Centralità del successo formativo

CENTRALITA’ DI UNA SCUOLA DEL SUCCESSO FORMATIVO

CANTO 619 CENTRALITA’ DI UNA SCUOLA SERIA

…L’istruzione deve essere di qualità e selettiva, di responsabilità primaria della scuola, cui spetta non solo fornire a tutti gli strumenti di accesso al sapere ma anche riconoscere il merito e l’impegno degli studenti, perché l’istruzione è un diritto ma studiare è un dovere.

 

Merito (GIOVANNI GENTILE).

Venire alla luce è un diritto.

Ma uscire dal grembo è un dovere del nascituro!

Voi ostetriche non c’entrate per niente.

È il bimbo che deve venir fuori.

Quelli che non ce la fanno non hanno sentito abbastanza il dovere di nascere.

Il DOVERE.

Ostetriche, tranquille.

Prendetevi il caffè.

Aspettate.

Nessun rimprovero per le vostre inettudini.

Il feto, lui, solo lui, con le sue forze innate, lui deve cavarsela da solo!

Maestre e Professori, avete ben compreso!

Fate rispettare il silenzio.

Continuate a far lezioni.

Continuate a pontificare dall’alto della cattedra.

Abbondate nel numero della pagine da studiare sui libri di testo da voi scelti con amorevole cura.

Assegnate i compiti per il sabato e la domenica.

Abbondate pure!

I capaci e meritevoli obbediranno, capiranno, impareranno.

Gli altri sul monte Taigeto.

Signore e signori, signori si nasce!

Capaci e meritevoli si nasce.

Non lo diceva forse il SOMMO?

O Giovanni, ti avevamo dimenticato!

A riesumarti ora ci pensa Fany.

Ora la scuola dei capaci e meritevoli sarà una realtà.

Con grande soddisfazione dei docenti incapaci e immeritevoli che almeno gli attestati dei corsi di aggiornamento obbligatori saranno capacissimi di procacciarsi.

Tranquilli tutti!

Sappiate tutti che per desuetudine risulta ormai abbrogato il secondo comma dell’art. 1 del

DPR n.275 dell’ 8 marzo 1999 che così recitava ed ora non ercita più:

“L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

Ora chi sa sa e chi è è.

De minimis non curat praetor.

E che volete?

Volete forse che i figli dei contadini abbandonino i campi?

E il grano chi lo miete?

Amici cari, il SUCCESSO FORMATIVO lasciamolo predicare solo a FRANCESCO ed a quel matusa di UMBERTO!

PROGETTO 0-6 ANNI, DI MEGLIO: DOCENTI INFANZIA FIGLI DI UN DIO MINORE

PROGETTO 0-6 ANNI, DI MEGLIO: DOCENTI INFANZIA FIGLI DI UN DIO MINORE

“La funzione docente è unica nella sua specificità e non va confusa la scuola dell’infanzia con il segmento pre-scolare che va da 0 a 3 anni. In questo senso, il progetto di istituire il ciclo 0-6 anni rischia di aumentare la confusione di cui è già piena la cosiddetta Buona Scuola, che di buono ha soltanto il nome”. E’ quanto afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, che ha partecipato al convegno “Scuola dell’infanzia: ieri, oggi, ma domani?” svoltosi oggi a Venezia.

“La delega 0-6 prevista dalla riforma – spiega Di Meglio – probabilmente resterà lettera morta perché mancano sia le risorse per la generalizzazione della scuola dell’infanzia, sia quelle per aumentare il servizio degli asili nido”.

“Gli insegnanti dell’infanzia – aggiunge il coordinatore della Gilda – sono trattati come figli di un dio minore rispetto agli altri docenti, perché esclusi dal piano nazionale di assunzione in attesa di un nuovo ciclo di istruzione che difficilmente verrà realizzato. A questa discriminazione va posto rimedio, come ha evidenziato anche il Consiglio Superiore dell’Istruzione nel suo parere sul bando del prossimo concorso”.

Lavoro, chiamata nominativa: presentato un ricorso alla Commissione Ue

da Superabile

Lavoro, chiamata nominativa: presentato un ricorso alla Commissione Ue

A promuovere l’iniziativa, l’associazione “Tutti nessuno escluso”, sostenuta da Coordown e altre realtà associative. Obiettivo è l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano, che con il Jobs Act ha innalzato la percentuale di chiamata nominativa per le aziende, nei confronti dei lavoratori con disabilità. “Nuovo caporalato”

ROMA – Non arretra il fronte difensivo della legge 68/99 per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità: è stato presentato oggi il ricorso alla Commissione Europea contro le nuove norme introdotte dal Jobs Act in materia di assunzioni delle persone con disabilità. Ne avevamo seguito la gestazione, fortemente voluta dall’associazione Tutti nessuno escluso, che l’11 novembre scorso era scesa in piazza, insieme ad altre realtà associative e sindacali, per difendere i diritti dei lavoratori disabili dal “rischio caporalato”. Ora, la stessa associazione, insieme al Coordown, ha presentato il ricorso legale alla Commissione europea.
Ottenere l’apertura di una procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano è l’obiettivo dell’iniziativa, sottoscritta dalla Consulta cittadina permanente sui problemi delle persone handicappate di Roma Capitale e da altre otto organizzazioni senza fini di lucro attive nel mondo della salute mentale e della disabilità. Anche Coordown “ha deciso di sostenere in modo formale l’iniziativa legale – afferma Sergio Silvestre, presidente Nazionale del coordinamento – perché sono mesi che esprimiamo la nostra ferma contrarietà alle modifiche introdotte dal Governo alla legge n. 68/99. Ci piacerebbe che i diritti fossero uguali per tutti, mentre l’abolizione del criterio numerico nelle procedure di assunzione va esattamente nella direzione opposta, favorisce meccanismi discriminatori e penalizza le disabilità più gravi”.

CoorDown, Tutti Nessuno Escluso e le altre associazioni ricorrenti si esprimono – lo ricordiamo – contro l’innalzamento della percentuale della chiamata nominativa al 100% e chiedono il ripristino della norma precedente, che prevedeva il 50% di chiamate nominative per le aziende da 15 a 35 dipendenti e il 60% per quelle con più di 50 dipendenti. “Quando è stato approvato il Jobs Act – spiega Virginio Massimo, Presidente di Tutti Nessuno Escluso – la nostra associazione si è subito attivata per individuare un’iniziativa che fosse al tempo stesso adeguata e concreta. È così che nasce l’idea del ricorso alla Commissione Europea. La chiamata nominativa generalizzata dà vita a una nuova forma di ‘caporalato’ e concede ai datori di lavoro la possibilità di scegliersi il disabile su misura. A ciò si aggiunga che non garantendo affatto trasparenza rischia di scatenare una ‘guerra tra poveri’ per ottenere un posto di lavoro”. (cl)

Concorso scuola: il Miur non apre il confronto con i sindacati

L’incontro tanto atteso dai precari abilitati, tra l’Amministrazione e le sigle sindacali sul concorso a cattedre, si è concluso con un nulla di fatto. Dopo aver inviato in ritardo i materiali del decreto, l’Amministrazione non ha aperto alcun confronto serio ma si  è limitata a un mero ascolto passivo. Inviare una funzionaria, per quanto abile e competente, col solo compito di prendere nota, ad un incontro decisivo per le sorti di decine di migliaia di docenti, è apparso uno sgarbo e una scorrettezza, non solo nei confronti delle rappresentanze sindacali, ma soprattutto verso le lavoratrici e i lavoratori della scuola pubblica.
La FLC CGIL ha ribadito la sua contrarietà a un concorso che verrebbe bandito nel caos più totale e in assenza di tutele per coloro che in possesso dell’abilitazione e del servizio possono vantare il diritto alla stabilizzazione, compresi i docenti della scuola dell’infanzia delle GAE (Graduatorie ad esaurimento), illegittimamente estromessi dal piano nazionale di assunzioni.

Ad oggi non si conosce il testo delle classi di concorso, non si conoscono le effettive esigenze delle scuole perché non sono in sincronia i tempi della pubblicazione del PTOF (Piano Triennale Offerta Formativa) con quelli delle iscrizioni, ma soprattutto con gli esiti di una mobilità straordinaria che disegnerà un’Italia con situazioni organiche completamente differenti. Il CSPI ha rilevato forti criticità sul concorso e i provvedimenti correlati.

In questo quadro, ci chiediamo quale sia la ragione che motiva la fretta di bandire un concorso, che così com’è congegnato rischia di disperdere professionalità e competenze. Ribadiamo la necessità di definire un piano pluriennale di stabilizzazioni che garantisca i diritti dei precari.

Ancora una volta le relazioni sindacali vengono considerate un peso di cui liberarsi in fretta e non il valore aggiunto per trovare soluzioni che rimettano in asse i diritti.

La FLC CGIL contrasterà i provvedimenti selettivi e discriminanti del decreto sul concorso, se essi dovessero essere recepiti con decisione unilaterale dall’Amministrazione. È necessario attivare tutte le iniziative di mobilitazioni possibili  oltre a proseguire con le vertenze legali per chiedere il rispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea.

Diritto al reinserimento in GaE dei docenti cancellati per non aver aggiornato la propria posizione

L’ANIEF sbaraglia il MIUR in Corte d’Appello: palese il diritto al reinserimento in GaE dei docenti cancellati per non aver aggiornato la propria posizione.

 

Nessun dubbio per la Corte d’Appello di L’Aquila sulle ragioni patrocinate dall’ANIEF a tutela del diritto dei docenti cancellati ad essere reinseriti in Graduatoria a Esaurimento. I nostri legali Walter Miceli, Fabio Ganci e Rodrigo Verticelli ottengono, con la professionalità che da sempre li contraddistingue, piena ragione in giudizio e la conferma che il MIUR, che aveva proposto appello avverso la già favorevole sentenza ottenuta dal nostro sindacato, ha commesso un vero e proprio illecito nell’impedire a una docente cancellata di potersi reinserire nelle Graduatorie di interesse violando la normativa primaria di riferimento.

 

La sentenza, chiara e articolata nelle sue motivazioni che recepiscono in toto quanto da sempre sostenuto dall’ANIEF, chiarisce che la “riconfigurazione delle graduatorie provinciali, appunto da permanenti a esaurimento, non implica tuttavia ex se – in assenza di un’esplicita scelta di campo del legislatore tesa a conformare la valenza giuridica di dette graduatorie a esaurimento – la totale immobilità e/o la cristallizzazione di queste ultime, atteso che i limiti sono solo quelli chiaramente imposti dal legislatore” e confermando che “la possibilità di “reinserimento” è espressamente prevista appunto dall’art.1 comma 1 bis del D.L.97/2004, convertito in l. n°143/2004, e ciò coerentemente con la già indicata ratio del nuovo sistema, di creazione di un meccanismo sì tendente all’esaurimento delle graduatorie, ma al tempo stesso anche di salvaguardia delle posizioni dei soggetti inclusi in base all’originaria regolamentazione”.

 

La cancellazione definitiva dei docenti che non producono domanda di aggiornamento, dunque, è stata ritenuta dalla Corte d’Appello di L’Aquila palesemente “viziata, per essere stata adottata sulla base di decreti ministeriali da ritenersi, in via incidentale, illegittimi, non potendo un decreto ministeriale negare il diritto al reinserimento nelle graduatorie previsto dalla legge”.

 

Nuovo soddisfacente successo targato ANIEF, dunque, con relativa condanna del MIUR appellante al pagamento delle spese del grado, quantificate in complessivi €. 3.310,00, oltre spese generali.

La seconda prova scritta di Maturità nei LES

La seconda prova scritta di Maturità nei LES: la parola ai docenti di Diritto e di Economia Politica

Diritto ed Economia Politica  si confermano sempre più le discipline caratterizzanti del percorso liceale delle Scienze umaneopzione Economico sociale. Dopo un primo riconoscimento da parte dei Responsabili ministeriali in occasione dell’Esame di Stato 2014/2015, anche nel corrente Anno Scolastico, le Discipline insegnate dai Docenti della classe di concorso A019 è stata selezionata come materia della seconda prova scritta. Per APIDGE si tratta di un importante riconoscimento del ruolo assunto da queste discipline nello specifico contesto liceale, anche se tutto ciò comporta un enorme impegno per gli studenti e una notevole mole di lavoro per gli insegnanti, chiamati a gestire in prima persona percorsi didattici speciali e fortemente innovativi,

LA SITUAZIONE

I percorsi didattici previsti per il Liceo Economico e Sociale sono stati negli anni seguiti ed assistiti da attività di studio, di ricerca e di consulenza di enti, associazioni ed esperti sia interni che esterni al mondo della scuola che il MIUR stesso ha individuato. Una bella fetta di mondo accademico ha fornito il proprio contributo, sono intervenuti a vario titolo anche importanti personaggi della Politica e delle Istituzioni, del mondo delle imprese e della finanza. Il Ministero dell’Istruzione ha molto investito nel settore, costituendo speciali “cabine di regia” nazionali e territoriali, gruppi di studio e di ricerca; ha organizzato seminari, convegni, ed ha utilizzato sofisticati strumenti della comunicazione e del web. Le scuole coinvolte si sono organizzate anche su base consortile ed hanno prodotto tanto lavoro di analisi, di promozione e di proposta, in stretto raccordo con la struttura ispettiva centrale e periferica. Malgrado le ripetute e pressanti richieste da parte dei suoi Responsabili, APIDGE, l’Associazione degli Insegnanti di Discipline Giuridiche ed Economiche, si è ritrovata esclusa da questa grande ed effervescente fucina di idee, di progetti e di proposte,

LE INDICAZIONI NAZIONALI

Occorre da subito evidenziare quali siano le premesse normative a cui devono oggi fare riferimento coloro che si addentrano ad analizzare i percorsi liceali definiti nelle Indicazioni Nazionali del 2008 e soprattutto gli ambiti in cui si viene a trovare chi affronta, da studente e da professore, l’Esame di Stato nella disciplina Diritto ed Economia Politica.

Ci si attende innanzitutto che, “nell’Esame di Stato in Economia politica. gli studenti siano in grado di analizzare le strategie di scelta economica operate dai governi e i condizionamenti e le opportunità conseguenti all’intensificarsi delle relazioni globali. Devono inoltre aver acquisito le competenze necessarie ad analizzare e riflettere sulle interazioni tra il mercato e le politiche economiche, sulle politiche di welfare e sul contributo del terzo settore;  devono saper valutare la crescente interazione tra politiche locali, nazionali e sovranazionali, considerando il ruolo rilevante assunto dalle Organizzazioni internazionali, in modo particolare dall’Unione Europea, nelle scelte economiche. Allo stesso tempo infine riescano a valutare la necessità di scelte politiche sostenibili con gli equilibri ambientali e la tutela delle risorse, coerenti con l’obiettivo di ridurre gli squilibri nello sviluppo”.

In Diritto invece, i nostri maturandi “devono essere in grado di indagare e di analizzare i principi filosofici della teoria dello stato, sapendo riconoscere che essa, nel suo evolversi, ha sempre interpretato la condizione umana del tempo modellando le istituzioni e la società”. Sono ovviamente in grado di approfondire e ampliare l’analisi dei principi costituzionali, dei diritti e dei doveri dei cittadini, anche in una dimensione europea (UE) di lettura”. Sanno “approfondire ed indagare il metodo di rappresentanza democratica, con particolare riguardo ai sistemi elettorali italiani e stranieri che riconoscono e distinguono in vista dell’esercizio del diritto di voto conseguito con la maggiore età”. Sanno infine “analizzare i poteri e le relazioni interistituzionali nell’ambito della forma di governo italiana, conoscono a fondo gli organi costituzionali e le relazioni fra gli stessi, sanno interpretare il ruolo della pubblica amministrazione dell’esercizio della funzione di servizio alla cittadinanza”. Ovviamente “affrontano a padroneggiano i temi del diritto processuale, della sussidiarietà, del decentramento, del regionalismo, del federalismo e della globalizzazione, che connotano l’evoluzione delle forme di Stato nell’età moderna”. Si chiede che “le regole vengano analizzate nel contesto del diritto internazionale e delle sue istituzioni, con particolare attenzione al processo di integrazione europea”. La nota finale: “La sguardo si allarga ad un’analisi comparata: delle istituzioni giuridiche che si delineano nel mondo; delle nuove forme di lex mercatoria; del problema dello sviluppo sostenibile in una dimensione di patto sociale intergenerazionale”.

LA DENUNCIA DI APIDGE

I docenti di APIDGE esprimono grandi perplessità e riserve riguardo alla “conduzione” di una disciplina che viene elevata al rango di materia caratterizzante di un percorso liceale che le riserva un monte ore di insegnamento scarno e insufficiente rispetto agli obiettivi di apprendimento prefissati. Tre ore di insegnamento settimanali, novantanove ore complessive, Cittadinanza e Costituzione inclusa, per essere in grado di “comprendere i caratteri dell’economia come scienza delle scelte responsabili sulle risorse di cui l’uomo dispone (fisiche, temporali, territoriali, finanziarie) e del diritto come scienza delle regole di natura giuridica che disciplinano la convivenza sociale”.

Ma chi ha predisposto e partorito il Riordino dei cicli del 2008, quando si è approntato a delineare i contenuti stessi dell’insegnamento e gli obiettivi specifici dell’apprendimento, ha dimostrato di non essere mai stato un docente di Discipline giuridiche ed economiche, né di averne consultato alcuno. Anche per questo motivo APIDGE evidenzia invece come la somministrazione e l’elaborazione della seconda prova scritta in occasione degli Esami di Stato in Diritto ed Economia politica, possa rappresentare ad oggi una grande impresa, spesso un autentico calvario per chi insegna e soprattutto per chi deve studiare.

LE PROPOSTE DI APIDGE

  1. APIDGE ritiene che sia indispensabile che tutta la normativa riferita alle Indicazioni Nazionali in tema di Diritto e di Economia Politica nel Liceo delle Scienze Umane, opzione Economica e Sociale, venga al più presto riveduta e corretta sia dal punto di vista formale che sostanziale.Che in proposito venga dato più ampio rilievo e rispetto alle indicazioni fornite dagli “addetti ai lavori”,  affidando semmai i compiti di studio e di ricerca all’ente a ciò preposto (INDIRE).
  2. In riferimento invece alla stessa regolarità ed alla coerenza della predisposizione e della somministrazione della seconda prova scritta di Diritto e di Economia Politica, APIDGE chiede che gli Organi centrali del MIUR sappiano organizzare attività specifiche di formazione e di aggiornamento, garantendo forme di valutazione il più possibile uniformi ed omogenee (la seconda prova è preparata in sede ministeriale per tutto il territorio nazionale). E’ importante che si realizzi una prova d’esame che sia veramente “sostenibile”, fatto riferimento ai tempi e ai carichi di lavoro riservati a studenti e professori. Bisogna inoltre fare i conti con i tempi dell’attività di formazione (spiegazioni, interazione, correzione compiti, verifiche orali, verifiche scritte, simulazioni d’esame…) e la struttura delle classi in cui si opera (disomogeneità, diverse capacità, disturbi nell’apprendimento, handicap, studenti stranieri…).

Apidge sta organizzando una particolare campagna di sensibilizzazione e di informazione riguardo alle problematiche che stanno emergendo in questo contesto in tutto il territorio nazionale. E’ stato costituito un Comitato scientifico con l’intento di confrontarsi e di  supportare – come espressamente richiamato nell’art. 6 delle Indicazioni Nazionali – gli Uffici competenti del MIUR chiamati a gestire questa delicata fase del processo di riforma degli ordinamenti scolastici.

Il Presidente Nazionale

Ezio Sina

Pensione di inabilità: se mancano i requisiti il giudice può concedere l’assegno mensile

Pensione di inabilità: se mancano i requisiti il giudice può concedere l’assegno mensile

Interessante sentenza della Corte di Cassazione che afferma, in mancanza dei requisiti per l’ottenimento della pensione di inabilità, la possibilità per il giudice di riconoscere l’assegno mensile di invalidità.

La questione è importante poiché qualora si vada a chiedere in giudizio il riconoscimento della inabilità civile, ossia il 100%, e questa non venga riconosciuta dal giudice, ciò comportava finora la perdita della causa.

Con la sentenza n. 17452 del 31 luglio 2014, la Cassazione ha invece stabilito la possibilità per il giudice di riconoscere al ricorrente, in mancanza dei presupposti per la pensione di inabilità, l’assegno mensile di invalidità; e ciò perché la pensione di inabilità (beneficio maggiore) include implicitamente anche il beneficio minore rappresentato dall’assegno mensile.

Il fatto ha inizio dalla sentenza con cui la Corte d’Appello, in riforma della sentenza del Tribunale che aveva rigettato la domanda di riconoscimento del 100% di invalidità, accertava il diritto della ricorrente all’assegno mensile di invalidità civile. La Corte d’Appello riconosceva l’invalidità del 76% e di conseguenza il diritto all’assegno mensile, anche se non era richiesto in giudizio.

A questo punto l’Inps ricorreva in Cassazione poiché riteneva inammissibile la produzione da parte del ricorrente in grado d’appello del certificato di iscrizione nelle liste di collocamento mirato. Ma la Corte di Cassazione ha respinto detto ricorso per i motivi che seguono.

La Corte rimarca come la ricorrente abbia proposto domanda di inabilità civile che richiede solo il requisito dell’età e del reddito, ma non anche il requisito dell’incollocazione al lavoro, certificato quest’ultimo presentato in grado d’appello (dopo che il tribunale ha rigettato la domanda iniziale proprio per la sua mancanza) e divenuto di conseguenza necessario per l’accertamento giudiziale della ridotta capacità lavorativa nella misura del 76%.

Secondo la Corte di Cassazione, ben può il giudice a cui il ricorrente ha chiesto la pensione di inabilità, per l’implicita inclusione dell’assegno di invalidità (in quanto beneficio minore ) in quello maggiore espressamente domandato, riconoscere l’assegno mensile. Naturalmente occorre che vi siano i requisiti socio-economici per il diritto all’assegno mensile, tra cui appunto vi è l’incollocazione al lavoro che al contrario non è richiesto per la pensione di inabilità in ragione della totale inabilità al lavoro.

Così facendo, il giudice (secondo gli ermellini) non viola il principio di corrispondenza del chiesto al pronunciato, a norma dell’art. 112 c.p.c., sussistendo tra le due provvidenze assistenziali, relative a un diverso grado di compromissione della capacità lavorativa, un necessario rapporto di continenza, per la detta configurazione dell’assegno mensile come un minus rispetto alla pensione di inabilità.

Così decidendo, il giudice che assegna al ricorrente l’assegno mensile al posto della pensione di inabilità non attribuisce infatti un bene della vita diverso da quello richiesto, né pone a fondamento della sentenza fatti e situazioni estranei alla materia del contendere, introducendo nel processo un titolo (causa petendi) nuovo e diverso da quello enunciato dalla parte a sostegno della domanda.

Ecco le materie della maturità 2016: al classico torna il greco, allo scientifico di nuovo matematica

da Il Sole 24 Ore

Ecco le materie della maturità 2016: al classico torna il greco, allo scientifico di nuovo matematica

di Eugenio Bruno

Al classico continua a vigere la regola dell’alternanza. E dopo il latino dell’anno scorso stavolta toccherà al greco, come nel 2014. Nessuna sorpresa invece allo scientifico dove il secondo scritto dell’esame di maturità 2016 sarà di nuovo la matematica. A comunicarlo è stata ieri la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini.

In un video pubblicato sui social del Miur, la responsabile di viale Trastevere ha fatto il suo “in bocca al lupo” ai prossimi maturandi: «Cari ragazzi e care ragazze, è un momento molto atteso quello di oggi, anche con un po’ di ansia, comprensibile, e un po’ di impazienza», ha esordito l’ex rettrice dell’università per stranieri di Perugia che ha poi ricordato la data della seconda prova: giovedì 23 giugno. Mentre il giorno prima si terrà il tema d’italiano.

La ministra ha poi provato a incoraggiare i diplomandi: «Nel corso dell’ultimo anno abbiamo avuto un incremento della qualità media delle vostre prove e del risultato finale della maturità. Questo è di ottimo auspicio». Il riferimento è al focus sui risultati dell’esame 2014/2015 che è stato pubblicato ieri sul sito del ministero e che ha confermato un aumento dei diplomati in tutta Italia: il 99,3% degli ammessi rispetto al 99,1 dell’anno precedente. Con voti più alti ai licei e, più in generale, tra le ragazze rispetto ai ragazzi.

Dopodichè ha elencato le materie principali dell’esame di Stato. Vediamole nel dettaglio, partendo proprio dai licei: greco al classico; lingua straniera 1 al linguistico; matematica allo scientifico (anche nell’opzione scienze applicate), scienze umane per l’omonimo liceo; diritto ed economia politica al liceo delle scienze umane con opzione economico sociale; discipline artistiche e progettuali caratterizzanti l’indirizzo di studi all’artistico; teoria, analisi e composizione al musicale e tecniche della danza al coreutico.

Quanto agli istituti tecnici spiccano discipline turistiche e aziendali negli istituti tecnici per il Turismo; economia aziendale per l’indirizzo amministrazione, finanza e marketing; meccanica, macchine ed energia per l’indirizzo meccanica, meccatronica ed energia. Senza dimenticare i professionali, tra cui: scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera; tecniche professionali dei servizi commerciali per l’indirizzo servizi commerciali; tecnica di produzione e di organizzazione per l’indirizzo produzioni industriali e artigianali.

Sempre in tema di maturità un accenno lo merita infine l’alternanza scuola lavoro che è diventata obbligatoria già per gli studenti di terza e superiore e che potrà essere inserita nella terza prova d’esame. Fermo restando che la certificazione dei periodi di formazione on the job peserà nell’assegnazione dei crediti d’ingresso all’esame.

Concorso docenti, ai commissari d’esame andrà una miseria: 209 euro lordi

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, ai commissari d’esame andrà una miseria: 209 euro lordi

I nuovi bandi di concorso per diventare docente non sono definitivi, ma già fioccano le critiche. Anche per la scarsa considerazione che si darà ai commissari d’esame.

A rilevarlo è stato il Consiglio superiore della pubblica istruzione, all’interno del documento di parere, non vincolante, sulle procedure concorsuali, emesso il 27 gennaio e pubblicato da poche ore: in particolare, nella penultima pagina del documento, la numero 10, apprendiamo che “in considerazione della necessità di garantire tempestività e qualità alla procedura concorsuale non appare coerente l’esiguità del compenso previsto per i commissari (209 euro lordi)”.

In termini pratici, quindi, ad un componente della commissione d’esame, che non ricoprirà il ruolo di presidente, andranno come compenso base appena poco più di 100 euro nette.

A cui, si potrebbe aggiungere qualcosa derivante dalla correzione delle prove. Ma sempre di esigua entità, che non farà di certo lievitare la cifra. Il compenso potrebbe invece lievitare (ma in tal caso anche le spese per il trasporto e per l’eventuale alloggio), qualora la sede d’esame fosse collocata a decine se non centinaia di chilometri lontani dalla scuola di titolarità del commissario stesso. Ma si tratterebbe di eccezioni o di casi residui. Alla maggioranza, secondo pure quanto rileva l’organismo della pubblica istruzione, saranno corrisposti dei compensi davvero esigui.

Tanto, aggiungiamo noi, che su alcune classi di concorso, con pochi docenti di ruolo, potrebbero subentrare dei problemi per reperire candidature a ricoprire il ruolo di commissario.

I componenti del Cspi, sempre sullo stesso tema, hanno aggiunto che “per il buon andamento dei lavori, si ritiene, inoltre, debba essere considerata la opportunità di utilizzo a ‘tempo pieno’ dei mebri delle commissioni”.

Facendo così intendere che sarebbe opportuno, almeno, che i commissari si “sgancino” dall’attività didattica, per dedicarsi in toto a quella del controllo e della verifica delle competenze dei partecipanti alle prove d’esame del prossimo ‘concorsone’ pubblico. Come dire: visto che avranno poco più di un “gettone” figurativo, almeno si potrebbe pensare di esentarli per qualche settimana delle lezioni. Magari pensando di sostituirli con i docenti assunti con l’organico potenziato (anche se per costoro c’è il limite dei 10 giorni di supplenza massima).

In ogni caso, se necessario, si potrebbe pur sempre chiamare il supplente. Pur di salvaguardare la qualità del delicato lavoro che i commissari d’esame saranno chiamati a svolgere, su base volontaria.

Il 18 marzo sciopero nazionale personale Ata

da La Tecnica della Scuola

Il 18 marzo sciopero nazionale personale Ata

Feder A.T.A, fa sapere, tramite un comunicato stampa, che il 18 marzo è stato proclamato lo sciopero nazionale di categoria.

“Premesso che in data 22 gennaio 2016, si legge nel comunicato, è stato esperito il tentativo di conciliazione presso il Ministero del Lavoro il cui riscontro ha dato esito negativo, con la presente, la scrivente Federazione del Personale ATA- Feder. A.T.A., nel rispetto delle norme vigenti in materia di sciopero e dei servizi pubblici essenziali, per la giornata del 18 MARZO 2016 proclama lo sciopero nazionale per l’intera giornata, di tutto il personale ATA della scuola per i seguenti motivi:

 

  1. contro la violazione dell’art. 36. della Costituzione che recita “il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”;
  2. mancata considerazione nella riforma “La Buona Scuola” di tutta la categoria;
  3. contro il mancato riconoscimento giuridico ed economico delle mansioni svolte;
  4. per il rinnovo immediato del CCNL;
  5. per l’immissione in ruolo su tutti i posti disponibili e vacanti in organico di diritto;
  6. per la proroga fino al 31 agosto, per i contratti stipulati su posto vacante solo fino al 30 giugno;
  7. contro l’inserimento del personale della provincia perdente posto negli organici del personale A.T.A., unico fra i dipendenti della P.A. ad avere rapporti diretti con dei minori e che, pertanto, non può essere considerato alla stregua degli altri dipendenti statali;
  8. contro il transito dei docenti “inidonei” o dei docenti tecnico-pratici perdenti posto nei ruoli degli assistenti amministrativi e tecnici;
  9. per la revisione o annullamento dell’accordo che regola lo svolgimento delle funzioni miste, tenendo conto fra l’altro che molti comuni non elargiscono i necessari fondi;
  10. per la revisione dei parametri per le tabelle degli organici con relativo superamento delle attuali regole restrittive;

11.  per la revisione di tutte le attuali Aree o Profili;

12.  contro il mancato riconoscimento del Bonus scuola (500 euro) anche a tutto il personale ATA;

13.  per il passaggio in area D di tutti gli assistenti amministrativi in possesso della seconda posizione economica con almeno 24 mesi di servizio nel profilo superiore;

14.  per il passaggio in area C di tutti gli assistenti amministrativi e tecnici con relativo svuotamento del profilo B;

15.  per il passaggio in area As di tutti i collaboratori scolastici;

16.  per la soppressione dei commi 332-333-334 della Legge 190 del 23 dicembre 2014 – Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015) – riguardanti le supplenze brevi e l’organico del personale ATA;

  1. contro le pressioni ormai insostenibili subite dai collaboratori scolastici a causa soprattutto delle diminuzioni di organico e dei divieti di nomina supplenti: aumento dei carichi di lavoro, turni iper flessibili e orario di lavoro spezzato, spostamento da un plesso ad un altro e/o, addirittura, da un comune all’altro, ore di straordinario assegnate d’ufficio;
  2. contro le continue sollecitazioni lavorative rivolte al personale amministrativo, dovute al notevole aumento dei carichi di lavoro con pratiche sempre più complesse, alla diminuzione dei loro organici, al divieto di nominare supplenti, al malfunzionamento del sistema SIDI e alla totale MANCANZA di corsi di formazione e/o aggiornamento;
  3. contro la decurtazione in organico dei posti di collaboratore scolastico ed assistente amministrativo in presenza dei co.co.co;
  4. per il superamento e annullamento delle  norme dei servizi esternalizzati per pulizie e sorveglianza e ripristino dell’organico accantonato dei Collaboratori Scolastici (11.857 unità);
  5. contro una interpretazione forzata del mansionario dei collaboratori scolastici che presuppone che cambino  pannolini agli alunni senza una adeguata formazione;
  6. per il riconoscimento del profilo di videoterminalista agli assistenti amministrativi;
  7. contro il mancato riconoscimento della figura di “Animatore digitale” agli assistenti tecnici ed eventuali assistenti amministrativi;
  8. contro la mancata previsione della figura dell’assistente tecnico negli Istituti Comprensivi;
  9. contro la mancata valorizzazione degli assistenti tecnici nella didattica laboratoriale;
  10. per la revisione del profilo di DSGA: istituzione della dirigenza amministrativa o revisione del comma 7, art. 24 del D.I.44/2001, attribuendo al Dirigente Scolastico la responsabilità del consegnatario;
  11. per la separazione netta e chiara dei ruoli tra DS e DSGA;
  12. per la revisione del profilo di DSGA: equiparazione dal punto di vista economico ai segretari comunali;
  13. per il ripristino dell’indennità di funzione superiore per gli assistenti amministrativi che svolgono le funzioni di DSGA come era nell’art. 69 del vecchio CCNL del 04.08.1995 dove erano presenti le Indennità di funzioni superiori e di reggenza e dove all’assistente amministrativo  che sostituiva a tutti gli effetti il Direttore sga per un periodo superiore a quindici giorni, nei casi di assenza o impedimento, veniva attribuita, per l’intera durata dell’incarico o della sostituzione, una indennità pari al differenziale dei relativi livelli iniziali di inquadramento e qualora si dia luogo all’affidamento in reggenza degli uffici, era corrisposta una indennità pari al cinquanta per cento di quella prevista per gli incarichi o le sostituzioni.
  14. per l’eliminazione della temporizzazione e ricalcolo della ricostruzione di carriera dei Direttori s.g.a. in servizio all’01.09.2000 fortemente penalizzati;
  15. per il mancato pagamento degli oltre 3.000 lavoratori A.T.A. che stanno continuando a garantire il servizio scolastico e a svolgere le funzioni derivanti dalle posizioni economiche ottenute nell’arco di tempo dal 1° settembre 2011 al 31 agosto 2014, soprattutto di assistenza agli alunni disabili, anche senza il pagamento degli emolumenti spettanti;
  16. per le giuste rivendicazioni dei colleghi Collaboratori Scolastici in distacco presso il Ministero dei Beni Culturali, i quali, dopo anni di servizio presso tali strutture, a seguito del prossimo concorso straordinario bandito dal Ministero dei Beni Culturali per il 2016, “saranno sbattuti fuori come oggetti usati” e rimandati nelle Scuole e del personale ATA distaccato presso gli ex Provveditorati, che è stato restituito quasi totalmente alle scuole, togliendo così preziose risorse agli Uffici Territoriali;
  17. per tutto il personale A.T.A. e ITP proveniente dagli Enti Locali che non ha ottenuto l’inquadramento sulla base del trattamento economico complessivo. Questa categoria di lavoratori ha diritto, infatti, ad ottenere dal MIUR, tramite il Ministero dell’Economia, l’inquadramento sulla base dell’intero periodo di trattamento economico percepito nel 1999;
  18. per l’istituzione di un organo esterno per le contestazioni di addebito al personale ATA;
  19. contro i Dirigenti Scolastici sceriffi”.

Maturità 2015, migliorano i voti dei diplomati

da tuttoscuola.com 

Maturità 2015, migliorano i voti dei diplomati
Pubblicato il Focus completo sull’Esame del 2015. Perfomance superiori per le studentesse

Nello stesso giorno in cui sono state annunciate le scelte fatte dal ministro Giannini per la seconda prova dell’esame di maturità 2016 il Miur ha anche diffuso uno studio sull’esito dell’esame nel 2015 e una nota riassuntiva che si riporta qui di seguito.

Il 99,3% degli studenti ammessi lo scorso giugno agli esami di Stato del II ciclo ha conseguito il diploma di maturità per l’anno scolastico 2014/2015. Un tasso che risulta omogeneo in tutte le Regioni italiane che si differenziano, invece, per i tassi di ammissione che variano dal 90,4% della Sardegna al 97,7% della Valle d’Aosta.

Omogeneità anche nei voti, che migliorano in tutte e tre le tipologie di percorso formativo: licei, istituti tecnici e istituti professionali. Nei licei aumentano soprattutto le fasce di voto di eccellenza. In miglioramento anche le performance dei tecnici e dei professionali nei quali si osserva una riduzione dei voti più bassi: nei professionali i diplomati con 60/100 sono scesi dell’1,5% (dal 13,1% dell’a.s.2013/2014 all’11,6% dello scorso anno scolastico) e nei tecnici dell’1,4% (scesi da 13,3% a 11,9%).

Nei licei si registra, inoltre, la più alta percentuale di risultati eccellenti: l’84,1% di tutte le lodi della maturità si concentra proprio in questo tipo di istituti (in particolare, il 42,8% allo scientifico e il 23,6% al classico). A livello regionale, è la Puglia a registrare il più alto numero di diplomati con lode (2,3%), seguita dalle Marche (1,7%) e da Umbria e Calabria (entrambe 1,6%).

Anche i voti medi finali risultano più alti nei licei (78,9) rispetto a tecnici e professionali (rispettivamente 73,8 e 73).

Osservando la popolazione studentesca, sono le ragazze a conseguire la maturità con esiti superiori, sia per tasso di ammissione che per tasso di diploma, soprattutto negli indirizzi professionali. Nei licei le diplomate sono in numero superiore dei diplomati (61,1%): in particolare, sono il 67,9% nei classici, l’82,9% nei linguistici e il 79,8% nei licei delle scienze umane con indirizzo economico-sociale. Più alta, invece, la quota di studenti maschi diplomati al liceo scientifico  (52,9%), allo scientifico con indirizzo scienze applicate (68%), negli istituti tecnici con indirizzo tecnologico (84,2%) e negli istituti professionali (53,4%).

Il 91,2% dei maturandi che hanno aderito al progetto Esabac ha superato con successo l’esame, ottenendo così il doppio diploma, italiano e francese. Complessivamente, nell’anno scolastico 2014/2015, sono stati tremila gli studenti diplomati Esabac in 144 plessi liceali, con la maggiore concentrazione in Sicilia (15,4% dei candidati totali Esabac) e in Piemonte (14,7%).

Parere del CSPI: solo 1 quesito anziché 2 nella prova di lingua straniera

da tuttoscuola.com 

Parere del CSPI: solo 1 quesito anziché 2 nella prova di lingua straniera

È molto articolato e puntuale il parere espresso a maggioranza dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione in merito ai testi predisposti dal Miur per il concorso dei docenti (programmi e prove d’esame, titoli e punteggi, graduatorie e commissioni esaminatrici).

Tra i diversi pareri espressi, meritano attenzione quella sulla prova in lingua straniera e l’altra sul punteggio del servizio.

Prove in lingua straniera: pur sottolineando il valore della conoscenza di una lingua straniera di livello B2 per tutti gli insegnanti, si ritiene opportuno ridurre l’incidenza della verifica di tale competenza rispetto alla valutazione complessiva di tipo culturale, metodologica e didattica.

Si propone quindi di ridurre da 2 a 1 i quesiti nella prova scritta in lingua straniera. Si suggerisce, inoltre, di focalizzare l’attenzione sulla verifica della capacità di comprensione di un testo di argomento attinente all’ambito disciplinare oggetto della prova di concorso, secondo gli standard internazionali.

Valutazione del servizio:

L’inserimento del servizio valutabile è un fatto positivo anche se risulta sperequato il punteggio previsto per ogni anno di servizio (0,5 ogni anno) a fronte del punteggio molto più alto riservato per esempio a titoli di abilitazione (punteggio aggiuntivo di ben 5 punti.).

La non valorizzazione del servizio, quale elemento legato all’esperienza professionale, potrebbe portare ad un diffuso contenzioso. Si propone di portare a punti 1 la valutazione per ogni anno di servizio.

Ricordiamo che il parere espresso dal CSPI non è vincolante per il ministero.

Maturità 2016: greco al classico, matematica allo scientifico

da tuttoscuola.com 

Maturità 2016: greco al classico, matematica allo scientifico

Greco al Liceo Classico, Matematica allo Scientifico, Discipline turistiche e aziendali negli Istituti tecnici per il Turismo, Tecnica di produzione e di organizzazione negli Istituti professionali di indirizzo Produzioni industriali e artigianali, Tecniche della danza al Liceo coreutico, Teoria, analisi e composizione al Liceo Musicale. Sono alcune delle materie scelte per la seconda prova scritta della Maturità 2016 annunciate dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini in un video pubblicato sulla pagina Facebook del Miur (https://www.facebook.com/MIURsocial/).

Cari ragazzi e care ragazze, è un momento molto atteso quello di oggi, anche con un po’ di ansia, comprensibile, e un po’ di impazienza – spiega il Ministro nel video lanciato sui social -. È il momento in cui possiamo annunciarvi definitivamente le prove che dovrete superare in occasione del secondo scritto dell’Esame di Maturità, che sarà il 23 di giugno. Nel corso dell’ultimo anno – spiega il Ministro – abbiamo avuto un incremento della qualità media delle vostre prove e del risultato finale della Maturità. Questo è di ottimo auspicio. Non mi resta che augurarvi, in bocca al lupo!”.

La Maturità 2016 avrà inizio mercoledì 22 giugno, con la prova di Italiano. Il 23 giugno sarà la volta della seconda prova scritta, nella materia caratterizzante ciascun indirizzo.

I Licei

Le materie per la seconda prova sono: Greco al Classico, Lingua straniera 1 al Liceo linguistico, Matematica allo Scientifico (anche nell’opzione Scienze applicate), Scienze Umane per l’omonimo Liceo, Diritto ed economia politica al Liceo delle Scienze Umane – opzione Economico sociale, Discipline artistiche e progettuali caratterizzanti l’indirizzo di studi all’Artistico, Teoria, analisi e composizione al Musicale e Tecniche della danza al Coreutico.

Gli Istituti tecnici

Tra le materie scelte per i Tecnici, Economia aziendale per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing, Discipline turistiche e aziendali per il Turismo, Meccanica, macchine ed energia per l’indirizzo Meccanica, Meccatronica ed Energia, Struttura, costruzione, sistemi impianti del mezzo per l’indirizzo Trasporti e Logistica.

Gli Istituti professionali

Fra le discipline che saranno proposte agli studenti dei Professionali, Scienza e cultura dell’alimentazione per l’indirizzo Servizi enogastronomia e ospitalità alberghiera, Tecniche professionali dei Servizi commerciali per l’indirizzo Servizi commerciali, Tecnica di produzione e di organizzazione  per l’indirizzo Produzioni industriali e artigianali.

Sulla pagina del sito del Miur dedicata all’Esame di Stato (http://www.istruzione.it/esame_di_stato/index.html) è disponibile l’elenco di tutte le materie. È disponibile anche l’elenco delle discipline affidate a commissari esterni.

Quest’anno saranno infine 211 gli istituti coinvolti nel Progetto ESABAC, per il rilascio del doppio diploma italiano e francese.

Il Ministero ha reso disponibile nella giornata di oggi anche la pubblicazione relativa agli esiti dell’Esame di Stato del 2015.