Mancano all’appello migliaia di docenti di sostegno

Inclusione scolastica: mancano all’appello migliaia di docenti di sostegno per studenti con disabilità     
Disabili.com del 07/10/2021

Anche quest’anno, nonostante siamo numerosi i nuovi docenti specializzati, resta molto alta la carenza degli insegnanti di sostegno.
Anche quest’anno, purtroppo, ormai quasi a distanza di un mese dall’inizio della scuola, sono tantissime le classi in cui si attende ancora l’arrivo dell’insegnante di sostegno. Si tratta di migliaia di casi, in tutto il Paese e in ogni ordine e grado.

I docenti presenti, curriculari e di sostegno, non di rado stanno svolgendo ore di servizio in più, per assicurare la regolarità del servizio, soprattutto in presenza di situazioni di gravità che richiedono l’assegnazione di risorse importanti.

L’anno scolastico è iniziato con 278mila alunni con disabilità e solo 112.370 specializzati di ruolo e non. Le altre sono cattedre vengono assegnate in deroga a docenti senza la specializzazione. Al momento i posti aggiuntivi in deroga già assegnati sono 87.209. Si arriva così a 199.579 maestri e professori che dovrebbero già essere a scuola, ma che sono difficili da reperire. Vi sono inoltre docenti in ruolo o specializzati non di ruolo che scelgono una cattedra su una disciplina e questo ogni anno causa molti movimenti, con un turn over continuo. Inoltre in alcune regioni la carenza di docenti specializzati è più significativa proprio perché è inferiore il numero dei posti previsti al momento delle selezioni per accedere ai corsi di specializzazione. Se a questo aggiungiamo le difficoltà che quest’anno si sono avute al momento delle nomine, affidate ad un algoritmo, a causa delle quali in molti casi è stato necessario ripetere le operazioni, si può ben comprendere come, nonostante negli ultimi anni i corsi di specializzazione siano stati attivati con regolarità, siamo comunque ancora ben lontani dal superamento della carenza dei docenti di sostegno. 

In un recentissimo articolo  si affronta anche il tema del numero dei posti assegnati nei diversi atenei nell’accesso ai corsi di specializzazione e si evidenzia come in alcune regioni tale numero sia molto elevato, mentre in altre sia del tutto insufficiente: negli atenei delle otto regioni meridionali e peninsulari l’offerta formativa è pari a circa 13mila posti contro i 3500 dell’intero Centro Nord. La Sicilia – da sola – fa corsi per 5mila persone. In Toscana si arriva a 985 posti, in Emilia 750 e in Lombardia 720. Ernesto Ciriaci, presidente del Movimento insegnanti di sostegno specializzati (MiSoS). In tal modo nelle regioni del nord vi è una carenza importante e costante di docenti di sostegno, mentre in quelle del sud sono molti i professionisti disoccupati. 

Non solo. Non sono rari in casi in cui purtroppo si attende ancora l’arrivo dei docenti curriculari e questo crea ulteriori problemi che rendono molto difficile il processo di inclusione. Nello stesso articolo, Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno (Ciis), spiega: molti genitori ci segnalano che ai nostri colleghi specializzati è stato chiesto di sostituire i docenti curricolari che mancano, perché non sono ancora stati nominati. Questo significa togliere ore di sostegno alla classe e non garantire il diritto all’istruzione dell’alunno con disabilità… Inoltre, grazie all’algoritmo ci sono docenti specializzati che sono stati scavalcati da colleghi non esperti, nonostante la norma dia priorità ai primi. Il metodo di reclutamento dimostra l’inefficienza del sistema. Le nomine vanno fatte a fine giugno e gli incarichi assegnati devono garantire la continuità didattica.

Non dissimile è il parere di Ernesto Ciriaci: Ai tempi della ministra Valeria Fedeli avevo collaborato alla stesura dell’articolo 14 del Decreto legislativo 66/2017… Il dispositivo citava: Al fine di agevolare la continuità educativa e didattica da parte del dirigente scolastico e l’eventuale richiesta della famiglia, ai docenti con contratto a tempo determinato per i posti di sostegno didattico possono essere proposti, non prima dell’avvio delle lezioni, ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo, ferma restando la disponibilità dei posti e le operazioni relative al personale a tempo indeterminato. 

Potrebbe essere un’idea, un punto di partenza. Di certo è una proposta concreta.  Qualcosa bisogna fare. 

di Tina Naccarato

Papa Francesco, solo come un eroe

Papa Francesco, solo come un eroe

di Antonio Stanca

Insiste Papa Francesco, nei suoi discorsi, sulla necessità di colmare, di superare le differenze, le contraddizioni, le opposizioni che caratterizzano il mondo moderno, quello che sarebbe dovuto essere il migliore di tutti, che avrebbe dovuto risolvere tutti i problemi del passato. Gravissime, invece, sono diventate oggi le distanze tra ricchi e poveri, forti e deboli, difficile è distinguere tra guerra e pace, morte e vita. Un’umanità percorsa, attraversata da problemi che non sono stati mai risolti è quella moderna, da problemi diventati gravissimi, pericolosi, che si manifestano, esplodono ora in un modo ora in un altro, ora in un posto ora in un altro, ora in privato ora in pubblico, ora a mo’ di attentato ora di invasione armata, ora di scontro violento ora di guerra. Diverse, opposte sono le condizioni della gente, dei popoli della terra. Altre volte, nella storia, si era giunti a tali estremi e, quindi, alla guerra. Non si era riusciti ad evitarla. Ma era derivata da un problema specifico, da una questione tra alcuni stati mentre oggi gli scontri sono tanti. Ovunque il mondo si agita, si ribella, insorge, protesta, si scontra. Succede, s’è detto, perché tante sono le differenze, le distanze sia all’interno sia all’esterno degli stati, tanti i cambiamenti avvenuti e i risultati conseguiti. Sembra quasi assurdo ma si vive di progresso ed anche di malvagità, di benessere ed anche di crudeltà. Un problema continuo è diventata questa disparità, un problema che non si può risolvere, che ha molte cause, molte origini, tante che non si sa più a chi imputarle. In una situazione così alterata si leva sistematicamente la voce di Papa Francesco, quella che può parlare a tutti, che può dire di tutto, che si ostina a gridare come un mondo così moderno non possa essere così crudele. E’ grave ma anche quella voce non sortisce alcun effetto tanto lontani da essa rimangono i protagonisti, luoghi del male. La via del bene, quella della religione, di Dio, dell’amore, della vicinanza, dello scambio, della fiducia, della pace, non è più seguita. La coscienza, la morale sono venute meno, l’anima è stata soverchiata dal corpo. Si era cominciato anni fa con la gioia, il piacere di diventare moderni, di godere di tanti privilegi e si è finito con il dolore, il dramma di vivere nella paura, nello spavento. Un mondo che non sa più di Dio è un mondo senza anima e frequenti, quotidiane sono le prove di una simile situazione. Non si arrende, tuttavia, Papa Francesco, non rinuncia a declamare la forza dello spirito, a richiamare ad essa, non accetta che sia finita, che poco possa fare: un eroe è diventato e come ogni eroe solo è rimasto a combattere contro tanti nemici.

   Eterna sarà la sua memoria!

Elezioni organi collegiali: entro il 31 ottobre si concludono operazioni per quelli di durata annuale. Nota istruzioni

da OrizzonteScuola

Di redazione

Elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica-a. s. 2021/2022: pubblicata la nota ministeriale numero 24032 del 6 ottobre 2021. Le elezioni si svolgeranno secondo le procedure previste dall’ordinanza ministeriale n. 215 del 15 luglio 1991, modificata ed integrata dalle successive OO.MM. nn. 267, 293 e 277, rispettivamente datate 4 agosto 1995, 24 giugno 1996 e 17 giugno 1998.

Il ministero ricorda che entro il 31 ottobre 2021 dovranno concludersi le operazioni di voto per gli organi di durata annuale e quelle per il rinnovo annuale delle rappresentanze studentesche nei consigli di istituto delle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di II grado non giunti a scadenza.

Le elezioni per il rinnovo dei consigli di circolo/istituto scaduti per decorso triennio o per qualunque altra causa, nonché le eventuali elezioni suppletive nei casi previsti, si svolgeranno secondo la procedura ordinaria di cui al titolo III dell’ordinanza medesima.

La data della votazione sarà fissata dal Direttore generale/dirigente preposto di ciascun Ufficio Scolastico Regionale, per il territorio di rispettiva competenza, in un giorno festivo dalle ore 8,00 alle ore 12,00 ed in quello successivo dalle ore 8,00 alle ore 13,30 non oltre il termine di domenica 28 novembre e lunedì 29 novembre 2021.

Nota

Allestimento locali adibiti al voto

Per l’allestimento dei locali adibiti alle operazioni di voto, occorre prevedere percorsi dedicati e distinti di ingresso e di uscita, chiaramente identificati con opportuna segnaletica, in modo da prevenire il rischio di interferenza tra i flussi di entrata e quelli di uscita.

Altre indicazioni del ministero:

  • evitare assembramenti nei locali
  • i locali destinati alle operazioni di voto devono prevedere un ambiente sufficientemente ampio per consentire il
    distanziamento non inferiore a un metro sia tra i componenti deputati alle operazioni di voto che tra
    questi ultimi e l’elettore
  • distanza di due metri al momento dell’identificazione dell’elettore, quando a quest’ultimo sarà necessariamente chiesto di rimuovere la mascherina limitatamente al tempo occorrente per il suo riconoscimento.
  • i locali devono essere dotati di finestre per favorire il ricambio d’aria regolare
  • deve essere assicurata una pulizia approfondita dei locali ivi compresi androne, corridoi, bagni, e ogni altro ambiente che si prevede di utilizzare
  • I dirigenti scolastici potranno prevedere che nello stesso ambiente si svolgano le operazioni di voto per una o più classi
  • per quanto attiene al numero e alla disposizione delle postazioni in cui esprimere il voto, si deve tenere in considerazione lo spazio effettivamente disponibile, anche tenendo conto dello spazio di movimento.

Operazioni di voto

Per quanto riguarda l’accesso dei votanti, è rimessa alla responsabilità di ciascun elettore il rispetto di alcune regole basilari di prevenzione quali:
– evitare di uscire di casa e recarsi a votare in caso di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 3 7 .5°C;
– non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni;
– non essere stati a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni.

Scrutatori

Quanto agli scrutatori, durante la permanenza nei locali scolastici, devono indossare la mascherina chirurgica, dispositivo che deve essere sostituito ogni 4-6 ore e comunque ogni volta risulti inumidito o sporco o renda difficoltosa la respirazione, mantenere sempre la distanza di almeno un metro dagli altri componenti e procedere ad una frequente e accurata igiene delle mani.

Formazione e prova dei neoassunti: confermate le 50 ore complessive. Emanata la nota MI

da Tuttoscuola

Confermata la durata del percorso in 50 ore complessive e viene ripristinata la possibilità del visiting a scuole innovative. E’ quanto si legge nella a nota 30345 del 4 ottobre contenente le indicazioni sul periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti e per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo. Il tempo da dedicare agli incontri iniziali e finali è pari a 6 ore complessive, mentre i laboratori saranno di 12 ore di formazione complessive, da svolgersi in presenza o a distanza. Tornano le visite alle scuole innovative per un massimo di 3000 docenti.

Formazione e prova, la ripartizione del monte ore

Di seguito vediamo come è ripartito il monte ore per il periodo di formazione e prova per i docenti neoassunti e per i docenti che hanno ottenuto il passaggio di ruolo:

Incontri propedeutici e di restituzione finali: 6 ore complessive
Laboratori formativi/visite a scuole innovative: 12 ore
Peer to peer: 12 ore
Formazione online: 2o ore

Formazione e prova, i temi dei laboratori

Per quanto riguarda i temi specifici dei laboratori di questo anno troviamo:

– iniziative e provvedimenti legati alla gestione delle istituzioni scolastiche in fase di emergenza pandemica;
– metodologie e tecnologie della didattica digitale e loro integrazione nel curricolo;
– competenze digitali dei docenti;
– inclusione sociale e dinamiche interculturali;
– gestione della classe e dinamiche relazionali, con particolare riferimento alla prevenzione dei fenomeni di violenza, bullismo e discriminazioni;
– competenze relazionali e competenze trasversali (soft-skills e character skills);
– bisogni educativi speciali;
– motivare gli studenti ad apprendere;
– innovazione della didattica delle discipline;
– insegnamento di educazione civica e sua integrazione nel curricolo;
– valutazione finale degli apprendimenti;
– percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento;
– educazione sostenibile e transizione ecologica, con particolare riferimento al Piano “Rigenerazione Scuola” presentato nel corso del 2020-2021.

Formazione e prova, attività di peer to peer, tutoraggio e ruolo dei tutor e dei DS

Per quel che riguarda l’osservazione in classe l’attività da svolgere a scuola è pari a 12 ore.Ad ogni docente in periodo di prova viene affiancato un tutor di riferimento. Il rapporto non potrà superare la quota di tre docenti affidati al medesimo tutor. Sono i dirigenti scolastici a individuare i tutor.

Ricordiamo che sono tenuti al periodo di formazione e prova tutti i docenti:

– neoassunti a tempo indeterminato al primo anno di servizio;
– assunti a tempo indeterminato negli anni precedenti per i quali sia stata richiesta la proroga del periodo di formazione e prova o che non abbiano potuto completarlo;
– personale che, in caso di valutazione negativa, debbano ripetere il periodo di formazione e prova;
– personale che abbia ottenuto il passaggio di ruolo;
– personale neoassunto su posti di cui all’art. 59, comma 4 del D.L. 73/2021 convertito con modificazioni dalla Legge 106/2021, con prova disciplinare successiva secondo le disposizioni di cui al DM 242/2021. Laddove il personale abbia già esperito positivamente il periodo di formazione e prova nello stesso ordine e grado, sarà comunque soggetto allo svolgimento della prova disciplinare di cui al citato comma 7 del D.L. 73/2021.

Nota 7 ottobre 2021, AOODGSIP 2238

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento Scolastico Ufficio terzo

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento Trento
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola località Ladine Bolzano
Al Sovrintendente degli Studi per la Regione Valle D’Aosta Aosta

Oggetto: Bando di concorso “Porte d’Europa”.

Nota 7 ottobre 2021, AOODGOSV 24160

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici, la valutazione e l ‘internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche di I e II grado Statali e Paritari LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
E p.c. Al Capodipartimento per il sistema di istruzione e formazione. SEDE
All’Ufficio stampa SEDE
A Serena Bonito UFF. V Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale

Oggetto: Educazione all’uso del Digitale per un Consumo Sostenibile e Responsabile, progetto Saper(e)Consumare. Presentazione in streaming del portale dedicato www.sapereconsumare.it – 11 ottobre ore 15:00

Piano nazionale di ripresa e resilienza

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha presentato i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’Istruzione in una conferenza stampa che si è tenuta giovedì 7 ottobre a Palazzo Chigi, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, con Maria Cristina Messa (Ministra dell’Università e della Ricerca).

Il Piano prevede riforme e investimenti che riguarderanno gli Istituti tecnici e professionali, l’orientamento per accompagnare gli studenti nella scelta del percorso di formazione, il reclutamento e la formazione degli insegnanti, i nuovi ambienti per la didattica e l’edilizia, l’innovazione dei contenuti didattici.

In particolare, per la parte di investimenti, sono 17,59 i miliardi previsti per l’Istruzione dal Pnrr. “Come governo abbiamo voluto cominciare il cammino del Pnrr dalla Scuola, dall’Università e dalla Ricerca – dichiara il Ministro Bianchi –. L’Istruzione è al centro del futuro del Paese: è il segnale che stiamo dando all’Italia. Il nostro precorso ha due componenti essenziali: riforme e investimenti. Entro novembre siamo pronti a fare bandi per 5 miliardi, un punto fondamentale per sostenere la ripartenza del Paese. Si tratta di 3 miliardi per asili e scuole dell’Infanzia, 400 milioni per le mense, 300 milioni per le palestre, 800 milioni per nuove scuole e 500 per la ristrutturazione degli istituti e la messa in sicurezza”.


Intervento del Ministro Bianchi:

Grazie Presidente Draghi. Grazie per avere voluto cominciare il cammino del Pnrr proprio dalla scuola, dall’università e dalla ricerca. Questo è un segno fortissimo che noi stiamo dando al Paese, nell’avere riposto la scuola, l’università e la ricerca al centro di questo nostro Paese in trasformazione. Per quanto riguarda noi, il nostro cammino del PNRR ha due componenti essenziali: la componente delle riforme e la componente degli investimenti. 
La componente delle riforme ha al centro le persone, quindi gli studenti, con tre riforme su cui stiamo lavorando intensamente: quella degli istituti tecnici e professionali e della formazione professionale; quella degli istituti tecnici superiori, che ha già visto un primo passaggio alla Camera, su cui stiamo lavorando con tutti; e l’orientamento, che deve partire dalle scuole medie, cioè deve essere un accompagnamento per tutto il percorso superiore. I docenti: bisogna ridare dignità al mestiere di insegnante. In merito, un’azione su cui stiamo lavorando sono le nuove norme per il reclutamento, contestualmente a quelle della formazione. Sia la formazione iniziale, su cui stiamo lavorando con la ministra Messa sia quella in servizio, quella formazione continua che noi riteniamo debba essere fondamentale per garantire proprio la dignità del mestiere: questo mestiere straordinario che è fare l’insegnante. E poi la riforma che riunisce tutte, che è quella della riorganizzazione dell’intero sistema didattico. Con grande attenzione a due punti: dimensionamento degli istituti, delle istituzioni scolastiche, e numerosità poi delle classi.
Sugli investimenti abbiamo due ambiti molto chiari: gli ambienti per la nuova didattica, per un una didattica molto più partecipata e molto più laboratoriale, e i contenuti della nuova didattica. Per i primi abbiamo posto 13 miliardi di investimento di cui 900 milioni, parti del progetto React EU. Per i contenuti della nuova didattica 5,4 miliardi. Dico rapidamente come articoliamo questi investimenti perché diventa fondamentale una grande attenzione agli asili nido, alle scuole d’infanzia, ma in particolare agli asili nido, proprio per quel principio che diceva prima il Presidente del permettere un’effettiva eguaglianza di genere in tutti i comparti. I servizi per la prima infanzia sono fondamentali e in questo ambito abbiamo, come Paese, più ritardo che non sulle scuole dell’infanzia. Le mense scolastiche e le palestre, fondamentali per passare a un regime effettivo di tempo pieno in tutto il Paese; la messa in sicurezza delle scuole; le scuole nuove; scuola 4.0 per avere tutti scuole dotate al meglio di tutti gli strumenti. E poi invece, dall’altra parte, un piano di estensione del tempo pieno; la riduzione dei divari territoriali che per noi è cruciale; la riforma degli ITS; la didattica digitale integrata e la formazione digitale di tutto il personale; le nuove competenze e i nuovi linguaggi, dedicati moltissimo alle nuove scienze, a questa idea di permettere ai nostri ragazzi di avere un’idea della matematica come capacità di astrarre e sperimentare, come ci ha spiegato Giorgio Parisi non solo in questi giorni ma ormai da tempo. 
Il dato che vi voglio presentare è questo: noi siamo pronti per fare, entro novembre 2021, bandi per 5 miliardi che crediamo siano un punto fondamentale proprio per sostenere questa ripartenza del Paese. Tre miliardi su asili nido e scuola dell’infanzia, di cui siamo pronti a fare i bandi; 400 milioni su mense scolastiche; 300 milioni su palestre scolastiche (su questo voglio ricordare il lavoro che stiamo facendo con la sottosegretaria Vezzali che ringrazio); 800 milioni su scuole nuove; 500 milioni per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico esistente con contestuale definizione proprio degli ambienti. Quindi 5 miliardi che siamo in grado di mettere a bando subito. Su questo abbiamo chiaro che dobbiamo assistere coloro che saranno poi gli esecutori conclusivi che sono i Comuni. Faremo quanto prima, insieme con la ministra Gelmini, un passaggio necessario approfondito in Conferenza delle Regioni. Però abbiamo approntato, insieme con la Cassa Depositi e Prestiti, anche un piano per il sostegno dei Comuni che, soprattutto per quanto riguarda gli asili nido, saranno gli interpreti. Abbiamo ovviamente una grandissima attenzione con l’Agenzia per la coesione territoriale per avere ulteriori 200 tecnici che possono essere di supporto in questa grandissima operazione che coinvolgerà tutto il Paese. Anche ovviamente tutte le agenzie disponibili, a partire da Consip, in modo da facilitare al massimo le scelte dei Comuni. E soprattutto tavoli tecnici che noi faremo e stiamo già facendo con le forze sociali anche in base a quel Patto per la scuola al centro della vita del Paese che abbiamo sottoscritto ormai da tempo. Tutto questo però – ricordo – all’interno di questo grande momento di ripartenza del Paese su cui abbiamo lavorato fin dal nostro insediamento e su cui già a novembre siamo in condizione di mettere a bando i primi interventi concreti per oltre 5 miliardi.

I giovani ricordano la Shoah

Una mostra digitale per rafforzare la coscienza civile delle nuove generazioni attraverso lo studio approfondito degli eventi e dei temi legati al Novecento e, nello specifico, all’Olocausto. A presentarla, il 6 ottobre in videocollegamento con alcune scuole, il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) Noemi Di Segni.

“Si tratta di un progetto straordinario, che mette al centro i giovani, il loro protagonismo, la loro capacità di incidere nella società attraverso la conoscenza. Studentesse e studenti in questi anni si sono confrontati con superstiti, familiari delle vittime, esperti, approfondendo pagine tragiche della nostra Storia. Sono andati a fondo per far sì che la memoria di quei terribili eventi fungesse da antidoto alla violenza e alla discriminazione ancora oggi, nel nostro presente. Non dobbiamo smettere mai di ricordare e promuovere occasioni di consapevolezza: questa mostra racconta il percorso fatto in tutti questi anni dalle nostre scuole, in collaborazione con l’UCEI, per contribuire al pieno sviluppo di ogni bambino e ragazzo per costruire comunità più inclusive e giuste. La memoria non è un pezzo di carta o un atto dimostrativo. È un elemento di costruzione della libertà, che si basa sul principio di uguaglianza”, ha dichiarato il Ministro Bianchi.

La mostra “I giovani ricordano la Shoah” raccoglie online – al sito https://www.scuolaememoria.it/site/it/home-page/ – alcuni dei lavori elaborati dalle studentesse e dagli studenti che, dal 2002 a oggi, hanno partecipato al concorso annuale bandito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con l’UCEI, per trasmettere la consapevolezza dei tragici eventi del secolo scorso ed educare al rispetto delle differenze contro ogni forma di violenza e discriminazione.

“Oggi la sfida della memoria e della conoscenza della Shoah – in tutte le sue dimensioni e interdisciplinarità – è quella di collegare passato e presente. Non come generico monito morale ma come vissuto quotidiano in cui siamo immersi. E occorre coraggio per dare giusto nome e identificazione ai fenomeni che viviamo: odio razziale, antisemitismo, fascismo e neofascismo. Ieri la Commissione europea ha pubblicato un documento di strategia per contrastare l’antisemitismo. La lotta ai fenomeni di odio antisemita nelle diverse espressioni anche moderne e contorte, come l’odio per lo Stato d’Israele, il sostegno alla vita ebraica e alla libertà di culto, lo studio e la conoscenza della Shoah: sono questi i tre pilastri di strategia per i prossimi dieci anni”, ha dichiarato la Presidente Di Segni.

Negli anni, una selezione di opere di bambini e ragazzi ha attraversato il territorio nazionale, per dare la possibilità a cittadine e cittadini di fruire dei lavori degli studenti e, attraverso di questi, di occasioni formative e di conoscenza. L’inaugurazione del portale, adesso, amplia queste possibilità: collegandosi al sito, i visitatori potranno approfondire il tema delle leggi razziali, il loro impatto sulla scuola, comprendere come era articolato l’universo concentrazionario.

La mostra è stata realizzata nell’ambito della Convenzione tra il Ministero dell’Istruzione e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Rientra tre le attività e le occasioni di studio e ricerca storica per studenti e docenti, delle quali fa parte anche il portale “Scuola e Memoria”, piattaforma di scambio di buone pratiche sul tema della Shoah, che fornisce approcci, linee guida e materiali didattici per giovani e insegnanti di ogni ordine e grado.

L’infausto 6 ottobre del 1939

L’infausto 6 ottobre del 1939

di Maurizio Tiriticco

1939! Il primo ottobre di quell’anno avevo iniziato a frequentare il secondo ginnasio presso il Regio Liceo Ginnasio “Ulpio Traiano” del Lido di Roma – il Duce voleva che Ostia si chiamasse così – quando, qualche giorno dopo, il 6 OTTOBRE – per me una giornata come un’altra – ebbe inizio di fatto la seconda guerra mondiale! Le truppe tedesche avevano invaso la Polonia! Per me adolescente, ma anche per tanti miei concittadini, quella era una “cosa” lontana mille miglia da noi! Il web non aveva ancora allargato i nostri confini spazio/temporali! E poi noi Italiani eravamo tutti intenti a godere della nostra “grandezza”! Avevamo costruito un Impero!!! L’Etiopia! E poi eravamo forti! Con gli alleati tedeschi avevamo costruito un asse, ovvero l’Asse Roma-Berlino, il 24 ottobre del 1936. E non ci bastava! Perché il 22 maggio del 1939 l’Asse divenne il Patto d’Acciaio! E poi l’alleanza italo-tedesca varcò gli oceani! Il 27 settembre del 1940 il Patto venne esteso al Giappone e divenne il Patto Tripartito: l’Asse Roma-Berlino-Tokio!

Ero convinto che a breve avremmo conquistato il mondo intero e che la Pax Romana avrebbe garantito stabilità al mondo intero! Si sarebbe avverato così il sogno di Orazio, che nel Carmen Saeculare così recitava tra l’altro: “Alme Sol possis nihil Urbe Roma vidère maius”! Liberamente tradotto in italiano: “Sole che sorgi libero e giocondo sui colli nostri i tuoi cavalli doma! Tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma, maggior di Roma”! Testo di Fausto Salvatori; musica di Giacomo Puccini!

La Grande Italia Fascista degli anni trenta! Così tutti credevamo! Beh! Proprio tutti no! L’antifascismo c’era! Antonio Gramsci era finito in carcere a Roma e lì morirà il 27 aprile del 1937. Molti antifascisti erano stati “isolati” nell’isola di Ventotene! Altri erano riusciti ad espatriare. Tra questi i fratelli Carlo e Nello Rosselli, giornalisti e politici, che erano riparati a Parigi. Ma non si salvarono dalla vendetta fascista: il9 giugno del 1937 furono uccisi da militanti dell’estrema destra. Nonostante tutto, l’antifascismo esisteva, in clandestinità o all’estero o al confino. Qualche nome: Alcide De Gasperi, Don Luigi Sturzo, Palmiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio, Pietro Nenni, Pietro Secchia, Teresa Noce, Randolfo Pacciardi, Umberto Terracini e mille altri.

E’ doveroso ricordare che l’antifascismo militante operò anche in Spagna, durante la guerra civile (dal 17 luglio 1936 al 1º aprile 1939). Ed è bene ricordare quanto accadde nella battaglia di Guadalajara, nel marzo 1937, quando il corpo di spedizione italiano,inviato da Mussolini in aiuto del generale Franco, venne fermato dalle brigate internazionali, all’interno delle quali si distinse il battaglione Garibaldi, che ebbe come primo comandante Randolfo Pacciardi che,dopo la guerra 1940-45, divenne leader del Partito Repubblicano Italiano.

Il fascismo, con la sua mania di grandezza, non esitò a gettarci in una guerra che sarebbe stata rovinosa! Infatti, quando le truppe tedesche, nella primavera del 1940, invasero e conquistarono gran parte della Francia e stavano per entrare a Parigi (sarebbe stata occupata il 14 giugno), Mussolini non esitò a dichiarare guerra alla Francia! Nonostante il parere contrario dello Stato Maggiore che conosceva bene lo… stato minore delle nostre forze armate, Era il 10 giugno del 1940! Ed il tutto fu pubblicizzato dal balcone di Palazzo Venezia! Dal discorso del Duce. Ecco l’incipit:

“Combattenti di terra, di mare e dell’aria! Camicie nere della rivoluzione e delle legioni! Uomini e donne d’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania! Ascoltate! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. L’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l’esistenza medesima del popolo italiano.   Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell’edificio, l’ignobile assedio societario di cinquantadue Stati. La nostra coscienza è assolutamente tranquilla. Con voi il mondo intero è testimone che l’Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l’Europa; ma tutto fu vano…. Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo avere risolto il problema delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime. Noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero, se non ha l’accesso all’Oceano”. La dichiarazione di guerra fu considerata dai francesi un vero e proprio tradimento. Ma il Duce aveva dichiarato testualmente ai suoi collaboratori che gli sarebbe bastato qualche migliaio di morti per sedere al tavolo della pace. Il cinismo di certa politica!

Ma torniamo allo scoppio della seconda guerra mondiale. Ovviamente provocata dall’espansionismo della Germania di Hitler. Che preoccupava non poco le cancellerie europee. L’11 marzo del 1938 la Germania aveva invaso l’Austria. Ed Hitler era stato accolto, purtroppo, come un trionfatore! Realizzava il sogno della grande Nazione tedesca!? Ma Hitler rivendicava anche la regione dei Monti Sudeti, la parte occidentale dell’allora Cecoslovacchia, abitata prevalentemente da popolazione di etnia tedesca. E le preoccupazioni dei Paesi europei salì alle stelle. E si giunge così alla Conferenza di Monaco, il 29 e il 30 settembre, fra i capi di governo del Regno Unito(Arthur Neville Chamberlain), della Francia (Eduard Daladier), della Germania (Adolph Hitler) e dell’Italia/Benito Mussolini). La conferenza si concluse con un accordo che portò all’annessione di vasti territori della Cecoslovacchia da parte dello Stato tedesco. Ma fu cosa grave che i rappresentanti cechi e slovacchi non vennero fatti partecipare alle trattative, per cui quel trattato venne da loro etichettato come “diktat di Monaco”. Di ritorno da Monaco, Mussolini venne pressoché incensato da tutta la stampa nazionale – eravamo in piena dittatura – come lo stratega politico che, con il suo equilibrio e la sua abilità diplomatica, aveva salvato l’Europa dalla guerra. Tutto questo nella tarda estate del 1938!

Ma l’anno successivo, esattamente il primo settembre 1939, le truppe di Hitler invadono la Polonia. Fu un fatto gravissimo! Che preoccupò, e non poco, non solo i governi europei, ma anche l’Unione Sovietica di Giuseppe Stalin che, ovviamente, non fu da meno! E il 17 settembre le truppe sovietiche invadono la Polonia da est. L’intenzione delle due potenze, o meglio dei due dittatori, Hitler e Stalin, era di spartirsi il territorio polacco: e dimostrare al mondo che in Europa “comandavano” loro!!! La campagna, incominciata il 1º SETTEMBRE, ebbe termine un mese dopo, esattamente il 6 OTTOBRE, con la resa delle ultime forze polacche. E va ricordato che quell’invasione fu il primo esempio di un nuovo modo di scatenare una guerra: e fu coniata la locuzione di “guerra lampo” (Blitzkrieg).

L’invasione della Polonia segnò l’inizio della terribile seconda guerra mondiale. Infatti l’aggressione tedesca spinse, il 3 settembre, i paesi alleati della Polonia, Regno Unito e Francia, a dichiarare guerra alla Germania nazista. Lunghi anni di immani sofferenze, che si conclusero soltanto l’8 maggio del 1945!

J. Williams, Stoner

John Williams, Stoner, Fazi editore, 2012

di Mario Coviello

Ho letto con passione la scorsa settimana il romanzo di John Williams “ Stoner” e ho aspettato una settimana per parlarvene perchè ho comperato subito dopo e letto dello stesso autore “Butcher Crossing”.Li ho amati entrambi. “Stoner” affronta ed esplora interrogativi imprescindibili : Perchè viviamo ? Che cosa conferisce valore e significato alla vita ? Che cosa vuol dire amare ?

Stoner viene da una povera famiglia di contadini ed è cresciuto imparando la fatica di lavorare la terra. “ Per quel che ricordava, William Stoner aveva sempre dato una mano in casa. A sei anni già mungeva le loro vacche ossute,dava da mangiare ai maiali del porcile a poche iarde da casa, e raccoglieva le minuscole uova delle vecchie galline del pollaio.”.

I genitori con grandi sacrifici lo iscrivono nel 1910 alla scuola di agraria dell’Università di Columbia nel Missouri, e William studia e lavora per pagarsi l’università. Il terribile professore di letteratura inglese Archer Sloane , durante una lezione legge il sonetto di Shakespeare n. 73 “Questo tu vedi, che fa il tuo amor più forte,/ a degnamente amare chi presto ti verrà meno” e Stoner lo ascolta e ne è trasformato. L’insegnante gli chiede cosa vogliano dire i versi ma tutto ciò che riesce a dire, flebilmente, è “significa…”. Stoner nel 1918, nell’ultimo anno della prima guerra mondiale, diventa professore associato nell’università del Missouri, proprio grazie a Sloane che lo sprona a vincere una borsa di studio per frequentare il dottorato. E insegnerà qui fino alla morte nel 1956, rimanendo un semplice ricercatore.

Stoner frequenta Master e Finch, il primo sarà suo amico per tutta la vita nella stessa università,l’altro sarà ucciso in Francia,partendo volontario per la guerra. William si innamora della bellissima Edith, la sposa ma il matrimonio va male perchè la moglie “ da bambina era stata sempre molto sola ed era cresciuta senza alcuna conoscenza delle necessità che la vita impone di giorno in giorno..”. Edith è incapace di ricambiare il suo amore e “ nel giro di un mese , Stoner realizzò che il suo matrimonio era un fallimento. Di lì a un anno smise di sperare che le cose sarebbero migliorate. Imparò il silenzio e mise da parte il suo amore.”

Ancora più dolorosa per Stoner è la nascita dell’unica figlia Grace. I due imparano a volersi bene ma Edith, gelosa del rapporto fra padre e figlia, li separa e contrasta,fino a impedire i meravigliosi momenti intimi che i due avevano vissuto durante l’infanzia della piccola.

Stoner ormai anziano entra in una faida amara, o meglio è perseguitato da un collega per venticinque anni e conosce l’unico momento di riscatto della sua vita in una tenerissima storia d’amore che poi svanirà.

In una delle sue rare interviste John Williams , disse del suo protagonista: «Credo che sia un vero eroe. Molti di coloro che hanno letto il libro pensano che Stoner abbia avuto una vita brutta e triste. Io invece credo che sia stata bellissima. Una vita senz’altro migliore di quella di molti. Faceva ciò che desiderava fare, ci teneva, era in qualche modo convinto dell’importanza del lavoro che svolgeva… Per me, la cosa importante del romanzo è il significato che Stoner attribuiva al lavoro… il lavoro nel senso buono e onorevole del termine. Il lavoro gli dava un’identità particolare e lo rendeva ciò che era».
E aggiunge «Un pomeriggio di qualche settimana fa, sono entrato in studio mentre la mia dattilografa (una studentessa specialista in storia, e anche non troppo brillante, temo) stava finendo di battere il capitolo 15, e l’ho sorpresa con il volto rigato di lacrimoni. Le vorrò bene in eterno».

“ Stoner è un romanzo molto bello. Ha notevole sostanza, gravità, e rimane nella mente. È anche un vero «romanzo per lettori», nel senso che la sua narrativa rinforza il valore della lettura e dello studio. Molti ripenseranno alle proprie folgorazioni letterarie, a quei momenti in cui la magia della letteratura cominciò ad avere un qualche vago senso, alla prima volta in cui si propose loro come il modo migliore di capire la vita. I lettori sanno anche che questo sacro spazio interiore, in cui ci sono la lettura, le riflessioni e l’essere se stessi, è minacciato in modo crescente da quello che Stoner chiama «il mondo», un mondo oggigiorno sempre più denso di frenetiche interferenze e costante sorveglianza dell’individuo. Forse c’è un po’ di quest’ansia dietro la rinascita di questo romanzo che pubblicato nel 1965 è esploso nel 2003 ed è “uno dei più grandi e insospettabili romanzi americani del XX ° secolo” ( Bret Easton Ellis ). Ma dovreste — anzi, dovete — scoprirlo di persona.” (Julian Barnes)

Nato in Texas nel 1922 da una famiglia di contadini, John Williams partecipò alla seconda guerra mondiale in India e in Birmania. Al suo rientro si trasferì a Denver, in Colorado, e “ per quindici anni- ha detto la moglie- ha vissuto il rimorso e l’angoscia del sopravvissuto “ . Qui trascorse il resto della sua vita con la moglie e i figli, insegnando scrittura creativa all’università.

Giornata degli insegnanti, il Papa: «Vicinanza e gratitudine a tutti i docenti»

da Il Sole 24 Ore

L’appuntamento celebrato in tutto il mondo. Il ministro Bianchi: «L’intero Paese ridia attenzione ai nostri professori, di ogni ordine e grado».

di Redazione Scuola

Il 5 ottobre si celebra in tutto il mondo la Festa degli insegnanti, il “Teacher Day”, istituito dall’Unesco nel 1994 per ricordare l’importanza della formazione e sottolineare il ruolo dei docenti all’interno della società. E da più parti arrivano i ringraziamenti per il loro operato. A partire da Papa Francesco che proprio nel corso dell’incontro tra i leader delle religioni mondiali “Religions and Education: Towards a Global Compact on Education” in Vaticano, ha voluto manifestare «vicinanza e gratitudine a tutti gli insegnanti» e, nello stesso tempo ribadire «l’attenzione per l’educazione», rappresentata dall’esigenza di promuovere «un Patto educativo globale». Bergoglio ha anche esortato a «ravvivare l’impegno per e con le nuove generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione», invitando tutti a «unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna».

Il ministro Bianchi

Anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha voluto ringraziare i docenti per la «loro capacità di farsi carico non soltanto dell’educazione dei ragazzi, ma anche di accompagnarli, in questa fase così difficile, a trovare il loro percorso di vita». E ha sottolineato l’importanza «che tutto il Paese ridia attenzione ai nostri insegnanti di ogni ordine e grado».

L’appello dei dirigenti scolastici

Questa giornata è stata dunque un’occasione per «riflettere sul ruolo che gli insegnanti ricoprono nelle vite di noi tutti», come spiega Antonio Giannelli, presidente nazionale dell’Associazione presidi. Si tratta di una professione che non prevede solo la «trasmissione di contenuti e conoscenze», prosegue Giannelli. Ma di «assurgere a figura di riferimento in momenti importanti della nostra crescita». Il rappresentante dei presidi ricorda che «la figura del docente è sicuramente complessa e sfaccettata». Per questo «deve essere valorizzata e che le devono essere riconosciuti il grande valore e la grande funzione sociale». Per «valorizzazione», specifica Giannelli, si fa riferimento «all’introduzione di una vera carriera, all’adeguamento della retribuzione, alla formazione necessaria per restare al passo con i tempi e con i fabbisogni educativi degli alunni». Solo così si potrà progettare «un futuro diverso e migliore per questa professione, indispensabile per garantire a tutti un’istruzione di qualità e inclusiva. Ce ne saranno grate le generazioni future e il Paese».

Ok del Consiglio dei ministri al Piano di azione pluriennale per bambini 0-6 anni

da Il Sole 24 Ore

Riparizione del fondo annuale da 309 mln per il quinquennio 2021-2025 e definizione dettagliata degli interventi da programmare e realizzare

di Redazione Scuola

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, ha deliberato l’adozione del Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per i bambini di età compresa tra zero e sei anni per il quinquennio 2021-2025. Il testo – spiega Palazzo Chigi – è stato condiviso con il ministero dell’Economia e delle finanze, le Regioni e l’Anci ed è stato oggetto di intesa in sede di Conferenza unificata.

La ripartizione

Il Piano prevede, per il quinquennio 2021/2025, la ripartizione di un Fondo annuale per 309 milioni di euro e definisce dettagliatamente gli interventi da realizzare, prevedendo che ciascuna Regione e Provincia autonoma assegni: una quota del contributo statale annuale non inferiore al 7% agli interventi di formazione continua in servizio del personale educativo e docente e promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali; una quota del contributo statale annuale non inferiore al 10% agli interventi per nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza meccanica e in caso di incendio, risparmio energetico e fruibilità di stabili di proprietà delle amministrazioni pubbliche, spese di gestione, in quota parte, dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia, in considerazione dei loro costi e della loro qualificazione. Il decreto di riparto, a firma del ministro, dovrà prevedere, per ciascuna Regione e Provincia autonoma un contributo suddiviso in quota stabile, quota variabile e quota perequativa, quest’ultima prevista per finalità di riequilibrio territoriale.

Istruzione 0-6 anni, ok dal Governo per il piano 2021-2025: interventi di edilizia e formazione del personale

da OrizzonteScuola

Di redazione

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, ha deliberato l’adozione del Piano di azione nazionale pluriennale per la promozione del Sistema integrato di educazione e di istruzione per i bambini di età compresa tra zero e sei anni per il quinquennio 2021-2025, con la ripartizione del fondo annuale da 309 milioni.

Il testo nelle scorse settimane è stato condiviso con il ministero dell’Economia e delle Finanze, le Regioni e l’Anci ed è stato oggetto di intesa in sede di Conferenza unificata.

Il Piano prevede, per il quinquennio 2021/2025, la ripartizione di un Fondo annuale per 309 milioni di euro e definisce gli interventi da realizzare, prevedendo che ciascuna Regione e Provincia autonoma assegni una quota del contributo statale annuale non inferiore al 7% agli interventi di formazione continua in servizio del personale educativo e docente e promozione dei coordinamenti pedagogici territoriali, e una quota non inferiore al 10% agli interventi per nuove costruzioni, ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo, riqualificazione funzionale ed estetica, messa in sicurezza meccanica e in caso di incendio.

Il decreto di riparto, a firma del ministro, dovrà prevedere, per ciascuna Regione e Provincia autonoma un contributo suddiviso in quota stabile, quota variabile e quota perequativa, quest’ultima prevista per finalità di riequilibrio territoriale.