Dallo studio della mente ai misteri del DNA

Marketpress.Info del 03-10-2013

DALLO STUDIO DELLA MENTE AI MISTERI DEL DNA, DALLA ROBOTICA IN RIABILITAZIONE ALLE IMMAGINI DAL CERVELLO: I RICERCATORI DEL MEDEA INCONTRANO IL PUBBLICO DURANTE LA “SERATA DELLA RICERCA”, CHE SI TERRÀ A BOSISIO PARINI L’11 OTTOBRE.

BOSISIO PARINI. In occasione dei suoi 50 anni di attività, l´Associazione apre le porte delle proprie strutture per scoprire il mondo della ricerca medico-scientifica: ogni giorno, infatti, oltre 70 ricercatori in varie discipline (genetica, bioingegneria, neuroscienze, psicologia) dedicano il loro impegno e la loro professionalità per cercare risposte utili ad aiutare i bambini con disabilità e le loro famiglie. La serata, che si terrà l’11 ottobre presso La Nostra Famiglia di Bosisio Parini, affronterà i temi più intriganti del fare ricerca: dallo studio della mente ai misteri del Dna, dalla robotica in riabilitazione alle immagini dal cervello. “Siamo in grado di identificare galassie lontane milioni di anni luce, sappiamo studiare particelle più piccole dell´atomo, ma ancora non abbiamo svelato i misteri di quella materia di 1,3 chili che si trova tra le nostre orecchie”… In linea con le parole di Obama, i ricercatori del Medea lavorano alla comprensione del funzionamento del nostro organo più complesso. In effetti, i recenti progressi nel neuroimaging e nella registrazione elettroencefalografica consentono di indagare la struttura e le connessioni funzionali delle varie parti del nostro cervello e di rivelarne eventuali alterazioni, spesso alla base di processi patologici quali l´epilessia, i disturbi cognitivi e quelli comportamentali. Nel corso della serata verranno illustrate le tecniche neuroradiologiche e neurofisiologiche e i dati ottenuti dal loro abbinamento, che consentono una migliore comprensione dei meccanismi alla base del funzionamento normale e patologico del cervello. E inoltre, com’è fatto il Dna? E’ possibile visualizzare i suoi errori? I ricercatori biologi mostreranno come e perché si studia il genoma umano e guideranno alla scoperta delle tecniche che permettono di “leggere” e “interpretare” il messaggio contenuto nel nostro Dna. Si parlerà anche di efficacia e sicurezza degli antipsicotici, spesso prescritti senza una profonda conoscenza dei benefici e rischi del loro uso, soprattutto a lungo termine. Interessante anche la dimostrazione dell’eye tracker, una telecamera ad infrarossi che permette di registrare i movimenti oculari e che i ricercatori del Medea stanno utilizzando per capire come ci guardano i bambini autistici: sarà possibile provare di persona l’eye tracker e osservare immediatamente il grafico del proprio sguardo. Un altro gruppo di ricercatori del Medea mostrerà invece l’efficacia di un metodo, messo a punto a partire dalle ricerche neurofisiologiche sui neuroni a specchio, che utilizza la drammatizzazione e l’uso di marionette per promuovere le abilità sociali in bambini con diagnosi dello spettro autistico. Verranno inoltre illustrati gli studi sulla relazione tra il genitore e il proprio figlio, uno dei fattori fondamentali per lo sviluppo del bambino. Il Medea è impegnato nel testare l’efficacia di un intervento basato sulla video registrazione dell’interazione mamma-bambino su un campione di mamme ad alto rischio psicosociale, come quelle inserite nelle comunità mamma-bambino su decreto del Tribunale dei Minori. Sempre sul fronte degli interventi precoci, sarà possibile visitare il Baby Lab, che svolge indagini sulla percezione acustica in neonati di 6 mesi. Infatti, recenti evidenze scientifiche mostrano che queste capacità, anche in bambini molto piccoli, sono indicative delle successive abilità di comunicazione, di linguaggio e di lettura. Un’ulteriore conferma dell’importanza di un intervento precoce emerge dal ruolo dell’attenzione selettiva visiva nell’ambito dei disturbi di apprendimento. E’ di quest’anno la scoperta dell’efficacia dei videogiochi di azione sulle abilità di lettura nei bambini a rischio di avere disturbi di apprendimento e con dislessia. Ebbene, proprio il team che ha condotto lo studio illustrerà durante la serata l’importanza di questi risultati, utili per comprendere i meccanismi cerebrali alla base del disturbo di apprendimento più diffuso. Infine, nell’ambito delle nuove tecnologie applicate alla riabilitazione, verranno mostrate apparecchiature robotizzate per migliorare lo schema del cammino e l’utilizzo degli arti superiori, come il Lokomat, che sostiene il piccolo paziente mentre lo assiste nel muovere le gambe come se stesse camminando, e l’Armeo, un braccio meccanizzato che favorisce la rieducazione del braccio e della mano mentre il bambino esegue dei videogiochi. I laboratori saranno aperti dalle 19.00 alle 23.00 e sarà possibile avvicinare sei diversi percorsi tematici:info suhttp://www.Lanostrafamiglia.it/25/index.php/component/k2/item/310-scopriamo-la-ricerca I festeggiamenti per il 50° proseguono il 19 ottobre con il convegno Dalla parte dei bambini – Sguardi al passato e scenari futuri, un´occasione per riflettere sulle prospettive e gli scenari del welfare sanitario. Interverranno personalità di grande rilievo nazionale ed internazionale: l’economista Stefano Zamagni, il presidente del Forum associazioni familiari Francesco Belletti, il coordinatore dell´Unità di salute materna e perinatale dell´Organizzazione Mondiale della Sanità Mario Merialdi, il presidente dell´ Istituto superiore di sanità Fabrizio Oleari, il direttore dell´ufficio per l´integrazione degli alunni con disabilità del Miur Raffaele Ciambrone e l’assessore alla salute della Regione Lombardia Mario Mantovani.

GROSSETO: PREVENIRE DISLESSIA E BES

GROSSETO : PREVENIRE DISLESSIA E BES
GENITORI E INSEGNANTI A CONVEGNO

Seminario di Formazione  4 e 5  OTTOBRE 2013 – “Il  metodo  RAPIZZA – leggere e scrivere con il corpo”

Con l’emergere di una sensibilità in merito ai problemi dell’apprendimento (dislessia, bisogni educativi speciali ecc.) l’Associazione Genitori A.Ge. Argentario continua nel suo impegno di offrire un concreto supporto alle famiglie e ai professionisti della scuola, organizzando  venerdì  4 Ottobre 2013   e  sabato 5 Ottobre 2013 nei locali dell’ ANCE Grosseto – Associazione Imprese Edili  – Viale Monte Rosa 56 a Grosseto, un seminario di formazione sul metodo Rapizza rivolto ai docenti e genitori.

Spiega la relatrice, dott.ssa Maria Giovanna Perina Neri: “Il metodo Rapizza intende affrontare i problemi dell’apprendimento, del leggere, dello scrivere e del far di conto, focalizzando l’importanza di preparare i pre-requisiti fisici e mentali di tale apprendimento, prima di impegnare i bambini nella scrittura alfabetica e nel computare aritmetico.  Di massima importanza appaiono in quest’ottica i tempi dell’asilo nido e della scuola materna come peculiare occasione per identificare difficoltà e per prevenire disturbi quali: disgrafia, dislessia e discalculia”.

Sono stati invitati i docenti e tutte le famiglie,  con particolare riguardo ai  membri degli Organi Collegiali.

Questo il programma del seminario:

Venerdì 4 ottobre : ore 17.00/19.30
GESTIONE DELLA RELAZIONE;
GESTIONE DELLA CONSEGNA;
COSA E’ LA GRAFIA;
– PAUSA CAFFE’ –
DIFFERENZA TRA DISGRAFIA E DISLESSIA;
LE FASI TEORICHE;
DISCUSSIONE e DIBATTITO.
Sabato 5 ottobre : ore 9.00/12.30
DALL’ ORTOGRAFIA DELLA GRAFIA ALL’ ORTOGRAFIA DELLA SCRITTURA;
– PAUSA CAFFE’ –
PROIEZIONE DEL FILMATO “FICCANASO” – ESPERIENZA DIDATTICA IN CLASSE PRIMA;
DISCUSSIONE e DIBATTITO.

E’ gradita la prenotazione scrivendo ad: ageargentario@age.it

IL PRESIDENTE
Angela Rigucci

L’orgoglio e i pregiudizi

Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità

Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali

in collaborazione con

Redattore Sociale

presenta

 Logo_OrgoglioPregiudizi

L’orgoglio e i pregiudizi

Per un’informazione rispettosa delle persone LGBT

Seminari di formazione per giornalisti sui temi del genere e dell’orientamento sessuale

 

MILANO • 15 ottobre

PROGRAMMA E ISCRIZIONI

 

 

ROMA • 16 ottobre

PROGRAMMA E ISCRIZIONI

 

 

NAPOLI  • 18 ottobre

PROGRAMMA E ISCRIZIONI

 

 

PALERMO • 22 ottobre

PROGRAMMA E ISCRIZIONI

 

Ogni volta che i riflettori della cronaca si accendono su “ambienti gay” torbidi e devianti, o l’omosessualità di qualcuno è usata come un’arma di dileggio, ogni volta che transessualità diviene sinonimo di prostituzione e l’orgoglio è trasformato in “esibizionismo”, i media italiani allontanano di un passo la conoscenza delle persone LGBT, delle loro lotte, delle loro vite, dei loro diritti. Talvolta è per imbarazzo, talaltra per incompetenza. In molti casi è per pregiudizio, più o meno consapevole.

Così i mezzi di informazione possono rendersi complici di una cultura omofobica che esclude e discrimina le persone LGBT. Omofobia, lesbofobia, transfobia sono forme di avversione irrazionali, “analoghe al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo”, secondo la definizione del Parlamento Europeo. Possono esprimersi attraverso discorsi intrisi d’odio e istigazione alla discriminazione, ma anche con l’occultamento e la cancellazione delle identità sessuali e di genere che si discostano da una presunta “norma” eterosessuale.

Organizzazioni della società civile, intellettuali, giornalisti, insieme a enti come l’UNAR, promuovono da anni un cambiamento che parta dalla cultura e dal linguaggio. Sono lontani oggi i tempi in cui mancava persino un lessico per nominare senza disprezzo la diversità, ma ancora è scarsa o troppo fragile tra gli operatori della comunicazione la conoscenza e la consapevolezza delle “parole per dirlo”.

Per questo è necessaria un’azione continua di formazione e dialogo che, senza scadere in atteggiamenti prescrittivi o censori, metta in guardia dai rischi di un cattivo uso delle parole e indichi la via per un’informazione corretta sulle persone LGBT.

E’ questo l’obiettivo dei seminari, rivolti a tutti i comunicatori e in particolare ai giornalisti, sia a chi è ancora in formazione sia a coloro che svolgono già la professione, soprattutto con ruoli di responsabilità nella selezione delle notizie e nell’impostazione di titoli e gerarchie.

 

Con il patrocinio di

Ordine dei Giornalisti – Federazione Nazionale Stampa Italiana

Comune di Milano – Roma Capitale – Comune di Napoli – Comune di Palermo

 

Iscrizioni e informazioni

Tel. 0734 681001, email: giornalisti@redattoresociale.it, web: www.giornalisti.redattoresociale.it

_____________________________________________________________

Seminari realizzati nell’ambito del Progetto “LGBT Media and Communication”, finanziato dal Consiglio d’Europa nel quadro della Raccomandazione CM/REC (2010)5

sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere e in attuazione della Strategia nazionale LGBT 2013-2015.

Concorso a cattedre. Altro che giovani: i dati lo confermano

Concorso a cattedre. Altro che giovani: i dati lo confermano

Il Miur ha diffuso i dati relativi ai “vincitori” del concorso ordinario 2012. Si tratta di dati ancora parziali relativi a circa il 70% dei posti a concorso (8.303 su 11.542): in alcune Regioni le procedure devono ancora concludersi.

Già da questi primi dati si può ricavare una fotografia dei vincitori che smentisce tutte le motivazioni che erano state addotte a giustificazione di tanta urgenza.
Non è stato un concorso per giovani, né un concorso che ha premiato un merito diverso da quello dei docenti che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole.
Il dato più eclatante è che il 70% dei vincitori è già incluso in graduatoria ad esaurimento a dimostrazione che non si tratta di docenti privi di “merito”.
L’altro dato interessante è quello relativo all’età dei vincitori: oltre il 50% ha più di 35 anni: come coloro che sono inclusi nelle graduatorie.
Per quanto riguarda le assunzioni per il 2013/2014 dalle graduatorie del concorso sono stati assunti 3.255 docenti sugli 11.542 a concorso (28,20%). Se si rapporta il numero di assunzioni ai concorsi conclusi (8.303 vincitori) la percentuale si eleva al 39,20%.
Le rimanenti assunzioni avverranno nei prossimi anni fino a completamento di tutte quelle messe a concorso.

La FLC CGIL continua a battersi perché il tema del precariato della scuola pubblica venga risolto da un piano straordinario di stabilizzazioni che dia prospettive occupazionali a quanti vi  stanno spendendo la loro preparazione e la loro professionalità.
I docenti precari iscritti nelle GAE, i vincitori dei Concorsi e dei TFA, gli aspiranti ai PAS hanno bisogno di certezze, non di continui ricorsi per reclamare il diritto al lavoro.

3 ottobre assemblee in tutte le scuole d´Italia

Mobilitazione Gilda: il 3 ottobre assemblee in tutte le scuole d´Italia

L´iniziativa promossa dalla Gilda su tutto il territorio nazionale

Il 3 ottobre assemblee in tutte le scuole d´Italia per il recupero immediato dello scatto di  anzianità 2012, contro il blocco dei contratti e delle progressioni di carriera e l´aumento dei carichi di lavoro a parità di stipendio.

È l´iniziativa promossa dalla Gilda degli Insegnanti, un appuntamento che si rinnova da qualche anno su tutto il territorio nazionale.

Discutere gli stessi argomenti e portare le stesse informazioni a migliaia di docenti contemporaneamente – spiega il coordinatore nazionale Rino Di Meglio è un atto che fornisce una dimensione politica importante alla nostra associazione e rappresenta una grande occasione per accendere i riflettori sul profondo disagio economico e professionale vissuto dalla categoria.Il blocco dei contratti e quello degli scatti spingono gradualmente gli insegnanti in unostato di miseria e a ciò si aggiungono le condizioni di lavoro sempre più gravose.

Ecco perché – conclude Di Meglio – abbiamo bisogno di reagire e le assemblee convocate per il 3 ottobre sono anche una forma di protesta sindacale.”

Rassegna Stampa 3 ottobre 2013

in primo piano

 
   
la Stampa  del  03-10-2013  
SCUOLA, UNA BUONA NOTIZIA ARRIVANO I PROF GIOVANI (A.Gavosto) [solo_testo] pag. 33  
la Repubblica  del  03-10-2013  
E-BOOK A SCUOLA, POLEMICA SUL RINVIO I PROF AL MINISTRO: “REGALO AGLI EDITORI” (R.Luna) [solo_testo] pag. 20  
Corriere della Sera – ed. Roma  del  03-10-2013  
IL COMMISSARIO FIRMA IL VERBALE UN MESE PRIMA DELLA NOMINA (F.Fiano) [solo_testo] pag. 7  
il Mattino  del  03-10-2013  
SUD, L’ESECUTIVO RILANCIA: PRIORITA’ A SCUOLA E INFRASTRUTTURE (N.Santonastaso) [solo_testo] pag. 3  
   

ministero

 
   
Corriere della Sera  del  03-10-2013  
MASCHI E FEMMINE SEPARATI IN CLAN E VERO CHE DIVISI SI IMPARA DI PIU’ (M.Ricci sargentini) [solo_testo] pag. 29  
Libero Quotidiano  del  03-10-2013  
COPIARE A SCUOLA SI PUO’. PER LEGGE (A.Dell’orto) [solo_testo] pag. 1  
il Sole 24 Ore  del  03-10-2013  
“RIPARTIRE DAI GIOVANI E DAL MERITO” [solo_testo] pag. 12  
Corriere della Sera  del  03-10-2013  
TOGLIE IL CROCIFISSO DALL’AULA “NON ME NE FACCIO NULLA” (F.Alberti) [solo_testo] pag. 29  
la Repubblica  del  03-10-2013  
NIENTE INGLESE, SIAMO ITALIANI TUTTI A LEZIONE DI RUSSO E CINESE (I.Scalise) [solo_testo] pag. 37  
il Sole 24 Ore  del  03-10-2013  
ECCO LA PRIMA SCUOLA (BILINGUE) DI CONFUCIO (M.mau.) [solo_testo] pag. 18  
Il Tempo – Cronaca di Roma  del  03-10-2013  
VERNICE ROSSA SUL MINISTERO CONTRO I TAGLI [solo_testo] pag. 9  
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  03-10-2013  
SCUOLA ,DOMANI GLI STUDENTI TORNANO IN PIAZZA [solo_testo] pag. 11  
il Manifesto  del  03-10-2013  
STUDENTI E DOCENTI CONTRO LA SCUOLA DELL’AUSTERITY (S.Colangeli) [solo_testo] pag. 5  
Avvenire  del  03-10-2013  
LA SCUOLA DEL GRATUITO NE’ VOTI, NE’ BOCCIATURE (P.Guiducci) [solo_testo] pag. 11  
Popotus (Avvenire)  del  03-10-2013  
ABOLITI PAGELLE E VOTI ALLA SCUOLA DELLA GRATUITA’ [solo_testo] pag. 1  
Avvenire  del  03-10-2013  
C’E’ LA CRISI, MA LE ISCRIZIONI SALGONO (E.Romanini/G.Calanchi) [solo_testo] pag. 11  
Avvenire  del  03-10-2013  
A MILANO UN PO’ PIU’ “SOSTEGNO” [solo_testo] pag. 31  
il Giornale di Napoli  del  03-10-2013  
TAR: JESSICA DEVE TORNARE A SCUOLA [solo_testo] pag. 15  
il Mattino  del  03-10-2013  
VIOLENZA A SCUOLA TREDICENNE FERITO DAL COMPAGNO BULLO (M.Ausilio) [solo_testo] pag. 34  
il Mattino  del  03-10-2013  
LA PRESIDE: MORTIFICATO IL MIO ISTITUTO MA E’ IMPOSSIBILE SORVEGLIARE TUTTI (M.c.a.) [solo_testo] pag. 35  
il Mattino  del  03-10-2013  
BABY-GANG GIRA UN VIDEO MENTRE INCENDIA IL LICEO (M.Liguori) [solo_testo] pag. 37  
La Notizia (Giornale.it)  del  03-10-2013  
IL BULLISMO IN CLASSE ADESSO COSTA CARO ALLO STATO (C.Pistilli) [solo_testo] pag. 7  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  03-10-2013  
IL PROF PRECARIO SPACCIA A SCUOLA (D’a) [solo_testo] pag. XII  
il Giorno  del  03-10-2013  
PREZZI ALTI E SCARSA QUALITA’ IN LOMBARDIA E’ RIVOLTA CONTRO LE MENZE SCOLASTICHE (M.Vazzana) [solo_testo] pag. 17  
il Giornale  del  03-10-2013  
SE I BAMBINI SMASCHERANO LA TIRANNIA DELLA DIETA VERDE (G.Villa) [solo_testo] pag. 21  
il Giornale  del  03-10-2013  
CHEF, STILISTI E POLITICI ATTIVISTI DEL SENZA-CARNE (E.Gaiardoni) [solo_testo] pag. 21  
il Giornale – ed. Milano  del  03-10-2013  
MAESTRE ASSENTI: AL CONVEGNO PER FORZA (S.Coppetti) [solo_testo] pag. 3  
Giornale di Sicilia  del  03-10-2013  
A SCUOLA SENZA LIBRI, SI ASPETTA IL BUONO DA BEN CINQUE ANNI (S.Raccuglia) [solo_testo] pag. 8  
la Repubblica  del  03-10-2013  
LE CASE DELLE FIABE SON IN VENDITA AL “TUTTESTORIE” (P.Baccalario) [solo_testo] pag. 52  
Libero Quotidiano  del  03-10-2013  
“TROPPI TEST ROVINANO I RAGAZZI” [solo_testo] pag. 18  
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  03-10-2013  
Int. a G.Novelli: “TOR VERGATA, NIENTE TASSE PER I FIGLI DEI DISOCCUPATI” (V.Giannoli) [solo_testo] pag. 11  
il Messaggero  del  03-10-2013  
SEVERINO: CERTEZZA DEL DIRITTO PER RILANCIARE IL PAESE (C.Mangani) [solo_testo] pag. 15  
Corriere della Sera  del  03-10-2013  
RICETTA PER I GIOVANI: COLTIVATE LA PAURA (B.Severgnini) [solo_testo] pag. 51  
Libero Quotidiano  del  03-10-2013  
BOOM DI ISCRITTI A LETTERE: NON E’ PIU’ UN CORSO PER DISOCCUPATI (S.Solano) [solo_testo] pag. 18  
Avvenire  del  03-10-2013  
L’EBRAISMO NELLE ALTRE CULTURE E ARTI CONVEGNO ALL’UNIVERSITA’ LA SAPIENZA (F.Mastrofini) [solo_testo] pag. 18  
Giornale di Sicilia  del  03-10-2013  
STUDENTI SENZA BORSE DI STUDIO IERI IL “FUNERALE” DELL’ISTRUZIONE (G.Pacino) [solo_testo] pag. 8  
il Manifesto  del  03-10-2013  
Int. a T.Gregory: “DISOBBEDIRE ALL’UNIVERSITA’-AZIENDA” (R.Ciccarelli) [solo_testo] pag. 5  
La Provincia Frosinone  del  03-10-2013  
IL CONSERVATORIO LICINO REFICE ALLA GRANDE SFIDA DI UNOMATTINA [solo_testo] pag. 8  
il Sole 24 Ore  del  03-10-2013  
FOCUS DELLA UE SULL’ACCESSO ALLE PROFESSIONI (M.Castellaneta) [solo_testo] pag. 35  
Italia Oggi  del  03-10-2013  
ACCESSO AGLI ALBI SOTTO I RIFLETTORI (A.Di mambro) [solo_testo] pag. 34  
Italia Oggi  del  03-10-2013  
LA REGIONE DICE SI’ AGLI OGM (L.Chiarello) [solo_testo] pag. 27  
E’ Vita (Avvenire)  del  03-10-2013  
I “RISVEGLI” CHE LE FAMIGLIE ASPETTANO (F.De nigris) [solo_testo] pag. 17  
la Stampa  del  03-10-2013  
“GRAVITY”, COM’E’ BELLO FAR FINTA DI CREDERCI (G.Bignami) [solo_testo] pag. 19  
Panorama  del  09-10-2013  
ECCO COME VIVREMO FRA 100 ANNI (T.Vandyck) [solo_testo] pag. 96/99  
   

pubblica  amministrazione  e  societa’

 
   
Corriere della Sera  del  03-10-2013
LA NOTTE INSONNE, POI LA GIORNATA “STORICA” OBIETTIVO 2015 NEL NUOVO PATTO DI LETTA (M.Guerzoni) [solo_testo] pag. 5
il Giornale  del  03-10-2013    
UNA GUERRA DI PALAZZO CHE STANCA GLI ELETTORI (V.Feltri) [solo_testo] pag. 1    
la Repubblica  del  03-10-2013    
L’AGENDA POLITICA CHE SERVE AL PAESE (S.Rodota’) [solo_testo] pag. 28    
Italia Oggi  del  03-10-2013      
P.A., TORNA LO SPOIL SYSTEM (F.Cerisano/L.Oliveri) [solo_testo] pag. 27      
il Sole 24 Ore  del  03-10-2013      
STABILITA’, 8-9 MILIARDI PER LA RIPRESA (M.Mobili/M.Rogari) [solo_testo] pag. 13      
la Stampa  del  03-10-2013      
E IN ITALIA LA CORRUZIONE PESA 60 MILIARDI L’ANNO LA META’ DEL TOTALE EUROPEO (M.Zatterin) [solo_testo] pag. 12      
Corriere della Sera  del  03-10-2013      
DA WASHINGTON L'”AMERICANO” ESPERTO DI TAGLI E CONTI PUBBLICI (R.Bagnoli) [solo_testo] pag. 16/17      
Il Fatto Quotidiano  del  03-10-2013    
CONTI PUBBLICI, TROPPE PROMESSE (S.Trento) [solo_testo] pag. 22    
il Sole 24 Ore  del  03-10-2013      
BONUS UNDER 30, DOMANDE AZIENDALI A QUOTA SETTEMILA (M.Pizzin) [solo_testo] pag. 31      
il Sole 24 Ore  del  03-10-2013  
IL SOSTEGNO AL LAVORO VALE L’1,7% DEL PIL (C.Tucci) [solo_testo] pag. 53  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  03-10-2013      
IL WELFARE STRABICO PIU’ AI PADRI E MENO AI FIGLI (G.Dato) [solo_testo] pag. 33      
la Stampa  del  03-10-2013      
IL PAPA A PETRINI: “SALVIAMO L’AGRICOLTURA” (G.Galeazzi) [solo_testo] pag. 16      
la Repubblica  del  03-10-2013      
QUELLA MIA TELEFONATA CON IL PAPA (C.Petrini) [solo_testo] pag. 29      
Corriere della Sera  del  03-10-2013      
LA CASA DI VERDI IN VENDITA SUI MERCATI DI RUSSIA E CINA (A.Jacchia) [solo_testo] pag. 27      
       
       
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

Nota 3 ottobre 2013, AOODGSC Prot. n. 6336

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
BOLZANO
Al Dipartimento Istruzione per la Provincia autonoma di Trento
TRENTO
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua Tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle Località Ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

Oggetto: 2° Festival dell’Acqua – L’Aquila 6/11 ottobre 2013

Dal 6 al 11 ottobre 2013 si svolgerà a L’Aquila il 2° Festival dell’ Acqua, con convegni, spettacoli, presentazioni di libri, laboratori didattici e pellicole a tema, per riflettere sui modelli di gestione sostenibile dei servizi idrici in Italia e per promuovere iniziative che realizzino i Millennium Goals (Onu, New York 2000) in cui i 191 capi di Stato in sede Onu nel settembre 2000, prevedevano di “dimezzare, entro il 2015, la percentuale di persone prive di accesso sostenibile all’acqua potabile e ai servizi igienco-sanitari di base”.
La divulgazione di un tema così delicato negli Istituti Scolastici risulta fondamentale per lo sviluppo di una adeguata sensibilità sul tema ambientale della gestione sostenibile della risorsa acqua.
Nell’ambito dell’iniziativa in oggetto sono previsti, tra le diverse attività, quattro laboratori ludico-scientificii riservati alle scuole, ove i ragazzi possono avvicinarsi al “mondo dell’acqua” e scoprirne i diverti aspetti dalla funzione nel nostro organismo, all’uso consapevole della risorsa acqua.
Tutte le info~azioni riguardanti i diversi eventi in programma sono disponibili sul sito www.festivalacqa.org .

Per quantol premesso, le SS.LL. sono pregate di dare all’iniziativa la più ampia diffusione tra le Istituzioni scolatiche di rispettiva competenza

Cordialmehte

Il Direttore Generale
Giovanna Boda

3 ottobre Decreto del Fare: Borse di mobilità

Il MIUR rende noti i dati relativi alle domande per le borse di mobilità previste dalla Legge 9 agosto 2013, n. 98, di conversione del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia (Decreto del Fare).

Decreto del Fare, arrivate oltre 4mila domande per le borse di mobilità
Il 71% dei richiedenti proviene da Regioni del Sud e Isole

Sono oltre 4mila le domande arrivate al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per le borse di mobilità previste dal decreto legge n. 69 del 21 giugno 2013, il cosiddetto Decreto del Fare. Un sostegno destinato a studenti che si sono diplomati nell’anno scolastico 2012/2013 con un voto pari almeno a 95/100 e che nell’anno accademico 2013/2014 intendono immatricolarsi in un’Università statale o non statale (fatta eccezione per quelle telematiche) in una regione diversa da quella di residenza.

Il 26 settembre scorso è scaduto il termine ultimo per la presentazione delle domande. Complessivamente ne sono state presentate 4.160: 2.902 di studenti che vogliono immatricolarsi in un corso triennale, 530 per lauree magistrali a ciclo unico di 5 anni, 728 per lauree magistrali a ciclo unico di 6 anni. Il 71% dei richiedenti proviene dalle Regioni del Sud e dalle Isole, il 13% dal Centro e il 16% dal Nord.

L’importo di ciascuna borsa è di 5mila euro per anno di corso. Tenuto contro che il finanziamento disponibile è di 17 milioni di euro, i beneficiari, ad oggi, sono 889. E’ stata stilata una graduatoria provvisoria dei vincitori che sarà confermata nei prossimi giorni. L’attribuzione delle borse, infatti, resta subordinata a tre condizioni: l’effettiva immatricolazione, entro il 14 ottobre, in una regione diversa dalla propria o della propria famiglia, la verifica dei requisiti economici e del voto di maturità.

Le 889 borse attribuite sono così suddivise: 606 destinate a studenti che hanno scelto corsi di laurea triennale, 117 per studenti che hanno scelto corsi di laurea magistrale di 5 anni e 166 per ragazzi che si iscrivono a una laurea magistrale di 6 anni. Tra i vincitori di borsa in graduatoria prevalgono quelli del Sud e delle Isole con 715 borse (80,4%). Seguono gli studenti del Centro con 92 borse (10,4%) e quelli del Nord con 80 borse (9%). Il maggior numero di borse, guardando alla regione di residenza, va ai candidati della Puglia: 204. Seguono gli studenti della Sicilia (151 borse ottenute), Calabria (141), Campania (90).
Regione di approdo maggiore degli studenti in mobilità è la Lombardia, scelta da 145 borsisti. Seguono Piemonte (scelto da 100 borsisti) e Toscana (scelta da 77 borsisti). Va detto che 368 studenti vincitori di borsa non hanno ancora esplicitato la loro scelta. L’analisi dei dati disponibili ad oggi racconta che gli studenti del Sud e delle Isole sono quelli più disposti a viaggiare e a scegliere atenei anche lontani da casa (Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna le mete preferite). Mentre gli studenti in mobilità del Nord tendono a non scendere sotto la Toscana.

Tabelle_Borse_di_Mobilita

Direttiva 3 ottobre 2013, Prot.n. MPIAOODGRUREG.UFF./ 14032

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie  e strumentali
Direzione Generale per le Risorse Umane del Ministero, acquisti e affari generali
Ufficio  IV

VISTO            il decreto legislativo 30 luglio 1999 n. 300 e successive modificazioni ed integrazioni;

VISTO            il decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 e successive modificazioni ed integrazioni;

VISTO            il contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto ministeri per il quadriennio normativo 2006 – 2009 e biennio economico 2006 – 2007;

RAVVISATA la necessità di provvedere ad una migliore allocazione delle risorse umane secondo criteri di efficienza e buon andamento;

SENTITE        le OO.SS. nella riunione svoltasi in data 17.9.2013;

EMANA

la presente direttiva, contenente i criteri generali per il trasferimento del personale amministrativo iscritto nei ruoli del MIUR, attraverso l’istituto compensativo dell’interscambio.

 

Art. 1

La procedura di trasferimento per interscambio si svolge con frequenza annuale ed è rivolta esclusivamente al personale amministrativo di ruolo del comparto “Ministeri” in servizio presso le sedi centrali e periferiche del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (di seguito “MIUR”).

La procedura si svolge, ordinariamente, nel mese di ottobre di ogni anno ed è regolata da uno specifico bando emanato a cura della Direzione Generale per le Risorse Umane del Ministero, acquisti e affari generali.

 

Art. 2

Per “interscambio” si intende il reciproco trasferimento di due unità di personale amministrativo da una sede di servizio ad altra sede del MIUR.

Condizione necessaria per l’interscambio è che i richiedenti siano inquadrati nella medesima Area funzionale, appartenenti allo stesso profilo professionale e alla medesima fascia retributiva.

Fermo restando il disposto di cui all’art. 35 co. 5 bis del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, sono ammessi a partecipare alla procedura di interscambio anche i dipendenti con anzianità di servizio inferiore ai cinque anni.

 

Art. 3

Le domande di scambio di sede debbono essere indirizzate, per il tramite dell’ufficio di appartenenza, al MIUR – Direzione Generale per le Risorse Umane, entro il termine perentorio di giorni trenta dalla pubblicazione del bando, complete dei dati richiesti nello stesso bando.

Le domande sono esaminate nei trenta giorni successivi alla scadenza del bando; la procedura si conclude con l’approvazione di una graduatoria, che viene pubblicata sul sito internet e intranet dell’amministrazione.

Ove siano presentate due sole richieste di reciproco interscambio tra due sedi, si procede, successivamente alla pubblicazione della graduatoria, al trasferimento dei richiedenti con provvedimento del Direttore Generale per le Risorse Umane.

In caso di presentazione di più domande sulle stesse sedi, fermo restando il criterio di cui all’art. 2, comma 2, si tiene conto dei punteggi  attribuiti  secondo i criteri  di cui all’Allegato 1, che costituisce parte integrante della presente direttiva.  A parità di punteggio, è data precedenza al candidato più giovane d’età.

Ai sensi della presente direttiva, in nessun caso è consentito procedere al trasferimento, ove non sia possibile effettuare l’interscambio.

 

f.to IL CAPO DIPARTIMENTO

Dott.ssa Sabrina BONO

Allegato

Nota 3 ottobre 2010, AOOUFGAB Prot. n. 0019560

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio del Gabinetto

Ai Dirigenti scolastici degli istituti e scuole di ogni ordine e grado
Ai Direttori degli uffici scolastici regionali
Ai Dirigenti degli uffici scolastici provinciali
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione autonoma Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia autonoma di Bolzano
Al Sovrintendente scolastico per la Provincia autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano
Ai Rettori e ai Direttori generali di tutte le Istituzioni universitarie statali e non statali
Ai Presidenti e aI Direttori delle istituzioni artistiche, musicali e coreutiche
Ai Presidenti e ai Direttori di tutti gli enti di ricerca vigilati dal MIUR
Al Dipartimento per l’istruzione
Al Dipartimento per l’università, l’Afam e per la ricerca
LORO SEDI

Oggetto: Commemorazione delle vittime della tragedia di Lampedusa

La tragedia avvenuta oggi al largo dell’Isola di Lampedusa ha scosso l’opinione pubblica con il suo pesante bilancio di morti e dispersi. Siamo di fronte a un fatto terribile che impone una riflessione.
Per onorare e ricordare le vittime, si invita pertanto a promuovere, nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, nelle università e negli enti di ricerca, l’osservanza di un minuto di silenzio alle ore 12,00 di domani, venerdì 4 ottobre, con l’auspicio che possa seguire un momento di confronto sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione e dell’immigrazione, strategici per il nostro Paese e per l’Europa.

IL MINISTRO
F.to Maria Chiara Carrozza

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 232

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 232 del 3-10-2013

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 9 agosto 2013, n. 110


Regolamento recante norme per la progressiva dematerializzazione dei
contrassegni di assicurazione per la responsabilita’ civile verso i
terzi per danni derivanti dalla circolazione dei veicoli a motore su
strada, attraverso la sostituzione degli stessi con sistemi
elettronici o telematici, di cui all’articolo 31 del decreto-legge 24
gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24
marzo 2012, n. 27. (13G00153)

 

 

Pag. 1

 

 

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 25 luglio 2013


Rideterminazione delle dotazioni organiche del personale del
Ministero degli affari esteri, dell’Istituto agronomico per
l’oltremare e dell’Automobil club d’Italia, in attuazione
dell’articolo 2, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito
dalla legge 7 agosto 2012, n. 135. (13A07933)

 

 

Pag. 7

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 23 maggio 2013


Individuazione delle categorie di beni e servizi per i quali le
pubbliche amministrazioni sono tenute a procedere alle relative
acquisizioni attraverso strumenti di acquisto informatici, ai sensi
dell’articolo 1, comma 158, della legge 24 dicembre 2012, n. 228.
(13A07898)

 

 

Pag. 13

 

 

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

 


DECRETO 19 settembre 2013


Aggiornamento dell’albo dei laboratori di ricerca esterni pubblici o
privati. (Decreto n. 1693). (13A07922)

 

 

Pag. 15

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 18 settembre 2013


Autorizzazione all’adeguamento dell’etichetta del prodotto
fitosanitario «Orytis II». (13A07911)

 

 

Pag. 17

 

 

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 


DECRETO 25 luglio 2013


Recepimento della direttiva 2013/22/UE del Consiglio del 13 maggio
2013 a seguito dell’adesione della Repubblica di Croazia all’Unione
europea e conseguenti modifiche al decreto del Ministro dei trasporti
e della navigazione 14 febbraio 2000 e successive modificazioni.
(13A07874)

 

 

Pag. 19

 

 

 


DECRETO 6 settembre 2013


Imposizione di oneri di servizio pubblico sulle rotte Elba Marina di
Campo – Pisa e viceversa, Elba Marina di Campo – Firenze e viceversa,
Elba Marina di Campo – Milano Linate e viceversa. (13A07852)

 

 

Pag. 19

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 16 settembre 2013


Cancellazione di varieta’ dal registro nazionale delle varieta’ di
specie di piante agrarie su richiesta dei responsabili della
conservazione in purezza. (13A07896)

 

 

Pag. 23

 

 

 


DECRETO 19 settembre 2013


Designazione delle “Camere di commercio, industria, artigianato ed
agricoltura di Genova, Savona, Imperia e La Spezia, coordinate dalla
Unioncamere Liguria” ad effettuare i controlli per la denominazione
di origine protetta “Riviera Ligure”. (13A07889)

 

 

Pag. 24

 

 

 


PROVVEDIMENTO 20 settembre 2013


Modifica del disciplinare di produzione della denominazione “Salame
Brianza” registrata in qualita’ di denominazione di origine protetta
in forza al Regolamento (CE) n. 1107 della Commissione del 12 giugno
1996. (13A07919)

 

 

Pag. 25

 

 

 


PROVVEDIMENTO 20 settembre 2013


Modifica del disciplinare di produzione della denominazione «Amarene
Brusche di Modena» registrata in qualita’ di indicazione geografica
protetta in forza al Regolamento (CE) n. 1028 della Commissione del
29 ottobre 2009. (13A07920)

 

 

Pag. 31

 

 

 


DECRETO 23 settembre 2013


Modifica del disciplinare di produzione della IGT dei vini “Lipuda”,
concernente l’inserimento della deroga per effettuare la
vinificazione in una zona ubicata in un’area amministrativa
limitrofa, conformemente all’art. 6, par. 4, lett. b) del Reg. CE n.
607/2009, in attuazione della disposizione procedurale transitoria di
cui all’articolo 73, par. 2, del Reg. CE n. 607/2009. (13A07918)

 

 

Pag. 33

 

 

 


DECRETO 23 settembre 2013


Autorizzazione alla riduzione del titolo alcolometrico volumico
totale minimo delle partite destinate all’elaborazione del vino
spumante DOP «Prosecco» per la campagna vendemmiale 2013/2014, ai
sensi del disposto di cui all’allegato II, sezione C, punto 2, del
Reg. (CE) n. 606/2009. (13A07853)

 

 

Pag. 35

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 13 settembre 2013


Modifiche al piano di emergenza, di cui all’allegato 2 del decreto 19
aprile 2013, relativo al Piano di emergenza per fronteggiare eventi
sfavorevoli per il sistema del gas naturale. (13A07854)

 

 

Pag. 35

 

 

 


DECRETO 20 settembre 2013


Autorizzazione ad effettuare l’attivita’ di certificazione CE
all’organismo «G & R Organismo di Certificazione S.r.l.», in Foggia,
ai sensi della direttiva 95/16/CE. (13A07897)

 

 

Pag. 36

 

 

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

 


ORDINANZA DEL CAPO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE 20 settembre 2013


Ordinanza di protezione civile per favorire e regolare il subentro
della regione Marche nelle iniziative finalizzate al superamento
della situazione di criticita’ determinatasi a seguito degli
eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito il territorio
della medesima regione nei giorni dal 1° al 6 marzo 2011. (Ordinanza
n. 116). (13A07856)

 

 

Pag. 38

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AUTORITA’ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI

 


DELIBERA 30 settembre 2013


Disposizioni di attuazione della disciplina in materia di
comunicazione politica e di parita’ di accesso ai mezzi di
informazione relative alle campagne per le elezioni del Presidente
della Provincia di Trento e dei consigli delle Province di Trento e
Bolzano fissate per il giorno 27 ottobre 2013. (Delibera n.
524/13/CONS). (13A07980)

 

 

Pag. 40

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale «Dicetel» (13A07888)

 

 

Pag. 46

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Bialcol Med». (13A07890)

 

 

Pag. 46

 

 

 


COMUNICATO


Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso
umano «Tebarat» (13A07891)

 

 

Pag. 47

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Letrozolo Doc Generici». (13A07892)

 

 

Pag. 48

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Forus». (13A07893)

 

 

Pag. 48

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «FORUS» (13A07894)

 

 

Pag. 48

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «REUMAFLEX» (13A07895)

 

 

Pag. 48

 

 

 


COMUNICATO


Rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio, secondo
procedura di mutuo riconoscimento, del medicinale per uso umano
«Requip», con conseguente modifica stampati. (13A07907)

 

 

Pag. 49

 

 

 


COMUNICATO


Diniego del rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio,
secondo procedura nazionale, del medicinale «Emmetre» – confezione
049. (13A07908)

 

 

Pag. 50

 

 

 


COMUNICATO


Rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Emmetre» (13A07909)

 

 

Pag. 50

 

 

 


COMUNICATO


Rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «N-Acetilcisteina Germed» (13A07910)

 

 

Pag. 50

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Gliclazide Zentiva Italia». (13A07936)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Ozopulmin». (13A07937)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Sumatriptan Pfizer». (13A07938)

 

 

Pag. 51

 

 

 


COMUNICATO


Revoca dell’autorizzazione alla produzione di materie prime
farmacologicamente attive per uso umano, rilasciata alla societa’ New
Phargam S.r.l., in Caronno Pertusella. (13A07939)

 

 

Pag. 52

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Risedronato Ratiopharm». (13A07935)

 

 

Pag. 52

 

 

ASSESSORATO DELL’ECONOMIA DELLA REGIONE SICILIANA

 


COMUNICATO


Proroga della procedura di amministrazione straordinaria della Banca
San Francesco Credito Cooperativo – Societa’ Cooperativa, in
Canicatti’. (13A07855)

 

 

Pag. 52

 

 

MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

 


COMUNICATO


Conferimento di diploma «Al merito della Redenzione Sociale»
(13A07934)

 

 

Pag. 52

Sentenza TAR Lazio 3 ottobre 2013, n. 8843

N. 08843/2013 REG.PROV.COLL.

N. 04375/2013 REG.RIC.

 

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Terza Bis)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

Sul ricorso numero di registro generale 4375 del 2013, proposto da:
Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL, in persona del legale rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dagli avv.ti Vittorio Angiolini, Isetta Barsanti Mauceri, Luca Formilan, Alessandro Basilico e Francesco Americo, con domicilio eletto presso lo studio di quest’ultimo, sito in Roma, via Cosseria, n. 2;

contro

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata ex lege in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per l’accertamento dell’illegittimità del silenzio serbato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel procedimento per le elezioni, le designazioni e le nomine dei componenti del Consiglio superiore della pubblica istruzione.

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visto l’atto di costituzione in giudizio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca;

Viste le memorie difensive;

Visti tutti gli atti della causa;

Relatore nella camera di consiglio del giorno 3 ottobre 2013 il dott. Giuseppe Chiné e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale;

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.

 

FATTO

1. Con il ricorso introduttivo dell’odierno giudizio, la Federazione ricorrente, organizzazione sindacale che associa, organizza e tutela le lavoratrici e i lavoratori che si occupano di educazione, istruzione, formazione, ricerca e innovazione tecnologica, ha chiesto accertarsi l’illegittimità del silenzio inadempimento del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, formatosi con riferimento all’obbligo, previsto dall’art. 2, comma 9, del decreto legislativo n. 233 del 1999, di emanare l’ordinanza con la quale vengono stabiliti i termini e le modalità per le elezioni, le designazioni e le nomine dei componenti del Consiglio superiore della pubblica istruzione, impedendo, per tale via, la regolare costituzione del citato organo collegiale consultivo.

A sostegno del gravame ha dedotto che alla data del 31 dicembre 2012 sono definitivamente cessate le funzioni del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, organo collegiale istituito con D.P.R. n. 416 del 1974 e disciplinato dagli artt. 23 e segg. del d. lgs. n. 297 del 1994. Tale organo consultivo, al quale avrebbe dovuto succedere il Consiglio superiore della pubblica istruzione, è stato più volte prorogato dal Legislatore, da ultimo con l’art. 14 del decreto legge n. 261 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2012.

Ad avviso della ricorrente, essendo ormai cessate le funzioni del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, senza che il Ministero resistente abbia provveduto ad adottare l’ordinanza prevista dall’art. 2, comma 9, del d. lgs. n. 233 del 1999 e, pertanto, abbia reso possibile la costituzione del Consiglio superiore della pubblica amministrazione, si è determinata una situazione di grave vulnus per i principi di rappresentanza e garanzia dell’autonomia e dell’unitarietà del sistema scolastico e formativo, che può finanche pregiudicare le corrette procedure di definizione e validazione di molti atti legislativi e amministrativi inerenti il sistema di istruzione.

Di qui la richiesta al Tribunale Amministrativo Regionale di accertare l’illegittimità dell’inerzia dell’Amministrazione e di ordinare a quest’ultima l’emanazione degli atti necessari per stabilire i termini e le modalità per le elezioni nonché per le designazioni e le nomine dei componenti del Consiglio superiore della pubblica istruzione, provvedendo, ove occorra, alla nomina di un commissario ad acta per l’ipotesi di persistenza inerzia.

2. Si è costituita in giudizio l’Amministrazione intimata, instando per la reiezione del gravame.

3. Alla camera di consiglio del 3 ottobre 2013, sentiti i difensori delle parti come da relativo verbale, il ricorso è stato trattenuto in decisione.

DIRITTO

1. Il ricorso è fondato nei termini di seguito precisati.

2. La Federazione ricorrente, organizzazione sindacale statutariamente preposta alla organizzazione e tutela delle lavoratrici e lavoratori dei settori della conoscenza in Italia con ampia rappresentatività presso gli operatori scolastici, censura con il rito previsto dall’art. 117 c.p.a. l’inerzia del Ministero resistente che, in violazione dell’art. 2, comma 9, del d. lgs. n. 233 del 1999, non ha provveduto all’emanazione delle misure necessarie per la costituzione del Consiglio superiore della pubblica istruzione e, segnatamente, dell’ordinanza ministeriale richiamata dalla norma citata avente ad oggetto la fissazione dei termini e delle modalità per lo svolgimento delle elezioni dei rappresentanti dei lavoratori della scuola in seno al predetto organismo nonché per le designazioni e le nomine degli altri componenti non elettivi.

3. Osserva il Collegio che risulta effettivamente non contestato tra le parti che: a) alla data del 31 dicembre 2012 sono definitivamente cessate le funzioni del Consiglio nazionale della pubblica istruzione, organo collegiale istituito con D.P.R. n. 416 del 1974 e disciplinato dagli artt. 23 e segg. del d. lgs. n. 297 del 1994; b) tale organo consultivo, ai sensi del d. lgs. n. 233 del 1999 (secondo le modalità temporali stabile dalla norma transitoria di cui all’art. 8, comma1, del d. lgs. n. 223 del 1999), dovrebbe essere sostituito dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, organismo con funzioni consultive composto da trentasei membri (di cui quindici eletti in rappresentanza del personale delle scuole statali nei consigli scolastici locali, tre eletti nelle scuole di lingua tedesca, slovena e della Valle d’Aosta e diciotto di nomina ministeriale); c) per la costituzione del nuovo organo collegiale, ai sensi dell’art. 2, comma 9, del d. lgs. n. 233 del 1999, devono tenersi elezioni per l’individuazione dei rappresentanti dei lavoratori della scuola “su liste unitarie comprensive del personale delle scuole statali di ogni ordine e grado”, secondo i termini e le modalità stabiliti con ordinanza ministeriale; d) con la medesima ordinanza di cui alla lettera c) sono disciplinati i tempi ed i modi per le designazioni e le nomine dei componenti del Consiglio di competenza del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca; e) dopo la scadenza del termine del 31 dicembre 2012 (risultante dall’ultima proroga del Consiglio nazionale della pubblica istruzione stabilita dall’art. 14 del decreto legge n. 261 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 14 del 2012) non è stato costituito il Consiglio superiore della pubblica istruzione, in quanto il Ministero resistente non ha provveduto ad adottare l’ordinanza prevista dall’art. 2, comma 9, del d. lgs. n. 233 del 1999.

4. Con la memoria di costituzione depositata in data 12 settembre 2013 il Ministero resistente, dopo aver confermato che, come dedotto dalla ricorrente, sono allo stato non ancora attuate le previsioni del d. lgs. n. 233 del 1999, ha giustificato l’inerzia nell’emanazione dell’ordinanza ministeriale per regolare l’elezione e la designazione dei componenti del Consiglio superiore della pubblica istruzione argomentando dal nuovo quadro delle competenze costituzionali in materia di istruzione risultante dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Più in particolare, ad avviso del Ministero, poiché il nuovo art. 117 Cost. attribuisce alla legislazione concorrente la materia dell’istruzione, “salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale”, non potrebbe essere data attuazione ad una disciplina, come quella scolpita nel d. lgs. n. 233 del 1999, che lascia pochi margini decisori alle regioni nell’iter di formazione degli organismi centrali e territoriali di rappresentanza della scuola. Ha, pertanto, concluso per la necessità di un intervento legislativo che, allineando la disciplina del d. lgs. n. 233 del 1999 al nuovo quadro costituzionale di riparto delle competenze tra Stato e regioni, radichi un nuovo sistema di rappresentanza e consulenza in materia di istruzione scolastica e formazione.

5. Sebbene non possa certamente ignorarsi che il nuovo assetto delle competenze costituzionali tra Stato e regioni, come scolpito dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, in materia di istruzione sia sopravvenuto rispetto al d. lgs. n. 233 del 1999, l’argomento addotto dall’Amministrazione a sostegno della legittimità dell’inerzia censurata nell’odierno giudizio non può essere condiviso.

Come è noto, su di un piano generale, il contrasto tra una norma di legge ed una disposizione costituzionale non legittima il Giudice a disapplicare la prima in ossequio alla seconda, bensì – ove ricorrano i requisiti della rilevanza e della non manifesta infondatezza – a sollevare questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Consulta.

Pertanto, nel caso di specie la presunta non conformità all’art. 117 Cost. delle disposizioni del d. lgs. n. 233 del 1999 non può certamente esimere l’Amministrazione resistente dal dare attuazione a tali ultime disposizioni, almeno fino a quando esse saranno vigenti nell’ordinamento.

Da affatto diverso punto di osservazione deve altresì rilevarsi che una legge statale emanata prima della riforma del Titolo V della Costituzione e recante disposizioni lesive delle nuove competenze regionali deve comunque continuare a trovare applicazione anche nel rinnovato quadro costituzionale, finché non vengano emanate disposizioni legislative conformi al nuovo riparto di competenze. A tale conclusioni conduce il principio di continuità dell’ordinamento, più volte richiamato dalla giurisprudenza della Consulta proprio per dirimere questioni di legittimità costituzionale sollevate in relazione al riformulato art. 117 Cost. (cfr. C. Cost. ord. 23 luglio 2002, n. 383; Id. 22 luglio 2003, n. 270; Id. 21 luglio 2004, nn. 255 e 256) nonché la chiara previsione dell’art. 1, comma 2, della legge 5 giugno 2003, n. 131.

6. In conclusione, l’accertata inadempienza del Ministro dell’istruzione, università e ricerca all’obbligo di adottare l’ordinanza prevista dall’art. 2, comma 9, del d. lgs. n. 233 del 1999 impone l’accoglimento del ricorso nei termini meglio precisati in dispositivo.

7. Le spese di giudizio seguono la soccombenza e vengono liquidate come da dispositivo.

P.Q.M.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza Bis), definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe, lo accoglie e, per l’effetto, ordina al Ministro dell’istruzione, della ricerca e dell’università di emanare l’ordinanza prevista dall’art. 2, comma 9, del decreto legislativo n. 233 del 1999 entro il termine di 60 (sessanta) giorni dalla comunicazione in via amministrativa o notificazione a cura di parte della presente decisione.

Dopo la scadenza del predetto termine, in caso di persistente inerzia, all’incombente provvederà il Commissario ad acta che si nomina nel Prefetto di Roma, o nel funzionario da quest’ultimo delegato, che vi provvederà entro i successivi 60 (sessanta) giorni.

Condanna il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca a rifondere le spese di giudizio in favore della Federazione ricorrente, che si liquidano in complessivi euro 1500,00.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 3 ottobre 2013 con l’intervento dei magistrati:

Massimo Luciano Calveri, Presidente

Paolo Restaino, Consigliere

Giuseppe Chine’, Consigliere, Estensore

L’ESTENSORE IL PRESIDENTE

DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 15/10/2013

IL SEGRETARIO

(Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

3 ottobre Approvata conversione DL “Valore Cultura”

Il 3 ottobre la Camera approva definitivamente il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

L’1, 2 e 3 ottobre l’Aula della Camera esamina il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

Il 27 e 30 settembre, 1 e 2 ottobre la 7a Commissione della Camera esamina il Disegno di Legge di conversione del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali.

Con 175 voti favorevoli, 18 contrari e 54 astensioni il Senato, nella seduta antimeridiana di mercoledì 25 settembre, ha dato il via libera, con modificazioni, al decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante la valorizzazione dei beni e delle attività culturali (ddl n. 1014); il provvedimento passa all’esame della Camera.
Il 18, 19, 20 e 24 settembre l’Aula del Senato esamina il DdL di conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo

Il 4, 5, 10, 11, 12, 17 e 18 settembre la 7a Commissione esamina il DdL di conversione in legge del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo

(7a Senato, 4.9.13) Riferisce alla Commissione il presidente relatore MARCUCCI (PD) il quale, nel rinviare all’Ufficio di Presidenza che si terrà al termine della seduta la programmazione del successivo iter del provvedimento, osserva che l’esame ha inizio solo oggi in quanto occorreva attendere l’esame dei presupposti di costituzionalità da parte della 1ª Commissione. Poiché il tempo residuo di esame è tuttavia piuttosto esiguo, invita i rappresentanti dei Gruppi in Commissione a farsi carico di un percorso condiviso anche con l’altro ramo del Parlamento.

Quanto al merito del decreto, egli sottolinea con grande favore che si tratta del primo provvedimento d’urgenza dedicato interamente ai beni culturali da molti anni, a testimonianza del forte interesse del Governo Letta nei confronti del settore, così come rispetto ai comparti del sapere, giustamente esclusi dai tagli lineari con i quali è stata coperta l’abolizione dell’IMU.

Il decreto n. 91, suddiviso in tre Capi, affronta dunque molte questioni da tempo pendenti e può altresì rappresentare l’occasione per risolvere ulteriori tematiche afferenti il settore che, per diversi motivi, non sono entrate nella stesura originaria del provvedimento. Egli sottolinea altresì che il decreto, benché disponga oneri economici prevalentemente a partire dall’anno 2014, riveste senz’altro i requisiti di necessità ed urgenza, come riconosciuto del resto dalla Commissione affari costituzionali, atteso che esso consente all’Amministrazione di organizzarsi in tempo per garantire una sollecita operatività delle misure in esso contenute.

Passando ad una disamina puntuale dell’articolato, il Presidente relatore rileva anzitutto che il Capo I reca disposizioni urgenti per la tutela, il restauro e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano e comprende gli articoli da 1 a 6.

L’articolo 1 detta norme per accelerare la realizzazione del Grande progetto Pompei e per la rigenerazione urbana, la riqualificazione ambientale e la valorizzazione dell’area pompeiana e stabiese. Esso reca altresì disposizioniper la valorizzazione della Reggia di Caserta e del Polo museale di Napoli, nonché per la promozione del percorso turistico-culturale delle residenze borboniche. Con riguardo a Pompei, il Presidente relatore rammenta come negli ultimi anni siano state percorse molteplici strade al fine di migliorare la governance del sito e ottimizzarne la gestione. Purtroppo però nessuna di queste soluzioni ha finora dato i risultati sperati, come del resto verificato di recente dalla Commissione nel corso di un sopralluogo al sito mirato proprio ad approfondire le ragioni dei principali profili di criticità. Anche la recente assegnazione una consistente quota di finanziamenti europei, attraverso il cosiddetto “Grande progetto Pompei”, rischia di essere vanificata da lungaggini burocratiche che impediscono il rispetto della necessaria tempistica. Egli dà quindi atto al Governo di essersi assunto la responsabilità di alcune modifiche ordinamentali importanti, attraverso le quali confida di conseguire migliori risultati. In primo luogo, viene previsto un responsabile unico – denominato «direttore generale di progetto» (DGP) – per la realizzazione del programma straordinario di interventi destinati a Pompei ai sensi del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 maggio 2011, n. 75.

Il compito del DGP (coadiuvato da una struttura di supporto appositamente costituita, composta da un massimo venti unità di personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e di altre amministrazioni centrali, nonché da cinque esperti nelle materie interessate) è quello di definire e approvare gli elaborati progettuali degli interventi di recupero e restauro propedeutici alla pronta attuazione del «Grande progetto Pompei», gestendo le procedure di gara dirette all’affidamento dei lavori e all’appalto dei servizi e delle forniture necessari e alla corretta ed efficace gestione del servizio di pubblica fruizione e di valorizzazione del sito archeologico.

L’articolo 1 costituisce inoltre l’Unità «Grande Pompei», con il compito di far convergere in un’unica sede tutte le decisioni amministrative necessarie alla realizzazione dei piani, dei progetti e degli interventi strumentali a consentire il rilancio economico-sociale e la riqualificazione ambientale ed urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione del sito Unesco «Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata», nonché a potenziare l’attrattività turistica dell’intera area.

Il legale rappresentante dell’Unità è il DGP, che si avvale di un Comitato di gestione, composto dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo (o suo delegato), dal Ministro per la coesione territoriale, dal Presidente della Regione Campania e da quello della provincia di Napoli, nonché dai Sindaci dei comuni interessati e dai legali rappresentati degli enti pubblici e privati coinvolti, il quale svolge la funzione di «Conferenza di servizi permanente».

All’Unità sono demandate tutte le decisioni relative alla progettazione e alla realizzazione e gestione degli interventi, fra cui quelli infrastrutturali urgenti necessari a migliorare le vie di accesso e le interconnessioni ai siti archeologici e per il recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi, prioritariamente mediante il recupero e il riuso di aree industriali dismesse, nel rispetto del principio del minor consumo di territorio e della priorità del recupero.

All’Unità spetta anche la promozione e sollecitazione di erogazioni liberali, sponsorizzazioni e forme, anche innovative, di partenariato pubblico-privato.

L’Unità può infine disporre l’utilizzo dei giovani tirocinanti nei settori delle attività e dei servizi per la cultura, di cui al fondo straordinario «Mille giovani per la cultura» di cui al decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, sull’occupazione giovanile.

Sempre l’articolo 1 del decreto reca poi una modifica estremamente rilevante in tema di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Esso dispone infatti l’istituzione della «soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia», che succede alla soprintendenza speciale per i beni archeologici di Napoli e Pompei, ma con ambito territoriale di competenza limitato alle sole aree archeologiche indicate. Alla soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Napoli sono invece affidati i compiti di tutela e di gestione della Reggia di Caserta, a tal fine modificandone opportunamente la denominazione. Resta poi da istituire una soprintendenza per i beni archeologici di Napoli, per la quale è previsto l’incremento di un posto di funzione dirigenziale di livello non generale. Quanto al resto, il Governo ritiene che la nuova soprintendenza possa operare con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

Si tratta di una modifica sicuramente molto rilevante, rimarca il Presidente relatore, che contraddice il processo di accorpamento condotto negli ultimi anni e di cui il Governo si assume per intero la responsabilità. Egli suggerisce peraltro un supplemento di istruttoria, nell’auspicio che si possano davvero conseguire agli obiettivi unanimemente condivisi di maggiore funzionalità e snellezza.

L’articolo 1 potrebbe infine rappresentare la sede opportuna per migliorare la efficienza organizzativa di altri Poli museali come ad esempio quello di Firenze, nell’ambito del quale – con opportuno emendamento – potrebbe essere incluso, ai fini di una maggiore funzionalità, l’Opificio delle pietre dure.

L’articolo 2 reca misure urgenti per la prosecuzione delle attività di inventariazione e digitalizzazione del patrimonio culturale italiano e per l’attuazione del progetto «500 giovani per la cultura». Si tratta di una norma attraverso la quale il Ministero intende proseguire il recupero di risorse digitali e la digitalizzazione di nuovi contenuti per la creazione delle collezioni digitali dei musei e realizzare l’interoperabilità di importanti banche dati con il Sistema di Cultura Italia.

Per la realizzazione del programma è previsto un piano di formazione di cinquecento giovani, aggiuntivi rispetto ai mille di cui al decreto-legge sull’occupazione giovanile, i quali saranno reclutati tramite selezione pubblica, fra i laureati nelle discipline afferenti al programma stesso.

L’iniziativa ha carattere sperimentale e sarà realizzata nelle regioni dell’obiettivo «Convergenza» (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia).

Affinché le competenze acquisite siano spendibili nel mercato del lavoro privato, nonché nell’ambito di futuri programmi pubblici, il Presidente relatore auspica peraltro che, al termine dell’anno di formazione, ai giovani che vi hanno partecipato sia conferito un attestato finale da far valere come titolo in occasione di successive selezioni, in linea con quanto disposto per i tirocinanti del Ministero della giustizia.

Con riguardo all’articolo 3, che reca disposizioni finanziarie urgenti per garantire la regolare apertura al pubblico degli istituti e dei luoghi di cultura, egli rammenta poi che la legge finanziaria 2008 aveva disposto che i proventi della bigliettazione fossero trasferiti al Ministero dell’economia e riassegnati solo parzialmente all’Amministrazione dei beni culturali. L’articolo 3 abroga tale disposizione e assai opportunamente reintroduce l’assegnazione integrale ai Beni culturali degli introiti derivanti dalla bigliettazione, generalizzando così l’esperienza già in atto presso i Poli museali. In tal modo, il Ministero confida di poter far fronte ad alcune criticità, sempre più frequenti, come ad esempio l’impossibilità di una regolare apertura al pubblico dei siti culturali, causata dalla mancanza di risorse per il necessario personale.

L’eliminazione del divieto di riassegnazione non viola del resto, in alcun modo, il principio di unità del bilancio, non solo perché l’ordinamento già prevede numerose altre ipotesi di obbligatoria riassegnazione, ma anche perché è pacifico, in base alla disposizioni legislative vigenti, che tutte le predette somme debbano essere versate nell’apposito capitolo dello stato di previsione dell’Entrata del bilancio dello Stato e solo successivamente riversate all’Amministrazione che le ha generate.

Al riguardo, il Presidente relatore prospetta la possibilità di estendere la riassegnazione obbligatoria, oltre che agli introiti della bigliettazione, anche ad entrate di altro tipo, come ad esempio quelle conseguenti alle copie e alle riproduzioni fotografiche che, per taluni Istituti (fra cui l’Istituto nazionale per la grafica), sono tutt’altro che indifferenti.

L’articolo 4 intende favorire lo sviluppo delle biblioteche e degli archivi, nonché la promozione della recitazione e della lettura, allargando fra l’altro le ipotesi di accesso libero e gratuito alla lettura di opere e pubblicazioni contenenti ricerche finanziate con fondi pubblici.

La norma amplia altresì le ipotesi in cui non è considerata pubblica l’esecuzione di un’opera, inserendo anche le biblioteche tra i luoghi in cui la rappresentazione dell’opera non è da ritenersi pubblica, se realizzata ai fini di promozione culturale e di valorizzazione dell’opera.

Quanto alla previsione che le pubblicazioni finanziate con fondi pubblici per una quota pari almeno alla metà siano gratuitamente e liberamente accessibili telematicamente, il Presidente relatore propone peraltro che il termine di sei mesi, sancito dal comma 2 per il deposito in archivi elettronici, sia esteso a dodici mesi, onde consentire il pieno sfruttamento delle pubblicazioni sulle riviste scientifiche. In tal senso, comunica, vi è del resto anche l’accordo del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

L’articolo 5 reca disposizioni urgenti per l’attuazione del progetto «Nuovi Uffizi», per la realizzazione del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah e per ulteriori interventi di tutela. Si tratta, sottolinea, di misure di grandissima valenza e urgenza, tenuto conto del rilievo internazionale dei siti culturali coinvolti e della necessità che i relativi lavori, da lungo tempo attesi ma non avviati o rallentati per carenza di risorse, possano finalmente essere proseguiti ed auspicabilmente completati con sollecitudine.

In particolare, precisa che per consentire la prosecuzione del progetto «Nuovi Uffizi» il decreto autorizza una spesa di 8.000.000 euro, relativamente agli anni 2013 e 2014, rispetto ai 50.600.000 euro necessari per completare l’opera che, unitariamente concepita, era stata a suo tempo divisa in due lotti dal momento che i finanziamenti originari non consentivano di appaltare l’intero progetto.

In proposito, ricorda che il progetto «Nuovi Uffizi», approvato nel 2004, porterà al raddoppio della superficie espositiva del più importante museo italiano (dagli attuali 6.100 mq a 12.900 mq), oltre alla creazione di nuove aree di servizio e laboratori (da 5.900 mq a 8.700 mq): a lavori ultimati, la città di Firenze ospiterà così il più grande Polo museale d’Europa. Rileva perciò che si tratta di lavori assolutamente straordinari, sia per l’entità delle risorse economiche impegnate che per l’eccezionale interesse storico-artistico del monumento e delle collezioni in esso raccolte, sicché risulta indispensabile garantire un flusso costante di finanziamenti per continuare con l’affidamento all’ATI, esecutrice dei lavori dei «Nuovi Uffizi», degli stralci successivi e concludere l’intero progetto in tempi congrui.

Quanto al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah, esso è stato istituito a Ferrara nel 2003, al fine di riconoscere e valorizzare la bimillenaria presenza ebraica in Italia. Rispetto ad un costo totale dell’intervento pari a 40.793.000 euro, il finanziamento complessivo ritenuto ancora occorrente è di 31.793.000 euro, dei quali 30.012.000 euro per il cosiddetto secondo lotto e 1.781.000 euro per l’allestimento dell’apparato scenografico necessario per comunicare in modo efficace e comprensibile il materiale esposto. L’articolo 5 è quindi volto a finanziare, con 4 milioni di euro, parte delle spese previste per il secondo lotto, che consiste nella costruzione dell’importante corpo di entrata al Museo, il quale completerebbe la sistemazione esterna.

L’articolo 5 prevede, poi, un’autorizzazione di spesa di 2 milioni di euro per fare fronte a interventi di tutela e salvaguardia di beni culturali a grave rischio di deterioramento, sulla base di un elenco determinato dal Ministero. Al riguardo, pur esprimendo senz’altro apprezzamento per la disposizione, il Presidente relatore ne rileva l’estrema esiguità, auspicandone senz’altro l’incremento.

L’articolo 6 reca disposizioni urgenti per la realizzazione di centri di produzione di arte contemporanea per giovani artisti sia italiani che di altre nazionalità, affinché un grande patrimonio di talenti creativi non finisca per andare irrimediabilmente perso a causa dell’impossibilità, per i giovani, di disporre delle strutture necessarie nelle quali far crescere e sviluppare idee e contenuti artistici.

A tal fine, si prevede che siano ad essi destinati i beni immobili, non utilizzabili per altre finalità istituzionali, di proprietà dello Stato e di enti pubblici nazionali, a condizioni tuttavia non sufficientemente agevolate (riduzione appena del 10 per cento del canone di mercato). Inoltre, la norma pone a carico del locatario gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria, con ciò riducendo sensibilmente l’efficacia dell’intervento se non addirittura vanificandola del tutto. Il Presidente relatore invita perciò a riflettere se non sia opportuno prevedere, in corrispondenza di significative spese di manutenzione, la concessione di annualità gratuite fino a compensazione.

Inoltre, sempre con riferimento alla promozione dell’arte contemporanea, osserva che l’articolo 6 potrebbe essere l’occasione per rendere più stabile il finanziamento del Museo di arte contemporanea di Roma (MAXXI), in un’ottica quanto meno triennale.

Passando al Capo II, che contiene norme per il rilancio del cinema, delle attività musicali e dello spettacolo dal vivo, segnala anzitutto l’articolo 7, che reca misure urgenti per la promozione della musica di giovani artisti e compositori emergenti, introducendo per la prima volta un pacchetto di misure organiche di defiscalizzazione delle spese di sviluppo, produzione, digitalizzazione e promozione delle registrazioni fonografiche o videoclip musicali per le opere prime o seconde di nuovi talenti.

La proposta – più volte sollecitata anche dalla Commissione e quindi pienamente condivisibile – parte dalla consapevolezza che il patrimonio musicale italiano, composto da artisti, case discografiche, festival, produttori, distributori, organizzatori e istituzioni, vada considerato come un vero e proprio sistema produttivo, analogamente a quanto accade da molti anni in altri Paesi europei, dato che la musica è anche un vero e proprio comparto economico e lavorativo.

È quindi necessario ed urgente rendere simili o compatibili ad altri Paesi europei ed extraeuropei le normative che sostengano il sistema musicale italiano per consentire all’intera filiera produttiva di utilizzare strumenti legislativi appropriati che consentano di competere ad armi pari con i sistemi musicali degli altri Paesi e quindi di operare al meglio nel mercato nazionale ed estero.

Le norme sono ispirate al tax credit cinematografico, che in questi primi quattro anni di attuazione ha dato prova positiva di sé, ed in parte alla specifica normativa francese, il tutto nel rispetto delle soglie di aiuto di minore importanza (de minimis) stabilite dalla Commissione europea, al di sotto delle quali non è necessaria la richiesta di autorizzazione comunitaria. Si prevede altresì che, per accedere al credito d’imposta, le imprese siano «indipendenti», cioè non risultare controllate da editori audiovisivi, al fine di «lanciare» nuovi talenti per una produzione culturale di qualità con minore appeal commerciale.

Il Presidente relatore segnala peraltro che l’articolo 7 potrebbe essere la sede idonea per introdurre alcune norme di semplificazione per gli spettacoli dal vivo, in particolare per quelli fino ad un massimo di 200 partecipanti, relativamente ai quali la licenza prevista dal testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza dovrebbe essere sostituita da una segnalazione certificata di inizio attività. Si tratta, ricorda, di una proposta che era già stata avanzata in occasione del cosiddetto “decreto del fare”, ma che in quella sede non aveva potuto trovare spazio per eterogeneità della materia e quindi era stata rinviata a questo decreto.

L’articolo 8 rende stabile dal 2014, e non più legata a proroghe triennali, la disciplina del tax credit cinematografico, la cui scadenza è attualmente fissata al 31 dicembre 2014. Il Presidente relatore invita a considerare la norma con particolare favore in quanto le risorse a tal fine stanziate per il 2013 sono in esaurimento e quelle per il 2014 non sono sufficienti (45 milioni di euro, a fronte di un utilizzo annuo ormai consolidato intorno ai 70-80 milioni di euro). Suggerisce peraltro di valutare l’opportunità di estendere l’efficacia della normativa all’audiovisivo e alle fiction, possibilmente con un incremento delle dotazioni finanziarie, tanto più in considerazione del fatto che gli operatori interessati sono sostanzialmente gli stessi.

La norma di stabilizzazione è, in ogni caso, subordinata all’autorizzazione della Commissione europea, che il Ministero si è impegnato a richiedere.

L’articolo 9 reca disposizioni urgenti per assicurare la trasparenza, la semplificazione e l’efficacia del sistema di contribuzione pubblica allo spettacolo e al cinema.

Attualmente, l’assegnazione di contributi alle attività di spettacolo dal vivo avviene dietro presentazione delle domande da parte degli organismi interessati, con valutazione dei programmi e dei relativi preventivi finanziari riferiti all’anno in corso. Per consentire la liquidità necessaria al conseguimento degli obiettivi artistici l’Amministrazione può peraltro erogare anticipazioni fino all’80 per cento dell’ultimo contributo assegnato. Una volta che l’attività sia stata infine interamente svolta e correttamente rendicontata, l’Amministrazione provvede a saldare l’importo del contributo, detraendo ovviamente le quote già eventualmente erogate in sede di anticipazione. Tale schema non è tuttavia più adeguato alla realtà e ai fini istituzionali. Infatti, i preventivi finanziari e i connessi progetti artistici costituiscono, specie se redatti da organismi poco strutturati, un «pronostico» che la complessa macchina organizzativa di uno spettacolo dal vivo difficilmente consente di rispettare; nella prassi si verificano così molti casi anomali, fra cui la mancata effettuazione del programma o la sua effettuazione con modifiche anche molto consistenti alla parte artistica o economica.

In questi casi, l’Amministrazione difficilmente è in grado di recuperare l’importo dell’assegnazione e attribuirlo a favore di altri organismi, mentre il più delle volte deve limitarsi a considerare perse le somme in questione.

Si è allora intervenuti normativamente con i metodi di cosiddetto «abbattimento» e «tolleranza».

Con il cosiddetto «abbattimento» l’Amministrazione, a fronte di alcuni progetti finanziariamente ed organizzativamente rilevanti – e la cui realizzazione può non apparire attendibile – prende in considerazione solo una parte del progetto e concede all’organismo richiedente di ridurre percentualmente l’attività offerta. Con la cosiddetta «tolleranza» si consente, all’atto del controllo a valle, ovvero a consuntivo, una sorta di franchigia, pari al 15 per cento dell’attività considerata all’atto dell’assegnazione, entro la quale non vengono operate riduzioni del contributo. Tale politica, ideata in ragione delle illustrate difficoltà oggettive di programmare con certezza spettacoli dal vivo, non permette però all’Amministrazione di valutare con piena cognizione di causa il reale prodotto degli organismi, né sul piano artistico né sul piano finanziario.

Appare dunque preferibile riferirsi alle attività svolte e rendicontate per l’anno/esercizio solare. La stesura del decreto manifesta tuttavia, a questo specifico riguardo, una possibile causa di fraintendimento. Occorre infatti precisare che i contributi non saranno “assegnati” a fine stagione, bensì ad inizio stagione e successivamente “erogati” alla fine della medesima, una volta verificato il rispetto degli impegni assunti all’atto della richiesta.

L’articolo 9 reca altresì disposizioni necessarie ai fini della trasparenza nel settore dello spettacolo, prevedendo che gli enti finanziati a valere sul FUS pubblichino e aggiornino determinate informazioni relative ai titolari di incarichi amministrativi ed artistici di vertice, di incarichi dirigenziali, nonché di collaborazione o consulenza.

Vengono infine soppressi due Fondi per la concessione di contributi per il rinnovo delle sale teatrali e musicali, ormai in pratica quasi inutilizzati in quanto sostituiti, nel corso degli anni, da specifiche forme di sostegno a carico del FUS, e vengono esentate dall’imposta di bollo le istanze presentate alle Direzioni generali cinema e spettacolo dal vivo onde favorire l’utilizzo di piattaforme on-line.

L’articolo 10 assicura la prosecuzione del funzionamento dei teatri e degli enti pubblici e privati operanti nel settore dei beni e delle attività culturali, evitando che essi siano destinatari dei tagli di spesa previsti per i consumi intermedi nei confronti di tutti gli enti iscritti nell’elenco ISTAT. Tali istituti, difatti, operano in un settore molto particolare per cui il taglio dei consumi intermedi risulta di difficile praticabilità e, soprattutto, pone a serio rischio la loro stessa esistenza.

Si tratta, in particolare, delle quattordici Fondazioni lirico-sinfoniche, nonché di undici enti vigilati dal Ministero (Accademia della Crusca, Biblioteca europea di informazione e cultura, Centro sperimentale di cinematografia, Fondazione Festival dei due mondi, Fondazione La Biennale di Venezia, Fondazione La Quadriennale di Roma, Museo storico della liberazione, Scuola archeologica italiana di Atene, Fondazione centro internazionale di studi di architettura Andrea Palladio e Fondazione Gioacchino Rossini) e dei diciassette Teatri stabili pubblici.

Essi sono sottratti dall’applicazione del comma 3 dell’articolo 8 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (spending review), nonché dal taglio delle spese relative alla pubblicità e per le tournées. Il Presidente relatore invita tuttavia a valutare se sia possibile escludere detti enti da tutti i tagli variamente previsti dai predetti provvedimenti di contenimento della spesa come ad esempio quelli relativi alle mostre e alle conferenze, pur nella consapevolezza che ciò pone un problema di copertura finanziaria, che il Governo dovrebbe impegnarsi a reperire.

L’articolo 11 detta disposizioni urgenti per il risanamento delle fondazioni lirico-sinfoniche e il rilancio del sistema nazionale musicale di eccellenza. Il settore sta registrando infatti, in questi ultimi esercizi, una delle più gravi crisi economiche e finanziarie della sua pur lunga vita: l’originaria carenza di capitalizzazione, già presente con la riforma del 1996 che trasformò i Teatri d’Opera da enti pubblici in fondazioni di diritto privato, e i crescenti costi di produzione (in primis quelli del personale), che non hanno trovato nel Fondo unico per lo spettacolo (decrescente) un adeguato sostegno finanziario, comportano attualmente profonde crisi strutturali, evidenti soprattutto nella amministrazione straordinaria cui sono sottoposti ben tre di tali importanti organismi (la crisi di indebitamento in cui versa la maggior parte delle quattordici fondazioni è commisurabile, alla data del 31 dicembre 2012, in 377.421.262 euro).

La norma si prefigge dunque lo scopo di avviare immediatamente a risanamento le gestioni dei Teatri d’Opera maggiormente compromesse sul piano economico-finanziario e patrimoniale, offrendo agli enti capaci di avanzare un piano di rientro dal debito e di riorganizzazione complessiva della gestione un cospicuo finanziamento a carattere rotativo; la proposta, nella consapevolezza che la voce di costo produttiva di maggiori perdite è attribuibile al personale dipendente, coniuga l’intervento con provvedimenti di riduzione del personale tecnico-amministrativo.

Gli enti in maggiori difficoltà vengono pertanto invitati a redigere un piano di risanamento idoneo ad assicurare gli equilibri di bilancio, nell’arco dei tre successivi esercizi. Poiché la causa principale del dissesto in parola è data dal costo delle cosiddette masse artistiche, tecniche amministrative, il cui costo nel 2012 assomma a ben 308.748.241 euro, in questi casi si prevede la riduzione della dotazione organica del personale tecnico e amministrativo fino al 50 per cento di quello in essere al 31 dicembre 2012 e la cessazione dell’efficacia dei contratti integrativi aziendali in vigore. La lievitazione nel tempo del valore economico dei contratti integrativi aziendali, nel loro ammontare percentuale rispetto al valore economico del contratto collettivo nazionale di lavoro, tocca infatti nel 2011 punte superiori anche al 35-38 per cento, con una spesa complessiva superiore a 75.000.000 euro. L’intervento sull’entità e sui costi del personale, unitamente al blocco del nuovo indebitamento ed alla inderogabile rinegoziazione e ristrutturazione del debito, dovrà assicurare la riacquisizione di soddisfacenti equilibri patrimoniali ed economico-finanziari. Poiché il personale e la sua gestione rappresentano l’elemento della produzione più importante in un Teatro lirico-sinfonico, la disposizione prescrive peraltro che i piani di risanamento siano corredati, tra gli altri atti, dall’accordo raggiunto con le associazioni sindacali maggiormente rappresentative in ordine ai punti del piano di risanamento.

L’impiego di consistenti risorse finanziarie da parte dello Stato per invertire la crisi delle Fondazioni lirico-sinfoniche postula che l’azione di risanamento sia coordinata da una figura idonea a rappresentare a livello centrale le istanze e le esigenze di tutti i Teatri interessati; il Governo ritiene pertanto necessaria la figura di un Commissario straordinario, deputato ad analizzare i piani, a sovrintendere alla loro attuazione, ad esigere eventuali integrazioni e modifiche, facendo rispettare le scadenze concordate.

L’istituzione di un Fondo di 75.000.000 euro per l’anno 2014, a carattere rotativo, e per la durata massima di 30 anni, costituisce, a fronte della crisi economica e patrimoniale dei Teatri, una congrua misura di intervento atta a conferire al settore quell’iniezione di capitale evidentemente non apportata con la privatizzazione degli enti di cui al decreto legislativo n. 367 del 1996 già citato. In proposito, il Presidente relatore prospetta peraltro l’opportunità di introdurre qualche criterio aggiuntivo per la destinazione dei fondi in questione.

La strategia generale del provvedimento, tendente al risanamento nel medio e lungo termine delle fondazioni in stato di crisi, non può prescindere dalla tempestiva valutazione delle urgenti esigenze degli enti che non possano fare fronte ai debiti certi ed esigibili da parte dei terzi; infatti la norma prevede utilmente che nelle more del perfezionamento del piano di risanamento, già nell’anno 2013 una quota fino a 24.000.000 euro possa essere anticipata dal Ministero su indicazione del Commissario straordinario a favore delle fondazioni che versano in una situazione di carenza di liquidità tale da pregiudicare la gestione anche ordinaria della Fondazione. In relazione alla già menzionata e principale causa di dissesto dei Teatri d’Opera viene contestualmente previsto l’immediato avvio delle procedure per la riduzione della dotazione organica del personale tecnico e amministrativo.

Nei confronti degli enti che non abbiano avviato la negoziazione per la ristrutturazione del debito è prevista la sanzione della liquidazione coatta amministrativa, unitamente al recupero delle anticipazioni finanziarie concesse.

Quanto alla destinazione del personale in esubero, non è possibile, allo stato degli atti, determinare l’entità esatta del costo aziendale di cui la fondazione sarebbe liberata con i piani di risanamento, atteso che la riduzione di personale è elastica («fino al 50 per cento»). Oltre l’applicazione dell’articolo 72, comma 11, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in tema di collocamento a riposo del personale prossimo al raggiungimento dell’età pensionabile, è previsto peraltro che in caso di ulteriori eccedenze bil personale sia trasferito alla Società Ales S.p.A., nell’ambito delle vacanze in organico e nei limiti delle facoltà assunzionali di tale società. Al riguardo, il Presidente relatore sollecita tuttavia una riflessione sul personale di detta società, che potrebbe essere utilmente impiegato per ridurre le carenze di organico del Ministero, con particolare riferimento alle strutture periferiche. Nel corso dell’esame del provvedimento, potrà dunque essere preso in considerazione un atto di indirizzo al Governo che lo impegni in questo senso, prevedendo altresì una relazione periodica alle Camere sulle utilizzazioni di detto personale.

L’articolo 11 intende inoltre fronteggiare alcune problematiche emerse in tema di governance delle fondazioni lirico-sinfoniche, cercando di stabilire con urgenza forme più appropriate di controllo degli atti di gestione e di verifica della sostenibilità economico-finanziaria di determinate spese. Nello specifico, gli statuti dovranno essere adeguati, entro il 31 dicembre 2013, prevedendo una struttura organizzativa con una serie prestabilita di organi (presidente, organo di indirizzo, organo di gestione, organo di validazione degli atti adottati dall’organo di gestione, organo di controllo ed eventualmente un’assemblea).

Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo spetta la nomina di un nuovo organo (monocratico), che avrà la funzione di validare gli atti adottati dall’organo di gestione, mentre al Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, quella dell’organo di controllo, che risulterà composto da tre membri (un magistrato della Corte dei conti e uno espressione di ciascun Ministero).

Si prevede la partecipazione dei soci fondatori privati in proporzione agli apporti finanziari alla gestione o al patrimonio della fondazione, che devono essere non inferiori al tre per cento.

Al fine di rendere più chiara e trasparente la gestione patrimoniale vengono individuati due fondi: uno indisponibile di dotazione (vincolato al perseguimento delle finalità statutarie), e un altro destinato alle spese correnti di gestione dell’ente. Con riguardo al primo, il Presidente relatore osserva peraltro che si potrebbe approfondire la possibilità del passaggio di proprietà dei teatri in capo alle Fondazioni.

Quanto alla presidenza degli enti, oggi fondazioni di diritto privato, essa è assunta storicamente dai Sindaci dei comuni che, nell’ospitare i teatri, forniscono nella quasi totalità dei casi l’uso della sede principale e gli spazi necessari all’attività. Tuttavia, tale collegamento non sempre corrisponde all’esigenza di snellezza della governance. Il Governo ritiene quindi opportuno, con l’eccezione della plurisecolare Accademia Nazionale di S. Cecilia, prevedere che il Sindaco possa nominare in persona diversa da sé il presidente della rispettiva fondazione lirica.

Nell’ottica di ottenere un miglior coordinamento fra la realizzazione dei programmi delle diverse fondazioni, viene poi creata una Conferenza degli organi di gestione, presieduta dal Direttore generale competente, che può convocarla anche per gruppi individuati per zone geografiche o specifici progetti comuni.

Il comma 19 contiene una norma interpretativa in merito alla trasformazione dei contratti di lavori a tempo determinato in tempo indeterminato, ribadendo che tale trasformazione non si applica in ogni caso alle fondazioni lirico sinfoniche.

I commi 20 e 21 individuano invece nuovi e più stringenti criteri per la destinazione della quota annuale del FUS spettante alle fondazioni lirico-sinfoniche: il 50 per cento è legato ad alcuni indicatori di rilevamento dei costi di produzione connessi a programmi di attività realizzati da ciascuna fondazione nell’anno precedente quello cui si riferisce la ripartizione, il 25 per cento dipende dalla capacità di attrarre risorse e dai risultati della gestione e il restante 25 per cento dalla qualità artistica dei programmi.

Il Presidente relatore rammenta infine che le Fondazioni lirico-sinfoniche, secondo la più recente giurisprudenza, sono enti di diritto privato, ma spetta loro un trattamento di diritto pubblico e rileva che l’articolo 11 potrebbe essere la sede idonea per chiarire una volta per tutte che i predetti enti non sono soggetti al pagamento dell’IRAP sul FUS.

Il Capo III detta infine disposizioni urgenti per assicurare efficienti risorse al sistema dei beni e delle attività culturali. In particolare, l’articolo 12 intende agevolare la diffusione di donazioni di modico valore in favore della cultura e porre fine alle attuali farraginosità nella raccolta e nella finalizzazione agli interventi per i beni culturali di uno degli strumenti più virtuosi creati negli ultimi decenni, ovvero le cosiddette «erogazioni liberali».

La norma è dunque volta a facilitare la raccolta presso il pubblico di erogazioni liberali, anche di modico valore, da destinare a interventi di tutela dei beni culturali o paesaggistici. Attualmente, questa finalità può essere perseguita solo mediante versamento delle somme in conto entrata dello Stato e loro successiva riassegnazione allo stato di previsione della spesa del Ministero. È, tuttavia, da rilevare come, nel caso delle donazioni di scopo per interventi di tutela del patrimonio culturale, il rispetto delle suddette rigorose regole contabili presenti diverse rilevanti criticità.

In primo luogo, il meccanismo procedurale descritto determina il decorso di un notevole lasso di tempo tra il momento del versamento del contributo da parte del privato finanziatore e quello della disponibilità delle somme da parte dell’istituto destinatario.

In secondo luogo, esso causa un notevole aggravio amministrativo, poiché comporta il coinvolgimento di numerose articolazioni centrali e periferiche del Ministero e della Ragioneria generale dello Stato e, inoltre, implica la necessità di individuare, per ogni singolo versamento, in base alla relativa causale, l’istituto cui la somma deve essere riaccreditata.

Infine – e soprattutto – la procedura non è, di fatto, percorribile per le donazioni di modico valore, in quanto non è ipotizzabile che il privato cittadino che intenda versare un importo modesto si rechi presso la Sezione di tesoreria provinciale dello Stato per provvedervi. Ne deriva, quindi, la rinuncia a potenziali fonti di entrata.

L’attuale previsione normativa dell’obbligatorio ricorso al complesso meccanismo della riassegnazione viene normalmente giustificata sulla base della ritenuta necessità di non derogare al principio di unicità del bilancio dello Stato, in ragione del quale sono, in linea di principio, vietate le gestioni contabili fuori bilancio. Tuttavia, osserva il Presidente relatore, nel caso di specie l’ossequio al principio in argomento appare un inutile formalismo, posto che è indubbio che le donazioni di scopo non possono che essere integralmente riassegnate per il perseguimento di quello specifico fine per cui sono state erogate. D’altra parte, la necessità per la Ragioneria generale dello Stato di avere esatta contezza della consistenza di tali erogazioni può ben essere soddisfatta con altre, meno gravose, modalità.

Opportunamente, la proposta normativa prevede, quindi, criteri semplificati per la definizione di nuove modalità di acquisizione delle donazioni di modico valore, fino all’importo di cinquemila euro, destinate ai beni ed alle attività culturali.

L’articolo 13 ripristina gli organismi collegiali operanti presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che rischiano la definitiva soppressione a seguito del decreto-legge n. 112 del 2008 e della spending review.

Senza l’articolo 13, l’intera compagine degli organismi collegiali operanti presso il Ministero, fra cui il Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici e i Comitati tecnico-scientifici, verrebbe infatti a cessare, con conseguente vera e propria paralisi dell’attività del Ministero, non più in grado di svolgere in molteplici settori le competenze ad esso assegnate dalle leggi in vigore. In proposito si esprime pertanto un convinto giudizio positivo.

Gli articoli 14 e 15 del provvedimento sono relativi alle coperture finanziarie.

Nel ribadire l’estremo favore nei confronti del provvedimento in esame, il Presidente relatore rileva infine una serie di questioni, che potrebbe essere opportuno discutere nell’ambito del provvedimento con l’auspicio di una loro pronta soluzione. Ad esempio, potrebbero essere introdotte norme di valorizzazione dei siti Unesco, di riordino degli enti vigilati dal Ministero, di semplificazione della concessione dei contributi agli istituti culturali, di snellimento della gestione delle sale cinematografiche (come l’abolizione del patentino per le proiezioni) e l’esclusione delle ispezioni dai divieti di missione. A tale ultimo riguardo occorrerebbe tuttavia approntare idonea copertura finanziaria.