Quirinale: Carrozza, entusiasta per scelte Napolitano

Quirinale: Carrozza, entusiasta per scelte Napolitano
Modello per giovani generazioni

“Sono entusiasta della scelta del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di nominare senatori a vita donne e uomini del mondo della scienza e della cultura”. Lo afferma il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza.
“Esprimo – aggiunge Carrozza – particolare soddisfazione sia per la nomina di Carlo Rubbia, un grande fisico italiano che ha conseguito fondamentali risultati scientifici per i quali è noto in tutto il mondo sia per quella di Elena Cattaneo, una neuro scienziata di livello internazionale che ancora darà molto alla scienza e alla ricerca. Entrambi non hanno esitato a impegnarsi per il progresso e il futuro del Paese. I quattro nuovi senatori a vita rappresentano un modello per le nuove generazioni, alle quali possono ispirare l’impegno per la propria carriera e – conclude il Ministro – la passione civile”.

Supplenze, emanate le istruzioni operative annuali

Supplenze, emanate le istruzioni operative annuali

Confermate le disposizioni degli anni precedenti

Con nota prot. n. 1878 di data odierna sono state fornite istruzioni e indicazioni operative in materia di attribuzione di supplenze al personale scolastico per l´a.s. 2013-2014.

Confermate le disposizioni degli passati,  la nota contiene integrazione e modifiche idonee per renderla il più oggettiva e chiara possibile.

Anche quest´anno è stata prevista la possibilità, per il personale che ha titolo ad essere incluso nelle graduatorie di circolo e di istituto che abbia conseguito il titolo di specializzazione per il sostegno tardivamente rispetto ai termini prescritti dai provvedimenti relativi alle graduatorie ad esaurimento e alle graduatorie di circolo e di istituto, di comunicare tramite raccomandata A/R alla scuola a cui è stato indirizzato il modello di domanda per le graduatorie d´istituto, in carta semplice, l´acquisizione del titolo di sostegno entro il prossimo 10 settembre. Gli aspiranti saranno inclusi in coda agli elenchi di sostegno della fascia di pertinenza delle graduatorie di istituto, per le sedi scolastiche a suo tempo prescelte ovvero in quelle in cui hanno titolo ad essere inclusi per l´a.s. 2013/14 per effetto delle operazioni conseguenti al piano di dimensionamento della rete scolastica.

La nota segnala inoltre che in considerazione dell´attuazione del vasto piano di riorganizzazione della rete scolastica efficace già dall´a.s. precedente, è stata disposta, al fine di attualizzare le posizioni degli aspiranti docenti ed educativi nelle graduatorie di circolo e di istituto valide per il vigente triennio scolastico, una procedura automatica di allineamento tra la precedente e la nuova anagrafe delle istituzioni scolastiche. Le graduatorie, così aggiornate, sono già disponibili, come comunicato in data odierna agli uffici territoriali e dirigenti scolastici.

Negli Istituti in cui si attivano nuovi insegnamenti per effetto della progressiva entrata a regime della riforma degli ordinamenti scolastici, per i quali negli anni precedenti compresi nell´attuale triennio di vigenza non erano presenti graduatorie, sono valide le graduatorie che il Sistema Informativo genera per la prima volta. Tali graduatorie, infatti, non sono prodotte in base a nuove domande di inserimento (la cui presentazione è preclusa nel triennio di vigenza delle graduatorie di Istituto), bensì sulla base delle classi di concorso e degli istituti richiesti a suo tempo dagli aspiranti all´atto della domanda di iscrizione in graduatoria per l´attuale triennio.

Si ricorda che anche per il personale a tempo determinato l´obbligo della certificazione sanitaria di idoneità all´impiego è stato abolito dall´art. 42 (comma 1 lettera d) del decreto legge n.69 del 21 giugno 2013.

Reggenze coatte in Lombardia. Provvedimento mostruoso per tamponare l’emergenza concorso dirigenti

Reggenze coatte in Lombardia. Provvedimento mostruoso per tamponare l’emergenza concorso dirigenti bloccato in mancanza di soluzione politica

Il Direttore De Sanctis dell’USR Lombardia ha emanato in data 30 agosto a ridosso dell’avvio del nuovo anno scolastico il provvedimento di assegnazione in reggenza coatta di tutte le scuole della Lombardia scoperte e destinate ad essere assegnate ai vincitori del concorso bloccato dalle note vicende.

Gli istituti senza dirigente in Lombardia sono 473 su 1.149. Il 41 per cento. A Milano e provincia uno su due: 124 su 253. 49 sono stati assegnati per trattenimento in servizio . Gli altri 424 restano scoperti. I 405 vincitori del concorso per dirigenti scolastici sono «congelati»: dopo la sentenza arrivata lo scorso 12 luglio dal Consiglio di Stato il ministero deve ricorreggere gli scritti di tutti i partecipanti. Alle calende greche!

Il direttore dell’Usr ha dichiarato: «Roma non ci sta dando informazioni, ma noi ce la caveremo: stiamo lavorando a pieno ritmo per questo».

L’obiezione propugnata dalla Disal del presidente Roberto Pellegatta  ha raccolto una trentina di adesioni su 727.

Nel decreto è stata inserita una clausola di salvaguardia nel caso auspicabile venga risolto il problema nei prossimi giorni e cioè dal prossimo consiglio dei ministri del 2 settembre: “ E’ fatta salva la cessazione automatica anticipata dell’incarico all’eventuale venir meno della sede dirigenziale nel corso dell’anno scolastico “

Che la situazione sia drammatica lo si evince anche dal fatto che nonostante due consigli dei ministri ancora il testo definitivo del decreto non ha visto la luce e che si sia rimandato ancora al 2 settembre.

Il provvedimento è abnorme in quanto l’istituto della reggenza era previsto per tamponare situazioni residuali  e di emergenza; ma qui l’emergenza diventa la norma!

Il danno che sta subendo la scuola lombarda è sotto gli occhi di tutti e sarebbe deleterio che la politica si disinteressasse abbandonando al suo destino una delle realtà più importanti del nostro paese.

 

IL DIRETTORE GENERALE
VISTO l’art. 1 sexsies del D.L. 7 del 31.01.2005, convertito con modificazioni
con la L. 43/05;
VISTA ed esaminata la Direttiva Ministeriale n. 20 del 24.05.2013, emanata
dall’amministrazione centrale in attuazione al predetto art. 1 sexsies;
DATO ATTO della sopravvenuta conclusione delle operazioni di conferma degli
incarichi di presidenza a livello sia provinciale che regionale;
VISTO il disposto dell’art. 4 della già citata Direttiva ministeriale n. 20/2013;
ACQUISITE ed esaminate le dichiarazioni di disponibilità formulate dai dirigenti
scolastici in ambito regionale alla luce del prioritario interesse al miglior funzionamento delle istituzioni scolastiche;
CONSIDERATA per talune istituzioni scolastiche della regione, la mancanza di dichiarazioni espresse di disponibilità ad accettare reggenze da parte dei Dirigenti scolastici a T.I.;
ATTESA la necessità di procedere, anche in tali ipotesi, all’assegnazione di incarico di reggenza, nel rispetto del criterio guida dell’interesse al buon andamento dell’Amministrazione scolastica e in relazione a quanto previsto dall’art. 19 del CCNL Area V della Dirigenza scolastica sottoscritto in data 11/04/2006 come modificato dal CCNL sottoscritto in data 15/07/2010;
SENTITI gli Ambiti Territoriali dell’USR Lombardia ed informate le OO.SS. di categoria circa la conduzione delle operazioni in parola;
D I S P O N E
in data odierna è pubblicato, in allegato al presente atto, l’elenco delle sedi conferite in ambito regionale per reggenze annuali, incarichi di presidenza e trattenimenti in servizio.
Il presente atto ha valore di formale notifica per ciascuno dei Dirigenti scolastici interessati, che riceveranno, successivamente, apposito provvedimento individuale di assegnazione e relativo contratto.
E’ fatta salva la cessazione automatica anticipata dell’incarico all’eventuale venir meno della sede dirigenziale nel corso dell’anno scolastico.

Il Direttore Generale
Francesco de Sanctis

AS-TFA speciale: Tar Lazio ammette ai corsi

PAS-TFA speciale: Tar Lazio ammette ai corsi con ordinanza n. 3386/13 una docente di ruolo

Nuova vittoria dell’Anief in tribunale. Accolta la domanda di ammissione con riserva presentata da una ricorrente patrocinata dagli avvocati F. Marcone e R. Verticelli. Sospeso il D.D.G. n. 58/13 nella parte in cui esclude gli insegnanti a tempo indeterminato (art. 2, c.1). Il sindacato invita a presentare la domanda al Miur entro il 5 settembre, mentre la richiesta di adesione ai ricorsi che riguardano anche il servizio di 540/360 giorni cumulativo e non specifico deve essere inviata a tfaspeciale@anief.net entro il 7 settembre 2013.

Come ha sempre dichiarato M. Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, appare illegittima l’esclusione dai corsi riservati per il conseguimento di un’ulteriore abilitazione dei docenti di ruolo della scuola pubblica che hanno prestato un servizio specifico di 180 giorni come richiesto dal bando, a dispetto degli altri colleghi delle scuole private o degli altri dipendenti pubblici, e persino irragionevole in un momento in cui l’organico di diritto dell’amministrazione scolastica è cambiato negli ultimi anni per via del dimensionamento e della riforma degli ordini scolastici producendo classi di concorso in esubero e atipiche. Il nuovo titolo abilitante, se confermato in sede di merito, potrà essere speso nelle domande di mobilità per i trasferimenti così come nelle graduatorie ad esaurimento se sarà confermata l’illegittimità della loro chiusura, mentre si attende nei prossimi mesi la decisione della Consulta sulla cancellazione dei docenti di ruolo dalle Gae dopo un altro ricorso presentato dall’Anief al Tar Lazio.

Nel frattempo, Anief ricorda che ha prorogato al 7 settembre i termini per l’adesione ai ricorsi per tutti gli esclusi dai PAS-TFA speciali con 540/360 giorni di servizio, cumulati anche complessivamente e senza servizio specifico. Per ricevere le istruzioni operative bisogna inviare una mail a tfaspeciale@anief.net. Si ricorda che per aderire al ricorso è necessario aver, comunque, inoltrato la domanda al Miur di partecipazione ai corsi entro il 5 settembre attraverso il sistema Istanze Online.

Per via della saturazione dei ricorsi iscritti al ruolo al Tar Lazio durante la sessione feriale, il sindacato comunica che, probabilmente, tutti i ricorsi presentati dall’Anief sull’ammissione ai PAS-TFA speciali saranno discussi, in sede cautelare, nel mese di ottobre. Attraverso un successivo comunicato saranno resi noti i numeri di ruolo.

Ma Letta non ha più paura Prossimo obiettivo: la scuola

da IL Tempo

Ma Letta  non ha più paura Prossimo obiettivo: la scuola        

Sicuro Il premier  incassa la crescita della fiducia di imprese e consumatori: «Non temo le vicende giudiziarie di Silvio»

È la giaculatoria che Enrico Letta ripete da quando si è insediato a Palazzo Chigi: «Ho sempre concentrato la mia azione non sulla politica o sul politichese, ma sulle cose concrete che riguardano il rilancio del nostro Paese».

«Al di là del governo più debole o più forte – aggiunge intervistato dal direttore di Radiouno Antonio Preziosi durante la trasmissione              Radio anch’io           -, delle scadenze, del chiacchiericcio politico che in questo momento non mi interessa e lascio perdere, ci sono sette risultati importanti che riguardano l’Italia e gli italiani».

Il riferimento è al Consiglio dei ministri di mercoledì. E alla misure varate tra cui l’abolizione dell’Imu. «Con la service tax – insiste – le famiglie avranno una riduzione fiscale importante e ci sarà più equità per le famiglie numerose che saranno meno penalizzate di quanto facesse l’Imu oggi. L’Italia può trovare grande giovamento dai provvedimenti varati dal governo. Apriamo la sessione autunnale di discussione sulla legge di stabilità con un respiro maggiore. Le risposte su Cig, esodati e lavoratori in difficoltà su mutui casa sono importanti, ma sono una prima risposta. Sono molto fiducioso che questo maggiore respiro e questo orizzonte più lungo ci dia la possibilità di guardare più lontano e ci permetterà di costruire una legge di stabilità con dei pilastri basati sulle riforme strutturali e sulla crescita».

Insomma ciò che interessa Letta è il futuro. Che, giunti a questo punto, potrebbe essere addirittura roseo. Di certo lo è il presente visto che, in una sola mattinata, il premier incassa segnali importanti dagli indici della fiducia delle imprese e dei consumatori. Entrambi sono in crescita: quello delle imprese passa dal 79,8 di luglio all’82,2 di agosto, quello dei consumatori tocca quota 98,3 (massimo da luglio 2011). Una crescita di cui può interamente intestarsi la paternità visto che si è verificata durante il suo governo.

E il ragionamento è semplice: se cominciano ad arrivare risultati economici apprezzabili sarà sempre più difficile mettere in crisi l’esecutivo. Quindi avanti con le cose da fare. Martedì, annuncia, il Cdm si riunirà di nuovo per per varare «una serie di norme funzionali ad un inizio dell’anno scolastico con dei segnali di speranza in più per il mondo della scuola che ha pagato duramente la crisi. Vogliamo dare un segnale di attenzione e di speranza, perché da una scuola che funziona dipende il futuro del nostro Paese e dei nostri figli».

Subito dopo arriverà l’accelerazione sul fronte della riforma della Costituzione e, soprattutto, della legge elettorale («Settembre sarà un mese cruciale»). E quando gli si fa notare che sulla testa del governo pende la spada di Damocle della decadenza di Silvio Berlusconi, risponde: «Non temo, a maggior ragione oggi, dopo il via libera del Consiglio dei ministri sul superamento della Imu, che vicende giudiziarie possano avere una influenza sul governo». Il lodo Violante? «È una decisione che riguarda la giunta del Senato che si occupa di queste cose, non entro nel merito».

L’impressione è che, giunti a questo punto, nulla possa turbare la tranquillità del premier. Anche se forse qualcosa c’è. Si tratta delle tensioni interne al suo partito. L’abolizione dell’Imu è stata vissuta dalla base, e non solo, come un «regalo» al Cavaliere. L’ennesimo. Letta non condivide questo messaggio. E oggi lo dirà chiaramente aprendo a Genova la festa democratica nazionale (alle 18 verrà intervistato dal direttore del              Tg1          Mario Orfeo).

Letta cercherà di spiegare che, al contrario, quello che si sta realizzando è il programma con cui i Democratici si sono presentati alle elezioni: esodati, rifinanziamento della Cig, scuola, piano casa per i giovani. Anche l’abolizione dell’imposta sulla casa, in fondo, era un obiettivo condiviso da tutte le forze politiche. Presto, tra l’altro, il governo cercherà di intervenire sul costo del lavoro. Mentre si proverà in tutti i modi ad evitare l’aumento dell’Iva. Una battaglia che il Pd sta già cercando di intestarsi. Insomma anche i Democratici, secondo il premier, non hanno di che lamentarsi. E lui vola già col pensiero al 2015.

Nic. Imb.

Per la scuola almeno 44mila assunzioni

da Il Sole 24 Ore

Per la scuola almeno 44mila assunzioni

Claudio Tucci

ROMA Un piano triennale, 2014-2016, di assunzioni di personale docente e amministrativo. Che copra il turnover previsto per quel periodo, già calcolato in circa 44mila posti; a cui potrebbero aggiungersi nuovi posti per il sostegno (trasformando l’organico di fatto in organico di diritto) e altri posti che si formerebbero mettendo insieme gli spezzoni orari (le ore eccedenti l’orario normale di cattedra). Sarebbe questo il piatto forte del provvedimento sulla scuola, annunciato ieri dal premier, Enrico Letta, e dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, che probabilmente arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì 9 settembre (comunque prima dell’avvio del nuovo anno scolastico). Il nuovo piano triennale di assunzioni di prof e Ata (il personale amministrativo) prorogherebbe quello Gelmini–Tremonti, conclusosi con l’immissione in ruolo, da settembre, di 11.268 docenti (la questione dell’assunzione di 3.370 Ata è in sospeso per rilievi dell’Economia). Per quanto riguarda i posti disponibili per il nuovo piano, mentre è certo il dato sui pensionamenti (da coprire tutti, 44mila posti), è ancora in discussione con l’Economia l’ampliamento per quanto riguarda il sostegno e l’intervento sugli spezzoni orari. Nel provvedimento dovrebbe poi essere riproposta, con modifiche rispetto al testo espunto dal decreto D’Alia, la norma “salva presidi” per venire incontro alle regioni dove il concorso del 2011 è stata annullato da sentenze della magistratura (come accaduto per esempio in Lombardia). La nuova norma, spiega il capo dipartimento per l’Istruzione Luciano Chiappetta, «punta ad assicurare coperture al maggior numero di scuole senza dover dare delle reggenze; e tutelare chi ha già sostenuto e superato le prove». Nel provvedimento dovrebbero entrare anche interventi di regolamentazione sui libri di testo, l’incremento della quota di finanziamento ordinario alle scuole per il funzionamento (ma questo punto è subordinato al reperimento di risorse dal bilancio del Miur). Sempre problemi di copertura sono da sciogliere per risolvere la questione dei 3.500 docenti inidonei e per le circa 5mila unità che potrebbero andare in pensione con le norme pre-Fornero. «È positivo l’arrivo di un nuovo piano di assunzioni. Ma serve anche un impegno politico da parte del Governo sul rinnovo del contratto e sul recupero degli scatti d’anzianità», sottolinea il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna.

Consigli “salva-schiena” contro gli zaini pesanti

da LaStampa.it

Consigli “salva-schiena” contro gli zaini pesanti

    

ANSA
 Il peso non dovrebbe superare il 10% di quello corporeo
roma

Lo zaino per la scuola non deve superare il 10% del peso corporeo (cioè per un bimbo di 6-8 anni non più di 3 Kg) e, anche se le mode richiedono tutt’altro, va portato su entrambe le spalle, in modo da bilanciare il peso. Meglio se è un trolley. Sono questi alcuni dei consigli del professor Guido La Rosa, responsabile dell’Unità operativa di Ortopedia del Bambino Gesù di Roma.

Il problema degli zaini scolastici si ripropone puntualmente ogni anno con la riapertura delle scuole quando si tenta di sceglierne uno il più adatto possibile alle esigenze dello studente.

Importante, nel momento in cui si acquista lo zainetto che sarà compagno inseparabile per un intero anno scolastico, è sceglierne uno in tessuto leggero, in modo che non ci sia altro peso aggiuntivo rispetto a quello dei libri. Meglio ancora sarebbe optare per un modello con le rotelle, simile a un trolley da viaggio: se i primi ad opporsi a questo tipo di soluzione, come capita spesso, sono proprio i ragazzi, bisogna spiegare loro che rischiano di avere grossi problemi «assumendo atteggiamenti posturali sbagliati».

«Non è detto infatti – come spiega il professor La Rosa – che uno zainetto troppo pesante sia l’indiziato principale dello sviluppo della scoliosi, che colpisce sette bambini su mille ogni anno, tuttavia è un fattore non trascurabile, perché portare tutti i giorni un peso eccessivo può portare a sviluppare, se non questa malattia delle vertebre, atteggiamenti posturali scorretti che devono essere curati».

Un vero toccasana è ovviamente l’attività fisica, che aiuta a prevenire questi disturbi e a curarli e che va praticata vincendo la pigrizia, una delle caratteristiche che bambini e adolescenti italiani sembrano avere di più.

Anche la scuola, però, può far qualcosa per rendere più leggeri gli zaini dei ragazzi e preservare le loro schiene: se proprio è impossibile fare come in Olanda, dove in via sperimentale sette istituti scolastici hanno sostituito i 10-12 chili di zaino pieno di libri con un sottile e leggero tablet, secondo l’esperto si potrebbe adottare una soluzione di compromesso, fornendo ai ragazzi «dei testi online durante le attività didattiche, in modo che possano andare a scuola senza portare con se uno zaino pesante» e lasciandoli liberi «di utilizzare i libri solo a casa, soprattutto nel caso in cui non abbiano un collegamento Internet», conclude La Rosa.

Anief, i prof sono sempre più vecchi

da LaStampa.it

Anief, i prof sono sempre più vecchi

 Il 60% ha più di 50 anni
roma

«Cresce il numero di docenti ultracinquantenni: degli 11.542 nuovi docenti che verranno immessi in ruolo entro il 31 agosto, quasi il 60% ha più di 50 anni. Un numero altissimo, che andrà a invecchiare la già alta media dei docenti di ruolo: secondo il recente rapporto “Education at a glance´” già nel 2011 il 47,6% dei maestri elementari, il 61% di quelli delle medie e il 62,5% delle superiori aveva oltre 50 anni. Con il risultato che i nostri alunni si ritrovano davanti sempre più spesso insegnanti anziani, stanchi e demotivati. Mentre i giovani vengono lasciati fuori». Lo sottolinea in una nota l’Anief.

«L’aspetto paradossale di questi numeri, che non hanno bisogno di commento per quanto sono evidenti – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è che le regole che l’amministrazione scolastica italiana si è data negli ultimi mesi produrranno un’ulteriore innalzamento dell’età media dei nostri docenti destinati ad essere assunti. Perché alla riforma Fornero, che costringe oltre l’80% del corpo docente italiano, composto da donne, a rimanere in servizio fino a 66 anni e tre mesi, si è aggiunta la decisione di lasciare fuori dalle Graduatorie ad esaurimento i circa 20mila neo-abilitati attraverso i Tfa ordinari. Una decisione presa, tra l’altro, nei confronti di aspiranti docenti che hanno speso tra i 3mila e i 4mila euro ciascuno. E per formare i quali lo Stato ha investito a sua volta ingenti risorse».

«La sintesi di quello che sta accadendo in Italia – sottolinea l’Anief – è rappresentata dalla storia della docente di 62 anni, di cui 33 passati a fare supplenze, chiamata in ruolo in questi giorni: a 36 anni dal conseguimento dell’abilitazione, si è recata nell’ufficio scolastico territoriale per sottoscrivere l’assunzione a tempo indeterminato nella classe di concorso A028 (educazione artistica nelle scuole medie). E non si pensi che la sua sia un’eccezione: sono decine di migliaia i supplenti della scuola che hanno iniziato la loro carriera da insegnanti nei primi anni Ottanta. E che, ormai 60enni, dopo aver collezionato titoli universitari, abilitazioni, idoneità, master e specializzazioni, sono ancora alla ricerca dell’immissione in ruolo per colpa dell’inefficienza dello Stato e dei Governi che si sono succeduti. È giunto il momento di rendere spendibili questi titoli».

«Con la giustificazione di introdurre manovre di risparmio della spesa pubblica – ricorda Pacifico – si continua a derogare alla direttiva comunitaria, la 1999/70/Ce, che da 13 anni impone ai Paesi che fanno parte dell’Ue di assumere tutti i lavoratori che hanno svolto 36 mesi di servizio nell’ultimo quinquennio. Come si continua a non tenere conto del decreto legislativo 368/01, che dava seguito a questa direttiva a livello nazionale. Per non parlare dell’oltraggio che si perpetra nei confronti dell’articolo 1 della Costituzione. Per tenere i precari lontano dal ruolo si è fatto di tutto: dalle deroghe alle direttive Ue, a partire dalla Legge 106/2011, al taglio di 200mila posti solo negli ultimi sei anni; dalle classi-pollaio alla riduzione del tempo-scuola ai minimi termini, dalla soppressione incostituzionale di 4mila istituti alla sparizione di altrettanti dirigenti e Dsga».

– sottolineano – è fuori di dubbio che la scuola senza docenti precari morirebbe. Ogni sette insegnanti di ruolo vi è un supplente. Con province dove si concentra il 50 per cento di personale precario». «Ora, visto che lo Stato continua a “traccheggiare” la loro assunzione potrebbe comunque per tanti di loro diventare realtà: con ordinanza n. 207/13, la Corte Costituzionale ha infatti rinviato alla Corte di Giustizia europea la questione sulla compatibilità della normativa italiana con la direttiva comunitaria in tema di reiterazione dei contratti a termine e assenza di risarcimento del danno per i supplenti con oltre tre anni di servizio. Che potrebbero così entrare di ruolo – conclude il sindacalista Anief-Confedir – senza più attendere 30 anni».

Potrebbero essere almeno 44mila le assunzioni in tre anni

da Tecnica della Scuola

Potrebbero essere almeno 44mila le assunzioni in tre anni
di P.A.
Nel provvedimento sulla scuola, sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì 9 settembre, sarebbero previsti 44mila assunzioni in tre anni (2014-2016) per coprire il turnover e forse pure posti per il sostegno, nonché cattedre composte da spezzoni
In più, sempre al Consiglio dei ministri del 9 settembre, verrebbe riproposta la norma “salva presidi” per salvaguardare quelle regioni, come la Lombardia, dove il concorso stata annullato dalla magistratura, con una norma che “punta ad assicurare coperture al maggior numero di scuole senza dover dare delle reggenze; e tutelare chi ha già sostenuto e superato le prove”. Ma si cercherebbero inoltre interventi di regolamentazione sui libri di testo e, subordinato al reperimento di risorse, l’incremento del finanziamento alle scuole per il loro funzionamento. E ancora, ma sempre subordinato alla copertura finanziaria, si dovrebbe affrontare e risolvere la questione dei 3.500 docenti inidonei e quell’altra delle 6mila unità di “Quota 96” che vorrebbero andare in pensione con le norme pre-Fornero

Franceschini (Pd): il Dl scuola in Cdm il 9

da Tecnica della Scuola

Franceschini (Pd): il Dl scuola in Cdm il 9
di Pasquale Almirante
Il decreto legge sulla scuola fissato per il 2 settembre passerà, dice Dario Franceschini, ministro per i Rapporti con il Parlamento e per il coordinamento delle attività di Governo, al Consiglio dei ministri il 9 settembre
Queste le parole di Franceschini: ”Abbiamo bisogno di lavorare qualche giorno in più e quindi il decreto scuola andrà in consiglio dei ministri credo lunedì 9, comunque prima dell’inizio dell’anno scolastico”.  Ma l’anno scolastico non inizia il 1° settembre? E non solo. La scuola e l’istruzione non sono state da sempre definite dal Pd, cui Franceschini appartiene, una priorità?  Il decreto legge, che la ministra Carrozza vorrebbe fare approvare, dopo lo stralcio delle norme dal decreto sulla P.A. del 6 agosto, dovrebbe riguardare:  un nuovo piano triennale di stabilizzazione dei precari con particolare riferimento al sostegno;  le norme sul dimensionamento con riferimento agli organici di dirigenti scolastici e Dsga;  l’adozione dei libri di testo e la digitalizzazione i finanziamenti alle scuole.  Contestualmente l’on Manuela Ghizzoni sul suo blog specifica, relativamente alla questione spinosa dei “Quota96”: “Ripeto quanto ho scritto mercoledì: questo decreto sulla conoscenza è per il PD il banco di prova per tenere fede alle priorità e agli impegni assunti in campagna elettorale”.  Si attende dunque che il Pd mantenga gli impegni assunti in campagna elettorale, benchè una domanda nasce da sola e senza essere annaffiata: e se non li mantiene, che succede?

Note per la convocazioni dei precari per le supplenze annuali dei docenti

da Tecnica della Scuola

Note per la convocazioni dei precari per le supplenze annuali dei docenti
di P.A.
L’Usb dà dei suggerimenti ai docenti precari per la nomina e per l’inizio dell’anno scolastico e utili informazioni anche per chi è “indeterminato”

Oltre a ricordare lo sciopero generale del 18 ottobre, l’Unione sindacale di base dà assicurazione della sua presenza alle convocazioni dei precari per vigilare sul corretto svolgimento delle operazioni di nomina e per mettersi a disposizione dei precari nel caso di inaccettabili soprusi. La premessa è però quella basata sui possibili soprusi dei dirigenti, anche se i consigli forniti sembrano del tutto corretti.  Eccoli: 1) Nessun dirigente scolastico può esercitare alcuna pressione nei confronti del supplente a “scegliere”; o addirittura a “non scegliere” qualche sede di servizio in nome di una presunta continuità didattica da assicurare ad una classe o ad un alunno certificato per il sostegno. 2) I benefici relativi alla legge 104, in sede di nomina, consistono nel diritto alla priorità di scelta a parità di posto. Ciò significa che se sono presenti 10 posti interi fino al 31 agosto, i beneficiari della Legge 104 presenti fino al posto numero 10 scelgono per primi (in caso di rinunce chiaramente si scorre in basso la graduatoria). I beneficiari oltre la posizione 10 potranno far valere la precedenza su posti interi fino al 30 giugno, assegnati i quali potranno far valere la precedenza i beneficiari collocati in posizione utile per gli spezzoni. Ricordiamo che la precedenza vale solo per il comune di residenza propria o del familiare da assistere o, in mancanza di posti, per il comune viciniore (da intendersi non solo sulla base della distanza, ma anche del numero di comuni presenti tra quello di residenza e la sede scolastica). 3) In seguito ad eventuali nomine su spezzoni, se c’è la possibilità di completamento di cattedra (a seguito di convocazione dalle graduatorie d’Istituto), l’orario delle lezioni va adeguato anche in corso d’anno. E’ quanto si evince, nonostante l’avversione di molti dirigenti scolastici, da un provvedimento emesso dalla Corte di Appello di Ancona (512/2010), dalla sentenza della Corte d’appello di Potenza (72/2012) e da altri tribunali in primo grado di giudizio come quello di Rimini. Ricordiamo che ai sensi del regolamento delle supplenze in vigore, il diritto al completamento va garantito anche tramite l’eventuale frazionamento della cattedra. Si ricorda che, sebbene la Legge Brunetta abbia tolto “l’assegnazione del personale ai plessi” dalle materie di contrattazione Rsu, il dirigente non può agire a suo piacimento, ma deve attenersi ai criteri indicati dalla nota ministeriale 6900/2011. 4) La scelta del tipo di posto in sede di convocazione deve essere rispettata all’atto dell’assegnazione del docente. Non è quindi ammissibile la pratica di imporre ai precari un impiego diverso da quello proposto e accettato alle nomine (un posto di sostegno o di lingua inglese o su sede carceraria ad esempio), magari solo per accontentare un “amico” del dirigente che ambisce ad un posto che non gli spetta. 5) Per i docenti degli istituti superiori che vengono nominati per l’a.s. 2013/14 su una scuola diversa da quella presso cui hanno prestato servizio l’a.s. 2012/13 non rimane alcun obbligo di servizio (somministrazione e correzione di prove relative al saldo del debito, scrutini di studenti con giudizio sospeso ecc.) nei confronti della scuola di servizio dell’anno passato. La nota prot. n. 7783 del 10 luglio 2008, chiarisce infatti “l’art. 8, comma 6, dell’O.M. n. 92/2007 prevede, altresì, l’ipotesi in cui alcuni componenti del consiglio di classe siano stati trasferiti ad altra sede scolastica o collocati in altra posizione ovvero posti in quiescenza. In tal caso essi possono essere richiamati e compete loro il rimborso spese. Nel caso in cui, però, tali componenti non possano o, comunque, non intendano accettare tale incarico, acquisita agli atti della scuola la loro espressa volontà, si dà luogo alla nomina di altro docente della stessa disciplina, secondo la normativa vigente”.  Di nuovo fanno leva su un presunto “senso di responsabilità” che dovrebbero avere quegli stessi docenti che vengono però licenziati e riassunti, senza vergogna, ad uso e consumo dell’Amministrazione tra giugno e settembre. Basterebbe stabilizzare i precari!
Si raccomanda di insistere per firmare subito il contratto e che questo venga immediatamente registrato sul sistema del Mef con il codice del dirigente scolastico, in modo da evitare ritardi nei pagamenti.  Accertarsi, anche quando siamo chiamati dalle scuole, se si tratta di uno dei pochi posti vacanti (cioè già nell’organico di diritto) e in quel caso pretendere il termine del contratto al 31 agosto e non a giugno o addirittura a fine lezioni scolastiche. Occorre poi prestare attenzione sui punti relativi al godimento delle ferie.
L’Usb invita, anche per l’a.s. 2013/2014, tutti i docenti (precari e di ruolo) a non accettare eventuali ore aggiuntive eccedenti le 18 settimanali sia per consentire la presa di servizio al massimo numero possibile di aspiranti docenti inclusi nelle graduatorie sia per non fornire alcun alibi e/o giustificazione alle infami pretese del ministro di turno di aumentare l’orario di lavoro degli insegnanti.

Il presidente Letta alla radio: prossimo Consiglio dei Ministri dedicato alla scuola

da Tecnica della Scuola

Il presidente Letta alla radio: prossimo Consiglio dei Ministri dedicato alla scuola
di Lucio Ficara
Ed era ora. Dopo le tante promesse del governo, ecco arrivare una dichiarazione di speranza, fatta dalle frequenze della trasmissione radiofonica “Radio anch’io”, dal nostro primo ministro Enrico Letta.
“Vareremo una serie di norme legate all’avvio dell’anno scolastico, per dare un segnale di attenzione e di speranza al mondo della scuola che è uno dei mondi che ha pagato più la crisi”, con queste poche parole, il premier Enrico Letta, annuncia che nella prossima seduta del Consiglio dei ministri, messa in calendario per martedì 3 settembre si parlerà di scuola e si affronteranno alcuni nodi riguardanti l’apertura dell’anno scolastico.  Ma di cosa si occuperà concretamente il Consiglio dei Ministri nella seduta di martedì prossimo? Ci saranno norme funzionali all’avvio del nuovo anno scolastico; quindi si proporranno norme per risolvere la delicata questione delle reggenze scolastiche, che in particolare modo trova il suo apice di criticità in Lombardia, dove sono bloccati gli incarichi di dirigenza scolastica, per la nota vicenda delle buste trasparenti.  Si prevede quindi una norma che vada a limitare o escludere l’utilizzo delle reggenze a favore di un ritorno agli incarichi di presidenza. Probabilmente rimarranno deluse le attese di chi spera in un provvedimento volto a sanare il gravoso problema del personale docente inidoneo all’insegnamento e il contemporaneo blocco di assunzioni del personale amministrativo.  Ricordiamo che attualmente è in vigore una legge che impone la transizione del personale docente inidoneo verso compiti amministrativi. Il personale docente suddetto è in attesa da tempo di un intervento governativo che cancelli questa mobilità forzosa.  Deluse andranno, a meno di ripensamenti dell’ultimo secondo, le aspettative dei quota 96, che a quanto pare, nella migliore delle ipotesi, andranno in pensione a partire dal primo settembre 2014, sempre che il Governo riesca a trovare le risorse economiche, che fino ad oggi non ha ancora trovato. Attendiamo di vedere e scoprire quali provvedimenti saranno presi dal governo Letta il prossimo 3 settembre, con la paura di rimanere ancora una volta delusi da quello che uscirà ufficialmente dal tavolo governativo, rispetto all’enfasi illusoria delle dichiarazioni fatte dal Capo del Governo dai microfoni di Radio anch’io

Semplificare le procedure per le donazioni alle scuole

da Tecnica della Scuola

Semplificare le procedure per le donazioni alle scuole
di R.P.
E’ la misura a cui sta pensando il Ministro per risolvere almeno in parte il problema della dotazioni informatiche delle scuole.
Dopo l’annuncio del Presidente del Consiglio su una riunione di Governo dedicata all’avvio dell’anno scolastico, le ipotesi sulle disposizioni che entreranno nel decreto (ma potrebbe anche essere un disegno di legge di iniziativa governativa che potrebbe seguire un percorso agevolato in Parlamento) si sprecano. Tornano in ballo le questioni di Quota 96 e dei docenti inidonei, ma secondo gli ultimi rumors è ben difficile che il Governo riesca a dare risposta sul questi punti. Se ci dobbiamo basare sulle poche battute ufficiali del Ministro ci sono però un paio di questioni che sicuramente saranno affrontate. Una riguarda il problema dei libri di testo anche se per la verità non si capisce a cosa, di preciso, Maria Chiara Carrozza intenda riferirsi. Può darsi che venga fornita qualche precisazione sulla data a partire dalla quale saranno obbligatori gli e-book o forse ci sarà una norma per tenere ulteriormente a freno i costi dei libri. Una seconda norma potrebbe invece riguardare (lo riferisce una nota dell’agenzia Ansa) il tema delle donazioni di PC e altro materiale informatico alle scuole da parte di privati (famiglie comprese). Il Ministro parla di “semplificazione delle procedure”, ma francamente non si capisce bene cosa si debba semplificare dal momento che non ci risulta che attualmente le donazioni siano soggette a particolari formalità. Certo è che se il Ministro spera di risolvere il problema delle dotazioni informatiche delle scuole facendo leva sulle donazioni e sulle elargizioni dei privati potrebbe subire qualche cocente delusione.

C’è qualcosa che cresce stabilmente in Italia: l’età pensionabile

da Tecnica della Scuola

C’è qualcosa che cresce stabilmente in Italia: l’età pensionabile.
di Giovanni Sicali
Ricordiamo a tutti i lavoratori dipendenti del pubblico impiego che in Italia poche cose crescono anno dopo anno: come la disoccupazione, le tasse, i debiti, i beni di consumo, la povertà e l’aspettativa della speranza di vita. In questa siamo al quarto posto mondiale con una media di 82 anni, ma lo Stato, con la riforma Fornero, ha colto al volo l’occasione e ha allungato sine die il traguardo dell’età pensionistica
Con un minimo di 20 di contributi, nel 2021 (volendo andare in pensione anticipata) devi avere più di 67 di età. Ce ne vorranno 68 e più nel 2029, poi oltre 69 nel 2041 e 70 anni di età dal 2050. Lo pongano bene in mente i tuoi figli nati negli anni 80. Molti hanno cancellato la voce “pensione” dal loro vocabolario quotidiano. Non se la passeranno meglio coloro che si ritengono fortunati per essere stati lavoratori precoci. Per usufruire della pensione anticipata, dal 2021 occorrerà avere superato i 64 anni e vantare da 42 a 43 anni di anzianità contributiva, rispettivamente per le lavoratrici e i lavoratori. Nel 2019 l’età dovrà essere di oltre 65 e i contributi di 43-44 anni. Per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro dipendente, nel 2041 bisognerà avere contributi per 44-45 anni; infine nel 2050 l’anzianità lavorativa dovrà essere di almeno 45-46 anni. I requisiti anagrafici verranno adeguati (in peggio) sulla base dell’aumento della speranza di vita sulla base delle indicazioni demografiche dell’Istat. Durante il Consiglio dei Ministri di lunedì 26 agosto sono state approvate dal governo Letta alcune norme sulla stabilizzazione dei lavoratori precari nell’amministrazione pubblica e sui prepensionamenti degli statali in esubero. Invece per le modifiche alla riforma delle pensioni, nulla di fatto. In Consiglio dei Ministri si è parlato dei circa 8000 statali in esubero, che potrebbero andare in pensione con i criteri vigenti prima della riforma Fornero se maturati entro il 2016 (il precedente limite temporale era fissato al 2014). Però ogni decisione è stata rinviata ai prossimi mesi nella legge di stabilità o con diverso provvedimento discusso con le parti sociali e con i partiti. Non si sa ancora come modificare la Legge Fornero e rimangono sempre sul tappeto scottanti questioni irrisolte: una per tutte la sorte dei “Quota 96”. E poi il governo è occupato in altri problemi per cui rischia la sua stessa tenuta. Meglio non distrarre il manovratore! Ma sappiano tutti che le ipotesi di cambiamento del sistema previdenziale italiano rappresentano una mina vagante per la stabilità politica e sociale. E continua a far discutere la circolare del Ministero della Funzione, emessa d’intesa con l’INPS e i ministeri del Lavoro e dell’Economia, con cui i lavoratori in esubero della pubblica amministrazione hanno ottenuto la possibilità di andare in pensione con le regole precedenti a quelle introdotte con la riforma Fornero. (Messaggio n. 12212 del 29-07-2013 – Inps). Uno dei punti chiave attorno a cui ruota la vicenda è la modifica del numero degli anni di contributi richiesti (vesting). La proposta sulle uscite flessibili con penalizzazioni economiche in caso di anticipo ha costi molto alti per lo Stato, come ha dichiarato il ministro Saccomanni, che non ha nessuna intenzione di fare una controriforma delle pensioni. L’ultima novità è “l’acconto” sulla pensione degli over 50 che perdono il lavoro. Chi si trova a due-tre anni dal pensionamento e lascia il lavoro potrebbe ricevere un sostegno economico, che poi dovrà ripagare negli anni successivi: una sorta di prestito senza costi aggiuntivi sul sistema pensionistico. Si tratta in sostanza di erogare un anticipo sulla pensione che percepiranno e che comunque dovranno restituire a rate: una sorta di prestito, insomma

DS Lombardia: Coscia e Malpezzi favorevoli all’uso della graduatoria della preselettiva

da Tecnica della Scuola

DS Lombardia: Coscia e Malpezzi favorevoli all’uso della graduatoria della preselettiva
di Aldo Domenico Ficara
Due parlamentari del Partito Democratico, Maria Coscia e Simona Malpezzi, con riferimento agli incarichi annuali di presidenza, da assegnare con urgenza per evitare il problema delle numerose reggenze, affermano:
“ Apprendiamo con preoccupazione la notizia che il consiglio dei ministri ha fatto nuovamente slittare alla prossima settimana la discussione in merito al problema relativo alla carenza di stabilità di dirigenti nelle scuole statali, con particolare riferimento alla nota situazione in Lombardia. Siamo vicine alla ministra Carrozza che sta lavorando alacremente affinché tutte le scuole e, in particolare, le 600 scuole lombarde senza dirigente scolastico possano trovare dall’ inizio di settembre una guida presente a tempo pieno. Approviamo la soluzione proposta dalla ministra di utilizzare la graduatoria preselettiva del concorso (unica graduatoria ancora valida ad oggi) per dare gli incarichi almeno per quest’ anno scolastico. Il partito democratico è compatto intorno alla ministra e la invita con forza a proseguire questa battaglia per il bene degli studenti e di tutto il personale scolastico. Le scuole hanno bisogno di dirigenti, i dirigenti ci sono “.