PON Inclusione sociale e lotta al disagio: il Miur autorizza l’avvio dei progetti

da La Tecnica della Scuola

PON Inclusione sociale e lotta al disagio: il Miur autorizza l’avvio dei progetti

Il Miur ha pubblicato le autorizzazioni all’avvio dei progetti previsti dal bando PON “Inclusione sociale e lotta al disagio”.

Il processo di finanziamento dei progetti autorizzati prevede l’erogazione di un acconto a seguito dell’avvio del progetto nel sistema informativo. I successivi pagamenti saranno effettuati a rimborso delle certificazioni inviate, mentre il saldo sarà corrisposto sulla base del rendiconto finale e alla conclusione dei controlli.

I progetti autorizzati dovranno essere realizzati entro il 31/08/2018, mentre la chiusura amministrativo contabile va completata entro il 31/12/2018.

La nota contiene anche indicazioni in merito ai costi standard unitari e alla durata e validità del corso di formazione.

Fedeli: dal primo giorno di scuola tutti gli inseganti di sostegno necessari

da La Tecnica della Scuola

Fedeli: dal primo giorno di scuola tutti gli inseganti di sostegno necessari

La ministra Valeria Fedeli, durante l’incontro promosso a Lodi dalla LEDHA della città lombarda (Gruppo Intesa Associazioni Lodigiane Disabilità), rappresentanza locale della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ha promesso di garantire che già dal primo giorno di scuola ci saranno gli insegnanti di sostegno necessari, affinché tutti gli alunni e studenti con disabilità possano iniziare l’anno scolastico regolarmente.

Lo scrive superando.it. che aggiunge pure come la ministra abbia rassicurato  che sin dal prossimo anno scolastico i dirigenti scolastici potranno prolungare i contratti già in essere con gli insegnanti di sostegno, ai fini della continuità didattica.

«Abbiamo apprezzato l’impegno e le parole del Ministro – è il commento di Alberto Fontana – e ci auguriamo che finalmente il prossimo anno scolastico possa iniziare regolarmente per tutti».

«È stata una giornata importante – aggiunge Alessandro Manfredi – sia per la folta presenza che per l’attenta partecipazione del pubblico. In particolare abbiamo apprezzato molto la disponibilità del Ministro nel confronto con il mondo associativo, sulla fase di attuazione del Decreto riguardante l’inclusione scolastica».

Durante l’incontro, scrive superando.it, Fedeli ha anche enfatizzato il ruolo positivo svolto dalle famiglie e dalle Associazioni, sottolineando tuttavia come non debbano essere costrette le famiglie stesse a farsi carico di tutti quei compiti e di quelle responsabilità che non competono loro, ma alle Istituzioni.

«Una delle sfide aperte per il prossimo anno scolastico 2017-2018 – ha concluso – riguarderà poi le modalità con cui garantire in modo efficace l’alternanza scuola-lavoro prevista dal Decreto attuativo della Buona Scuola anche agli studenti con disabilità che frequentano le scuole superiori».

Boschi: finanziate 303 nuove scuole

da La Tecnica della Scuola

Boschi: finanziate 303 nuove scuole

In occasione della conferenza stampa a Palazzo Chigi, alla quale era  presente pure la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Maria Elena Boschi, ha detto che per il governo Gentiloni gli interventi a sostegno dell’edilizia scolastica sono una priorità.
Boschi ha illustrato il lavoro svolto per la messa in sicurezza e riqualificazione del patrimonio immobiliare scolastico. Boschi ha ricordato che «dal 2014 a oggi sono stati stanziati 9,5 miliardi» per l’edilizia scolastica. «Sono stati aperti oltre 7.235 cantieri, di questi 5.659 sono già chiusi e da qui a fine 2017 ne verranno chiusi altri 780. Inoltre – ha aggiunto – sono state finanziate 303 nuove scuole e 209 sono state già realizzate».

Fedeli a sua volta ha aggiunto: «Nei prossimi 20 giorni altri 2,6 miliardi verranno utilizzati per l’edilizia scolastica. Quello che è avvenuto negli ultimi tre anni sulla scuola non è mai accaduto prima. Da parte del Governo c’è stato un intervento a 360 gradi, una scelta importante fatta dal Paese» ha messo in evidenza la ministra, ricordando che «è stato riattivato, dopo 20 anni, l’Osservatorio sull’edilizia, che sarà messo online l’elenco dei responsabili sicurezza delle scuole e che si sta andando verso un fascicolo elettronico per ogni edificio scolastico».

Le novità sul DDL2037

Le novità sul DDL2037, oltre il “no al panino”

di Cinzia Olivieri

In 9ª Commissione permanente Senato è proseguito, durante la seduta del 18/07/2017 l’esame, sospeso il 13 giugno, del DDL 2037 Disposizioni in materia di servizi di ristorazione collettiva. Sono stati illustrati gli emendamenti ed è stato fissato un termine per i subemendamenti agli emendamenti per venerdì 21 luglio.

Dall’allegato al resoconto si evincono gli ordini del giorno e le proposte di emendamento che forniscono informazioni interessanti.

Tra gli aspetti più rilevanti, si è impegnato il Governo a porre in atto iniziative per rimediare alla frequente mancanza, negli istituti scolastici, di locali adeguati o dedicati alla refezione, ragione per cui tanti alunni, in particolare al sud, sono costretti a consumare il pasto nella propria aula e sul proprio banco; a prevedere che il costo del pasto a carico dell’utente non sia superiore ai 5 euro ed a valutare l’opportunità di favorire convenzioni tra le istituzioni scolastiche e gli istituti professionali per i servizi alberghieri e ristorativi per la gestione e/o l’erogazione del servizio mensa.

Tra gli emendamenti: il coinvolgimento delle «organizzazioni civiche e i coordinamenti di commissioni mensa di comprovata esperienza e competenza individuati sulla base di criteri oggettivi predefiniti» nella elaborazione delle linee guida; l’introduzione della celiachia tra le patologie da considerare; la previsione, tra i criteri standard minimi, dell’impiego, nella scuola dell’infanzia e primaria, “di appositi locali attrezzati all’interno delle strutture scolastiche per la preparazione dei pasti in loco» (art. 3); nonché il divieto di stoviglie monouso anche quale criterio di aggiudicazione.

Al primo comma dell’art. 5 è stato proposto di inserire il contestato periodo (che qualcuno però chiede di abolire): “I servizi di ristorazione scolastica sono parte integrante delle attività formative ed educative erogate dalle istituzioni scolastiche”, a cui si attribuisce l’introduzione, ad opera del DDL 2037, dell’obbligatorierà del servizio di refezione.

Ma la norma non si esprime in termini di obbligo, come invece il legislatore ha fatto nel Dlgs 59/04 allorquando ha precisato che nell’orario annuale obbligatorio delle lezioni, non è compreso “il tempo eventualmente dedicato alla mensa” (artt. 7 e 10).

Da prestare attenzione anche al riferimento al “tempo” mensa e non al “servizio”, giacché è davvero difficile considerare una “attività di approvvigionamento, preparazione, conservazione, distribuzione e somministrazione di pasti, definita da un contratto” quale “attività formativa ed educativa”.

La CM 29/04 espressamente opera tale distinzione allorquando afferma che i “servizi di mensa, necessari per garantire lo svolgimento delle attività educative e didattiche, … vengono erogati utilizzando l’assistenza educativa del personale docente, che si intende riferita anche al tempo riservato al “dopo mensa””.

Per l’effetto la previsione di un eventuale obbligo di adesione ad un servizio a domanda individuale (Dlgs 63/2017) ed a pagamento in fascia d’obbligo dovrebbe essere ben più chiaramente esplicitata, con tutte le conseguenti implicazioni.

Tanto a maggior ragione nel momento in cui lo stesso disegno di legge pone attenzione alle esigenze dell’utenza, creando un collegamento con il servizio di ristorazione scolastica attraverso la espressa previsione della partecipazione anche dei genitori oltre che del personale scolastico nelle commissioni mensa (ultimo comma articolo 5 o anche art. 5 bis).

E’ decisamente limitativo dunque fermarsi ad analizzare di questo provvedimento solo il presunto “no al panino”.

Intanto la discussione prosegue. L’iter di approvazione del testo non si è certo concluso.

Se un supplente sbaglia rischia il licenziamento, se sbagliano i dirigenti del MEF non succede nulla

da La Tecnica della Scuola

Se un supplente sbaglia rischia il licenziamento, se sbagliano i dirigenti del MEF non succede nulla

Le cronache recenti parlano di insegnanti supplenti senza stipendio da alcuni mesi e di una Ministra che rassicura tutti spiegando che si tratta solo di problemi procedurali.

Può darsi, non ci permettiamo di certo di mettere in dubbio la parola di un Ministro della Repubblica Italiana.
Ma dobbiamo ricordare che poco meno di un anno  mezzo fa venne approvato il decreto legge n. 42/16 che prevedeva misure tese proprio a garantire il pagamento degli stipendi in tempi rapidi.
L’aspetto più significativo del decreto, che era stato convertito nella legge 89 del 29 maggio 2016, riguarda il fatto che si prevedono sanzioni a carico dei dirigenti responsabili dei ritardi.
A seguito di questa disposizione normativa, Presidenza del Consiglio emanò un proprio decreto al quale fece seguito nel mese di ottobre una circolare applicativa del Ministero dell’Istruzione.  Gli strumenti per intervenire, insomma, ci sono proprio tutti.
Ora, non si pretende di certo che con un tocco di bacchetta magica i soldi spettanti ai docenti vengano accreditati sui loro conti nell’arco di 24 ore, ma sarebbe possibile almeno sapere se il Miur ha avviato o sta avviando una indagine interna per capire dove stanno le responsabilità?
Sarà pur vero che si tratta di una questione procedurale, ma di questa procedura non esiste un responsabile?
Ma è mai possibile che se ad un precario con una supplenza di tre giorni capita di togliere gli occhi di dosso ad un bambino più irrequieto degli altri e se questo bambino provoca un danno ad un compagno, il supplente ne debba rispondere in sede civile e disciplinare, mentre non accade nulla se uno o più dirigenti pubblici di prima fascia lasciano senza stipendio migliaia di supplenti?
Una spiegazione potrebbe esserci, ma ci auguriamo di sbagliare: è probabile che le responsabilità si annidino dentro il MEF che, per definizione, è assolutamente intoccabile: chi mai si sognerebbe infatti di chiamare in causa le “alte sfere” del Ministero che, da diversi anni a questa parte, rappresenta ormai il primo e unico “motore immobile” dal quale dipendono le sorti non solo della scuola ma anche di altri settori della pubblica amministrazione?
E come mai gli stessi sindacati sembrano disposti a prendere come oro colato le dichiarazioni che escono da Viale Trastevere?
Tutte domande che – in regime di trasparenza – meriterebbero una risposta; chissà che a qualcuno non venga l’idea di fornire una spiegazione un po’ meno generica (e ridicola) dell’ “errore procedurale”.

Edilizia scolastica, Fedeli: ‘Nel 2017 stanziati 2,6 miliardi per 10 azioni’

da Tuttoscuola

Edilizia scolastica, Fedeli: ‘Nel 2017 stanziati 2,6 miliardi per 10 azioni’

Dieci azioni previste entro quest’anno per uno stanziamento di oltre 2,6 miliardi. È quanto annunciato oggi dalla ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi sull’edilizia scolastica.

Dieci azioni così suddivise: 26,4 milioni per interventi di adeguamento sismico sulle scuole; 20 milioni per 8 nuove scuole realizzate materiali e modalità innovative (una delle quali progettata da Renzo Piano); 150 milioni per la realizzazione poli dell’infanzia (0-6 anni); 10 milioni per il ripristino delle funzionalità nelle scuole nelle aree colpite dal sisma; 1,7 miliardi per una nuova programmazione unica nazionale 2018-20 per interventi di edilizia scolastica; 321 milioni per interventi di adeguamento sismico a seguito delle indagini diagnostiche per le Province e Città metropolitane; 100 milioni per indagini di vulnerabilità sismica degli edifici; 6 milioni per indagini sui solai e controsoffitti per prevenire i crolli; 350 milioni per adeguamento sismico, messa in sicurezza e conseguimento dell’agibilità in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Previsto infine, il lancio dell’anagrafica dei responsabili delle sicurezze nelle scuole.

 

Graduatorie d’Istituto 2017: come compilare il modello B, online la guida del Miur. Inviate 150 domande al minuto

da Tuttoscuola

Graduatorie d’Istituto 2017: come compilare il modello B, online la guida del Miur. Inviate 150 domande al minuto 

Chi ha presentato la domanda per l’aggiornamento delle Graduatorie d’Istituto 2017 ha tempo dallo scorso 14 luglio al prossimo 25 luglio 2017 per presentare anche il modello B, quello tramite il quale si scelgono le scuole in cui si vuole ottenere la supplenza. Disponibile anche la guida del Miur alla compilazione del modello B. Nelle scorse ore il sito del Ministero ha rischiato il tilt: l’invio di 150 domanda al minuto ha reso necessario cambiare alcuni parametri per permettere a tutti di compilare e inviare senza troppi problemi il modello B. Circa 700mila i docenti interessati, dal Miur assicurano: “Ora dovrebbe funzionare tutto regolarmente”.

Graduatorie d’Istituto 2017: come funziona la presentazione del modello B

Per presentare il modello basterà utilizzare l’applicazione presente su Istanze online del Ministero dell’Istruzione.  È possibile scegliere solo scuole che fanno parte della provincia in cui si è presentata domanda di inserimento o di aggiornamento. È inoltre possibile verificare lo stato di inserimento della propria domanda su Istanze online in Altri servizi/Graduatorie di circolo o d’Istituto – Personale docente. Ecco come compilare online il modello B:

1. accedere alla sezione ‘Istanze online’;
2. accedere al modulo di domanda;
3. visualizzare i dati anagrafici e i dati di recapito (i dati anagrafici e di recapito non saranno modificabili);
4. riportare l’elenco delle sedi valide per la prima fascia, oggetto di dimensionamento, entro i limiti normativi (questa fase è necessaria solo per gli aspiranti in prima fascia e con un numero di sedi che, per effetto della razionalizzazione della rete scolastica, non rispetta più i limiti imposti dalla normativa);
5. individuare, fra gli insegnamenti richiesti, quelli per i quali si intende compilare il modello B;
6. gestire le sedi di prima fascia, confermandole tutte o eliminandole per sostituzione (questa fase è necessaria solo per gli aspiranti in prima fascia); 7. aggiungere scuole fino al massimo consentito;
8. inoltrare la domanda acquisita.

Graduatorie d’Istituto 2017: guida alla compilazione del modello B del Miur

Online la guida operativa messa a punto dal gestore del sistema informatico per guidare i docenti nella compilazione del modello B di scelta delle scuole per il triennio 2017/20.

Nuovo esame di maturità: il 2019 è vicino, ecco come cambierà

da Tuttoscuola

Nuovo esame di maturità: il 2019 è vicino, ecco come cambierà

Quest’anno è andato in scena per la penultima volta l’esame di maturità old style, quello ridisegnato da Luigi Berlinguer a partire dal 1999. Poche sorprese, salvo l’incremento dei voti più alti in alcune scuole del Nord, in un quadro complessivo però di ribadito primato di quelle del Sud per quanto riguarda i 100 e lode. Nell’anno scolastico 2018/19 arriverà invece il nuovo esame di maturità.

Nuovo esame di maturità: i crediti scolastici

La tendenza verosimilmente non sarà modificata dal nuovo calcolo dei punteggi previsto per l’edizione del 2019 (fino a 40 punti su 100 anziché i 25 attualmente previsti per il curriculum scolastico degli ultimi tre anni), dal momento che anche con l’attuale disciplina occorre avere crediti scolastici al massimo livello per aspirare al 100 e alla lode. A parità di crediti insomma peserà di più il curriculum, e si ridurrà l’alea dell’esito delle prove scritte.

Nuovo esame di maturità: addio terza prova

Prove che si ridurranno a due, perché la ‘terza prova’ andrà in pensione con la sua ambiguità strutturale: quella di essere una prova locale multidisciplinare basata su test afferenti a livelli di apprendimento stabiliti a livello nazionale. Una prova spesso improvvisata, che l’allora presidente del Cede-Invalsi Benedetto Vertecchi, sostenitore inascoltato della terza prova nazionale, paragonò alla minestra di Fra Ginepro, “che mise in un unico calderone polli con le penne, uova col guscio e quant’altro”.

Nuovo esame di maturità: il ruolo dell’Invalsi

In questa funzione di verifica dei livelli di apprendimento la terza prova locale sarà sostituita dai test nazionali Invalsi (quelli del quinto anno), collocati però fuori dell’esame di maturità per evitare sovrapposizioni o concorrenza con esso ma essenzialmente disciplinari (riguarderanno la padronanza dell’italiano, della matematica e dell’inglese) e perciò privi di quella dimensione interdisciplinare che almeno nelle intenzioni avrebbe dovuto caratterizzare la terza prova locale, e che certamente avrebbe avuto se fosse stato accolto il punto di vista ‘nazionalista’ di Vertecchi e di altri membri del Consiglio direttivo del Cede-Invalsi allora in carica.

Per la verità una piccola e sia pur parziale rivincita di questo punto di vista potrebbe essere individuata nella riformulazione che la legge 107 fa della seconda prova scritta, che ha (avrà) per oggetto “una o più discipline caratterizzanti il corso di studio ed è intesa ad accertare le conoscenze, le abilità e le competenze attese dal profilo educativo culturale e professionale della studentessa o dello studente dello specifico indirizzo”.

Nuovo esame di maturità: i criteri per la valutazione delle prove

Perché questa operazione abbia successo occorre però che si verifichino due condizioni: che la ministra emani al più presto il decreto che definisce “i quadri di riferimento per la redazione e lo svolgimento delle prove”, e che per la valutazione delle prove scritte, e magari anche di quella orale, vengano stabiliti criteri nazionali stringenti, in modo da assicurare una maggiore omogeneità e credibilità nazionale dei risultati. Bisogna far presto. Il 2019 è vicino…

CCNL: ecco cosa potrebbe non esserci nell’atto di indirizzo per il rinnovo

da Tuttoscuola

CCNL: ecco cosa potrebbe non esserci nell’atto di indirizzo per il rinnovo

Dai resoconti sindacali e dalle prime valutazioni seguite all’incontro presso il Miur, in vista dell’atto di indirizzo che il Governo dovrà predisporre per il rinnovo del CCNL, è risultato di primaria importanza il riferimento all’Accordo generale del 30 novembre 2016 anche da parte della delegazione ministeriale guidata dal Sottosegretario De Filippo.

Non è però dato sapere, sulla base di quei resoconti, se il riferimento a quell’Accordo è stato limitato al primo punto (Relazioni sindacali), particolarmente gradito ai sindacati, o se il Miur ha fatto riferimento anche al secondo punto (Parte normativa), forse meno gradito ai sindacati,  che alla lettera a) prevede: “Le parti si impegnano ad individuare nuovi sistemi di valutazione che garantiscano una adeguata valorizzazione delle professionalità e delle competenze e che misurino e valorizzino i differenti apporti individuali all’organizzazione. I contratti collettivi, nei limiti delle relative previsioni normative, disciplineranno criteri e modalità”.

La non menzione di questa seconda parte potrebbe far pensare ad un calcolato silenzio del Miur per non contrariare il mondo sindacale verso il quale il ministro Fedeli è riuscita a costruire un rapporto di fiducia e condivisione. Ma l’Accordo parla chiaro: nuovo sistema di valutazione, valorizzare professionalità e competenze, misurare, valorizzare i differenti apporti individuali.

Ma su questa annosa questione del merito e delle competenze professionali i sindacati, al di là di dichiarazioni di principio, non sono mai riusciti a condividere soluzioni concrete ed effettivamente applicabili per evitare anche in materia retributiva quel noto riferimento alla massima di don Milani, secondo cui ‘Non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali’, che, applicato alla valorizzazione del merito professionale, potrebbe significare ‘è ingiusto compensare in modo uguale chi ha meriti professionali e apporti diversi per l’offerta formativa’.

L’atto di indirizzo che il Governo si accinge a varare glisserà su questa importante parte dell’Accordo per non sciupare la luna di miele con il sindacato e propiziare una stagione contrattuale tranquilla per i prossimi mesi?

Proroga Avviso pubblico Prot. n. 4427 del 02/05/2017 Patrimonio culturale, artistico, paesaggistico

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE). Avviso pubblico Prot. n. 4427 del 02/05/2017 Patrimonio culturale, artistico, paesaggistico. Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE) Proroga termine Avviso e Aggiornamento termini di scadenza.

Nota AOODGEFID 30620 del 19.07.2017