Coronavirus, didattica a distanza. Ministero attiva 20 ore di webinar di formazione

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministero comunica che sono disponibili da oggi i webinar di formazione utili al supporto delle scuole che vogliono attivare forme di didattica a distanza.

Il servizio di webinar è stato realizzato in collaborazione con l’Indire, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa.

Il servizio webinar si trova nella pagina del Ministero dedicata alla didattica a distanza nella sezione Materiali multimediali

La pagina

“La scuola italiana sta dimostrando grande capacità di reazione – ha affermato la Ministra Azzolina -. Soprattutto sta facendo Rete e il Ministero è schierato al suo fianco. Da questa fase di emergenza dobbiamo lanciare un ponte verso la fase successiva, convogliare queste energie e questo spirito di condivisione in una spinta per rilanciare il tema dell’innovazione didattica”.

Sciopero scuola il 9 marzo: circolare Ministero

da Orizzontescuola

di redazione

Sciopero Generale del 9 marzo 2020 di tutte le categorie pubbliche e private. Circolare Ministero istruzione n. 6445 del 2 marzo.

Le Associazioni sindacali che hanno proclamato lo sciopero sono:

  • L’Associazione Sindacale Slai Cobas per il sindacato di classe: tutti i settori lavorativi pubblici, privati cooperativi, lavoratori e lavoratrici a tempo indeterminato, a tempo determinato, con contratti atipici e precari
  • L’Associazione Sindacale USI – Unione Sindacale Italiana fondata nel 1912: tutto il personale a tempo indeterminato e determinato, con contratti precari e atipici, per tutti i comparti, aree pubbliche (compresa Scuola) e le categorie del lavoro privato e cooperativo
  • L’Associazione Sindacale USI CIT – Unione sindacale Italiana: tutto il lavoro dipendente pubblico e privato con adesione della USI – Educazione.

Circolare n. 6445

AGGIORNAMENTO: revoca sciopero USI

Stipendi, Ministro Azzolina: da luglio aumento netto di 68 euro

da Orizzontescuola

di redazione

Stipendi docenti: da luglio 68 euro netti al mese e apertura tavolo rinnovo CCNL.

Il Ministro Azzolina, nel corso di un’intervista a “Il Mattino”, ritorna sul tema degli stipendi degli insegnanti.

L’aumento, a partire dal mese di luglio, sia per i precari che per i docenti di ruolo, sarà di 68 euro netti, dovuti al taglio del cuneo fiscale, che riguarda tutti i lavoratori dipendenti.

Parallelamente, ha affermato il Ministro, partiranno i tavoli per il rinnovo dei contratti, su cui sono state già stanziate risorse in Legge di Bilancio. 

Gli aumenti previsti, ricordiamolo, sono stati considerati insufficienti dai sindacati, che hanno anche contestato il fatto di considerare come un aumento per gli stipendi dei docenti il taglio del cuneo fiscale.

Posti potenziamento, variazione classi concorso non può riguardare il sostegno

da Orizzontescuola

di redazione

Organico 2020/21: posti potenziamento di sostegno. Indicazioni

Apertura funzioni SIDI

Nei giorni scorsi abbiamo comunicato l’apertura delle funzioni SIDI per la costituzione degli organici per l’anno scolastico 2020/21.

Le scuole dovranno inserire i dati relativi agli alunni e alle classi riguardanti il prossimo anno scolastico.

L’inserimento, al momento, non è possibile per i primi tre anni di corso dei nuovi indirizzi degli istituti professionali. Ciò in quanto dovranno essere perfezionate alcune propedeutiche attività amministrative.

Indicazioni potenziamento sostegno

L’USR Piemonte ha pubblicato una nota in cui fornisce indicazioni in merito all’inserimento suddetto.

Nelle slide pubblicate sempre dal succitato Ufficio regionale, si forniscono istruzioni anche in merito ai posti di potenziamento.

Relativamente ai posti potenziamento di sostegno scuola secondaria di I e II grado, l’USR scrive quanto segue:

La variazione delle classi di concorso non può riguardare i posti di potenziamento di sostegno (che costituiscono un organico a parte). 

Nota e Guide USR Piemonte

Tfa sostegno 2020, perché “conviene” prendere la specializzazione: anche ai docenti di ruolo

da La Tecnica della Scuola

In questi giorni, sono diversi i docenti che si chiedono se partecipare o meno ai test d’accesso ai corsi di specializzazione nel sostegno agli alunni disabili: si tratta dei corsi indicati nel decreto dello scorso 14 febbraio, che autorizza l’avvio del quinto ciclo dei percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità.

Tanti posti a disposizione

Diciamo subito che il numero dei posti a disposizione, 19.585, distribuiti tra i vari atenei italiani autorizzati dal ministero dell’Istruzione all’attivazione dei percorsi, in realtà comprende anche qualche migliaio di idonei del ciclo precedente che per vari motivo non hanno svolto la formazione.

Ma vale la pena?

Il punto, però, è un altro: vale la pena decidere se prendere la specializzazione su sostegno? Diciamo subito che insegnare su sostegno non è facile. Non si tratta, infatti, di una “disciplina” curricolare. Quindi, prima di prendere la decisione di specializzarsi, è bene saperlo: occorre avere una predisposizione per il supporto ad alunni con bisogni “speciali”. E tutti non la posseggono.

Premesso questo, una volta appurata l’attitudine all’insegnamento su sostegno, è utile sapere che la specializzazione comporta diversi aspetti positivi: il primo, inevitabilmente, è quello dell’acquisizione di conoscenze e competenze che permettono di operare al meglio con gli alunni con limiti di apprendimento.

L’utilità per i precari

Per un docente precario, invece, avere l’attestato di specializzazione, acquisito nelle Università a proprie spese (in media oltre 3 mila euro a corsista), comporta molte più possibilità di conseguire le supplenze.

Inoltre, il titolo permette di accedere al concorso specifico per il sostegno, riservato proprio agli specializzati, che se superato porta all’immissione in ruolo: una procedura che, molto spesso, abbatte i tempi di stabilizzazione, i quali sarebbero molto più lunghi nell’insegnare una o più discipline curricolari.

Interessato anche il personale di ruolo

Ma la specializzazione su sostegno potrebbe tornare utile anche al personale di ruolo: nello specifico, coloro che si ritrovano, loro malgrado, in posizione di soprannumerarietà (a seguito della pubblicazione delle graduatorie interne, incrociate con gli organici previsti per l’anno scolastico successivo).

Nei casi in cui i docenti perdenti posti, siano destinati al trasferimento coatto, da parte dell’amministrazione, in istituzioni scolastiche lontane (circostanza frequente nelle province o per discipline meno comuni, quindi nella scuola secondari, soprattutto di tipologia tecnica), chiedere l’utilizzazione su sostegno costituisce la possibilità concreta di non spostarsi su sede lontana.

E questo avviene per via dell’alto numero di cattedre di sostegno prive di docente titolare, le quali vanno assegnate con priorità proprio ai docenti specializzati.

I dati Istat confermano

A tal proposito, qualche giorno fa l’Istat, nel report annuale “Inclusione scolastica degli alunni con disabilità“, ha detto che mancano all’appello ancora molti docenti specializzati di sostegno: ben il 36% dei docenti di sostegno continua infatti ad essere selezionato dalle liste curricolari; sono docenti che rispondono ad una domanda di sostegno non soddisfatta, ma non hanno una formazione specifica per supportare al meglio l’alunno con disabilità.

La mancata specializzazione dei docenti, ha detto sempre l’Istat, è più frequente nelle regioni del Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolge attività di sostegno sale al 47%, e si riduce nel Mezzogiorno attestandosi al 21%.

Coronavirus, niente decurtazioni stipendiali in caso di malattia o quarantena

da La Tecnica della Scuola

In caso di malattia o quarantena dovuta al coronavirus, non scatta alcuna decurtazione stipendiale per i lavoratori.

E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo decreto del Governo in merito alle misure riguardanti il coronavirus. E all’articolo 19 si parla proprio del trattamento dei dipendenti pubblici, e quindi anche per i lavoratori della scuola.

In base a quanto stabilito dal decreto “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, la decurtazione stipendiale in questo caso non si avrà: Il periodo trascorso in malattia o in quarantena con sorveglianza attiva, o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva, dai dipendenti delle amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, dovuta al COVID-19, e’ equiparato al periodo di ricovero ospedaliero“.

Infatti, come prevede il decreto legge 25 giugno 2008, Non si procede alla decurtazione economica in caso di 
  • Assenze per malattia dovute a causa di servizio riconosciuta dal Comitato di Verifica per le cause di servizio;
  • Ricovero ospedaliero (inteso per 24 ore), in strutture pubbliche o private. Ricovero domiciliare certificato dall’ASL o struttura sanitaria competente, purché sostitutivo del ricovero ospedaliero;
  • day-hospital o Macroattività in regime ospedaliero;
  • Assenze dovute a gravi patologie che richiedono terapie salvavita.

Pertanto, in piena emergenza coronavirus, lo Stato non prevede la decurtazione economica per quei soggetti assenti per malattia o che sono in quarantena.

CORONAVIRUS – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

LE FAQ DEL MIUR

Coronavirus, dai viaggi di istruzione alle assenze: le faq del Ministero

I viaggi di istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche sono sospesi? Fino a quando?

Secondo quanto previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2020, sono sospesi i viaggi di istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, comprese le fasi distrettuali, provinciali o regionali dei campionati studenteschi programmate dalle Istituzioni Scolastiche. La sospensione vale fino al 15 marzo 2020.

La disposizione su viaggi di istruzione, iniziative di scambio o gemellaggio, visite guidate e uscite didattiche riguarda le Istituzioni Scolastiche dell’intero sistema nazionale di istruzione?

La disposizione riguarda tutte le Istituzioni Scolastiche del sistema nazionale di istruzione.

Il provvedimento di sospensione vale anche per le attività esterne agli edifici scolastici organizzate per la realizzazione dei Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro)?

Sì, perché queste attività sono assimilate alle uscite didattiche. Anche in questo caso, la sospensione vale fino al 15 marzo.

Le scuole come devono regolarsi con gli scambi all’estero Erasmus+?

Per quanto riguarda il programma Erasmus +, vale quanto indicato sul sito dell’Agenzia Erasmus+ Indire: “Nell’ambito del programma Erasmus+ potrà applicarsi il principio di causa di forza maggiore. Pertanto sarà possibile richiedere all’Agenza Nazionale, nelle forme e con le modalità che saranno successivamente comunicate, di applicare la clausola di forza maggiore relativamente alle attività e ai costi per tutte quelle mobilità che vengano annullate in ragione della situazione di emergenza e dei provvedimenti delle competenti autorità”.

Le spese sostenute per i viaggi di istruzione annullati possono essere rimborsate?

Sì. Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2020 fa espresso riferimento al Codice del turismo, all’articolo 41, comma 4, che prevede il recesso senza penale prima dell’inizio del pacchetto di viaggio.

Per sospendere i viaggi di istruzione occorre il parere degli organi collegiali o un provvedimento del dirigente scolastico?

La disposizione di sospensione è disciplinata dall’articolo 1, lettera b, del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2020.

Per le classi che si trovavano già in viaggio in zone indicate come focolai del virus sono previste misure precauzionali al rientro?

Le Istituzioni Scolastiche devono attenersi alle disposizioni del Ministero della Salute. Qui le indicazioni.

Chi si assenta da scuola perché malato deve portare il certificato medico?

Fino al prossimo 15 marzo, per le assenze per malattia superiori a cinque giorni, serve il certificato medico per poter rientrare a scuola. La disposizione è valida per tutti, alunni e personale scolastico.

Cosa faccio se nella mia Regione non c’è l’obbligo di portare il certificato medico oltre i cinque giorni di assenza?

L’obbligo è stato ripristinato per tutti, su tutto il territorio nazionale, in deroga a qualsiasi altra disposizione.

C’è differenza – e se sì, quale – tra chiusura delle scuole e sospensione delle attività didattiche?

La chiusura delle scuole, provvedimento di esclusiva competenza delle Regioni e degli Enti Locali, comporta il divieto di accesso ai locali per tutto il personale e per gli alunni. Le assenze non devono essere giustificate, non comportano decurtazione economica o richieste di recupero. Il Dirigente Scolastico e il DSGA (Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi) possono comunque procedere, attraverso la firma in remoto, ad emettere gli atti di competenza. In casi particolari, ad esempio del personale impiegato nelle aziende agricole annesse agli istituti agrari o nei casi di deperibilità delle merci, i Dirigenti Scolastici possono procedere, con le necessarie cautele, a garantire i servizi essenziali e indifferibili.
La sospensione delle attività didattiche comporta l’interruzione delle sole lezioni. Pertanto, le scuole rimarranno aperte e i servizi erogati dagli uffici di segreteria continueranno ad essere prestati. Il Dirigente Scolastico e il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) sono tenuti a garantire il servizio ed eventuali assenze devono essere giustificate.

I provvedimenti di chiusura delle scuole o di sospensione delle attività didattiche avranno conseguenze sulla validità dell’anno scolastico e sul conteggio delle assenze degli alunni?

Le assenze degli alunni nei periodi di sospensione “forzata” delle attività didattiche non saranno conteggiate ai fini della validità dell’anno scolastico. Allo stesso modo, l’anno scolastico è comunque valido, anche qualora non dovesse raggiungere il minimo di 200 giorni previsti, in quanto si tratterebbe di una situazione dovuta a cause di forza maggiore.

I provvedimenti di chiusura delle scuole o di sospensione delle attività didattiche avranno conseguenze sulla validità del periodo di formazione e prova del personale scolastico?

I periodi di sospensione “forzata” delle attività didattiche saranno ritenuti validi a tutti gli effetti di legge ai fini del positivo compimento dei periodi di formazione e prova.

Per attivare la didattica a distanza le scuole devono aspettare indicazioni dal Ministero?

Secondo quanto disposto dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2020 i Dirigenti Scolastici delle scuole nelle quali l’attività didattica è stata sospesa per l’emergenza sanitaria possono attivare, di concerto con gli organi collegiali competenti e per la durata della sospensione, modalità di didattica a distanza, con particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità.

Il Ministero come supporterà la didattica a distanza?

Il Ministero sta integrando l’offerta di strumenti, community, chat e classi virtuali con una piattaforma interamente dedicata alla didattica a distanza, per assicurare a tutte le scuole che ne facciano richiesta la possibilità di avere gratuitamente strumenti e mezzi, garantendo il diritto allo studio a tutti.

Normativa emergenza Coronavirus

Ministero della Salute – normativa Coronavirus
Regione Veneto – normativa Coronavirus
Regione Lombardia – normativa Coronavirus
Regione Friuli Venezia Giulia – normativa Coronavirus
Regione Emilia-Romagna – normativa Coronavirus
Regione Piemonte – normativa Coronavirus
Provincia Autonoma di Trento
Regione Toscana – normativa Coronavirs
Regione Liguria – normativa Coronavirus

Concorso ordinario scuola secondaria, 24 CFU: cosa sono e a chi servono

da La Tecnica della Scuola

Si attende la pubblicazione del bando del concorso scuola 2020 secondaria per 25 mila posti, che dovrebbe avvenire a breve. E’ possibile partecipare, così come riporta l’ultima bozza di decreto ministeriale, con la laurea ed i 24 CFU. Ma cosa sono questi 24 CFUA chi servono?

24 CFU concorso scuola 2020

Prima di tutto, bisogna partire dal Decreto Legislativo n. 59/2017, che prevede per il reclutamento degli insegnanti nella scuola secondaria di primo e secondo grado, il requisito, oltre alla laurea magistrale, dei 24 Cfu nelle “discipline antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche”.

Ma quali sono nello specifico questi 24 CFU per partecipare al concorso scuola secondaria?

Ecco quali sono gli ambiti dei 24 CFU concorso scuola:

Pedagogia, Pedagogia speciale e Didattica dell’inclusione

– Esami riconosciuti in automatico: M-PED (tutti i settori scientifico disciplinari), CODD/04, ABST/59, ADPP/01

– Esami che richiedono la certificazione delle Università: ISME/01, ISME/02, ISDC/01 e ISDC/05

Psicologia

– Esami riconosciuti in automatico: M-PSI (tutti i settori scientifico disciplinari), CODD/04, ABST/58, ISSU/03, ISME/03, ISDC/01

– Esami che richiedono la certificazione delle Università: ADPP/01

Antropologia
– Esami riconosciuti in automatico: M-DEA 01, M-FIL 03, ABST/55

– Esami che richiedono la certificazione delle Università: L-ART/08, CODD/06, ISSU/01, ISSU/02, ADEA/01, ADEA/03, ADEA/04

Metodologie e Tecnologie didattiche generali

– Esami riconosciuti in automatico: M-PED 03, M-PED 04

– Esami che richiedono la certificazione delle Università: MAT/04, FIS/08, L-LIN/02, M-EDF/01, M-EDF/02, CODD/04, ABST/59, ADES/01 relativamente alla specifica area disciplinare

– Esami segnalati negli allegati B e C del DM 616 del 10 agosto 2017, divisi sulla base delle classi di concorso e che vanno certificati, come attinenti ai contenuti richiesti, dalla struttura accademica nella quale sono stati conseguiti

Attenzione: si devono possedere almeno 6 CFU/CFA in almeno tre dei quattro ambiti disciplinari previsti dal DM 616/2017.

Concorso scuola 2020 secondaria: ecco chi deve avere i 24 CFU

Per partecipare al concorso scuola secondaria, in assenza del titolo di abilitazione all’insegnamento, i candidati devono possedere i 24 Cfu in aggiunta alla laurea magistrale. E questo ricalca perfettamente le regole del reclutamento del decreto 59/2017.

Chi possiede il titolo di abilitazione all’insegnamento può accedere al concorso scuola 2020 senza i 24 CFU.

Un’altra categoria di aspiranti che possono partecipare al concorso scuola secondaria senza possedere i 24 CFU sono i docenti col diploma ITP: in questo caso, fino all’anno scolastico 2024/2025, per accedere ai concorsi, basta solo il diploma infatti.

Dove e come ottenere i 24 CFU per il concorso scuola

Le Università e gli Enti dell’AFAM hanno già istituto (e continueranno a farlo) appositi corsi per consentire l’acquisizione dei 24 crediti o di parte di essi.

Possono essere riconosciuti tutti i crediti acquisiti nei normali percorsi accademici, con esami aggiuntivi, attraverso Master di I e II livello e durante i Dottorati di ricerca o le scuole di specializzazione.

Per chi non è ancora laureato è prevista la possibilità di un semestre aggiuntivo, senza costi ulteriori, nel quale conseguire i crediti.

Possono essere acquisiti in modalità telematica un massimo di 12 crediti. In questo caso, comunque, vanno acquisiti almeno 6 crediti in almeno 3 dei 4 ambiti disciplinari.

Quanto costa acquisire 24 CFU

Chi ancora non si è laureato, potrà integrare i crediti formativi mancanti a titolo gratuito, mentre, chi è già laureato e deve integrare gli esami potrà farlo pagando al massimo 500 euro, che saranno ridotti in proporzione al reddito e al numero di crediti da conseguire.

24 Cfu, in quale università posso ottenerli?

BOZZA DEL DECRETO

Allegati al decreto

ALLEGATO A – PROGRAMMA CONCORSUALE (CLICCA QUI)

ALLEGATO C – TABELLA TITOLI VALUTABILI (CLICCA QUI)

ALLEGATO D – CORRISPONDENZA TITOLI ABILITAZIONE (CLICCA QUI)

M’illumino di meno, il 6 marzo torna la campagna di sensibilizzazione sul risparmio energetico

da La Tecnica della Scuola

Il 6 marzo 2020 si festeggia la XVI Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, al cui interno si inserisce la campagna “M’illumino di meno”, di sensibilizzazione sulla razionalizzazione dei consumi energetici, ideata dalla trasmissione radiofonica “Caterpillar” di RAI Radio 2 che, per quest’anno, è finalizzata ad aumentare gli alberi, le piante, il verde intorno a noi.

A comunicarlo è il Ministero dell’Istruzione che con nota del 2 marzo invita le scuole di ogni ordine e grado ad aderire alla campagna, piantando un albero, una pianta, un fiore, prendersene cura per crescere insieme nel verde e rendere più piacevole l’ambiente scolastico.

Sarà inoltre possibile approfondire in modo interdisciplinare la struttura, la varietà, l’importanza degli alberi per la specie umana. Potranno anche essere promosse azioni finalizzate al risparmio energetico per uno stile di vita sostenibile dell’impatto sull’ambiente; a tal scopo, può essere utile consultare il Decalogo, disponibile sul sito RAI, che raccoglie dieci semplici accorgimenti e comportamenti corretti per rendere più sostenibile la nostra vita.

Sul sito www.milluminodimeno.rai.it c’è il form di registrazione per manifestare la propria adesione alla campagna. L’hashtag per raccontare le adesioni sui social è #milluminodimeno.

Prove INVALSI 2020 e maturità: più di 2 studenti su 5 non sanno che saranno requisito di ammissione

da Tuttoscuola

Il coronavirus non ferma le prove INVALSI di quinta superiore. Si doveva partire il 2 marzo (e finire il 31 dello stesso mese) e così sarà. A confermarlo è direttamente Roberto Ricci, responsabile area prove dell’Istituto, che durante una videochat col portale Skuola.net ha sottolineato: “Il fatto che si facciano al PC ci aiuta; dove le scuole saranno aperte inizieremo come da calendario, laddove saranno chiuse recupereremo: ci sono i margini per farlo serenamente e senza affanno”. Nel frattempo, i ragazzi prossimi alla Maturità si stanno preparando psicologicamente ad affrontare le prove. A maggior ragione quest’anno. Perché il 2020 è un momento chiave per l’INVALSI: dopo il rinvio di dodici mesi fa, infatti, stavolta le prove saranno requisito per l’ammissione agli esami di Stato. Se si vuole ottenere il diploma si devono sostenere. Non c’è alternativa.

Peccato che, su questo punto, i ragazzi siano un po’ disorientati. Skuola.net ha effettuato una ricerca su 4mila maturandi alla vigilia della data di partenza, evidenziando come più di 2 su 5 ignorino questo aspetto. Il 16%, invece, appare dubbioso. Il 27% afferma addirittura con certezza che non saranno requisito di accesso all’esame. Decisamente più chiara la finalità delle prove: il 35%, correttamente, dice che servono “a valutare la qualità degli apprendimenti di ciascuno studente e quindi l’efficacia del sistema scolastico”; il 42%, pur non centrando l’obiettivo, ci si avvicina, rispondendo che “valutano il sistema scolastico su scala nazionale”; appena 1 su 10 va fuori strada (dicendo che servono a valutare studenti o insegnanti); il 12% è indeciso.

Ma gli aspetti che sembrano essere entrati di più nel DNA di quasi tutti gli studenti giunti alla fine delle scuole secondarie sono quelli legati alla struttura: l’83% sa bene che le prove saranno tre e che verteranno su argomenti di Italiano, Matematica e Inglese (quest’ultima materia divisa in due parti: reading e listening). Così come il 74% è consapevole che le prove verranno svolte al computer. E il 75% sa che per affrontare le domande dell’INVALSI non è necessario prepararsi come se fossero compiti in classe, poiché richiedono attenzione e ragionamento e non studio nozionistico.

Al limite, ci si può esercitare con le simulazioni messe a disposizione dal sito ufficiale dell’Area prove INVALSI (https://www.invalsiopen.it/): ne sono a conoscenza ben 7 maturandi su 10. Un’informazione che invece manca è che, tra le opportunità fornite dalle prove INVALSI, c’è quella di ottenere – grazie alla prova di Inglese – una certificazione delle competenze linguistiche (in lettura e comprensione) con l’indicazione del livello raggiunto (non ancora B1, B1 o B2): solo il 30% dimostra di saperlo, il 13% pensa che la certificazione ci sia ma senza l’indicazione del livello, più della metà (57%) o risponde in maniera errata o non si sbilancia proprio.

Strada abbastanza tracciata, sempre secondo i ragazzi, anche dal punto di vista organizzativo. Le informazioni di base ci sono: quasi la metà (48%) già sa che svolgerà le prove in tre giornate diverse, il 9% che ne farà due assieme e una terza in un giorno differente, il 7% che potrà completarle tutte nella stessa giornata. Il 36%, al contrario, non ha ancora ricevuto indicazioni precise.

Situazione simile per quanto riguarda la disponibilità da parte degli istituti dei PC su cui far lavorare gli studenti: il 35% dice che la sua scuola ha computer a sufficienza per far sostenere le prove INVALSI tutti assieme, per il 27% sarà necessario dividersi in turni a causa del numero ridotto di PC, appena il 4% dovrà trasferirsi in un’altra struttura. Anche se, come prima, circa 3 su 10 non hanno avuto comunicazioni in tal senso.

Comunicazioni del Presidente del Consiglio 4 marzo 2020

Misure per il contrasto al Coronavirus

“Non è la prima volta che il nostro Paese si trova ad affrontare emergenze nazionali.
Ma siamo un Paese forte, che non si arrende: è nel nostro DNA.
Stiamo affrontando la sfida del Coronavirus. Una sfida che non ha colore politico, che deve chiamare a raccolta l’intera Nazione. È una sfida che va vinta con l’impegno di tutti: cittadini e Istituzioni, scienziati, medici, operatori sanitari, protezione civile, forze dell’ordine. L’Italia, tutta, è chiamata a fare la propria parte.
Da gennaio – quando avevamo appena due casi – abbiamo subito messo in atto misure che sono apparse drastiche, ma che in realtà erano semplicemente adeguate e proporzionate a tutelare la salute dei cittadini e a contenere la diffusione del contagio.
Abbiamo sempre agito sulla base delle valutazioni del comitato tecnico-scientifico, scegliendo sempre la linea della trasparenza e della verità, decisi a non alimentare diffidenze e complottismi. La verità è l’antidoto più forte, la trasparenza il primo vaccino di cui dotarci.
Una volta adottate le prime misure di contenimento, con riguardo soprattutto alla c.d. “zona rossa”, ho ritenuto doveroso spiegare a tutti i cittadini – anche al pubblico che di solito non segue quotidianamente l’informazione politica – cosa stava accadendo.
Siamo sulla stessa barca. Chi è al timone ha il dovere di mantenere la rotta e di indicarla all’equipaggio.
Oggi torno a parlarVi per informarVi che sono in arrivo nuove misure. Dobbiamo fare uno sforzo in più. E dobbiamo farlo insieme.
Partiamo dal dato positivo: in Italia possiamo confermare che la grandissima parte delle persone contagiate guariscono senza conseguenze.
Perché allora tanta preoccupazione, vi chiederete? Perché una certa percentuale di persone contagiate necessita di un’assistenza continuata in terapia intensiva.

Questo significa che finché i numeri sono bassi, il sistema sanitario nazionale può assistere efficacemente i contagiati.
Ma in caso di crescita esponenziale, è evidente che non solo l’Italia ma nessun Paese al mondo potrebbe affrontare una simile situazione d’emergenza in termini di strutture, posti letto e risorse umane.
Per questa ragione il Ministro della Salute Speranza ha dato immediato mandato nei giorni scorsi di aumentare del 50% la disponibilità nazionale delle unità di terapia intensiva e del 100% delle unità di terapia sub-intensiva.
Ma dobbiamo essere consapevoli che, nonostante tutti gli sforzi, non è possibile potenziare le strutture sanitarie in breve tempo per cui il nostro primo obiettivo deve essere il contenimento del contagio.
Dobbiamo continuare a lavorare insieme, verso un comune obiettivo. Non dobbiamo stravolgere le nostre vite ma assume un comportamento responsabile.
▪ Dobbiamo lavare spesso le mani.
▪ Starnutiamo e tossiamo in un fazzoletto o nella piega del gomito.
▪ Manteniamo 1m di distanza nei contatti sociali.
▪ Evitiamo abbracci e strette di mano e luoghi affollati.
Da qui al 15 marzo saranno sospese le attività didattiche nelle scuole e nelle università.
E non si svolgeranno manifestazioni sportive con la presenza del pubblico, in modo da prevenire ulteriori occasioni di contagio.
Già prima dell’emergenza coronavirus avevo affermato che l’economia italiana ha bisogno di una “terapia d’urto”. È una situazione straordinaria che necessita di misure straordinarie: chiederemo all’Ue tutta la flessibilità di bilancio di cui ci sarà bisogno per sostenere le famiglie e le imprese. E l’Europa dovrà venirci dietro e sostenere questo nostro sforzo.
Appronteremo un piano straordinario di opere pubbliche e private, grandi, medie e piccole. Dobbiamo immettere nuova finanza nell’economia e realizzare le infrastrutture che servono. Per alcuni investimenti, valuteremo la possibilità di applicare il modello del Ponte Morandi. Il modello Genova ci insegna che quando il nostro Paese viene colpito, sa rialzarsi e fare squadra, per tornare più forte di prima. Lo applicheremo ovunque sia possibile. Il “modello Genova” deve diventare il “modello Italia”.
Usciremo insieme da questa situazione, da questa emergenza. Sapremo superare questa difficoltà e riaffermarci in tutto il nostro valore. Quando questa emergenza sarà terminata, volgeremo lo sguardo indietro e sono convinto che saremo orgogliosi di come un intero Paese ha affrontato con coraggio e determinazione questa emergenza, decisa a rialzare la testa.
Donne e uomini che si sono dimostrati disponibili a rinunciare a qualcosa, pur di mostrare un gesto di responsabilità verso i più fragili”.

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 4 marzo 2020

Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale. (20A01475)

(GU Serie Generale n.55 del 04-03-2020)