Rinnovo RSU scuola, Unicobas e Anief stringono alleanza

da tuttoscuola.com

Rinnovo RSU scuola, Unicobas e Anief stringono alleanza

In vista delle elezioni Rsu nella scuola, che si terranno dal 3 al 5 marzo, il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, e il Segretario nazionale dell’Unicobas Scuola, Stefano d’Errico, si sono impegnati a sostenere reciprocamente, con un patto di desistenza elettorale, le rispettive liste “al fine di favorire l’evidente richiesta di cambiamento che proviene dal mondo della scuola“.

In sostanza nelle scuole dove ci sono liste Unicobas e non liste Anief, il sindacato di Pacifico dà indicazione di votare per l’Unicobas. Dal canto suo l’Unicobas indica di scegliere l’Anief nelle scuole dove non è presente con propri candidati.

Anief e Unicobas stringono così un patto di desistenza, in previsione di una futura azione unitaria “per garantire le libertà sindacali a tutti i lavoratori, la tutela degli stipendi e della professione di tutta la comunità educante, nonché per sconfiggere la precarietà“.

E. Filieri, Aedo delle Muse

Un altro esempio di “Italianità”

di Antonio Stanca

filieriVenerdì 6 Febbraio presso il Centro Studi “Chora-Ma” di Sternatia (Lecce), diretto da Donato Indino e impegnato, tra l’altro, a testimoniare della cultura, della letteratura che si sono verificate e si verificano nel territorio salentino, è avvenuta la presentazione del libro Aedo delle Muse. F. Morelli tra Otto e Novecento con Antologia poetica di Emilio Filieri, titolare di Letteratura Italiana II per il corso di Scienze di Beni Culturali di Taranto (Polo Ionico-Università di Bari). L’opera è stata pubblicata nel 2014 dall’editore Maffei di Trepuzzi (Lecce) e rientra in “Cultura & Storia”, Collana della Società di Storia Patria- Sezione di Lecce- diretta da Mario Spedicato.

In apertura il Presidente Indino ha illustrato brevemente l’attività svolta dal Centro durante i tanti anni della sua presenza e si è soffermato sui motivi di quella serata. Ad introdurre il discorso sull’opera del Filieri è intervenuta la Dottoressa Loredana Viola dell’Università del Salento. Ha messo in risalto la ricchezza di particolari che caratterizza il libro e che deriva da un lungo e attento lavoro di ricerca da parte dell’ autore. Di seguito il Filieri ha parlato della sua opera, ne ha chiarito gli aspetti specifici, ha evidenziato alcune parti per trarne gli esempi necessari a far intendere il procedimento usato, le finalità perseguite. Egli non è nuovo in questi lavori, già altre volte, con altre opere, si era mostrato impegnato a ripercorrere momenti, a recuperare personaggi, a ricostruire opere che hanno fatto parte del passato salentino, a rintracciarvi i segni di quanto avveniva nella storia, nella cultura, nella letteratura, nell’arte della nazione, a collegarli con queste ed a mostrarli come un aspetto dal quale non si poteva prescindere. Grazie a tali studi il Salento sta finendo di rimanere sconosciuto rispetto all’Italia più nota di uno, due secoli fa e sta acquistando il diritto di appartenere ad essa, di avere una sua funzione, un suo valore.

Parte da lontano lo studioso per arrivare al centro, dalla periferia muove e giunge alla capitale. Così ha fatto anche in quest’ultimo lavoro. Da un poeta di Squinzano, comune della provincia di Lecce, ha preso le mosse, da Francesco Morelli, a Squinzano vissuto dal 1878 al 1965, dalla sua ampia produzione ha avviato un percorso che gli ha fatto scoprire quanto essa abbia risentito del clima culturale, artistico allora diffuso nella penisola, come possa essere con esso collegata, perché vi debba essere inclusa.

Molte sono le raccolte poetiche del Morelli, le prime in dialetto, le seconde in lingua, e ovunque egli ha risentito delle sue conoscenze, della sua cultura. Si era formato da solo e nei suoi versi non è difficile scorgere quanto gli era giunto dalla tradizione poetica salentina in dialetto, dai poemi classici antichi, dai poeti latini, da Dante, dagli Stilnovisti, dal Petrarca, dai Romantici, dal Carducci, dal Pascoli, dal D’Annunzio fino a Trilussa. E tutti questi richiami, questi collegamenti è riuscito il Filieri ad individuare e chiarire nel suo lavoro. Lo ha fatto nei saggi che costituiscono la prima parte dell’opera mentre la seconda è dedicata all’antologia poetica. Nei saggi ha trattato delle raccolte poetiche del Morelli, dalle prime alle ultime, ha analizzato in ogni particolare alcuni loro testi, li ha commentati, spiegati e al tempo stesso li ha riferiti agli altri della raccolta in esame e ai modelli che operavano nella mente del poeta. Un procedimento ampio, complesso, plurimo è stato condotto dallo studioso, un’operazione alla quale non è sfuggito niente e che nonostante la sua vastità è stata svolta con determinazione perché sicuro si è mostrato dei suoi mezzi chi l’ha compiuta. Né è stato trascurato, tra tanto movimento, il compito di evidenziare che il Morelli non è solo un poeta colto dal momento che sa egli riportare quanto gli viene dalla sua cultura ad una dimensione, ad una linea propria. Giudizi positivi per la sua opera aveva egli ottenuto dal Pascoli e da Trilussa, case editrici non più meridionali si erano interessate alle raccolte poetiche della sua maturità. La sua formazione si riflette nel suo lavoro ma non gli impedisce di andare oltre, di raggiungere una propria autonomia, di essere un artista. A lui va riconosciuta una voce propria, un modo proprio di essere poeta. Ci sono motivi che ricorrono nella poesia del Morelli, nota il Filieri, motivi che percorrono l’intera produzione morelliana e che vanno individuati nel bisogno di rappresentare la vita, le sue persone, i loro luoghi, i loro tempi. Attento all’individuo è il poeta ma anche alla società, volto a cogliere quanto di intimo si muove nell’anima dei suoi personaggi, impegnato a fare della semplicità, della spontaneità, del bene, dell’amore un patrimonio comune, un motivo d’incontro, di unione, al quale potersi sempre riferire. Di carattere individuale e sociale è la morale che egli persegue, all’uomo guarda perché umana sia la dimensione della vita, della storia. E quando tale condizione sembrerà minacciata dai tempi moderni a causa dei costumi sopravvenuti e diffusisi all’insegna di valori estranei a quelli dell’anima, il Morelli più convinto si mostrerà, come nelle ultime raccolte, che soltanto la moralità, la spiritualità sempre perseguite potranno salvare da tali pericoli. Allora farà della donna il simbolo di questi principi, la identificherà con i valori della casa, della famiglia, la indicherà come una possibilità di salvezza in un mondo invaso dal male, la trasformerà in un riferimento sicuro, inalterabile, eterno per una vita che voglia rimanere a misura d’uomo.

Di tanti temi mostra il Filieri composta la poesia del Morelli e in nome di essi le riconosce una voce autonoma nel contesto suo contemporaneo, le attribuisce il merito di aver superato i limiti del suo territorio, di far parte della letteratura italiana.

Un altro esempio di “Italianità” ha indicato lo studioso con quest’opera, un altro motivo perchè il Salento non sia più considerato periferia ha scoperto.

L’ampia antologia poetica che viene dopo i saggi è testimonianza di tale raggiunta verità.

Classe scomposta

CLASSE SCOMPOSTA OPORTET UT SCANDALA EVENIANT di Umberto Tenuta

CANTO 405 CLASSE SCOMPOSTA

Oportet ut veniant scandala

 

Solo uno sprovveduto può scandalizzarsi al sentir parlare di CLASSE SCOMPOSTA o, meglio, di CLASSI SCOMPOSTE.

Il discorso viene da lontano.

Da quando si è cominciato a porre l’accento sull’attività degli studenti più che sull’attività dei docenti.

ROUSSEAU docet.

E poi Froebel, Agazzi, Montessori…

E poi Helen Parkhurst e PIANO DALTON…

E poi Carleton Wolsey Washburne e Scuole di Winnetka…

E poi Legge 517/1977.

E, in coda in coda:

UMBERTO TENUTA, Scuola e laboratori oppure scuola laboratorio? (http://www.rivistadidattica.com/metodologia/metodologie_48.htm )

−UMBERTO TENUTA, Laboratori non aule (https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=52528 )

−umberto tenuta, Laboratori e didattica laboratoriale (http://www.rivistadidattica.com/metodologia/metodologie_49.htm )

−UMBERTO TENUTA, L’attività educativa e didattica nella scuola elementare-Come organizzare l’ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989

……………

Forse è il caso di approfondire il significato della CLASSE SCOMPOSTA.

E prendere atto che CLASSE e SCOLARESCA non esistono.

Sono NOMI ASTRATTI.

E prendere atto che nessuno insegna.

<<Non si è mai insegnanti! Nessuno insegna, per fortuna degli esseri umani! Ci sono maestri, ma non insegnanti: gli esseri umani non sono insegnati, come le lavagne di ardesia e le LIM. Gli esseri umani apprendono utilizzando gli stimoli che vengono loro dal mondo interiore ed esterno>> (Umberto Tenuta)).

Ed accettare che si apprende scoprendo, inventando, costruendo.

E capire che nelle aule tutto questo non si può fare.

E che pertanto occorrono le aule laboratorio.

Laboratorio musicale.

Laboratorio artistico.

Laboratorio sportivo.

Laboratorio matematico (ZOLTAN PAUL DIENES).

Laboratorio linguistico.

Laboratorio geografico.

Laboratorio storico.….

Aule trasformate in laboratori.

Gli studenti si spostano da un laboratorio ad un altro laboratorio.

Oh che confusione!

Ordine ci vuole!

Allineati e composti.

E poi che dite?

Non vedete che mancano gli euro per attrezzare i laboratori!

E perciò si comprano 30 carte geografiche dell’ITALIA FISICA…

E perciò si colloca un PC in ognuna delle 30 aule.

E perciò …

Ma!

Perciò si cambia verso!

Si cambia verso nella BUONASCUOLA.

La BUONASCUOLA delle CLASSI SCOMPOSTE.

Era ora!

Grazie DIANORA!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

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Classe composta Classe scomposta

CLASSE COMPOSTA CLASSE SCOMPOSTA di Umberto Tenuta

CANTO 404 DEDICATO A DIANORA BARDI.

Certamente, Amiche care, Amici cari, la miglior cosa è la CLASSE COMPOSTA!

Non c’è bisogno nemmeno di inventarla, c’è già!

 

Chi è Lacostei che vuole le classi scomposte?

Ma che ne sa Costei di scuola?

Pensate un po’!

Far lezione ad una classe scomposta!

Ordine nella scuola ci vuole.

Professoressa seduta dietro la cattedra.

Venticinque studenti allineati in tre file di banchi.

Lavagna di ardesia, e LIM, se c’è.

I libri di testo tutti i venticinque studenti li hanno, li debbono avere, non possono non averli.

Ah, dimenticavo, un pezzettino di gesso e la matita rosso-blu.

È tutto a posto.

Niente è scomposto.

Da mezzo millennio è così.

I soldati marciano composti.

Gli studenti ascoltano composti.

I numeri si scompongono.

Mica gli alunni!

ORA arriva LEI, la Professoressa DEA!

E che fa?

Una CLASSE SCOMPOSTA!

Ora qua, ora là, di qua e di là.

Il tempo passa.

La lezione non si fa.

Il programma la professoressa non svolge.

E il premio certamente non avrà.

Solo gli studenti saranno contenti.

A perder tempo con gli strumenti!

La testa vuota resterà.

La testa ben fatta ciascuno a casa si porterà.

Amiche care, amici cari, scegliete voi la classe composta o la classe scomposta, la testa ben piena o la testa ben fatta.

E tu, Edgar Morin, avrai la classe scomposta!

Avrai la testa ben fatta!

Di teste ben piene son piene le fosse.

 

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Buona fabbrica Buona scuola

BUONA FABBRICA BUONA SCUOLA di Umberto Tenuta

CANTO 403

La Buona Fabbrica si riconosce dai suoi prodotti.

Anche la BUONASCUOLA?

 

È buona la fabbrica che sforna i migliori prodotti del mercato.

Ai clienti non interessa chi lavora nella fabbrica, ma la qualità dei suoi prodotti.

Buoni prodotti, Buona fabbrica!

E questo vale anche per la Scuola.

È BUONASCUOLA quella che garantisce il prodotto migliore.

Ed il miglior prodotto della Scuola è il SUCCESSO FORMATIVO di tutti i suoi clienti.

Refraim assordante!

Questo è il solo metro.

L’INVALSI delle FABBRICHE?

Che stupidaggini!

Sono i clienti a valutare le camicie ed i calzini, le lenzuola ed i piumini.

Semplice, no?

NO!

Tra le mille grida sulla BUONASCUOLA, voi, ne avete sentito uno solo che parlasse del SUCCESSO FORMATIVO dei giovani che frequentano le scuole?

Di nulla e di tutto si parla.

Ma nessuno −dico NESSUNO− parla del SUCCESSO FORMATIVO dei giovani che frequentano la BUONASCUOLA.

La FABBRICA non è la CASA MADRE degli studenti.

E gli Studenti non hanno diritti!

Un tempo li avevano.

Ora non li hanno più!

Ora hanno perduto la voce.

E la speranza!

Non c’è peggiore cosa della perdita della speranza dei giovani!

…Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri…

Giovani senza diritto alla loro piena formazione umana!

Un Paese che non si preoccupa del successo formativo dei suoi giovani è un paese senza speranze!

Che importa ai giovani della Lotteria Nazionale dei Premi?

Eppure sembra che d’altro non ci si occupi e preoccupi.

All’ultimo posto della graduatoria dell’attenzione sono i prodotti della Scuola.

E ci si meraviglia?

Mica la Scuola deve preoccuparsi della qualità dei suoi prodotti!

Non ha concorrenti!

È la fabbrica di Stato.

Non volete il prodotto statale?

Pagatevi quello della concorrenza!

Pagatevelo per il bene dei vostri figli!

Andatevelo a cercare all’Estero!

Sì, qualcuno lo fa.

Lo ha denunciato finanche Papa Francesco.

Sono i Ricchi, sono i Potenti, sono i Dottori che avranno i figli migliori.

I figli che legifereranno sulla BUONASCUOLA.

La BUONASCUOLA dei loro fratellastri.

Ieri, come oggi.

Come sempre.

Disperatamente!

 

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