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Incontro con le Consulte studentesche

“Nella giornata di ieri ho avuto il piacere di confrontarmi con i coordinatori regionali del Consiglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte studentesche. Un’occasione di confronto stimolante e molto positivo, in cui sono stati affrontati i temi più rilevanti della vita scolastica. Nel corso degli interventi è più volte emersa la condivisione di alcune riforme promosse dal Ministero e dal Governo, con particolare riferimento al raccordo tra scuole e imprese, alle misure di Agenda Sud e Agenda Nord contro la dispersione scolastica, senza dimenticare il tema della valorizzazione dell’Istruzione tecnico-professionale grazie alla riforma del 4+2”, dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

“I giovani rappresentanti, autentici portavoce delle istanze degli studenti di cui sono espressione diretta, hanno evidenziato un approccio concreto e sempre costruttivo, anche nell’evidenziare puntuali criticità territoriali su cui ho già indirizzato l’attenzione degli uffici preposti”, prosegue il Ministro. “È emerso un confronto di alto livello, in cui ciascuno dei rappresentanti ha, fra l’altro, manifestato una spiccata sensibilità verso le tematiche che caratterizzano il dibattito pubblico. Tra queste, la sfida per garantire una vera integrazione degli studenti stranieri, riguardo alla quale ho potuto illustrare le nuove misure che stiamo adottando. Al termine dell’incontro, ci siamo dati appuntamento per dicembre, quando sarà in via di composizione il nuovo CNPC, dopo le elezioni di rinnovo previste tra poche settimane. È mia intenzione rendere sempre più costante e centrale il dialogo tra Ministero e le rappresentanze studentesche elettive. Le consulte sono infatti uno strumento autenticamente democratico e rappresentativo”.

Riduzione ricorso ai contratti a termine

“Prendo atto della decisione della Commissione europea che ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia europea perché si riducano le condizioni per il ricorso dei contratti a termine e affinché i docenti precari abbiano gli stessi scatti di anzianità degli insegnanti di ruolo, in nome di una piena parificazione dei diritti.

Abbiamo sottoposto da tempo alla Commissione la necessità di rivedere il sistema di reclutamento dei docenti italiani previsto da un’intesa fra la Commissione e il precedente governo, superando le rigidità della riforma PNRR che creano un’oggettiva discriminazione a danno dei docenti precari e non tengono conto dei numeri del precariato che sono cresciuti negli scorsi anni.

Attendiamo quindi fiduciosi che la parificazione dei diritti possa essere estesa ora anche alle forme di reclutamento”, dichiara il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.

Viaggi in Europa per i 18enni, parte il concorso DiscoverEU: saranno selezionati 35.000 giovani, domande entro il 16 ottobre

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Al via DiscoverEU, un’azione del programma Erasmus+ (2021-2027), che ha lo scopo di offrire ai giovani di 18 anni un’esperienza di viaggio capace di promuovere il loro senso di appartenenza all’Unione europea, consentendo loro di esplorare la diversità dell’Europa, il suo patrimonio culturale e la sua storia, entrare in contatto con persone provenienti da tutto il continente e, in definitiva, scoprire se stessi.

Nell’autunno del 2024 la Commissione europea e l’Agenzia esecutiva europea per l’istruzione e la cultura (EACEA) selezioneranno almeno 35 000 giovani che soddisfano i criteri di ammissibilità.

Requisiti di ammissione

I candidati devono:

  • avere 18 anni al 1° gennaio 2025, vale a dire essere nati tra il 1° gennaio 2006 (incluso) e il 31 dicembre 2006 (incluso);
  • essere cittadini o residenti di:
    • uno dei 27 Stati membri dell’Unione europea, comprese le sue regioni ultraperiferiche (Guyana francese (FR), Guadalupa (FR), Martinica (FR), la Riunione (FR), Mayotte (FR), Saint-Martin (FR), Azzorre (PT), Madera (PT) e Isole Canarie (ES)) oppure,
    • in alternativa, essere cittadini di uno dei 27 Stati membri dell’Unione europea e residenti in uno dei paesi e territori d’oltremare (PTOM) associati all’Unione europea: Aruba (NL), Bonaire (NL), Curação (NL), Polinesia francese (FR), Territori australi e antartici francesi (FR), Groenlandia (DK), Nuova Caledonia (FR), Saba (NL), Saint Barthélemy (FR), Sint Eustatius (NL), Sint Maarten (NL), Saint Pierre e Miquelon (FR), Wallis e Futuna (FR), oppure
    • uno dei paesi terzi associati al programma Erasmus+: Islanda, Liechtenstein, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Turchia.
  • inserire nel modulo di domanda online il numero corretto della carta d’identità o del passaporto o il numero di residente.

I candidati selezionati possono partecipare solo se:

  • iniziano il viaggio in uno dei paesi ammissibili a DiscoverEU al momento della decisione di selezione;
  • hanno intenzione di viaggiare almeno 1 giorno e al massimo un mese;
  • hanno intenzione di recarsi almeno in un paese straniero che sia ammissibile per DiscoverEU al momento della decisione di selezione;
  • sono disposti a diventare ambasciatori DiscoverEU.

Cosa si vince

La Commissione europea e l’EACEA forniranno ai vincitori un pass DiscoverEU per esplorare l’Europa tra il 1° marzo 2025 e il 31 maggio 2026 per un periodo massimo di un mese.

In linea di massima i vincitori viaggeranno in treno.

Ai vincitori sarà inoltre concessa una carta europea per i giovani (EYCA). Valida per un anno dal momento dell’attivazione, la carta offre ai giovani tutta una serie di riduzioni su visite e attività culturali, didattiche e sportive, escursioni nella natura, mezzi pubblici, alloggio, ristorazione e molto altro.

Come candidarsi

È possibile candidarsi entro la scadenza compilando un apposito modulo di domanda online sul Portale europeo per i giovani.

La scadenza è fissata alle ore 12 del 16 ottobre 2024.


Istruzione adulti, funzionamento dei CPIA a.s. 2024/25: le scadenze da rispettare

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il Ministero ha fornito istruzioni in merio al funzionamento dei Centri per l’istruzione degli adulti per l’anno scolastico 2024-2025.

In particolare, la nota prot. n. 39504 del 30 settembre 2024 indica alcune tempistiche da rispettare:

  • 10 ottobre 2024: rinnovo dell’accordo tra il CPIA (unità amministrativa) e le istituzioni scolastiche di secondo grado già individuate dagli Uffici scolastici regionali, dove sono incardinati i percorsi di secondo livello, e trasmisisone all’USR competente
  • 15 ottobre 2024: termine per le iscrizioni ai percorsi di istruzione degli adulti
  • 15 novembre 2024: termine per la erdazione del Patto Formativo Individuale (PFI), documento base per la formalizzazione del percorso di studio personalizzato e la valutazione dei percorsi.

La nota richiama anche le recenti Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, precisando che a partire dal corrente scolastico 2024/25 i curricoli di Educazione civica faranno riferimento ai traguardi e agli obiettivi di apprendimento definiti a livello nazionale, per il primo e per il secondo ciclo di istruzione.

I nuclei concettuali intorno ai quali si snodano le tematiche dell’Educazione civica sono tre, come di seguito indicato:

  1. Costituzione
  2. Sviluppo economico e sostenibilità
  3. Cittadinanza digitale.

Nell’arco delle 33 ore annuali previste i docenti potranno proporre attività che sviluppino conoscenze, abilità e competenze relative all’educazione alla cittadinanza, all’educazione alla salute e al benessere psicofisico e al contrasto delle dipendenze, all’educazione ambientale, all’educazione finanziaria, all’educazione stradale, all’educazione digitale e all’educazione al rispetto.

LA NOTA

Fondo MOF, alle scuole è arrivata la nota con l’assegnazione delle risorse: ecco un foglio di calcolo per l’indennità di direzione

da La Tecnica della Scuola

Di Ivana Serra

Il 26 settembre è stato firmato il nuovo Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI) riguardante il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (FMOF) per l’anno scolastico 2024/25.

Come previsto dall’ art. 5 comma 10, del D.I. 129/2018, il 30 settembre le scuole hanno ricevuto la nota prot. n. 36704, di assegnazione delle risorse spettanti per il FMOF e per la predisposizione del Programma annuale per l’esercizio 2025.

Le principali novità

Il CCNI contiene alcune novità. In particolare:

  • l’incremento del fondo d’istituto da destinare al pagamento delle ore di formazione dei docenti (eccedenti le 40 ore + 40 ore);
  • la valorizzazione dei docenti (di ruolo e supplenti) che hanno prestato servizio in scuole situate nelle aree socialmente disagiate per almeno tre anni continuativi;
  • regolazione dell’indennità di disagio ai docenti (di ruolo e supplenti) che prestano servizio nelle piccole isole;
  • l’introduzione di un compenso (massimo 800 euro) per riconoscere il disagio degli assistenti tecnici delle scuole del primo ciclo impegnati su numerose scuole;
  • un compenso (da parametrare alla posizione economica di 700 euro) per i collaboratori scolastici con incarico per l’assistenza agli alunni, con priorità all’infanzia e alunni con disabilità;
  • l’incremento dell’indennità parte variabile dei DSGA.

Comunicazione del dettaglio delle risorse

Il Direttore SGA predisporrà una comunicazione da inoltrare al Dirigente Scolastico con il dettaglio delle risorse. Nella stessa vanno indicati anche i finanziamenti per i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) e i progetti nazionali e comunitari relativamente alla quota destinata a remunerare il personale.

Il “lenzuolone” del Ministero

Prima di comunicare il budget delle risorse disponibili per la contrattazione, è bene attendere la pubblicazione da parte del Ministero del cosiddetto “lenzuolone”, come viene chiamato dai Dsga e dai Dirigenti scolastici il file Excel dal quale si evincono i parametri che hanno determinato l’assegnazione delle varie voci del FMOF.

Come calcolare l’indennità di direzione

Si rammenta che dall’importo del fondo di istituto va sottratta l’indennità di direzione spettante al Direttore sga e al suo sostituto.

Alleghiamo un semplice file per il calcolo dell’indennità di direzione al Dsga e al suo sostituto.

Pensioni scuola, solo in due casi è possibile il trattenimento in servizio oltre i limiti di età: vediamo quali

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Dal 2014 non è più possibile permanere in servizio al compimento dell’età pensionabile: il decreto legge n. 90 del 24 giugno 2014, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n.114, ha infatti abolito l’istituto del trattenimento in servizio oltre i limiti di età.

Sono però previste due eccezioni.

Raggiungimento dei contributi minimi

La prima riguarda i casi in cui la permanenza sia necessaria per maturare una anzianità minima contributiva per il diritto a pensione.

Pertanto, come chiarito nella circolare sulle cessazioni dal 1° settembre 2025, potranno chiedere la permanenza in servizio i soli soggetti che, compiendo 67 anni di età entro il 31 agosto 2025, non sono in possesso di 20 anni di anzianità contributiva entro tale data e non hanno presentato domanda di cessazione tramite POLIS.

Partecipazione a progetti internazionali

L’art.1 comma 257 della legge 208/2015 ha inoltre previsto un’ulteriore deroga per il personale della scuola impegnato in innovativi e riconosciuti progetti didattici internazionali svolti in lingua straniera: costoro, al raggiungimento dei requisiti per la quiescenza, possono chiedere l’autorizzazione al trattenimento in servizio per non più di tre anni.

Come presentare domanda

Le domande di trattenimento in servizio dovranno essere presentate all’Ufficio territorialmente competente in formato analogico o digitale, al di fuori della piattaforma POLIS, entro il termine del 21 ottobre 2024.

Autorizzazione al trattenimento in servizio

Il trattenimento in servizio è autorizzato, con provvedimento motivato, dal dirigente scolastico o dal direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, nel caso di istanza presentata dai dirigenti scolastici.

Risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro

Il comma 5 dell’articolo 1, come modificato in sede di conversione, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 ha generalizzato la disciplina relativa alla risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro, prima applicabile solo fino al 31 dicembre 2014.

Tale facoltà può essere esercitata – al compimento, entro il 31 agosto 2025, dell’anzianità contributiva di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini – con preavviso di sei mesi, quindi entro il 28 febbraio 2025 anche nei confronti del personale con qualifica dirigenziale, con decisione motivata, esplicitando i criteri di scelta e senza pregiudizio per la funzionale erogazione dei servizi.

Collocamento a riposo d’ufficio

Se l’amministrazione non si avvale della facoltà di risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro, dovrà obbligatoriamente collocare a riposo il dipendente, che abbia raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), al compimento del limite ordinamentale per la permanenza in servizio, ossia a 65 anni.

Requisito anagrafico maturato tra settembre e dicembre 2025

Qualora, invece, il requisito anagrafico dei 65 anni sia maturato tra settembre e dicembre 2025 la cessazione dal servizio può avvenire solo a domanda dell’interessato.

CIRCOLARE

Tutor sportivi nelle scuole, opportunità per diplomati ISEF e laureati in Scienze Motorie

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sono aperte le candidature per diventare tutor sportivo nelle scuole nell’ambito del progetto di Sport e Salute “Scuola Attiva Kids”. Il termine ultimo è fissato al 16 ottobre 2024.

In cosa consiste il progetto

Il Progetto è rivolto a tutte le classi di scuola primaria delle istituzioni scolastiche statali e paritarie e ha l’obiettivo di valorizzare l’educazione fisica e sportiva nella scuola primaria per le sue valenze formative, per la promozione di stili di vita corretti e salutari e per l’inclusione sociale.

Per l’anno scolastico 2024/2025, il Progetto presenta le seguenti caratteristiche:

per le classi 2ᵉ e 3ᵉ delle scuole primarie (scuole statali e paritarie):

  • un’ora a settimana di orientamento motorio–sportivo tenuta dal Tutor, in compresenza con il docente titolare della classe, secondo il calendario presente nella piattaforma di Progetto. La seconda ora settimanale di insegnamento dell’Educazione motoria sarà impartita dall’insegnante titolare della classe in continuità didattica con l’attività del Tutor garantendo 2 ore settimanali.

per le classi, dalla 1ª alla 5ª delle scuole primarie (scuole statali e paritarie):

  • incontri/webinar di formazione e kit didattico per gli insegnanti;
  • attività finalizzate ad ampliare il tempo attivo degli alunni, quali le “Pause attive” da fare in classe o in cortile e attività motoria da svolgere a casa o all’aperto insieme alla famiglia in orario e spazi extrascolastici;
  • realizzazione della campagna informativa “AttiviAMOci”;
  • partecipazione su base volontaria della scuola, alle Giornate del Benessere;
  • realizzazione delle Feste di fine anno scolastico.

Chi può presentare domanda

Possono presentare la domanda di partecipazione i candidati che siano in possesso, alla data di presentazione delle domande di partecipazione, dei seguenti requisiti:

1) un titolo di studio tra quelli di seguito indicati:

  • diploma di Educazione Fisica rilasciato dagli ISEF;
  • laurea in Scienze Motorie dell’ordinamento previgente (CL33);
  • laurea in Scienze Motorie dell’ordinamento vigente (L22);
  • laurea quadriennale in Scienze Motorie e Sportive dell’ordinamento previgente;
  • laurea Magistrale Scienze della Formazione Primaria a ciclo unico (LM 85bis) e laurea Magistrale in Scienze Motorie Sportive (LM 67; LM 68; LM 47) acquisite come seconda laurea;

2) tesseramento, avente validità alla data di invio della candidatura e per tutto il periodo di durata del contratto di lavoro sportivo. I destinatari dell’Avviso possono essere tutti i soggetti tesserati – ossia soggetti che risultano individuati all’interno dell’ordinamento sportivo – con un Organismo sportivo riconosciuto dal CONI e dal CIP, quali a titolo esemplificativo e non esaustivo atleti, tecnici, dirigenti, direttori di gara, nonché ogni altra figura riconosciuta dai regolamenti tecnici degli Organismi Sportivi.

Possono partecipare anche i titolari di partita IVA.

Opportunità anche per gli studenti

Possono presentare la propria candidatura anche gli studenti dei corsi di laurea di Scienze Motorie che discuteranno la tesi di laurea entro marzo 2025. Per laurea di Scienze Motorie si intende il requisito minimo di accesso alla candidatura, quindi Laurea triennale in scienze motorie. Tali candidati avranno 1 punto nell’elenco graduato e saranno presi in esame per la partecipazione al progetto solo qualora non vi sia disponibilità di candidati in possesso di laurea. Per tali candidati la contrattualizzazione e quindi l’inizio dell’attività nelle scuole è subordinata all’effettivo conseguimento del titolo di laurea.

I supplenti a tempo pieno non possono candidarsi

Non potranno aderire al progetto coloro che hanno un contratto di lavoro per supplenza annuale a tempo pieno: se un candidato ha una supplenza annuale di 18 ore presso una scuola secondaria, è incompatibile. Se il candidato ha una supplenza annuale di 18 ore nella scuola primaria potrà candidarsi (il limite massimo di ore per coloro che hanno una supplenza nella scuola primaria è fissato a 22 ore).

AVVISO PUBBLICO PER I TUTOR

PAGINA PER CANDIDARSI

Manifestazione di rabbia, orgoglio e protesta dei DSGA davanti al MIM

da Tuttoscuola

Riuscita manifestazione dei Dsga, i direttori dei servizi generali e amministrativi, venerdì scorso davanti al ministero dell’Istruzione, organizzata da Anquap “per un nuovo ordinamento professionale e adeguati riconoscimenti giuridici ed economici”.

Delle rivendicazioni della categoria si è fatto portavoce, in particolare, il presidente dell’Anquap, Giorgio Germani, che ha sottolineato come la manifestazione sia l’espressione di “rabbia, orgoglio e protesta” da parte dei DSGA, che chiedono risposte concrete.

Tra le principali rivendicazioni, emerge la richiesta di un adeguamento salariale, nonostante l’accordo del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo (CCNI), siglato il giorno precedente contro il quale sono già stati presentati cinque ricorsi anche per sollecitare un intervento politico.

Il presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, ha espresso la propria solidarietà e vicinanza ai Direttori dei servizi generali e amministrativi delle scuole e all’Anquap che ha organizzato l’iniziativa.

“Le scuole si trovano a gestire gli ingenti fondi del PNRR e questo sarà possibile solo con una segreteria al completo e con tutti i Dsga al loro posto”.

Alla base della protesta, per l’Anquap vi è la mancata valorizzazione della categoria, lasciata sola a gestire il personale precario, i progetti per il PNRR corredati da complesse schede finanziarie.

Il tutto con ridotto personale di segreteria.

La riforma della rete scolastica con il ridimensionamento delle istituzioni scolastiche ha acuito indubbiamente il carico di responsabilità gestionale e organizzativa anche per i DSGA, il cui organico è attualmente in sofferenza in attesa dell’espletamento del concorso.

Concorsi scuola, dal 30 settembre al 19 ottobre censimento e collaudo aule informatizzate

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con nota del 18 settembre il Ministero ha comunicato l’avvio delle operazioni di censimento e collaudo delle aule utili per lo svolgimento delle procedure di reclutamento del personale scolastico e amministrativo, nonché per le progressioni verticali del personale amministrativo, di prossimo svolgimento.

Per raccogliere i dati sulla capienza e le caratteristiche tecniche delle aule viene messa a disposizione delle scuole una piattaforma dal 30 settembre al 19 ottobre.

Per quanto riguarda le scuole il dirigente scolastico provvede a designare con atto di nomina, per ogni aula, uno o, laddove possibile, due Responsabili tecnici d’aula per la gestione delle prove delle procedure concorsuali, individuando preferibilmente personale già formato e in possesso di un’adeguata esperienza per lo svolgimento delle attività previste.

Il Responsabile d’istituto sulla piattaforma, disponibile al link a partire dal 30 settembre:

  • censirà tutte le aule informatiche di cui l’istituzione scolastica dispone, a prescindere dall’eventuale utilizzo per le procedure concorsuali;
  • indicherà il nominativo, il codice fiscale, l’indirizzo e-mail ed un recapito telefonico dei Responsabili tecnici d’aula. Si evidenzia che in detta piattaforma si dovranno inserire ex novo i dati dei Responsabili tecnici d’aula designati, anche nel caso in cui gli stessi siano stati profilati in occasione di precedenti procedure.

I Responsabili tecnici d’aula designati:

  • dovranno accedere alla piattaforma per prendere preventivamente visione dell’informativa sulla privacy necessaria per poter accedere ai passaggi successivi;
  • effettueranno il collaudo delle postazioni informatiche, secondo le modalità indicate sulla piattaforma stessa. Le operazioni di collaudo saranno attive solo dopo l’avvenuto inserimento in piattaforma dell’aula e del nominativo di almeno un Responsabile tecnico d’aula;
  • riporteranno gli esiti del collaudo sulla piattaforma.

“L’Autonomia differenziata chiuderà scuole a Sud e niente tempo pieno, perché tanto non migliora l’apprendimento”: lo dice un documento “segreto” del Comitato per i LEP

da OrizzonteScuola

Di redazione

Almeno secondo quanto riferisce il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama, in un post su Facebook, che denuncia i contenuti dei lavori degli esperti nominati dal Governo facenti parte del CLEP, che sta stabilendo i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) per l’attuazione dell’Autonomia.

De Cristoforo lamenta innanzitutto la segretezza dei lavori, che tengono allo scuro i rappresentanti del popolo seduti in Parlamento. “Ancora una volta – scrive – sarò costretto a ricorrere a un’interrogazione parlamentare per chiedere al governo e al Ministro Calderoli di rendere pubblici i documenti redatti dal Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (CLEP)”.

“Stavolta – continua – tocca a un documento sulla scuola il cui contenuto sarebbe semplicemente indecente, ma non sorprendente, se si rivelasse vero, prosegue De Cristofaro. Non sorprendente perché è dal primo giorno che ripetiamo che l’Autonomia differenziata è semplicemente un modo per togliere alle regioni che hanno di meno, tutte al Sud, a vantaggio di quelle più ricche. Al Sud il tempo pieno a scuola si ferma al 13%, in Sicilia e in Sardegna siamo addirittura al 4,9%, contro il 35,8% del Nord-Ovest. Bene, in questo ipotetico documento prodotto dal Clep ci sarebbero dati che spiegherebbero come il tempo pieno a scuola non abbia nessun impatto sugli esiti formativi. Quindi, se al Sud e nelle isole il tempo pieno non è sufficiente, non fa niente perché tanto non serve, parola del Clep. E altre chicche riguarderebbero la chiusura e l’accorpamento di tante scuole nelle regioni più povere. Eccoli i Lep della destra”, conclude De Cristofaro.

Sul voto in condotta e altre punizioni: chissà che direbbe don Giovanni Bosco?

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

Torna il voto in condotta per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, i quali, se ottengono un punteggio pari o inferiore a cinque su 10 in condotta, non supereranno l’anno e dovranno ripeterlo anche se il loro livello scolastico è all’altezza. Gli studenti delle scuole superiori che ottengono solo sei in condotta dovranno fare un test di Educazione civica e i voti in condotta influenzeranno notevolmente anche l’esame di Stato.

Ma si introduce l’attività di cittadinanza solidale per chi viene sospeso e si prevedono multe per aggressioni al personale scolastico. Il ministro dell’istruzione, con l’approvazione della legge in parlamento, si ritiene soddisfatto, mentre incassa le congratulazioni del direttore dell’Ocse, con doppio compiacimento.

Tuttavia la domanda, oltre a quelle poste dalla stampa estera, rimane: il senso di responsabilità, che devono avere gli alunni, può dipendere dalle sanzioni disciplinari? E ancora: l’autorevolezza di chi educa, insegnando, si può affermare con l’autoritarismo? Inoltre, siamo sicuri che l’atteggiamento autoritario e repressivo, sollecitato dalla paura, sia utile a formare buoni cittadini? Ma soprattutto, ci chiediamo: usarono mai punizioni, anche blande, personalità di educatori come Filippo Neri o don Giovanni Bosco nei loro oratori per i ragazzi che raccoglievano per strada, togliendoli dal malaffare, dal lavoro minorile, dal degrado tanto diffuso nella seconda metà dell’800 e fino agli albori del 900? E don Milani si servì mai, coi suoi alunni contadini e montanari, figli di analfabeti, di strumenti punitivi di tale portata? 

A distanza di alcuni secoli sembra proprio che quegli insegnamenti, basati sull’ascolto e l’accoglienza, siano stati cancellati da dissuasori punitivi e deterrenti come la paura di essere bocciati, di venire in qualche modo castigati, dal voto in condotta che metterebbe in discussione perfino un curriculum di profitti anche importante.

Ma non solo, sono state rese obbligatorie le attività di cittadinanza solidale per i ragazzi con più di due giorni di sospensione: ma si è certi che costringere a fare del bene porti risultati positivi? In altre parole: prendere qualcuno per le orecchie e portarlo a rendere servizi sociali presso un ospizio o una casa di cura, è una buona palestra educativa? O è invece è del tutto controproducente? Infatti, mettersi al servizio di qualcuno, aiutarlo e sostenerlo non conosce obbligo, come costringere uno studente al soccorso di chi soffre non vuole imposizione.

La buona azione infatti non è una medicina, e per giunta amara, che bisogna prendere per guarire di un male che la scuola, in quanto proprio scuola, deve curare invece con altri accorgimenti.

Pensionamento docenti, il prof con 42 anni e 10 mesi di contributi e 65 anni di età al 31 agosto 2025 andrà in quiescenza d’ufficio

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Un docente nostro lettore ci chiede se nel suo caso per la pensione anticipata dovrà presentare domanda entro il prossimo 21 ottobre o se invece andrà in pensione d’ufficio senza bisogno di presentare nessuna istanza. Nel caso in specie, il docente nostro lettore, avrà, al 31 agosto 2025, un’età anagrafica di 65 anni compiuti e 42 anni e 10 mesi di contributi versati.

Requisiti raggiunti entro il 31 agosto 2025

Nel caso del docente di sesso maschile che compirà i 65 anni di età anagrfica entro il 31 agosto 2025 ed avrà, entro questa stessa data, raggiunto i 42 anni e 10 mesi di contributi versati, l’Amministrazione, come chiaramente scritto nella nota MIM n. 0150796 del 25 settembre 2024, dovrà obbligatoriamente collocare a riposo il dipendente, che abbia raggiunto i requisiti per la pensione anticipata (di 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini), al compimento del limite ordinamentale per la permanenza in servizio, ossia a 65 anni. Per tale ragione il prof che ha raggiunto i 65 anni di età anagrafica e i 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, entro il 31 agosto 2025, sarà collocato a riposo d’ufficio senza la necessità di presentare istanza.

Requisito anagrafico tra settembre e dicembre

È bene sottolineare che se l’età anagrafica del dipendente dovesse raggiungere 65 anni nel periodo tra l’1 settembre e il 31 dicembre 2025, anche se i 42 anni e 10 mesi fossero raggiunti entro il 31 agosto 2025, la cessazione dal servizio può avvenire solo a domanda dell’interessato.

Si ricorda che la pensione anticipata ai sensi dell’art.15 del decreto legge n.4 del 28 gennaio 2019 e convertito con modificazioni dalla legge n.26 del 28 marzo 2019, in cui si prevede appunto che l’accesso alla pensione anticipata è consentito se risulta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Tali requisiti dovranno essere maturati entro il 31 dicembre 2025 e di norma questa tipologia di pensionamento avviene a domanda.

Come abbiamo suddetto e sottolineamo nuovamente, il docente che raggiunge il requisito anagrafico di 65 anni di età entro il 31 agosto 2025, a prescindere dal fatto se raggiunge i 41 anni e 10 mesi se donna o 42 anni e 10 mesi se maschio entro il 31 agoto o il 31 dicembre 2025, dovrà andare in pensione obbligatoriamente d’ufficio.

Buono scuola in arrivo? Tra consensi e dissensi

da Tuttoscuola

Nei giorni scorsi, intervenendo ad un evento organizzato da Agidae (Associazione Gestori Istituti Dipendenti dell’Autorità Ecclesiastica), il ministro dell’istruzione Valditara ha lasciato intendere, forse anche per venire incontro alle attese dell’uditorio, che presto sarà data una soluzione definitiva alla storica querelle del finanziamento delle scuole paritarie tramite uno strumento finanziario (il buono scuola) che le metta in condizioni di effettiva parità economica con quelle statali. “È il momento di completare l’opera”, ha detto il ministro, che però ha anche aggiunto che questo compito spetta alla “politica (che) deve avere il coraggio di metter(lo) all’ordine del giorno”.

L’accenno alla “politica” fa capire che il governo non intenderebbe procedere motu proprio o con una forzatura maggioritaria, ma cercherebbe un consenso politico più ampio, come ha sottolineato suor Anna Monia Alfieri in un suo commento all’evento osservando che “le parole del ministro sono state precedute da quelle degli esponenti di tutte le forze politiche, fatta eccezione per il Movimento Cinque Stelle, in occasione della tre giorni organizzata dalle conferenze Usmi e Cism, la scorsa settimana”.

In effetti nessuno dei politici intervenuti in tale occasione – Valentina Aprea (FI), Irene Manzi (PD), Ella Bucalo (FDI), Maria Elena Boschi (IV), Luca Maggi (Noi Moderati), Valentina Grippo (Azione), Paola Binetti (UDC), Mario Pittoni (Lega) – si è detto contrario in linea di principio all’adozione di uno strumento del tipo del buono scuola adottato per esempio in Lombardia (dove è denominato “dote”, e la Aprea e’ colei che l’ha introdotto quando era assessore in Lombardia), che per il 2024 ha previsto l’erogazione  di contributi che variano da 300 a 2.000 euro, in base all’ISEE della famiglia e al tipo di scuola frequentata.

Questo, accanto ad alcuni altri interventi effettuati negli ultimi due anni in favore delle scuole paritarie (150 milioni di euro di fondi Pnrr, ed altri 70 milioni per il trasporto per i ragazzi con disabilità), contribuirebbe alla sostenibilità dell’operato di tante scuole paritarie in crescente difficoltà.

Forti critiche, sul versante politico, sono venute solo dal Movimento 5 Stelle e, su quello sindacale, dalla Uil scuola, da sempre su posizioni laiche e stataliste, e dalla Flc-Cgil, che peraltro si è limitata a ricordare il “senza oneri per lo Stato” inserito nell’art. 33 della Costituzione: un divieto di finanziamento diretto che una soluzione del tipo di quella adottata in Lombardia eluderebbe.

Voto di condotta/1. Il nuovo Regolamento dovrà essere pronto ai primi di gennaio. Possibile?

da Tuttoscuola

I tempi di attuazione della nuova legge sul comportamento non saranno brevi, come forse spera il ministro dell’istruzione Valditara, perché, a differenza della valutazione nella scuola primaria che per i giudizi sintetici prevede l’emanazione soltanto di un’ordinanza, per le nuove disposizioni sul voto di condotta occorre invece un regolamento, anzi, come dispone la nuova legge, “modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 2009, n. 122”.

Secondo la nuova legge, le modifiche da apportare al precedente regolamento sono finalizzate a:

1) prevedere che l’attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi e la conseguente non ammissione alla classe successiva e all’esame di Stato avvengano anche a fronte di comportamenti che configurano mancanze disciplinari gravi e reiterate, anche con riferimento alle violazioni previste dal regolamento di istituto;

2) prevedere che l’attribuzione del voto di comportamento inferiore a sei decimi in fase di valutazione periodica comporti il coinvolgimento della studentessa e dello studente in attività di approfondimento in materia di cittadinanza attiva e solidale, finalizzate alla comprensione delle ragioni e delle conseguenze dei comportamenti che hanno determinato tale voto;

3) conferire maggiore peso al voto di comportamento della studentessa e dello studente nella valutazione complessivariferito all’intero anno scolastico, in particolar modo in presenza di atti violenti o di aggressione nei confronti del personale scolastico nonché degli studenti ……

Come evidenziato, il voto del comportamento considera la valutazione COMPLESSIVA ed è riferito all’INTERO anno scolastico (comma 3). Inoltre, va considerata l’eventualità del voto inferiore a sei decimi nella valutazione intermedia, cioè del 1° quadrimestre (comma 2).

Dopo questa disamina, è evidente che la modifica del Regolamento dovrà avvenire quanto prima e, comunque, con congruo anticipo rispetto alla valutazione intermedia, in modo da disporre degli elementi certi che giustifichino l’eventuale voto inferiore a sei decimi nel 1° quadrimestre.

Sarà possibile modificare il regolamento in tempi congrui, ad esempio, entro l’inizio del 2025? Difficile. Lo spieghiamo di seguito.

Giudizi sintetici nella primaria. Corsa contro il tempo per applicarli nel 1° quadrimestre

da Tuttoscuola

Dopo l’approvazione definitiva da parte della Camera dei deputati della riforma del voto in condotta e della valutazione alla Primaria, avvenuta la scorsa settimana, l’attenzione si volge ora ai tempi e alle modalità di attuazione. Da quando saranno effettivamente applicate queste novità? Vediamo, partendo dai giudizi sintetici nella primaria.

A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti. Le modalità della valutazione di cui al primo e al secondo periodo sono definite con ordinanza del Ministro dell’istruzione e del merito”.

A distanza di quattro anni ritornano, dunque, i giudizi sintetici (ottimo, distinto, buono, sufficiente e insufficiente) nella scuola primaria, in sostituzione dei giudizi descrittivi introdotti dalla legge n. 41 del 6 giugno 2020 e regolati successivamente dall’ordinanza ministeriale n. 172 del 4 dicembre 2020 che ne aveva consentito l’applicazione effettiva già nel primo quadrimestre del 2020-21.

In quell’occasione, tra entrata in vigore della legge ed emanazione dell’ordinanza trascorsero oltre sei mesi, un tempo utile, comunque, per consentirne l’applicazione senza rinvii, anche se la novità dei quattro livelli di giudizio descrittivo (avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione) aveva creato una certa difficoltà tra gli insegnanti.

Difficoltà che, invece, non dovrebbe esserci questa volta con i giudizi sintetici che hanno indubbiamente una applicazione semplificata e probabilmente non richiederanno, come era successo invece per i giudizi descrittivi, né la previa costituzione di un Gruppo di lavoro per la formulazione di proposte tecniche, né la predisposizione di apposite Linee guida.

Dovrebbe, pertanto, bastare l’emanazione di un’apposita ordinanza da sottoporre soltanto al parere del nuovo CSPI presieduto da Damiano Previtali.

Poiché probabilmente la nuova legge entrerà in vigore circa a metà ottobre, dovrebbe esserci tempo per predisporre ed emanare l’ordinanza, che, comunque, dovrà essere pubblicata al massimo entro i primi di gennaio 2025 per essere operativa per la prima valutazione intermedia attesa per febbraio 2025, e consentire alle scuole di approntare tempestivamente il nuovo documento di valutazione mediante il registro elettronico, utilizzando eventualmente uno specifico software predisposto dalle case produttrici specializzate.

Se questa tempistica non si concluderà per tempo, la nuova valutazione con giudizi sintetici slitterà all’anno scolastico 2025-26.

Non è facile capire quanto sia gradito per i docenti il ritorno al giudizio sintetico. Probabilmente ci sono posizioni differenziate.Diffuso però sembra lo sconcerto (e la rassegnazione) per l’ennesimo cambiamento che richiede in breve tempo un’altra riconversione formativa che annulla i recentissimi corsi specifici di aggiornamento sulla valutazione.