Il diritto alla cura delle persone con disabilita’ intellettiva

Superando.it del 28-06-2017

Il diritto alla cura delle persone con disabilita’ intellettiva

«Si deve puntare al concetto di “accomodamento ragionevole”, riferito alle modifiche e agli adattamenti necessari per garantire qualità e appropriatezza dei servizi, assicurando anche alle persone con disabilità intellettiva l’esercizio e il godimento su base di uguaglianza con gli altri del loro diritto alla salute»: lo ha dichiarato Luisella Bosisio Fazzi, intervenuta a Roma, in rappresentanza della Federazione LEDHA, sul tema “Il diritto alla cura delle persone con disabilità intellettiva e accomodamento ragionevole”, durante un convegno dedicato alla disabilità e alla salute.

«Spesso le stanze e i servizi igienici non sono pensati per persone con disabilità, e neppure la somministrazione delle medicine per via orale. Quanto poi al consenso informato, è troppo poco il tempo impiegato per spiegare di che si tratta e per attendere la risposta. Si deve dunque puntare al concetto di “accomodamento ragionevole”, riferito alle modifiche e agli adattamenti necessari per garantire qualità e appropriatezza dei servizi, assicurando anche a queste persone l’esercizio e il godimento su base di uguaglianza con gli altri del loro diritto alla salute. E in tal senso il primo accomodamento potrebbe riguardare un assistente personale in grado di interpretare i silenzi e i “non detti” della persona. Infine, servono anche suggerimenti per l’accoglienza e le linee guida per operatori e genitori, che debbano affrontare l’accesso in ospedale, in occasione di analisi da parte di persone con autismo».
Questi, in sintesi, i concetti espressi da Luisella Bosisio Fazzi del Consiglio Direttivo della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, che costituisce la componente lombarda della FISH), intervenuta sul tema Il diritto alla cura delle persone con disabilità intellettiva e accomodamento ragionevole, durante il recente convegno intitolato Il diritto negato. Persone con disabilità e Salute, svoltosi al Policlinico Gemelli di Roma. (S.B.)

Al via gli adattamenti del calendario scolastico

da Il Sole 24 Ore 

Al via gli adattamenti del calendario scolastico

di Laura Virli

Se il Miur è titolato a stabilire i periodi relativi alle festività scolastiche di carattere nazionale, spetta alle Regioni, in base al Ddlgs 112/1998, definire, nel mese di maggio di ogni anno, il calendario scolastico dell’anno successivo tra cui l’inizio e il termine delle lezioni, delle vacanze natalizie e pasquali e altri momenti di sospensione delle attività didattiche quali i “ponti”.

Gli “adattamenti” del calendario
Le scuole, in virtù dell’autonomia di cui godono, possono adattare il calendario scolastico regionale alle specifiche esigenze ambientali, attraverso decisioni assunte dai propri consigli di istituto, ma all’interno di “paletti” stabiliti dalle Regioni. Ogni Regione detta termini diversi per inoltrare le delibere di adattamento. Nel Lazio ci sarà tempo fino al 15 luglio 2017.
A volte, le delibere assunte dalle regioni sul calendario scolastico lasciano spazio ad interpretazioni, e spesso, gli uffici scolastici devono intervenire con chiarimenti a quesiti provenienti dalle scuole.

La nota dell’Emilia Romagna
È il caso della Regione Emilia-Romagna, che, con delibera di Giunta 353/2012, ha fissato in 5 giorni il «congruo numero di giorni per lo svolgimento di ulteriori interventi didattici ed educativi» previsti dal comma 7 bis dell’art. 74 del Testo unico (dlgs 297/1994) da aggiungere ai 200 giorni obbligatori di lezione previsti, per ogni anno scolastico, dal comma 3 dello stesso articolo. Su questo punto è, infatti, dovuto recentemente intervenire l’Ufficio scolastico emiliano (nota 10362 del 12 giugno 2017). Al fine di assicurare le più ampie forme di autonomia organizzativa delle istituzioni scolastiche, l’Usr ha chiarito che i cinque giorni aggiuntivi potranno essere articolati anche in termini di ore e, in tal caso, la quantificazione potrà essere forfettariamente determinata in numero 30 ore. Le 30 ore aggiuntive, ovviamente, saranno svolte secondo le autonome determinazioni degli organi collegiali, in coerenza con gli ulteriori interventi didattici ed educativi programmati.

Fedeli: «Dispersione scolastica in calo ma è ancora troppo alta»

da Il Sole 24 Ore 

Fedeli: «Dispersione scolastica in calo ma è ancora troppo alta»

di Andrea Carli

 Il fenomeno della dispersione scolastica in Italia è in calo ma permangono profonde differenze tra Nord e Sud, con i casi più difficili che si manifestano in Sicilia e Sardegna. Il problema è diffuso soprattutto nelle periferie delle città, dove è più alto il disagio delle persone con casi di abbandono ed esclusione sociale. A fare il punto su questo problema è stata la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli.

«Servono nuovi interventi contro l’elusione scolastica»
Intervenuta questa mattina in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta Città e periferie della Camera la responsabile del Miur ha sottolineato che nelle periferie delle città ci sono ancora troppe disuguaglianze e che contro il fenomeno della dispersione scolastica servono nuovi interventi. Sullo sfondo la macchina scolastica per affrontare la sfida: oltre 13 mila scuole statali delle 14 aree metropolitane (di cui circa 4 mila dell’infanzia, oltre 5 mila della primaria, oltre 4 mila della secondaria di primo e secondo grado). A queste si aggiungono oltre 5.600 istituzioni scolastiche paritarie .

Dispersione scolastica al 14,7% nel 2017
Fedeli ha messo in evidenza «una decrescita del fenomeno della dispersione dal 20,8% del 2006 all’attuale 14,7%, che però – ha aggiunto – è un dato ancora troppo alto. I dati – ha continuato – evidenziano una differenziazione tra sessi (donne intorno al 12%, uomini oltre il 16%) e forti differenze nei tassi di abbandono tra le diverse regioni rispetto al raggiungimento dell’obiettivo, stabilito dall’UE (UE, 2020), del 10% entro l’anno 2020 – si va da un +14 % rispetto al traguardo UE (24% di abbandoni) di Sicilia e Sardegna al -2% del Veneto (8% di abbandoni)».

La situazione nella scuola secondaria
Nelle 14 aree metropolitane, ha spiegato la ministra, «le studentesse e gli studenti che hanno abbandonato il sistema scolastico nella scuola secondaria di primo grado, nel corso dell’anno scolastico 2014/2015 e nel passaggio all’anno successivo, sono l’1,1% (il dato complessivo che si registra in Italia è lo 0,9%). Salgono al 5,2% nella scuola secondaria di secondo grado (rispetto al 4,6% del tasso di abbandono complessivo che si regista in Italia)». Il ministro ha fatto presente che sono «dati caratterizzati da importantissimi divari tanto a livello ma cro territoriale quanto a quello micro territoriale, con punte anche del 7,5% in alcune zone del Paese».

Oltre il 9% degli studenti è straniero
Fedeli ha ricordato che gli alunni e gli studenti di origine non italiana nelle scuole italiane sono circa 815.000: il 9,2% del totale della popolazione scolastica . La ministra ha fornito qualche numero che può aiutare a farsi un’idea del fenomeno: «Siamo passati in 15 anni dall’inclusione di 50 mila ragazzi e bambini non italiani nelle nostre scuole agli attuali 815.000».

Tassi elevati di abbandoni nelle zone più povere d’Italia
Fedeli ha sottolineato che «i tassi elevati di abbandoni e di livelli critici di conoscenza coincidono con le zone più povere d’Italia dove sono concentrate le famiglie socialmente escluse e dove è minore l’accesso a libri, biblioteche, musei, rete dei servizi per la prima infanzia, sport, fruizione digitale, etc..».

Scuole di periferia come laboratorio di innovazione didattica
Se questo è il contesto, secondo la responsabile dell’Istruzione nel governo Gentiloni «le scuole di periferia devono diventare avanguardie di sperimentazione di nuove forme di didattica, mettere in campo intelligenze, energie, esperienze, e a noi spetta il compito di garantire risorse, economiche e umane, adeguate alla sfida che le si pone a carico. Tutte le periferie urbane – ha ricordato – devono e possono diventare un laboratorio di innovazione didattica e sociale con forte competenza nelle azioni di inclusione.»

Percorsi di istruzione per oltre 222mila adulti
La partita dell’istruzione riguarda anche gli adulti. «Nell’anno scolastico in corso – ha detto la ministra – gli iscritti ai percorsi di istruzione degli adulti sono complessivamente 222.431, di cui 42.153 iscritti ai percorsi di primo livello, 109.965 ai percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana e 70.313 ai percorsi di secondo livello».

I corsi serali
Per quanto riguarda i corsi serali, Fedeli ha spiegato che «nell’ambito delle scuole statali, nel corso dell’anno scolastico 2015/2016, il 3,3% degli studenti (di cui il 2,0 con cittadinanza non italiana) frequenta i licei, il 55,9% ( di cui il 51,3 con cittadinanza non italiana) gli istituti tecnici e il 40,9% ( di cui il 46,7 con cittadinanza non italiana) gli Istituti professionali».

Assegnazioni, la sfida dei tempi

da ItaliaOggi

Assegnazioni, la sfida dei tempi

La Fedeli cede sullo svincolo triennale, ma vuole tutti i prof in cattedra da metà settembre

Alessandra Ricciardi

Tutte le operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisorie devono improrogabilmente essere effettuate entro il 31 agosto 2017». La precisazione, all’articolo 17 del contratto sottoscritto nei giorni scorsi, è stata la chiave di volta della trattativa tra ministero e sindacati.

Per la ministra Valeria Fedeli la nuova deroga al blocco triennale, previsto dalla legge della Buona scuola, era possibile a patto di non condizionare negativamente l’avvio del nuovo anno. La data di fine agosto dovrebbe consentire dal primo di settembre di procedere alle nomine dei supplenti. E però già nelle ore successive alla firma, da viale Trastevere sono giunte voci di una possibile dilazione del termine: lo scorrimento delle graduatorie dovrebbe essere possibile per qualche giorno ancora di settembre.

Il termine ultimo pare essere il 5 di settembre. Oltre il quale le operazioni verrebbero bloccate. Una garanzia, questa, che anche i direttori regionali e gli uffici periferici pretendono per evitare l’effetto domino delle assegnazioni che liberano nuovi posti disponibili per altri trasferimenti. Innescando una girandola di nomine di supplenti. Quello che invece pare del tutto da escludere, almeno al momento, è una vera e propria proroga del termine del 31 agosto.

Anche se i posti su cui i trasferimenti saranno possibili sono minimi, la mole di domande sarà notevole: se tutti i docenti della primaria, che ha già ultimato la mobilità, che non hanno ottenuto il trasferimento presenteranno domanda di assegnazione, saranno oltre 30 mila gli interessati alle assegnazioni.

Sta di fatto intanto che una chance di controesodo a quanti sono stati assunti lontano da casa verrà data. «Abbiamo tutelato il personale superando le inutili e assurde rigidità della legge», dice Pino Turi, segretario della Uil scuola, «strategica anche la definizione dei tempi che crea le condizioni per avviare regolarmente l’anno scolastico: le assegnazioni provvisorie saranno effettuate entro il 31 agosto. In questo modo si potrà evitare la girandola di personale che è avuta lo scorso anno». E sulla platea degli interessati dice Lena Gissi, segretario della Cisl scuola: «È inevitabile che la domanda a cui si cerca di dare risposta sia ancora molto consistente per il personale insegnante, per effetto dei tanti spostamenti in altre regioni che hanno riguardato negli anni scorsi decine di migliaia di persone. Per questo era fondamentale che non vi fossero blocchi temporali». Maria Domenica di Patre, vice coordinatrice della Gilda, spiega le ragioni del sì: «I trasferimenti dei docenti saranno effettuati sulle scuole e non sugli ambiti territoriali, come invece prevede la legge 107/2015». Un altro pezzo della Buona scuola che va in frantumi.

Intanto il sindacato si prepara a seguire anche la fase attuativa del contratto, «si dovrà attendere l’autorizzazione da parte del Mef e Funzione pubblica per la firma definitiva. Ai fini della presentazione delle domande si dovrà attendere la nota ministeriale che fisserà le date», spiega la Flc-Cgil.

«Un buon contratto, in cui sono stati superati troppi vincoli e rigidità», è la posizione dello Snals-Confsal. Ora sia attende il via alle domande, presumibilmente da fine luglio.

Senza vincolo una chance in più di avvicinamento ma per pochi

da ItaliaOggi

Senza vincolo una chance in più di avvicinamento ma per pochi

Novità per i ricongiungimenti e per le convivenze

Marco Nobilio

Al via le assegnazioni provvisorie. I rappresentanti dei sindacati rappresentativi della scuola Cgi, Cisl, Uil Snals e Gilda-Unams hanno siglato il 21 giungo scorso l’ipotesi di contratto integrativo sulla mobilità annuale. E si attende solo che l’amministrazione fissi i termini delle operazione per procedere con le domande. L’accordo è giunto dopo un lungo braccio di ferro tra sindacati e amministrazione, che fino all’ultimo ha tenuto gli addetti ai lavori con il fiato sospeso. Il governo, infatti, era fermo nel non voler concedere deroghe al vincolo di permanenza triennale nella provincia di immissione in ruolo. Vincolo espressamente previsto dalla legge. Che però era stato già derogato l’anno scorso e quest’anno, se ripristinato, avrebbe scatenato un contenzioso di grandi proporzioni. Ciò anche in forza del fatto che i movimenti del piano straordinario di immissioni in ruolo disposto per effetto della legge 107/2015 erano stati disposti sulla base di un algoritmo che aveva determinato diversi errori. E dunque, se il blocco fosse stato ripristinato, gli interessati avrebbero avuto gioco facile a ottenere dal giudice ciò che fosse stato loro negato dall’amministrazione.

Insomma, una scelta obbligata, che serve a buttare sul fuoco anche in forza della necessità di rasserenare gli animi in vista dell’avvio del prossimo anno scolastico. E che dà una chance in più ai docenti che lavorano lontano da casa di avvicinarsi alla sede della propria famiglia. Fermo restando, però, che le speranze di avvicinamento, specie per i docenti del Sud che lavorano al Nord, non sono molte. Basti pensare che, a fronte di circa 36 mila domande di mobilità interprovinciale in organico di diritto, presentate nella scuola primaria, solo 2 mila hanno trovato accoglimento. E oltre tutto gli interessati devono anche fare i conti con i loro colleghi che vantano le cosiddette precedenze. Vale a dire, particolari situazioni giuridiche che consentono la priorità nei movimenti a prescindere dai punteggi e dall’anzianità di servizio. Quanto alle assegnazioni provvisorie, si tratta di trasferimenti di durata annuale, finalizzati a tutelare l’interesse dei docenti di avvicinarsi alla famiglia, qualora la propria sede di servizio risulti ubicata in comune diverso da quello della propria dimora familiare.

L’assegnazione può essere richiesta, prevede il contratto, per ricongiungersi ai figli o agli affidati di minore età con provvedimento giudiziario; per ricongiungersi al proprio al coniuge o alla parte dell’unione civile o al convivente, purché la stabilità della convivenza risulti da certificazione anagrafica; per gravi esigenze di salute del richiedente comprovate da idonea certificazione sanitaria; per ricongiungersi al genitore convivente qualora non ricorrano le condizioni appena esposte.

In caso di ricongiungimento al coniuge destinato ad altra sede lavorativa si prescinde dal requisito dell’iscrizione anagrafica. L’assegnazione può essere richiesta dai docenti che pur essendo stati trasferiti avendo titolo a una delle precedenze previste dal contratto sui trasferimenti a seguito delle operazioni di mobilità, abbiano ottenuto il trasferimento nella stessa provincia su comune diverso da quello per cui vantino la precedenza. In ogni caso, non può essere richiesta all’interno del comune di titolarità. L’assegnazione provvisoria può essere richiesta anche per altra provincia dai docenti che abbiano presentato la domanda di trasferimento e non sia stata accolta oppure non l’abbiano presentata.

E può essere chiesta anche da coloro che si siano visti accogliere la domanda di trasferimento per una provincia diversa da quella di ricongiungimento oppure in provincia diversa da quella di principale interesse del docente che versi in gravi condizioni di salute o in riferimento alla quale vantino il possesso di una delle precedenze previste dal contratto sui trasferimenti. In tali casi l’assegnazione può essere richiesta solo per la stessa provincia di principale interesse indicata nella domanda di trasferimento interprovinciale parzialmente accolta.

L’assegnazione provvisoria interprovinciale può essere invocata anche da tutti coloro che abbiano ottenuto l’accoglimento della domanda di mobilità, ma che vantino l’interesse al ricongiungimento, versino in gravi situazioni di salute o vantino il possesso di una delle precedenze previste dal contratto sulle utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Non sono consentite le assegnazioni provvisorie nei confronti di docenti assunti a tempo indeterminato con decorrenza giuridica coincidente con l’inizio dell’anno scolastico 2017/2018. Nella domanda è possibile chiedere scuole di una sola provincia indicando fino a 20 preferenze per i docenti di scuola dell’infanzia e primaria e fino a 15 preferenze per i docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado. In ogni caso, non sono consentite assegnazioni provvisorie per grado diverso da quello di appartenenza nei confronti del personale che non abbia ottenuto la conferma in ruolo per l’anno scolastico 2017/2018.

La macchina ministeriale è prossima al collasso. Prepariamoci al peggio.

da La Tecnica della Scuola

La macchina ministeriale è prossima al collasso. Prepariamoci al peggio.

La vicenda della proroga per l’inserimento dei dati delle domande di inserimento nelle graduatorie di istituto è quasi incredibile.

Nei giorni scorsi sindacati, associazioni professionali, scuole e persino dsga a titolo personale e non, avevano segnalato al Ministero che sarebbe stato impossibile rispettare la scadenza del 30 giugno per l’inserimento dei dati.
Dal Miur non era arrivato nessun segnale di attenzione nei confronti della questione.
Noi stessi, nella giornata di sabato 24 avevamo contattato gli uffici del Ministero per sapere se ci fosse l’idea di intervenire, visto anche il malumore diffuso (giusto per usare un eufemismo) manifestato dai sindacati e dalle stesse scuole.
La risposta del Miur era stata irremovibile: la scadenza del 30 giugno non si tocca, prorogare vorrebbe dire allungare ancora i tempi della procedura con il rischio di non avere i docenti in classe già dal primo giorno di scuola.

Nella giornata del 26 giugno si è però aperto uno spiraglio perchè, nel corso di un incontro fra Miur e organizzazioni sindacali, i dirigenti del Ministero hanno dovuto arrendersi all’evidenza e hanno incominciato a dire che forse il problema era meritevole di essere esaminato meglio.
Nelle 24 ore successive il Miur ha disposto la proroga di cui abbiamo dato subito notizia.
La vicenda provoca più di una domanda: ma, al Ministero, per capire se un problema è reale o meno, hanno bisogno ogni volta di proteste e “minacce” ? (ANP e Cgil erano arrivati a dichiarare che avrebbero dato copertura legale alle scuole ritardatarie).
Ma quando ci sono in ballo procedure complesse il Ministero non potrebbe attivare un tavolo di lavoro aperto a tutti i soggetti coinvolti ? Ma perchè le scuole devono essere spesso bacchettate o vissute dal Ministero come “nemici” da tenere a bada?
La Ministra non si rende conto che situazioni come questa alimentano l’idea che solo con le proteste e con le minacce gli operatori della scuola possono ottenere di essere ascoltati?
Ma l’alta dirigenza del Ministero ha ancora una vaga idea di cosa siano oggi le scuole e gli uffici di segreteria?  Lo sanno che dal 2000 in poi sulle segreterie si sono scaricate incombenze di ogni genere e che nel frattempo non solo gli organici del personale amministrativo non sono stati adeguati ma sono stati addirittura ridotti?
Sul sistema scolastico italiano gravano difficoltà certamente più importanti di questa, ma proprio per questo non si comprende per quale motivo il Ministero non riesca ad affrontare almeno i problemi dell’ordinaria amministrazione.
La macchina amministrativa sta forse collassando e non riesce più a garantire neppure lo svolgimento delle procedure più elementari?

Lezioni a luglio, Giuliani: chi dice che i prof fanno tre mesi di vacanza è servito

da La Tecnica della Scuola

Lezioni a luglio, Giuliani: chi dice che i prof fanno tre mesi di vacanza è servito

“Il possibile rientro in classe nel mese di luglio nella scuola di Niscemi, vale anche come risposta a chi ancora sostiene che gli insegnanti fanno tre mesi di vacanza”.

A dirlo è stato il nostro direttore Alessandro Giuliani, nel corso della trasmissione “L’angolo del direttore”, andata in onda il 26 giugno su Radio Cusano.

“Molti di quegli insegnanti richiamati a fare lezione dal proprio preside – ha ricordato – finiranno la maturità proprio in quei giorni”: potranno iniziare le vacanze forse il 24 luglio, ma potrebbero anche essere ancora coinvolti nei corsi, negli esami e negli scrutini riguardanti i debiti assegnati agli studenti con giudizio “sospeso”. Quindi, quei docenti potrebbero avere impegnati anche un’altra settimana, spesso anticipando pure il rientro dalle vacanze alla terza decade di agosto. Per alcuni prof delle superiori si metterebbe anche a repentaglio la fruizione dei 32 giorni di ferie previsti per legge nel periodo di sospensione delle attività didattiche.

Ora, però, sembra che tutto sia rientrato. Perché il direttore dell’Usr Sicilia avrebbe annullato l’ordine di servizio del preside. Ciò non toglie, ha sottolineato il direttore, “che i docenti nel periodo della sospensione della didattica rimangono comunque in servizio e non di rado sono convocati per svolgere riunioni o consigli di classe straordinari. A volte, può capitare anche di essere convocati per rifare gli scrutini oppure per decidere su situazioni spinose che necessitano di pareri collegiali”. E questo vale anche a livello di Collegio dei docenti.

Commentando quanto accaduto, nello specifico, agli studenti e docenti dell’istituto Leonardo Da Vinci della cittadina siciliana,  Giuliani ha detto che “le colpe dell’insolito recupero in piena estate stanno probabilmente a metà tra il dirigente scolastico e i docenti che hanno fatto ricorso: questi, avrebbero potuto benissimo immaginare quale piega avrebbe preso la cosa nel momento in cui hanno chiesto l’intervento degli ispettori. E il preside, dal canto suo, avrebbe anche potuto trovare una collocazione temporale migliore per recuperare le ore perse per via dei riscaldamenti guasti nel periodo invernale”. Perché, ad esempio, non è stato deciso di fare svolgere attività didattiche, anche non necessariamente in classe, tra marzo e maggio?

Contratto, al via le trattative per il rinnovo ma per gli aumenti c’è tempo. Fedeli: chiudiamo presto

da La Tecnica della Scuola

Contratto, al via le trattative per il rinnovo ma per gli aumenti c’è tempo. Fedeli: chiudiamo presto

Il 27 giugno si è svolto all’Aran il primo incontro sui rinnovi contrattuali nella P.A. fermi da oltre otto anni: la scuola guarda interessata.
E anche la ministra dell’Istruzione: “la riapertura della contrattazione, dopo otto anni di blocco, per il rinnovo del contratto del pubblico impiego è una notizia importante, anche per i nostri settori”, ha detto Valeria Fedeli.
“Si tratta – ha continuato – di un atto doveroso, che nel comparto Istruzione e Ricerca consente finalmente di riconoscere l’impegno di chi ogni giorno è al servizio delle nuove generazioni e del Paese”.
La responsabile del Miur ha quindi ricordato che il 14 giugno scorso ha incontrato al Miur le organizzazioni sindacali, con le quali è stato avviato il lavoro preliminare che porterà alla predisposizione, da parte del Miur, delle linee di indirizzo per il rinnovo contrattuale per il periodo 2016-2018.
Dopo una prima riunione plenaria, che ha coinvolto i rappresentanti di tutti i settori del comparto Istruzione e Ricerca, sono ora in corso tavoli di approfondimento specifici su Scuola, Università, Afam e Ricerca. I lavori si chiuderanno i primi di luglio.

Va ricordato, tuttavia, che per il fronte stipendiale anche se la ministra intende velocizzare il più possibile la trattativa di comparto, i fondi per gli aumenti stipendiali devono in buona parte essere ancora stanziati. E siccome il via libera deve arrivare con la ex Finanziaria di fine 2017, si potranno materializzare in busta paga solo l’anno prossimo.
“Il rinnovo dei contratti non è una questione amministrativa – ha detto ancora la ministra – ma uno strumento di qualificazione ulteriore del nostro sistema di istruzione scolastica e universitaria, del sistema della ricerca e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica. Per questo abbiamo subito avviato i lavori preliminari all’atto di indirizzo e per questo vogliamo agire rapidamente, dando il giusto riconoscimento professionale ed economico a chi opera nei nostri settori”.

Non si può subordinare l’iscrizione a scuola al pagamento del contributo volontario

da La Tecnica della Scuola

Non si può subordinare l’iscrizione a scuola al pagamento del contributo volontario

Ci giungono notizie di molte scuole, soprattutto secondarie di II grado, che al momento della conferma dell’iscrizione chiedono il pagamento di una fantomatica tassa.

Ci rendiamo conto che le scuole ricevono finanziamenti esigui per il loro funzionamento (anche se con gli ultimi progetti PON le opportunità di ricevere fondi sono notevolmente aumentate), ma è anche vero che le famiglie versano spesso in difficoltà economiche e nell’ottica del dialogo collaborativo tra scuola e famiglia si dovrebbe essere più trasparenti della richiesta di quella che non è una tassa, ma un contributo volontario (spesso anche di importo piuttosto elevato).

Infatti, come chiarito dallo stesso Miur, “in ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all’assolvimento dell’obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.).

Eventuali contributi possono dunque essere richiesti solo ed esclusivamente quali contribuzioni volontarie con cui le famiglie, con spirito collaborativo e nella massima trasparenza, partecipano al miglioramento e all’ampliamento dell’offerta formativa degli alunni, per raggiungere livelli qualitativi più elevati. E’ pertanto illegittimo, e si configura come una violazione del dovere d’ufficio, subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo.
I contributi scolastici sono deliberati dai Consigli di Istituto“.

Le “vere” tasse scolastiche si pagano, invece, solo dopo il compimento dei 16 anni di età e sono:

Tassa di iscrizione: è esigibile all’atto dell’iscrizione ad un corso di studi secondari, dopo il compimento dei 16 anni da parte dello studente, e vale per l’intera durata del ciclo, non è rateizzabile ed è devoluta integralmente all’Erario. L’importo è di 6,04 euro.

Tassa di frequenza: deve essere corrisposta ogni anno, dopo il compimento dei 16 anni da parte dello studente, e può essere rateizzata, con pagamento della prima rata ad inizio d’anno e delle altre nei mesi di dicembre, febbraio ed aprile. La tassa deve essere pagata per intero sia nel caso che l’alunno si ritiri dalla scuola sia nel caso che sia costretto ad interrompere la frequenza per motivi vari. In caso di trasferimento di uno studente da istituto statale ad altro statale, il pagamento è riconosciuto valido dalla nuova scuola. L’importo è di 15,13 euro.

Tassa di esame: deve essere corrisposta esclusivamente nella scuola secondaria superiore al momento della presentazione della domanda per gli esami di idoneità, integrativi, di licenza, di qualifica, di Stato (ex maturità). L’importo è di 12.09 euro. Il pagamento non è rateizzabile.

Tassa di diploma: la tassa deve essere corrisposta in unica soluzione, al momento della consegna del titolo di studio. L’importo è di 15,13 euro, per il rilascio del diploma di maturità delle scuole superiori e per quello dei conservatori di musica.

E’ previsto anche l’esonero dal pagamento delle tasse scolastiche per merito, per motivi economici, e per appartenenza a speciali categorie di beneficiari. I limiti di reddito per il pagamento delle tasse scolastiche sono definiti annualmente con apposita nota del MIUR.

Quindi, le scuole dovrebbero essere più chiare nel richiedere il pagamento del contributo volontario e per correttezza non dovrebbero “spacciarlo” per tassa. Piuttosto, potrebbero informare le famiglie della possibilità di portare in detrazione parte di queste spese. Infatti, nella dichiarazione dei redditi, è possibile recuperare il 19% delle erogazioni liberali per l’ampliamento dell’offerta formativa o, in alternativa, il 19% delle spese di istruzione (tasse, assicurazione integrativa, viaggi di istruzione, mensa, progetti…), nei limiti di spesa previsti.

Graduatorie d’istituto, prorogato per le scuole l’inserimento delle domande al 13 luglio

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie d’istituto, prorogato per le scuole l’inserimento delle domande al 13 luglio

Alla fine hanno vinto i sindacati e il buon senso: Il termine per l’inserimento a sistema, da parte delle scuole, delle domande di aggiornamento delle graduatorie per le supplenze dei docenti (II e III fascia) è stato prorogato al 13 luglio 2017 (modelli A1, A2, A2 bis).

Come si legge sul sito della Cisl Scuola, il Miur ha inoltre comunicato che l’inserimento su istanze online, da parte degli interessati, del modello B per la scelta delle sedi potrà avvenire dal 14 al 25 luglio 2017.

Con questo spostamento si concede comunque alle scuole un margine ulteriore di tempo per lo svolgimento di pratiche la cui complessità e delicatezza non sono di poco conto, continua Cisl Scuola, e alle quali le segreterie si trovano a far fronte spesso in condizioni di vera e propria emergenza sul versante delle loro dotazioni di organico.

Nei giorni scorsi i sindacati avevano lamentato proprio il problema della scadenza per l’inserimento delle domande da parte delle segreterie, che inizialmente era fissata per il 30 giugno.

La notizia comunque era nell’aria, dopo anche, come riportato in precedenza le dichiarazioni dell’ANP in merito.

Gilda: ‘Su graduatorie segreterie in tilt e rischio caos. Problemi probabili anche per nomine dei supplenti’

da Tuttoscuola

Gilda: ‘Su graduatorie segreterie in tilt e rischio caos. Problemi probabili anche per nomine dei supplenti’ 

Segreterie in tilt e avvio del prossimo anno scolastico a rischio caos. A lanciare l’allarme, secondo quanto riporta Adnkronos, è la Gilda degli Insegnanti che, raccogliendo le testimonianze provenienti da tante scuole in tutta Italia, fotografa una “situazione al collasso”. ‘

‘L’enorme mole di domande per i nuovi inserimenti e l’aggiornamento delle graduatorie di istituto di seconda e terza fascia – spiega il sindacato – si somma alle già numerose incombenze, tra cui i vari monitoraggi, le pratiche per i pensionamenti e gli esami di maturità, che pesano sulle segreterie. Questo aggravio di lavoro sta provocando un ingorgo tale da paralizzare quasi l’attività e tutto ciò causerà inevitabilmente un ritardo nella definizione delle graduatorie, con conseguenti ripercussioni sul regolare inizio dell’anno scolastico 2017/2018”.

”Inoltre – sottolinea la Gilda – con ogni probabilità si verificheranno problemi nelle nomine dei supplenti perché le scuole non sapranno se chiamare i docenti in base alle vecchie graduatorie o se attendere quelle nuove. Il rischio è che anche per il prossimo anno vengano stipulati contratti con la formula ‘fino ad avente diritto’ che, come abbiamo più volte ribadito, rappresenta un abuso giuridico”.

G7 University – University education for all. Actions for a sustainable future

L’Università come volano dello sviluppo sostenibile e della cittadinanza globale in ogni area del mondo. Questo il tema al centro dei lavori che il 29 e 30 giugno vedranno coinvolti oltre 150 fra rettori, professori e studenti delle Università dei Paesi del G7 che si incontreranno a Udine per partecipare al “G7 University – University education for all. Actions for a sustainable future”.

Ai lavori di Udine saranno rappresentate 170 organizzazioni di tre continenti (America, Asia ed Europa): in particolare, 107 tra università e istituti di ricerca nazionali e internazionali (di cui 81 atenei italiani, 15 atenei esteri e 11 enti di ricerca) e 63 istituzioni pubbliche e organizzazioni private. L’evento è preparatorio del G7 Scienza di settembre. Il dibattito della due giorni ruoterà attorno a “Education for All”, la dichiarazione Unesco diventata obiettivo di tutti i Paesi del mondo che si impegnano ad attivare politiche utili a distribuire il sapere a tutte e tutti.

Aprirà i lavori del G7 Università la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. “A settembre, durante il G7 Scienza di Torino tratteremo, insieme ai colleghi Ministri e al Commissario Moedas, temi di enorme importanza per il futuro dell’Università, quali la formazione dei ricercatori ed il loro ruolo nella società, il finanziamento della ricerca e le grandi infrastrutture globali per la ricerca. Per questa ragione è particolarmente significativo per me che studiosi e docenti di fama mondiale si ritrovino a Udine, il 29 e 30 giugno, a discutere del ruolo dell’educazione nella società e nella cultura di fronte alle grandi sfide legate alle trasformazioni sociali e alla cittadinanza globale – sottolinea la Ministra – Una crescita equa, inclusiva e sostenibile è possibile solo se ci sono sistemi educativi forti, moderni e capaci di trasmettere alle nuove generazioni la profonda consapevolezza dell’importanza del loro sapere e del legame che esiste tra ciò che realizzeranno per la società grazie alle loro competenze e il benessere sociale ed economico della collettività”.


Programma

Corsi ad accesso programmato Università

Il MIUR emana i decreti con le modalità ed i contenuti della prova di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato per l’a.a. 2017-2018


  • D.M. n. 475 del 28.06.2017 (“Modalità e contenuti della prova di ammissione al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria a.a. 2017/2018”)
  • D.M. n. 476 del 28.06.2017 (“Modalità e contenuti della prova di ammissione al corso di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia in lingua inglese a.a. 2017-2018”)
  • D.M. n. 477 del 28.06.2017 (“Modalità e contenuti delle prove di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico ad accesso programmato nazionale a.a. 2017/2018)

Università, corsi ad accesso programmato
online i decreti con modalità e contenuti delle prove e posti disponibili
Iscrizioni dal 3 al 25 luglio su www.universitaly.it

La Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha firmato i  decreti che definiscono i contenuti e le modalità di svolgimento delle prove di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico ad accesso programmato a livello nazionale per l’anno accademico 2017/2018: Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Medicina Veterinaria, Architettura, Professioni sanitarie, Medicina in lingua inglese e Scienze della Formazione Primaria. In allegato ai decreti, che sono pubblicati sul sito del Miur, anche la programmazione provvisoria dei  posti disponibili quest’anno. I candidati che intendo partecipare alle prove di accesso per Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Medicina Veterinaria, Architettura, Professioni sanitarie, Medicina in lingua inglese potranno iscriversi alle prove dal 3 al 25 luglio esclusivamente on line sul portale www.universitaly.it.

Medicina e Odontoiatria:
La prova di ammissione ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi dentaria è unica per entrambi i corsi ed è di contenuto identico in tutte le sedi in cui si svolge. Sono previsti, come lo scorso anno, 60 quesiti a risposta multipla: 2 di cultura generale, 20 di ragionamento logico, 18 di biologia, 12 di chimica, 8 di fisica e matematica. La prova di ammissione si svolgerà il 5 settembre prossimo e avrà inizio alle ore 11.00. Per il suo svolgimento sarà assegnato un tempo di 100 minuti. I posti disponibili sono, ad oggi, 9.100 per Medicina e Chirurgia e 908 per Odontoiatria. 

Medicina Veterinaria:
Anche in questo caso sono previsti 60 quesiti a riposta multipla: 2 di cultura generale, 20 di ragionamento logico, 16 di biologia, 16 di chimica, 6 di fisica e matematica. La prova di ammissione è in calendario il prossimo 6 settembre, avrà inizio alle ore 11.00 e per il suo svolgimento sarà assegnato un tempo di 100 minuti. I posti ad oggi disponibili sono 655.

Architettura:
La prova di ammissione consiste nella soluzione di 60 quesiti a risposta multipla: 2 di cultura generale, 20 di ragionamento logico, 16 di storia, 10 di disegno e rappresentazione, 12 di fisica e matematica. La prova di ammissione si svolgerà il 7 settembre alle ore 11.00 e per il suo svolgimento sarà assegnato un tempo di 100 minuti. I posti disponibili ad oggi sono 6.873.

Per Medicina e Odontoiatria, Veterinaria, Architettura, le graduatorie nazionali saranno pubblicate il 3 ottobre 2017.

Professioni sanitarie:
La prova di ammissione è predisposta da ciascuna Università ed è identica per l’accesso a tutte le tipologie dei corsi attivati presso il medesimo ateneo. Si svolgerà il 13 settembre alle ore 11.00 con 100 minuti a disposizione per i candidati. I posti disponibili sono individuati nella tabella allegata al decreto e sono divisi per tipologia di corso.

Medicina e Chirurgia in lingua inglese:
La prova di ammissione si terrà il 14 settembre, ha lo stesso contenuto per tutte le sedi di prova e prevede la soluzione di 60 quesiti a risposta multipla: 2 di cultura generale, 20 di ragionamento logico, 18 di biologia, 12 di chimica e 8 di matematica e fisica. Le iscrizioni alla prova potranno essere effettuate dal 3 luglio e fino alle ore 15.00 (GMT +1) del 25 luglio 2017 sempre sul portale www.universitaly.it. Gli Atenei italiani interessati quest’anno dalla prova sono quelli di Bari, Milano, Bologna, Pavia, Roma (La Sapienza e Tor Vergata), Napoli (Federico II e Luigi Vanvitelli), Siena e Torino. Sono 17 le sedi estere coinvolte: Arabia Saudita, Argentina, Brasile, Cina, Cipro, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Israele, India, Polonia, Portogallo, Qatar, Spagna, USA. I posti ad oggi  disponibili sono 501. L’11 ottobre verrà pubblicata la graduatoria nazionale di merito nominativa.

Scienze della Formazione Primaria:
La prova di ammissione prevede 80 quesiti a risposta multipla: 40 di competenza linguistica e ragionamento logico, 20 di cultura letteraria, storico-sociale e geografica, 20 di cultura matematico-scientifica. La prova si svolgerà il 15 settembre e avrà una durata di 150 minuti.
I posti ad oggi disponibili sono 6.399.

Il calendario delle prove:

Medicina e Chirurgia
Odontoiatria e Protesi Dentaria
5 settembre 2017
Medicina Veterinaria 6 settembre 2017
Corsi di laurea e di laurea magistrale a ciclo unico direttamente finalizzati alla formazione di Architetto 7 settembre 2017
Corsi di laurea delle Professioni sanitarie 13 settembre 2017
Medicina e Chirurgia in lingua inglese 14 settembre 2017
Scienze della Formazione Primaria 15 settembre 2017

 

Proroga termine di scadenza degli Avvisi pubblici Alternanza Scuola-lavoro, Integrazione e accoglienza, Patrimonio culturale, artistico, paesaggistico

OGGETTO: Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Asse I – Istruzione – Fondo Sociale
Europeo (FSE). Proroga termine di scadenza degli Avvisi pubblici Prot. n. 3781 del 05/04/2017 Alternanza Scuola-lavoro;

Prot. n 4294 del 27/04/2017 Integrazione e accoglienza;

Prot. n. 4427 del 02/05/2017 Patrimonio culturale, artistico, paesaggistico.
Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE)

Prot. 26965 28-06-2017