I passaggi di ruolo precedono le altre forme di mobilità

da Tecnica della Scuola

I passaggi di ruolo precedono le altre forme di mobilità
di Lucio Ficara
Trasferimenti e mobilità professionale sono operazioni diverse. E’ bene conoscere i termini della questione per evitare l’annullamento della domanda.
Qual è la differenza fra trasferimento e mobilità professionale? Incominciamo con il dire che secondo l’art.4 del contratto sulla mobilità del 26 febbraio 2014, le operazioni di mobilità del personale docente si dividono in tra fasi. La prima fase è quella dei trasferimenti nell’ambito del comune, che avviene nello stesso ordine di scuola e tra le stesse classi di concorso; la seconda fase è quella dei  trasferimenti tra comuni della stessa provincia, che anche in questo caso avviene nello stesso ordine di scuola e tra le stesse classi di concorso; la terza fase, infine, è quella della mobilità professionale (passaggi di ruolo o di cattedra) e mobilità territoriale interprovinciale. Come si può notare, il termine trasferimento è usato esclusivamente per le prime due operazioni, mentre per la terza operazione si parla di mobilità. In sostanza si considera trasferimento lo spostamento di un docente da una scuola ad un’altra dello stesso comune o al massimo della stessa provincia, ma sempre nello stesso ordine d’istruzione e nel caso delle scuole secondarie di primo e secondo grado, anche nella stessa classe di concorso; il termine mobilità professionale o mobilità territoriale interprovinciale viene invece usato per indicare passaggi di cattedra, passaggi di ruolo o anche semplicemente, mantenendo  stesso ordine di scuola e classe di concorso, il cambio di provincia di titolarità. Un docente che chiede trasferimento in un dato ordine di scuola, può contestualmente presentare altra domanda per ottenere il passaggio di ruolo o il passaggio di cattedra? La risposta è affermativa. Per esempio, un docente titolare alle scuole primarie, avente abilitazione per insegnare alle scuole secondarie di primo e secondo grado, oltre a chiedere il trasferimento per le primarie, può anche chiedere il passaggio di ruolo alla scuola secondaria. Bisogna specificare che nell’esempio appena fatto, il docente in questione potrà richiedere soltanto un  passaggio di ruolo a sua scelta: o alle scuole secondarie di primo grado o a quelle di secondo grado. La presentazione di domande per più ruoli diversi fra loro, andrebbe ad annullare tutte le domande presentate, con il risultato di invalidare l’intera procedura di mobilità. Quindi  è anche utile sapere che, oltre ad essere vincolati a richiedere il passaggio di ruolo in un solo ruolo diverso da quello di titolarità e per una sola provincia se si tratta di scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, e fino ad un massimo di 15 province se il passaggio è richiesto per la scuola secondaria di secondo grado, nel caso di presentazione di più domande di trasferimento e mobilità professionale,  la domanda di passaggio di ruolo precede su tutte le altre domande. In buona sostanza chi fa domanda di passaggio di ruolo, in caso di successo della richiesta, verrà escluso dalla possibilità di ottenere trasferimento o passaggio di cattedra. Quindi deve essere chiaro che il passaggio di ruolo è prioritario rispetto alle altre fasi di mobilità che, anche nel caso di successo della domanda, verranno annullate per l’ottenimento del passaggio in altro ruolo.

Partire dall’edilizia scolastica per “ricostruire” la scuola

da Tecnica della Scuola

Partire dall’edilizia scolastica per “ricostruire” la scuola
di Dino Caudullo
Presente alla “Giornata di ascolto del mondo della scuola” organizzata dalla Segreteria nazionale del Partito Democratico anche il Sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi in rappresentanza del Governo.
Ex sindaco e con un passato da educatore, il neo sottosegretario ha evidenziato la scelta del Presidente Matteo Renzi di puntare su una squadra di collaboratori basata su perosne che hanno già messo in pratica sul territorio le azioni di sostegno alla scuola, in qualità di sindaci o amministratori locali, portando la loro esperienza a contributo dell’azione di governo.
L’agenda del Governo sulla scuola prevede già azioni ed interventi in materia di edilizia scolastica, di lotta alla dispersione, di formazione e valorizzazione degli insegnanti, valorizzazione che però non deve limitarsi al pur importante aspetto economico, a deve giungere al recupero del valore dell’insegnante nella comunità.
L’azione di cambiamento, nella visione del Governo Renzi, dovrà partire dal basso, dai territori, le cui esigenze dovranno essere da obiettivo principale dell’azione governativa.
Già dal prossimo mercoledì, continua Reggi, si vedranno i primi interventi concreti sulla scuola.
Dal giorno dopo i sindaci che hanno già progetti concreti in materia di edilizia scolastica e risorse dispionibili, saranni slegati dal vincolo del patto di stabilità per poter finalmente investire ed aprire i cantieri; i sindaci privi dei fondi necessari, ma con progetti già concreti da realizzare, grazie all’allentamento del patto di stabilità potranno accendere mutui con costi in tutto o in parte a carico dello Stato; i sindaci infine privi delle necessarie professionalità all’interno delle loro amministrazioni, potranno acceder a fondi rotativi per poter conferire incarichi di consulenza per progettazioni all’avanguardia.

L’81,1% dei docenti è donna

da Tecnica della Scuola

L’81,1% dei docenti è donna
di P.A.
Il corpo docente italiano è per l’81,1% composto da donne. Una percentuale altissima: in Europa solo un Paese, l’Ungheria, conta una presenza maggiore di sesso femminile dietro la cattedra: 82,5% 
Più marcata la presenza femminile nella scuola dell’infanzia: solamente lo 0,4% di maestri sono uomini. Una presenza, quella femminile, che alle superiori si riduce sensibilmente, ma sfiorando il 60% costituisce sempre la grande maggioranza. Se si guardano i dati sulla dispersione scolastica, scrive La Stampa, il tema non cambia: nel 2012 l’Italia era ancora ferma al 17,6% di giovani usciti dal circuito formativo prima dei 16 anni; una quota decisamente lontana dal valore medio dell’indicatore nell’Ue27, che si attesta al 12,8 per cento. Però se si guarda al genere di alunni italiani che lascia i banchi prima del tempo, il quadro diventa ampiamente in attivo: tra i maschi sale infatti al 20,5%, mentre tra le femmine scende al 14,5%. Ma non solo, scorrendo i dati Ocse emerge che in Italia i maschi diplomati della secondaria sono il 70% tra i 25-34enni (+25%), invece le femmine diplomate raggiungono il 75% nella stessa fascia di età (+35%). Le donne iscritte a una Facoltà sono il 56%, hanno ottenuto alla maturità un giudizio medio alto pari a 87/100 e si laureano almeno un anno prima degli uomini. Di contro però il tasso di disoccupazione delle laureate rimane più alto, il 6,7%, contro il 4,1% dei maschi. Anche perché scegliendo in prevalenza corsi di studi umanistici, le donne hanno molte meno probabilità dei maschi di operare professionalmente in campi tecnologici o comunque economicamente più produttivi. In ogni caso, anche a parità di titolo di studio guadagnano meno degli uomini: in genere la differenza è del 10-20%, anche se non di rado raggiunge punte del 30-40%. Anche per il pensionamento le donne subiscono un ritardo se paragonato al prima: dall’1 gennaio del 2012 l’età minima per accedere all’assegno di quiescenza è passato da 60 a 62 anni, da quest’anno servono 63 anni e 9 mesi. Mentre per quelle che non posseggono il requisito dell’età anagrafica, occorre un’anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi entro il 31 dicembre 2014.

Commissioni di esami di Stato, istanze on line

da Tecnica della Scuola

Commissioni di esami di Stato, istanze on line
di A.T.
Prorogata al 16 marzo la scadenza della presentazione, attraverso procedura telematica, delle schede di partecipazione, modelli ES1. Precedentemente, il termine (previsto dalla C.M. n. 29 del 13 febbraio scorso, in relazione alla formazione delle commissioni dell’esame di Stato delle scuole di istruzione secondaria di II grado) era stato fissato per il 12 marzo.
Era stato fissata per il 12 marzo la scadenza per la presentazione on line delle domande per commmissari/presidente di commissione degli esami di “maturità”, come ricordato nella nota n. 1684 del 4 marzo 2014 della Direzione generale per gli ordinamenti scolastici.
Adesso con nota prot. n.1820 del 10 marzo viene prorogato alle ore 24.00 del 16 marzo il termine di inoltro on line dell’istanza che gli interessati sono obbligati a produrre.
La nota ministeriale del 10 marzo 2014 precisa che “conseguentemente, viene posticipata, per le segreterie scolastiche e per gli Uffici scolastici territoriali, alle ore 14.00 del giorno 17 marzo l’apertura delle funzioni SIDI di gestione dei modelli ES-1 (precedentemente prevista per il giorno 13 marzo). Alla stessa data saranno rese disponibili le funzioni SIDI per la verifica e convalida delle istanze trasmesse”.

Peraltro, slitta al successivo 5 aprile il termine (precedentemente previsto per il 31 marzo) entro cui i dirigenti scolastici devono verificare e convalidare le istanze trasmesse via web e inoltrare ai relativi Ust l’elenco alfabetico riepilogativo degli aspiranti che hanno presentato il modello ES-1, nonché l’elenco degli esonerati e quello degli insegnanti che abbiano omesso di presentare la scheda, indicandone i motivi.

100 scuole #senzaclassi

da Tecnica della Scuola

100 scuole #senzaclassi
di P.A.
“La scuola sarà davvero un investimento fondamentale nel programma del nuovo Governo nazionale?”, si domanda il coordinatore nazionale della Federazione degli studenti. “Se a sostenerlo è lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi noi siamo pronti ad accettare la sfida, lo facciamo sempre, ma rilanciando”
Così Dario Costantino, del coordinatore nazionale Federazione degli Studenti, che scrive a Renzo Piano, architetto di fama internazionale e senatore a vita della Repubblica italiana, proponendo non più aule con le classiche lezioni frontali, ma aule 3.0 con tecnologie e arredi che si muovono in funzione della didattica. Nuovi modelli architettonici insomma in funzione della disponibilità del governo Renzi di ammodernare e di costruire nuovi edifici scolastici. Tre le proposte: Nel lungo intervento rivolto alle camere il nuovo Premier ha annunciato il proprio impegno per liberare le risorse degli enti locali bloccate dal patto di stabilità. Ne siamo felici. Ogni mattone, ogni piastrella, ogni banco, ogni euro impiegato per produrre sapere e conoscenza non deve rientrare nel patto di stabilità. Ma c’è di più. Oltre la sicurezza. 1)La Scuola ai Comuni. Al centro della gestione dei luoghi del sapere – ossia la rete che unisce le scuole con i musei, le biblioteche e le piazze della città – devono essere i comuni, o le reti comunali. La sensibilità di un Sindaco-Premier verso questo tema dovrebbe essere forte. Questo Governo rivedrà le competenze delle province, tutte quelle sull’Istruzione superiore vengano affidate ai Comuni e ai consorzi di Comuni, con risorse sufficienti. 2)Sicurezza, innovazione, utopia. In primo luogo va varato un piano per la messa in sicurezza degli istituti. Ma il sogno di nuove scuole costruite in modo diverso, di luoghi di apprendimento diffusi nella città, di spazi educativi rivoluzionari, è più reale di quanto sembri. Chiediamo di inserirlo nel piano del Governo. Lo suggeriscono le scuole peripatetiche della Grecia antica. Ce lo dicono alcune eccezionali, ma sporadiche, esperienze attuali in giro per le città. Lo sta facendo Renzo Piano, nel grande rammendo delle periferie. E’ l’attenzione che chiede l’Italia al legame con i luoghi in cui vive, che hanno bisogno di cultura e conoscenza. La scuola dell’Italia che cambia deve essere fatta di istituti pieni di spazi aperti e flessibili, deve diffondersi nella città, esserne il cuore, dalle sue passeggiate ai luoghi di cultura di cui è ricca. 3) 100 scuole #senzaclassi. Sicurezza e innovazione insieme: servono molte risorse economiche ed umane. Lanciamo subito un programma semestrale: il Miur insieme alle amministrazioni locali raccoglieranno le buone pratiche edilizie e di integrazione urbana delle scuole che già esistono, di cui va fatto tesoro. Vengano messe a bando 100 nuove scuole sperimentali e si chieda a Renzo Piano di guidare una apposita conferenza nazionale sull’edilizia scolastica 2.0. Servirà per immaginare le scuole con degli spazi di apprendimento nuovi, diversi dalle quattro mura a cui siamo abituati. Potrà lavorare, affiancando i comuni, per integrare due universi ancora troppo distanti: gli istituti del sapere e il territorio, luogo di vita e apprendimento fondamentale, dalle periferie al centro delle città.
Lettera a Renzo Piano. Gentile Senatore, Vogliamo chiedere al Governo Renzi di varare un bando di co-finanziamento per la costruzione di cento scuole secondarie superiori con un approccio sperimentale, superando il concetto statico delle classi, reinventando completamente gli spazi della scuola del terzo millennio. Le scrivo a nome della Federazione degli Studenti, un’associazione di studenti delle scuole superiori, presente su tutto il territorio nazionale. Poco più di un mese fa raccontava sulle pagine del Sole 24 Ore del Suo progetto di rammendo delle periferie. Del Suo lavoro ne è grata ogni città che ha potuto usufruire e partecipare a quest’opera di rivalutazione, di innesti di vitalità urbana. Se ne è accorto anche il Presidente del consiglio, Matteo Renzi, che l’ha citata nel discorso per la fiducia al Senato. Lo ha fatto, forse strumentalmente, o forse no, con lo scopo di lanciare il piano del Governo per l’edilizia scolastica. Ne siamo felici perché bisogna mettere in sicurezza le nostre scuole, e sono tante quelle prive delle certificazioni di agibilità, o in affitto in edifici ideati per appartamenti, supermarket e non certo per ospitare ragazze e ragazzi che studiano. Le scriviamo perché crediamo di poter essere d’accordo su un principio: l’opera di recupero delle scuole dissestate deve tenere a mente la funzione per cui sono utilizzati quegli edifici e convertirne i caratteri se non rispondono pienamente a quello scopo. Il Governo può fare uno sforzo ulteriore. Pensiamo che insieme a un piano per la messa in sicurezza degli istituti scolastici, sia possibile mettere in cantiere un progetto più ambizioso: ideare un nuovo modello con cui costruire e vivere le scuole e con esse le città, dalle periferie al centro. Ci sono già molte esperienze in giro per l’Italia, ma saranno proprio quelle a dare man forte ad un tentativo di sistematica innovazione dell’intero sistema. Abbiamo la percezione di imparare di più muovendoci anziché stando fermi in classe, mettendo alla prova le nostre idee con lo spazio vivo della città che ci sta attorno. Pensiamo sia possibile superare la gerarchia aule-corridoi-laboratori-uffici-servizi. Per farlo probabilmente non basterà qualche spazio aperto in più, ma sarà fondamentale costruire un nuovo tipo di rapporto fra la comunità studentesca, il suo edificio e i luoghi che vi stanno attorno. Ogni scuola dovrà essere un presidio di sostenibilità. Per questo crediamo che i Comuni debbano occuparsi, con risorse sufficienti, di tutto il ramo del sapere. Questo bando potrebbe essere ideato e nelle fasi successive coordinato da una conferenza nazionale sull’edilizia scolastica. Servirà per coordinare e valutare i progetti insieme ai Comuni e ai presidi: partecipazione e decisione dal basso, ma con un servizio di supporto, valutazione e armonizzazione nazionale del piano. Crediamo che per mettere insieme tutte le intelligenze e le risorse umane disponibili per questo progetto serva una figura che coordini con autorevolezza e con spirito d’innovazione questa conferenza. Per molte ragioni, note a tutti, riteniamo debba essere Lei a presiedere questa equipe. Vorremmo essere promotori di questo progetto, di un’ambizione più grande delle nostre forze, di cui non vedremo noi i risultati e chiederemo al Presidente Renzi di affidarle questa responsabilità. Nella speranza che quest’iniziativa possa suscitare interesse e riesca a riaccendere il dibattito attorno a queste vicende, Le porgo cordiali saluti. Con immensa stima, Dario Costantino coordinatore nazionale Federazione degli Studenti

Mercoledì al Cdm la rivoluzione?

da Tecnica della Scuola

Mercoledì al Cdm la rivoluzione?
di P.A.
Matteo Renzi, a “Che tempo che fa”, è sicuro di sé e delle briscole che ha in mano: “Mercoledì per la prima volta si abbassano le tasse. Non ci crede nessuno? Lo vediamo”
Noi ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese che hanno bisogno di essere aiutate. Mercoledì presentiamo un pacchetto di riforme che durerà sostanzialmente tre mesi”. E ha ancora detto: “Il pacchetto di misure lo presentiamo mercoledì con le entrate e le uscite. Non ritengo giusto che ne parli oggi ma trovo abbastanza imbarazzante che per anni si sono aumentate le tasse e ora che si stanno abbassando sono iniziate le polemiche: le abbassi agli altri e non a me.” “Oggi la priorità è garantire competitività al sistema Paese cambiando il modello di business, e dire alle famiglie che guadagnano meno di 1500 euro al mese e non ce la fanno, che se si riesce a dare loro qualche decina di euro al mese in più quei soldi vanno non nel risparmio ma nel circuito economico. In questo scenario non dobbiamo pensare a un derby Confindustria-Cgil” Importante ci è parso, quanto ha detto sul tema della disoccupazione e del lavoro, annunciando un assegno di disoccupazione che “arriverà con un ddl che impone la riorganizzazione degli strumenti di ammortizzazione sociale. Al disoccupato dò il contributo ma lui non sta a casa o al bar ma mi da una mano per le cose che servono. Ti do una mano e tu mi dai una mano ad aiutarti”. “Quando chiediamo a tutti di fare dei sacrifici, lo diciamo anche ai sindacati, che devono mettere on line le loro spese, la musica deva cambiare per tutti”. Relativamente alla scuola, che è stato il primo argomento di cui si è occupato durante l’intervista, ha confermato sostanzialmente quanto da tempo va dicendo: quattro miliardi in tre anni per l’edilizia e un nuovo approccio del governo nei confronti dell’istruzione. La rivoluzione è vicina e mercoledì si annunceranno le tappe forzate della grande marcia. In ogni caso Renzi ha ragione quando dice che i sogni devono avere delle date.

Decreto ‘scatti’ all’esame della Camera

da tuttoscuola.com

Decreto ‘scatti’ all’esame della Camera

Prende avvio martedì 11 marzo, alla Camera, l’esame del disegno di legge di conversione del decreto n. 3 del 23 gennaio scorso in materia di automatismi stipendiali del personale della scuola.

Il provvedimento dovrebbe andare in aula nel giro di pochi giorni poichè, per evitarne la decadenza, il Parlamento lo dovrà approvare entro il 24 marzo.

Il decreto sarà esaminato martedì in sede consultiva dalla commissione Cultura, Scienza e Istruzione.  Il testo trasmesso dal Senato alla Camera è nella sostanza identico a quello del decreto legge n. 3 con l’aggiunta del comma che dà soluzione al problema delle posizioni economiche del personale Ata.

Andis su concorso DS: epilogo farsesco e drammatico

da tuttoscuola.com

Andis su concorso DS: epilogo farsesco e drammatico

Il Capo del Governo intervenga “per porre fine alla situazione di caos diffuso” nei concorsi a dirigente scolastico. Si rivolge direttamente a Matteo Renzi Gregorio Iannaccone, presidente dell’Andis (associazione nazionale dirigenti scolastici), evidentemente non soddisfatto della soluzione individuata a livello ministeriale.

La sconcertante vicenda del reclutamento dei dirigenti scolastici del nostro Paese, attraverso una procedura concorsuale il cui inizio sembra perdersi nella notte dei tempi e la conclusione appartenere alla fantascienza, è un esempio chiaro e palpabile – afferma – di come si sta pervicacemente distruggendo la scuola italiana”. Una storia ancora incompiuta: “dalle esclusione cervellotica degli aspiranti in alcune regioni, dai test preselettivi sbagliati, da certe nomine di commissari poco affidabili (come sta in più casi dimostrando la Magistratura), da sospensioni, reiterazione di prove, annullamenti, convocazioni, nomine, rinvii. È un concorso che non si sta facendo mancare proprio niente, che ha collezionato il peggio, che sta rendendo poco credibile l’Amministrazione Scolastica e i suoi vari ministri che continuano a succedersi, con grande sconforto dei possibili nuovi dirigenti, del personale della scuola, dell’opinione pubblica. E’ per questo – spiega Iannaccone – che chiediamo un intervento diretto del Capo del Governo per porre fine a questa situazione di caos diffuso”.

Amara è la diagnosi del presidente dell’Andis: “La vicenda dei 350 neo dirigenti della Lombardia, che avevano lasciato le loro classi, salutato alunni e famiglie, colleghi e assessori, cercato nuova casa e immaginato di cambiare lavoro dal giorno successivo e alla fine rispediti a destinazione come merce avariata, rappresenta l’ultimo farsesco (ma per i diretti interessati, drammatico) epilogo. Se non si interverrà subito e con qualche idea chiara, si spegneranno definitivamente – conclude – i residui entusiasmi che eroicamente sopravvivono e diventeranno gracide le voci dei bambini che cantano nelle scuole”.

Un chiaro accenno alla festosa accoglienza canora riservata dagli alunni di Siracusa a Matteo Renzi. Potrebbe ‘cambiare verso’…

Ai diplomati di scuola primaria i PAS non servono?

da tuttoscuola.com

Ai diplomati di scuola primaria i PAS non servono?

Continua la polemica contro le università che si rifiutano, nella maggior parte delle facoltà, di attivare i corsi per i PAS, i Percorsi Abilitanti Speciali di formazione per conseguire l’abilitazione all’insegnamento, rivolti ai docenti della scuola con contratto a tempo determinato che hanno prestato servizio per almeno tre anni nelle istituzioni scolastiche statali e paritarie.

Una particolare categoria di docenti che si sta battendo per avere riconosciuto il diritto di partecipare ai PAS è quella degli insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia, per i quali non risultano organizzati corsi.

Ma la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha riconosciuto a 210 di loro la piena validità del diploma abilitante conseguito entro il 2001-02 potrebbe ora rendere inutile il costoso percorso abilitante speciale.

Non si sa ancora se la sentenza avrà un’applicazione erga omnes (la generalizzazione sembra dovuta), ma se anche così non fosse, si può essere certi che un nuovo contenzioso, sostenuto da sindacati e studi legali agguerriti, finirà per spalancare le porte del pieno riconoscimento dell’abilitazione a migliaia di insegnanti.

A quel punto la contrastata partecipazione ai corsi PAS non servirà più, togliendo l’incomodo organizzativo alle recalcitranti università, ma, soprattutto, consentendo agli interessati di risparmiare mediamente duemila euro di partecipazione, il costo medio calcolato da varie fonti per seguire i PAS.

Abilitazione magistrale: un esercito alle porte

da tuttoscuola.com

Abilitazione magistrale: un esercito alle porte

La sentenza del Consiglio di Stato che riconosce validità all’abilitazione magistrale riporta indietro la scuola primaria italiana di almeno dieci anni e finisce per scoraggiare la formazione universitaria dei futuri insegnanti.

Qualche dubbio sul declassamento di quella abilitazione disposto anni fa dall’Amministrazione centrale c’era stato a suo tempo. Forse sarebbe bastato accompagnare quella decisione con un provvedimento legislativo ad hoc e, invece, quel vuoto normativo ora l’ha colmato, come ormai capita da diverso tempo, la magistratura, disponendo, come si sa, il riconoscimento (quasi pieno) di quell’abilitazione mandata in archivio con l’anno scolastico 2001-02.

Il Miur ha chiesto lumi all’Avvocatura dello Stato per sapere se, oltre ai 210 ricorrenti che hanno ottenuto ragione dal Consiglio di Stato, la sentenza debba essere applicata anche ai 55.409 iscritti in terza fascia nelle graduatorie d’istituto con abilitazione magistrale che salirebbero in seconda, scavalcando, grazie al maggior punteggio per servizio, i laureati in scienze della formazione primaria iscritti.

Sarebbe uno sconvolgimento delle graduatorie e un arretramento dei docenti più giovani che avrebbe anche l’effetto, in molti casi, di innalzare l’età media dei docenti che saranno nominati in supplenza annua o fino al termine delle attività. Ma c’è di più.

Secondo i dati raccolti nell’ultimo concorso, erano stati più di 147 mila i candidati (80 mila del Mezzogiorno!) con il diploma di abilitazione magistrale, di cui 55.409 iscritti in terza fascia.

Ci sono, dunque, circa 90 mila insegnanti con abilitazione magistrale che potrebbero chiedere prossimamente l’iscrizione per supplenze collocandosi subito in seconda fascia.

Forse sarebbe opportuna una mossa preventiva prima… dell’assalto.

Nota 11 marzo 2014, Prot.n. 1586

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Ufficio VI

Ai Direttori Generali
degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
p.c. Al Capo Dipartimento per l’Istruzione
SEDE
Ai referenti regionali per la scuola in ospedale
presso gli UU.sS.RR.
Ai Dirigenti Scolastici delle scuole polo e delle scuole con sezione ospedaliera
LORO SEDI
Ai dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado
LORO SEDI

Nota 11 marzo 2014, Prot.n. 1586

OGGETTO: Indicazioni operative per la gestione degli interventi relativi alla scuola in ospedale e a domicilio. – Assegnazione risorse finanziarie per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, per l’anno scolastico 2013 – 2014 (D.M. n. 821/2013, art. 8 – A.F. 2013).

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 58

Gazzetta Ufficiale

Sommario

LEGGI ED ALTRI ATTI NORMATIVI

 


DECRETO LEGISLATIVO 21 febbraio 2014, n. 21


Attuazione della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori,
recante modifica delle direttive 93/13/CEE e 1999/44/CE e che abroga
le direttive 85/577/CEE e 97/7/CE. (14G00033)

 

 

Pag. 1

 

 

 


DECRETO LEGISLATIVO 21 febbraio 2014, n. 22


Attuazione della direttiva 2011/77/UE che modifica la direttiva
2006/116/CE concernente la durata di protezione del diritto d’autore
e di alcuni diritti connessi. (14G00034)

 

 

Pag. 18

 

 

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 6 febbraio 2014


Nomina del sig. Battista Cualbu e del sig. Alessandro Chiarelli,
presso il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. (14A01905)

 

 

Pag. 26

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 25 febbraio 2014


Nomina della commissione straordinaria per la provvisoria gestione
del comune di Scalea. (14A01925)

 

 

Pag. 26

 

 

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 12 febbraio 2014


Conferma del prof. Giovanni Tria nell’incarico di Presidente della
Scuola nazionale dell’amministrazione. (14A01904)

 

 

Pag. 36

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

 


DECRETO 13 febbraio 2014


Criteri ambientali minimi per «Affidamento del servizio di gestione
dei rifiuti urbani» e «Forniture di cartucce toner e cartucce a getto
di inchiostro e affidamento del servizio integrato di ritiro e
fornitura di cartucce toner e a getto di inchiostro». (14A01772)

 

 

Pag. 37

 

 

 


DECRETO 13 febbraio 2014


Istituzione del Catasto nazionale delle sorgenti dei campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici e delle zone territoriali interessate
al fine di rilevare i livelli di campo presenti nell’ambiente.
(14A01938)

 

 

Pag. 68

 

 

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 


DECRETO 10 febbraio 2014


Attuazione del comma 19 dell’articolo 31 della legge 12 novembre
2011, n. 183. (14A01906)

 

 

Pag. 100

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 30 gennaio 2014


Liquidazione coatta amministrativa della «General Service Societa’
cooperativa sociale», in Massa e nomina del commissario liquidatore.
(14A01900)

 

 

Pag. 109

 

 

 


DECRETO 30 gennaio 2014


Liquidazione coatta amministrativa della «Cosenza Europea 1 –
Societa’ cooperativa sociale a r.l.», in Cosenza e nomina del
commissario liquidatore. (14A01901)

 

 

Pag. 109

 

 

 


DECRETO 30 gennaio 2014


Liquidazione coatta amministrativa della «Don Luigi Nicoletti
Societa’ cooperativa a r.l.», in Cosenza e nomina del commissario
liquidatore. (14A01902)

 

 

Pag. 110

 

 

 


DECRETO 30 gennaio 2014


Liquidazione coatta amministrativa della «Giovifrutta Societa’
cooperativa», in Corigliano Calabro e nomina del commissario
liquidatore. (14A01903)

 

 

Pag. 111

 

 

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE

 


ORDINANZA DEL CAPO DIPARTIMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE 5 marzo 2014


Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli
eccezionali eventi alluvionali verificatisi nel periodo dal 1°
gennaio all’11 febbraio 2014 nel territorio della regione Toscana.
(Ordinanza n. 157). (14A01951)

 

 

Pag. 111

 

 

DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’

GARANTE PER LA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

 


DELIBERA 6 febbraio 2014


Aggiornamento delle prescrizioni dirette ai fornitori di servizi di
comunicazione elettronica accessibili al pubblico che svolgono
attivita’ di profilazione. (Delibera n. 53). (14A01924)

 

 

Pag. 137

 

 

SUPPLEMENTI ORDINARI

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI

 


DECRETO 16 gennaio 2014


Recepimento della direttiva 2012/48/UE della Commissione del 10
dicembre 2012, della direttiva 2012/49/UE della Commissione del 10
dicembre 2012, della direttiva 2013/22/UE del Consiglio del 13 maggio
2013, e della direttiva 2013/49/UE della Commissione dell’11 ottobre
2013 recanti modifiche agli allegati al decreto legislativo 24
febbraio 2009, n. 22, come modificato, attuativo della direttiva
2006/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che fissa i
requisiti tecnici per le navi della navigazione interna. (14A01776)

 

(Suppl. Ordinario n. 19)