Contratto scuola: lo Snals già orientato a non firmare

da La Tecnica della Scuola

Contratto scuola: lo Snals già orientato a non firmare

Fedeli: “Alternanza scuola-lavoro per tutti gli studenti”

da La Tecnica della Scuola

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Precari scuola oltre 36 mesi di servizio, niente posto fisso ma solo risarcimento

da La Tecnica della Scuola

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Formazione docenti neoassunti: le novità dell’a.s. 2017/2018

da La Tecnica della Scuola

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Infortuni scuola, la comunicazione dovrà avvenire tramite SIDI

da La Tecnica della Scuola

Infortuni scuola, la comunicazione dovrà avvenire tramite SIDI

Fedeli: “Combatteremo gli abusi della legge 104”

da La Tecnica della Scuola

Fedeli: “Combatteremo gli abusi della legge 104”

Il 10 novembre sciopero generale della scuola

50 euro di elemosina per i docenti e ancor meno per gli ATA e 500 di aumento per i presidi, 10 volte tanto: basta con lo strapotere dei dirigenti scolastici!

Il 10 novembre la scuola sciopera contro la politica scolastica del governo e l’inserimento nel contratto della legge 107, per il recupero almeno del 20% di salario perso in 10 anni

 

Le notizie riguardanti docenti ed ATA, che giungono dal fronte della Legge di Bilancio che verrà discussa in Parlamento nei prossimi giorni, sono micidiali. Dopo quasi dieci anni di blocco contrattuale, durante i quali hanno perso circa il 20% del salario reale, il governo annuncia che, col prossimo contratto, ad essi/e verrà restituito a mala pena il 3% (45-50 euro netti in media) e per giunta in un biennio, mentre per i presidi si prepara un aumento dieci volte tanto, di 500 euro mensili, per un totale di 11 mila euro lordi annui. Si intende sancire così, anche a livello economico, lo strapotere e il ruolo “padronale” dei presidi che già enormi danni stanno facendo, fin dalla approvazione della legge 107 (la sedicente “Buona Scuola”), poiché tali superpoteri (assegnazione a proprio piacere del “bonus”, chiamata diretta dei docenti, distribuzione arbitraria cattedre e/o potenziamento  ecc.) disgregano il tessuto collaborativo nelle scuole, dando luogo a soprusi continui nei confronti dei docenti ed ATA che non si piegano alle sciagurate logiche aziendalistiche. E’ vero che la vittoria giuridica che come COBAS abbiamo ottenuto nel conflitto all’Istituto Boselli di Torino contro il trasferimento illegale di Pino Iaria, membro dell’Esecutivo Nazionale COBAS, e di altri suoi colleghi ha dimostrato, con una sentenza limpidissima, che tali superpoteri non possono comunque annullare le decisioni degli Organi Collegiali: ma è altrettanto vero che in molte scuole soprusi analoghi non trovano purtroppo resistenza e diventano legge “de facto”. Più in generale, dobbiamo impedire che la legge 107 venga “immortalata” nel nuovo contratto, chiudendo definitivamente docenti ed ATA nella “gabbia” della scuola aziendalistica, che fa dilagare una grottesca Alternanza scuola-lavoro, forma sfacciata di addestramento al lavoro gratuito o sottopagato, diseducativa e sottraente centinaia di ore di scolarità; che impone i quiz Invalsi per valutare le scuole, i docenti e gli studenti; che usa il famigerato “bonus” per gli insegnanti più “collaborativi” e la chiamata diretta da parte dei presidi per aumentare la conflittualità tra docenti e formare una sorta di “aristocrazia” che, senza alcun merito, riceve significative integrazioni salariali a patto di fornire sostegno pieno alle logiche aziendalistiche.

Per combattere  e invertire tali logiche e in generale l’immiserimento galoppante, materiale (30 anni fa, il 13,2% della spesa statale andava all’istruzione, oggi la quota si è ridotta all’8,6%) e culturale, nel quadro dello sciopero di tutto il lavoro dipendente indetto dai COBAS, dall’USB e dalla CIB-Unicobas, abbiamo convocato per il 10 novembre lo sciopero generale della scuola. Respingiamo l’offensiva elemosina dei 50 euro, vogliamo aumenti che recuperino almeno quel 20% di salario perso nell’ultimo decennio; diciamo NO all’inserimento nel contratto dei distruttivi contenuti della legge 107; SI’ all’eliminazione della “chiamata diretta” e ad una drastica limitazione dei poteri dei presidi; NO all’obbligo esorbitante di 400/200 ore di Alternanza scuola-lavoro, le scuole tornino a decidere se fare l’Alternanza e per quante ore; NO al taglio di un anno del percorso scolastico; NO all’Invalsi come strumento di valutazione delle scuole, dei docenti e degli studenti; SI’ all’immediata assunzione dei vincitori dell’ultimo concorso, degli abilitati e dei precari con tre anni di servizio su tutti i posti disponibili in organico di diritto e di fatto; e per gli ATA, SI’ al potenziamento degli organici, le immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e il ripristino supplenze temporanee (anche per i docenti). Infine, per ripristinare nelle scuole una accettabile democrazia sindacale, vogliamo il diritto di assemblea per tutti, e una scheda nazionale alle prossime elezioni RSU per misurare chi davvero è rappresentativo.

Manifestazioni si terranno in molte città italiane, a carattere regionale o provinciale; a ROMA la manifestazione scuola si svolgerà alle 9.30 al MIUR (V.le Trastevere) e alle 11.30 a Montecitorio, davanti al Parlamento. Insieme a docenti ed ATA vi parteciperanno anche studenti medi e universitari, nonché lavoratori/trici di altre categorie in sciopero.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

#BastaBufale

Fake news, il 31 ottobre Boldrini e Fedeli presentano il progetto
nazionale per le scuole #BastaBufale

Martedì 31 ottobre la Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli presenteranno a Roma #BastaBufale, il primo progetto di educazione civica digitale per il contrasto delle fake news destinato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di I e II grado.

L’iniziativa si svolge presso il Liceo Visconti di Roma, in piazza del Collegio Romano 4, dalle ore 10.


Scuola, Boldrini e Fedeli presentano decalogo anti-bufale

Il progetto riguarderà 4,2 milioni di ragazzi

Un decalogo contro le bufale, una cassetta degli attrezzi per permettere alle ragazze e ai ragazzi di difendersi dalle false notizie che circolano in Rete. Lo hanno presentato oggi a Roma la Presidente della Camera, Laura Boldrini, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, dopo l’accordo lanciato lo scorso maggio a Montecitorio fra la Camera dei deputati e il MIUR. L’iniziativa fa parte di un più ampio pacchetto di azioni che il Ministero sta mettendo in campo per la prima volta sul tema del controllo delle fonti e per l’educazione civica digitale.

Il decalogo punta a contrastare uno dei rischi più frequenti durante la navigazione in Internet: quello di incappare in notizie non verificate o false, la cui circolazione può creare rischi per la società o diventare pericolosa per le persone. Un fenomeno che si può battere solo dando alle nuove generazioni gli strumenti per risalire alla fonte delle notizie e distinguere le informazioni corrette da quelle scorrette. Di qui la cassetta degli attrezzi che il Miur proporrà alle scuole secondarie di I e II grado, per un totale di oltre 4,2 milioni di studenti, portando negli istituti scolastici l’iniziativa ‘Basta Bufale’.

Fra i partner del progetto ci sono la Rai, la Federazione degli editori (Fieg), Confindustria. Ma anche importanti attori della Rete come Facebook e Google, strategici per incidere sulla radice del problema: le piattaforme su cui circolano le cosiddette fake news.

Condividi solo notizie che hai verificato. Usa gli strumenti di Internet per verificare le notizie. Chiedi le fonti e le prove. Chiedi aiuto a una persona esperta o a un ente davvero competente. Sono alcuni degli otto punti presentati oggi a Roma. Otto perché i due mancanti saranno stilati direttamente da studentesse e studenti, attraverso uno strumento di scrittura cooperativa che il MIUR metterà a disposizione delle scuole sul proprio sito. Per le insegnanti e gli insegnanti è invece previsto un pacchetto di materiali didattici legati all’iniziativa. Per la diffusione del progetto è prevista una campagna di sensibilizzazione realizzata dagli studenti dello IED, Istituto europeo di design.

“Il fenomeno delle fake news ha radici strutturali e non va sottovalutato: danneggia la collettività e la qualità del dibattito pubblico, che è parte della qualità della democrazia. L’educazione delle nuove generazioni è la prima soluzione di lungo termine a questa questione”, ha sottolineato la Ministra Valeria Fedeli. “Fornire alle nostre giovani e ai nostri giovani conoscenze e competenze, strumenti e chiavi di lettura della realtà vuol dire porre le basi della loro cittadinanza, che vogliamo attiva e responsabile. Anche quella digitale. I giovani di oggi sono nativi digitali, ma non devono essere consumatori passivi di tecnologia, quanto piuttosto consumatori critici e produttori consapevoli di informazione e conoscenza. È un principio cardine anche del nostro Piano nazionale per la scuola digitale. Le nuove generazioni devono saper valutare l’informazione, riconoscere l’attendibilità delle fonti, comprendere dinamiche e regole che intervengono sulla circolazione e sul riuso di tutte le storie che vengono presentate come notizie. Devono rifiutare un linguaggio aggressivo, d’odio e avere rispetto dei diritti altrui dentro e fuori la Rete. Noi adulti, noi che componiamo la comunità educante, dobbiamo avere strumenti, conoscenze e competenze per sostenerli. La formazione e l’aggiornamento sono indispensabili. Come Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca siamo impegnati sul fronte dell’educazione civica digitale attraverso una serie di azioni eterogenee e complementari”.

“Sono convinta che la strada da intraprendere per proteggere i nostri ragazzi e le nostre ragazze – e non solo loro – dalle insidie di un uso distorto del web sia la formazione. E dunque è a scuola che il tema va trattato. Le fake news non sono goliardate, ma un pericolo per la nostra società. Basti pensare a quelle sui vaccini, alle cure mediche improvvisate o alle truffe online”, ha dichiarato la Presidente Laura Boldrini. “La disinformazione inquina il dibattito democratico, alterando l’opinione pubblica e violando il diritto delle persone a una corretta informazione. Per questa ragione è necessario che le istituzioni intervengano e mettano in campo misure e politiche per un uso responsabile e consapevole del web. Vorrei che questo progetto consentisse ai nostri studenti di difendersi dalle false notizie attraverso un impegno attivo da parte loro. Mi piacerebbe che sviluppassero un maggiore senso critico e una cultura della verifica. Vorrei che diventassero dei veri e propri ‘cacciatori di bufale’, dei ‘detective del web’”.

Le azioni del Ministero sul fronte dell’educazione civica digitale e dell’educazione ad un uso corretto del web rientrano nelle indicazioni sul potenziamento dell’offerta formativa previste dalla legge 107 del 2015 (Buona Scuola). Nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse” – www.generazioniconnesse.it,  attivato per promuovere un corretto uso della Rete e contrastare il cyberbullismo – il MIUR ha dedicato proprio al tema delle cosiddette fake news un personaggio della campagna in corso sui “Super Errori” del web che identificano gli errori più comuni compiuti dalle e dai ragazzi in Rete. Il 27 ottobre scorso, presentando il Piano nazionale per l’educazione al rispetto, sono state diffuse le Linee guida per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Grazie ad un accordo con la Camera dei Deputati nelle scuole è già stata inviata la Dichiarazione dei diritti in Internet, per promuovere una corretta educazione civica digitale. Sempre su questo fronte, il Ministero ha stipulato anche altri accordi-chiave come quello siglato il 18 ottobre con la Federazione Nazionale della Stampa Italiana a Roma che mette al centro la cultura dell’informazione e della correttezza delle fonti, in chiave anche di contrasto all’illegalità. Per offrire una risposta educativa sul tema del linguaggio dell’odio in Rete il Ministero ha invece rilanciato nelle scuole il Manifesto delle Parole Ostili (http://www.paroleostili.com/).

Nota 31 ottobre 2017, AOODGOSV 13792

Ministero dell’lstruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del S.N.I.

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
AI Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

Oggetto: VIII Edizione del Concorso “Green Technologies Award” – a. s. 2017//2018.

Schneider Electric, in collaborazione con il MIUR, bandisce l’VIII edizione del concorso nazionale “Green Technologies Award 2018”, rivolto agli studenti di Istruzione Secondaria Superiore e dei Centri di Istruzione e Formazione Professionale di tutto il territorio nazionale. L’iniziativa vuole premiare i migliori progetti per la digitalizzazione e per un utilizzo dell’energia sicuro, affidabile, efficiente, sostenibile e interconnesso in ambito industriale, civile e scolastico.
Le adesioni dovranno pervenire esclusivamente tramite posta elettronica, entro e non oltre il 23 febbraio 2018, secondo le modalità del bando in allegato.

IL DIRIGENTE
Edvige Mastantuono


Regolamento GREEN TECHNOLOGIES AWARD 2018

Brevi Riflessioni sul superamento della concezione del “Mondo EUCLIDEO”

Brevi Riflessioni sul superamento della concezione del “Mondo EUCLIDEO”

Paolo Manzelli e Daniela Biganzoli <egocreanet2016@gmail.com> , 30/10/2017

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“Noi non conosciamo lo spazio, non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo percepiamo. Siamo in mezzo ad esso, ne facciamo parte, ma non ne sappiamo nulla…”.( M.C.Escher-, in Esplorando l’infinito)

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Il mondo Euclideo è stato concepito sulla base degli assiomi interpretativi della percezione visiva da Euclide ,e cio’ ha permesso in seguito di dare forma alle certezze della interpretazione meccanica della scienza che sono state costruite da Newton, separando arbitrariamente la misura convenzionale dello spazio da quella del tempo. Cosi durante l’ epoca industriale l’ edificio delle concezioni scientifiche è stato concepito con modalita’ “analitiche-deterministiche” che hanno trovato conferma filosofica in Descartes e poi in Kant sulla intrinseca necessita’ di considerare come necessario riferimento la geometria Euclidea quale presupposto della conoscenza del mondo naturale.

All’ inizio del ‘900, con le concezioni quantistiche relative al microcosmo, “non piu’ direttamente osservabile” , si è compreso come lo spazio ottico non poteva essere determinato con esattezza, di conseguenza si rese evidente che il mondo Euclideo non avrebbe piu’ potuto essere l’unico riferimento geometrico della scienza quantistica , divenuta non piu’ deterministica ed matematicamente esatta. Cio’ proprio in seguito alla necessita di ammettere il principio di indeterminazione (Heisemberg 1927) , con il quale la scienza ha cambiato il contesto significante da “deterministico a probabilistico“. Pertanto il superamento della opinione comune che lo spazio Euclideo avesse una struttura indipendente dalle nostre menti ,in quanto considerato come verita’ unica, necessaria ed assoluta della nostra osservazione , ha avuto effetti dirompenti sia nella scienza che nell’ arte le quali hanno simultaneamente iniziato a liberarsi di concezioni che apparivano come verita’ auto-evidenti relative alla realta’ macroscopica osservabile.

L’ uomo è libero di pensare… “ ma non lo sa” e pertanto la cultura acquisita storicamente gli impedisce di liberarsi da preconcetti e pregiudizi condizionanti.<Il pregiudizio vede ciò che gli pare e non vede ciò che è evidente.-Aubrey de Vere> .

Comunque a partire dagli inizi del ‘900 Einstein, basandosi su una revisione Newtoniana della Gravita’, propose una nuova concezione dello “Spazio-Tempo” come quadri-dimensione (4D) basata su una geometria curva “non euclidea“, mentre contemporaneamente nell’ arte ,molti artisti tra cui Picasso, abbandonarono ogni precedente raffigurazione prospettica della geometria Euclidea, ormai simulata dalla fotografia , al fine di ricercare liberamente espressioni motivanti sensazioni innovative .

Vedi: Arte e Scienza: Mondi Simultanei: http://www.edscuola.it/archivio/lre/mondi_simultanei.htm ,

In seguito il processo di progressiva decomposizione della societa’ industriale-meccanica,tutt’oggi in corso d’opera, ha condotto l’arte visiva e la scienza a concepire come la simultaneita’ degli eventi conduca a immaginare e concepire “mondi sovrapposti” che rappresentano altre realta’ possibili, la cui esistenza non e’ direttamente visibile, ne misurabile perche’ non piu’ riconducibile al mondo locale macroscopico inizialmente descritto da Euclide. Interessanti sotto tale aspetto sono le opere di Escher , orientate a svelare i limiti e ambiguità della permanente concezione sociale e culturale dello spazio, dipinti che realizzano sovrapposizioni di simmetrie per creare figure inconciliabili con il mondo Euclideo.

Contemporaneamente nella scienza la “sovrapposizione del quanti di luce” (entanglement) conduce a rinnovare profondamente le nostre concezioni sulla percezione “non-locale” dello spazio-tempo, cio’ a partire dalla simultaneita’ tra “corpuscolo ed onda del fotone”, che è a fondamento del mezzo che ci permettere di vedere e osservare il mondo.

Vedi: http://www.ticonzero.name/1/scienza_e_arte_di_paolo_manzelli_6597996.html

Una nuova dimensione “olografica” (da: Olo =Tutto e Grafe’ =grafico) fu scoperta nel 1947 dal fisico ungherese D.Gabor, che riusci a memorizzare la informazione visiva su una lastra ,sotto forma di intreccio di frange di interferenza , cosi che le immagini tridimensionali (3D) vengono ridotte a Ologrammi in (2D) , che quando vengono illuminati, generano la illusione della terza dimensione.

Tale scoperta ha favorito la teorizzazione del “potenziale quantistico” di David Bohm ,quale interpretazione “olistica della meccanica quantistica”, la quale viene fondata sulla estensione dello “ entanglement sperimentato nel 1982 dal fisico Francese Alain Aspect” , con cui si mette in evidenza come particelle quantiche trasformano il loro “stato locale” per comunicare energia ed informazione de-localizzandola a distanza . Il potenziale quantistico “non -locale”, ha una “forma olografica” la quale diversamente dal potenziale elettromagnetico non dipende dalla sua intensita’ ma da un “ordine implicato” in 2D che è di un livello quantico superiore allo “ordine esplicato “locale” in 3D”, che è quello visivamente manifesto.

La teorizzazione quantistica d Bohm ci riconduce al mito della caverna di Platone per il quale il mondo delle apparenze è in effetti, l’ombra di un mondo più profondo delle forme e delle idee che ancora debbono essere espresse creativamente.

In tal modo la scienza contemporanea ha aperto la strada per una nuova visione cosmica-olistica della realta’ delineando un netto superamento del Mondo Euclideo , cosi che possiamo comprendere come le realta’ osservabili e misurabili nell’ordine esplicato, debbano essere correlate alla forma “Olografica” dell’ordine implicato, per ottenere una “in-formazione- integrata” ( =formazione realmente intrinseca ) alla “vita”, la quale va al di la delle categorie tradizionali dello spazio e del tempo.

Pure l’uscita dalla scuola è diventato un problema

Scuola =

Claudia Pratelli (resp.le scuola Sinistra Italiana):

Pure l’uscita dalla scuola è diventato un problema in questo Paese.

Subito intervenire con una legge correttiva.

La scuola italiana sempre più presa dalla rigida applicazione di regolamenti, circolari, norme

 

“Se hai meno di 14 anni non puoi tornare  da scuola a casa da solo” In tutta Italia in questi giorni non si fa altro che parlare giustamente di questo. Ma che senso educativo ha, ci chiediamo, una disposizione di questo tipo in una società in cui è consentito il lavoro a 15 anni e a 14 anni i ragazzi possono guidare il motorino? Quale distanza si produce tra la scuola e la vita quotidiana dei ragazzi e dei loro genitori cui si chiede di assentarsi  dal proprio lavoro ed accompagnare i figli a casa per poi lasciarli uscire con gli amici il pomeriggio?”

Lo afferma la responsabile scuola di Sinistra Italiana, Claudia Pratelli.

“Abbiamo una  scuola  – prosegue Sinistra Italiana – sempre più presa dalla rigida applicazione di norme e regolamenti, circolari e disposizioni rischia di smarrire la sua missione pedagogica.  Non consentire agli adolescenti , nemmeno dietro accordo con i genitori, di uscire da scuola da soli è la dichiarazione di una sconfitta del mondo adulto e di quanto sia ancora lontano quel rapporto di condivisione di responsabilità tra genitori e scuola.”

“È necessario intervenire con una legge che regolamenti la materia restituendo autonomia ai giovani e ai loro genitori e sollevando le scuole dall’obbligo della vigilanza in presenza di espressa volontà delle famiglie. E serve farlo urgentemente per non lasciare da sole le scuole e le famiglie nel caos.

“Altrettanto necessaria tuttavia è una riflessione pedagogica sul ruolo della scuola in una società molto diversa da quella del secolo scorso – proprio la riflessione che la legge 107 ha eluso –  conclude Pratelli -,  sul cosa e sul come dell’insegnamento, sui principi educativi necessari a far acquisire ai giovani esperienza e autonomia che a volte camminano anche fuori dalle aule, anche nel percorso dalla scuola fino a casa.

Culpa in educando

Culpa in educando (Art.2048 CC)

di Luigi Manfrecola

Meglio farebbero giudici , governo e Ministero a fare la loro parte più adeguatamente! I minori si dimostrano , di fatto, sempre più “minori” : nel senso del “minus habens”.

Minorati principalmente nel senso morale e nella capacità critica, per come sono ridotti : vittime della noia, del disimpegno, del sensazionalismo, del narcisismo, della flebo – music che ne fa rintonare cuffiette e cervello fin dal mattino.

Gli atti di bullismo e di criminalità violenta che li vedono protagonisti si sprecano e fanno ormai parte del nostro raccapricciante quotidiano.

Il buonismo, il permissivismo, il protezionismo folle dei loro nuovi genitori allevati, essi stessi, con troppa benevolente indulgenza sono all’origine della situazione di degrado che è sotto gli occhi, anche complici (ma non solo) della mancanza di prospettive occupazionali che li rinchiude in un presente asfittico ed affollato di mostriciattoli da video-game che , mediante le quotidiane esperienze “virtuali” , ma molto più coinvolgenti di quelle cosiddette reali, li educano “alla violenza” regalando loro “ vite” da spendere e da bruciare irresponsabilmente sul piccolo schermo: al di fuori – ma anzi contro – ogni regola del vivere civile.

Ed in questa situazione intollerabile, quale è la risposta delle Istituzioni? Il MIUR pretende di risolvere la questione con qualche circolarina e qualche docente” referente “che si prenda carico di una rieducazione infarcita di retorica e buoni propositi. Il governo si autoelogia giochicchiando con le risibili statistiche di “crescita occupazionale “,viaggianti sullo 0,….virgola e qualche cosa.

Ma c’è di più. Ci sono poi i giudici che pontificano sulle responsabilità degli adulti – scuola in primis – blaterando sul dovere di vigilare sull’incolumità dei minori poiché, si sa, fino a quattordici anni si è giuridicamente irresponsabili ed incapaci di provvedere a se stessi.

Così arriviamo a ridicole sentenze piovute da Marte che imporrebbero a docenti e Presidi di non fare uscire gi alunni da scuola se non consegnandoli ad un familiare che ne prenda carico.

Dal che consegue (conseguirebbe) un affollamento sine die dei locali da parte di ragazzini, bidelli e docenti nella speranzosa attesa che un volto familiare si profili all’orizzonte .

Come poi potrebbe essere rispettato l’orario di servizio del personale , non è dato sapere.

E nemmeno è dato sapere come farebbero i genitori impegnati al lavoro ad abbandonarlo per ubbidire al diKtat dei “giudiziosi” giudici.

Ebbene, non sarebbe il caso di chiedere il conto solo ai genitori, ma non per questa sola impraticabile incombenza bensì per tutte le altre…?

Per le malefatte e le scorrettezze imputabili ai figli divenuti ingestibili perfino nelle scuole ma sempre , viceversa, amorevolmente tutelati e protetti dalla mammine chiocce?

Non sarebbe il caso di applicarlo quel benedetto articolo di legge che profila la “culpa in educando” in modo da allertare i genitori sprovveduti e lassisti richiamandoli ai rischi personali conseguenti dalla condotta dei figlioli.

Personalmente sono certo che solo un’educazione al rispetto ed alla responsabilità, impartita fin dai primi anni dai genitori, potrebbe arginare la deriva assurda che va minando la convivenza civile e la pubblica incolumità. I guasti fatti dalla cosiddetta pedagogia non direttiva (Carl Rogers) e dalla malaugurata pediatria dello spockismo (Benjamin Spock e seguaci) sono ormai sotto gli occhi di tutti, così come è evidente quella “Morte del padre” e del principio di autorità segnalata da tempo dalla sociologia e dalla psicanalisi.

E’ il caso di porvi rimedio con un’azione tempestiva e precoce confidando negli insegnamenti della filosofia e della psicologia (da Locke fino a Bandura).

E QUESTO COMPITO PUÒ ESSERE SOLO DEI GENITORI e , posto che sia tardi per rieducarli, non è certo tardi per impensierirli richiamandoli alle loro responsabilità .

Il Codice va attualizzato e va applicato con discernimento quando serve e dove serve.

Ed è questo proprio il compito del giudice che è chiamato ad applicare le leggi con intelligenza, come vuole lo stesso codice che, non a caso, prevede aggravanti ed esimenti.

O almeno così dovrebbe essere, visti i recenti esempi…

L’uscita da scuola dei ragazzi della secondaria

L’uscita da scuola dei ragazzi della secondaria

di Giuseppe Guastini

 

Le recenti prese di posizione ministeriali sulle restrizioni all’uscita dei ragazzi della scuola sec. 1° grado sono l’occasione per tornare a ragionare sul quadro normativo che disciplina la figura dell’alunno minore e pensare a possibili aggiornamenti.
Personalmente ho esaminato tre diverse fonti normative:
1) i codici civile e penale, segnatamente l’Art. 2048 CC, l’Art. 591 CP e la giurisprudenza collegata;
2) la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’assemblea generale
ONU del 1989 e recepita dallo stato italiano;
3) Lo statuto dello studente, DPR 249/1998 con le modifiche del DPR 237/2007.
L’impressione che ne ho tratto è quella di un quadro incoerente e contraddittorio.

L’ALUNNO MINORE NEI CODICI CIVILE E PENALE
Il codici italiani e la giurisprudenza collegata trattano l’alunno minore più o meno come un incapace assoluto e configurano l’intera materia nella forma della “colpa” e della “responsabilità” in capo ai docenti (vigilanza di prossimità) e al dirigente scolastico (vigilanza organizzativa).

Art. 2048 del Codice Civile
Responsabilità dei genitori; dei tutori, dei precettori e dei maestri d’arte
…I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi…nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.
Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non avere potuto impedire il fatto.

 

Ancora più categorico è l’Art. 591 del codice penale che equipara il minore di anni 14 alla “persona incapace”:
Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni…

 

Come si vede anche dal lessico (i docenti sono chiamati “precettori”) la norma del CC è piuttosto datata, risalente probabilmente ai primi decenni del ‘900. E’ anche probabile che nella formulazione il Legislatore sia stato influenzato dal fatto che la scuola di massa di allora era soprattutto la scuola elementare e la grandissima maggioranza degli alunni andava dai 6 ai 10 anni, situazione che lo ha indotto ad instaurare una tutela assoluta. Ma la condizione dell’incapacità totale può essere generalizzata anche ai ragazzi della secondaria di oggi? Sfortunatamente, in assenza di aggiornamenti e malgrado una certa indulgenza da parte dei singoli giudici, la disciplina (come per molti edifici scolastici) resta ancora quella di allora, con la differenza che a ricadere entro le previsioni dell’Art. 2048 sono oggi anche milioni di ragazzi over 11.

L’ALUNNO MINORE NELLA CONVENZIONE ONU E NELLO STATUTO DELLO STUDENTE Leggendo le norme più moderne che incidono e definiscono il profilo dello studente si ricava un’impressione totalmente diversa: lo studente, ancorché minore, è considerato soggetto capace ed autonomo, titolare di diritti, doveri e responsabilità.

Ecco alcuni stralci tratti dalla Convenzione ONU:
Art. 12
1. Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capace di discernimento il diritto di esprimere liberamente
la sua opinione su ogni questione che lo interessa, le opinioni del fanciullo essendo debitamente
prese in considerazione tenendo conto della sua età e del suo grado di maturità.

Art.14
1. Gli Stati parti rispettano il diritto del fanciullo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

Art. 15
1. Gli Stati parti riconoscono i diritti del fanciullo alla libertà di associazione ed alla libertà di riunirsi
pacificamente.
1.
Art. 29
1. d) …preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi… .

Non meno divergenti, rispetto al paradigma dell’incapacità idiomorfa, risulta lo “Statuto dello studente” (DPR 249/1998 con le modifiche del DPR 237/2007):

Art. 1 (Vita della comunità scolastica)
2. La scuola è una comunità di dialogo… In essa ognuno con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno…
4. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, di pensiero, di coscienza e di religione…quale che sia la loro età e condizione…

Art. 2 (Diritti)
3. Lo studente ha diritto di essere informato sulle decisioni e sulle norme che regolano la vita della scuola.
4. Lo studente ha diritto alla partecipazione attiva e responsabile alla vita della scuola… Lo studente ha inoltre diritto a una valutazione trasparente e tempestiva, volta ad attivare un processo di autovalutazione che lo conduca ad individuare i propri punti di forza e di debolezza a migliorare il proprio rendimento.
6. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative…
8.
b) …offerte formative aggiuntive e integrative, anche mediante il sostegno di iniziative liberamente assunte dagli studenti e dalle loro associazioni;
9. La scuola garantisce e disciplina nel proprio regolamento l’esercizio del diritto di riunione e di assemblea degli studenti, a livello di classe, di corso e di istituto.

Art. 3 (Doveri)
4. Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai regolamenti dei singoli istituti.
5. Gli studenti sono tenuti ad utilizzare correttamente strutture, i macchinari e i sussidi didattici e a comportarsi nella vita scolastica in modo da non arrecare danni al patrimonio della scuola.

“Art. 4 (Disciplina).
3. La responsabilità disciplinare è personale. Nessuno può essere sottoposto a sanzioni disciplinari senza essere stato prima invitato ad esporre le proprie ragioni. 
4. In nessun caso può essere sanzionata, né direttamente né indirettamente, la libera espressione di opinioni correttamente manifestata e non lesiva dell’altrui personalità.

Non trovate che, almeno in termini di capacità ed autonomia (e vigilanza), il quadro normativo dovrebbe essere armonizzato e revisionato? Sfortunatamente a determinare il regime sanzionatorio e le posizioni MIUR non sono le norme contemporanee ma quelle più arcaiche.
In Svizzera l’uscita autonoma dalla scuola è fatto normale ed ordinario: diversamente rispetto all’Italia, la capacità di agire in autonomia è caratteristica propria del ragazzo, salvo che si provi il contrario (i ragazzi svizzeri sono più maturi di quelli italiani? Oppure, ad essere più maturo, è il Legislatore?).