Lezioni private tra evasione fiscale e deontologia professionale

da Tecnica della Scuola

Lezioni private tra evasione fiscale e deontologia professionale
di Aldo Domenico Ficara
Lezioni private svolte da professori della scuola secondaria di secondo grado, sia a studenti di altre scuole sia a studenti del proprio istituto e in particolare delle proprie classi
Lezioni private svolte da professori della scuola secondaria di secondo grado, sia a studenti di altre scuole sia a studenti del proprio istituto e in particolare delle proprie classi. Nel primo caso molti docenti finiscono sotto il mirino della guardia di finanza, come ad esempio raccontano le vicende di Ascoli Piceno. Infatti, nelle province di Ascoli e Fermoprosegue un piano di controllo economico del territorio da parte della Guardia di finanza. Sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme gialle sono finiti anche alcuni docenti di scuole superiori che darebbero lezioni private agli studenti completamente ‘in nero.  I militari stanno verificando anche l’eventuale esistenza di veri e propri accordi tra gli stessi professori nello ‘scambiarsi gli studenti in difficoltà. Un giro d’affari che potrebbe anche comportare responsabilità di carattere penale. Nel secondo caso sono state organizzate anche delle interrogazioni parlamentari.  A tal proposito  nel gennaio del 2012 il Sen. Raffaele Lauro aprì un nuovo fronte presentando un’interrogazione urgente al Ministro dell’Istruzione. Il contenuto dell’interrogazione diceva:per denunciare con forza, che molti docenti delle scuole, specie di quelle secondarie superiori, accanto alla maggior parte dei colleghi, che svolge meritoriamente la propria attività professionale con impegno, dedizione e correttezza, impartiscono, di nascosto e illegalmente, con l’omertosa complicità dei responsabili scolastici e, spesso, di altri colleghi, lezioni private ad alunni, anche dello stesso istituto, quando non della stessa classe d’insegnamento, senza dichiararlo alle autorità scolastiche e, naturalmente, facendosi pagare dalle famiglie, ad libitum, in nero; che questa pratica, oltre ad essere una grave forma di evasione fiscale, viola le norme di legge sul conflitto di interessi, all’interno della scuola italiana e quelle deontologiche, legate al delicato esercizio dell’attività educativa e formativa; che i giovani studenti e le famiglie, costrette a tale pratica illegale, crescono con una visione distorta del ruolo del docente, dell’istituzione scolastica, della funzione educativa e delle pubbliche istituzioni; che è necessario porre rimedio con urgenza a questa pratica di diseducazione civica, che pregiudica, in maniera determinante, l’iter formativo delle nuove generazioni, abituandole al compromesso, all’omertà e alla violazione delle regole.  Lauro chiede, pertanto, al ministro “quali provvedimenti straordinari, oltre il richiamo all’osservanza rigorosa delle norme vigenti in materia e il severo controllo da parte dei responsabili scolastici, il ministro intenda adottare, e comunicare al Parlamento, per stroncare questo deleterio fenomeno, che pregiudica l’immagine della scuola italiana, nel suo insieme, e delle pubbliche istituzioni”.

1984-2014: trent’anni dal nuovo concordato

da Tecnica della Scuola

1984-2014: trent’anni dal nuovo concordato
di Giovanni Sicali
“Patti Lateranensi” è il nome con cui sono noti gli accordi di mutuo riconoscimento tra il Regno d’Italia e la Santa Sede sottoscritti l’11 febbraio 1929, grazie ai quali, per la prima volta dall’Unità d’Italia, furono stabilite regolari relazioni bilaterali tra Italia e Santa Sede. Firmati dal cardinale Gasparri per la Santa sede e da Benito Mussolini come capo del governo italiano, questi presero il nome dal palazzo di San Giovanni in Laterano in cui avvenne la firma degli accordi.
Pochi giornali scrivono ormai sull’anniversario dei patti lateranensi: 11 febbraio1929. Sarà perché sono passati 85 anni, o perché di Mussolini è meglio non parlare, oppure perché nell’84 Craxi e Casaroli hanno firmato la revisione del concordato fascista?
L’11 Febbraio del 1929 era un giorno dedicato all’apparizione a Lourdes, ma per l’Italia, fu il giorno del Concordato per antonomasia – tra la Santa Sede e il Regno d’Italia – nella sede del palazzo del Laterano. I Patti Lateranensi erano costituiti da un Trattato (che sancì la nascita della Città del Vaticano), una Convenzione finanziaria e il Concordato con gli accordi bilaterali. Fino al 1977, a scuola, si faceva vacanza per la ricorrenza della firma di quei Patti. E ciò contribuiva a tenere vivi la memoria e il ricordo del Concordato.
Alla fine della seconda guerra mondiale, l’assemblea Costituente repubblicana decise di mantenere i Patti Lateranensi codificando gli articoli 7 e 8 della nuova Costituzione. Non fu apportata nessuna variazione ai Patti firmati dal Duce, ma fu stabilito che le modifiche future non richiedevano procedimento di revisione costituzionale.  Il nuovo Concordato (tutt’ora in vigore), fu sottoscritto il 18 febbraio 1984, dal presidente del Consiglio Craxi e dal Card. Casaroli. Fu modificata la disciplina della proprietà e dell’organizzazione ecclesiastica, con la definizione di una nuova condizione giuridica e remunerativa del clero cattolico, e con l’instaurazione di nuove relazioni finanziarie tra Stato e Chiesa. Si stabilirono inoltre: le norme di attuazione in materia di insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole pubbliche, il riconoscimento delle feste religiose, regola l’assistenza spirituale nell’ambito di strutture come ospedali, carceri e così via. Per i rapporti finanziari, il Concordato prevede due forme di finanziamento per la Chiesa cattolica: uno privato e volontario (detraibile delle imposte) e uno pubblico, con la destinazione annuale di una quota pari all’otto per mille del gettito complessivo IRPEF. Da allora l’Italia ufficialmente fu meno cattolica e più laica.
 Nel mondo della scuola il dibattito non è solo se il crocifisso deve avere un posto nelle aule ma: se ha ancora senso l’insegnamento di “una sola” religione; se chi si “esonera” dall’ora cattolica possa godersi la libertà del nulla o abbia diritto ad un insegnamento alternativo; se abbia un senso dividere le classi per un motivo di pluralismo culturale in barba al dialogo interreligioso; se non si possa trasformare l’IRC in una lezione di “Storia delle religioni”…
 Per gran parte dell’opinione pubblica, l’Italia – a causa dei Patti Lateranensi – sostiene da anni enormi costi, sia dal punto di vista economico che in termini di laicità. A volte ci sono forti condizionamenti quando si affrontano problematiche borderline su coppie di fatto, eutanasia, aborto, demografia e ricerca scientifica. Intanto miliardi di euro transitano dalle casse dello Stato al mondo ecclesiastico per sovvenzionare – a livello diretto o/e indiretto con soldi pubblici – le scuole cattoliche, i cappellani militari e penitenziari con prebende varie e con privilegi ed esenzioni fiscali.
Oggi sembra che l’ondata anti-concordataria degli anni postconciliari si è a poco a po­co esaurita, anche perché era frut­to di una lettura parziale e distorta dei testi del Vaticano II, il quale ri­fiuta indubbiamente i privilegi ma non i concordati in se stessi (Cost. Gaudium et Spes, n.76). Infatti, se un concordato si struttura come patto di libertà e di collaborazione esso ha pie­na legittimità ancor oggi. Semmai il problema e l’interrogativo è un altro: Sono passati 30 anni dal nuovo Concordato e la società ha subito radicali cambiamenti.
Con l’attuale papa Francesco, non sarebbe il momento di  tornare a formulare altri Patti più attuali e più adatti alle problematiche socioeconomiche dei nostri giorni? Chissà se, a distanza di 50 anni dal vaticano II, papa Francesco sta già pensando – “addirittura” – di organizzare un nuovo Concilio!

Polemica sui fondi per la dispersione scolastica

da tuttoscuola.com

Polemica sui fondi per la dispersione scolastica

I 15 milioni di euro del DL 104/2013, “L’istruzione riparte”, per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica, nel momento dell’attuazione sta creando qualche polemica.

Il decreto applicativo (dm 87 del 7 febbraio 2014) riporta una tabella con il riparto delle somme assegnate ai singoli uffici regionali.

Sui criteri seguiti dal Miur è piovuta una critica (repubblica.it) perché il riparto sarebbe stato fatto sulla base dell’entità della popolazione scolastica, assegnando, in tal modo, meno risorse a regioni come la Campania e la Sicilia dove è maggiore l’incidenza degli abbandoni e delle ripetenze, a favore di regioni del centro-nord dove il tasso di dispersione risulta minore.

A dir la verità la tabella B del riparto dei 15 milioni agli uffici scolastici regionali non riporta soltanto il numero complessivo degli studenti, ma anche una compensazione a favore delle regioni che registrano un tasso di dispersione sopra la media nazionale.

Il sottosegretario Marco Rossi Doria spiega le ragioni della scelta: “La dispersione scolastica è una grande questione nazionale. E i dati ci dicono che anche nelle periferie urbane del centro-nord gli abbandoni hanno raggiunto e superato i livelli di guardia. Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, inoltre, hanno avuto 50 milioni di fondi europei per il biennio in corso e stanno lavorando già per battere la dispersione“.

Istat, in Italia spesa per l’istruzione bassa e alto numero dei Neet

da tuttoscuola.com

Istat, in Italia spesa per l’istruzione bassa e alto numero dei Neet

In Italia si spende meno per l’istruzione rispetto all’Europa. È quanto emerge dal rapporto Istat ‘Noi Italia’, giunto alla sesta edizione.

In Italia, scrive infatti l’istituto di statistica, “l’incidenza della spesa in istruzione e formazione sul Pil è pari al 4,2 per cento, valore ampiamente inferiore a quello dell’Ue27 (5,3 per cento) (2011)“. Nel 2012 “il 43,1 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha conseguito la licenza di scuola media come titolo di studio più elevato; è un valore molto distante dalla media Ue27 (25,8 per cento) e inferiore solo a quelli di Portogallo, Malta e Spagna. In Italia il 17,6 per cento dei 18-24enni ha  abbandonato gli studi prima di conseguire il titolo di scuola media superiore (12,8 per cento in media Ue), quota che sale al 21,1 per cento nel Mezzogiorno“.

I dati più recenti sul livello delle competenze dei 15enni prossimi alla fine dell’istruzione obbligatoria (indagine Pisa dell’Ocse) evidenziano per i nostri studenti “performance inferiori alla media Ocse e a quella dei paesi Ue che partecipano all’indagine, ma confermano i segnali di miglioramento già evidenziati tra il 2006 e il 2009. La permanenza dei giovani all’interno del sistema di formazione, anche dopo il termine dell’istruzione obbligatoria, è pari all’81,3 per cento tra i 15-19enni e al 21,1 tra i 20-29enni“.

La media Ue21 nelle due classi considerate, secondo l’Istat “è più alta (rispettivamente 87,7 e 28,4 per cento), ponendo l’Italia agli ultimi posti nella graduatoria dei paesi europei. Il 21,7 per cento dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente). Nonostante l’incremento che si osserva nel periodo 2004-2012 (+6 punti percentuali), la quota è ancora molto contenuta rispetto all’obiettivo del 40 per cento fissato da Europa 2020“.

Ammontano infine a due milioni “i giovani 15-29enni (il 23,9 per cento del totale)  non inseriti in un percorso scolastico e/o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa. Si tratta di un valore fra i più elevati in Europa. La differenza fra i generi mette in luce una incidenza dei Neet più elevata fra le ragazze, si amplia inoltre lo svantaggio del Mezzogiorno. Solo il 6,6 per cento degli adulti è impegnato in attività formative, un valore che evidenzia il ritardo dell’Italia in materia di apprendimento permanente“.

IV Edizione delle Olimpiadi di Italiano, già 600 istituti iscritti

da tuttoscuola.com

IV Edizione delle Olimpiadi di Italiano, già 600 istituti iscritti

Al via la IV edizione delle Olimpiadi di italiano, presentata questa mattina a Roma nella Sala della Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. La prima prova della manifestazione, inserita nel programma annuale di valorizzazione delle eccellenze, si svolgerà nelle scuole il prossimo 13 febbraio. Le Olimpiadi si concluderanno poi a Firenze, a Palazzo Vecchio, l’11 e il 12 aprile 2014, nell’ambito di una più ampia iniziativa culturale di valorizzazione della lingua e della letteratura italiana dal titolo “Giornate della lingua italiana”. La manifestazione conclusiva si svolgerà con il patrocinio e il supporto organizzativo del Comune di Firenze.

Le Olimpiadi di Italiano sono state presentate al Miur dal sottosegretario all’Istruzione Marco Rossi Doria, alla presenza del direttore generale per gli Ordinamenti Scolastici, Carmela Palumbo. Hanno partecipato anche il direttore centrale per la Promozione della Cultura e della Lingua Italiana ministro plenipotenziario Massimo Riccardo, in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri, e la Presidente dell’Accademia della Crusca, Nicoletta Maraschio. All’evento sono intervenuti l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Firenze, Cristina Giachi, e il direttore di Rai Radio3, Marino Sinibaldi.

Le Olimpiadi di Italiano sono una competizione relativamente recente rispetto alle gare delle discipline ‘dure’ come la Matematica e la Fisica. Ma la loro IV edizione si annuncia un evento di notevole portata: sono già circa 600 le scuole partecipanti e 15.000 gli studenti iscritti alla prima prova del 13 febbraio, le gare di istituto da cui verranno selezionati i vincitori destinati a cimentarsi nella seconda fase selettiva a livello interprovinciale il 13 marzo. Quest’anno la competizione è allargata, oltre che alle scuole italiane all’estero, anche alle sezioni italiane di scuole straniere e internazionali all’estero e alle scuole straniere in Italia. Come nella scorsa edizione la preparazione delle scuole alle gare sarà seguita dalla trasmissione di Radio3 “La lingua batte”.

Hanno già aderito istituti scolastici da diverse parti del mondo: da Madrid a Casablanca, da Praga a Parigi, da Barcellona a Bruxelles, passando per Sofia, Bratislava, Il Cairo e Asmara, per citarne alcune. Le gare, nelle prime due fasi, si svolgeranno online e potranno contare sulle maggiori potenzialità di una nuova piattaforma informatica più flessibile, in grado di facilitare le operazioni e di rendere più ampia la gamma dei possibili quesiti. Novità di quest’anno è anche il nuovo sito (www.olimpiadi-italiano.it), dalla veste più vivace e moderna.

Alla gara finale, che prevede, oltre ai quesiti a risposta chiusa, prove aperte di scrittura, parteciperanno circa 60 studenti, selezionati in base a un criterio misto che tiene conto sia dei risultati assoluti della graduatoria nazionale, sia delle graduatorie regionali, allo scopo di contemperare la valorizzazione del merito individuale e la rappresentatività territoriale. Parteciperanno anche altri 8 studenti selezionati per le scuole straniere e per le scuole di lingua tedesca e ladina. I premi offriranno agli studenti italiani la possibilità di fruire di stage formativi in centri internazionali di approfondimento dello studio dell’italiano e agli studenti provenienti dall’estero di frequentare stage in centri di ricerca e studio dell’Italiano in Italia.

Il giallo della circolare scomparsa sul posticipo dell’obbligo scolastico

da tuttoscuola.com

Il giallo della circolare scomparsa sul posticipo dell’obbligo scolastico

Diversi organi di stampa e alcune  agenzie hanno riportato ieri la notizia di una nota ministeriale (prot  n.0000338 del 4 febbraio 2014), con la quale si forniscono finalmente  chiarimenti agli Uffici Scolastici Regionali circa la possibilità di  derogare al rispetto dell’obbligo scolastico in quei casi in cui, in  accordo con la famiglia e con le competenti figure professionali, si  ritenga opportuno posticipare l’iscrizione in prima elementare.

Tuttoscuola da tempo condivide tale tesi, come chiarito recentemente anche su questo sito nello spazio del dibattito “Tribuna”.

Il chiarimento ministeriale nasce dal  quesito posto dall’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto sul caso  di un bambino che, giunto in Italia da poco più di un anno, presentava  una situazione di particolare criticità per cui la famiglia e la scuola  intendevano non iscriverlo alla prima classe della primaria anche se  aveva compiuto il sesto anno di età.

Secondo la Cai (Commissione Adozioni  Internazionali) nel 2012 sono arrivati in Italia oltre tremila bambini  in età per l’ingresso nella scuola primaria.

Il ministero dell’Istruzione, nel tenere  conto dell’elevato e crescente numero di bambini stranieri adottati,  nella nota invitava i responsabili delle istituzioni scolastiche ad  attivare tutte le strategie necessarie per gestire con la dovuta  attenzione anche le situazioni di disagio conseguenti all’adozione e  riconosce, laddove necessario, la possibilità di consentire al minore  che ha compiuto i sei anni di permanere per un altro anno nella scuola  dell’infanzia.

Oltre ai casi dei bambini adottati, a nostro parere, ci sono anche quelli dei bambini malati spedalizzati e dei disabili gravi.

Della nota ministeriale però non c’è  traccia alcuna sul sito del Miur e non se ne trova traccia da nessuna  parte, salvo alcuni siti specializzati. Annullata? Ritirata? C’è un ripensamento o c’è, invece, un  semplice ritardo?

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 35

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 35 del 12-2-2014

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

MINISTERO DELL’INTERNO

 


DECRETO 16 novembre 2013, n. 162


Regolamento recante disposizioni attuative del Fondo di solidarieta’
civile, istituito dall’articolo 2-bis del decreto-legge 12 novembre
2010, n. 187, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 dicembre
2010, n. 217. (14G00016)

 

 

Pag. 1

 

 

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15 novembre 2013


Riparto dei finanziamenti previsti dagli articoli 9 e 15 della legge
15 dicembre 1999, n. 482, relativi all’anno 2013. (14A00942)

 

 

Pag. 8

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

 


DECRETO 5 febbraio 2014


Rettifica al decreto 16 dicembre 2013, relativo a specie di uccelli
incluse nell’allegato B al regolamento (CE) n. 338/97 e successive
attuazioni e modificazioni, facilmente e comunemente allevate in
cattivita’, il cui prelievo in natura risulta, in base ai dati
disponibili, non significativo. (14A00933)

 

 

Pag. 14

 

 

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 23 dicembre 2013


Modalita’ di attuazione dell’articolo 67-octies del decreto-legge 22
giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7
agosto 2012, n. 134, recante credito d’imposta in favore dei soggetti
danneggiati dal sisma del maggio 2012. (14A00906)

 

 

Pag. 15

 

 

 


DECRETO 10 febbraio 2014


Emissione di buoni ordinari del Tesoro a 364 giorni. (14A00981)

 

 

Pag. 18

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 18 dicembre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Aragon». (14A00934)

 

 

Pag. 21

 

 

 


DECRETO 18 dicembre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Karakas». (14A00935)

 

 

Pag. 24

 

 

 


DECRETO 18 dicembre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Erbikus 400 SC». (14A00936)

 

 

Pag. 29

 

 

 


DECRETO 18 dicembre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Klartan Pronto Uso». (14A00937)

 

 

Pag. 32

 

 

 


DECRETO 18 dicembre 2013


Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario
«Cupro Isagro WG». (14A00938)

 

 

Pag. 35

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 9 dicembre 2013


Denominazione delle varieta’ di risone e delle corrispondenti
varieta’ di riso, per l’annata agraria 2013/2014. (14A00743)

 

 

Pag. 38

 

 

 


DECRETO 22 gennaio 2014


Adozione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei
prodotti fitosanitari, ai sensi dell’articolo 6 del decreto
legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recante: «Attuazione della
direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione
comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi».
(14A00732)

 

 

Pag. 59

 

 

 


DECRETO 29 gennaio 2014


Riconoscimento del Consorzio di tutela dei vini a DOC Friuli Aquileia
e attribuzione dell’incarico a svolgere le funzioni di tutela,
promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e cura
generale degli interessi per la DOC «Friuli Aquileia». (14A00756)

 

 

Pag. 106

 

 

 


DECRETO 29 gennaio 2014


Riconoscimento del Consorzio tutela vini «Verona» o «Provincia di
Verona» o «Veronese» e attribuzione dell’incarico a svolgere le
funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del
consumatore e cura generale degli interessi per la IGP «Verona» o
«Provincia di Verona» o «Veronese». (14A00757)

 

 

Pag. 107

 

 

 


DECRETO 28 gennaio 2014


Designazione dell’«Agenzia Servizi Settore Agroalimentare Marche –
Assam», in Osimo, ad effettuare i controlli per la indicazione
geografica protetta «Maccheroncini di Campofilone», registrata in
ambito Unione europea. (14A00754)

 

 

Pag. 109

 

 

 


DECRETO 31 gennaio 2014


Proroga della validita’ delle comunicazioni di cui all’art. 1, comma
1 del decreto 6 dicembre 2010, in materia di pesca sportiva e
ricreativa in mare. (14A00776)

 

 

Pag. 109

 

 

 


DECRETO 3 febbraio 2014


Entrata in vigore delle disposizioni concernenti la gestione
informatizzata dei programmi annuali di produzione vegetale,
zootecnica, d’acquacoltura, delle preparazioni e delle importazioni
con metodo biologico e relative modalita’ di presentazione.
(14A00777)

 

 

Pag. 110

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 31 gennaio 2014


Attuazione dell’articolo 42 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n.
28, sulla disciplina dei controlli e delle sanzioni in materia di
incentivi nel settore elettrico di competenza del Gestore dei Servizi
Energetici GSE S.p.a. (14A00755)

 

 

Pag. 112

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 


DETERMINA 24 gennaio 2014


Rinegoziazione del medicinale per uso umano «Bivis» (olmesartan
medoxomil e amlodipina), ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della
legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 71/2014). (14A00860)

 

 

Pag. 116

 

 

 


DETERMINA 24 gennaio 2014


Rinegoziazione del medicinale per uso umano «Giant» (olmesartan
medoxomil e amlodipina), ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della
legge 24 dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 72/2014). (14A00861)

 

 

Pag. 117

 

 

 


DETERMINA 24 gennaio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Triatec» (ramipril),
ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24 dicembre 1993, n.
537. (Determina n. 75/2014). (14A00862)

 

 

Pag. 118

 

 

 


DETERMINA 24 gennaio 2014


Riclassificazione del medicinale per uso umano «Zocor»
(simvastatina), ai sensi dell’articolo 8, comma 10, della legge 24
dicembre 1993, n. 537. (Determina n. 77/2014). (14A00863)

 

 

Pag. 119

 

 

ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI

 


PROVVEDIMENTO 4 febbraio 2014


Modifiche al regolamento ISVAP n. 31 del 1º giugno 2009 e successive
modificazioni ed integrazioni, recante la disciplina della banca dati
sinistri di cui all’articolo 135 del decreto legislativo 7 settembre
2005, n. 209 – codice delle assicurazioni private. (Provvedimento n.
15). (14A00905)

 

 

Pag. 121

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

 


COMUNICATO


Esclusione, con prescrizioni, dalla procedura di VIA del progetto
delle varianti al progetto del «parco eolico offshore Golfo di Gela»
e relative opere connesse, da realizzarsi nel Golfo di Gela.
(14A00886)

 

 

Pag. 122

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Approvazione del nuovo statuto della «Unione Induista Italiana,
Sanatana Dharma Samgha», in Roma. (14A00887)

 

 

Pag. 122

 

 

 


COMUNICATO


Riconoscimento della personalita’ giuridica alla «Associazione per la
meditazione di consapevolezza (Vipassana) – A.ME.CO.», in Roma.
(14A00888)

 

 

Pag. 122

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Confraternita di San Gregorio e Antonio Abate, in
Itri (14A00901)

 

 

Pag. 122

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Confraternita del SS.mo Rosario, in Itri
(14A00902)

 

 

Pag. 122

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Confraternita di San Giovanni Battista, in Itri
(14A00903)

 

 

Pag. 122

 

 

 


COMUNICATO


Soppressione della Confraternita di Santa Maria, in Gaeta (14A00904)

 

 

Pag. 122

 

 

RETTIFICHE

 


ERRATA-CORRIGE


Comunicato relativo al decreto 5 dicembre 2013 del Ministero della
difesa, recante: «Aggiornamento annuale delle paghe nette giornaliere
spettanti, a decorrere dal 1° luglio 2013, agli allievi delle scuole
militari.». (Decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – serie
generale – n. 33 del 10 febbraio 2014). (14A00979)

 

 

Pag. 123

Nota USR Lombardia 12 febbraio 2014, Prot. n. MIUR AOODRLO R.U. 2640

USR Lombardia
Direzione Generale
Ufficio IV – Rete scolastica e politiche per gli studenti

Ai dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali della Lombardia
Ai dirigenti delle scuole appartenenti alle reti territoriali

Oggetto: Presentazione delle Linee d’indirizzo regionali per le reti territoriali di scuole

L’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia ha predisposto per le Reti territoriali di scuole , che si sono costituite in Lombardia, tre Linee d’Indirizzo relative a Cittadinanza e Costituzione (allegato1), Successo scolastico e formativo (allegato2) e Tecnologie nella didattica e nella scuola (allegato3), con la finalità di proporre, coerentemente con le indicazioni ministeriali:

  •  strumenti operativi da utilizzare nella progettazione didattica ed organizzativa;
  •  programmi e strategie d’azione regionali.

Gli interventi progettuali, promossi dalle Reti territoriali e finalizzati alla realizzazione dei sopracitati Documenti d’indirizzo, saranno finanziati con i decreti allegati alla presente nota (4, 5, 6).

Si auspica che ogni Rete territoriale si impegni, nella pratica curricolare, in una ottica di innovazione didattica, ad elaborare percorsi di riflessione ed attuazione integrata dei documenti proposti.

Le Linee d’indirizzo regionali e i decreti saranno consultabili sul sito dell’USR Lombardia.

Vista la rilevanza della comunicazione si invitano le SS.LL. a volerne dare la più ampia diffusione.

Si ringrazia per la consueta collaborazione.

Il direttore generale
Francesco de Sanctis

Allegati

Rassegna Stampa 12 febbraio 2014


in  primo  piano

 
   
il Messaggero  del  12-02-2014  
IL TESORO SI RIPRENDE SEICENTO EURO DAI BIDELLI (A.Campione) [solo_testo] pag. 12  
Avvenire  del  12-02-2014  
SCUOLA DISPERSIONE, 15 MILIONI PER COMBATTERLA [solo_testo] pag. 9  
Tecnicadellascuola.it  del  11-02-2014  
ROSSI DORIA E I FINANZIAMENTI PER LA DISPERSIONE [solo_testo] pag.  
il Mattino  del  12-02-2014  
LE REGOLE SLEGATE DALLA REALTA’ (M.Calise) [solo_testo] pag. 1  
il Sole 24 Ore  del  12-02-2014      
PERSI 1.700 “SPECIALIZZANDI” (Eu.b.) [solo_testo] pag. 37      
       

ministro

     
       
il Mattino  del  12-02-2014
Int. a M.Marrelli: MARRELLI: LARGO AI GIOVANI CHE SANNO DIRE DI NO (M.Pirro) [solo_testo] pag. 37
la Nuova di Venezia e Mestre  del  12-02-2014
COLPO DI SCURE ALL’UFFICIO SCOLASTICO [solo_testo] pag. 10
Tecnicadellascuola.it  del  11-02-2014      
LETTA AL CAPOLINEA, CARROZZA IN DEPOSITO? [solo_testo] pag.      
       

ministero

     
       
Tecnicadellascuola.it  del  11-02-2014      
PARTONO LE OLIMPIADI DI ITALIANO [solo_testo] pag.      
il Sole 24 Ore  del  12-02-2014      
LAVORO – DAL 28 FEBBRAIO A RISCHIO 24MILA LSU [solo_testo] pag. 37      
La Provincia Frosinone  del  12-02-2014      
LSU-SCUOLA, IL SENATORE SCALIA INTERROGA IL GOVERNO LETTA [solo_testo] pag. 8      
Tecnicadellascuola.it  del  11-02-2014    
PANTALEO (FLC-CGIL): “IL RISCHIO CHE IL PRIMO GRADONE VENGA ALLUNGATO E’ MOLTO REALE” [solo_testo] pag.    
Corriere della Sera  del  12-02-2014      
LA DELUSIONE PER I BONUS LIBRI. SIAMO UN PAESE QUALUNQUE (G.Bompiani) [solo_testo] pag. 32      
Libero Quotidiano  del  12-02-2014      
COL BONUS LIBRI SI RISPARMIANO 19 EURO IN 3 ANNI [solo_testo] pag. 12      
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  12-02-2014      
ALTRE DUE VITTIME DEL CYBERBULLISMO (Mrs.ing.) [solo_testo] pag. 15      
L’Unita’  del  12-02-2014      
SI SUICIDO’ A 15 ANNI, INDAGATI I PROFESSORI (A.Camuso) [solo_testo] pag. 12      
la Repubblica  del  12-02-2014  
IL BRANCO VIRTUALE (G.Romagnoli) [solo_testo] pag. 1  
il Messaggero  del  12-02-2014  
Int. a F.Tonioni: “I GENITORI DEVONO IMPORRE QUALCHE LIMITE ALL’USO DI INTERNET” (C.gu.) [solo_testo] pag. 13  
Il Tirreno  del  12-02-2014      
RAGAZZINI NEL MIRINO DEI PEDOFILI DELLA RETE [solo_testo] pag. VII      
Avvenire  del  12-02-2014  
QUANDO LA RETE DIVENTA UNA TRAPPOLA PER GIOVANI (L.Ballerini) [solo_testo] pag. 3  
la Repubblica  del  12-02-2014  
LA SCURE DI BERGOGLIO SUL PRETE PEDOFILO “VIA DALLA CHIESA, VERDETTO SENZA APPELLO” (M.Ansaldo/E.Affinito) [solo_testo] pag. 19  
il Giornale – ed. Milano  del  12-02-2014      
I FONDI PER L’INFANZIA USATI DALL’EX ASSESSORE PER GLI SPOT ELETTORALI (L.Fazzo) [solo_testo] pag. 4      
Libero Quotidiano – Ed. Milano  del  12-02-2014      
“CAMPAGNA ELETTORALE COI SOLDI DEI BAMBINI” INDAGATA L’EX ASSESSORE (L.Marinaro) [solo_testo] pag. 45      
la Repubblica  del  12-02-2014  
NEL MONDO DEI BAMBINI DOVE GLI ADULTI SI PERDONO (C.De gregorio) [solo_testo] pag. 51  
il Giornale – ed. Milano  del  12-02-2014      
SCUOLA CIVICA SAN GIUSTO “CHIAREZZA ENTRO VENERDI'” [solo_testo] pag. 3      
Il Fatto Quotidiano  del  12-02-2014      
BANKSY & TOTTI L’ULTIMO DRIBBLING DELLA STREET ART (T.Rodano) [solo_testo] pag. 15      
il Mattino  del  12-02-2014      
ARRIVA IL PATENTINO DEI PROF TRA I BOCCIATI GALLI E SALES (M.Esposito) [solo_testo] pag. 8      
il Sole 24 Ore  del  12-02-2014      
IL CAMPUS SI SCALDA CON LA MICRORETE (R.De forcade) [solo_testo] pag. 34      
Corriere della Sera – ed. Milano  del  12-02-2014      
VAGO: NUOVA STATALE, SVOLTA ANTI BUROCRAZIA LAUREA A GARATTINI (F.Cavadini) [solo_testo] pag. 6      
Il Tempo – Cronaca di Roma  del  12-02-2014      
NEL TOTO-RETTORE ALLA SAPIENZA SPUNTA UNA DONNA (M.Di paolo antonio) [solo_testo] pag. 3      
Avvenire  del  12-02-2014  
IL 16% DI GIOVANI EMIGRA A FRONTE DI UN 3% DI ARRIVI [solo_testo] pag. 18  
la Gazzetta del Mezzogiorno  del  12-02-2014  
MEDICINA, PREMIATA LA RICERCA MADE IN BARI (N.Simonetti) [solo_testo] pag. 20  
la Repubblica  del  12-02-2014  
“FUGGITE , C’E’ LA FRANA” COSI’ UN ALGORITMO CI SALVERA’ DAL DISASTRO (M.Neri/F.Tonacci) [solo_testo] pag. 33  
Corriere della Sera  del  12-02-2014  
MAIS OGM, L’EUROPA VOTA MA NON DECIDE ORA E’ PIU’ VICINA L’AUTORIZZAZIONE A USARLO (L.Offeddu) [solo_testo] pag. 21  
Corriere della Sera  del  12-02-2014  
IN GIAPPONE E’ NATO IL FANTACERVELLO E SUONA LA “SINFONIA” DI QUELLO VERO (M.Piattelli palmarini) [solo_testo] pag. 32  
       

pubblica  amministrazione  e  societa’

     
       
il Sole 24 Ore  del  12-02-2014  
EMERGENTI IN ANSIA LA BCE NO (A.Merli) [solo_testo] pag. 1  
il Sole 24 Ore  del  12-02-2014  
LO SVILUPPO PASSA PER RICERCA, ENERGIA, DIGITALE ED EXPORT (C.De vincenti) [solo_testo] pag. 10  
Giorno/Resto/Nazione  del  12-02-2014  
Int. a S.Camusso: CAMUSSO, ULTIMATUM AL GOVERNO “GIU’ LE TASSE SUL LAVORO. SUBITO” (O.Posani) [solo_testo] pag. 7  
il Sole 24 Ore  del  12-02-2014  
IMPEACHMENT, IL COMITATO ARCHIVIA SOLO M5S VOTA NO [solo_testo] pag. 4  
Corriere della Sera  del  12-02-2014  
E ORA L’ITALICUM SLITTA SI STUDIA L’ALGORITMO PER DISTRIBUIRE I SEGGI (D.Martirano) [solo_testo] pag. 2  
la Repubblica  del  12-02-2014  
NEL PALAZZO E’ GIA’ TOTOMINISTRI ALL’ECONOMIA BOERI O GUERRA E PER LA CULTURA SPUNTA BARICCO (G.Casadio) [solo_testo] pag. 6/7  
il Sole 24 Ore  del  12-02-2014  
COMPENSABILI I CREDITI CON LA PA (A.Sacrestano) [solo_testo] pag. 17  
Italia Oggi  del  12-02-2014  
LO STATO, UN DEBITORE IMPENITENTE (C.Maffi) [solo_testo] pag. 10  
il Messaggero  del  12-02-2014  
I MUSEI ITALIANI RICCHEZZA SPRECATA DELLO STATO (F.Grillo) [solo_testo] pag. 1  
la Repubblica  del  12-02-2014  
UN CLIC COL DAVID FIRENZE SDOGANA IL SELFIE NEI MUSEI (G.Rau) [solo_testo] pag. 32  
la Repubblica  del  12-02-2014  
LA BELLEZZA CI SALVERA’ (S.Settis) [solo_testo] pag. 49  
       
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi

12/02/2014 – Progetto sull’uso del modello di autovalutazione CAF – Attività 2014

Oggetto: PON FSE “Competenze per lo Sviluppo” – Asse II “Capacità Istituzionale” – Obiettivo/Azione H 1 “Interventi formativi di tipo innovativo, a vari livelli, sugli strumenti e sulle strutture di governo della totalità del sistema per promuovere la capacity building”. Progetto sull’uso del modello di autovalutazione CAF per il “Miglioramento delle performance delle Istituzioni Scolastiche 2007-2013” nelle Regioni Obiettivo Convergenza. Attività 2014.

Nota prot. 1163 del 10 febbraio 2014

12/02/2014 – Avvio Progetto “Supporto alla valutazione del QSN 2007/2013”

Oggetto: PON FESR “Ambienti per l’apprendimento” – Valutazione della programmazione dei Fondi Strutturali Europei 2007/2013 – Avvio Progetto “Supporto alla valutazione del QSN 2007/2013” a valere sul PON Governance e Assistenza Tecnica 2007/2013.

Nota prot. 1146 del 7 febbraio 2014

12 febbraio Dispersione in 7a Camera

Il 22 gennaio ed il 12 febbraio si svolge nella 7a Commissione della Camera l’audizione del sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca, Marco Rossi Doria, in materia di dispersione scolastica

Dispersione Scolastica – Relazione MIUR

(7a Camera, 22.1.14) MARCO ROSSI DORIA, Sottosegretario di Stato per l’istruzione, l’università e la ricerca.

Prima di illustrare la relazione che il ministero ha predisposto, vorrei personalmente ricordare, per un attimo, Alessandra Siragusa.
Su questa materia, molti anni fa, prima che lei diventasse deputato, e io sottosegretario, ci soffermavamo a discutere e a cercare di capire cosa fare tra Napoli, la Campania e la Sicilia, che sono tra le regioni più colpite dalla tenacia della dispersione scolastica (la voglio chiamare così). In questo momento mi trovo qui, dove ho ritrovato – dopo tanti anni – Alessandra, con cui ho avuto un rapporto anche complesso: aveva pepe, Alessandra, come si ricorderanno i membri della Commissione che erano allora presenti. Ci tengo, quindi, moltissimo a ricordarla in questo momento.
Ringrazio la Commissione per questa opportunità e ringrazio il ministro per avermi dato la possibilità di essere io qui. Ho dedicato molto tempo a questa questione e, quindi, non nascondo e non voglio nascondere di esservi anche personalmente implicato. Come diceva don Lorenzo Milani, con una considerazione che purtroppo – e sottolineo purtroppo – è ancora attuale, il principale problema della scuola italiana sono i ragazzi che perde: è questa la questione fondamentale da cui voglio partire.
Ha fatto bene il Ministro Maria Chiara Carrozza a sottolinearlo, a più riprese, e a iniziare quest’anno scolastico, l’anno scolastico in corso, a Casal di Principe, su questo tema. L’ha ripreso anche recentemente. C’è, quindi, una forte consapevolezza, una forte presenza del ministero, che ovviamente mi spinge a fare di più.
La relazione che ho predisposto, d’accordo con gli uffici, che ringrazio formalmente anche qui per il lavoro fatto, è il risultato di un confronto anche metodologico su come presentare correttamente, come Governo, alla Commissione, un lavoro completo che possa essere utilizzato anche in seguito. Io sono disponibile a rispondere a domande e ad avere con voi momenti di approfondimento sull’insieme, o anche su uno qualsiasi dei temi.
La relazione consta di molte pagine. Le illustrerò piuttosto brevemente.
Come primo tema, tutta la letteratura ci conferma importanti correlazioni tra tassi di scolarità bassi e alcune grandi questioni della nostra società. La prima è la povertà.
Sia nel mondo in generale, sia in Italia c’è una forte correlazione con tutte le diverse manifestazioni della povertà, non solo quella infantile e adolescenziale, ovviamente, ma anche quella per il corso della vita. La mancata scolarità, l’insuccesso formativo, è, quindi, correlato anche a tutte le questioni che aumentano con la povertà, quali l’illegalità, la minore attesa di vita, la maggiore possibilità di cadere nelle dipendenze, ricorrenti problemi di salute. Naturalmente, non bisogna mai in questo, come in altri campi, fare automatismi: non è necessariamente così, ma c’è una maggiore probabilità.
La povertà è fortemente correlata anche con la mancanza di lavoro, con l’incertezza del lavoro, con la disoccupazione. Anche le aree – non solo gli individui – di un Paese dove c’è massima concentrazione della dispersione scolastica sono, in modo biunivoco, legate alla difficoltà della crescita e dello sviluppo e alla stasi nel mercato del lavoro. «Biunivoco» significa che c’è una correlazione nelle due direzioni.
Inoltre, la povertà è correlata, sempre sia in Italia sia nel mondo, con i tassi di partecipazione democratica, anche questa nelle sue diverse forme, non solo politica, ma anche di tipo associativo, legato alla difesa e alla propugnazione dei diritti e via elencando. Su tutto questo non c’è una differenza di posizioni ideologiche o di pensiero. Le scuole socialdemocratiche, liberali o di altro tipo nel pensiero economico e sociale convengono, per la grande evidenza di dati, su queste correlazioni.
Per battere la dispersione scolastica nelle politiche pubbliche, in Italia come nel mondo, sono necessarie alcune costanze di policy, di politiche pubbliche: innanzitutto, un forte coordinamento di queste politiche; una rigorosa valutazione dei risultati; un’ottimizzazione delle iniziative e delle risorse tra il decisore nazionale e – nel caso italiano – le scuole autonome e gli enti locali; uno sviluppo della scolarità precoce, almeno a partire dai tre anni, ma anche prima; un’attenta cura dell’apprendimento di ciascun bambino e ragazzo a scuola e fuori scuola.
Nel mondo, come in Italia, uno degli elementi di contrasto di maggior successo alla dispersione scolastica è imparare presto e bene le competenze e le conoscenze cosiddette «irrinunciabili». Occorre dedicare una particolare attenzione proprio a queste nella scuola di base.
Si aggiunge un sostegno a iniziative di sviluppo locale, perché c’è una forte correlazione tra lo sviluppo locale che funziona nelle zone di dispersione scolastica e la battaglia contro la dispersione scolastica. Noi possiamo avere efficaci politiche delle scuole autonome in una zona di forte dispersione scolastica, senza però altri significativi elementi di sviluppo locale. Se, finita la terza media, anche proficuamente, non c’è lavoro, non ci sono politiche per la legalità, non ci sono politiche di implementazione urbana – e potrei continuare –, ovviamente vengono non dico azzerati, ma messi in discussione anche i passi in avanti fatti dalle scuole o dagli altri attori educativi di un determinato territorio.
Ci vuole un sostegno ai percorsi tra scuola e lavoro. Anche questo è molto importante. Nell’esperienza di tutte le scuole che hanno lavorato in questo campo c’è l’evidenza che, a un certo punto, bisogna avere una via di uscita legata all’integrazione con il mondo del lavoro. Stiamo parlando del periodo a valle della lotta alla dispersione scolastica vera e propria, ma noi abbiamo fortissima evidenza che le politiche attive contro la dispersione scolastica, negli ultimi 20-30 anni, funzionano meglio laddove ci sono, nei contesti dati – penso a determinate regioni o province – politiche forti di formazione professionale legate anche all’interazione con le imprese, in cui si continui ad apprendere e in cui, quindi, non ci sia l’allenamento solo al lavoro, ma anche il lavoro legato all’apprendimento per gli anni successivi alla scolarità vera e propria.
Occorre anche un’alleanza territoriale tra tutte le agenzie educative e formative. Anche su questo abbiamo forte evidenza, in tutta la ricchissima interazione che c’è tra le scuole autonome, il privato sociale e il volontariato, che proprio l’alleanza tra scuole, privato sociale, centri sportivi, volontariato, parrocchie e le altre molteplici agenzie formative e le stesse imprese porti a risultati maggiori. Detto un po’ brutalmente, tale approccio, basato su una risposta multidimensionale ben articolata e coordinata nel tempo, non ha caratterizzato, francamente, il caso italiano. La persistenza della dispersione scolastica deriva, almeno in parte, proprio dal fatto che alcune stagioni della nostra vita pubblica, negli ultimi 20-30 anni, e i territori nei quali è prevalsa la buona politica su questo tema si sono alternati con anni peggiori e politiche locali peggiori.
Abbiamo poi voluto sottolineare la questione di come viene calcolato – leggerete con cura il rapporto – il tasso di dispersione scolastica e i problemi di rilevazione che noi abbiamo avuto e che continuiamo ad avere.
Non è una questione banale. Tenete conto che, nell’esaminare il fallimento formativo, è molto importante che i diversi organi siano d’accordo. Per esempio, nel nostro caso, noi siamo in una situazione di grande complessità. La persona che nel codice civile è responsabile dell’obbligo scolastico è il sindaco, o un suo delegato. Dal punto di vista delle politiche di offerta formativa, sono responsabili le scuole autonome, ma anche le province e le regioni, per quanto riguarda i percorsi di formazione professionale. Le forme complesse e di controllo di che fine faccia un ragazzino, quando non segue né l’una né l’altra strada, sono facili a dirsi, ma difficili a farsi.
Anche la misurazione della relazione diretta tra lo stato di origine di una persona in crescita, cioè l’origine familiare – quello che don Milani chiamava il «carattere di classe» della dispersione scolastica – quello che tutti riconoscono, ossia che, se tu vieni da una famiglia con pochi mezzi, con poca istruzione e con poco lavoro, hai molte più possibilità di non terminare la scuola, è molto difficile da realizzare effettivamente in maniera dettagliata e scientificamente fondata, territorio per territorio.
Uno dei motivi – lo segnalo anche per sollecitare tutti noi – per cui questa misurazione è particolarmente difficile in Italia, è dato dal fatto che c’è stata un’interpretazione delle norme sulla privacy tale per cui non si possono chiedere ai genitori, quando si iscrivono a scuola i bambini, che lavoro fanno e qual è il loro grado di istruzione, a differenza di tutti gli altri Paesi europei. Noi ci troviamo, peraltro, in difficoltà anche quando dobbiamo rispondere su alcuni indicatori che ci vengono utilmente richiesti dai Fondi sociali europei su questo tema. Ci sarebbe una riflessione istituzionale da fare.
Si stanno trovando altri modi e forme di misurazione. Alcune province e regioni sono più avanti. Cito per tutte la provincia di Pisa, la quale ha approntato, da molto tempo, un sistema che, attraverso la Conferenza Stato-regioni, si sta diffondendo e che io menziono in questa relazione. Continuiamo ad avere comunque problemi, che stiamo, però, affrontando. Gli uffici del ministero – lo voglio sottolineare – sono molto migliorati, come vedrete dalle tabelle allegate, che sono alquanto dettagliate.Andando rapidamente al secondo capitolo della relazione, la notizia relativamente buona – tengo a sottolineare il «relativamente» – è che la dispersione è un fenomeno, come ho detto, persistente, oltre che multidimensionale e complesso, ma è anche un fenomeno in lento, ma continuo calo. Stiamo migliorando, come vedrete dalle tabelle, anche se stiamo migliorando troppo lentamente.
L’indicatore che utilizziamo – su cui voglio dire qualcosa – è, in sigla, l’ESL, che vuol dire early school leavers, ossia, potrei tradurre, coloro che lasciano la scuola prima del tempo. Questo è già un punto di approdo al quale l’Italia ha partecipato insieme ai partner europei. Il sistema di scolarità europea, infatti, aveva Stati con il diritto, Stati con il diritto-dovere e Stati, come il nostro, con il vero e proprio obbligo. Inoltre, c’era una differenza di età in cui l’indicatore veniva misurato: in alcuni Stati a 13 anni, in altri a 14, in altri a 15, in altri a 18 e via elencando. Alcuni indicavano all’interno dell’obbligo la formazione professionale anche di tipo vocational, cioè l’allenamento al lavoro puro e semplice; altri, invece, il misto con la scolarità. In sostanza, era molto difficile dirimere questa matassa e arrivare a una comparabilità continentale su questo tema.
Siamo arrivati a questa comparabilità con una rivoluzione che è avvenuta, metodologicamente parlando, circa sei o sette anni fa, in maniera definitiva: noi misuriamo a valle, misuriamo cioè i ventiquattrenni dei nostri Paesi. Quando una persona entra nei venticinque anni, e non ha in tasca né un diploma di scuola superiore, né un attestato di formazione professionale che la abiliti a entrare in una dimensione professionale nel mercato legale del lavoro, almeno triennale, allora questa persona è un early school leaver. Quando voi vedete scritto 16 per cento, 15 per cento o 21 per cento nelle tabelle allegate, è di quello che stiamo parlando.
Naturalmente, dovete tener conto che questo è vero fino a un certo anno. Quando si guardano con più attenzione queste tabelle, se andate indietro, e vedete il 2001, il 2002 e il 2003, sappiate che non era stata ancora consolidata questa convenzione europea cui noi ci stiamo, invece, ora attenendo.
C’è un’altra questione su cui vi voglio avvertire in merito alle tabelle: esistono eventi in un Paese, come spesso avviene nelle statistiche, che determinano dati strani nelle tabelle. Quando vedrete le tabelle, anche dettagliate per regione, sulla dispersione scolastica, noterete che a un certo punto c’è una drastica riduzione – intorno agli anni 2004, 2005, 2006 o 2007; ora non ricordo – seguita, di nuovo, da un brusco aumento. Questo è dovuto al fatto che durante il periodo di Governo col Ministro dell’istruzione Moratti, ci fu un calo di un anno dell’obbligo scolastico, da 16 a 15 anni, dopo un periodo in cui l’obbligo scolastico fu portato a 16 anni che durò meno di due anni. Ciò ha implicato il fatto che, quando si sono raccolti i dati, i sedicenni ovviamente erano inclusi e c’è stato un ulteriore rialzo. Poi c’è stato un abbassamento, perché questi andavano a scuola e poi c’è stato ancora un rialzo. Ci sono anche altri esempi di queste stranezze statistiche.
Nel secondo capitolo della documentazione depositata noi mostriamo anche i quadri di significativo miglioramento e alcuni livelli di equità superiori alla media OCSE. Sottolineiamo, inoltre, le questioni, più volte riportate dalla stampa, sulle differenze di genere nella performance.
In generale, in questo rapporto, che rappresenta un primo momento per poter creare, io auspico, una tradizione di riflessione su questo, che è il principale problema del nostro Paese – come più volte ho sentito giustamente dire da molti membri di questa Commissione – c’è un tentativo di correlare il grado di scolarità e il successo, cioè quello che si apprende veramente, quello che si impara.
È lapalissiano che i bambini e i ragazzi che imparano meglio hanno meno tendenza ad andarsene dalla scuola. Sistemi scolastici meno standardizzati, meno rigidi e più capaci di includere tutti, ma anche ciascuno, sono più capaci anche di tenere «dentro» gli studenti. Nell’andare fuori dalla scuola c’è la parte dovuta alle condizioni di partenza, ma ci sono anche le parti legate agli individui. Una scuola più capace di intercettare le differenze, pur dentro un frame di equità e di eguaglianza, è un sistema, come ci insegnano anche la letteratura e l’esperienza internazionale, più capace di attuare il contrasto alla dispersione scolastica.
Più successo abbiamo negli apprendimenti fondamentali – quelli che, lo ripeto, sono irrinunciabili, per esempio le competenze di lettura, di scrittura, di matematica, ma anche di orientamento nel tempo e nello spazio, ossia storia e geografia, intese non in senso banale e nozionistico, ovviamente; oggi si aggiungono anche le competenze digitali, legate ai contenuti e non semplicemente all’operatività digitale – più noi abbiamo competenze consolidate presto e bene e monitorate nel tempo, e meno probabilità sussiste che vi sia dispersione scolastica.
Ormai in tutto il mondo, non solo in Italia, quando decidiamo una politica – vi dirò poi quali politiche abbiamo messo in essere nei prossimi capitoli in questo momento – noi continuiamo a vedere come molto importante la sorveglianza sugli apprendimenti di conoscenze e competenze. Queste sono fondamentali dal punto di vista del contrasto alla dispersione scolastica.Arriviamo brevemente, senza entrare troppo nel dettaglio, al terzo capitolo della relazione. Ci sono alcuni sottocapitoli che trattano le politiche pubbliche, in particolare quelle del MIUR. Tengo a sottolineare e a precisare che le politiche pubbliche sono, però, più complesse rispetto a quelle che espongo come sottosegretario del ministero. Le politiche pubbliche sono infatti anche quelle dei comuni, delle province e delle regioni. C’è anche la responsabilità di coordinamento di politiche comuni.
Partendo dall’implementazione dell’anagrafe degli studenti, ho detto quali sono i problemi e le criticità su cui insieme dovremo lavorare, ma ci sono anche passi in avanti, su cui qui relaziono.
Si aggiungono l’aumento della durata dell’obbligo scolastico e la grande attenzione alle conoscenze e alle competenze, a partire dalla scuola di base. Questa è una grande questione ancora aperta. Non c’è un automatismo per il quale andare a scuola più a lungo batte la dispersione scolastica. Essa dipende sicuramente dalla lunghezza degli studi, ma, al contempo – questo è un fatto piuttosto importante e anche questo è vero un po’ in tutto il mondo – da che tipo di studi si propone. Se l’obbligo è molto lungo, ma molto standardizzato, non è detto che si abbiano altrettanti risultati di quelli che si hanno con consolidati e lunghi periodi di studio durante l’adolescenza, ma con un’offerta più articolata.
In generale, da questo punto di vista, un’idea di equità più ricca non è la soluzione, ma sicuramente un indirizzo importante che aiuta moltissimo. L’idea di fornire a tutti la stessa offerta, nello stesso momento, non è detto che sia la migliore. Ferme restando alcune attività che devono evidentemente esistere per tutti, è molto importante offrirne altre che consentano a ognuno di curare le proprie parti deboli e anche le proprie parti forti, nonché di scoprire le proprie parti sconosciute. Ciò ferma restando l’importanza delle competenze – ripeto e sottolineo – irrinunciabili.
La didattica integrativa e un’apertura straordinaria delle scuole sono una politica che funziona a patto che ci sia una vera integrazione tra quello che si fa nella parte integrativa e quello che si fa a scuola. Su questo noi abbiamo una grande esperienza e io voglio, qui, fare una prima serena riflessione.
Fare molti progetti che si affiancano senza sapersi integrare con la scuola di tutti i giorni non è detto che funzioni. D’altra parte, una scuola completamente separata dal territorio e dalle altre agenzie educative non è una scuola che funziona. Tutte le esperienze che hanno la capacità di integrarsi con altre esperienze educative del territorio in maniera ricca, ma anche di farle ricadere nella scuola di ogni giorno, senza dividere la scuola ordinaria dalla scuola «straordinaria», sono quelle che meglio funzionano. Noi abbiamo fatto una serie di esperienze sia in bene, sia in male, con criticità, ma anche con punti di forza, su questo punto.
Ci sono poi altre questioni. Ve le elenco. Ho cercato di enumerare anche le cifre fornite. Il problema nostro – dico «nostro» volutamente, perché è un problema sia del potere esecutivo, sia del potere legislativo – sussiste nel fatto che sono stati spesi tanti soldi e che, sebbene i risultati ci siano – lo ripeto – sono ancora troppo lenti e poco consolidati. Pensiamo agli interventi ex articolo 9 CCNL Comparto scuola sulle cosiddette aree a rischio e al Piano nazionale di orientamento. Sono tutte cose che voi conoscete e che avete spesso nominato in questa Commissione. Pensiamo anche al Progetto nazionale per l’inclusione e l’integrazione dei bambini Rom, Sinti e Caminanti, che però è solo all’avvio e che ha rappresentato la risposta del nostro Paese a ingiunzioni da parte dell’Unione europea e a infrazioni in questo campo. C’è poi la formazione del personale scolastico e anche dei dirigenti.
Il quarto capitolo della relazione consegnata parla dell’utilizzo dei soldi PON (Programmi operativi nazionali) in generale. Voi sapete che i fondi europei vanno alle regioni per una parte e che poi vi è una quota parte che va al ministero. Su questi fondi PON, senza che io mi ci soffermi – intendo poi rispondere alle vostre domande – noi abbiamo diversi ambiti di intervento.
C’è una cosa da dire su questi fondi: sono massimamente concentrati, per la maggior parte delle quantità erogate, sulle regioni dell’Obiettivo convergenza, in cui effettivamente noi abbiamo i maggiori problemi. Non è vero, però, che i problemi della dispersione scolastica ci sono solo in queste zone. Per esempio, su questi fondi siamo intervenuti, come ministero, in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Ci sono altre realtà, però – penso alla Sardegna in particolar modo – dove i tassi sono molto alti e, anche, in particolare, nelle zone metropolitane del centro e soprattutto del nord, in cui noi abbiamo problemi analoghi, ma non abbiamo fondi strutturali della stessa capacity.

  Su questo tema c’è una discussione in corso. In parte, l’articolo 7 del decreto-legge n. 104 del 2013, che voi avete utilmente dibattuto, dovrebbe intervenire. Ringrazio soprattutto la vostra collega Santerini, che mi ha più volte stimolato su questo punto. Si dovrebbe intervenire in qualche modo, non dico solo nelle altre regioni, ma sicuramente in questa dimensione.
Segnalo anche – bisognerà anche su questo attuare una politica comune – che l’obiettivo primario, condiviso tra l’Italia e i partner europei, della riprogrammazione dei fondi europei, tutti, anche quelli dati alle regioni per il 2014-2020, vede questo tema al centro. Nell’aprile scorso esso è stato discusso e accettato dalle parti a Bruxelles. Si sono già fatti tavoli comuni tra il Ministero dell’istruzione e quello del welfare, tra febbraio e marzo dell’anno scorso – anch’io personalmente vi ho partecipato – affinché potessero esserci fondi ulteriori – anche nelle altre regioni – su queste partite.
In particolare, al punto 5 della relazione, noi abbiamo avviato, insieme con le quattro regioni obiettivo – i dati poi vi faranno vedere che c’è una ragione perché queste regioni obiettivo rimangano tali, anche se, lo ripeto e sottolineo, ciò non è esaustivo del problema – la misura detta F3, o Azione 3, del Piano di Azione coesione, che è la priorità istruzione. Essa vede tutta una serie di interventi, tra cui alcuni prototipi, nelle zone di massima concentrazione della dispersione.
A tal proposito, a differenza della tradizione precedente dell’erogazione delle risorse «a pioggia», noi abbiamo deciso, a monte dell’erogazione dei soldi, di fare una piccola rivoluzione copernicana. Abbiamo deciso, cioè, di indicare dal ministero quali fossero le aree sulla base di alcuni indicatori, che erano quelli della dispersione scolastica, della disoccupazione, della disoccupazione giovanile e dei bassi livelli di apprendimento nella scuola di base e nel biennio delle superiori, soprattutto per le discipline considerate fondamentali e irrinunciabili.
Sulla base di questo, territorio per territorio, con grande fatica e perizia, quasi a livello di codice postale, ossia per microterritori, siamo riusciti a individuare le varie zone e, quindi, abbiamo emesso un bando. Tale bando si è poi accresciuto, perché abbiamo fatto, d’accordo con le quattro regioni, alcune economie, e siamo arrivati a 56 milioni di euro, che di questi tempi non sono pochi. Stiamo ora monitorando il processo. Ho voluto fortemente che i primi dati di monitoraggio del processo venissero immessi in questa relazione. Sono presenti, quindi, in questa relazione, ma gli uffici della Commissione hanno a disposizione – ho appena fornito la «pennetta» informatica – anche il dettaglio delle aree geografiche. Avete tutte le mappature a disposizione. Sia la fine del capitolo 5 che i progetti di cui alla specifica Azione 6, con le prime analisi, fanno parte del vero e proprio rapporto.
Infine, e concludo, ci sono gli allegati, che vi enumero. La prima tabella, che trovate a pagina 20 della documentazione consegnata, riporta, relativamente ai giovani che abbandonano prematuramente gli studi, i valori percentuali dal 2004 al 2012. Ho voluto anche aggiungere il target Italia del 2013 e il target Europa del 2020, per farvi capire come sia forte la divergenza territoriale.
Attenzione, la divergenza territoriale è forte – c’è il solito Nord e Sud e poi ci sono le regioni – però, tengo a precisare che molti studi ci dicono che sono altrettanto importanti e da tenere sotto un accurato controllo le divergenze nei territori e addirittura nei microterritori. Questo è dovuto a molti e diversi fattori.
A pagina 21 della relazione è riportato il grafico che mostra questa situazione per macroterritori.
A pagina 22 trovate il tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori. Questo è un passaggio molto importante. La criticità fondamentale del nostro sistema, così come in altri Paesi del mondo (qui c’è il dettaglio molto attento dei dati regione per regione, sempre sulla base degli early school leavers) è appunto il passaggio dalle scuole cosiddette «medie» alle scuole superiori. A questo punto, infatti, noi abbiamo un tracollo.Un secondo tracollo lo abbiamo tra il biennio delle superiori e le annualità successive. Continuiamo ad avere un problema serio nell’interazione tra questi dati di crisi e il passaggio, anche semplicemente di monitoraggio – anche questa è una criticità che molto onestamente bisogna dirsi e che io intendo dire – alla formazione professionale. Tanto per essere brutali, non riusciamo veramente, in tutte le regioni, a sapere che, ad esempio, Pasqualino, che è stato bocciato nella prima superiore, in effetti sta andando alla formazione professionale e sta magari svolgendo un progetto proficuo triennale e che, anche nelle discipline non professionali, ha ripreso il corso: lo sappiamo meglio in alcune zone e in altre meno. Lo sappiamo bene in Toscana, laddove riusciamo addirittura a seguire ogni ragazzino tre volte l’anno (cito il primo esempio che mi viene in mente). Lo sappiamo, meglio oggi di ieri, in Puglia, dove c’è un sistema integrato molto simile. Lo sappiamo molto poco in Campania. Lo sappiamo molto poco nel Lazio. Lo sappiamo abbastanza bene in Piemonte o in Veneto. Insomma, è una situazione abbastanza differenziata.
Il tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori, come trend generale, lo trovate a pagina 23 della relazione. Il resto lo vedrete da soli.
Per concludere, io penso che questa sia una grande questione nazionale. Non è una questione di parte politica, non è una questione di parte ideologica, o di scuola di pensiero sociale ed economico, come ho cercato di dire all’inizio.
Penso che in questo Parlamento, in particolare in questa Commissione, vi sia un partito, e alcuni di noi lo hanno detto stamattina in un convegno con le scuole autonome. Io l’ho visto durante la discussione sul citato decreto-legge sulla scuola e ne sono un piccolo testimone come sottosegretario all’istruzione: in questo Parlamento, e in questa Commissione in particolare, si è ricostituito ed esiste un partito per la scuola. Questa è la principale questione della scuola.
Penso che vi siano tutte le condizioni per riprendere, secondo le cose che sappiamo che funzionano, una grande politica pubblica su questo tema. Grazie, presidente.

Nota 12 febbraio 2014, AOODGSC Prot. n. 892

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

A Tutte le lstituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado

E p.c. a
Direttori Generali Uffici Scolastici Regionali
Dirigenti Ambiti Territoriali Provinciali
Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
lntendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Loro Sedi

Oggetto: Apertura nuova “finestra” del bando di partecipazione al Programma “Attività di formazione e sensibilizzazione del corpo docente delle scuole primarie e secondarie sui temi defla lotta alla contraffazione e della valorizzaztone e tutela della Proprietà lndustriale”

Si comunica che è possibile partecipare nuovamente all’iniziativa “Attività di formazione e sensibilizzazione del corpo docente delle scuole primarie e secondarie sui temi della fotta afla contraffazione e della valorizzazione e tutela della Proprietà Industriale”, promossa con nota prot. AOODGSC n.5794 dell’1110912013.
ll bando è rivolto ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, e la nuova finestra sarà riaperta dal 10 febbraio al 25 marzo p.v.
Si ringrazia per la collaborazione e la disponibilità che si vorrà rlservare al buon esito dell’iniziativa.

Il Direttore Generale
Giovanna Boda

Nota 12 febbraio 2014, Prot. n. 893

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione

A Dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado
e p.c. Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
TRENTO
Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana
BOLZANO
Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca
BOLZANO
Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine
BOLZANO
Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
AOSTA
Dirigenti degli Ambiti Territoriali

Nota 12 febbraio 2014, Prot. n. 893

Oggetto: Settimana di azione contro il razzismo