3.976: ecco quanti sarebbero i “Quota 96”

da Tecnica della Scuola

3.976: ecco quanti sarebbero i “Quota 96”
di Pasquale Almirante
Manuela Ghizzoni dà nel suo blog i numeri degli aspiranti alla pensione compresi nella “Quota 96”. Ma tanti sarebbero già in uscita per effetto della legge contestata
Scrive la parlamentare Pd: “il Comitato ristretto ha preso atto dell’esito del monitoraggio: 3976 Questa platea di beneficiari è già stata depurata da coloro i quali hanno raggiunto o raggiungeranno i requisiti Fornero (mentre include ovviamente quelli che decideranno di restare in servizio, e che nella scuola rappresenta una percentuale significativa). Come Comitato ristretto siamo riconvocati domani per approvare un nuovo testo unificato delle due proposte di legge Ghizzoni e Marzana alla luce del monitoraggio. Ho sentito stamattina una collega affermare, alla lettura dei dati, che dovevamo festeggiare. No, non è lo stato d’animo che mi anima in questo momento. Non c’è nulla da festeggiare nell’avallo con due anni di ritardo di quanto sosteniamo dal gennaio 2012. Sale, invece, l’amarezza. E si rafforza la consapevolezza che la distanza tra istanze della società e risposte della politica aumenta costantemente per responsabilità della seconda.” Amara consolazione dunque per tutti, mentre un folto gruppo dei “Quota 96” va in pensione il primo settembre prossimo senza intervento alcuno della politica, ma per marea calante della stessa Legge Fornero che ha però in compenso rubato loro due anni in più di lavoro non desiderato e forse a danno anche dei ragazzi. E in più, con questo nuovo calcolo, si dimostra la scarsa efficienza, sia del Miur, che non ha saputo dare, balbettandoli, i numeri esatti della platea interessata, e sia dell’Inps che ne aveva contati oltre 9000. Si è infatti dovuto ricorrere a una circolare inviata in tutte le scuole per avere una mappatura esatta di coloro che gravitavano tra i “Quota 96” i cui risultati solo oggi sono stati ufficializzati dall’on Ghizzoni che, a dire il vero, prese a cuora questa faccenda al suo nascere. Ma a distanza di due anni il resoconto complessivo dell’efficienza della politica non è del tutto soddisfacente. Il 19 novembre intanto si attende la sentenza della Corte costituzionale sulla Legge Fornero, sul cui esito saranno poi gli avvocati di parte a disquisire, mentre in caso di esito favorevole si ventila pure l’ipotesi di un risarcimento danni. Ma c’è pure un’altra spada sospesa sulla testa di questi lavoratori nelle forme della procedura di infrazione che l’Ue ha predisposto contro l’Italia perché non ha equiparato l’uscita degli uomini (65 anni) con quella della donne (61). Il timore sta nel fatto che il Governo possa, per evitare l’esborso di qualche milione di euro, innalzare a 65 anni l’età per tutti, invece di abbassare. Tra i “quota 96” non pare dunque che ci sia pace come fra gli uliveti che in questo periodo vengono bacchiati.

Aumentano alunni disabili e docenti di sostegno

da tuttoscuola.com

Aumentano alunni disabili e docenti di sostegno

Cresce il numero di alunni disabili nella scuola statale italiana: nell’anno scolastico 2012-2013 erano 202.314, in quello attuale sono 209.814 (+ 3,7%). Nello stesso tempo aumenta il contingente degli insegnanti di sostegno: dai 101.301 del 2012-2013 ai 110.216 dell’anno scolastico in corso (+ 8,8%), con un aumento di quelli di ruolo di 4.447 unità (altri 13.342 passeranno in ruolo nel 2014-2015 e 8.895 nel 2015-2016).

Sono i dati diffusi dal Miur che ha pubblicato sul suo sito il focus “L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità”. Emerge che gli studenti disabili sono circa il 2,5% degli alunni totali (1,3% nella scuola dell’infanzia, 3% nella scuola primaria, 3,7% nella scuola secondaria di primo grado e 2% nella scuola secondaria di secondo grado).

Guardando ai numeri della sola scuola statale, dall’anno scolastico 2000-2001 gli alunni con disabilita’ sono aumentati di oltre il 60%.  La crescita è stata differente nelle diverse macroaree del territorio: +90% nel Nord-Ovest, +76% nel Nord-Est, +82% nel Centro, +34% nel Mezzogiorno.

Le regioni dell’Italia centrale presentano mediamente una percentuale più elevata di alunni con disabilità. Nelle scuole statali si registra una percentuale di alunni con disabilità, sul totale degli iscritti, pari al 2,7%. In quelle non statali sono l’1,5%.

La disabilità intellettiva rappresenta la tipologia più diffusa: oltre 148.700 alunni fra scuola statale e non statale (66,7% del totale degli alunni con disabilità.

Carrozza: Sì alla finanza nei programmi di studio, ma no a nuove materie

da tuttoscuola.com

Carrozza: Sì alla finanza nei programmi di studio, ma no a nuove materie

Quest’anno non ho fatto in tempo, ma è uno dei temi di cultura generale da affrontare nelle scuole. Bisogna fare in modo di inserire l’economia e la finanza nei programmi nazionali. Penso anche che la Settimana della cultura scientifica e tecnologica che ogni anno si organizza nelle scuole e nelle università non debba affrontare solo temi teorici ma vada declinata invece su più ambiti. E quindi vorrei al suo interno la  Settimana dell’Economia, o quella sulla gestione dei rifiuti per uscire dalla formazione teorica e inserire le nozioni nella vita di tutti i giorni“. Lo afferma il  ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, in un’intervista alla Stampa.

Non penso che” nuove materie “siano la soluzione“, precisa il ministro. “Più che caricare gli studenti e i professori con una nuova materia di studio – spiega – penso che sia efficace agire attraverso idee e progetti trasversali. E potenziando gli insegnamenti tradizionali applicandoli a concetti di economia. Mi piacerebbe che per capire il capitalismo si leggesse Dickens: le pagine di “David Copperfield” sono molto più chiare di tanti trattati in materia. Oppure per capire il concetto di Pil vorrei che lo si affrontasse durante le lezioni di matematica“.

In Gazzetta Ufficiale la legge sulla scuola

da tuttoscuola.com

In Gazzetta Ufficiale la legge sulla scuola

Entra in vigore da oggi la legge 8 novembre 2013, n. 128 di conversione con modificazioni del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca.

La legge è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 264 dell’11.11.2013.

Alcuni provvedimenti previsti dalla legge avranno bisogno di decreti di attuazione o di regolamenti, mentre altri sono immediatamente esecutivi. Tra questi le prime quote del piano triennale di immissioni in ruolo di docenti, già attivato in applicazione del decreto legge 104.

Per il sostegno ad alunni disabili l’immissione in ruolo (4.447 per l’anno scolastico 2013-14) è preceduta dalla stabilizzazione in organico di diritto di altrettanti posti che attualmente sono provvisori in deroga.

Scuola e Alunno con Autismo

Scuola e Alunno con Autismo
Riflessione sul modello italiano

Ed eccoci ad un problema centrale “Scuola e Autismo”.
Puntualmente come ogni anno, all’inizio dell’anno scolastico, si sentono e si leggono articoli riguardanti nomine, insegnati di sostegno, cattedre, certificazioni, ecc., in realtà dovremmo occuparci di Marco, Alessia, Simone a scuola e non in generale di leggi, di bambini con autismo o di pedagogia, psicopedagogia, ecc.
Alcune riflessioni a proposito meritano perciò attenzione e dibattito.

C’è fra tutti noi cittadini e soprattutto noi genitori di bambini con autismo, una forte apprensione associata a speranza e grandi attese relativamente alla qualità della prospettive educative e della vita di relazione che i bambini e i ragazzi con autismo sperimenteranno all’interno di un contesto altamente specifico come è la scuola.
La scuola, seconda soltanto alla famiglia come luogo educativo e di permanenza, è certamente un momento fondamentale per il ragazzo, la famiglia e la società.
La scuola è anche per ora la sola realtà “istituzionale” che, nel bene e nel male, si è fatta carico del problema “autismo”, ed inoltre, è anche quella che quotidianamente impatta, in modo diretto e continuato, con le difficoltà vere del singolo bambino certificato, investendo attenzione e risorse nella gestione di un processo, quello dell’integrazione, mai troppo chiarito, i cui traguardi e le cui metodologie sono state dalla scuola stessa più inventate ad hoc che apprese e applicate. Al suo interno, la scuola ha consentito, ad insegnanti, bambini e alunni con disabilità, una esperienza reciproca e troppo spesso, a tale istituzione, è stato attribuito e ingiustamente richiesto, un impegno eccedente finalità e possibilità intrinseche. Frequentemente si è confuso il suo ruolo pedagogico e sociale, con il percorso riabilitativo vero e proprio di molte disabilità. Nonostante questo fraintendimento molti insegnati si sono distinti in questa sfida con stupefacenti adattamenti e ottimi risultati ma molti sono anche gli errori, molti i silenzi, le ingiustizie, le intolleranze, le discriminazioni, i muri di gomma…

La scuola è un diritto e un dovere

La scuola è la vita, la vita di ogni uomo nella collettività, al di là della sua condizione, del suo stato di salute, della sua specificità, della eventuale sua non abilità o disabilità. Il soggetto è nella scuola come “individuo”, non come “normo-dotato” o come affetto da “autismo”, o da “audiolesione”, ecc. La scuola mette in relazione persone differenti che si scambiano informazioni, su sé, sugli altri e sulle cose e nessuna etichetta, nessuna caratteristica, peculiarità, origine, religione, diagnosi, dovrebbe modificare in senso negativo o deprivativo tale scambio.
In questa ottica la legge 104 del 1992 prevede la scolarizzazione di tutti i minori in situazione di handicap, bambini con autismo compresi. Altre norme ancora sono state emante per assicurare questo diritto e sarebbe bene conoscerle per potersi sorprendere nel vedere come questo obiettivo risulti tuttavia così difficoltoso.

Scolarizzare non significa semplicemente “accesso”.

La scolarizzazione non si riduce all’accesso, all’inserimento in una classe ma produce, quale elemento nobile e qualificante, integrazione, come percorso che dalla aspecificità delle finalità di gruppo e delle formule di principio, mediante un insieme di adattamenti reciproci, guidati dai docenti, giunga all’individualità degli alunni, consentendo loro delle esperienze significative, sia nell’apprendere che nel socializzare.

Cosa assolutamente dobbiamo pretendere dalla scuola?

E in particolare, noi genitori di soggetti con autismo, “cosa possiamo pretendere?, E una volta che lo avremo stabilito potremo anche domandare “Realizza la scuola ciò che è corretto pretendere?”, ed eventualmente “Perché non lo può fare?”

Per legittimare simili quesiti sarebbe importante dimensionare a livello nazionale il fenomeno autismo e sindromi correlate, comprendendo all’interno di questo eterogeneo gruppo, a causa delle diverse classificazioni utilizzate dai vari professionisti relativamente a tali diagnosi, anche i casi di psicosi infantile. Le dimensioni del problema ci potrebbero far capire meglio come ci dobbiamo organizzare per pretendere risposte sempre più qualificate e specifiche.

Dimensioni del problema

I bambini diagnosticati autistici o psicotici nelle scuole pubbliche d’Italia, in base ai dati dei provveditorati agli studi (oggi CSA), dati ricavati dalle diagnosi ufficiali rilasciate dai Servizi Sanitari, relativi all’anno 2001-2002, riferiscono un numero di casi complessivo di 8062 alunni così certificati, e cioè 140 casi circa per milione di abitanti; suddivisi in 64/milione con diagnosi di autismo, e 75/milione con diagnosi di psicosi infantile. Attenzione questi sono i dati relativi agli alunni disabili certificati rispettivamente, autistici o psicotici, presenti nelle scuole in Italia in un preciso periodo di tempo e non i dati riferiti alla totalità dei casi presenti sul territorio nazionale.

DIAGNOSI DI AUTISMO E PSICOSI INFANTILE (dati CSA 2001-2002)

Diagnosi di Autismo

Scuola materna 21/ milione di abitanti (1220 bambini certificati autistici)
Scuola elementare 22/ milione di abitanti (1276 bambini certificati autistici)
Scuola media 15/ milione di abitanti ( 870 bambini certificati autistici)
Scuola secondaria superiore o II° grado 7/ milione di abitanti ( 406 bambini certificati autistici)

Diagnosi di Psicosi infantile

Scuola materna 20/ milione di abitanti (1160 bambini certificati psicotici)
Scuola elementare 20/ milione di abitanti (1158 bambini certificati psicotici)
Scuola media 19/ milione di abitanti (1102 bambini certificati psicotici)
Scuola secondaria superiore o II° grado 16/ milione di abitanti ( 928 bambini certificati psicotici)

Come potete vedere i valori numerici rispettivi, autistici e psicotici, sono pressochè sovrapponibili. Se però sono paritetici in partenza (scuole materne), divengono dismogenei successivamente a causa dei ritiri, poiché, con il passare degli anni, i bambini autistici scolarizzati diminuiscono in modo significativo, in generale (valore assoluto) e persino rispetto ai soggetti certificati come psicotici. I bambini con diagnosi di psicosi mantengono fortunatamente una forte presenza anche nella scuola secondaria. Questo dato ci dice però che le cose vanno particolarmente male per i soggetti con autismo. Non è infatti il migliorare dell’incidenza della diagnosi che li fa scomparire dalle aule ma piuttosto oggettive difficoltà nell’integrazione.

E’ solamente l’andamento severo della sindrome autistica che può giustificare la negatività di questi riscontri?

Noi genitori non lo crediamo.
I dati mostrano che per l’autismo la scolarizzazione è anche meno precoce, forse perchè le diagnosi arrivano un po’ più tardi, o entrambe le cose, rispetto alle psicosi (lieve aumento dei casi nelle scuole elementari). Ma questo dato è strano perchè le psicosi si affermano tipicamente in età decisamente più avanzata rispetto al sospetto di autismo. Questo dimostra inconfutabilmente che molte diagnosi di autismo vengono fatte molto tardi. Altre elaborazioni dei dati forniti dal CSA evidenziano anno dopo anno, un incremento costante dei casi, per ambedue le diagnosi, anche se di poche unità per milione, e tale andamento mostra un aumento maggiore a favore delle certificazioni di autismo rispetto a quelle di psicosi infantile in un rapporto pressochè doppio (il che fa pensare ad una corrrezione di diagnosi). Questo starebbe per un aggiustamento dei criteri diagnostici e per una sempre maggior conoscenza dell’autismo, più che per una diminuizione reale della patologia psicotica.
Appare veritiero però che questa fotografia “scolastica” del problema, pur significativa, offra valori decisamente sottostimati rispetto ai quadri patologici in questione nella loro interezza. Da una parte perché questi dati non comprendono i casi, con PDD e altre patologie border-line, quelli non ancora certificati, e dall’altra perché il provveditorato non rileva tutti i possibili pazienti o i loro spostamenti e, non ultimo, perchè manca nel conto il numero di chi è istituzionalizzato al di fuori della scuola (orfani o “a tutela sospesa”), oppure c’era ed è uscito e di chi si aggiungerà a costoro nell’anno appena iniziato.
Questi sono i dati da cui noi dobbiamo partire per capire quanta voce in capitolo abbiamo rispetto ai circa 50.000 insegnati di sostegno operanti in Italia e per impegnarci a non rinunciare in alcun modo e per nessuna ragione al profondo valore di scolarizzare.

Integrazione

Esiste anche una profonda differenza tra inserimento e integrazione.

Il presupposto di base, quando si parla di autismo, è comprendere che siamo di fronte ad un disturbo complesso e le risposte possibili saranno dunque complesse. Le situazioni sono molteplici e vanno affrontate, di volta in volta, come problematiche differenti, in un’ottica di specificità. I riduzionismi non aiutano a capire la realtà delle persone, perché ne prendono una piccola parte e la fanno diventare il tutto. Consapevoli delle difficoltà insite nella specificità, è bene ribadire che noi genitori di alunni con disabilità cognitivo-comportamentale sappiamo bene, e lo vogliamo ribadire, che la scuola non è il luogo deputato alla terapia propriamente detta per i disturbi dei nostri figli.

Noi semplicemente vogliamo realizzare ciò che è previsto dalla legge: apprendimento ed integrazione.
Vogliamo per i nostri figli esperienze significative, socializzazione, ampliamento delle capacità comunicative e relazionali, apprendimenti seppur minimi, mirati a favorire l’autonomia attraverso competenze e abilità essenziali, dando qualità alla loro esistenza. Sappiamo anche che, nell’ambito di questo progetto complesso e difficile, tutte le esperienze sono importanti ma questo non significa che tutte siano valide e, secondo il principio della rete, in un’ottica si scambio delle informazioni tra scuole, si dovrebbero socializzare le esperienze prestando ascolto a quelle riconosciute come esemplari e che possano essere utili e a disposizione di tutti. Non serve compartecipare soluzioni del problema solo se “esaustive, radicali o miracolose” ma semplicemente aiutare gli operatori a non sentirsi isolati all’interno della propria azione didattica “in divenire”, aprendo loro un orizzonte di riferimento più vasto.

L’integrazione è qualità di vita in comune ed è un fenomeno sicuramente complicato, i cui obiettivi vanno perseguiti non separatamente tra loro ma sperimentati in un’ottica di globalità. L’integrazione si realizza attraverso una esperienza comune o allargata, quando cioè tutti, operando insieme, si aiutano reciprocamente a migliorare la competenza culturale, relazionale e comunicazionale dei singoli nel gruppo.

Non da soli dunque si affronta l’integrazione, e verrebbe da dire “tanto meno l’autismo”.

Le condizioni essenziali affinchè esista integrazione sono:

Tutti divengano interpreti di uno stesso progetto, tutti debbono essere coinvolti, non solo l’insegnante di sostegno, ma tutti: il docente e il dirigente, i collaboratori scolastici, la famiglia, i medici, i paramedici, gli alunni, tutti….
Si deve operare in modo sinergico. Ciascuno deve impegnarsi per quanto gli compete, in una connessione stretta e continua con gli altri per fare un lavoro comune. Ciascuno faccia la sua parte e ciascuno si nutra e si rafforzi dell’esperienza integrative di tutti gli altri del gruppo e di coloro che sono altrove.
Integrazione significa anche “responsabilità”. Ciascuno ha la propria.

Sappiamo tutti che per consentire l’integrazione vera, non formale, nella scuola e nella società, specialmente dell’alunno con autismo, se vogliamo realmente farci carico di questo, risulta fondamentale ripristinare concetti squisitamente etici, un po’ desueti in questa civiltà patinata ed egocentrica; quello della responsabilità personale, di responsabilità attiva, di impegno individuale e di gruppo, di dovere morale. Non è affatto vero infatti che noi esistiamo perché qualcuno ci ha generato, la nostra umanità esite perchè un adulto ci ha adottato, cioè si è fatto carico, s’è preso cura, responsabilità, di ciascuno di noi. Dimenticare questo è dimenticare il senso della nostra vita.

“Approccio positivo”

Dal punto di vista psicopedagogico educativo, l’unico approccio corretto per promuovere l’integrazione dei bambini autistici è un “approccio positivo.
Positività non significa semplicemente che non si debbano più usare modelli di tipo disfunzionale, cioè quelli che partono dal proporre e ricostruire ciò che non funziona bene, ma anche e soprattutto che con questi bambini si deve procedere e costruire a partire dalla loro positività, dai loro interessi, da ciò che loro propongono e manifestano, facendo spazio alla spontaneità, nella congruità e rafforzando ciò che è adeguato, spendibile, equiparato all’età, prestando attenzione a gratificare ciò che è armonioso e coerente con la situazione e gli intenti comuni del gruppo, in un cammino di piacere nel fare le cose, di rinforzo dei comportamenti produttivi e funzionali.
Positività significa non lasciarli senza proposte, significa che con questi bambini non si può utilizzare il “no” fine a se stesso, il “no” e basta, il “no” senza spiegazioni, senza soluzioni sostitutive. A questi bambini va insegnata l’alternativa alla negazione, al divieto, a ciò che non è permesso, alla frustrazione di vedersi negato qualcosa. Questi bambini non possono essere obbligati a un comportamento, a una risposta, né a una socializzazione, né si possono enfatizzare in loro soluzioni abilitative eccessivamente specializzate o univoche, rinunciando o addirittura soffocando una globalità indispensabile, con interventi volti ad un recupero complessivo e ad una “non” formale integrazione.
La coercizione non aiuta il bambino autistico. Servono altre strategie, serve formazione, pazienza, tranquillità, disponibilità, anticipazione. Vie che privilegino la positività esistente in loro nelle diverse situazioni, che sfruttino i punti forti presenti nella realtà dell’altro, che richiamino l’impegno di tutti gli operatori nel realizzare un progetto partecipato di vera qualità della vita.

Linee guida fondamentali per avviare l’integrazione dei bambini autistici.

Alla scuola si dovrebbe giungere con requisiti minimi indispensabili già acquisiti dall’alunno certificato: l’attentività, l’attenzione condivisa, la capacità di scambio e la reciprocità nelle intenzioni, la motricità grossolana e fine, la comprensione del linguaggio, alcune autonomie di base, ecc.
Questo non sempre avviene, anzi raramente il bambino autistico è così opportunamente attrezzato e uno dei primi compiti della scuola, ai vari livelli, è quello di sapersi informare adeguatamente presso i diretti responsabili della presa in carico (specialisti neuropsichiatri infantili; esperti della problematica) sull’esistenza di questi prerequisiti e quindi valutarli, individuarli, quantificarli e monitorarli. Se assenti o carenti, la scuola deve assicurarsi il permanere dell’alunno certificato in percorsi atti a fornire ed adeguarlo a queste competenze essenziali.
La relazione medica deve essere informazione utilizzabile per gli insegnanti e dire loro cosa riconoscere e cosa è meglio fare ed evitare, ma soprattutto deve legittimare la forma di intervento pedagogico che verrà poi proposta.
L’altro, il bambino autistico, non è un esempio di patologia, l’altro è una persona da conoscere nella sua totalità, nella sua qualità di essere umano e come tale non ha di per sé obblighi di trasformazione in qualcosa di meglio.

L’intervento educativo nella scuola dovrebbe poi favorire:

l’acquisizione di un linguaggio
(in qualunque forma possibile privilegiando quello verbale, non verbale, corporeo, scritto, ecc.)
lo sviluppo delle capacità percettive e di esplorazione dell’ambiente
la promozione di competenze strumentali di base
la partecipazione attiva alla vita del gruppo classe
l’avvio alla socializzazione nel gruppo e all’esterno della scuola.

Il successo degli interventi educativi è invece in relazione all’affermarsi di altre variabili:

Precocità di avvio alla scolarizzazione, (favorire l’inserimento educativo precoce dei bambini autistici già negli asili nido, nelle scuole materne), sempre e solo se gli interventi erogati sono adeguati (questi due concetti non andrebbero mai disgiunti).

Competenza di tutti operatori, tutti quelli coinvolti, non solo scolastici, tutti, dalla sanità, scuola, società, servizi, tutti quelli coinvolti.

L’integrazione si realizza producendo cultura e consenso.

Servono persone molto preparate, sotto il profilo, medico, pedagogico, sociale, ecc.
Se ci si riferisce ad un soggetto autistico si ha bisogno di insegnanti di sostegno che conoscano benissimo i capisaldi della pedagogia (per esempio le metodiche di Schopler, alcuni metodi di condizionamento operante, metodi di comunicazione aumentativa e alternativa, ecc). Insegnamenti fondamentali.che devono far parte del bagaglio professionale di chi si avvicina all’handicap cognitivo-relazionale e che poi saranno utilizzati e adattati in modo conforme al caso specifico.

Disponibilità affettivo-comunicativa degli insegnanti, che è specifica e di cui bisogna se ne assumano personale e piena responsabilità

Fiducia nell’ottenimento degli obiettivi che pertanto debbono essere realistici.

Ottimismo nella verità, non piaggeria o entusiasmo da ciarlatani

Coinvolgimento forte dei genitori e familiari, che debbono realizzare una continuità di obiettivi e strategie anche in casa.

E’ necessario partecipare come genitori, insieme agli altri operatori coinvolti, alla stesura del progetto educativo-pedagogico dei nostri figli, un progetto individualizzato, realistico, effettivo, e che la legge recita come condiviso. Anche l’insegnamento dovrà essere condiviso, esplicito ed intenzionale, senza tempi morti, flessibile ed utile nel metodo e nei tempi. Dovrà avvalersi di un uso proprio dei materiali e di un uso corretto degli spazi, valutando sistematicamente i risultati per correggere gli errori o potenziare i progressi

Lavoro di rete, di coordinamento e di integrazione degli interventi per mezzo di alleanze positive tra i vari operatori, tra servizi diversi, tra medici e insegnanti, tra assistenti sociali medici e insegnanti, tra dirigenti scolastici e responsabili dei servizi socio sanitari.
Mettersi insieme per dare risposte utili.
I genitori da soli, la scuola da sola, i medici da soli, possono ottenere meno di quanto sarebbe possible. L’ottica essenziale è quella delle sinergie tra dimensione clinica, familiare e con l’organizzazione interna della scuola e del sociale.

L’istituzione scolastica, con l’avvento dell’autonomia didattica, non è più vincolata ad un modello permanente di funzionamento e può, di volta in volta, decidere secondo i bisogni degli allievi, quali forme organizzativo-didattiche siano le più funzionali rispetto all’intervento scelto; non c’è più un vincolo, un modello definito da seguire. L’avvio della devolution inoltre ridurrà sempre più le competenze del ministero della sanità e della pubblica istruzione facendo emergere nuovi interlocutori per il mondo della scuola: regioni, province, comuni, enti locali, ecc.

Il successo dell’inserimento è correlato alla personalizzazione, non l’autismo dunque ma Michele, Alessia, il bambino e la sua specificità.

Il successo formativo, non dipende solo dall’insegnante o solo dalle capacità dell’alunno, ma è una co-costruzione che si realizza attraverso l’elaborazione di obiettivi semplici, limitati, graduali, progressivi, attraverso tentativi e aggiustamenti continui degli apprendimenti.
E’ essenziale passare in fretta da una logica individuale, quella che vede tutto il possibile in una sola figura professionale, ad una visione allargata, all’obiettivo comune nello sforzo di tutti.
E’ sbagliato pertanto pensare che simile progetto dipenda esclusivamente dall’insegnante di sostegno.
Anni di graduatorie ‘non’ di merito hanno mandato al massacro persone innocenti in entrambe le trincee. E’ ormai fondamentale il passaggio concettuale che sostituisca l’insegnante di sostegno, con i “sostegni”, come insieme di strumenti, operatori ed energie, coordinati, legati a precise situazioni contestuali, ai veri operatori protagonisti in quel momento, in quella realtà specifica scolastica e sociale in cui si intende realizzare l’integrazione dei nostri figli. Sono sostegni la comunità, il gruppo sociale e scolastico, il gruppo-classe, il tutoring, i materiali necessari e specifici; sono un sostegno l’uso specifico e alternativo e l’organizzazione degli spazi, la documentazione e i corsi di formazione, gli incontri tra operatori coinvolti, con i medici, con i genitori, i video con valutazioni collettive, periodiche, ecc. I sostegni sono tanti e chiamano in causa anche altre realtà, anche altri enti, altre istituzioni che ad esempio debbono preoccuparsi di fornire la scuola dei materiali indispensabili alla realizzazione di un percorso integrativo.

Nelle classi dove è presente il bambino autistico è indispensabile:

Conoscere bene il bambino
Conoscere bene la patologia, le sue cause, le sue caratteristiche, le difficoltà che produce.
La disabilità deve essere conosciuta senza pregiudizi, per poterla accogliere nel gruppo, dal latino cum prendere, cioè “prendere con sé”.
3. Conoscere le strategie pedagogiche ed educative ad essa applicabili in generale.
Le conoscenze cliniche e pedagogico didattiche specifiche sono oggi così stimolanti ed accessibili che non è più possibile accettare l’improvvisazione o l’ignoranza in questa direzione. Il problema della pedagogia dell’autismo non è diverso da una regione all’altra, da una scuola all’altra, è un intervento terapeutico internazionale. È una pedagogia mondiale.
Formulare e condividere con tutto il gruppo operativo il piano d’intervento e il progetto
educativo elaborato per quel bambino.
Conoscerne i dettagliati dell’intervento e strutturare la sua realizzazione mantenendo
un’ampia disponibilità alla necessaria flessibilità.
5. Agire nella quiete. Armarsi tutti di disponibilità, calma e tranquillità.
6. Preparare prima l’accoglienza, il lavoro da effettuare, strutturando spazi, tempi, materiali.
7. Anticipare le attività da svolgere (calendario attività) o la proposta (simbolicamente). Parlare in modo chiaro, semplificato e fare un parco uso delle parole come se fossero preziose chiavi per capire il mondo. Assicurarsi di essere comprensibili e soprattutto di essere compresi. Non usare esemplificazioni verbali, sinonimi, metafore ma essere sempre diretti, espliciti, univoci, coerenti, contestuali, supportando la parola con gesti, immagini, modelli…
8. Partire con attività gradite o che suscitino interesse. Inframezzare le diffocoltà con i piaceri.
9. Controllare e fornire adeguati stimoli senso-percettivi utilizzando un solo canale sensoriale per volta, in modo graduale, concreto, intensivo e ripetuto con assiduità, rettificandone l’utilizzo ogni volta che non funziona perfettamente.
10. Introdurre stimolazioni ed esercizi senso-percettivi utilizzando progressivamente più canali sensoriali, in modo graduale e ripetibile, adattando i compiti alla qualità risultati.
11. Proporre stimoli in quantità limitata (si può lavorare un minuto solamente su un’attività, e spesso è già un successo che quel minuto non sia andato sprecato) ma che siano di alta significatività (è bene interrompere una attività quando c’è il massimo successo in modo da renderla appetibile per una nuova proposta, appena un’attimo più lunga, il giorno dopo).
12. Preparare moltissime attività per una singola competenza (rischiare nuovi apprendimenti). Non tediare ma mantenere alto l’interesse con il successo e il piacere.
13. Organizzare attività con il gruppo; dapprima utilizzando proposte conosciute e praticate nell’uno a uno (bambino-adulto) sostituendo l’istruttore adulto con un coetaneo, e successivamente aprire vistosamente ai coetanei. Favorire liberamente la partecipazione spontanea all’attività del gruppo-classe, nel modo più fiducioso, coinvolgendo in reciprocità gli interlocutori.
14. L’impostazione metodologica deve essere giustificata, legittimata, validata, chiara e soprattutto documentata con registrazioni e video affinchè possa essere valutata nel suo divenire e nella sua efficacia dal punto di vista educativo. Sono i particolari di un intervento che lo trasformano qualitativamente.

Vi sono ostacoli e tanti possono essere interni all’alunno con autismo… ma troppo spesso sono esterni.

E’ certo che da una scuola priva di aule, dove mancano banchi o insegnanti (cosa non così inverosimile in certe zone del nostro paese), non è possibile pretendere l’ottimizzazione di un percorso educativo. Nella stragrande maggioranza dei casi però le risposte adeguate dovrebbero essere possibili.

Due o tre cose su cui non si può più transigere.

Per le specifiche caratteristiche neurobiologiche, gli inteventi educativi negli alunni autistici, devono svolgersi in un setting che preveda stabilità psicologico-ambientale e questo è risaputo nel mondo intero. Non si può più tollerare che l’esperienza della scolarizzazione dei nostri figli si trasformi in un sicuro meccanismo di regressione, di dolore, di confusione assoluta.
Su questa elemento di stabilità spaziale e strutturale fondamentale, si fonda il progetto di integrazione del bambino con autismo nella scuola.

Va fatta una battaglia durissima, giusta e necessaria, da parte di noi genitori, assieme agli insegnanti che sulla loro pelle l’hanno capito e con i medici che lo prescrivono. Ci sono delle precise responsabilità di legge dei comuni, proprietari delle scuole dell’obbligo, e delle province, proprietarie delle scuole superiori, quando gli spazi in cui dovrebbere integrarsi i nostri figli non sono previsti, non sono sufficientemente individuati, non sono sufficientemente ampi o bene illuminati. L’amministrazione centrale e locale deve inoltre comprendere in modo definitivo non solo questo ma anche il principio di continuità ancora continuamente calpestato dalle logiche occupazionali e con giustificazioni non pedagogiche ma spesso rivoltanti nella loro imperscrutabilità.

Erogare interventi educativo pedagogici adeguati.

Quando si può parlare di interventi adeguati?
Quando l’intervento erogato rispetta un codice che riguarda specificamente il soggetto autistico. Setting, continuità, preparazione, formazione, progettualità, condivisione, collegamento con il gruppo, tutela, disponibilità, tranquillità, verifiche, ecc.
Quindi la scuola che cosa fa?
Al momento fa quello che è in condizione di fare, in alcuni casi meglio, in altri peggio, in generale ancora troppo poco se parliamo proprio di autismo e scolarizzazione. Mi pare fondamentale se non altro in prospettiva futura affermare che il ruolo della scuola deve essere migliorato.
Ci vuole cultura. Ci vuole formazione.
Si deve passare da una formazione privata, costosa, elittaria, ad una formazione obbligata, sistematica e pubblica indirizzata e aperta a tutti (anche per coloro che già presenziano nelle strutture del territorio). L’università si deve impegnare a fornire formazione specialistica continua sull’handicap per i medici, per gli insegnanti, per i genitori. La provincia e i provveditorati dovrebbero attivarsi per la formazione. L’associazionismo dei genitori dovrebbe tornare garante di un primato del pubblico per i servizi necessari e fondamentali, lavorando nell’interesse esclusivo dei minori chiamati a vivere la qualità dell’integrazione, non preoccupandosi esclusivamente dell’affermazione delle proposte del proprio specialista o dell’insegnante di Marco o Matteo.
AUTISMO: COSA RICHIEDERE ALLA SCUOLA

Alla SCUOLA si richiede QUALITA’ e non quantità.

Se pensate che un bambino con autismo o con altri disturbi dello sviluppo possa essere inserito in ambiente scolastico sin dal primo giorno ad orario pieno, allora non conoscete questa sindrome.
L’inserimento dovrà essere necessariamente graduale e prevedere un’attenta strutturazione di spazi, modalità e tempi, delle moltissime attività da effettuare. L’immersione nel mondo scuola, seppure strutturata, dovrà essere attentamente monitorata, secondo la capacità di adattamento del bambino con disabilità e non certo secondo un’ipotesi di delega a tempo pieno all’istituzione di turno.
Ricordate che ritirare il piccolo bambino anche solo dopo un’ora di lezione, nei primi giorni, mantenendo elevato il livello di tolleranza e di interesse per ciò che viene proposto, significherà non doverlo necessariamente ritirare, persino definitivamente, più tardi, nè costringerlo ad aggravamenti e a penose alternative alla partecipazione (permanenza in vuoti corridoi o rimbombanti aule di ginnastica…) per frustrazione da insuccesso, da confusione, per eccesso esperienziale o per stanchezza, intolleranza.
E’ essenziale che il permanere a scuola sia sempre produttivo e di alto livello qualitativo. È certamente meglio che la scuola non lasci sperimentare, al bambino con disabilità, disagio, angoscia, frustrazione, fallimento, o consentirgli di scoprire modalità improprie di rifiuto, di allontanamento da essa.


QUALITA’

Qualità significa:

NON AVERE PREGIUDIZI
AVERE CALMA, DISPONIBILITA’, TRANQUILLITA’,
SAPERE BENE COSA “FARE”
e soprattutto
SAPERE COSA “NON-FARE”


COSA E’ L’AUTISMO

È un disturbo cerebrale complesso, i cui meccanismi e le cui cause sono ancora poco chiare, che sembra condizionare ed alterare profondamente l’utilizzazione corretta delle informazioni che giungono dall’esterno associata ad altre difficoltà. Molti livelli psicologico-neuro-funzionali sembrano disfunzionali ed incongrui rispetto alle classiche tappe dello sviluppo psicologico. Conseguentemente il bambino non è in grado di comprendere, distinguere, codificare spontanemente, oppure utilizzare in modo coerente le informazioni che gli giungono dall’ambiente. E’ confuso e invaso da un intricato e spesso intollerabile insieme di sensazioni difficilmente gestibili. Questo suo vivere in un caos sensoriale gli impedisce di partecipare, relazionarsi, capire, apprendere, avere iniziative ed elaborare i dati conseguenti a queste esperienze come succede normalmente agli altri bambini così da preferire il permanere in un sorta di basso e ripetitivo livello esecutivo e recettivo. Questa enorme difficoltà di ricezione, di utilizzazione adeguata delle informazioni e di produzione diventa vuoto di informazioni e povertà di performance. Vuoto che si esprime in mancanza di interessi, di linguaggio, in solitudine, agitazione, ritardo intellettivo, ritualità, incapacità di relazione e comportamenti inadeguati se non proprio inopportuni. Questo non significa che i bambini con disturbi cognitivo-comportamentali, non desiderino liberarsene, né che le competenze carenti non le si possa insegnare loro,nè che vi siano limiti insuperabili ad un compenso.
Lo sforzo di tutti è di rendere chiaro ciò che viene richiesto e proposto e di condurre progressivamente questi bambini verso una selezione, un ordine nell’apprendere e una normalizzazione del vivere con se stessi e gli altri, eliminando ciò che è di disturbo in questo cammino sia che venga dall’esterno, sia che dipenda dal problema biologico-neurofunzionale condizionante.

SAPERE COSA “FARE”

Accogliere un bambino con autismo o malattie correlate significa adottare le dovute strategie, significa sapere cosa “fare”:

COSA RICHIEDERE ALL’AMBIENTE

LUOGHI, TEMPI E ATTIVITA’ DA EFFETTUARE
DEBBONO ESSERE SEMPRE PROGETTATI PRIMA

1 – STRUTTURAZIONE DEL LUOGO
Significa organizzare e definire stabilmente alcuni spazi “protetti” all’interno della scuola.
Luoghi specifici, utili ad una ottimale realizzazione delle attività da svolgere in un rapporto uno a uno;
uno – piccolo/grande gruppo, identificati secondo le caratteristiche del bambino e
gli obiettivi educativi per lui individuati.
“Protetto” significa: configurato, adeguato, tranquillo.
Significa OCCASIONALMENTE organizzare e definire rapidamente ulteriori “spazi protetti” per adeguarsi ad attività diverse, nuove. Significa anche individuare segnali convenzionali, a disposizione del bambino, che lo mettano “in sicurezza” rispetto a una condizione di difficoltà o di minaccia, quando occasionalmente è fuori dagli spazi protetti. La progressiva estensione in senso dinamico del concetto di spazio “protetto” consente l’elaborazione di una individualità nello sperimentare, nell’esplorare e di una flessibilità operativa assai utile per uno sviluppo psicologico futuro.

2 – STRUTTURAZIONE DEL TEMPO
Sulla base delle caratteristiche del bambino e degli obiettivi educativi per lui individuati si debbono progettare, condividere, valutare gli insegnamenti da proporre.
Questo significa organizzare e definire prima, in generale e nel quotidiano, i tempi, le attività da proporre e eseguire; come effettuare la loro misurazione, registrazione, nonchè programmare le valutazioni periodiche da effettuare sugli apprendimenti per elaborare nuove pianificazioni e strategie.
Bisogna preparare prima ciò che serve (attendere è difficile e le modalità di attesa e riposo vanno insegnate) e anticipare quanto da eseguire con opportuni elenchi e tabelloni, definendo con chiarezza inizio e fine di ogni attività. Ci si preoccuperà di introdurre flessibilità nella loro proposta, nel continuarle e sospenderle, coinvolgendo l’alunno nelle attività di riordino.

NB. L’organizzazione dello spazio e del tempo dovrà essere pianificabile, comprensibile e visibile anche per il bambino (calendari attività; tabelloni ecc…)

3 – STRUTTURAZIONE DELLE ATTIVITA’
In base alle competenze già acquisite da un bambino e valutate attentamente quelle in emergenza si definiscono gli obiettivi da raggiungere, le competenze su cui lavorare.
Per ogni competenza se si progetteranno alcune attività che la riguardino, si prepareranno i materiali e le strategie per meglio effettuarla.
È utile disporre di più attività per singola competenza, evitando di annoiare, o di prolungare eccessivamente una proposta, mettendosi nella condizione migliore per mantenere alta l’attentività e l’adesione a quanto proposto. È opportuno inoltre iniziare sempre con una proposta gradita e poi le novità. Si spieghi bene cosa verrà esattamente richiesto al bambino, visualizzando e verbalizzando chiaramente il nome e le modalità esecutive della nuova attività, l’accesso e l’uscita da questa nuova competenza.
L’esecuzione delle attività, la risposta ad esse, la partecipazione a quanto proposto deve essere puntualmente premiata (variando ed estinguendo progressivamente gli aiuti e i premi) prestando molta attenzione a quanto si sta realmente e magari inconsapevolmente premiando in quell’istante; e mano mano che l’impegno e le capacità si manifestano, si inseriscano punteggi (tabelle con gettoni adesivi) per ottenere gratificazioni finali (scelte dallo stesso bambino e consistenti in concessioni speciali che lo riguardino) o proponendo contratti in cui esito sia di grande soddisfazione.
Non bisogna mai dimenticare di enfatizzare enormemente il piacere di effettuare e concludere bene un compito affinchè divenga esso stesso il vero premio.


COSA RICHIEDERE ALLE PERSONE

1 – COSA E’ RICHIESTO ALLE INSEGNANTI

FIDUCIA in sé stessi e nel bambino
DEDIZIONE, DETERMINAZIONE & CONTINUITA’
PREPARAZIONE, FORMAZIONE e AFFRANCAMENTO DAI PREGIUDIZI
(Es. di pregiudizi radicati quanto falsi: handicap irreversibile; sempre ritardo mentale grave; averbalità; aggressività; asocialità; autolesionismo, bambini pericolosi, difficili, ecc. )
I pregiudizi confondono e impediscono il riconoscimento che l’autismo è una disfunzione e non un male senza soluzione. Avere nella scuola un bambino con autismo è come avere un bambino con diabete. Così come una classe intera è informata e si ferma di fronte ad un malore di un bambino con diabete per soccorrerlo, per la stessa ragione dovrebbe “fermarsi” se un alunno con autismo, non riesce a comprendere quanto gli è richiesto, per soccorrerlo.

2 – ELIMINARE il “NO” e la frase “QUESTO NON SI FA”

La negazione e basta… non serve a questi bambini.
Non possono riempire un vuoto con un vuoto. Ma vale per essi la sostituzione, l’alternativa. (ad es. Se un bambino ama rubare la gomma dagli astucci dei coetanei e magari romperla, ridendo felice, è perché qualcuno, in precedenti occasioni, lo ha rincorso, lo ha catturato togliendogli di mano il prezioso oggetto, con grande partecipazione emotiva della classe intera. Le caratteristiche assunte dall’esperienza, magari casuale, l’hanno resa interessante, rinforzandola. Per modificarla ora è necessario impoverirla riducendone gli effetti (estinzione per indifferenza), Responsabilizzata la classe intera sul problema e sulla strategia per risolverlo, risulterà opportuno lasciare che il bambino completi la sua azione nel disinteresse di tutti e appenna si sarà fermato fargli una precisa richiesta: “Dammi la gomma”. In una successiva occasione gli si darà l’opportunità di sperimentare lo stesso comportamento facendo in modo che prima egli formuli la richiesta: “Posso avere la tua gomma?” e si enfatizzerà questa modalità: “Bravo che chiedi la gomma. Eccoti la gomma”… Promettimi che non la mordi.”
Servirà poi offrire alternative: “Adesso vai alla lavagna ma non prendere la gomma dall’astuccio di Marco”, come anticipazione del comportamento corretto. “Bravo che non hai preso la gomma”.
E infine verificare se il comportamento problema si è estinto offrendogli opportunità di dimostrarlo senza più rinforzi.

Una azione negata va giustificata e subito sostituita con un’altra azione o con una proposta alternativa, altrettanto funzionale ma adeguata, giustificata, guidata, magari facilitata all’inizio, premiata.
Va sempre spiegato il perché non si fa l’azione negata.
Lo si può fare verbalmente oppure disegnando delle vignette che spieghino visivamente quanto va fatto piuttosto che quanto non va fatto, oppure in alternativa vanno spiegati gli effetti di queste due contrapposte scelte, sia sul bambino, sia su chi gli sta attorno.
(es. Non gridare perché tutti scappano mentre quando chiedi quello che vuoi tutti tornano
felici e sorridenti a consegnartelo
).

In certe situazioni la negazione può trovare accoglienza se la sua formulazione viene opportunamente anticipata con una spiegazione,
(es. non ci fermiamo perché il negozio oggi è chiuso).

Quando si deve far fronte a comportamenti “inaccettabili” vale sempre la regola dell’analisi attenta del fenomeno nel suo complesso, di ciò che lo precede e di ciò che lo segue; le vie di soluzione passano dall’estinzione, dalla sostituzione con alternative opportune, dall’anticipazione, dalla proposta di modalità corretta, dal contratto.
Questo significa che un comportamento problema non deve ottenere mai una attenzione “palese – emotiva” che lo riempia di valori, effetti, efficacia quel comportamento, involontariamente “rinforzandolo”.
L’attenzione ci deve essere per proteggere l’alunno ma “mascherata” da indifferenza.
(es. Il bambino in macchina batte la testa contro il finestrino, magari in seguito a urti occasionali a causa del movimento della macchina che in qualche maniera gli sono piaciuti, oppure perché vorrebbe il finestrino aperto, ecco che sarà opportune mostrare indifferenza per proporre pochi istanti dopo la conclusione dell’azione, con la massima calma e chiarezza si chiede alla bambina di sedersi bene e di allacciare la cintura.: “… brava che ti sei seduta bene al tuo posto. Se vuoi aprire il finestrino devi solo chiedere: Posso aprire il vetro? Non serve battere la testa”. Se la bambina non riesce a chiederlo gli si dà l’ordine: “Apri il finestrino” Poi gli si chiede di chiuderlo. Dopo averla gratificato per il comportamento corretto, un adulto si siede dietro con lei e la aiuta a formulare la richiesta di aprire il finestrino in varie occasione mettendola però contemporaneamente in sicurezza esecutiva).

Se la situazione vi sfugge o vi preoccupa, chiamate un esperto, oppure inviategli un video di quanto accade, prima, durante e soprattutto dopo.

COSA SI CHIEDE AL BAMBINO.

QUALSIASI COMPETENZA E’ ACQUISIBILE DA UN BAMBINO CON AUTISMO.
MEGLIO SE E’ UNA ABILITA’ o UNA COMPETENZA SPENDIBILE, FUNZIONALE, UTILE A MIGLIORARE LA PROPRIA INTEGRAZIONE PIUTTOSTO CHE DI RARA UTILIZZAZIONE.
CERTAMENTE CI VUOLE TEMPO E IMPEGNO MA TUTTO PUO’ ESSERE INSEGNATO.

“SE UN BAMBINO FALLISCE, NON E’ SBAGLIATO IL BAMBINO, MA LA RICHIESTA CHE GLI E’ STATA FATTA OPPURE SIETE SBAGLIATI VOI”.

SE C’E’ INSUCCESSO OCCORRE SEMPLIFICARE, SCOMPORRE MODIFICARE LA RICHIESTA PER RENDERLA ACCESSIBILE. RENDERE ESEGUIBILE UN COMPITO CONSENTE AL BAMBINO DI DIVERTIRSI E DI OTTENERE GRATIFICAZIONE DA CHI GLI E’ ATTORNO E DALLE COSE CHE FA.
RENDERE ESEGUIBILE NON SIGNIFICA TRASFORMARE LA VITA IN QUALCOSA DI STUPIDO, MA CONSENTIRE AL BAMBINO DI NON DIVENTARE UNO STUPIDO.

SE IL BAMBINO HA SUCCESSO OCCORRE ANDARE OLTRE:

1) con ALLENAMENTO,
2) ACCELERAZIONE,
3) GENERALIZZAZIONE
4) IMPLEMENTARE

NB. In molte situazioni accade che se un compito è svolto molto bene dal bambino, che risulta interessato e tranquillo per un discreto intervallo di tempo, l’identico compito (es. un puzzle) viene proposto di routine al bambino, e persino di continuo. Uno dei problemi di cui soffrono questi bambini è la ritualizzazione e la adesività, modalità che consentono loro di gestire apparentemente meglio quanto accade nel mondo altrimenti caotico e difficile che ruota attorno a loro, ma che li lega ad una routine devastante. La propensione al ripetersi e al permanere eccessivamente su una stessa attività, non li trasforma in geni e non va spronata in esclusiva, né tollerata ma invece usata come strumento per far lavorare meglio il bambino
(es. ti lascio fare il puzzle che ti piace tanto, un minuto, poi lo sospendiamo, lasciandolo lì in bella vista, per disegnare o per dire la filastrocca… e dopo tutte queste attività, lo riprendiamo per altri due minuti).

La flessibilità e l’armonia nelle competenze (e non l’eccesso) è un obiettivo importantissimo nella soluzione dell’autismo.
Possiamo usare il SE-POI, cioè se farai questo (attività desiderata dall’insegnante), poi potrai fare quest’altro (attività desiderata dal bambino).

La semplificazione degli insegnamenti non può significare lentezza. La lentezza nelle proposte esaspera anche i soggetti con disabilità, produce noia, aggrava il ritardo possibile. È importante mantenere tempi tecnici di esecuzione di un compito più vicini possibile alla normalità, accelerando progressivamente le modalità esecutive. L’allenamento aiuta l’apprendimento. La generalizzazione quando una competenza è realmente appresa non ha bisogno di esercizi specifici per manifestarsi anzi direi che è la dimostrazione stessa dell’apprendimento e della consapevolezza di quella competenza. Implementare significa progredire, lentamente ma progredire. Persino rischiare qualcosa in più, qualche piccolo fallimento, piuttosto che divenire eccessivamente stazionari.

PREREQUISITI

Il prerequisito di ogni richiesta al bambino, da parte delle insegnati o dei compagni, deve essere la sua ATTENZIONE che inizia con lo “sguardo reciproco”, anche se per pochi secondi (occhi negli occhi, mantenendo una corretta distanza). Durante o dopo lo sguardo reciproco (attentività ottenuta), si fanno le richieste. Le richieste possono essere verbali, oppure verbali associate ad immagini.


VERBALIZZAZIONE

Qualsiasi azione o richiesta va accompagnata o formulata “verbalmente” (es. “Guardami(da eliminare presto)… Consegna i quaderni alle tue compagne”) mostrando chiaramente, se necessario oppure solo inizialmente, il compito da eseguire. Utilizzare ulteriori supporti alla richiesta verbale, quali l’indicazione con l’indice, con lo sguardo, con la direzione della testa, con l’uso di un’immagine fotografica di quanto richiesto – è di aiuto ma questo va progressivamente ridotto. La richiesta deve essere formulata in modo chiaro, semplice, diretto, contestuale, senza ambiguità o doppi sensi, con modalità e velocità di voce normali e moderate. Nello stesso modo oltre ai suggerimenti si possono utilizzare rinforzi (“bravo”…; “campione”…; ecc.; quelli che si usano anche per i coetanei) e premi (specialmente gettoni di ricompensa per acquisire il diritto a una merendina, che potrebbe poi coincidere con quella che viene data a giusto orario, e a tutti). Anche nei soggenti non-verbali la vita richiederà costantemente “comprensione del linguaggio verbale degli altri” ed è per questo che verbalizzare ciò che si sta proponendo ha un peso abilitativo elevatissimo. Questo inoltre serve ad abituare il bambino ad essere “attento” a ciò che gli si propone, alle richieste, o a ciò che succede attorno a lui e che l’attenzione premia.

NB. In senso più generale non si premia l’azione effettuata ma l’attentività e un altro importante obiettivo è prolungarne i tempi di questa, progressivamente. Abituare il bambino a mantenersi attento significa consentirgli di partecipare, osservare e apprendere qualsiasi competenza sino alla migliore normalizzazione possibile.

Ogni richiesta spontanea fatta dal bambino, se formulata in forma verbale corretta, intelleggibile, va prontamente esaudita anche se esula dalla situazione in cui ci si trova o su cui ci si applica (es. sta disegnando e chiede di andare in bagno. Si interrompe e lo si porta subito in bagno). Questo per consentire a lui la comprensione dell’utilità del linguaggio verbale.
Qualsiasi richiesta fatta, se scarsamente o solo parzialmente verbalizzata, oppure addirittura non verbale, seppur comprensibile, va sempre trasformata in richiesta verbale intelleggibile; va espressa dall’operatore con voce chiara e in modo semplice; va suggerita; va richiesta in imitazione e solo poi eseguita.
Meglio rinforzare il linguaggio verbale con il linguaggio del corpo, dei segni, delle convenzioni, (es. rispondo sì, muovendo la testa; chiedo “perché?” usando il segno con la mano; ecc.). Secondo gli esperti oltre l’80% del linguaggio tra gli uomini non è verbale e pertanto questa dimensione della comunicazione va attentamente insegnata ai bambini, persino quelli autistici.

Ogni apparente distrazione, per seguire un accadimento attorno a lui (attenzione ad un fenomeno inatteso), con interruzione delle attività in essere, (es. passaggio di un aereo nel cielo; il girarsi al richiamo di un amico, ecc.) dovrà essere gratificata per far comprendere al bambino che l’attenzione va prestata anche al mondo attorno, anche contemporaneamente a ciò che si sta facendo.

La capacità di formulare parole corrispondenti ad immagini (esercizi iniziali) potrà successivamente divenire breve descrizione di ciò che è attorno. Le ecolalie non vanno utilizzate (estinzione) ma trattate come stereotipie, (es. Se un bambino formula continuamente la stessa domanda non è affatto interessato alla sua risposta ed inoltre perde il significato del chiedere e del ricevere una risposta).
Formulare VERBALMENTE descrizioni di ciò che si sta vedendo o facendo, oppure che si sta per fare; ovvero dare risposte a ciò che viene chiesto è l’avvio ad una comunicazione verbale completa.
Se la verbalizzazione dell’azione è troppo tardiva, si procede ugualmente all’azione, sfruttando la sua esecuzione come momento per riformulare, facilitandolo, la richiesta o la descrizione nel modo verbale e gestuale dovuto.
Successivamente, quando le richieste e la comprensione del linguaggio saranno raggiunte, e ci si rivolge al bambino per esaudire una sua richiesta, si potrebbero introdurre due opzioni-risposta affinchè lui scelga, facendo attenzione a porre la richiesta meno allettante per ultima: “vuoi una caramella o un mestolo?” (l’elemento disturbatore all’inizio d’essere completamente inaccettabile, estraneo alla proposta).
Il bambino ‘non molto attento’ seppur in grado di comprendere il linguaggio tende a recuperare e ripetere l’ultima parte dell’offerta ma il disappunto di non ottenere quanto realmente desiderato aumenterà la sua attenzione alla successiva formulazione della richiesta. Quindi non gli si offre solo la possibilità di effettuare una scelta autonoma ma lo si abitua ad elevare, ad un livello attentivo più adeguato, la verbalizzazione.

Qualsiasi richiesta fatta al bambino con disabilità, dovrà essere formulata dapprima verbalmente e se possibile associata con il linguaggio del corpo (es. “Ci sediamo per la lezione” e se intendo con ciò fermarmi in una stanza, mi debbo sedere); poi con suggerimenti fisici (es. indicare con lo sgardo; avvicinargli l’oggetto in questione), aiuti che saranno progressivamente eliminati.
Usate premi meno intrusivi possible (es. No ad alimenti; caramelle…) e diluite in molti gettoni-ricompensa le azioni per ottenere un premio.

MA COMUNQUE se il bambino, al terzo tentativo, non esegue quanto gli si richiede, LO SI FACILITA E SI COMPLETA SEMPRE L’ESECUZIONE DI QUANTO RICHIESTO. Questo per far comprendere il legame fra richiesta verbale e azione e per impedirgli la frustrazione nell’esecuzione fallita di un compito (cosa diversa dalla frustrazione prodotta dal corretto rifiuto di un capriccio… Frustrazione quest’ultima che non gli fa male e che sarà poi prontamente diluita con una nuova proposta).
Nella verbalizzazione per semplificare un concetto evitate esempi, metafore e allegorie. Potreste creare molta confusione. Anche frasi interrogative generiche: “Hai capito?”, ”Sei pronto?”, “Andiamo?” vanno sostituite con interrogazioni che facciano pensare: “Hai capito cosa facciamo ora o non hai capito?”, ”Sei pronto per andare a fare una passeggiata o ti aspetto?”, “Andiamo in chiesa o restiamo qui nel giardino?” Ricordate che anche altre frasi astratte o di rito sono da evitare perchè incomprensibili se non contestualizzate (es. Cosa provi?; Cos’è l’amore?; ecc.).


ADEGUATEZZA E COMPORTAMENTI PROBLEMA

Favorire qualsiasi partecipazione o relazione con altri purchè “adeguata”, “consona” alla situazione.

Favorire l’attenzione a ciò che fanno gli altri bambini.

Es.:
coinvolgerlo con frasi del tipo:

A) “Guarda che stanno facendo. Facciamo anche noi il girotondo?”
“Chiedi che si fermino!”. Chiedi: “Fermatevi, voglio giocare!”.

“Chiedi ora a Francesca e Michela che ti diano la mano”- ”Ok “Giro, giro tondo…”
D) Guarda cosa fa Giorgia, aiutala a raccogliere le foglie”.
E) “Guarda cosa scrive alla lavagna Michele” e, se particolarmente semplice e concreto quanto scritto, “scriviamo anche noi quello che ha scritto Michele”; oppure “disegnamo quello che ha scritto: es. APE,” ecc.)

Guidare verso comportamenti corretti, adeguati, circostanziati, convenzionali usando una immersione nel contesto gradualissima, attenta ad aumentare l’esperienza conformemente alla accettazione in adeguatezza di questa.

NB. Ricordare che il comportamento adeguato va richiesto e preteso non solo dal bambino con disabilità ma anche da chi sta attorno a lui, adulto o coetaneo che sia. Da comportamenti inadeguati di un coetaneo, o di un adulto (anche se in generale non appaiono così gravi perché noi siamo abituati a pensare come normodotati, capaci di una valutazione di merito retrospettiva) possono originare “per imitazione” o per lo stimolo sensoriale che li ha accompagnati, comportamenti problema, o comportamenti inadeguati che, una volta appresi, sono poi di difficile rimozione.
Un bambino con autismo che ti dà uno schiaffo è un bambino che lo ha ricevuto.

IMITAZIONE

Promuovete l’imitazione dei coetanei ogni volta che è possibile:

La possibilità-capacità di imitazione è una caratteristica innata e sempre presente nella condizione autistica per cui il binomio ATTENZIONEIMITAZIONE apre percorsi abilitativi immensi.
Usate come modello i suoi coetanei sia per ottenere comportamenti adeguati, sia per insegnare.

Dall’ingresso all’uscita della scuola potete creare una gara organizzata di esempi pratici.
L’imitazione è uno strumento meraviglioso. Qualsiasi cosa gli volete insegnare affiancategli due sue amichette, una per parte, e fategli vedere come gli altri fanno quella cosa.
Es.: – Siediti come è seduta Simona.
– Disegnate questa cosa sul foglio come disegna…
– Alzate tutti la mano quando volete rispondere alle mie domande.
– Jacopo alza la mano, come gli altri, prima di dirmelo.

Correggetelo gentilmente ma puntualmente se infrange regole per le quali i suoi pari risultano corretti evidenziando il loro comportamento.
Promuovete l’apprendimento del nome degli altri alunni e la competenza nel chiamarli per interagire in attività e relazione con i suoi pari.

Es.: – Saluta i tuoi amici. Ciao…
Consegna a Maria il quaderno… e dille che il voto del compito è…

Richiedete che dialoghino fra loro a turno. Predisponente compiti in cui siano descritti dialoghi. Insegnante che le domande corrispondono a risposte. Selezionate per lui quelle più semplici, quelle più concrete, e ponetegliele o fategliele porre, facendo rispettare i turni.

Come ti chiami?
Come stai?
Che classe fai?
Dove abiti?
Hai visto che tempo fa oggi?
Che bella maglietta hai! Di che colore è?
Mi piacciono i tuoi pennarelli nuovi. Me ne dai uno?
Daresti a Marisa quello verde.

Aiutatelo a chiedere sempre quello di cui ha o avrebbe bisogno.

Es: Ora la maestra darà ad ogni bambino uno strumento musicale.
Cosa si farà con questo strumento? Guarda cosa fa Amelia.
Si siede, mette lo strumento sul tavolino e aspetta il segnale della mestra.
Aiutatelo a dire:- Starò seduto e suonerò al segnale.-

Poi premiatelo: Bravissimo: la maestra ti dirà quando devi suonare.

Lavorate sull’espansione delle formalità di relazione insegnado i “saluti”, il sorridersi, lo sguardo reciproco nel dialogo, il modo di parlarsi, di mostrare gli oggetti, i compiti, facendo apprendere cosa dire quando ci si incontra, quando si va a passeggio, quando si va a fare la spesa, quando si fa un compito, quando si risponde alla mestra, come si dice quando non si capisce o si vorrebbe risentire quanto è stato richiesto.
Incoraggiate la conversazione tra loro insegnando a chiedere a un altro bambino di sedersi accanto a lui per la colazione o nella pausa gioco. Aiutatelo mentre conversa con gli altri bambini: ha bisogno di suggerimenti nell’interazione con i pari. Coinvolgete gli altri bambini e complimentatevi con loro per un buon lavoro come vi complimentate con lui. Se si presenta l’occasione in cui sia naturale che un pari lo corregga, incoraggiare il pari a farlo in modo chiaro, pacato e adeguato.
Es. Invece di dire “non spingere” dite “Bambini dovete toccarvi più piano”. Invece di “Non urlare,” direte “Parlate più piano”e fatene un esempio. Es. Se bighellona fuori dalla fila, dite: “Anita dì a Jacopo di sbrigarsi e prendilo per mano”.
Premiatelo sempre quando spontaneamente fa richieste o avvia lui per primo con qualcuno una conversazione durante un gioco o negli apprendimenti e lavorate per espanderla. Premiatelo quando lui nomina spontaneamente classificandoli gli oggetti che vede e riconosce. Espandete la competenza con descrizioni semplici di funzioni e caratteristiche secondarie.


TRANQUILLITA’, PACATEZZA, TOLLERANZA
e poi ricordate.

Se qualcosa non va o vi complica la vita… procedere con calma e ricominciare.

CHI CONTROLLA CHI?

Ricordare che il controllo della situazione, del progetto, degli obiettivi lo avete VOI e non il bambino. Serve autorevolezza in serenità. L’autorevolezza sta nell’assumervi la responsabilità di essere guida e nella chiarezza e nel valore di ciò che proponete. Lo scopo non è il controllo del bambino, il contenerlo, il far passare il tempo ma bensì: consentire al bambino ad esperienze utili, significative e produttive.

COSA RICHIEDERE AGLI ALTRI BAMBINI DURANTE LE ORE DI SCUOLA RISPETTO AL BAMBINO CON DISABILITA’:

Adeguatezza.

Fare attenzione a non urtarlo, non abbracciarlo, tironarlo, sbatterlo, spingerlo, evitare di urlare, ecc. ma essere “modelli di adeguatezza”, adoperando modalità comportamentali corrette, al fine di insegnare al bambino con difficoltà cognitivo-comportamentali come ci si guarda, ci si presenta, ci si parla; come ci si saluta, come si progetta assieme un compito, come lo si esegue, ecc.
Quindi informate la classe che mantenere un comportamento adeguato è un bene.
Che essere indifferenti a capricci, stereotipie o comportamenti impropri è un bene per il bambino con autismo; mentre è un bene dirgli bravo quando si comporta bene.

Spiegate prima, al bambino certificato, cosa succederà e come dovrà comportarsi (anticipare) e se inadeguato aiutatelo con vignette, con gli esempi dal vivo messi in opera dai coetanei e loro imitazione; con la riduzione esplicita del numero di gettoni premio guadagnati; con l’indifferenza assoluta rispetto a quanto non va bene. Abbiamo visto già come i comportamenti problema non vanno mai trasformati in momenti di comunicazione attiva, transitiva, oppure rinforzati con risposte che (anche se inavvertitamente) forniscono quanto desiderato dal bambino.
(es. Se ill bambino grida e subito si corre da lui, o ci si gira tutti verso di lui; se la classe ride rumorosamente ad un suo comportamento improprio… lui trasformerà tale risposta al suo comportamento in una possibilità interessante di attirare l’attenzione divertita degli altri su di sé, in un piacere, e memorizzerà quel modo per ottenere).
Sappiate inoltre che molti comportamenti problema vengono eliminati semplicemente “appesantendoli”: per esempio, una ecolalia (es. due coniglietti; due coniglietti…) si interrompe introducendo quesiti sulla stessa: “Come fanno i coniglietti a scappare dal lupo? Mostrami come corrono i coniglietti? Di che colore sono i coniglietti?Disegnamo due coniglietti”
o “introducendo un controllo dall’esterno” specie in stereotipie o comportamenti che terminano con un rinforzo (anche inconsapevole) per poi essere ripetute (Es. Il bambino appena fuori dalla classe corre a toccare tutti gli estintori della scuola, sino a che viene catturato o riceve l’ordine di non farlo. Poi ricomincia. Sarà bene non catturarlo, nè redarguirlo ma introdurre ordini attinenti. Ora esci e tocchi tre volte il secondo estintore mentre non tocchi il primo. Sei pronto, vai… Ora che l’hai fatto vieni qui e vestiti. Domani cambieremo la richiesta e ti lascerò toccare gli estintori in un altro modo (anticipazione e introduzione di scostamento temporale), ecc. Fino all’estinzione del comportamento.
Giochi vocali particolari con l’uso di una stessa parola accentuata impropriamente in una sua parte, tanto da farla sembrare un urletto, va riproposta in modo corretto… (es. “prin…” diverrà “Dì bene: principe”).
Giochi motori tipo stereotipie possono essere appesanti così da trovare soluzione.
(es. se il bambino con disabilità si sfrega la testa o ha altre attività motorie inopportune, ecco che gli si proporrà uno schema motorio più complesso da eseguire: fai questo, fai così ecc. secondo una attività motoria grossolana, di una certa durata, ma preparata prima, così da essere competenti, veloci ed efficaci quando ci sarà da proporla. Esistono attività utili anche agli altri bambini e che si possono eseguire assieme: mimare una poesia significativa).
Queste strategie possono irritare ma tale effetto significa anche che il bambino è agganciabile e comprende benissimo la richiesta che lo impegna diversamente.

Ogni comportamento problema va interrotto prontamente quanto adeguatamente.

Premiatelo quando è opportuno ed adeguato e siate indifferenti quando non lo è.
(Es. appena sta seduto bene e in silenzio durante la lezione della maestra. Di nuovo dopo un po’ di tempo).
Incoraggiatelo con complimenti quando si comporta adeguatamente

Quando il bambino realizza con successo qualcosa, andatene fieri e compiacetevi per un lavoro ben fatto da entrambi. Poi il giorno successivo, datevi un altro obiettivo, dimenticandovi del precedente successo. Compiacersi va bene ma si può ottenere di più.

L’importante è non pensare che solo cose banali e di modesta rilevanza possano essere proposte perché così si anticipa e si amplifica la realizzazione del divario tra questi bambini e i coetanei.Siate sempre presenti ma cercate di renderlo autonomo.

Fare bene non è così complesso come si è soliti pensare, né richiede un’enorme bagaglio formativo ma piuttosto un attrezzatura mentale “pronta” e una speciale attenzione nell’analisi di quanto succede e di come stanno andando le cose. Attenti anche alle soluzioni pratiche, alle piccole strategie da adottare, un particolare riguardo ai principi secondo cui ci si deve muovere.
Siate disponibili al confronto con gli altri operatori, con i genitori, senza paura di giudizi o critiche perché il lavoro da fare è molto e nessuno sa fare tutto da subito o da solo.

Quello che invece non si dovrebbe dimenticare ma che non viene mai detto, è che ogni volta che non ci si impegna, che si lascia andare… si è perduta un’occasione, un’opportunità di aiutare un bambino, domani un uomo, ad esistere oggi tra i bambini e domani tra gli uomini.

COSE DA NON FARE

Non permettete a voi stessi, come genitori, operatori, insegnanti di ruolo e di sostegno di rimane intrappolati nella routine della classe: i vostri obiettivi sono un po’ diversi da quelli degli altri docenti: le competenze e l’integrazione come occasione di normalizzazione con e attraverso coetanei.
Non permettetevi di utilizzare le stesse cose, gli stessi materiali, sempre nello stesso ordine, ogni giorno.
State attenti ad eliminare la rigidità degli alumni con disabilità e lavorate perché accettino meglio i cambiamenti.
Non permettete loro di utilizzare comportamenti inappropriati per attirare la vostra attenzione ma ricordate che per loro è naturale utilizzarli e non sono pienamente consapevoli della loro rilevanza o dei loro effetti. Gli effetti dei comportamento problema li costruite voi.
Non consentite anarchia, né confusione.
Completate sempre i compiti prefissati, magari riducendo i tempi di lavoro e preoccupatevi che si concludano o si sospendano nel massimo del successo.
Fate preparare e riordinare secondo modalità normali.
Coinvolgete altri bambini nelle stesse competenze.

Non permettete il permanere in solitudine, anche se quel particolare bambino sembra volerlo. Attivatevi per ottenere interazione: non imparerà mai a giocare, a studiare o a condividere qualcosa con gli altri se li evita e se non glielo insegnate.

Non costruite handicap sull’handicap.
Non cercate di evitare alcune situazioni solo perché ritenete che siano difficili per lui. Adattatele a lui.
Lavorate proprio sulle sue difficoltà, sfruttando la negatività per costruire positività, incoraggiando le sue capacità.
Non confondete la calma con la lentezza o la noia. Lavorate e insegnate a velocità normale. Non proteggetelo troppo. Costruite il suo diventare indipendente.

CONTINUITA’
E’ un obiettivo, non una certezza. Impegniamoci affinchè diventi un’opportunità.

Non dimenticate il confronto con i genitori.
Trasferite con coraggio un ottimo lavoro in un ambiente in cui magari non si fa altrettanto. Trasferite alle strutture, che non lo sanno ancora fare le corrette modalità apprese per effettuare e continuare un ottimo lavoro.
Comunque vadano le cose il confronto continuo è bene: il bambino ci guadagna.
FASE I
INTERAZIONE – ADEGUATEZZA

1) Aiutate anche fisicamente il bambino a partecipare a tutte le attività
Concentrate l’attenzione nel fargli imparare le prime regole essenziali
(mettersi in fila, stare seduto; stare in silenzio).
Non aiutatelo più… quando è capace.

2) Aiutate il bambino nell’apprendimento in parallelo e in gruppo.
Aiutate il bambino ad espandere la durata della attenzione e della relazione
Aiutate il bambino ad agire con gli altri bambini

3) Insistete sul “sapersi comportare” durante la lezione
Aiutatelo ad usare correttemente i materiali di lezione
Aiutatelo ad usare correttamente i quaderni e i libri
Aiutatelo a seguire la lezione alla lavagna.

4) Premiatelo molto per i comportamenti appropriati

La lezione della maestra, quando tutti devono stare attenti, è un momento molto difficile per i nostri bambini.
Inizialmente pretendete che il bambino sieda composto e in silenzio per pochissimo tempo. Prefiggetevi un obiettivo alla sua portata. Rinforzate moltissimo se raggiunge questo obiettivo poi lasciatelo distrarsi e uscite ma scegliete voi il tempo di uscita anticipando la scelta del bambino possibilmente. Assegnate compiti motori al bambino (Es. Consegnare quaderni fogli matite; cancellare la lavagna) frapponendo queste attività allo stare seduto.
Il giorno successivo pretendete l’attenzione alla lezione per più tempo (un minuto; due minuti) da cui voi estrarrete (con una strategia comune e condivisa con la mestra) un elemento chiaro per disegnarlo, continuando questa procedura finchè il bambino è capace di sedersi appropriatamente per tutto il tempo deciso (purché sia a lui utile) e di seguire parte della lezione.
Se i capricci disturbano la classe, appena questi si sono interrotti, potete tranquillamente allontanarvi con il bambino dalla classe (dovrete sembrare voi a decidere e non il comportamento del bambino ad avere specifiche conseguenze), ma solo per PROPORRE UN RIPOSO, che va insegnato, oppure un ALTRO LAVORO (magari più facile per lui); e subito dopo, in altra sede, qualcosa di più complicato; meglio se con un compagno presente, che funga da modello… ma mai “premiare” il suo comportamento negativo, rinforzandolo, con il disimpegno, o tollerando un comportamento inadeguato o solitario. Dovrete anche prevedere intervalli di riposo e insegnare ad attendere strutturando la situazione e usando specifiche posture.

FASE II
VERBALIZZAZIONE
1) Promuovete sempre l’uso del linguaggio verbale (e non)
Lavorate con il piccolo gruppo sui dialoghi formali e con la maestra e i compagni organizzate una brevissima lezione “finale” con domande e attività specifiche per il bambino con autismo, a cui partecipino in modo corale tutti, ma in cui il protagonista sia lui. Richiedete il contatto oculare quando parla o gli viene rivolta la parola, un saluto o una richiesta.
Aiutatelo a rispondere correttamente alla maestra e agli altri bambini.
A questo momento finale fate precedere e seguire un tempo breve di normali prestazioni molto adeguate al programma degli alunni. Insegnategli il modo in cui può chiedere agli altri qualcosa o direttamente alla maestra (alzare la mano).

2) Prefiggetevi il raggiungimento di comportamenti appropriati nella classe. Organizzate per seguire il lavoro del gruppo e in gruppo. Fate in modo che partecipi a progetti, competenze strutturate e libere. Insegnategli come essi si riordina la cartella, il banco, la classe.

3) Aiutate l’interazione.
L’insegnante di sostegno deve diventare l’amica degli altri bambini.
Gli altri bambini di conseguenza vorranno stare vicino a lei e quindi intorno al bambino in difficoltà. Il premio per un successo scolastico dei bambini normodotati potrebbe essere quello di poter stare con il bambino certificato, divenendo protagonisti di una esperienza comune. L’insegnante deve aiutare continuamente il bambino a partecipare, ascoltare e parlare con gli altri bambini in modo appropriato.

FASE III
Perseguire: ADEGUATEZZA, PRECISIONE, COMPETENZA E DURATA.

Nei casi più evoluti:

1) Prefiggetevi piu indipendenza durante le attività. Richiedete al bambino di guardare il tabellone calendario delle attività e di seguire la lezione, limitando i coetanei, per sapere cosa succederà o si farà dopo (non ditegli cosa deve fare). Richiedete al bambino più verbalizzazione e iniziate a pretendere che entri nei discorsi, dapprima con semplici parole chiave, inerenti e facilitate nella formulazione e poi spontanee, alzando la mano per partecipare alle discussioni di classe. Assicuratevi che il bambino canti tutte le canzoni, reciti le poesie, anche a turno, ecc. insieme alla classe.

2) Aumentate la frequenza dell’interazione spontanea con gli altri bambini. Incoraggiatelo a fare domande e a rispondere alle domande degli altri sempre piu elaborate. Pretendete che attiri l’attenzione degli altri prima di parlargli toccandoli o chiamandoli per nome. Incoraggiatelo a condividere. Promuovete speciali amicizie anche fuori orario scolastico con i compagni di classe. L’insegnante utilizzi il bambino come suo speciale aiutante in modo che gli altri lo ammirino per le sue qualità.

Riassunto delle regole generali

1. Discutere, Preparare, Condividere e Seguire un Progetto
-Strutturare l’ambiente
-Strutturare gli avvenimenti, modalità e tempi e i singoli esercizi
-Informare su ruoli e attività, le altre persone o bambini coinvolti
-Proporre con gradualità e strategie
2. Tranquillità, Disponibilità, Comprensione, Calma e Buon umore,
Lasciare i problemi a casa
3. Preparare e Predisporre gli strumenti; eventualmente coinvolgere il bambino nella preparazione e nel riordino
4. Non consentire tempi morti ma piuttosto strutturare le attese in maniera adeguata alla tolleranza del bambino, insegnando ad attendere, o a rispettare il proprio turno
5. Anticipare ciò che succederà e quanto si richiede
6. Cercare e ottenere lo Sguardo e l’attenzione; prolungare lo sguardo reciproco a 3 – 5 secondi
7. Perseguire: Adeguatezza, Precisione, Competenza, Durata e Coinvolgimento (motivazione)
8. Richiedere cose secondo obiettivi pre-definiti. Non produrre richieste esorbitanti le capacità e se irrosolte occorre semplificare
9. Formulare le richieste in maniera chiara, semplice, pacata, a tono di voce moderato. Verbalizzare sempre in modo da far comprendere ciò che si richiede e si compie
10. Pretendere, invogliare, attendere la risposta o l’esecuzione della consegna per tempi adeguati e poi completare
11. Individuare, visualizzare, definire inizio e fine degli esercizi da compiere
12. Facilitare i compiti. Avviarli e lasciarli compiere nella maggiore autonomia possibile
13. Introdurre nel rapporto uno a uno, il ruolo del compagno, sfruttando l’imitazione, la turnazione, lo scambio. Introdurre progressivamente il rapporto con il gruppo.
14. Fare in modo che ogni attività divenga un successo, un piacere
16. Ridurre progressivamente suggerimenti o premi
17. Favorire e premiare l’attenzione prestata a ciò che succede nell’ambiente, anche incidentalmente, al di fuori del compito.
Favorire e premiare qualsiasi richiesta (ad eccezione di premi organizzati secondo
gettoni premio) se formulata correttamente anche extra-situazione.
Favorire la spontaneità
19. Non creare esclusione dalle attività o rallentamento nell’esecuzione di richieste
Lateralizzare (favorire l’uso della sola mano destra – o sinistra, se mancino -) nelle
attività di rito
Seguire l’ordine di scrittura (da sinistra a destra; dall’alto al basso) nelle attività
grafiche e di lettura o interpretazione di immagini
22. Strutturare ma non ritualizzare. Proporre le attività della giornata o prodursi in
proposte alternative secondo strategie opportune
23. Premiare sempre i comportamenti corretti. Non considerarli mai ovvi e scontati.
24. EVENTUALI STEREOTIPIE non debbono significare interruzione di un programma
ma andranno trascurate o interrotte adeguatamente (per la loro gestione è opportune
rivolgersi ad esperti).
25. MAI REAGIRE IN MANIERA PUNITIVA AI COMPORTAMENTI PROBLEMA, NE’ MAI RINFORZARLI CON INTERVENTI ECLATANTI, nemmeno inavvertitamente, né renderli comunicazione fruibile o motivo di concessione di richieste (chi controlla chi?). Si agirà secondo le strategie comportamentali dettate dagli esperti
26. Riferire sull’andamento e confrontarsi
27. Essere pronti a ricominciare d’accapo ogni volta lo si renda necessario
28. Ricordare che la flessibilità del bambino va costruita attraverso la flessibilità degli
interventi. Essere coerenti con quanto proposto non significa non poter progettare diversificazione.

Nota 13 novembre 2013, Prot. n. 2806

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi

 

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali

LORO SEDI

 

Oggetto: Pubblicazione Avviso  prot 2800  del 12 novembre 2013 per l’acquisizione  di dotazioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di connettività wireless nelle istituzioni scolastiche secondarie

 

Con la presente circolare si comunica che, in attuazione dell’art.11 del D.L 12 settembre 2013 n. 104, convertito nella Legge 8 novembre 2013, n.128, è stato emanato l’Avviso n. 2800 del 12 novembre 2013 relativo alla fornitura alle istituzioni scolastiche di dotazioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di connettività wireless.

A partire dal 6 dicembre 2013 e sino al 16 dicembre 2013, le istituzioni scolastiche secondarie di primo e secondo grado potranno presentare domanda, esclusivamente on- line, accedendo al  link http://www.indire.it/bandi/wireless/ .

L’avviso intende consentire ad un numero sempre crescente di istituzioni scolastiche secondarie e, in via prioritaria a quelle di secondo grado, di acquisire le dotazioni tecnologiche necessarie alla realizzazione di servizi di connettività wireless, che possano garantire l’uso delle nuove tecnologie e dei contenuti digitali nella didattica in classe.

Al fine di rendere più agevole la presentazione delle domande on-line da parte delle scuole destinatarie del Bando, sin dal 25 novembre 2013 sarà possibile, al sopraccitato link (http://www.indire.it/bandi/wireless/), effettuare la prima richiesta di registrazione alla piattaforma al fine di ricevere, presso la casella di posta elettronica istituzionale, le credenziali di accesso da utilizzare per la successiva fase di presentazione della domanda di partecipazione all’avviso.

Si precisa che le scuole già in possesso delle credenziali di accesso  ai servizi INDIRE (codice meccanografico + password), ottenute in occasione delle iniziative di formazione PuntoEdu, possono utilizzarle per accedere alla piattaforma.

In caso di smarrimento delle credenziali assegnate, sarà possibile richiederne la rigenerazione tramite un’apposita funzione presente sulla piattaforma.

Per eventuali necessità di natura tecnica, relativi a problemi con le credenziali di accesso, all’uso della piattaforma e alla compilazione della domanda di partecipazione, INDIRE mette a disposizione delle istituzioni scolastiche un apposito help-desk gestito tramite form on line: le risposte di carattere generale verranno pubblicate in un’apposita sezione di FAQ.

A partire dal 25 novembre 2013, sulla piattaforma saranno disponibili anche le guide tecniche all’uso della stessa e le linee guida sugli obiettivi generali dell’iniziativa.

Si prega pertanto le SS.LL. di dare la massima diffusione al presente avviso a tutte le istituzioni scolastiche destinatarie nella propria regione, anche attraverso la pubblicazione sui propri siti istituzionali regionali. Si informa altresì che sul sito del MIUR sarà pubblicata un’apposita comunicazione per dare il massimo rilievo all’iniziativa.

 

Si ringrazia per la consueta fattiva collaborazione

Il Direttore Generale

f.to Maria Letizia Melina

Nota 13 novembre 2013, Prot. AOODGSC n.7362

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

A Direttori Generali Uffici Scolastici Regionali
Dirigenti Ambiti Territoriali Provinciali
Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Loro Sedi

Oggetto: Bando di partecipazione SESTA EDIZIONE DEL CONCORSO DI IDEE, Premio “Piccoli e grandi inventori crescono”

Si rende noto che in data 12/09/2012 è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa “Formazione e Informazione sulla proprietà industriale” tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed il Ministero dello Sviluppo Economico.
Per continuare a dare attuazione agli impegni previsti dal predetto accordo, con la presente si comunica l’avvio della sesta edizione del CONCORSO DI IDEE, Premio “Piccoli e grandi inventori crescono”, rivolto agli studenti degli ultimi due anni del ciclo di studi delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Il Premio è volto a favorire l’attivazione di un filo diretto con il mondo scolastico sul tema della Proprietà Industriale e della lotta alla Contraffazione ed a trasferire ai bambini ed ai ragazzi la cultura brevettuale, il valore dell’attività inventiva e della sua tutela, e quindi la tutela del “Made in Italy”.
La partecipazione all’iniziativa è gratuita. Per iscriversi è necessario che il dirigente Scolastico presenti il modulo di adesione entro il 15/12/2013, scaricabile dal sito www.piccoliegrandinventoricrescono.it, e che il docente referente della classe partecipante invii l’elaborato entro il 15/04/2014.
Per avere informazioni dettagliate sul Premio si rimanda al bando in allegato. Inoltre, sulle modalità di svolgimento del concorso, è possibile contattare la Segreteria organizzativa al seguente indirizzo e-mail: piccoliegrandinventoricrescono@gmail.com
Tutte le informazioni sono, inoltre, disponibili sul sito del Miur www.istruzione.it, del MISE www.uibm.gov.it e sul sito www.piccoliegrandinventoricrescono.it.
In considerazione della rilevanza educativa e culturale dell’ iniziativa in oggetto, si pregano le SS.LL. di assicurare la massima diffusione e pubblicizzazione del progetto presso le istituzioni scolastiche dei territori di specifica competenza.
Si ringrazia per la collaborazione.

Il Direttore Generale per la Lotta alla Contraffazion
F.to Loredana GULINO

Il Direttore Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
F.to Giovanna BODA

Il Direttore Generale per l’Istruzione e la Formazione Tecnica Superiore e per i Rapporti con i Sistemi Formativi delle regioni – reggente
F.to Carmela PALUMBO

Il Direttore Generale per gli
Ordinamenti Scolastici e l’Autonomia Scolastica
F.to Carmela PALUMBO
SESTA EDIZIONE DEL CONCORSO DI IDEE
Regolamento
“Piccoli e grandi inventori crescono”

Art.1
Premesse e finalità
Il premio è rivolto agli studenti degli ultimi due anni del ciclo di studi delle scuole primarie e secondarie di
primo e secondo grado, con sede in Italia, ed è promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione
Generale per la Lotta alla Contraffazione – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e dal Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca.
Il Premio è volto a favorire l’attivazione di un filo diretto con il mondo scolastico sul tema della Proprietà
Industriale e della lotta alla Contraffazione ed a trasferire ai bambini ed ai ragazzi la cultura brevettuale, il
valore dell’attività inventiva e della sua tutela, e quindi la tutela del “Made in Italy”.

Art.2
Obiettivi
Il premio intende stimolare nei ragazzi la capacità di analisi della realtà e dei problemi tecnici attualmente non
risolti, la loro capacità inventiva e creativa e a favorire lo scambio interpersonale e il confronto reciproco.
Contribuisce, inoltre, a sviluppare nei giovani la percezione del valore dell’innovazione e a far comprendere
loro l’importanza della tutela dell’attività inventiva. Il premio si propone infine di stimolare gli studenti ad una
sana competizione sulla qualità e creatività delle soluzioni proposte.

Art. 3
Il premio “Piccoli e grandi Inventori Crescono”
Il premio si compone di tre sezioni:
SEZIONI DEL PREMIO PROGETTI CREATIVI DA
PRODURRE
1. Studenti iscritti alle classi quarte e
quinte delle scuole primarie
2. Studenti iscritti alle classi seconde e
terze delle scuole secondarie di I
grado
L’iniziativa intende premiare giovani
allievi – e la relativa scuola di
appartenenza – in grado di descrivere e
realizzare i migliori disegni,
eventualmente corredati da lavori
manuali di:
· oggetti nuovi, che i ragazzi ritengano
possano essere invenzioni utili per le
loro attività quotidiane
o
· oggetti già esistenti a cui attribuire
nuove funzioni e nuove forme.
3. Studenti iscritti alle classi quarte e
quinte delle scuole secondarie di II
grado
L’iniziativa intende premiare giovani
allievi – e la relativa scuola di
appartenenza – in grado di realizzare:
· una tesina di ricerca su brevetti già
concessi, afferenti problemi tecnici di
interesse dei ragazzi corredata della
relativa ricerca brevettuale
o
· una tesina che presenti una
invenzione o un miglioramento di
una invenzione già esistente, con
una corredata descrizione del
problema tecnico e disegni
rappresentanti la soluzione proposta

Art.4
Destinatari
L’iniziativa è rivolta agli studenti frequentanti gli ultimi due anni del ciclo di studi delle scuole primarie e
secondarie di I e II grado. Ciascuna classe partecipante all’iniziativa sarà rappresentata da un docente
referente, responsabile della supervisione e dell’invio del Progetto Creativo.

Art.5
Modalità di partecipazione
La partecipazione all’iniziativa è gratuita. Per iscriversi è necessario:
1. Entro il 15/12/2013 invio del modulo di adesione da parte del Dirigente Scolastico.
2. Entro il 15/04/2014 invio dell’elaborato da parte del docente referente della classe partecipante.
Il modulo di adesione, presente nella sezione dedicata del sito www.piccoliegrandinventoricrescono.it,
dovrà essere sottoscritto dal Dirigente Scolastico e dovrà indicare le classi e i relativi docenti referenti che
parteciperanno all’iniziativa. A fronte di tale adesione, che rappresenterà la implicita e totale accettazione del
presente Regolamento, la scuola riceverà una e-mail di conferma dell’adesione.

Art. 5.1
Presentazione della Proposta progettuale
Il docente referente avrà cura di inviare i progetti creativi della propria classe entro la data di scadenza del
bando. I progetti creativi dovranno essere accompagnati dalla scheda informativa compilata in tutte le sue
parti.
Nella scheda informativa, il docente referente dovrà dichiarare in particolare sotto la propria responsabilità:
· Cognome e nome del docente referente,
· Sezione e classe partecipante, numero di alunni che hanno realizzato il progetto/i creativi
· Titolo/i dei progetti creativi
· Indirizzo postale eletto ai fini della partecipazione alla selezione dei progetti, indirizzo e-mail eletto ai
fini dell’iniziativa, recapito telefonico
· Conferma di lettura e accettazione dell’Informativa sul trattamento dei dati personali.
I progetti dovranno pervenire per posta entro e non oltre il 15/04/14, farà fede la data del timbro postale di
partenza. Non verranno presi in considerazione i progetti pervenuti dopo la data di scadenza indicata, né
documentazione aggiuntiva o sostitutiva di quella già presentata. In caso di errata compilazione o di
informazioni mancanti, i progetti saranno esclusi dalla partecipazione alla selezione. Non saranno ammessi i
progetti presentati con modalità diverse da quelle indicate nel presente documento.

Art.6
Selezione
Tutti i progetti creativi pervenuti, saranno esaminati e valutati da una Commissione giudicatrice appositamente
nominata.
I nomi dei membri della Commissione saranno pubblicati sul sito dedicato all’iniziativa progettuale prima
dell’avvio della procedura di valutazione. La selezione sarà gestita dalla Segreteria organizzativa, che avrà il
compito di raccogliere tutti i progetti creativi ricevuti, di pianificare i lavori della Commissione, di gestire i
contatti con le scuole ed organizzare l’evento di premiazione.
Tutti i progetti creativi pervenuti saranno sottoposti all’insindacabile giudizio della Commissione, che li
valuterà in base alla rispondenza agli obiettivi del concorso “Piccoli grandi inventori crescono” (si veda
articolo 2 del presente regolamento) e in considerazione delle seguenti caratteristiche:
1.coerenza, chiarezza e precisione della proposta progettuale, sia nel complesso che nelle singole parti
(descrizione e disegni);
2.capacità di individuazione del problema tecnico da risolvere;
3.inventiva e creatività nella soluzione tecnica proposta.
La Commissione, a seguito delle operazioni di valutazione e selezione dei progetti creativi, nominerà il
vincitore – per ciascuna categoria – del concorso. La segreteria organizzativa comunicherà l’esito della
valutazione alle scuole vincitrici. Tutti gli elaborati presentati nell’ambito dell’iniziativa che rispettino i
requisiti indicati nel presente regolamento, saranno pubblicati sul sito dedicato. I materiali inviati non saranno
restituiti.

Art.7
Premiazione
I premi saranno riconosciuti agli allievi vincitori e alla scuola partecipante per ogni categoria.
I premi messi in palio sono:
– per gli allievi o gruppi di allievi, giochi educativi e libri
– per le scuole vincitrici, targhe/coppe e tablet

Art. 8
Materiali di supporto
Per favorire la massima partecipazione al Premio saranno a disposizione (e scaricabili dal sito
www.piccoliegrandinventoricrescono.it) dei docenti referenti delle “lezioni tipo” finalizzate a facilitare
l’attività di indirizzo ed assistenza agli allievi nella fase di partecipazione al Premio stesso favorendo lo
sviluppo negli allievi della capacità di lettura e di comprensione della cultura brevettuale ed della produzione
creativa.
Le lezioni tipo affronteranno i temi della cultura brevettuale, della tutela della proprietà industriale, della lotta
alla contraffazione declinandoli per tipologia di scuola, che saranno distinte in:
· Moduli per gli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole primarie
· Moduli per gli studenti delle classi seconde e terze delle scuole secondarie di I grado –
· Moduli per gli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di II grado

Art.9
Disposizioni finali
La partecipazione all’iniziativa promossa comporta la totale accettazione del presente regolamento e
l’automatica cessione a titolo gratuito di tutti i diritti d’autore e connessi al suo esercizio sulle opere presentate,
fatta salva la loro paternità. Nessun compenso sarà dovuto agli autori per la cessione dei diritti esclusivi
sull’opera realizzata. I promotori del bando, nel periodo di vigenza del presente regolamento, si riservano la
possibilità di apportarvi modifiche e integrazioni per esigenze organizzative e funzionali; in tal caso queste
saranno debitamente comunicate sul sito www.piccoliegrandinventoricrescono.it, nella sezione dedicata.
I partecipanti – ai sensi del D.Lgs. 30 giugno 2003, n° 196 “ Codice in materia di protezione dei dati
personali” – autorizzarono i promotori al trattamento dei dati contenuti nel Modulo di adesione e nella Scheda
informativa, nonché alla pubblicazione dei materiali inviati per la partecipazione all’iniziativa e quelli prodotti
durante l’evento finale di premiazione (foto, filmati, interviste, etc..).
La presente iniziativa, ai sensi del D.P.R. 430 del 26.10.2001, non è soggetta ad autorizzazione ministeriale.

Art.10
Informazioni e contatti
Per avere ulteriori informazioni sulle modalità di svolgimento del concorso, è possibile contattare la Segreteria
organizzativa al seguente indirizzo e-mail:piccoliegrandinventoricrescono@gmail.com

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 266

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 266 del 13-11-2013

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 2 ottobre 2013, n. 129


Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente del Consiglio
dei ministri 30 novembre 2012, n. 253, concernente il regolamento
recante l’individuazione delle attivita’ di rilevanza strategica per
il sistema di difesa e sicurezza nazionale, a norma del decreto-legge
15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11
maggio 2012, n. 56. (13G00173)

 

 

Pag. 1

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

 


DECRETO 10 ottobre 2013


Procedura di cofinanziamento di interventi di edilizia scolastica e
messa in sicurezza delle scuole, in attuazione di quanto disposto
dalla direttiva 1° agosto 2013. (Decreto n. 267). (13A09122)

 

 

Pag. 4

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 23 ottobre 2013


Attuazione della decisione della Commissione europea n. 2013/204/UE
del 25 aprile 2013, concernente la non iscrizione della formaldeide
per il tipo di prodotto 20 nell’allegato I, IA o IB della direttiva
98/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa
all’immissione sul mercato di biocidi. (13A08968)

 

 

Pag. 9

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


PROVVEDIMENTO 17 ottobre 2013


Iscrizione della denominazione «Pasta di Gragnano» nel registro delle
denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche
protette. (13A08969)

 

 

Pag. 9

 

 

 


DECRETO 25 ottobre 2013


Autorizzazione al Laboratorio Consorzio volontario per la tutela dei
vini Colli Euganei, in Vo, al rilascio dei certificati di analisi nel
settore vitivinicolo. (13A08928)

 

 

Pag. 12

 

 

 


DECRETO 25 ottobre 2013


Autorizzazione al laboratorio D.V.L. di Della Pina Fabrizio, in Torre
del Lago Puccini – Viareggio, al rilascio dei certificati di analisi
nel settore oleicolo. (13A08929)

 

 

Pag. 14

 

 

 


DECRETO 25 ottobre 2013


Autorizzazione al laboratorio BonassisaLab S.r.l., in Foggia, al
rilascio dei certificati di analisi nel settore vitivinicolo.
(13A08944)

 

 

Pag. 16

 

 

 


DECRETO 25 ottobre 2013


Autorizzazione al laboratorio BonassisaLab S.r.l., in Foggia, al
rilascio dei certificati di analisi nel settore oleicolo. (13A08945)

 

 

Pag. 18

 

 

 


DECRETO 25 ottobre 2013


Individuazione degli interventi prioritari per la realizzazione di
iniziative di sostegno dell’attivita’ ittica nell’ambito del
Programma nazionale triennale della pesca e dell’acquacoltura
2013-2015 cui dare attuazione nella corrente annualita’ e
determinazione dei requisiti soggettivi ed oggettivi, delle modalita’
di presentazione dei progetti, del contributo massimo concedibile a
ciascun progetto e di altre norme procedurali per la concessione
delle risorse finanziarie. (13A08954)

 

 

Pag. 20

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AUTORITA’ PER LA VIGILANZA SUI CONTRATTI PUBBLICI DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE

 


DELIBERA 25 settembre 2013


Integrazioni alla Delibera n. 24 del 23 maggio 2013 concernente
«Indicazioni alle stazioni appaltanti, alle SOA e alle imprese in
materia di emissione dei certificati di esecuzione lavori». (Delibera
n. 35). (13A08963)

 

 

Pag. 24

 

 

COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

 


DELIBERA 19 luglio 2013


Fondo sanitario nazionale 2010 – ripartizione tra le regioni delle
risorse vincolate per l’assistenza agli Hanseniani e ai loro
familiari a carico. (Delibera n. 47/2013). (13A08961)

 

 

Pag. 24

 

 

 


DELIBERA 19 luglio 2013


Fondo sanitario nazionale 2011 – ripartizione tra le regioni delle
risorse vincolate per l’assistenza agli Hanseniani e ai loro
familiari a carico. (Delibera n. 48/2013). (13A08962)

 

 

Pag. 27

 

 

GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

 


DELIBERA 10 ottobre 2013


Provvedimento prescrittivo in materia di trattamento dei dati
personali effettuato mediante l’utilizzo di call center siti in Paesi
al di fuori dell’Unione europea. (Delibera n. 444). (13A09019)

 

 

Pag. 29

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Lasonil». (13A08930)

 

 

Pag. 32

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Isairon». (13A08931)

 

 

Pag. 32

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Polimod». (13A08932)

 

 

Pag. 32

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Nicer». (13A08933)

 

 

Pag. 33

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Panzid». (13A08934)

 

 

Pag. 33

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Brilleve». (13A08935)

 

 

Pag. 33

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Puriclav». (13A08936)

 

 

Pag. 33

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio di taluni medicinali per uso umano (13A08937)

 

 

Pag. 33

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Genkinase». (13A08938)

 

 

Pag. 34

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio di taluni medicinali per uso umano (13A08939)

 

 

Pag. 34

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Tensadiur». (13A08940)

 

 

Pag. 35

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Ibuprofene Special Product’s
Line». (13A08941)

 

 

Pag. 35

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Destrometorfano Bromidrato
Qualifarma». (13A08942)

 

 

Pag. 35

 

 

 


COMUNICATO


Revoca, su rinuncia, dell’autorizzazione all’immissione in commercio
del medicinale per uso umano «Triazolam Teva». (13A08943)

 

 

Pag. 35

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Istantal». (13A08946)

 

 

Pag. 35

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Nebiotin». (13A08947)

 

 

Pag. 36

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio del medicinale per uso umano «Cosmegen». (13A08948)

 

 

Pag. 36

 

 

 


COMUNICATO


Trasferimento di titolarita’ dell’autorizzazione all’immissione in
commercio di taluni medicinali per uso umano. (13A08949)

 

 

Pag. 36

 

 

 


COMUNICATO


Rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio secondo
procedura di mutuo riconoscimento, del medicinale «Aloneb», con
conseguente modifica stampati. (13A08950)

 

 

Pag. 36

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Mucosolvan». (13A09011)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Clopixol». (13A09012)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Celluvisc». (13A09013)

 

 

Pag. 37

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Forane». (13A09014)

 

 

Pag. 38

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Lantanon». (13A09015)

 

 

Pag. 38

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Deca Durabolin». (13A09016)

 

 

Pag. 38

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Neotigason». (13A09017)

 

 

Pag. 38

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso umano «Brevibloc». (13A09018)

 

 

Pag. 39

 

 

CONSIGLIO DI PRESIDENZA DELLA GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA

 


COMUNICATO


Conto finanziario per l’anno 2012. (13A08951)

 

 

Pag. 39

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Soppressione della Chiesa r.c. della Presentazione di Maria, in
Ledro. (13A08956)

 

 

Pag. 81

 

 

 


COMUNICATO


Nuova denominazione dell’ente Parrocchia di S. Donato a Lucardo, in
Certaldo. (13A08957)

 

 

Pag. 81

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione dell’«Asilo Raffaele Fusco» della Compagnia delle Figlie
della Carita’ di S. Vincenzo de’ Paoli, in Cardito. (13A08958)

 

 

Pag. 81

 

 

 


COMUNICATO


Estinzione dell’«Istituto Lavitrano» della Compagnia delle Figlie
della Carita’ di S. Vincenzo de’ Paoli, in Forio d’Ischia. (13A08959)

 

 

Pag. 81

 

 

 


COMUNICATO


Personalita’ giuridica della Casa Generalizia dell’Istituto Religioso
Societa’ Missionaria di San Paolo, in Roma. (13A08960)

 

 

Pag. 81

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale veterinario Florgane 300 mg/ml sospensione iniettabile per
bovini. (13A08965)

 

 

Pag. 81

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario «Quentan» – polvere orale. (13A08966)

 

 

Pag. 81

 

 

 


COMUNICATO


Modifica dell’autorizzazione all’immissione in commercio del
medicinale per uso veterinario ad azione immunologica «Nobivac KC».
(13A08967)

 

 

Pag. 81

 

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 


COMUNICATO


Determina del costo medio giornaliero del lavoro per il personale
dipendente da imprese esercenti servizi postali in appalto, a
decorrere dai mesi di maggio, novembre e dicembre 2013. (13A08964)

 

 

Pag. 82

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


COMUNICATO


Domanda di modifica della denominazione registrata «Neufchâtel».
(13A08955)

 

 

Pag. 82

 

 

 


COMUNICATO


Domanda di registrazione della denominazione «REQUEIJÃO DA BEIRA
BAIXA». (13A08970)

 

 

Pag. 82

Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano A.S. 2012/2013

Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano A.S. 2012/2013
(Ottobre 2013)

800.000 alunni stranieri fra i banchi, in crescita le seconde generazioni

(Roma, 13 novembre 2013) Sono quasi 800.000 gli alunni stranieri che frequentano la nostra scuola. Un dato in crescita grazie soprattutto all’incremento delle seconde generazioni, i ragazzi con cittadinanza non italiana nati nel nostro Paese. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca mette a disposizione il Focus statistico “Gli alunni stranieri nel sistema scolastico italiano” relativo all’anno scolastico 2012/2013 che racconta il trend della loro presenza fra i banchi e la sempre maggiore integrazione con i compagni di classe italiani. Il liceo scientifico, ad esempio, spopola anche fra gli stranieri.

La presenza degli alunni con cittadinanza non italiana, oltre che variegata (sono circa 200 i Paesi rappresentati), è sempre più numerosa: 786.630 unità nell’anno scolastico 2012/2013, 30.691 in più rispetto all’anno precedente (+4,1%). Un incremento dovuto essenzialmente agli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia, le seconde generazioni, che rappresentano ben il 47,2% del totale degli alunni stranieri. Il panorama è cambiato, dunque: negli anni precedenti l’incremento della presenza degli stranieri nelle scuole era legato principalmente ai flussi migratori.

E’ nella scuola primaria che si concentra il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana (276.129), seguono la secondaria di II grado (175.120), quella di I grado (170.792) e la scuola dell’infanzia (164.589). Nell’anno scolastico 2000/2001 gli alunni stranieri erano l’1,7% del totale, oggi sono l’8,8%. Dai dati emerge chiaramente che nella scelta del percorso dell’istruzione secondaria di II grado, gli alunni stranieri prediligono la formazione tecnica (scelta dal 41,1% dei nati in Italia e dal 38,2% dei nati all’estero) e professionale (scelta dal 29,8% dei nati in Italia e dal 39,8% dei nati all’estero) e guardano con interesse al liceo scientifico (14,8% e 10,1%). Le ragazze invece preferiscono gli studi magistrali, il liceo classico e quello linguistico, avvicinandosi ancora di più alle scelte delle loro coetanee italiane. I paesi più rappresentati sono Romania (18,89% del totale degli stranieri), Albania (13,31%) e Marocco (12,47%).

13 novembre 10 milioni di euro per la sicurezza

Con il Decreto Ministeriale 10 ottobre 2013, n. 267, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 266 del 13 novembre 2013, il MIUR rende disponibili 10 milioni di euro per procedure di cofinanziamento di interventi di edilizia scolastica e messa in sicurezza delle scuole, in attuazione di quanto disposto dalla direttiva 1° agosto 2013.

Bando da 10 milioni euro per il conseguimento del certificato di agibilità e il completamento della messa a norma delle sedi degli istituti scolastici statali

Un bando da 10 milioni di euro  per il conseguimento del certificato di agibilità e per il completamento della messa norma delle sedi degli istituti scolastici statali, di proprietà degli Enti Locali. È lo stanziamento messo a disposizione, con fondi propri, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per il 2013.

L’Avviso è stato pubblicato lo scorso 13 novembre in Gazzetta Ufficiale e prevede il cofinanziamento al 50% degli interventi da parte degli Enti locali, sino alla concorrenza della somma messa a bando. In totale potrà essere sviluppato un finanziamento di oltre 20 milioni.

Gli Enti locali hanno 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta per inviare le domande di finanziamento. Il limite massimo di ciascun contributo è di 300.000 euro per ogni intervento ammesso a beneficio.

Nota 13 novembre 2013, Prot. n. AOODGPER.12286

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per il Personale scolastico – Uff. II

Ai DIRETTORI GENERALI
degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

e, p.c.: Al CAPO DIPARTIMENTO per l’ISTRUZIONE
Al CAPO DIPARTIMENTO per la PROGRAMMAZIONE
S E D E

Oggetto: D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 – Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni – Circolare n. 2 del 19.7.2013 Funzione Pubblica – Attuazione della trasparenza.

In attuazione al decreto legislativo e alla circolare in oggetto si rappresenta che i curricula vitae dei Dirigenti Scolastici sono visualizzabili sul sito internet del MIUR → Istruzione → Personale scuola → Dirigenti scolastici → Curriculum vitae.
Con l’occasione si informa che sono state aggiornate le informazioni che i Dirigenti Scolastici devono inserire nel C.V. In particolar modo nella sezione dell’anagrafica relativa a “Incarico attuale” è presente anche l’informazione concernente l’eventuale comando/utilizzazione, con le seguenti informazioni:
– Sede di utilizzazione/comando;
– Data inizio utilizzazione/comando;
– Data fine utilizzazione/comando.
Come avviene per gli altri dati di anagrafica, eventuali inesattezze potranno essere segnalate dallo stesso dirigente al proprio Ufficio Scolastico Regionale di competenza tramite apposito link (“Per eventuali dati anomali o errati non modificabili dall’utente….”), compilando il form.
Inoltre, al termine della sezione “Informazioni Personali”, è presente la nuova voce “Altri recapiti” in cui è data al Dirigente Scolastico la possibilità di inserire manualmente eventuali altri recapiti: recapito telefonico della sede presso cui è utilizzato/comandato, altro indirizzo e-mail, ecc.
Dette informazioni sono memorizzate solo nella base dati proprietaria dell’applicazione, pertanto saranno “legate” al singolo C.V. nel quale sono state inserite e saranno visibili fintanto che questo sarà pubblicato.
Qualora lo stesso Dirigente pubblicasse un nuovo C.V., dovrà inserire i nuovi dati “Altri recapiti” poiché i precedenti, non essendo memorizzati insieme ai dati anagrafici del Dirigente Scolastico, non saranno reperibili automaticamente dal sistema.
Si rappresenta, inoltre, che sono disponibili per codesti Uffici Scolastici Regionali, oltre ai report già esistenti presenti sotto le responsabilità “Gestione Stato Matricolare USR” e “Gestione Organici USR” (“Elenco Dirigenti in servizio” – “Elenco Istituzioni scolastiche sedi di dirigenza” – “Stampa Stato Matricolare”) i seguenti:
– Interrogazione C.V. per lista di scuole;
– Interrogazione per dati anagrafici del dirigente di interesse.
I nuovi report, disponibili in S.I.D.I. sotto Operazione Trasparenza sono:
– “Aggiornamento Curriculum Vitae Dirigenti Scolastici” che permette di visualizzare, per ciascuna Regione, il totale dei Dirigenti Scolastici in servizio e le informazioni relative al numero di C.V. pubblicati, al numero di C.V. in bozza e al numero di Dichiarazioni di altri emolumenti effettuate;
– “Elenco Curriculum Vitae Dirigenti Scolastici ” che consente, in funzione dello stato del C.V., di ottenere l’elenco puntuale dei dirigenti scolastici che hanno pubblicato o solo compilato in bozza il proprio C.V.
Il report preesistente “Stampa Elenco Aggiornamento CV DS” presente in ““Gestione Stato Matricolare USR”, pertanto, non va più tenuto in considerazione.
Per maggiori informazioni sui due nuovi report si rimanda alla guida di riferimento, che ad ogni buon fine si allega: “Amministrazione Trasparente – Acquisizione CV Dirigenti Scolastici e Monitoraggio – Guida di riferimento”.
Si raccomanda di portare a conoscenza di tutti i Dirigenti Scolastici degli aggiornamenti apportati alle funzioni e si segnala che, da un monitoraggio effettuato alla data del 12 novembre 2013 risultano sul sito del M.I.U.R. ancora in bozza n. 571 curricula vitae e solo il 73% pubblicati.
Si pregano, pertanto, le SS.LL. di sollecitare i Dirigenti Scolastici ad adempiere agli obblighi di legge con la pubblicazione e l’aggiornamento del curriculum vitae con particolare riferimento alle integrazioni relative alla onnicomprensività dei trattamenti economici.
Si rammenta, infatti, che la normativa prevede la pubblicazione oltre alle informazioni concernenti il trattamento economico annuo lordo e la retribuzione di risultato, anche dei dati relativi ad eventuali incarichi aggiuntivi, comprensivi dell’indicazione dell’anno di riferimento e del compenso corrisposto.
Si ringrazia per la consueta collaborazione.

p. IL DIRETTORE GENERALE
IL DIRIGENTE
F.to Giacomo Molitierno

Rassegna Stampa 13 novembre 2013

in primo piano

 
   
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013  
SCUOLA – LAVORO SENZA LA “CABINA DI REGIA” (M.Bartoloni/C.Tucci) [solo_testo] pag. 6  
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013  
“GLI INVESTIMENTI IN FORMAZIONE FUORI DAL PATTO DI STABILITA'” (D.Colombo) [solo_testo] pag. 11  
il Tempo  del  13-11-2013  
IL SALONE DELLO STUDENTE SBARCA NELLA CAPIALE (R.Maresci) [solo_testo] pag. 35  
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013  
Int. a A.Orlando: INNOVAZIONE E RICERCA SONO LA SFIDA DEL FUTURO (D.Dirani) [solo_testo] pag. 24  
   

ministro

 
   
la Gazzetta dello Sport  del  13-11-2013  
QUATTRO FEDERAZIONI CON BILANCI A RISCHIO (M.Galdi) [solo_testo] pag. 31  
il Resto del Carlino – Cronaca di Bologna  del  13-11-2013  
EDILIZIA SCOLASTICA FONDI PER 1,4 MILIONI [solo_testo] pag. 15  
   

ministero

 
   
Corriere della Sera  del  13-11-2013  
GOVERNO E CONI, E’ IL GIORNO PER CAMBIARE LO SPORT (F.Monti) [solo_testo] pag. 51  
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013  
LA TELA DI PENELOPE CHE TESSE IL MIUR [solo_testo] pag. 20  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  13-11-2013  
“FUORICLASSE”, CONCORSO PER PROGETTI AZIENDALI [solo_testo] pag. VIII  
il Mattino  del  13-11-2013  
CENTOVENTI STUDENTI MANAGER PER UN GIORNO (E.Procaccini) [solo_testo] pag. 40  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  13-11-2013  
GLI ADULTI FRA I BANCHI LA SCUOLA AL SERVIZIO DEL MERCATO DEL LAVORO [solo_testo] pag. VIII  
Avvenire  del  13-11-2013  
SI PUO’ SEMPRE RICOMINCIARE (E.Lenzi) [solo_testo] pag. 3  
Avvenire  del  13-11-2013  
FARE ATTENZIONE: NUOVO COMPITO PER GLI STUDENTI (R.Carnero) [solo_testo] pag. 23  
Giornale di Sicilia  del  13-11-2013  
NAVE SCUOLA SAILOR, SEICENTO RAGAZZI SBARCANO IN CITTA’ [solo_testo] pag. 23  
Corriere della Sera – ed. Milano  del  13-11-2013  
KYENGE INTERVISTATA DAI RAGAZZI “SIETE PIU’ DIFFICILI DEI GIORNALISTI” (A.cop.) [solo_testo] pag. 2  
la Repubblica – ed. Milano  del  13-11-2013  
STRANIERI, 50 NUOVI ALUNNI A SETTIMANA (T.De giorgio) [solo_testo] pag. 9  
Corriere della Sera – ed. Milano  del  13-11-2013  
PISAPIA A LETTA: UNA VERGOGNA PENALIZZARE MILANO (M.Giannattasio/P.Lio) [solo_testo] pag. 3  
il Giornale – ed. Milano  del  13-11-2013  
MENO FONDI ALLE SCUOLE PARITARIE (C.Campo) [solo_testo] pag. 6  
il Giornale – ed. Milano  del  13-11-2013  
E ORA SPOPOLA IL GIOCO DELLO SVENIMENTO INDOTTO (Mas) [solo_testo] pag. 6  
la Repubblica  del  13-11-2013  
ASSOLTO IL PROFESSORE CHE NEGAVA L’OLOCAUSTO (F.Salvatore) [solo_testo] pag. 1  
Roma  del  13-11-2013  
“MAESTRE, SI PUNTA ALLA STABILIZZAZIONE” [solo_testo] pag. 15  
Il Fatto Quotidiano  del  13-11-2013  
FINTO PACCO BOMBA A SCUOLA NOCERA E’ ANCORA NEL PALLONE (E.Fierro) [solo_testo] pag. 10  
la Gazzetta dello Sport  del  13-11-2013  
BIMBI ANTI-MALAVITA GIOISA E LA SCUOLA DA NON CHIUDERE (Ceniti) [solo_testo] pag. 5  
il Mattino  del  13-11-2013  
MARINARE LA SCUOLA A COLPI DI CREOLINA (M.De giovanni) [solo_testo] pag. 1  
Bresciaoggi  del  13-11-2013  
“SCUOLE NEL CAOS QUANDO SPARIRA’ LA PROVINCIA” (M.Biglia) [solo_testo] pag. 7  
La Provincia Frosinone  del  13-11-2013  
IL “LICEO 2.0” NON HA RIVALI [solo_testo] pag. 32  
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013  
ALLE RADICI DELLA CRISI UN SISTEMA EDUCATIVO CHE HA FALLITO – LETTERE (F.Galimberti) [solo_testo] pag. 20  
Italia Oggi  del  13-11-2013  
IL SALONE DELLO STUDENTE AL VIA ALLA FIERA DI ROMA [solo_testo] pag. 23  
il Tempo  del  13-11-2013  
UN RAPPORTO PER NULLA SOCNTATO (T.Vesentini) [solo_testo] pag. 33  
la Repubblica  del  13-11-2013  
VIAGGI – SLALOM GIGANTE TRA SCI E SCIENZA (B.Tomasini) [solo_testo] pag. 28  
il Tempo  del  13-11-2013  
UNIVERSITA’ TELEMATICHE UNA REALTA’ IN CRESCITA [solo_testo] pag. 34/35  
Avvenire  del  13-11-2013  
COMUNICATORI DEL REALE CHE NAVIGANO NEL DIGITALE (L.Mazza) [solo_testo] pag. 17  
Avvenire  del  13-11-2013  
UNIVERSITA’ LATERANENSE, LA LECTIO DEL CARDINALE ZEN APRE L’ANNOACCADEMICO [solo_testo] pag. 15  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  13-11-2013  
MASTER POST-LAUREA IN POLONIA LA REGIONE CONGELA I SOLDI (M.s.) [solo_testo] pag. 10  
Corriere della Sera  del  13-11-2013  
STORIA COSTITUZIONALE NELLE UNIVERSITA’ – LETTERA (F.Di donato) [solo_testo] pag. 43  
TST Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)  del  13-11-2013  
“QUANTO E’ LIBERA LA RICERCA? CONVEGNO ALL’EUROPARLAMENTO” [solo_testo] pag. 2  
la Stampa  del  13-11-2013  
NOI “CERVELLI RIENTRATI” SIAMO ANCORA RISORSA-LETTERE [solo_testo] pag. 26  
Avvenire  del  13-11-2013  
SCIENZA E POLITICA: QUALE INFORMAZIONE? (R.Zanini) [solo_testo] pag. 25  
Corriere della Sera  del  13-11-2013  
IL POTERE SCIENTIFICO DELL’OCCIDENTE E’ NELL’AVER RINUNCIATO ALLA VERITA’ (A.Torno) [solo_testo] pag. 39  
TST Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)  del  13-11-2013  
“NON SOLO NEURONI: C’E’ ANCHE UN ALTRO CERVELLO INVISIBILE” (M.Pivato) [solo_testo] pag. 2/3  
TST Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)  del  13-11-2013  
“I MIEI CODICI SONO A PROVA DI HACKER GRAZIE AI QUANTI” (F.Rigatelli) [solo_testo] pag. 3  
TST Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)  del  13-11-2013  
“SALVATE I GRASSI SATURI” (P.Mariano) [solo_testo] pag. 6  
TST Tutto Scienze e Tecnologie(La Stampa)  del  13-11-2013  
I NEONATI CI OSSERVANO E IMPARANO IMITANDOCI (S.Regina) [solo_testo] pag. 6  
la Repubblica  del  13-11-2013  
Int. a J.Williams: LA CROCIATA DELLA NOBEL ANTI-MINE “OBAMA FERMI QUEI ROBOT KILLER” (A.Baduel) [solo_testo] pag. 15  
   

pubblica  amministrazione  e  societa’

 
   
Il Fatto Quotidiano  del  13-11-2013
PREZZI, BANCHE E CRESCITA: LE TRE GUERRE DI MARIO DRAGHI (S.Feltri) [solo_testo] pag. 11
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013
I BOT “FESTEGGIANO” LA MOSSA BCE (M.Monti) [solo_testo] pag. 3
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013
RISVEGLIO-ITALIA IN EUROPA MA SERVONO INVESTIMENTI (A.Quadrio curzio) [solo_testo] pag. 1
la Repubblica  del  13-11-2013
LAVORO, A ROMA NUOVO VERTICE UE LETTA: “I GIOVANI DISOCCUPATI SONO IL NOSTRO INCUBO NAZIONALE” (A.Ginori) [solo_testo] pag. 10/11
Corriere della Sera  del  13-11-2013  
LA PESANTEZZA DELLE NAZIONI (A.Carioti) [solo_testo] pag. 41  
il Sole 24 Ore  del  13-11-2013    
FOCUS – NEI PUBBLICI SERVIZI PA ASSIMILATA ALLE IMPRESE COMMERCIALI (M.Di rocco) [solo_testo] pag. 12    
Corriere della Sera  del  13-11-2013    
SPENDING REVIEW, SECONDO TENTATIVO (F.Basso) [solo_testo] pag. 13    
Corriere della Sera  del  13-11-2013    
I CITTADINI VIA INTERNET: PRESIDENZIALISMO E MENO ELETTI (D.mart.) [solo_testo] pag. 11    
la Stampa  del  13-11-2013    
“ERO UNA RAGAZZINA ANCHE PADRI DI FAMIGLIA VENIVANO A CERCARMI” (M.Corbi) [solo_testo] pag. 17    
la Stampa  del  13-11-2013    
SE ANCHE LA MAMMA TRADISCE (R.Petri) [solo_testo] pag. 1    
Corriere della Sera  del  13-11-2013    
LA COLPEVOLE ASSENZA DEI PADRI DIVENTATI INCAPACI DI EDUCARE (M.Lancini) [solo_testo] pag. 20    
la Repubblica  del  13-11-2013    
LA DISFIDA DELLE VENTUNO CITTA’ CHE SOGNANO DI DIVENTARE CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA (L.Montanari) [solo_testo] pag. 23    
il Mattino  del  13-11-2013    
POMPEI, SCONTRO APERTO SUL NOME DEL MANAGER (G.Sepe) [solo_testo] pag. 46    
il Messaggero  del  13-11-2013      
ECCO PERCHE’ NON SFRUTTIAMO LA GRANDE BELLEZZA (F.Grillo) [solo_testo] pag. 1      
     
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

Decreto Ministeriale 13 novembre 2013

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

Decreto Ministeriale 13 novembre 2013

Ridefinizione dei posti disponibili per l'ammissione ai  percorsi  di
formazione  per  il  conseguimento  della  specializzazione  per   le
attivita' di sostegno didattico agli alunni con  disabilita'  -  anno
accademico 2013/2014. (13A09747)

(GU n.283 del 3-12-2013)

 

                    IL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE, 
                  DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA 

  Visto il D.M. 9 agosto 2013, n. 706 con cui e'  stato  definito  il
numero dei posti disponibili a livello nazionale per l'ammissione  ai
percorsi di formazione per il  conseguimento  della  specializzazione
per le attivita' di sostegno didattico agli alunni  con  disabilita',
per l'anno accademico 2013-2014; 
  Vista, in particolare la tabella, parte integrante  del  richiamato
decreto, in cui sono indicati i posti disponibili a livello nazionale
per l'ammissione ai predetti percorsi di formazione; 
  Vista la nota dell'Universita' degli studi  di  Trento  in  data  2
ottobre 2013 con la quale, a  seguito  dei  contatti  intercorsi  con
l'Assessorato all'Istruzione e  Sport  della  Provincia  Autonoma  di
Trento,  viene  richiesto  l'ampliamento   del   numero   dei   posti
programmati a livello nazionale per l'ammissione ai predetti percorsi
di formazione; 
  Tenuto  conto  che  tale  incremento  e'  stato   gia'   concordato
dall'Universita' di Trento con la Provincia Autonoma di Trento; 
  Considerato che il fabbisogno  professionale  a  livello  nazionale
risulta superiore all'offerta formativa deliberata dagli atenei; 
  Considerato   pertanto   ammissibile   l'ampliamento   dei    posti
disponibili a livello nazionale sui predetti percorsi di formazione; 
  Ritenuto  di  procedere,  per  l'anno  accademico  2013-2014,  alla
ridefinizione del numero dei posti disponibili  a  livello  nazionale
per l'ammissione ai percorsi di formazione per il conseguimento della
specializzazione per le attivita' di sostegno didattico  agli  alunni
con disabilita', per l'anno accademico 2013-2014; 

                              Decreta: 

  1.  Il  numero  dei  posti  disponibili  a  livello  nazionale  per
l'ammissione ai percorsi di formazione  per  il  conseguimento  della
specializzazione per le attivita' di sostegno didattico  agli  alunni
con disabilita', per l'anno accademico 2013-2014 e'  modificato,  per
quanto attiene l'Universita' degli studi di Trento, come  di  seguito
specificato: 
    Scuola dell'infanzia: 15; 
    Scuola primaria: da 15 a 30; 
    Scuola Secondaria di primo grado: da 15 a 30; 
    Scuola Secondaria di secondo grado: da 0 a 15. 
  2. Tenuto conto delle modifiche di cui al comma  1,  il  numero  di
posti programmati a livello nazionale per  l'ammissione  ai  predetti
percorsi di formazione e' modificato come segue: 
    Scuola dell'infanzia: 1.285; 
    Scuola primaria: da 1.826 a 1.841; 
    Scuola Secondaria di primo grado: da 1.753 a 1.768; 
    Scuola Secondaria di secondo grado: da 1.534 a 1.549. 
  3.  La  tabella  relativa  al  numero  di  posti  disponibili   per
l'ammissione ai percorsi di formazione  per  il  conseguimento  della
specializzazione per l'attivita' di sostegno  didattico  agli  alunni
con disabilita' per l'anno accademico 2013/2014,  allegata  al  DM  9
agosto 2013, n. 706, e' modificata come segue: 

sostegno 
  Il presente decreto e' pubblicato nella  Gazzetta  Ufficiale  della
Repubblica italiana. 
    Roma, 13 novembre 2013 

                                                Il Ministro: Carrozza