Piano per l’inclusività: ogni USR potrà fissare la scadenza

da Tecnica della Scuola

Piano per l’inclusività: ogni USR potrà fissare la scadenza
di R.P.
Con una nota del 27 giugno il Miur fornisce alcuni chiarimenti sulla controversa questione del Piano annuale per l’inclusione. Verrà anche creata una banca dati nazionale delle migliori pratiche
E’ arrivata in tempi rapidissimi la nota ministeriale i chiarimento sulla questione dei BES e del Piano annuale per l’inclusività. In pratica 24 ore dopo l’incontro con i sindacati il Ministero ha diramato una nota con cui si precisa il PAI (nuova sigla con la quale le scuole dovranno fare i conti) è parte integrante del POF e “non va inteso come un ulteriore adempimento burocratico, bensì come uno strumento che possa contribuire ad accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi, per creare un contesto educante dove realizzare concretamente la scuola per tutti e per ciascuno”. Il Ministero sottolinea anche che il “il PAI non va interpretato come un “piano formativo per gli alunni con bisogni educativi speciali”, ad integrazione del POF (in questo caso più che di un “piano per l’inclusione” si tratterebbe di un “piano per gli inclusi”)”. Il PAI, insomma, non è quindi un “documento” per chi ha bisogni educativi speciali, ma “è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo, è lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, le linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento, da perseguire nel senso della trasversalità delle prassi di inclusione negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie”. Il Miur annuncia anche che verrà creata una banca dati nazionale con le migliori pratiche e quindi invita tutti gli USR a trasmettere i materiali più significativi prodotti a livello locale. Per quanto riguarda invece i tempi per l’elaborazione e l’adozione del Piano viene lasciata libertà di azione e quindi ciascun Ufficio regionale potrà definire il proprio scadenzario tenendo conto delle esigenze del territorio.

Dichiarazioni a mezzo stampa: cambiano le regole per docenti e Ata

da Tecnica della Scuola

Dichiarazioni a mezzo stampa: cambiano le regole per docenti e Ata
di Lucio Ficara
Il nuovo codice di comportamento dei pubblici dipendenti consente di denunciare anche mediante interventi sugli organi di informazione la violazione di diritti sindacali.

A volte capita che un dipendente pubblico subisca, o pensi di subire, un torto dall’Amministrazione per cui lavora e conseguentemente si difenda , legittimamente, esprimendo, sempre nei limiti della correttezza e del dovuto senso civico, delle valutazione nel merito della questione e anche diffondendo la notizia ai sindacati e alla stampa.  Nella scuola, dove il contenzioso è all’ordine del giorno, questo capita spesso .  Talora queste valutazioni critiche vengono maldigerite dall’apparato (dirigenti scolastici, uffici regionali e così via); in alcuni casi ci sono stati anche strascichi con azioni discplnari. Va detto, invece, che qualsiasi valutazione critica e circostanziata non solo è un arricchimento per il buon funzionamento dell’Amministrazione, ma è persino pienamente legittima.  Infatti nel regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 vigente dal 4 giugno 2013, all’art.12 comma 2 è scritto: “salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell’amministrazione”.  Cosa vuol dire questo? Che per esempio un insegnante pur astenendosi da dichiarazioni pubbliche, verbali o per mezzo stampa, offensive nei confronti dell’Amministrazione e diffamatorie nei confronti del proprio dirigente scolastico, può, anzi dovrebbe, diffondere informazioni, denunciando anche attraverso articoli nei giornali, il torto e l’abuso subito, a tutela dei diritti sindacali, propri e di tutto il personale scolastico.  Ovviamente prima di arrivare a queste conclusioni , che dovrebbero rappresentare un’extrema ratio, si cerca di comprendere i motivi che hanno generato il danno e il deciso diniego al diritto presunto.  In tal caso, si ricorda che il regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici, obbliga il dirigente scolastico a motivare immediatamente per iscritto il diniego alla richiesta del dipendente.  Se tali motivazioni non dovessero essere date o non fossero convincenti, è legittimo (e ripetiamo addirittura doveroso), ricorrere alla diffusione di tali circostanze, anche a mezzo stampa, con il fine di avere un riconoscimento del torto subito.  D’altronde in diverse occasioni, la giurisprudenza ha stabilito con chiarissime sentenze, che la violazione da parte del Ds, dei diritti esplicitamente stabiliti da norme legali o contrattuali, è considerata condotta antisindacale e se essa non dovesse cessare immediatamente, nemmeno dopo la sentenza del giudice del lavoro, allora potrebbe essere punita anche con la pubblicazione della sentenza sulla stampa. Quanto detto è previsto dal codice penale e precisamente all’art.36.  Quindi per la difesa e la tutela dei diritti sindacali del personale scolastico, è legittimo dare delle valutazioni di merito e questo può essere fatto, con tutto il buon senso necessario, anche attraverso l’informazione pubblica, senza il rischio di incorrere in sanzioni di alcun genere.

12mila nuovi docenti in ruolo a settembre, ma chi vince il concorso… …quando lo vince davvero?

da tuttoscuola.com

12mila nuovi docenti in ruolo a settembre, ma chi vince il concorso… …quando lo vince davvero?

Giovedì 28 giugno si è tenuta a Palazzo Madama l’audizione del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, sulle linee programmatiche del suo dicastero alle Commissioni riunite di Camera e Senato. L’argomento principale è stato quello dell’avvio dell’anno scolastico 2013-2014, con le necessaria copertura delle cattedre vacanti tramite immissioni in ruolo e supplenze.

Il ministro, come peraltro avviene tutti gli anni di questi tempi da parte dell’inquilino di viale Trastevere, ha rassicurato sul “regolare avvio dell’anno scolastico 2013-2014“. A garanzia di ciò, ha spiegato che l’informatizzazione dei processi consentirà alle scuole di chiamare i supplenti che dovessero essere necessari, “appena iniziano le lezioni“.

Sul capitolo immissioni in ruolo, il ministro ha precisato che ci saranno anche i vincitori dell’ultimo concorso a cattedra: “Sono in via di espletamento le fasi conclusive del concorso a cattedre per personale docente della scuola. La stragrande maggioranza delle Commissioni terminerà le operazioni in tempo utile per l’immissione in ruolo già dall’anno scolastico 2013/2014”.

E’, inoltre, in corso, con il Dipartimento della funzione pubblica e con il Ministero dell’economia e delle finanze – ha proseguito il Ministro – la procedura autorizzatoria per le immissioni in ruolo tanto per i dirigenti scolastici che per il personale docente, educativo ed Ata. Più precisamente, la richiesta per le nuove nomine dei dirigenti scolastici riguarda la seconda tranche di assunzioni relative al concorso ordinario 2011“.

Carrozza ha reso pubblica anche la quota orientativa di suddivisione del prossimo contingente di assunzioni a tempo indeterminato: “Il turn over accertato, per cui si è proceduto alla richiesta di immissione in ruolo, è attestato intorno alle 15.000 unità, di cui circa 12.000 docenti e 3.000 personale Ata“.

Questi ultimi numeri confermano che, per almeno la metà dei vincitori dell’ultimo concorso (ricordiamo che i posti messi a concorso sono 11.542), occorrerà attendere l’anno scolastico 2014-2015 per l’immissione in ruolo, se non quello addirittura successivo.

Ciò considerato, emerge più di un dubbio sull’opportunità di indire a breve nuovi concorsi (per le classi di concorso e le regioni in cui i posti già sono stati messi a concorso in questa tornata), nonché sulla giustizia e la meritocrazia di un sistema che per il 50% continuerà ad attingere dalle graduatorie ad esaurimento composte da persone che – pur abilitate – magari sono state bocciate nelle varie prove di questo concorso, e non tra le persone che in questo concorso (assai più selettivo del precedente) hanno superato tutte le prove, anche senza vincerlo.

Lunedì 1° luglio incontro tra sindacati e ministro Carrozza

da tuttoscuola.com

Lunedì 1° luglio incontro tra sindacati e ministro Carrozza

Lunedì 1° luglio si terrà una riunione tra i sindacati della scuola e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Né dà notizia oggi un comunicato della Uil Scuola, che fossa come obiettivo l’indicazione al ministro degli “interventi concreti che è necessario prendere immediatamente”

Secondo la  Uil Scuola, sarebbero tre le linee di intervento prioritarie: “Risorse – piano di investimenti attraverso un riequilibrio nel rapporto spesa per istruzione/spesa pubblica per riportarlo agli standard dei Paesi europei più sviluppati. Stabilità degli organici e del personale. Sburocratizzazione e sostegno all’autonomia scolastica”.

Su questi e sugli altri aspetti presentati dal Ministro in sede Parlamentare – continua il sindacato – c’è piena disponibilità sindacale a un confronto di merito, in particolare per le parti che attengono al rapporto di lavoro. Ciò in quanto il riconoscimento del valore del lavoro che si svolge nelle scuole è essenziale per modernizzare e dare centralità al sistema di istruzione, come leva strategica per lo sviluppo e la coesione sociale”.

Carrozza: Troppo alto l’insuccesso scolastico per gli alunni stranieri

da tuttoscuola.com

Carrozza: Troppo alto l’insuccesso scolastico per gli alunni stranieri

Nell’audizione a Palazzo Madama del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, alle Commissioni riunite di Camera e Senato, l’inquilino di viale Trastevere ha toccato il tema della dispersione scolastica e dell’integrazione tra studenti italiani e stranieri, auspicando “una politica di lungo respiro”: “Invece di operare con misure straordinarie occorre porre l’alunno al centro del sistema. Oggi sono quasi 200 mila gli alunni stranieri nelle scuole di secondo grado, con tassi troppo elevati di insuccesso“.

Il ministro ha anche elogiato la maggiore capacità di assorbimento di alunni stranieri da parte della scuola italiana: “Siamo anche proficuamente passati, in un decennio dall’accogliere 50 mila all’includere 800 mila bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana“. Sul totale degli alunni stranieri, il 45% sono nati in Italia e parlano la lingua italiana mentre il 5% sono arrivati da poco e non parlano l’italiano. Sempre a proposito di allievi stranieri, per il ministro Carrozza, “serve uno specifico investimento per la formazione dei docenti“.

Carrozza ha anche parlato di un progetto per il quale “alunni e studenti di seconda generazione fanno da tutor a quelli di prima generazione“. “Serve – ha aggiunto – un lavoro di revisione delle Linee guida per gli studenti stranieri che risalgono al 2006. Cercheremo di distinguere tra i diversi bisogni, soprattutto di coloro che sono appena arrivati in Italia“.

Infine il ministro ha toccato il tema dell’università e del blocco del turn over al 20%, dal precedente vincolo del 50%, grazie al decreto legge “del fare”. D’altra parte il ministro ha taciuto sul rovescio della medaglia, che le risorse per queste nuove assunzioni saranno prese sempre dal settore dell’istruzione e dell’università (nei giorni scorsi sono circolate molte indiscrezioni sulla bozza del testo non tutte univoche).

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 151

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 151 del 29-6-2013

Sommario

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 21 giugno 2013


Riapertura delle operazioni di sottoscrizione dei buoni del Tesoro
poliennali 1,70%, indicizzati all’inflazione europea, con godimento
31 gennaio 2013 e scadenza 15 settembre 2018, settima e ottava
tranche. (13A05572)

 

 

Pag. 1

 

 

 


DECRETO 21 giugno 2013


Riapertura delle operazioni di sottoscrizione dei buoni del Tesoro
poliennali 3,10%, indicizzati all’inflazione europea, con godimento
15 marzo 2011 e scadenza 15 settembre 2026, decima e undicesima
tranche. (13A05573)

 

 

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MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 12 giugno 2013


Ripristino della validita’ del decreto di riconoscimento dell’acqua
minerale «Sorgente del Cacciatore», in Nocera Umbra. (13A05549)

 

 

Pag. 4

 

 

 


DECRETO 12 giugno 2013


Indicazioni per le etichette dell’acqua minerale «Angelica», in
Nocera Umbra. (13A05550)

 

 

Pag. 4

 

 

 


DECRETO 12 giugno 2013


Indicazioni per le etichette dell’acqua minerale «Fonte Tullia», in
Sellano. (13A05551)

 

 

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DECRETO 13 giugno 2013


Riconoscimento dell’acqua di sorgente «Venere», in Villasor, al fine
dell’imbottigliamento e della vendita. (13A05548)

 

 

Pag. 5

 

 

 


DECRETO 17 giugno 2013


Revoca, su rinuncia, di alcuni prodotti fitosanitari a base di
Chlorothalonil. (13A05547)

 

 

Pag. 6

 

 

 


DECRETO 25 giugno 2013


Proroga della sospensione cautelativa dell’autorizzazione all’impiego
di sementi trattate con prodotti fitosanitari contenenti la sostanza
attiva fipronil, di cui al decreto 25 gennaio 2013. (13A05610)

 

 

Pag. 8

 

 

 


DECRETO 25 giugno 2013


Revoca delle autorizzazioni all’immissione in commercio e all’impiego
di prodotti fitosanitari, contenenti le sostanze attive clothianidin,
thiamethoxam e imidacloprid, per il trattamento delle sementi e del
terreno, ai sensi del regolamento di esecuzione (UE) n. 485/2013
della Commissione del 24 maggio 2013 e che vieta l’uso e la vendita
di sementi conciate con prodotti fitosanitari contenenti tali
sostanze attive. (13A05611)

 

 

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DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «PecFent» (fentanil),
ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 552/2013). (13A05463)

 

 

Pag. 12

 

 

 


DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Clopidogrel Mylan»,
ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 548/2013). (13A05464)

 

 

Pag. 13

 

 

 


DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Osteum», ai sensi
dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n. 537.
(Determina n. 551/2013). (13A05465)

 

 

Pag. 14

 

 

 


DETERMINA 10 giugno 2013


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Fenofibrato Doc
Generici», ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24
dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 549/2013). (13A05466)

 

 

Pag. 15

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

MINISTERO DELLA DIFESA

 


COMUNICATO


Concessione di una medaglia d’argento al merito di Marina (13A05546)

 

 

Pag. 16

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


COMUNICATO


Autorizzazione al rilascio di certificazione CE sulle macchine
secondo la direttiva 2006/42/CE e la direttiva 2000/14/CE
all’Organismo «ECO – European Certifying Organization S.p.A.», in
Faenza. (13A05545)

 

 

Pag. 16

Concorso a Cattedra

Concorso a Cattedra: gli iscritti ANIEF con diploma magistrale ad indirizzo linguistico ante 2001/2002 parteciperanno alle prove orali

Emanato dal TAR Lazio il decreto monocratico n. 2523/2013 richiesto dall’ANIEF a tutela dei candidati che si erano rivolti al nostro sindacato perché ingiustamente esclusi dalle prove concorsuali. L’Avvocato Tiziana Sponga ottiene l’ammissione con riserva alla prova orale per la scuola primaria e dell’infanzia dei ricorrenti in possesso di diploma magistrale a sperimentazione linguistica conseguito entro l’a.s. 2001/2002.

L’ANIEF, unico sindacato che si è prontamente mosso a tutela di quanti sono stati iniquamente esclusi dalle prove concorsuali, aveva già ribadito che sull’argomento si è più volte espresso il Consiglio di Stato (Sentt. nn. 2172/2002, 7550/2009, 1769/2004) e che lo stesso MIUR, richiamando proprio la Sentenza n. 2172/02 del Consiglio di Stato, aveva ammesso alla selezione per la scuola primaria e per quella dell’infanzia proprio i diplomati magistrali dei corsi sperimentali triennali, quadriennali e quinquennali conseguiti entro l’anno scolastico 2001-2002 dando esplicita conferma che “il Diploma di Maturità Linguistica, non priva il titolo di studio conferito dall’Istituto magistrale della sua natura di diploma di maturità magistrale a pieno titolo, ma aggiunge qualche cosa di più, senza modificarne la tipologia originaria”.

Successivamente, invece, con una tardiva nota indirizzata ai Direttori Regionali (la n. 3123 del 14 novembre 2012), il MIUR era tornato sui suoi passi sostenendo che “per essere valido il diploma deve riportare la dicitura maturità magistrale ad indirizzo linguistico” ed escludendo, oltretutto a posteriori, centinaia di diplomati magistrali ad indirizzo linguistico che avevano superato le prove scritte. L’ANIEF attende con fiducia l’udienza di merito fissata per il 15 luglio prossimo in modo da mettere in via definitiva la parola “Fine” a questa ulteriore quanto paradossale odissea imposta dal MIUR agli aspiranti insegnanti.

 

Scuola, famiglie in rivolta sugli insegnanti di sostegno

da l’Unità

Scuola, famiglie in rivolta sugli insegnanti di sostegno

Una vecchia direttiva «limita» la presenza di docenti solo ai casi più gravi. La ministra Carrozza: un equivoco, inquadreremo 30 mila precari

Luciana Cimino

Il primo grattacapo per il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza arriva dalla questione dei docenti di sostegno. A fine anno aveva fatto discutere la direttiva ministeriale emanata dall’allora ministro Profumo che forniva indicazioni operative e strumenti d’intervento per gli alunni con Bes (bisogni educativi speciali) seguita dalla circolare esplicativa n. 8 del 6 marzo 2013. Questa normativa si inseriva in un quadro di continui tagli al personale di sostegno sui quali in passato si era espressa anche la Corte Costituzionale dichiarando illegittima la norma che poneva un limite per le cattedre in deroga. A titolo d’esempio nelle scuole elementari di Roma e provincia gli alunni diversamente abili iscritti all’anno scolastico 2013-14 saranno 7.302, i docenti di sostegno 1.989, con un rapporto di un insegnante ogni 4 alunni. L’attuale titolare del Miur ha deciso di rimettere mano alla direttiva. Se applicata, gli insegnanti di sostegno specializzati (cioè quelli che hanno seguito corsi mirati) potrebbero essere assegnati solo agli alunni con disabilità gravi. Nella categoria dei Bes rientrano i Dsa (disturbi specifici di apprendimento), gli stranieri e chi proviene da situazioni familiari e sociali svantaggiate. Il docente di sostegno sarà chiamato ad intervenire solo nell’ipotesi di una disabilità legata ad una menomazione che crea handicap. La paura degli insegnanti di sostegno è di non essere dunque più necessari perché sostituiti dai docenti curricolari, non specializzati. Lo stesso timore delle associazioni dei genitori che leggono il rischio che i bambini certificati come «lievi» rimangano senza sostegno, per di più in classi di 30 alunni dove è già difficile per l’insegante curricolare prestare la dovuta attenzione a ognuno. L’associazione Genitori Tosti, formata da persone che hanno figli con disabilità, ha già scritto una lettera al Ministro: «Ricordiamo scrivono che l’inserimento scolastico rappresenta il principio della partecipazione alla vita sociale di ogni bambino, in difficoltà o meno. La direttiva del dicembre 2012 rappresenta l’ennesimo episodio di gestione poco oculata della scuola pubblica, con particolare gravità essendo coinvolta una platea di persone che sommano ad una condizione complessa un delicato momento della propria crescita». Ieri un presidio di insegnanti precari e genitori si è svolto sotto il Ministero di viale Trastevere. Il 19 giugno scorso, invece, il Comitato Docenti di Sostegno Precari si era dati appuntamento a Torino: «Come genitori e docenti avevano dichiarato siamo preoccupati per questi interventi che mettono in discussione il diritto allo studio dei figli-alunni in situazione di handicap». Parla di «tentativi continui di destabilizzare la scuola pubblica» il Ciis (Coordinamento Italiano Inseganti sostegno) mentre uno dei sindacati di categoria, l’Anief, avvisa Viale Trastevere: «non è possibile utilizzare la nuova normativa sui Bes per operare un taglio di 11mila docenti. Affidare un ragazzo con problemi di apprendimento, seppure non gravi, ad un insegnante non specializzato comporta un’operazione illegittima che i genitori possono facilmente impugnare». La Flc Cgil ha invece chiesto un tavolo urgente al ministro. «La riforma dei Bes in teoria è una cosa buona dice Federica, insegnante di sostegno in una scuola media della Capitale ma non si deve risolvere in un taglio del sostegno, il sottosegretario Rossi Doria ci ha rassicurato che così non sarà. Intanto ci riceveranno ancora a settembre». Dal Miur intanto dicono che è un «equivoco, nessuno ha mai pensato di tagliare niente, tutto questo è nato dalla cattiva interpretazione di alcune parole del Ministro». Gli 11mila posti rimarrebbero cattedre in deroga, da assegnare a personale precario, a fronte della trasformazione di 90mila posti di sostegno in organico di diritto. Lo stesso ministro Carrozza aveva nei giorni scorsi ribadito: «Il piano triennale di immissione in ruolo prevede anche misure, compatibilmente con le risorse disponibili, per l’inquadramento in ruolo dei circa 30mila docenti di sostegno che vengono utilizzati annualmente».

Carrozza: a settembre le scuole potranno chiamare tutti i supplenti che servono

da Tecnica della Scuola

Carrozza: a settembre le scuole potranno chiamare tutti i supplenti che servono
di Alessandro Giuliani
Lo ha detto il Ministro durante un’audizione al Senato: qualora sia necessario, appena iniziano le lezioni gli istituti potranno ricorrere ai precari. Le immissioni in ruolo 2013 così suddivise: 12mila docenti e 3mila Ata. Con loro anche i vincitori del concorso a cattedra: la grande maggioranza delle commissioni terminerà in tempo utile. Sul boom di stranieri: in arrivo formazione specifica per i prof e un progetto grazie a cui alunni di seconda generazione faranno da tutor a quelli di prima.
Ha parlato di avvio del nuovo anno, di organici, allievi stranieri, risorse e università il ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, nel corso dell’audizione tenuta il 27 giugno davanti alle commissioni riunite Cultura al Senato.
Prima di tutto, il responsabile del Miur ha voluto rassicurare tutti sul “regolare avvio dell’anno scolastico 2013-2014″, anche grazie alle novità che riguardano l’informatizzazione e al fatto che le scuole potranno chiamare supplenti, se se ne evidenzi la necessità, “appena iniziano le lezioni”. Dietro la cattedra, ha aggiunto il Ministro, ci saranno anche quasi tutti i vincitori del concorso a cattedra, solo in alcune regioni giunto alle battute finali. “La stragrande maggioranza delle commissioni – ha detto Carrozza – terminerà le operazioni in tempo utile per l’immissione in ruolo già dall’anno scolastico 2013/2014. E’, inoltre, in corso, con il Dipartimento della funzione pubblica e con il Ministero dell’economia e delle finanze – ha proseguito il Ministro – la procedura autorizzatoria per le immissioni in ruolo tanto per i dirigenti scolastici che per il personale docente, educativo ed Ata. Più precisamente, la richiesta per le nuove nomine dei dirigenti scolastici riguarda la seconda tranche di assunzioni relative al concorso ordinario 2011″.
Carrozza ha reso pubblica anche la quota, seppure di massima, di suddivisione del prossimo contingente di assunzioni a tempo indeterminato: “il turn over accertato, per cui si è proceduto alla richiesta di immissione in ruolo ,è attestato intorno alle 15.000 unità, di cui circa 12.000 docenti e 3.000 personale Ata”, ha spiegato.
Il responsabile dello storico palazzo bianco di viale Trastevere ha poi detto che per contrastare la dispersione scolastica  “invece di operare con misure straordinarie occorre porre l’alunno al centro del sistema. Oggi – ha ricordato Carrozza – sono quasi 200 mila gli alunni stranieri nelle scuole di secondo grado, con tassi troppo elevati di insuccesso”.
Sull’alto numero di stranieri sui banchi ha invece specificato che “siamo anche proficuamente passati, in un decennio dall’accogliere 50 mila all’includere 800 mila bambini e ragazzi di cittadinanza non italiana”. Sul totale degli alunni stranieri, il 45% sono nati in Italia e parlano la nostra lingua mentre il 5% sono arrivati da poco e non parlano l’italiano. Sempre a proposito di allievi stranieri, per il ministro Carrozza, “serve uno specifico investimento per la formazione dei docenti”.
Tra le novità di cui ha parlato il Ministro, un progetto per il quale “alunni e studenti di seconda generazione fanno da tutor a quelli di prima generazione”. “Serve – ha aggiunto – un lavoro di revisione delle Linee guida per gli studenti stranieri che risalgono al 2006. Cercheremo di distinguere tra i diversi bisogni, soprattutto di coloro che sono
appena arrivati in Italia”.
Sul fronte dell’università e del blocco del turn over al 20%, il ministro ha ricordato che il decreto legge “del fare”, che ha innalzato per il 2014 al 50% questo vincolo, aumenta le capacità di assunzione da parte degli atenei, e questo dà “un segnale importante al mondo dell’università”. Il Ministro ha però sorvolato sulla notizia che per procedere a circa 3.000 assunzioni tra università ed enti di ricerca, elevando tra il 20 e il 50% il turn-over rispetto all’anno precedente, si procederà alla sottrazione di 75 milioni di euro del budget destinato annualmente ai servizi di pulizia delle scuole affidati, in genere, a cooperative. Per evitare che ciò accada, come del resto già indicato nella bozza del decreto legge del “fare”, già approvata dal CdM, anche l’Anief ha espresso tutti i suoi dubbi: “per questi lavoratori sarà inevitabile l’assegnazione di stipendi magrissimi o il licenziamento”, ha scrittoil sindacato guidato da Marcello Pacifico, lanciando anche un appello ai parlamentari perché bocciassero almeno questo passaggio del dl.

Libri di testo: protestano i Comuni

da Tecnica della Scuola

Libri di testo: protestano i Comuni
di R.P.
L’importo che lo Stato trasferisce ai Comuni è fermo ai parametri del 1986. Il Miur non ha ancora emanato il decreto sui prezzi dei libri per il 2013/14. Il ritardo sta mettendo in difficoltà le Amministrazioni locali.
Comuni italiani in fibrillazione e preoccupati: il Governo non ha ancora stanziato i fondi necessari a coprire le spese per i libri di testo. Non solo, ma i Comuni contestano anche il fatto che, a tutt’oggi non è ancora stato emanato il consueto decreto ministeriale sui prezzi dei libri. Il decreto veniva firmato generalmente verso nei mesi di marzo-aprile; ma ultimamente ci sono stati ritardi sempre maggiori. Proprio per questo il presidente dell’Anci Alessandro Cattaneo ha anche scritto al ministro Carrozza per denunciare che tale ritardi ‘’si ripercuotono sulla programmazione dei Comuni che hanno necessità di conoscere al più presto gli importi precisi per poter provvedere alla stampa delle cedole da consegnare alle scuole in tempo utile per l’inizio dell’anno scolastico, nonchè inserire la spesa nei bilanci’’. ‘’Secondo le informazioni avute – aggiunge Cattaneo – sembrerebbe che, anche per il prossimo anno scolastico, i prezzi di copertina dei libri di testo della scuola primaria, subiranno un aumento pari al tasso d’inflazione, rispetto al quale non sarà corrisposto nessun incremento di risorse per i Comuni che ne dovranno sostenere per intero l’aumento’’ I Comuni sottolineano che per pagare i libri di testo degli alunni di scuola primaria sono necessari ogni anno più di 80milioni di euro che gravano in gran parte sui bilanci delle amministrazioni locali anche perché i trasferimenti dello Stato per questa voce sono fermi all’importo individuato nel 1986. ‘’Una situazione non più sostenibile – sostiene Cattaneo – che necessita di immediati provvedimenti risolutivi, anche a seguito delle pesanti riduzioni dei trasferimenti imposte ai Comuni’’. La questione potrebbe essere affrontata nei prossimi giorni nel corso di un incontro fra le parti, ma l’ANCI chiede che, in ogni caso, lo Stato provveda urgentemente a erogare i fondi necessari.

La morale è sempre quella: prima di eseguire l’ordine aspettate il contrordine

da Tecnica della Scuola

La morale è sempre quella: prima di eseguire l’ordine aspettate il contrordine
di R.P.
E’ la lezione che arriva dalla vicenda dei BES e del Piano annuale per l’inclusione.
La vicenda dei BES e del Piano annuale per l’inclusione dimostra, come se ce ne fosse stato bisogno, che nella Pubblica Amministrazione e nella scuola in particolare vige ancora la vecchia regola (“Prima di eseguire un ordine aspettate sempre il contrordine”) di cui parlava, fra il serio e il faceto, Giovannino Guareschi. In molte scuole, negli ultimi mesi, collegi dei docenti e gruppi di lavoro per l’inclusione hanno dovuto bruciare le tappe per poter predisporre il documento richiesto dalla direttiva del dicembre scorso e dalla CM n. 8/2013. Come abbiamo già segnalato in altro articolo, nella giornata del 26 giugno, il problema è stato oggetto di un incontro fra sindacati e Ministero che, al termine, ha assunto l’impegno di rivedere, se non le disposizioni, quanto meno le scadenze. Ma, siccome la questione è davvero complessa e ricca di interrogativi, non è da escludere che possano esserci a breve delle novità anche nel merito della CM n. 8. La domanda più banale, per esempio, riguarda il rapporto fra Piano e organico di sostegno. Ministero e Uffici regionali sostengono che il Piano non serve per la richiesta delle risorse di sostegno, richiesta invece legata, come sempre, alle certificazioni psico-mediche, alle diagnosi funzionali e ai PEI degli alunni disabili. Ma, al tempo stesso, si dice che il piano dovrebbe essere aggiornato nel mese di settembre quando le scuole conosceranno le risorse disponibili. La domanda è del tutto inevitabile: ma, allora, il Piano è in relazione con le risorse o no ? Senza considerare che la confusione fra le diverse sigle (HC, DSA, BES, EES, ADHD e via abbreviando) è notevole e forse non sarebbe male se il Ministero provvedesse anche a fare un po’ di chiarezza anche sui termini e sulle definizioni. Intanto, in attesa di conoscere le decisioni del Miur, molte scuole sono al lavoro per deliberare il Piano o almeno una bozza di esso.

Marco Meloni nuovo responsabile scuola e istruzione del PD

da Tecnica della Scuola

Marco Meloni nuovo responsabile scuola e istruzione del PD
Dopo Francesca Puglisi, ora senatrice della Repubblica, Marco Meloni è il nuovo responsabile del Partito Democratico per Scuola e Istruzione
Il segretario nazionale del Pd Epifani ha, infatti, ufficializzato l’unificazione delle deleghe in materia di Istruzione, Università e Ricerca nel forum di cui Meloni è presidente. Marco Meloni, 42 anni, è deputato ed è stato responsabile Università e ricerca già nella precedente segreteria. ”L’istruzione – dichiara Meloni – è la chiave per la crescita e la coesione sociale: dopo anni molto difficili, con scelte miopi e sbagliate, finalmente mi pare che questa politica essenziale per riattivare la competitività del Paese e la mobilità sociale dei nostri giovani stia rientrando tra le priorità delle istituzioni, ed in particolare del governo. Starà a noi lavorare al meglio perchè i programmi del ministro Carrozza diventino rapidamente realizzazioni concrete. Mi impegnerò al massimo per corrispondere alla fiducia della quale mi ha investito il segretario Epifani e perchè il Partito Democratico continui a essere, come è stato negli ultimi anni, grazie al prezioso lavoro di Francesca Puglisi e Giovanni Bachelet, sostenitore e artefice di una netta inversione di rotta, che porti l’Italia a puntare tutte le sue carte sul miglioramento del livello di istruzione delle persone e sulla qualità del sistema dell’istruzione e della ricerca”.

Dirigenti scolastici: conferimento e mutamento di incarico e tutela prevista dalla legge 104

da Tecnica della Scuola

Dirigenti scolastici: conferimento e mutamento di incarico e tutela prevista dalla legge 104
di Lara La Gatta
È necessario tener conto delle priorità previste dalla legge nella fase di individuazione del dirigente scolastico soprannumerario per dimensionamento della rete scolastica
Ai fini dell’individuazione del dirigente scolastico soprannumerario a seguito del dimensionamento della rete scolastica, la legge 104/92 opera non solo nel determinare la priorità nella scelta della sede, ma anche nel soddisfacimento dell’interesse del lavoratore a non essere allontanato dalla attuale sede di lavoro.
A chiarirlo è il Miur con la nota prot. n. 6435 del 25 giugno 2013 indirizzata agli Uffici Scolastici Regionali.
Con la nota in questione il Ministero risponde ai numerosi quesiti sull’applicazione della tutela prevista dalla legge 104/92 nella fase di individuazione del dirigente scolastico soprannumerario per razionalizzazione della rete scolastica.
A tal riguardo, il Miur invita gli UU.SS.RR. a tenere in debita considerazione le priorità previste dalla suddetta legge anche ai fini dell’individuazione del dirigente scolastico soprannumerario nei casi di cui alla lettera b dell’art.11 del CCNL area V del 2006. (assegnazione di altro incarico per ristrutturazione e riorganizzazione dell’ufficio dirigenziale).
Questo perché la tutela prevista dalla legge 104/92 è da considerarsi una tutela generale e pertanto non deve riferirsi esclusivamente al momento dell’assunzione, ma deve estendersi anche alle fasi successive dello svolgimento del rapporto di lavoro, compresa dunque anche l’assegnazione di altri incarichi.
Inoltre, i criteri contrattuali di continuità di sede e di anzianità di servizio devono essere contemperati con le esigenze di tutela, di assistenza e di integrazione dei soggetti diversamente abili, così come previsto dalla normativa e dall’art.9 comma 3 del CCNL area V del 2010.

Dl lavoro: 10,6 mln di euro all’istruzione… ma

da Tecnica della Scuola

Dl lavoro: 10,6 mln di euro all’istruzione… ma
di P.A.
Soddisfatta la ministra Carrozza perché il piano da 10,6 milioni di euro previsti per scuola e università andrebbero a rinsaldare il legame tra istruzione e mondo del lavoro, cofinanziando tirocini e stage presso soggetti pubblici e privati
“È stato dato un segnale al mondo dell’università: i tirocini si fanno prima della laurea e valgono come credito formativo”, ha detto la ministra e avrebbero la durata minima di tre mesi, con rimborso spese mensile di massimo 200 euro di contributi statali, ai quali dovrebbe aggiungersi un uguale importo da parte del soggetto che offre il tirocinio. Per quanto riguarda la scuola invece sono previsti interventi con un aumento della flessibilità fino al 25% dell’orario annuale degli istituti professionali: «Nel garantire maggiore flessibilità dell’orario annuale delle lezioni si favorisce un raccordo organico tra i percorsi degli istituti professionali e i percorsi di istruzione e formazione professionale regionale, rispondendo in modo puntuale alle esigenze formative dei giovani e consentendo un più facile accesso al mercato del lavoro”, ha detto ancora la ministra. L’obiettivo fondamentale del decreto è però quello di sbloccare i fondi statali e aprire alla creazione nei prossimi 18 mesi di 200.000 posti di lavoro per combattere la disoccupazione giovanile.  Dice a questo proposito La Stampa. “Lo sforzo maggiore del governo viene fatto sugli incentivi all’occupazione per i quali si stanzieranno 800 milioni (500 per il Sud e 300 per il resto del Paese). La misura si rivolge a giovani tra i 18 e i 29 anni che si trovino in almeno una delle seguenti condizioni: siano disoccupati da più di sei mesi, abbiano una o più persone a carico e abbiano solo la terza media. L’incentivo all’assunzione di un giovane consisterà in 650 euro al mese e verrà corrisposto per 18 mesi se si tratta di una nuova assunzione, oppure per 12 nel caso di trasformazione del contratto da precario a stabile. A questi incentivi si potrà accedere fino al 30 giugno 2015″ Duqnue per quanto riguarda la scuola qualcosa non va secondo le aspettative, ameno su questo preciso ambito. Infatti le cosiddette agevolazioni a favore dei giovani da 18 a 29 anni si possono applicare solo a chi è sprovvisto di diploma di istruzione superiore, e quindi a chi non ha completato il percorso liceale o negli Istituti di formazione professionale, e in modo particolare a chi è sprovvisto di impiego retribuito da almeno sei mesi e a chi, sprovvisto sempre di diploma di scuola superiore o professionale, viva da solo con una o più persone a carico. E qui sta il nodo della faccenda, perché, pretendendo la mancanza di un diploma di scuola secondaria di secondo grado, significa penalizzare il mondo dell’istruzione, dal momento che pare si voglia dire ai giovani di rimanere senza titolo e quindi senza cultura, penalizzandone perfino le possibilità di carriera nell’attività lavorativa, nel cui ambito il diploma ha fornito da sempre maggiori opportunità. In altre parole sembra che il Governo voglia decretare l’agonia della scuola in generale e dell’istruzione superiore in particolare, visto che vuole immettere nel mondo del lavoro 200.000 (ma ci riuscirà?) persone con una formazione scadente o comunque inadeguata e ferma alla sola ex terza media, la secondaria di primo grado. Giovani quindi senza una appropriata conoscenza specifica, mentre il messaggio complessivo sembra essere quello di non studiare e non proseguire oltre la scuola dell’obbligo perché tanto non serve a nulla

BES: Piano rinviato e sperimentazione per il prossimo anno

da tuttoscuola.com

BES: Piano rinviato e sperimentazione per il prossimo anno

Una nota ministeriale dopo l’incontro con le OO.SS.

Il Miur, dopo un animato incontro con i sindacati scuola che chiedevano chiarimenti sui BES, sui relativi adempimenti di fine anno e sulla destinazione delle risorse, è uscito con una nota urgente (prot. 1551 del 27.6.2013) con la quale rivede alcune impostazioni della circolare n. 8 del 6 marzo scorso sugli alunni con Bisogni Educativi Speciali.

Nei giorni scorsi Tuttoscuola, nel riferire le difficoltà di molte scuole per definire il Piano annuale di inclusività (PAI) 2013-14 per i BES entro il 30 giugno, rilevava come quella scadenza, in un mese carico di mille adempimenti, fosse poco logica e fuori tempo.

Considerando anche che i BES avevano fatto il loro ingresso ufficiale nel sistema scolastico soltanto da pochi mesi, Tuttoscuola aveva suggerito di soprassedere, per quest’anno, alla definizione del Piano e di rivedere, per il prossimo anno, una scadenza anticipata con alcuni correttivi e chiarimenti, come, ad esempio, la destinazione corretta dei posti di sostegno (solo per disabili o anche per i BES?).

Il Miur ha di fatto sospeso il termine del 30 giugno per la definizione del Piano, anche se ha utilizzato una formula indiretta, prevedendo che in questa prima fase di attuazione, tenuto conto del sovrapporsi di vari adempimenti collegati con la chiusura del corrente anno scolastico, ciascun Ufficio Scolastico Regionale,nell’ambito della propria discrezionalità e sulla scorta delle esigenze emergenti nel proprio territorio di competenza, definirà tempi e modi per la restituzione dei PAI da parte delle Istituzioni scolastiche.

La nota ministeriale chiarisce un passaggio controverso della circolare n. 8, precisando, molto opportunamente, che Resta fermo che il PAI non sostituisce le richieste di organico di sostegno delle scuole, che dovranno avvenire secondo le modalità definite da ciascun Ambito Territoriale.

Infine la nota, tenendo conto della complessità indotta dai BES sull’organizzazione scolastica, dispone, ragionevolmente, che il prossimo anno scolastico dovrà essere utilizzato per sperimentare e monitorare procedure, metodologie e pratiche anche organizzative.