapito dell’altro sortisce effetti disastrosi, perché può provocare nella prole la Sindrome da Alienazione Parentale (PAS).

Le motivazioni alla base del desiderio di rovinare il rapporto tra genitore e prole possono essere varie: la vendetta contro il partner, l’ottenere concessioni economiche, la convinzione di essere il più adatto, la paura di perdere l’affetto dei figli, la gelosia per la nuova condizione sentimentale del partner, il mantenimento della relazione attraverso il conflitto.

I genitori programmatori e denigratori sono generalmente vulnerabili, immaturi e dipendenti dalla prole o da altri membri della famiglia.

Di solito, il genitore a cui viene attribuita la responsabilità del fallimento del matrimonio (specie quando è stato infedele al coniuge o se ha avviato una relazione dopo la separazione) ha grandi probabilità di diventare il bersaglio. In quasi i 2/3 dei casi il genitore bersaglio è il padre.

L’attività di discredito può essere messa in atto, comunque, indifferentemente dal padre o dalla madre ma, principalmente, è opera del genitore affidatario che spesso è la madre.

La Sindrome da Alienazione Parentale da qualche anno è entrata a far parte della letteratura psicologica italiana, anche a causa degli sviluppi che si sono verificati nelle cause di affidamento.

Il primo sviluppo riguarda il principio seguito per concedere l’affidamento, originariamente veniva adottato il criterio della tenera età, poi si passò a quello dell’interesse prevalente della prole.

Questo consentì ai tribunali di esprimere giudizi fondati sulla valutazione delle reali condizioni presenti, delle capacità genitoriali, in generale di quei fattori che incidono sull’interesse prevalente dei figli.

Tale evoluzione normativa ebbe come effetto l’aumento delle cause per l’affidamento.

Il secondo importante sviluppo in tali cause riguarda l’introduzione di un nuovo modello di affidamento.

Se fino a quel momento era previsto che l’affidamento venisse concesso esclusivamente all’uno o all’altro genitore, con l’affidamento congiunto si determinarono nuove possibilità per entrambi i genitori. Anche in tal caso, si ebbe come effetto l’aumento delle cause per l’affidamento.

Questo provvedimento contribuì ad erodere il tempo che le madri potevano trascorrere con i figli, visto che dovettero dividerlo con i padri.

Tale disposizione, come l’affermazione del principio dell’interesse prevalente del bambino, determinarono l’aumento e l’intensificazione delle cause in cui i genitori richiesero l’affidamento della prole.

L’aumento di cause per l’affidamento contribuì alla crescita dei casi di Sindrome da Alienazione Parentale nella prole, che prevede due elementi concomitanti:

  • che un genitore condizioni la prole verso la denigrazione dell’altro,
  • che la prole partecipi attivamente all’estraniamento del genitore denigrato.

Si può parlare di Sindrome da Alienazione Parentale quando il genitore diffamato non ha mostrato nessun atteggiamento in grado di giustificare la denigrazione attuata dalla prole, vittimizzazione dunque del genitore, designato come bersaglio.

All’interno di una famiglia possono capitare episodi di carenze affettive o di altro genere da parte di uno dei genitori, è l’esagerazione nel trattare difetti e manchevolezze di scarsa importanza a essere il marchio della PAS.

Può anche accadere che il genitore denigratore e programmatore denunci negligenze o violenze false, il bersaglio a sua volta accuserà dell’intento di voler provocare la PAS nei figli.

Per scoprire se le accuse della prole vanno inserite in un contesto di autentica violenza oppure se si tratta di PAS è necessario che l’esaminatore possa riuscire a effettuare tutte le verifiche necessarie. Ci sono casi in cui è difficile fare questa differenziazione e ciò accade ad esempio quando vi è una PAS dovuta in parte anche a violenza e/o negligenza genitoriale. Solo un’indagine attenta e precisa con colloqui che coinvolgono padre, madre e figli in tutte le combinazioni possibili, può consentire di elaborare una esatta diagnosi.

Conclusioni

Il modo di comunicare dei partner di una coppia varia a seconda delle situazioni e dei momenti, anche se ciascuno, comunque, ha un proprio stile di prevalente.

Contrariamente a quanto si può pensare, non è così frequente incontrare dei partner esclusivamente aggressivi o passivi.

Lo stile comunicativo assertivo può essere appreso e attuato talvolta con piccoli accorgimenti che possono aiutare a rendere migliori e più funzionali le diverse interazioni della coppia.

Le difficoltà di comunicazione nella coppia e l’egocentrismo sempre più presente nelle persone, hanno condotto negli ultimi anni a un costante aumento di separazioni e divorzi. Vittime di tali divisioni sono i figli che talvolta sono indottrinati da un genitore (spesso l’affidatario) ad andare contro l’altro.

La Sindrome da Alienazione Parentale (PAS) è il risultato di una forma di violenza sollecitata da un genitore nei confronti del figlio, che può avere come effetti negativi sia l’alienazione permanente verso l’altro genitore, sia la formazione di turbe psichiche.

Il genitore che programma e condiziona sistematicamente il figlio a denigrare e rifiutare l’altro, è spinto da rancore, odio, vendetta, disprezzo per il ruolo che dovrebbe avere. Tale forma di violenza è ardua da dimostrare perché spesso è sottile e difficilmente verificabile, a differenza di quella fisica che è considerata in tribunale un valido motivo per assegnare la custodia all’altro genitore.

Il genitore programmatore e denigratore dovrebbe rientrare nella categoria di coloro che hanno un deficit nella capacità parentale, in quanto non agisce nell’interesse del figlio.

Bibliografia

Cheli E., Teorie e tecniche della comunicazione interpersonale. Un’introduzione interdisciplinare, Franco Angeli, Milano, 2015

Mazzola M. A., Il danno da deprivazione genitoriale, Key, Milano, 2018

Montecchi F., I figli nelle separazioni conflittuali e nella (cosiddetta) PAS (Sindrome di alienazione genitoriale). Massacro psicologico e possibilità di riparazione, Franco Angeli, Milano, 2016

Nardone G., Salvini A., Il dialogo strategico. Comunicare persuadendo: tecniche evolute per il cambiamento, Ponte alle Grazie, Milano, 2018

Quagliata E., Essere genitori. Fare spazio al bambino: autostima, segnali di disagio, il ruolo del padre, le separazioni, Astrolabio Ubaldini, Roma, 2010


[1] Gino Lelli, Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi “Carlo Bo” di Urbino. Andrea Sorcinelli, Sociologo.

Stipendio: taglio delle tasse in busta paga (cuneo fiscale), da 80 a 100 euro di aumento fino a dicembre. Le cifre

da OrizzonteScuola

Di redazione

Via libera in CdM della misura volta a ridurre il costo del lavoro, tramite una riduzione del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi. Il provvedimento, contenuto nel cosiddetto Decreto-Lavoro, prevede un taglio delle tasse sul lavoro per i redditi lordi fino a 35mila euro, con l’obiettivo di aumentare lo stipendio netto dei lavoratori dipendenti privati e pubblici.

Il taglio del cuneo fiscale è stato introdotto attraverso una dote di 3,5 miliardi di euro indicata nel Documento di Economia e Finanza, che si aggiunge ai 5 miliardi già previsti nella Legge di Bilancio. Secondo il Governo, la nuova misura porterà a una riduzione del cuneo fiscale per 13,8 milioni di lavoratori dipendenti, privati e pubblici, con un aumento in busta paga che potrebbe tradursi in circa 15 euro per otto mesi, da maggio a dicembre di quest’anno.

Tuttavia, non tutti sono d’accordo con le cifre riportate dal Governo. Secondo alcune stime circolate nelle scorse settimane, il taglio del cuneo fiscale potrebbe tradursi in un aumento in busta paga di circa 25-30 euro al mese. Attualmente, il taglio del cuneo fiscale in vigore è pari a 41,15 euro al mese per le retribuzioni di 25mila euro lordi, mentre per le retribuzioni tra 27.500 e 35mila euro il vantaggio è intorno ai 30 euro al mese.

Il nuovo taglio delle tasse sul lavoro sarà il secondo introdotto dal Governo nel corso dell’anno. Il primo taglio del cuneo fiscale è stato contenuto nella manovra finanziaria di dicembre, e sarà valido per tutto il 2023. Tale taglio prevede una riduzione del 3% dei contributi per redditi lordi fino a 25mila euro e del 2% per i redditi da 25 a 35mila euro.

Nel complesso, nel combinato dei vari interventi legati al taglio del cuneo fiscale, gli aumenti in busta paga andranno tra tra gli 80 e i 100 euro mensili.

Inoltre, si ipotizza che il Governo possa introdurre un ulteriore taglio del cuneo fiscale di un punto percentuale, valido da maggio fino a dicembre di quest’anno.

Misure  non strutturali, ma tampone per far fronte all’inflazione e al carovita, con scadenza dicembre 2023 e che dovranno essere rifinanziati per avere validità anche nel 2024

Organico docenti 2023/24, scuola secondaria: cattedre di 15 ore e superiori a 18. Quando si costituiscono

da OrizzonteScuola

Di Nino Sabella

Nella scuola secondaria è possibile costituire cattedre superiore a 18 ore e pari a 15. Vediamo in quali casi e in quale grado.

Disposizioni

Con la nota n. 26952 del 12 aprile 2023, il Ministero ha fornito le istruzioni operative relative alla definizione dell’organico del personale docente a.s. 2023/24. Nella nota si evidenzia che sono adottati due decreti del MIM, di concerto con il MEF, per dare attuazione alle misure previste dalla legge n. 234/2021 (legge di bilancio 2022):

  1. un decreto: disciplina l’insegnamento dell’eduzione motoria alla primaria; determina il numero massimo di posti da destinare alle classi costituite in deroga al DPR n. 81/09; definisce i contingenti dei posti comuni e per il potenziamento (Tabella A), dei posti di sostegno (Tabella B) e dei posti per l’adeguamento alle situazioni di fatto (Tabella C), ripartendoli tra i diversi ordini e gradi di istruzione (Tabelle A1, B1 e C1);
  2. un secondo decreto definisce gli indicatori di status sociale, economico e culturale, di spopolamento e di dispersione scolastica, nonché le relative soglie di riferimento per
    l’individuazione delle scuole ove gli USR possono autorizzare la deroga alle dimensioni previste dal regolamento di cui al del DPR n. 81/09 ( ferma restando la quota massima dell’organico).

Nella succitata nota, inoltre, si evidenzia che l’organico dell’autonomia del personale docente a.s. 2023/24 resta immutato rispetto all’anno scolastico precedente, eccetto l’aumento di 9.000 posti della dotazione organica di sostegno. Tali posti, sommati agli 11.000 del 2022/23 e ai 5.000 del 2021/22, portano a compimento l’incremento di 25.000 posti previsto dalla n. 178/2020 nel triennio 2021/24.

Scuola secondaria: costituzione cattedre

Riguardo alla costituzione delle cattedre nella scuola secondaria, la nota succitata presenta delle disposizioni comuni e delle disposizioni specifiche per la scuola secondaria di primo e di secondo grado.

Disposizioni comuni

Nella scuola secondaria, leggiamo nel paragrafo “Disposizioni comuni per la scuola secondaria” della citata nota, le cattedre costituite con orario inferiore a quello obbligatorio di insegnamento (18 ore), sono ricondotte a 18 ore settimanali.

E’ possibile, però, che una cattedra sia costituita con un numero di ore superiori alle 18, al fine di assicurare l’unitarietà dell’insegnamento di una disciplina all’interno della stessa sezione.

Nel caso suddetto, ossia di cattedra costituita con un orario superiore alle 18, il contributo orario eccedente (cioè le ore oltre le 18) viene considerato utile ai fini contrattuali per l’intero anno scolastico. Le predette ore oltre le 18, dunque, sono retribuite sino al 31 agosto.

Scuola secondaria di primo grado

Nel paragrafo della nota del 12 aprile 2023, dedicato alla scuola secondaria di primo grado, non vengono fornite indicazioni specifiche per tale grado di istruzione, in merito alla costituzione delle cattedre.

Pertanto, vale quanto detto sopra, ossia che:

  • le cattedre costituite con orario inferiore a quello obbligatorio di insegnamento (18 ore), sono ricondotte a 18 ore settimanali
  • qualora non sia possibile assicurare l’unitarietà dell’insegnamento di una disciplina nella stessa sezione, è possibile costituire cattedre con orario superiore alle 18 ore settimanali, con pagamento al 31/08 anche delle ore eccedenti le 18.

Scuola secondaria di secondo grado

Come suddetto (vedi Disposizioni comuni), anche nella secondaria di secondo grado le cattedre  costituite con orario inferiore a quello obbligatorio di insegnamento (18 ore), sono ricondotte a 18 ore settimanali. Tuttavia, è possibile costituire cattedre con orario superiore alle 18 ore settimanali (come detto sopra) ovvero inferiore (almeno 15 ore). Nello specifico:

  1. quando non si possono costituire cattedre di 18 ore, nemmeno ricorrendo ad una diversa organizzazione modulare, è possibile costituirle con orario inferiore alle 18; in tal caso, la cattedra può essere costituita con un minimo di 15 ore;
  2. al fine di salvaguardare le titolarità dei docenti soprannumerari, è possibile formare cattedre con un orario superiore alle 18 ore, che non superino le 20 ore settimanali, sempreché non sia possibile attivarle secondo quanto detto nel punto precedente.

Riguardo al punto 1 sopra riportato, precisiamo che l’orario necessario a completare la cattedra (e quindi svolgere 18 ore settimanali) potrà essere impiegato per il potenziamento degli insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti e/o per attivare ulteriori insegnamenti finalizzati al raggiungimento degli obiettivi previsti dal PTOF.

Conclusioni

Alla luce di quanto detto sopra, affermiamo quanto segue:

  • nella scuola secondaria di primo e secondo grado le cattedre vanno ricondotte a 18 ore;
  • nella secondaria di primo e secondo grado, è possibile costituire cattedre anche con orario settimanale superiore a 18 ore (ferme restando le condizioni sopra indicate);
  • nella secondaria di secondo grado, è possibile costituire cattedre anche di 15 ore settimanali (ferme restando le condizioni sopra indicate e il completamento in attività di potenziamento o ampliamento dell’offerta formativa).

Personale ATA 24 mesi, aggiornamento titoli, servizio e conferma riserva o preferenza

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

I candidati inseriti nella graduatoria permanente, Dal 27 aprile 2023 al 18 maggio 2023, possono fare domanda per aggiornare il punteggio con cui sono inseriti in graduatoria, chiedere l’aggiornamento dei titoli di preferenza e/o di riserva o non presentare alcuna domanda.

Domanda per aggiornare il punteggio

Per il personale che presenta la domanda per aggiornare il punteggio e/o i titoli conseguiti successivamente all’ultimo aggiornamento, va utilizzato l’allegato B/2. Fra i titoli valutabili possono essere, dichiarati i titoli già posseduti ma non presentati nelle precedenti tornate concorsuali.

Provincia nella quale va presentata la domanda

Sia i candidati che aggiornano il punteggio, sia i candidati che s’iscrivono per la prima volta, devono presentare la domanda esclusivamente nella provincia in cui sono inseriti e per il medesimo profilo professionale attraverso il servizio “Istanze on Line (POLIS)”, raggiungibile direttamente dal sito internet del Ministero (www.miur.gov.it), sezione “Argomenti e Servizi” tramite il seguente percorso “Argomenti e Servizi > Servizi online > lettera I > Istanze on line.

Come accedere al servizio “Istanze on line (POLIS)”

I candidati, per accedere al servizio “Istanze on line (POLIS)”, devono essere in possesso di un’utenza valida per l’accesso ai servizi presenti nell’area riservata del Ministero dell’istruzione con l’abilitazione specifica al servizio “Istanze on Line (POLIS)”, o, in alternativa, delle credenziali SPID.

Scelta delle sedi

Successivamente alla valutazione da parte degli Uffici Provinciali delle domande d’inserimento o aggiornamento in graduatoria, sempre tramite istanze on-line, i candidati potranno tramite il modello di domanda allegato G scegliere le sedi delle istituzioni scolastiche della provincia in cui sono inseriti e per il medesimo profilo professionale.

Conferma diritto a riserva o precedenza

Il diritto a usufruire della riserva di posti deve, comunque, essere confermato compilando l’apposita sezione, denominata “Modello HAttribuzione priorità” in quanto trattasi di situazioni che, se non riconfermate, s’intendono non più possedute segnando l’apposita casella nel modulo di domanda. Analogamente, deve essere confermato il diritto alla preferenza a parità di punteggio qualora si tratti di preferenza legata a situazioni soggette a modifica (lettere M, N,O,R e S dei titoli di preferenza).

Candidati che non presentano la domanda

I candidati già inseriti nella graduatoria permanente di una determinata provincia che non hanno alcun titolo e alcun servizio da produrre per aggiornare il punteggio, mantengono l’iscrizione nella graduatoria permanente con lo stesso punteggio posseduto nell’ultimo aggiornamento effettuato.

PCTO: il decreto lavoro istituisce il docente coordinatore di progettazione e l’Albo delle buone pratiche

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

“Dopo una fase di ascolto attento delle istanze delle varie componenti della scuola e di confronto proficuo con le rappresentanze sindacali, riformiamo i PCTO perché siano percorsi sicuri e di qualità”: lo dichiara il ministro Giuseppe Valditara al termine del Consiglio dei Ministri nel corso del quale è stato approvato il decreto lavoro.
Fra le misure inserite nel provvedimento va segnalata quella per cui le imprese impegnate nei Percorsi dovranno integrare il proprio documento di valutazione dei rischi con una sezione specifica che indicherà le misure di prevenzione e i dispositivi di protezione per i ragazzi. L’integrazione al documento sarà fornita alla scuola e allegata alla Convenzione stipulata tra l’istituto e l’impresa.

Con il decreto-legge – spiega il Ministero dell’Istruzione e del Merito – viene espressamente previsto, inoltre, che il PCTO debba essere coerente con il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) degli istituti e con il profilo culturale, educativo e professionale dei singoli indirizzi di studio offerti dalle scuole. Per assicurare questo scopo, viene anche introdotta la figura del docente coordinatore di progettazione, che sarà individuato dall’istituzione scolastica.

Verrà rafforzato anche il Registro per l’alternanza scuola-lavoro presso le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, con l’inserimento di ulteriori requisiti che devono possedere le imprese ospitanti i PCTO onde evitare ricorso ad aziende non qualificate.
Tra questi requisiti sono previsti capacità strutturali, tecnologiche e organizzative dell’impresa, esperienza maturata nei Percorsi, eventuale partecipazione a forme di raccordo organizzativo con associazioni di categoria, reti di scuole, enti territoriali già impegnati nei PCTO.
Inoltre, in seguito a tavoli dedicati fra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, presso il Ministero del Lavoro è stato tra l’altro istituito un fondo di 10 milioni per il 2023 e di 2 milioni per il 2024, finalizzato all’indennizzo delle famiglie degli studenti vittime di incidenti durante l’attività di alternanza scuola-lavoro.

Oltre al decreto legge che entrerà in vigore a breve, il Consiglio dei Ministri ha dato il via anche a un disegno di legge in materia di lavoro.
Con questo ulteriore provvedimento verrà introdotta la formazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica.
Verrà anche istituito l’Osservatorio nazionale per il sostegno alle attività di monitoraggio e di valutazione dei Percorsi, mentre presso il MIM verrà introdotto l’Albo delle buone pratiche dei PCTO, che raccoglierà le migliori azioni delle istituzioni scolastiche, per incentivare la diffusione e la condivisione delle esperienze d’eccellenza.

Dichiarazione precompilata 2023: dal 2 maggio si potranno consultare i dati, l’invio sarà possibile dall’11 maggio

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Precompilata 2023 al via: dal pomeriggio di martedì 2 maggio le dichiarazioni già compilate dall’Agenzia delle Entrate potranno essere consultate, mentre da giovedì 11 maggio sarà possibile accettare, modificare e inviare il 730 e il modello Redditi.

I dati trasmessi dall’Agenzia e contenuti nella dichiarazione quest’anno raggiungono quota 1 miliardo e 300 milioni (+8% rispetto al 2022). Di questi, oltre un miliardo (l’80% del totale) sono relativi a spese sanitarie. A seguire, premi assicurativi (99 milioni), certificazioni uniche di lavoratori dipendenti e autonomi (73 milioni), bonifici per ristrutturazioni (11 milioni), dati relativi agli interessi passivi sui mutui (8,5 milioni) e spese scolastiche (6,5 milioni).

Saranno inoltre utilizzati nuovi dati: corsi post-diploma presso istituti statali di alta formazione e specializzazione artistica e musicale, spese per canoni di locazione, spese di intermediazione per l’acquisto di immobili adibiti a prima casa.

Tutte informazioni che si aggiungono a quelle già presenti negli anni scorsi, come ad esempio i contributi previdenziali e assistenziali, quelli versati per i lavoratori domestici, le spese universitarie, per gli asili nido, le spese per gli interventi di ristrutturazione e di efficientamento energetico.

La stagione dichiarativa si chiuderà il 2 ottobre per chi invia il 730 direttamente tramite l’applicazione web e il 30 novembre per chi invece utilizza il modello Redditi precompilato.

Come accedere alla precompilata

Per visualizzare e scaricare la dichiarazione occorre accedere alla propria area riservata tramite Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns).

In linea generale, il 730 precompilato è predisposto per i contribuenti che hanno percepito, per l’anno d’imposta precedente, redditi di lavoro dipendente e assimilati.

Dal 2 maggio 2023 (il 30 aprile è domenica e il 1° maggio è festivo), saranno disponibili i seguenti documenti: dichiarazione dei redditi precompilata riferita all’anno d’imposta precedente; elenco delle informazioni attinenti alla dichiarazione 730 precompilata disponibili presso l’Agenzia delle Entrate, con distinta indicazione dei dati inseriti e non inseriti e relative fonti informative.

Il 730 precompilato dovrà essere inviato entro il 2 ottobre 2023, mentre il modello Redditi (e il modello Redditi correttivo del 730) entro il 30 novembre 2023.

Possibilità di delega

Dal 20 aprile è già possibile accedere all’area riservata sul sito dell’Agenzia per autorizzare un familiare o una persona di fiducia a gestire la propria dichiarazione precompilata (visualizzarla, accettarla o modificarla, inviarla) e a utilizzare gli altri servizi online nel proprio interesse.

La novità è pensata per andare incontro a chi, pur avendo le credenziali per accedere all’area riservata – Spid, Carta d’identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) – ha poca dimestichezza con le funzionalità web o non può gestirle in prima persona. In alternativa, si può autorizzare la persona di fiducia tramite una videochiamata con un funzionario delle Entrate.

Viene estesa inoltre la durata della delega: su richiesta del contribuente, potrà infatti essere valida fino a 3 annualità.

Promozione della lettura a scuola, scade il 2 maggio il bando per le biblioteche scolastiche

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il Ministero della Cultura, con il D.D.G. n. 212 del 20/03/2023, ha pubblicato il bando per l’assegnazione delle risorse del Fondo per la promozione della lettura, della tutela e della valorizzazione del patrimonio librario per l’anno 2023.

Il bando interessa anche le biblioteche scolastiche, intese come le biblioteche degli istituti scolastici (scuole dell’infanzia e istituti di istruzione primaria, secondaria e superiore). Ciascuna istituzione scolastica, anche se dotata di più biblioteche in diversi plessi, può presentare una sola domanda.

Possono accedere al Fondo gli istituti di istruzione paritaria senza fini di lucro e che comunque non siano legati
a società aventi fini di lucro o da queste controllate.

Non sono ammesse al finanziamento le biblioteche facenti parte di atenei universitari o istituti ad essi equiparati.

Per le Biblioteche scolastiche saranno presi in considerazione i progetti che presenteranno un costo complessivo massimo di € 5.000.

Le istanze potranno essere presentate esclusivamente in formato digitale tramite l’apposito applicativo telematico accessibile al seguente link: https://biblioteche.cultura.gov.it/it/contributi/Fondo-promozione-lettura/index.html

La scadenza è fissata alle ore 12 del 2 maggio 2023.

Nota 2 maggio 2023, AOODGSIS 2115

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per i sistemi informativi e la statistica

Ai Dirigenti scolastici delle scuole secondarie di II grado statali
Ai Responsabili delle scuole secondarie di II grado paritarie
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
E p.c.: Al Capo di Gabinetto
Al Capo del Dipartimento per il sistema educativo di Istruzione e Formazione
Al Capo del Dipartimento per la Programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Al Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l’internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione
Al Direttore Generale per il Personale Scolastico

OGGETTO: Nomina dei Referenti di sede delle istituzioni scolastiche e modalità di funzionamento del Plico Telematico per l’invio delle tracce delle prove scritte degli esami di stato della scuola secondaria di II grado a.s. 2022-2023.

Dati adesione sciopero 21 aprile 2023

Ministero dell’Istruzione e del Merito

Ufficio di Gabinetto

COMPARTO E AREA ISTRUZIONE E RICERCA

Settore scuola

Sciopero generale di tutto il personale dei settori pubblici e privati per l’intera giornata del 21 aprile 2023 indetto da CUB – Confederazione Unitaria di base.

Dati di adesione

In ottemperanza a quanto previsto dalla Legge 146/90 e successive modifiche e integrazioni, si comunicano i dati di adesione allo sciopero del personale docente, dirigente, educativo ed Ata nelle istituzioni scolastiche ed educative e digitati dalle stesse nell’apposito programma di rilevazione presente sul portale SIDI.

A tal proposito risulta che i dati definitivi dello sciopero in questione sono i seguenti:

• le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.523 su un totale di 8.333 (78,28%);

• per quanto attiene il personale gli aderenti allo sciopero sono stati 9.105, cioè l’1,05% delle 865.126 unità di personale tenuto al servizio. Questo numero non comprende le 89.823 unità di personale assente per altri motivi (es: malattia, ferie, permesso, etc…).

PerContare – formazione dei formatori

Scuola, il 2 maggio webinar “PerContare – formazione dei formatori” sulla piattaforma INDIRE

Focus sulle estensioni degli algoritmi di divisione in classe quinta elementare

Firenze, 21 aprile 2023 – L’importanza della matematica – messa in pratica con approcci didattici inclusivi attraverso guide didattiche multimediali per gli alunni della scuola primaria – sarà al centro di una serie di webinar che fanno parte del progetto PerContare PRO – formazione dei formatori, col quale si intende favorire una ulteriore diffusione sul territorio nazionale delle “buone pratiche” didattiche inclusive. Il primo appuntamento è previstomartedì 2 maggio alle ore 17 sulla piattaforma INDIRE, durante il quale verrà presentato il percorso legato alla scoperta e al confronto di algoritmi per la divisione che, partendo dalle guide per la classe terza, si sviluppano fino alle guide per la classe quinta elementare. In particolare, si cercherà di mettere a fuoco come tali algoritmi di divisione nell’insieme dei numeri naturali, possano essere “estesi” all’insieme dei numeri razionali. Questo passaggio riveste un ruolo chiave nelle guide di PerContare perché mostra nuovamente l’importanza, nella matematica della scuola primaria, dello sviluppo di una stretta connessione tra la rappresentazione del numero razionale come frazione e come numero decimale. Saranno inoltre mostrati i nuovi software che sono stati sviluppati nell’ambito del progetto PerContare, in modo da favorire la comprensione e il consolidamento nell’ambito dei numeri razionali, e che costituiscono parte integrante delle guide ed utilizzabili come ulteriori sussidi nella didattica inclusiva. 

Durante il webinar, moderato dal ricercatore INDIRE Ciro Minichini, verrà illustrato da Paola Angelucci, della Fondazione ASPHI Onlus il progetto Da PerContare al PerContare PRO – formazione dei formatori. Seguiranno i saluti di Lorenzo Zogheri, presidente Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, ed Ezio Menchi, Uniser-Carme. Infine, Anna Baccaglini-Frank, professore associato dell’Università di Pisa, Alessandro Ramploud, assegnista dell’Università di Pisa e Silvia Funghi, ex assegnista dell’Università di Pisa, interverranno su “Le estensioni degli algoritmi di divisione in classe quinta”.

Il PerContare PRO è l’evoluzione del progetto PerContare che ha realizzato 5 guide didattiche multimedialper la scuola primaria (dalla classe prima alla quinta), frutto di molteplici cicli di progettazione-sperimentazione-revisione, a supporto di una “didattica” della matematica multimodale inclusiva, che utilizza anche le potenzialità dell’informatica (software e applicazioni web usabili anche su tablet) e che valorizza la ricchezza dellediversità nell’apprendimento da parte degli alunni supportandoli nelle difficoltà relative all’apprendimento della matematica. Le risorse gratuite sono disponibili dal sito www.percontare.it

 

PerContare Pro – formazione dei formatori è un progetto di Fondazione ASPHI Onlus realizzato con l’Università di Pisa (referente scientifico Anna Baccaglini-Frank) e INDIRE, ed è finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. All’iniziativa partecipa anche IPRASE (Trento).

Per registrarsi al webinar:https://indire.webex.com/weblink/register/r670f0cba8f5b9b371c9de0e0a3ccefca