Giannini: serve una nuova scuola umanistica

da La Tecnica della Scuola

Giannini: serve una nuova scuola umanistica

Nel corso del Premio Nonino 2015, svoltosi a Udine, e che ha visto tra i premiati la filosofa Martha C. Nussbaum, la ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, è intervenuta sui temi della formazione e dello sviluppo dei cittadini del domani

La notizia la riporta Il Messaggero Veneto che illustra l’intervento della ministra Giannini, giunta appena da Roma,  subito ripiegato sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Sono certa che Mattarella, grande costituzionalista e giurista raffinato, dedicherà molta attenzione al nostro settore, quello della cultura”.

E poi, dopo avere sottolineato la differenza tra i modelli angloamericano ed europeo dell’educazione scolastica, basato il primo piú sulle capacità (skill based) e il secondo sulle conoscenze (knowledge based), Giannini ha confermato la validità del sistema scolastico italiano basato su tre caratteristiche: “La prima è la convinzione che il sapere è unico (stesso peso di scientifico e umanistico); la seconda è il partire da una formazione teorica per arrivare all’applicazione pratica; la terza è un sapere che parte da una formazione generalista per arrivare sul sapere specialistico. Questo modello è valido e non si deve cambiare, semmai va integrato con gli stimoli che abbiamo raccolto in questi mesi fin dalla più tenera età: l’educazione alla lingua straniera e l’educazione alla cittadinanza.”

D’accordo, scrive Il Messaggero Veneto, la Nussbaum: ”Tutti gli studenti dovrebbero aver accesso alle materie umanistiche e il ruolo della danza, del teatro e della musica in quanto esperienze gioiose, accanto allo studio dell’economia e della logica, è di fondamentale importanza. A Chicago lavoro con dei bambini che per l’80% provengono da famiglie sotto la soglia di povertà e cantano insieme in un coro. L’esperienza di condividere il proprio fiato con gente cosí diversa è grande strumento per superare stereotipi ignoranti e differenze di ceto sociale. Rimane ancora troppa paura nel mondo per ciò che è diverso e straniero, ma dobbiamo superarlo. A esempio quella grande fucina creativa che è Hollywood è riuscita a superare gli stereotipi sui gay, ma purtroppo non ancora quelli razziali”.

Nelle scuole dell’infanzia si studia inglese

da La Tecnica della Scuola

Nelle scuole dell’infanzia si studia inglese

L’84,8% delle scuole dell’infanzia prevede tra le sue attività anche progetti di insegnamento di una lingua straniera e il 96,5% soprattutto dell’inglese. Tuttavia circa 1 docente su 5 ha un’abilitazione “decisamente inferiore” a quella richiesta a un docente di lingua straniera

E’ quanto emerge dal primo “Rapporto di monitoraggio sulle esperienze di insegnamento/sensibilizzazione alle lingue straniere nella scuola dell’infanzia” del Ministero dell’Istruzione, che ha analizzato, tramite questionario, le attività di un campione di 1.740 scuole (1.425 statali e 315 paritarie) di 18 regioni. 257.713 i piccoli allievi coinvolti, di cui 29.150 non italofoni.

Negli ultimi tre anni a proporre forme di insegnamento di lingua straniera, inglese soprattutto (96,5%), è stato l’84,8% degli istituti. Un’offerta che piace molto a genitori e maestri di scuola primaria, ma che allo stesso tempo mette in luce la necessità di “intervenire in modo sistemico sulla formazione dei docenti”.

Circa uno su 5, infatti, ha un’abilitazione (livello A2) “decisamente inferiore” a quella richiesta a un docente di lingua straniera (livello B2).

L’84,8% delle scuole intervistate dichiara di aver attivato forme di insegnamento della lingua straniera, mentre il 53,4% ha attivato forme di sensibilizzazione alle lingue. Il 48,7% ha avviato entrambe le proposte. Potrebbe essere un buon inizio per un sistema scolastico che, nei piani e nelle intenzioni del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, vede l’introduzione dell’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera (Clil) già dalla primaria.

Alla scuola dell’infanzia, nella metà dei casi, è un docente interno a tenere le “lezioni”. La maggior parte possiede una laurea abilitante, una laurea in lingue o un diploma magistrale ed è qualificata per l’insegnamento di una lingua straniera. Una fetta di questi, però, impegnata sia nelle attività di insegnamento (20,7%) che in quelle di sensibilizzazione (16%), ha un livello di abilitazione (A2) “decisamente inferiore” a quello solitamente richiesto (B2). Di contro, invece, ci sono docenti con livelli di competenza molto alti, C1-C2, presenti per il 25,4% nelle attività di insegnamento e per il 14,8% nelle attività di sensibilizzazione.

Le “lezioni”, prettamente a carattere ludico, hanno cadenza settimanale (62,5%) e durano più di 30 minuti (68,2%). Sono rivolte in particolare ai bambini dai 5 anni (46,3%). Solo il 15,9% delle scuole statali e il 27,9% di quelle paritarie ha un’aula dedicata alla didattica. In generale, nella maggioranza dei casi (62,3%) per queste attività non sono chiesti costi aggiuntivi alle famiglie.

L’inglese è la lingua più gettonata tra quelle insegnate (96,5% delle scuole) nelle scuole prese a campione, ma ci sono anche percorsi didattici dedicati al francese (1,62%), allo spagnolo (0,81%), al tedesco (0,5%) e alle lingue emergenti come cinese (0,07%) e arabo (0,5%). Dai questionari, conclude il rapporto, “non emergono però iniziative per l’insegnamento o la sensibilizzazione a lingue come il rumeno o l’albanese, ormai prevalenti tra la popolazione non italofona”. (Ansa)

Arriva il decreto sullo split payment

da La Tecnica della Scuola

Arriva il decreto sullo split payment

Il ministro dell’Economia e delle Finanze ha emanato il decreto che regolamenta il versamento dell’Iva dopo le novità introdotte dalla legge di stabilità 2015.

In base al nuovo meccanismo dello split payment le pubbliche amministrazioni devono versare direttamente all’erario l’imposta sul valore aggiunto che è stata addebitata loro dai fornitori. In particolare nell’articolo 3 del decreto si dispone preliminarmente che, per le operazioni soggette al regime di scissione dei pagamenti, l’imposta diviene esigibile al momento del pagamento della fattura.

L’articolo 4 del decreto disciplina le modalità che devono essere seguite per il versamento dell’Iva da parte della pubblica amministrazione acquirente; in questo contesto viene stabilito che il versamento possa essere effettuato, a scelta della medesima, come segue:

a) con un distinto versamento dell’Iva dovuta per ciascuna fattura la cui imposta è divenuta esigibile;

b) in ciascun giorno del mese, con un distinto versamento dell’Iva dovuta considerando tutte le fatture per le quali l’imposta è divenuta esigibile in tale giorno;

c) entro il giorno 16 di ciascun mese, con un versamento cumulativo dell’Iva dovuta considerando tutte le fatture per le quali l’imposta è divenuta esigibile nel mese precedente;

Il versamento deve essere effettuato, senza possibilità di compensazione orizzontale e utilizzando un apposito codice tributo, con le seguenti modalità:

a) per le amministrazioni titolari di conti presso la Banca d’Italia, tramite modello “F24 Enti pubblici” approvato con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate del 28 giugno 2013;

b) per le amministrazioni, diverse da quelle di cui alla lettera a), autorizzate a detenere un conto corrente presso una banca convenzionata con l’Agenzia delle entrate ovvero presso Poste italiane, mediante versamento unificato di cui all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241;

c) per le amministrazioni diverse da quelle di cui alle lettere a) e b), direttamente all’entrata del bilancio dello Stato con imputazione ad un articolo di nuova istituzione del capitolo 1203.

Inoltre, l’articolo 5 del decreto prevede che le pubbliche amministrazioni che rivestono la qualità di soggetto passivo e che hanno effettuato acquisti di beni e servizi nell’esercizio di attività commerciali, devono versare la relatIva imposta facendo partecipare la medesima alla liquidazione periodica del mese o del trimestre in cui si verifica l’esigibilità della medesima, previa registrazione della fattura nel registro di cui agli articoli 23 o 24 del D.P.R. n. 633/1972 entro il giorno 15 del mese successivo a quello in cui l’imposta è divenuta esigibile, con riferimento al mese precedente.

L’inglese nell’84,8% delle scuole dell’infanzia

da tuttoscuola.com

L’inglese nell’84,8% delle scuole dell’infanzia

Le scuole dell’Infanzia in Italia sono sempre più attente alle lingue straniere. Negli ultimi tre anni scolastici (2011/2012 – 2012/2013 – 2013/2014), infatti, l’84,8% delle scuole dell’infanzia italiane ha attivato percorsi didattici sulle lingue straniere, il 53,4% percorsi di sensibilizzazione e il 48,7% entrambe le attività. E’ quanto emerge dal primo “Rapporto di monitoraggio sulle esperienze di insegnamento/sensibilizzazione alle lingue straniere nella scuola dell’infanzia”, presentato in anteprima a Reggio Emilia lo scorso dicembre, durante la Conferenza internazionale ECEC & ELL (Early Childhood Education and Care & Early Language Learning), nell’ambito del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, e pubblicato ora nella sua versione integrale.

Le scuole dell’infanzia italiane, dunque, sono sempre più attente alle lingue straniere e negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative di insegnamento precoce e di sensibilizzazione degli alunni più piccoli, sebbene tali materie non siano previste a livello ordinamentale. La maggior parte delle attività viene realizzata nelle sezioni dai 5 di età in su.

Nel 49,4% dei casi il docente di riferimento per le lingue straniere è un insegnante interno all’istituto. Una scelta bilanciata quasi del tutto dalla presenza, nel 49,1% degli istituti, di insegnanti esterni. In entrambi i casi, si tratta di docenti in possesso di una laurea abilitante o di una laurea in lingue o di diploma magistrale, tutti qualificati per l’insegnamento delle lingue straniere.

La carriera solo per merito rientra dalla finestra. Per tre quarti

da tuttoscuola.com

La carriera solo per merito rientra dalla finestra. Per tre quarti

Nell’intervista che il ministro Giannini ha rilasciato nei giorni scorsi al Corriere della Sera, e nelle successive dichiarazioni rilascite il 31 gennaio in margine alla consegna dei premi Nonino 2015si chiariscono alcune scelte che dovrebbero caratterizzare l’innovazione ipotizzata dalla Buona Scuola. Come la progressione di carriera per merito, ad esempio.

Alla domanda se è stato fatto un dietrofront sulla progressione in carriera per merito la Giannini risponde affermando – ma non si capisce se la risposta è scherzosa – che la proposta della Buona Scuola era provocatoria.

Il peso degli interventi on line potrebbe aver determinato un cambio di linea da parte sua e dell’Esecutivo.

La proposta iniziale, come si ricorda, prevedeva l’azzeramento della progressione per anzianità con scatti triennali di merito riservati a due terzi della categoria. La consultazione ha respinto la proposta della progressione per solo merito e ha chiaramente indicato la soluzione mista: merito e anzianità.

Nei giorni scorsi il sottosegretario Faraone, parlando di risorse finanziarie da destinare alla carriera dei docenti, aveva fatto riferimento ai due terzi, lasciando intendere che, probabilmente, il restante terzo poteva andare alla progressione per anzianità. Metodo misto, dunque?

Il chiarimento lo ha fornito ora la Giannini, dichiarando che vi sarà una quota di risorse riservata alla progressione per anzianità: non un terzo, come aveva dichiarato Faraone, bensì un quarto.

Una mediazione che sembra relegare l’anzianità ai minimi, lasciando maggior spazio al merito: la proposta della Buona Scuola bocciata dalla consultazione sembra rientrare dalla finestra.

Renzi: ”Sulla riforma della scuola ci siamo, è una priorità”

da tuttoscuola.com

Renzi: ”Sulla riforma della scuola ci siamo, è una priorità”

Sulla riforma della scuola ci siamo, è una priorità anche perché ci sono dei tempi tecnici e deve entrare in vigore il 1 settembre“. Così, come si può ascoltare in questo AUDIO, il premier Matteo Renzi indica l’imminenza della riforma della scuola, tornando a Palazzo Chigi dopo una passeggiata alla Galleria Colonna.

Come è noto l’evento “La scuola che cambia, cambia l’Italia”, cui parteciperà il premier e segretario del Pd Matteo Renzi, si svolgerà a Roma il prossimo 22 febbraio, presso il Tempio di Adriano – Piazza di Pietra. L’evento sarà di preludio a un decreto legge che dovrebbe essere licenziato dal Consiglio dei Ministri nella settimana successiva.

Valutazioni maledette

VALUTAZIONI MALEDETTE di Umberto Tenuta

CANTO 391 MALEDETTE VALUTAZIONI

Maledette valutazioni, e maledetto colui che le ha inventate!

Maledetta colei che le portate nella Scuola.

La Scuola è il luogo dell’Educazione.

E non della Valutazione!

 

La Scuola non è una PESA PUBBLICA.

A scuola si va per alimentarsi alle fonti della cultura.

A scuola si va per crescere e diventare uomini.

A scuola si va per essere educati.

Mica per essere valutati!

Avete visto mai un contadinello che porta ogni giorno i suoi vitellini alla PESA PUBBLICA, anziché al pascolo nei boschi?

Saggio contadinello, di qua e di là li mena, ove l’erba più cresce e più fa crescere i suoi vitellini.

E tu, BUONASCUOLA, ancora non hai imparato dal saggio contadinello che i tuoi “alunni”[1] devi nutrire, non pesare?

Che BUONASCUOLA sei se, anziché alimentare, tu perdi il tuo tempo a pesare?

Pesi ogni settimana, ogni mese, ogni bimestre, ogni trimestre, ogni anno!

Quanto tempo rubato all’educazione!

Oh Ministra dell’Istruzione!

Non vedi tu, coi Tuoi ispettori, non vedi tu che i Tuoi docenti si trastullano a far valutazione anziché educazione?

Nessuno mi può giudicare, nemmeno il destino!

E come ti permetti tu di giudicare me, tenero fanciullino, bramoso di latte e di biscotti per divenire grande, grande, grande più di te, Maestrina dalla penna rossa?

Misurare, valutare, giudicare non si può.

Non si deve!

A scuola soprattutto valutare non si deve.

A Scuola educare, solo educare, istruire per educare si deve.

Qua sembra che si siano scambiati i ruoli dell’educazione con quelli della valutazione.

Qua sembra che si siano scambiati i ruoli dell’educatore con quelli del valutatore.

Il docente è pagato per educare.

Il docente non è pagato per valutare.

Nell’educazione lo studente è fuori discussione[2].

Il docente non valuta lo studente.

Il docente valuta la sua programmazione.

Il docente valuta i suoi interventi di educazione.

E, semmai, fa azione di contrizione.

−Giovine mio caro, io ho sbagliato programmazione.

−Perché tu imparassi dovevo andare verso un’altra direzione.

−Sono mortificato!

−Mi sento umiliato!

−Perdonami, tu che sei generoso!

−Ti prometto che cercherò di non farlo mai più!

E tu, Maestrina dalla penna rossa-blu, non prendertela nemmeno con te.

Errare humanum est.

E sbagliare itinerario di apprendimento è più facile che sbagliare itinerario per salire là, sulla montagna.

Importante non è valutare, non è giudicare.

Importante è trovare il giusto itinerario, l’itinerario personalizzato di apprendimento che consenta a ciascun giovine di alimentarsi bene per divenire un uomo.

Orsù, Ministra Giannini, ordina che nella BUONASCUOLA non si valutino più gli studenti!

Orsù, Ministra Giannini, ricorda ai Dirigenti ed ai Docenti che la Valutazione è funzionale alla Programmazione annuale, trimestrale, mensile, settimanale.

Alla Programmazione personalizzata!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

[1] Dal latino alumnus, dal verbo alere cioè “nutrire, allevare

[2] Vedi: ZAVALLONI R.,Valutare per educare, LA SCUOLA, BRESCIA, 1979.

Anche:

https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=41747

https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=42413

Nota 3 febbraio 2015, AOOUFGAB Prot. n 3029

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Ufficio del Gabineno

agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Italiana di
BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Tedesca di
BOLZANO
all’lntendenza Scolastica per la Lingua Ladina di
BOLZANO
alla Provincia di Trento Servizio Istruzione
TRENTO
alla Sovrintendenza Agli Studi per la Regione Autonoma della Valle D’Aosta
AOSTA
e.p.c.
ai Coordinamenti Regionali dei Presidenti delle Consulte Studentesche Provinciali
LORO SEDI
ai Forum regionali delle associazione dei genitori
LORO SEDI
al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche
SEDE

Oggetto: Giorno del Ricordo – 10 febbraio 2015

Con la legge 30 marzo 2004, n. 92, il Parlamento italiano ha riconosciuto il l0 lebbraio quale “Giorno del Ricordo”, con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia che ha colpito gli Istriani, i Fiumani e i Dalmati nel secondo dopoguerra, vittime delle Foibe e costretti all’esodo dalle loro terre.
In occasione di questa giornata le scuole di ogni ordine e grado sono invitate, nella piena autonomia organizzativa e didattica, a prevedere iniziative volte a diffondere la conoscenza dei tragici eventi che costrinsero centinaia di migliaia di italiani, abitanti dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, a lasciare le loro case, spezzando secoli di storia e di tradizioni.
Tali iniziative saranno inoltre utili per valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate – in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi allo sviluppo sociale e culturale del teritorio della costa nord-orientale adriatica – e a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel tenitorio nazionale e all’estero.
Si invitano pertanto le SS.LL., anche mediante la collaborazione con le Associazioni degli esuli, le quali potranno fomire un importante contributo di analisi e di studio, a sensibilizzare le giovani generazioni su questi tragici fatti storici, al fine di ricordare le vittime e riflettere sui valori fondanti la nostra Costituzione.

IL MINISTRO
Stefania Giannini

Nota 3 febbraio 2015, Prot. n. 842

Direzione generale per gli ordinamenti scolastici

Istruzione degli Adulti (D.P.R. 263/2012)

Linee guida

Piano di attività per l’innovazione dell’Istruzione degli Adulti
P.A.I.D.E.I.A.
(misure nazionali di sistema art.11, comma 10, D.P.R 263/2012)

trasmesse con Nota 3 febbraio 2015, Prot. n. 842

Nota 3 febbraio, AOODGSIP 851

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti degli Ambiti Territoriali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
All’ Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la Scuola Località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente degli studi per la Regione Valle D’Aosta
Aosta
Ep.e.
Ai Coordinamenti regionali delle Consulte Studentesche Provinciali
LORO SEDI
Ai Forum regionali delle associazioni dei genitori
LORO SEDI
Al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche
SEDE

Oggetto: “La piazzaIncantata”. Attività formativo-corale con esecuzione. Evento finale a Napoli, 5 maggio 2015

Nell’ambito delle iniziative e delle attività didattiche poste in essere, in questi ultimi anni, dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca finalizzate a promuovere e valorizzare la pratica musicale nel sistema scolastico italiano, la scrivente Direzione generale intende avviare, per il corrente anno scolastico, il Progetto “La piazzaIncantata”.
Il Progetto, rivolto agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado del territorio nazionale, ricalca in grandi linee la precedente esperienza realizzata nel 2001, “Verdincanto”, che vide l’adesione di circa diecimila studenti che da tutte le regioni italiane confluirono nel Palazzo dello Sport di Roma per cantare insieme le più celebri arie verdiane.
Quest’ anno, il percorso didattico che le scuole sono invitate a seguire si concluderà con un grande evento musicale che si svolgerà a Napoli, in Piazza Plebiscito, il5 maggio p .v.
Le istituzioni scolastiche che vorranno aderire al Progetto dovranno compilare la “scheda iscrizione” reperibile sul sito www.lapiazzaincantata.it entro e non oltre il 13 Aprile 2015 .
I dettagli metodologici – progettuali dell’iniziativa, nonché tutte le informazioni necessarie per poter partecipare a “La piazzaIncantata” sono reperibili nell’ allegato progetto o consultando il sito: www.lapiazzaincantata.it .
Le SS.LL sono invitate ad assumere ogni iniziativa ritenuta idonea, in sede locale, ad una capillare diffusione della presente nota fra i dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado.
Si ringrazia per la collaborazione .

IL DIRETTORE GENERALE
Giovanna Boda

Nota 3 febbraio 2015, AOODGSIP 853

ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
ai Dirigenti degli Ambiti territoriali
LORO SEDI
al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana
BOLZANO
al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
TRENTO
all’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca
BOLZANO
all’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine
BOLZANO
al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
AOSTA
e p.c. ai Dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado
ai Coordinamenti regionali delle Consulte Studentesche Provinciali
LORO SEDI
ai Forum regionali delle associazioni dei genitori
LORO SEDI
al Forum Nazionale delle Associazioni Studentesche
SEDE

Nota 3 febbraio 2015, AOODGSIP 853

Oggetto: Settimana Scolastica della Cooperazione Internazionale allo Sviluppo 13 – 19 APRILE 2015 promossa dal Ministero dell’lstruzione, dell’Università e della Ricerca e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

3 febbraio Elezione Presidente della Repubblica

Il 3 febbraio il nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha prestato giuramento davanti al Parlamento in seduta comune e ai delegati regionali.

Messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla Nazione – Aula di Montecitorio

“Signora Presidente della Camera dei Deputati, Signora Vice Presidente del Senato, Signori Parlamentari e Delegati regionali, Rivolgo un saluto rispettoso a questa assemblea, ai parlamentari che interpretano la sovranità del nostro popolo e le danno voce e alle Regioni qui rappresentate. Ringrazio la Presidente Laura Boldrini e la Vice Presidente Valeria Fedeli. Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte al voto. Un pensiero deferente ai miei predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, che hanno svolto la loro funzione con impegno e dedizione esemplari. A loro va l’affettuosa riconoscenza degli italiani. Al Presidente Napolitano che, in un momento difficile, ha accettato l’onere di un secondo mandato, un ringraziamento particolarmente intenso. Rendo omaggio alla Corte Costituzionale organo di alta garanzia a tutela della nostra Carta fondamentale, al Consiglio Superiore della magistratura presidio dell’indipendenza e a tutte le magistrature. Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato. La responsabilità di rappresentare l’unità nazionale innanzitutto. L’unità che lega indissolubilmente i nostri territori, dal Nord al Mezzogiorno. Ma anche l’unità costituita dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri concittadini. Questa unità, rischia di essere difficile, fragile, lontana. L’impegno di tutti deve essere rivolto a superare le difficoltà degli italiani e a realizzare le loro speranze. La lunga crisi, prolungatasi oltre ogni limite, ha inferto ferite al tessuto sociale del nostro Paese e ha messo a dura prova la tenuta del suo sistema produttivo. Ha aumentato le ingiustizie. Ha generato nuove povertà. Ha prodotto emarginazione e solitudine. Le angosce si annidano in tante famiglie per le difficoltà che sottraggono il futuro alle ragazze e ai ragazzi. Il lavoro che manca per tanti giovani, specialmente nel Mezzogiorno, la perdita di occupazione, l’esclusione, le difficoltà che si incontrano nel garantire diritti e servizi sociali fondamentali. Sono questi i punti dell’agenda esigente su cui sarà misurata la vicinanza delle istituzioni al popolo. Dobbiamo saper scongiurare il rischio che la crisi economica intacchi il rispetto di principi e valori su cui si fonda il patto sociale sancito dalla Costituzione. Per uscire dalla crisi, che ha fiaccato in modo grave l’economia nazionale e quella europea, va alimentata l’inversione del ciclo economico, da lungo tempo attesa. E’ indispensabile che al consolidamento finanziario si accompagni una robusta iniziativa di crescita, da articolare innanzitutto a livello europeo. Nel corso del semestre di Presidenza dell’Unione Europea appena conclusosi, il Governo – cui rivolgo un saluto e un augurio di buon lavoro – ha opportunamente perseguito questa strategia. Sussiste oggi l’esigenza di confermare il patto costituzionale che mantiene unito il Paese e che riconosce a tutti i cittadini i diritti fondamentali e pari dignità sociale e impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza. L’urgenza di riforme istituzionali, economiche e sociali deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla nostra comunità, risposte adeguate alle sfide che abbiamo di fronte. Esistono nel nostro Paese energie che attendono soltanto di trovare modo di esprimersi compiutamente. Penso ai giovani che coltivano i propri talenti e che vorrebbero vedere riconosciuto il merito. Penso alle imprese, piccole medie e grandi che, tra rilevanti difficoltà, trovano il coraggio di continuare a innovare e a competere sui mercati internazionali. Penso alla Pubblica Amministrazione che possiede competenze di valore ma che deve declinare i principi costituzionali, adeguandosi alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e alle sensibilità dei cittadini, che chiedono partecipazione, trasparenza, semplicità degli adempimenti, coerenza nelle decisioni. Non servono generiche esortazioni a guardare al futuro ma piuttosto la tenace mobilitazione di tutte le risorse della società italiana. Parlare di unità nazionale significa, allora, ridare al Paese un orizzonte di speranza. Perché questa speranza non rimanga un’evocazione astratta, occorre ricostruire quei legami che tengono insieme la società. A questa azione sono chiamate tutte le forze vive delle nostre comunità in Patria come all’estero. Ai connazionali nel mondo va il mio saluto affettuoso. Un pensiero di amicizia rivolgo alle numerose comunità straniere presenti nel nostro Paese. La strada maestra di un Paese unito è quella che indica la nostra Costituzione, quando sottolinea il ruolo delle formazioni sociali, corollario di una piena partecipazione alla vita pubblica. La crisi di rappresentanza ha reso deboli o inefficaci gli strumenti tradizionali della partecipazione, mentre dalla società emergono, con forza, nuove modalità di espressione che hanno già prodotto risultati avvertibili nella politica e nei suoi soggetti. Questo stesso Parlamento presenta elementi di novità e di cambiamento. La più alta percentuale di donne e tanti giovani parlamentari. Un risultato prezioso che troppe volte la politica stessa finisce per oscurare dietro polemiche e conflitti. I giovani parlamentari portano in queste aule le speranze e le attese dei propri coetanei. Rappresentano anche, con la capacità di critica, e persino di indignazione, la voglia di cambiare. A loro, in particolare, chiedo di dare un contributo positivo al nostro essere davvero comunità nazionale, non dimenticando mai l’essenza del mandato parlamentare. L’idea, cioè, che in queste aule non si è espressione di un segmento della società o di interessi particolari, ma si è rappresentanti dell’intero popolo italiano e, tutti insieme, al servizio del Paese. Tutti sono chiamati ad assumere per intero questa responsabilità. Condizione primaria per riaccostare gli italiani alle istituzioni è intendere la politica come servizio al bene comune, patrimonio di ognuno e di tutti. E’ necessario ricollegare a esse quei tanti nostri concittadini che le avvertono lontane ed estranee. La democrazia non è una conquista definitiva ma va inverata continuamente, individuando le formule più adeguate al mutamento dei tempi. E’ significativo che il mio giuramento sia avvenuto mentre sta per completarsi il percorso di un’ampia e incisiva riforma della seconda parte della Costituzione. Senza entrare nel merito delle singole soluzioni, che competono al Parlamento, nella sua sovranità, desidero esprimere l’auspicio che questo percorso sia portato a compimento con l’obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia. Riformare la Costituzione per rafforzare il processo democratico. Vi è anche la necessità di superare la logica della deroga costante alle forme ordinarie del processo legislativo, bilanciando l’esigenza di governo con il rispetto delle garanzie procedurali di una corretta dialettica parlamentare. Come è stato più volte sollecitato dal Presidente Napolitano, un’altra priorità è costituita dall’approvazione di una nuova legge elettorale, tema sul quale è impegnato il Parlamento. Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. E’ una immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere – e sarà – imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza. Il Presidente della Repubblica è garante della Costituzione. La garanzia più forte della nostra Costituzione consiste, peraltro, nella sua applicazione. Nel viverla giorno per giorno. Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace. Significa garantire i diritti dei malati. Significa che ciascuno concorra, con lealtà, alle spese della comunità nazionale. Significa che si possa ottenere giustizia in tempi rapidi. Significa fare in modo che le donne non debbano avere paura di violenze e discriminazioni. Significa rimuovere ogni barriera che limiti i diritti delle persone con disabilità. Significa sostenere la famiglia, risorsa della società. Significa garantire l’autonomia ed il pluralismo dell’informazione, presidio di democrazia. Significa ricordare la Resistenza e il sacrificio di tanti che settanta anni fa liberarono l’Italia dal nazifascismo. Significa libertà. Libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nella sfera personale e affettiva. Garantire la Costituzione significa affermare e diffondere un senso forte della legalità. La lotta alla mafia e quella alla corruzione sono priorità assolute. La corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile. Divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini. Impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato. Favorisce le consorterie e penalizza gli onesti e i capaci. L’attuale Pontefice, Francesco, che ringrazio per il messaggio di auguri che ha voluto inviarmi, ha usato parole severe contro i corrotti: «Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini». E’ allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove, anche in aree geografiche storicamente immuni. Un cancro pervasivo, che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti. Dobbiamo incoraggiare l’azione determinata della magistratura e delle forze dell’ordine che, spesso a rischio della vita, si battono per contrastare la criminalità organizzata. Nella lotta alle mafie abbiamo avuto molti eroi. Penso tra gli altri a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per sconfiggere la mafia occorre una moltitudine di persone oneste, competenti, tenaci. E una dirigenza politica e amministrativa capace di compiere il proprio dovere. Altri rischi minacciano la nostra convivenza. Il terrorismo internazionale ha lanciato la sua sfida sanguinosa, seminando lutti e tragedie in ogni parte del mondo e facendo vittime innocenti. Siamo inorriditi dalle barbare decapitazioni di ostaggi, dalle guerre e dagli eccidi in Medio Oriente e in Africa, fino ai tragici fatti di Parigi. Il nostro Paese ha pagato, più volte, in un passato non troppo lontano, il prezzo dell’odio e dell’intolleranza. Voglio ricordare un solo nome: Stefano Taché, rimasto ucciso nel vile attacco terroristico alla Sinagoga di Roma nell’ottobre del 1982. Aveva solo due anni. Era un nostro bambino, un bambino italiano. La pratica della violenza in nome della religione sembrava un capitolo da tempo chiuso dalla storia. Va condannato e combattuto chi strumentalizza a fini di dominio il proprio credo, violando il diritto fondamentale alla libertà religiosa. Considerare la sfida terribile del terrorismo fondamentalista nell’ottica dello scontro tra religioni o tra civiltà sarebbe un grave errore. La minaccia è molto più profonda e più vasta. L’attacco è ai fondamenti di libertà, di democrazia, di tolleranza e di convivenza. Per minacce globali servono risposte globali. Un fenomeno così grave non si può combattere rinchiudendosi nel fortino degli Stati nazionali. I predicatori d’odio e coloro che reclutano assassini utilizzano internet e i mezzi di comunicazione più sofisticati, che sfuggono, per la loro stessa natura, a una dimensione territoriale. La comunità internazionale deve mettere in campo tutte le sue risorse. Nel salutare il Corpo Diplomatico accreditato presso la Repubblica, esprimo un auspicio di intensa collaborazione anche in questa direzione. La lotta al terrorismo va condotta con fermezza, intelligenza, capacità di discernimento. Una lotta impegnativa che non può prescindere dalla sicurezza: lo Stato deve assicurare il diritto dei cittadini a una vita serena e libera dalla paura. Il sentimento della speranza ha caratterizzato l’Europa nel dopoguerra e alla caduta del muro di Berlino. Speranza di libertà e di ripresa dopo la guerra, speranza di affermazione di valori di democrazia dopo il 1989. Nella nuova Europa l’Italia ha trovato l’affermazione della sua sovranità; un approdo sicuro ma soprattutto un luogo da cui ripartire per vincere le sfide globali. L’Unione Europea rappresenta oggi, ancora una volta, una frontiera di speranza e la prospettiva di una vera Unione politica va rilanciata, senza indugio. L’affermazione dei diritti di cittadinanza rappresenta il consolidamento del grande spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Le guerre, gli attentati, le persecuzioni politiche, etniche e religiose, la miseria e le carestie generano ingenti masse di profughi. Milioni di individui e famiglie in fuga dalle proprie case che cercano salvezza e futuro proprio nell’Europa del diritto e della democrazia. E’ questa un’emergenza umanitaria, grave e dolorosa, che deve vedere l’Unione Europea più attenta, impegnata e solidale. L’Italia ha fatto e sta facendo bene la sua parte e siamo grati a tutti i nostri operatori, ai vari livelli, per l’impegno generoso con cui fronteggiano questo drammatico esodo. A livello internazionale la meritoria e indispensabile azione di mantenimento della pace, che vede impegnati i nostri militari in tante missioni, ¬ deve essere consolidata con un’azione di ricostruzione politica, economica, sociale e culturale, senza la quale ogni sforzo è destinato a vanificarsi. Alle Forze Armate, sempre più strumento di pace ed elemento essenziale della nostra politica estera e di sicurezza, rivolgo un sincero ringraziamento, ricordando quanti hanno perduto la loro vita nell’assolvimento del proprio dovere. Occorre continuare a dispiegare il massimo impegno affinché la delicata vicenda dei due nostri fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trovi al più presto una conclusione positiva, con il loro definitivo ritorno in Patria. Desidero rivolgere un pensiero ai civili impegnati, in zone spesso rischiose, nella preziosa opera di cooperazione e di aiuto allo sviluppo. Di tre italiani, padre Paolo Dall’Oglio, Giovanni Lo Porto e Ignazio Scaravilli non si hanno notizie in terre difficili e martoriate. A loro e ai loro familiari va la solidarietà e la vicinanza di tutto il popolo italiano, insieme all’augurio di fare presto ritorno nelle loro case. Onorevoli Parlamentari, Signori Delegati, Per la nostra gente, il volto della Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni: l’ ospedale, il municipio, la scuola, il tribunale, il museo. Mi auguro che negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano riflettersi, con fiducia, i volti degli italiani: il volto spensierato dei bambini, quello curioso dei ragazzi. i volti preoccupati degli anziani soli e in difficoltà il volto di chi soffre, dei malati, e delle loro famiglie, che portano sulle spalle carichi pesanti. Il volto dei giovani che cercano lavoro e quello di chi il lavoro lo ha perduto. Il volto di chi ha dovuto chiudere l’impresa a causa della congiuntura economica e quello di chi continua a investire nonostante la crisi. Il volto di chi dona con generosità il proprio tempo agli altri. Il volto di chi non si arrende alla sopraffazione, di chi lotta contro le ingiustizie e quello di chi cerca una via di riscatto. Storie di donne e di uomini, di piccoli e di anziani, con differenti convinzioni politiche, culturali e religiose. Questi volti e queste storie raccontano di un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace. Viva la Repubblica, viva l’Italia!”

Il Parlamento in seduta comune è convocato per martedì 3 febbraio alle ore 10 per il giuramento e il messaggio del Presidente della Repubblica.

CAMERA DEI DEPUTATI

CONVOCAZIONE

Convocazione del Parlamento in seduta comune (15A00728) (GU Serie Generale n.25 del 31-1-2015)

La  Camera  dei  deputati  ed  il  Senato  della  Repubblica   sono
convocati, in seduta comune, martedi' 3 febbraio 2015, alle  ore  10,
con il seguente 
 
                         Ordine del giorno: 
 
  Giuramento e messaggio del Presidente della Repubblica. 
 
                              La Presidente della Camera dei Deputati 
                                          Laura Boldrini

Il 31 gennaio il Parlamento in seduta comune, con 665 voti, al quarto scrutinio, elegge Sergio Mattarella Presidente della Repubblica.

sergio-mattarella

Giannini: “Con elezione Mattarella grande giornata per la Repubblica”

“Oggi è una grande giornata per la Repubblica e per il Parlamento che ha dimostrato responsabilità. Mattarella risponde a tutti i requisiti di cui la figura del Presidente della Repubblica ha bisogno”. Lo dice il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, convinta che il nuovo Presidente della Repubblica “accompagnerà il percorso di riforme strutturali del governo. Su questo Mattarella dà tutte le garanzie necessarie”.

PARLAMENTO NAZIONALE

AVVISO

ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (15A00684) (GU Serie Generale n.25 del 31-1-2015)

Il  Parlamento  in  seduta  comune  dei   suoi   membri,   con   la
partecipazione dei delegati regionali, ha eletto - il 31 gennaio 2015
- Presidente della Repubblica SERGIO MATTARELLA. 
 
 
                              La Presidente della Camera dei Deputati 
                                           Laura Boldrini

Il 29 e 30 gennaio si riunisce il Parlamento in seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica.

Il 14 gennaio il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano firma l’atto di dimissioni. Il Presidente del Senato assume temporaneamente le funzioni di Presidente della Repubblica, ai sensi dell’articolo 86, primo comma, della Costituzione. Le funzioni di Presidente del Senato saranno ricoperte dalla Vice Presidente, ai sensi dell’articolo 9, secondo comma, del Regolamento del Senato.

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

COMUNICATO

DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (15A00224) 

(GU n.10 del 14-1-2015)

 
 
  Il  Presidente  della  Repubblica  Giorgio  NAPOLITANO  si e'  oggi
dimesso dalla carica con il seguente: 
 
                         Atto di dimissioni 
 
  «In data odierna rassegno le dimissioni dalla carica di  Presidente
della Repubblica, da me assunta il 22 aprile 2013. 
 
    Dal Palazzo del Quirinale, addi' 14 gennaio 2015 
 
 
                                                  Giorgio Napolitano» 
 
 
   L'atto di dimissioni e' stato  ricevuto  dal  Segretario  generale
della  Presidenza  della  Repubblica,  che  ha  assistito  alla   sua
sottoscrizione. Il Segretario generale ne ha  dato  comunicazione  al
Presidente del Senato della Repubblica, al  Presidente  della  Camera
dei deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri. 
  In conseguenza, il Presidente del Senato dott. Pietro GRASSO assume
le funzioni di Presidente della Repubblica, ai sensi dell'articolo 86
della Costituzione, fino al giuramento del nuovo Presidente. 
  Il Consiglio dei  Ministri  ha  preso  atto  delle  dimissioni  del
Presidente della Repubblica. 

(Quirinale, 14 gennaio 2015) Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha oggi sottoscritto l’atto di dimissioni dalla carica di Capo dello Stato, alla quale è stato eletto per la seconda volta il 20 aprile 2013 dal Parlamento in seduta comune, alla presenza del Segretario generale del Quirinale, che ha provveduto a darne comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri per gli adempimenti di rispettiva competenza.

Il Presidente della Repubblica si è quindi recato nel Cortile d’onore dove ha ricevuto gli onori militari da un reparto di formazione interforze e gli è stato consegnato copia dello Stendardo presidenziale dal Comandante del Reggimento Corazzieri alla presenza del Consigliere militare.

Successivamente il Presidente e la signora Napolitano, dopo aver preso congedo dal Segretario generale della Presidenza della Repubblica, dai Consiglieri e dai più stretti collaboratori, hanno lasciato in auto il Palazzo del Quirinale.


(Palazzo Chigi, 14 gennaio 2015) Il Presidente del Consiglio ha riferito al Consiglio dei Ministri che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha informato delle sue dimissioni rassegnate oggi stesso.

Le funzioni di Presidente della Repubblica sono quindi assunte dal Presidente del Senato, Piero Grasso, fino al giuramento del nuovo Capo dello Stato.

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha condiviso con i Ministri i sensi della riconoscenza del governo per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per la sua figura autorevole e alta responsabilità di garanzia delle istituzioni. Il suo profilo di uomo ed europeista convinto. Il lavoro infaticabile per gli italiani e l’Unità del Paese nei nove anni della sua Presidenza, in particolare in occasione dell’anniversario dei 150 anni.