Accordo sulla valutazione DS 2017/18

Deciso NO di ANP all’accordo sulla valutazione DS 2017/18

ANP ha incontrato stamattina il MIUR per parlare della valutazione dei Dirigenti scolastici per l’anno 2017/18.

L’Amministrazione ha proposto alle organizzazioni sindacali la sottoscrizione di un accordo secondo il quale il procedimento di valutazione anche per l’anno scolastico 2017/18 non avrà ricaduta sulla retribuzione di risultato.

ANP ha ribadito che la procedura di valutazione senza effetti economici è priva di qualsiasi utilità ed efficacia ai fini di un effettivo miglioramento della professionalità dei dirigenti scolastici.

Inoltre, se da un lato si riscontra un impegno dell’Amministrazione a considerare le richieste di semplificazione avanzate, permangono opacità sugli strumenti e sui criteri che i nuclei di valutazione utilizzeranno e sulla composizione dei nuclei stessi.

Pertanto, ANP ha ribadito di essere interessata a una valutazione che possa essere un momento serio di crescita professionale sotto tutti gli aspetti. Si è dichiarata quindi indisponibile a sottoscrivere un accordo che non affronta le criticità reali del percorso di valutazione dei dirigenti e che, neutralizzando qualsiasi effetto economico, di fatto sottopone il dirigente scolastico ad un ulteriore adempimento meramente burocratico.

Il prossimo Consiglio Nazionale ANP sarà l’occasione per fare il punto sulle forme di protesta che abbiamo messo in atto e, in particolare, sulla compilazione del portfolio.

La protesta ANP continua.

DIFFIDA CONTRO L’INSERIMENTO DEI DM NELLE GAE

DIFFIDA CONTRO L’INSERIMENTO DEI DM NELLE GAE. IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE RISPONDE: GLI INSEGNANTI IN POSSESSO DEL SOLO DIPLOMA MAGISTRALE SARANNO CANCELLATI.

L’ avv. Antonio Gabrieli e l’Avv. Giada Ficarelli comunicano che nei giorni scorsi hanno diffidato ai sensi di legge il MIUR, tutti gli UU.SS.RR e tutti gli UU.SS.TT. dal continuare a mantenere inseriti nelle GaE e nalla I^ fascia delle GI i meri diplomati magistrali.

I predetti avvocati hanno, altresì, messo in mora i dirigenti dei predetti Uffici Scolastici per i danni sinora causati ai precari storici, ai vincitori di concorso e ai laureati in Scienze della Formazione Primaria, avvertendo l’Amministrazione che anche per i danni emergenti non si esclude di notiziare la Corte dei Conti attraverso l’inoltro di un’apposita relazione dettagliata.

Alla predetta diffida e messa in mora non si è fatta attendere la risposta ufficiale del MIUR, il quale ha confermato che la persistenza dei DM nelle GaE dipende esclusivamente dall’esecuzione di ordinanze cautelari, ma che è volontà certa del Ministero di procedere alla loro immediata cancellazione appena dette ordinanze verranno sovvertite.

Nella risposta fornita dall’Amministrazione scolastica si evince chiaramente anche la volontà del Ministero di non voler interferire affatto con il lavoro dell’Avvocatura dello Stato, anzi chiarendo che la difesa Erariale ha uno specifico onere d’impugnare detti provvedimenti cautelari..

Sul punto anche l’Avvocatura dello Stato è stata messa a conoscenza della predetta diffida e messa in mora, affinché agisca rapidamente per permettere la più rapida cancellazione dei DM dalle GAE.

La risposta ufficiale del Ministero, ovviamente, smentisce anche le fantasiose voci che alcuni DM avevano  fatto circolare inutilmente in rete nei giorni scorsi.

D’altro canto, il MIUR non poteva certamente trascurare il fatto che l’illogicità d’inserire un mero DM nelle GaE stesse danneggiando tutti i precari storici, tutti i vincitori di concorso e tutti i laureati in S.F.P..

I predetti avvocati hanno anche dato incarico ai propri consulenti tecnici per quantificare il danno erariale sinora causato dall’inserimento dei DM nelle graduatorie ad esaurimento, attendendo per i prossimi giorni di conoscere la precisa quantificazione che già si approssima essere di oltre un miliardo di euro. Cifra che incrementerebbe in caso di assurde sanatorie politiche, destinate a generare contenziosi e risarcimenti colossali.

Distinti saluti,

Avv. Antonio Gabrieli

Avv. Giada Ficarelli

LA SOCIETÀ E LA SCUOLA DI FRONTE ALLA QUESTIONE DISCIPLINARE

LA SOCIETÀ E LA SCUOLA DI FRONTE ALLA QUESTIONE DISCIPLINARE
Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante
Sono irritati i genitori degli studenti protagonisti della gazzarra (a dir poco) che in quel di Alessandria ha avuto come vittima un’insegnante la quale  aveva la pretesa di svolgere, come richiestole, una supplenza. “Non è vero – dicono essi – che sia stata legata alla sedia e presa a calci, sono stati demonizzati ingiustamente”. Di seguito una cauta ammissione: “è vero che hanno mancato di rispetto a un’insegnante che peraltro ha delle difficoltà fisiche, deridendola e non dando ascolto alle sue richieste, è vero che è intervenuto un ragazzo più grande a riportare ordine …” (rip. Da Corriere della Sera) dove ciò che più ci indigna è il “peraltro” con quel che segue. Forse per i genitori il fatto di avere delle difficoltà fisiche deve essere rubricato come fattore scatenante degli sberleffi (ammesso che si sia trattato solo di questo) e tale da giustificare i medesimi, con un meccanismo simile a quello che porta i “bulli” a prendere di mira il compagno di classe più mite e indifeso, meglio  ancora se disabile.
D’altra parte la scuola non fa una figura migliore dei genitori. Un mese di sospensione “con obbligo di frequenza” è un miserabile infingimento che significa non altro che: “tutti assolti”. E doverosamente ringraziamo il “ragazzo più grande” che ha “riportato ordine” sperando che l’abbia fatto, lui che può, anche affibbiando qualche sonoro scapaccione. D’altronde non dubitavamo di una simile conclusione: la scuola italiana è ormai un luogo in cui la lezione è un evento bellico che gli insegnanti-fantaccini combattono con armi spuntate e dove molti generali (leggi: dirigenti scolastici) ordinano subito la resa a discrezione.
Insomma siamo di fronte al classico circolo vizioso: la società e la scuola sono vasi comunicanti che si inquinano a vicenda, ed è vano sapere che la prima salvi la seconda, o viceversa. Resistono le scuole in cui i docenti fanno fronte comune, e dove i dirigenti non sono inginocchiati di fronte ai genitori-avvocati d’ufficio dei loro figli (chi scrive queste note insegna per fortuna in una di queste) e resistono le famiglie dove si insegna ai ragazzi il rispetto per l’autorità e per la cultura.
Nel frattempo si profila un nuovo governo nazionale, dunque una nuova direzione del MIUR dopo quella che abbiamo visto all’opera e circa la quale, come dice il poeta, “il tacere è bello”. Capirà il nuovo ministro che, piuttosto che baloccarsi unendo e scomponendo i cicli scolastici come giocasse col Lego, dovrà mettere mano alla situazione della disciplina, rendendo più snelli e severi i relativi procedimenti in modo che funzionino come deterrente?
Il Presidente Angelo Ruggiero   
Il responsabile della comunicazione Alfonso Indelicato  

Nota 30 marzo 2018, AOODGSIP 1448

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

Ai Dirigenti Scolastici
Istituzioni Scolastiche secondarie di II grado
LORO SEDI
Docenti Animatori Digitali
Istituzioni Scolastiche secondarie di II grado
LORO SEDI
E p.c.
Ai Direttori Generali e ai Dirigenti
degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico
per la scuola in lingua italiana della Provincia di BOLZANO
Al Dirigente
del Dipartimento Istruzione della
Provincia di TRENTO
All’Intendente Scolastico
per la scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico
per la scuola delle località ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi
della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

Nota 30 marzo 2018, AOODGSIP 1448

Oggetto: Iniziativa nazionale per lo sviluppo delle competenze digitali – Concorso “LetsApp”: Seconda edizione


Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
UFF II
Welfare dello studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento

Ai  Dirigenti Scolastici
Istituzioni Scolastiche secondarie di II grado
LORO SEDI

Docenti Animatori Digitali
Istituzioni Scolastiche secondarie di II grado
LORO SEDI

Oggetto: Iniziativa nazionale per lo sviluppo delle competenze digitali – Concorso “LetsApp”: Seconda edizione

Si fa seguito alla nota prot. n. 1448 del 30 marzo u.s. con la quale lo scrivente Ufficio lanciava in collaborazione con Samsung Electronics Italia la seconda edizione del concorso digitale “LetsApp”, focalizzata per l’edizione 2018 sul tema della sicurezza allo scopo di offrire agli studenti la possibilità di esprimere la propria creatività digitale, acquisendo specifiche competenze tecniche e soft-skills spendibili nel proprio inserimento lavorativo grazie ai moduli di formazione della piattaforma www.letsapp.it.

A tal proposito si ritiene opportuno rammentare alle SS.LL. che, in considerazione del valore educativo dell’iniziativa e al fine di massimizzare il coinvolgimento della comunità scolastica, resterà disponibile fino al 13 giugno p.v. la possibilità per studenti e docenti di registrarsi alla piattaforma e di completare il percorso educativo digitale.

Inoltre, ai fini della realizzazione dell’elaborato di concorso, si comunica che nella sezione IoStudioLAB del Portale dello Studente è stato pubblicato il kit del concorso contenente le indicazioni utili per impostare il lavoro di progettazione e il link di accesso al modulo online di caricamento degli elaborati.

Pertanto, si invitano le SS.LL.a favorire la più ampia diffusione della suddetta iniziativa e si coglie l’occasione anche per allegare il Regolamento del concorso integrato all’art. 3 con alcune indicazioni utili per l’impostazione dei progetti.

 

Formazione delle squadre

Ogni squadra potrà essere composta da un docente-tutor e un numero massimo di 5 studenti.

La composizione delle squadre sarà formalizzata dai partecipanti medesimi all’atto di presentazione del progetto da parte di un componente delegato, comunicando tutti i dati richiesti tramite le modalità già specificate nel Regolamento.

Si precisa che nel caso in cui all’interno di codesto Istituto scolastico vi siano più docenti che stiano finalizzando il percorso di formazione e di gara, è possibile la partecipazione di diverse squadre rispettivamente coordinate da un docente-tutor, che siano in grado di realizzare differenti progetti di gara.

Si ricorda che la scadenza per il caricamento degli elaborati è prevista per il giorno 13 giugno p.v.

Ogni ulteriore informazione potrà essere richiesta scrivendo alla casella di posta elettronica info@letsapp.it o iostudio@istruzione.it avendo cura di specificare nell’oggetto il Rif. “Concorso LetsApp”.

Si ringrazia per la collaborazione.

IL DIRIGENTE
Giuseppe PIERRO

Nota 30 marzo 2018, AOODGSOV 5641

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
D.G. per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione del S.N.I.

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana della Provincia di Bolzano
BOLZANO
AI Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di Trento
TRENTO
AI Sovrintendente agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado
LORO SEDI

Nota 30 marzo 2018, AOODGSOV 5641

Oggetto: Utilizzo delle calcolatrici elettroniche nelle prove scritte dell’esame di Stato

Del cono e del cilindro

Del cono e del cilindro e…

di Maurizio Tiriticco

…dell’apprendimento efficace.

Rinvio il lettore alle slide seguenti, pubblicate da edscuola.it: Il laboratorio del gioco.

Si tratta di una serie di slide sull’apprendimento e le funzioni che il gioco assume in proposito soprattutto nella prima infanzia. Ed è una gran fortuna che il nuovo nato apprenda con piacere e senza quella fatica, quella che invece affligge migliaia di adolescenti che frequentano la nostra scuola dell’obbligo. In effetti, si tratta di una fatica lieve nei primi anni, ma sempre più insopportabile nella misura in cui ci si avvicina al sedicesimo anno di età! Quando il nostro alunno può esclamare: “Finalmente! Ce l’ho fatta! Non vedevo l’ora! E’ finita questa scuola dell’obbligo… sono libbberooo!!!” Ma il poverino non sa che oggi apprendere è un’attività a cui dobbiamo attendere, anche obtorto collo, e per tutta la vita!”! In effetti, basta acquistare il cellulare nuovo, e sono mille le nuove funzioni da apprendere! Così avviene nel mondo del lavoro! E non è un caso che da anni si parli di “apprendimento organizzativo”, un tema su cui scrissi un bel volumetto anni fa, “L’apprendimento organizzativo nella scuola dell’autonomia, i nuovi orizzonti culturali di dirigenti scolastici e docenti”, pubblicato da Anicia.

Ma perché organizzativo? Perché non c’è nessun “lavoro organizzato” in cui non si debba costantemente apprendere. E ciò lo sanno bene gli insegnanti – alludo a quelli più sensibili e attenti – che, anno dopo anno, hanno a che fare con alunni che cambiano con velocità inconsuete rispetto solo a qualche anno fa; e con tematiche disciplinari sempre nuove! Insegnare la prima guerra punica o il volume della sfera è molto molto difficile oggi rispetto a quegli anni lontani in cui io frequentavo la scuola! C’era la guerra e c’era la fame, e tanta, e la scuola e lo studio erano, per certi versi, diversivi di/vergenti e interessanti rispetto ad una vita quotidiana povera e, per certi versi, pericolosa! Contestare un insegnante – cosa che ormai è una sorta di sport – era assolutamente impensabile! Forse anche perché gli insegnanti erano tutti bravi e competenti! Quante lezioni cattedratiche! Quanta attenzione! La “didattica laboratoriale”, quella a cui oggi ci richiamano sia le Indicazioni nazionali che le Linee guida erano metodologie assolutamente ignote.

Ma torniamo al cono e al cilindro! Si tratta semplicemente di una metafora. Mi aiuto con le immagini. Il nuovo nato – ciascun nuovo nato – è come se fosse situato su un’ampia circonferenza, che sta ad indicare il mare delle possibilità che ha di apprendere! Con il crescere apprende, nella misura in cui viene stimolato dall’esterno. Più gli stimoli sono ricchi, copiosi e mirati, più il nostro nuovo nato cresce e apprende. Ma, se gli stimoli sono poveri e scarsi, il nuovo nato ha poche occasioni di apprendere. Nel primo caso il cono è alto, nel secondo invece, è basso. Nel primo caso il nuovo nato cresce e acquisisce sempre nuovi stimoli/informazioni. Nel secondo caso il nuovo nato “si deve contentare” dei pochi e scarsi stimoli di cui fruisce.

Restando nella metafora, un apprendimento ricco, continuo, motivante, che duri veramente tutta la vita costituisce la sfida dell’”educazione continua e permanente”. La ipotizzò Comenio (inizi del Seicento), ma rimase un’utopia! La riprese alla fine del secolo scorso il Libro bianco di Cresson, con cui vennero adottati i concetti di lifelong learning e di knowledge society. Sono sfide importanti che siamo in dovere di raccogliere! Ciascuno di noi! Ecco perché il cilindro! La metafora di un apprendimento che non ha mai fine… La sfida di oggi e degli anni che verranno!

Ricerca, oltre 4.500 progetti presentati per il bando PRIN

(Giovedì, 29 marzo 2018) Sono 4.552 i progetti presentati nell’ambito del bando PRIN (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale), pubblicato lo scorso 27 dicembre, che ha stanziato 391 milioni di euro per la ricerca di base delle università e degli Enti per la ricerca pubblici. La procedura per la presentazione delle proposte è stata aperta lo scorso 15 febbraio e si è conclusa oggi, alle ore 15.00.

Dei 4.552 progetti presentati, 1.610 sono relativi all’area delle Scienze della vita, 1.641 all’area delle Scienze ingegneristiche, chimiche, fisiche e 1.301 a quella delle Scienze umanistiche. Il bando prevedeva poi tre linee d’intervento: una linea principale, una dedicata ai giovani, una dedicata al Sud, per le quali sono stati presentati, rispettivamente, 3.477, 422, e 653 progetti.

Lanciato con lo scopo di favorire il rafforzamento delle basi scientifiche nazionali e rendere più efficace la partecipazione alle iniziative relative ai Programmi Quadro dell’Unione Europea, il bando PRIN si caratterizza per alcuni aspetti innovativi, come la possibilità di presentare i progetti estesa al personale, oltre che delle Università, anche degli Enti pubblici di ricerca vigilati dal MIUR. Come nella precedente edizione del bando, particolare attenzione sarà dedicata alla portabilità dei progetti e alle attività di diffusione e disseminazione dei risultati. I progetti saranno valutati in due fasi e tutta la procedura sarà gestita esclusivamente per via telematica.

“Quello lanciato a dicembre – ricorda la Ministra Valeria Fedeli – è il bando PRIN più sostanzioso di sempre: quasi 400 milioni per la ricerca di base, una dimostrazione molto concreta dell’attenzione posta dal governo Gentiloni all’ambito della ricerca, che abbiamo sempre considerato strategico per la competitività del Paese. La ricerca determina sviluppo e crescita. Sostenere la ricerca, in una società della conoscenza come quella in cui viviamo, significa guardare al futuro”.

I principi guida del programma PRIN sono l’alto profilo dei responsabili scientifici, l’originalità, le potenzialità d’impatto e la fattibilità dei progetti di ricerca. La valutazione delle proposte si svolgerà attraverso una prima fase di preselezione, di competenza diretta dei Comitati di Selezione (uno per ciascuno dei settori di ricerca ERC, per un totale di 25 CdS, che si insedieranno entro la metà di maggio), e una seconda fase di valutazione scientifica del progetto.

Disabilità e Trasporto Pubblico Locale

Disabilità e Trasporto Pubblico Locale: Accordo ASSTRA, FAND e FISH

 

Una novità assoluta per l’Italia: i presidenti di ASSTRA, l’associazione maggiormente rappresentativa delle imprese di trasporto pubblico locale, di FAND, la Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità e di FISH, la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, hanno sottoscritto oggi uno storico impegno di collaborazione.

L’accordo è improntato ad una concreta e sinergica collaborazione da attuare sia a livello nazionale che locale. L’obiettivo è al contempo civile e ambizioso: favorire la più ampia garanzia del diritto all’accessibilità, alla mobilità e al trasporto delle persone con disabilità. Lo richiedono, oltre che la volontà di migliorare sempre la qualità dei servizi, fondamentali atti internazionali, già recepiti dal nostro Paese, che vanno dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità alla vigente regolamentazione europea in ambito di trasporto, mobilità e accesso non discriminatorio ai servizi pubblici.

In particolare l’accordo promuove la formazione finalizzata a supportare e informare le imprese di trasporto pubblico locale sui diritti dei viaggiatori con disabilità e sulle soluzioni per l’accessibilità dei servizi così fondamentali per milioni di cittadini e quindi anche per i cosiddetti Passeggeri a Ridotta Mobilità (PRM).

Ma, oltre alla formazione, verranno costituiti Tavoli tecnici di consultazione e di audit per individuare, in modo condiviso, le migliori e preferibili soluzioni tecniche e organizzative per la fruibilità – da parte di tutti – dei mezzi, delle strutture e dei servizi.

Una sfida, anche questa, strategica ma ineludibile che consentirà di orientare al meglio la scelta di mezzi, gli interventi per la rimozione delle barriere, la progettazione di nuove infrastrutture, l’adozione di coerenti soluzioni per il supporto ai passeggeri con disabilità o con mobilità ridotta.

Al momento della firma, Massimo Roncucci, presidente di ASSTRA, ha dichiarato: “Grande soddisfazione per questo primo passo che avvicinerà le nostre imprese alle esigenze delle persone con disabilità grazie alla collaborazione con le Federazioni FAND e FISH. Questo ci aiuterà a rendere sempre più accessibile e universale un servizio che per definizione è essenziale per la qualità della vita delle persone.”

Il diritto alla mobilità è funzionale all’esigibilità concreta di molti altri diritti di cittadinanza, di altri servizi e opportunità. – rileva Franco Bettoni, presidente della FAND – La sottoscrizione di questo accordo ci rende soddisfatti ma al contempo pienamente consapevoli e responsabili di quanto ciò sia solo l’inizio di un percorso che dà continuità all’esperienza che in questi anni ci ha visti protagonisti, congiuntamente con la FISH, in azioni ed interventi, in coerenza con la Convenzione ONU e con i Regolamenti Europei, al fine di garantire ai milioni di passeggeri con disabilità e a ridotta mobilità (PRM) l’accesso indiscriminato all’intero sistema di trasporto pubblico ed ai servizi ad esso connessi.”

Questo è al contempo un traguardo e un punto di partenza. – gli fa eco Vincenzo Falabella, Presidente della FISH – È un traguardo perché giunge al termine di un impegno comune a favore del diritto alla mobilità. Ma è soprattutto il punto di partenza che consente di guardare alle buone prassi già esistenti come esempio e di osservare le criticità in un’ottica propositiva. E infine consente di trasmettere a tanti operatori la consapevolezza della disabilità, non in termini pietistici, ma operativi.”

Gli alunni con cittadinanza non italiana A.S. 2016/2017


Sono il 9,4% della popolazione scolastica. Il 61% è nato in Italia

Il 5 e 6 aprile a Firenze la IV edizione del seminario
Costruttori di ponti – La scuola aperta sul mondo

Gli studenti con cittadinanza non italiana che siedono ai banchi delle nostre scuole sono 826mila, il 9,4% della popolazione studentesca complessiva, 11mila in più rispetto all’anno scolastico precedente. Leggermente superiore la quota dei maschi (52%) rispetto alle femmine (48%). Il 61% di loro è nato in Italia, appartiene quindi alle cosiddette seconde generazioni, una quota cresciuta del 35,4% nell’ultimo quinquennio. Nell’ultimo anno la crescita è stata di 24.000 unità (+5,1%). L’incidenza dei nati in Italia sul totale degli alunni con cittadinanza non italiana è dell’85,% nella scuola dell’infanzia, del 73,4% nella primaria, del 53,2% nella secondaria di primo grado, del 27% in quella di secondo grado. Una quota, quest’ultima, destinata a crescere nei prossimi anni.

La Lombardia è la regione con più studentesse e studenti  con cittadinanza non italiana (circa 208.000), circa un quarto del totale presente in Italia. La quota minore si registra, invece, in Campania. Dieci le nazioni più rappresentate, prima fra tutte la Romania (19,2%), seguita da Albania (13,6%), Marocco (12,4%), Cina (6%), Filippine (3,3%), India e Moldavia (rispettivamente 3,1%), Ucraina, Pakistan ed Egitto (tutte al 2,4%).

Il 92,1% delle alunne e degli alunni che ha conseguito la licenza della scuola secondaria di I grado ha scelto di proseguire gli studi: l’83,2% ha scelto un liceo, un istituto tecnico o professionale, l’8,9% ha scelto un percorso di formazione professionale regionale. Sono quindi 191mila le studentesse e gli studenti con cittadinanza non italiana che frequentano le scuole secondarie di II grado, il 7,1% della popolazione studentesca totale.  Il 34% delle diplomate e dei diplomati prosegue poi gli studi andando all’università. Il 39,7% di loro sceglie corsi di laurea dell’area sociale.

È tempo di rilanciare la scuola dell’infanzia

È tempo di rilanciare la scuola dell’infanzia prevedendone la generalizzazione in tutto il Paese

A cinquant’anni dalla sua istituzione è necessario rilanciare la scuola dell’infanzia statale, con un piano di investimenti finalizzato alla sua generalizzazione, discutendo anche, come sta avvenendo in Francia, della sua obbligatorietà, iniziando progressivamente a partire dall’ultimo anno. Lo abbiamo detto con chiarezza nella nostra assemblea nazionale sulla scuola del 21 e 22 marzo scorsi. In quell’occasione abbiamo fatto proposte chiare e precise per una scuola nuova, la scuola che verrà, che parte proprio dalla valorizzazione e generalizzazione della scuola dell’infanzia, segnalata unanimemente da studi internazionali come fattore determinante del successo formativo.

Questo segmento del sistema di istruzione è stato, invece, fortemente penalizzato dalla politica dei tagli degli ultimi 10 anni e totalmente ignorato dalla legge 107/2015 sul piano degli investimenti.

Quello che chiediamo, allora, al nuovo Parlamento è l’impegno per un serio investimento politico e finanziario, necessario al miglioramento sociale ed economico del Paese, un investimento che preveda organici che rispondano alla necessità di assicurare il modello pedagogico delle 8 ore in tutte le regioni di Italia e al superamento nel nuovo sistema 0-6 del nido inteso ancora come servizio a domanda individuale con i relativi costi per le famiglie. E’ necessaria, inoltre, la diminuzione del numero di bambini per sezione, l’aumento del  personale collaboratore scolastico, strutture adeguate e spazi educativi funzionali alla realizzazione del progetto educativo e per il benessere delle nostre bambine e dei nostri bambini.

Nuovo contratto Rai e disabilità: luci e ombre

Nuovo contratto Rai e disabilità: luci e ombre

 

Nel novembre scorso la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap chiese e ottenne un’audizione presso la Commissione di Vigilanza Rai. L’organo parlamentare stava infatti esaminando lo schema di Contratto di servizio Rai 2018-2022, atto di notevole rilievo dato il suo impatto sulla qualità e la strategia dell’informazione e dell’intrattenimento nel nostro Paese.

In quell’occasione la FISH fu particolarmente decisa e critica – ricorda il Presidente Vincenzo Falabella – esponendo le nostre perplessità sia in Commissione che, per trasparenza, con un immediato comunicato stampa. Non ci convinceva innanzitutto il linguaggio, l’estrema debolezza su misure di contrasto al pregiudizio, all’odio legato alla disabilità, alla provenienza, alla discriminazione multipla, agli stereotipi. E ancora: lo schema del Contratto rivelava un arretramento su molti aspetti che invece necessitano da subito di un adeguamento tecnologico. Pensiamo, ma solo a titolo di esempio, agli audiovisivi e al multimediale, ma anche a soluzioni come la sottotitolazione, le audiodescrizioni, il linguaggio accessibile.”

Il nuovo Contratto 2018-2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 marzo scorso è più soddisfacente?

Ci sono degli elementi positivi, ma permangono delle lacune invece piuttosto serie – prosegue Falabella – Quella più seria riguarda i principi ispiratori dell’informazione. Non è solo il mancato espresso richiamo ai principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ma anche alla sostanza della discriminazione basata sulla disabilità. Le mancanze già sollevate nel testo originale permangono tutte e pertanto sulla discriminazione basata sulla disabilità e sui luoghi comuni su di essa i riferimenti sono troppo generici per ingenerare un cambio di paradigma.”

Appare, invece, più articolata la parte relativa agli Obblighi specifici (art. 25) per le persone con disabilità.

Si prevede la sottotitolazione di almeno l’85% della programmazione delle reti generaliste tra le 6 e le 24 e di tutte le edizioni dei Tg nelle fasce orarie meridiana e serale. Questi ultimi saranno tradotti anche in lingua dei segni (LIS) in almeno una edizione al giorno.

Il Contratto prevede poi di “estendere progressivamente la sottotitolazione e le audiodescrizioni anche alla programmazione dei canali tematici, con particolare riguardo all’offerta specificamente rivolta ai minori” senza però fissare tempi di attuazione.

Più stringente è invece l’impegno ad assicurare, entro ventiquattro mesi, le audiodescrizioni ad almeno i tre quarti dei film, delle fiction e dei prodotti audiovisivi di prima serata e ad avviare forme di sperimentazione per favorire l’accesso all’offerta degli altri generi predeterminati.

Una doverosa attenzione – peraltro già obbligatoria per legge – è riservata anche all’accesso delle persone con disabilità sensoriale o intellettiva all’offerta multimediale, ai contenuti dei siti e dei portali Rai.

Il Contratto torna poi generico quando prevede (sine die) di predisporre un piano di intervento per sviluppare sistemi idonei a favorire la fruizione di programmi radiotelevisivi da parte di persone con deficit sensoriali.”

E quindi ci rimangono tre linee di impegno: – conclude Vincenzo Falabella – alzare la soglia di rivendicazione sulla qualità dell’informazione pubblica trovando leve anche fuori dal Contratto, ad esempio presso l’Autorità Garante per le Comunicazioni; vigilare sull’effettiva applicazione di ciò che è effettivamente previsto e, infine, agire per l’effettiva applicazione di ciò che è solo genericamente espresso come intento.”