Accesso al pubblico impiego, cosa succede se l’insegnante non ha superato il periodo di prova

da La Tecnica della Scuola

La Sezione regionale Emilia Romagna della Corte dei conti, con deliberazione n. 15/2020, è stata recentemente chiamata a pronunciarsi sulla conformità a legge del decreto di conferimento dell’incarico di direzione presso un’Istituzione scolastica di una professoressa che precedentemente non aveva superato il periodo di prova come Dirigente scolastica.

In particolare, l’Ufficio di controllo della Sezione regionale ha richiesto di fornire chiarimenti “in riferimento alla verifica del requisito di partecipazione alla procedura concorsuale espletata, per cui il candidato ha dichiarato ’di non essere stato destituito o dispensato dall’impiego presso la pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento e di non essere stato licenziato da altro impiego statale ai sensi della normativa vigente’ […]”.

In proposito, l’art. 2, comma terzo, del d.P.R. 9 maggio 1994, n. 487, recante norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre forme di assunzione nei pubblici impieghi, impone il divieto di accesso al pubblico impiego per “coloro che siano stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero siano stati dichiarati decaduti da un impiego statale, ai sensi dell’art. 127, primo comma, lettera d) del testo unico delle disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati civili dello Stato, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3”.

Secondo la Corte, anche per il caso di un precedente licenziamento a causa del mancato superamento del periodo di prova, trova applicazione la disciplina di cui al suddetto art. 2, trattandosi di una fattispecie particolare che rientra nella categoria generale di dispensa dal servizio per persistente insufficiente rendimento.

Pertanto, la Corte dei conti ha ricusa il visto e la conseguente registrazione del provvedimento in questione.

Spunti di didattica della filosofia: il tempo e il suo limite, nello spazio e nella dura

da La Tecnica della Scuola

In queste settimane, mentre  cresce l’emergenza Coronavirus, molti si sono soffermati sul concetto di tempo. Ci ha provato, tra gli altri, Walter Veltroni sul”Corriere della sera”, che sottolinea come la condizione che stiamo vivendo impone un diverso rapporto col tempo. “Siamo diventati padroni del tempo e non siamo abituati, essendone stati schiavi, sempre di più schiavi. E il tempo ci spinge a cercarci. […] L’unità di misura del tempo non sono le ore, sono gli altri.”

Schiacciati dal tempo che appiattisce e uniforma

A me sembra che sia vero esattamente il contrario. Siamo schiacciati dal tempo, che sembra non passare mai e che viene scandito da una emergenza che appiattisce e uniforma il trascorrere delle giornate in uno spazio ristretto, che limita i nostri movimenti. Sempre più somiglia, come afferma Platone nel Timeo,”all’immagine mobile dell’eternità” perché il tempo esprime l’ordine delle cose sensibili che sono l’imitazione della realtà vera ed eterna che non cambia mai, quella delle Idee.

Aristotele, Agostino, Bergson, Kant

Il tempo, dunque, nel momento stesso in cui esprime la presenza di una relativa armonia del mondo sensibile, implica anche l’irrimediabile caducità di tutto ciò che ne fa parte. Aristotele, andando oltre Platone, individua una strettissima connessione tra il tempo e lo spazio, per cui il primo risulta definibile soltanto con esplicito riferimento al secondo. Inoltre, si presenta per la prima volta la tematica del rapporto del tempo con l’interiorità dell’anima, che verrà in seguito ampiamente sviluppata (pensiamo ad Agostino). La soluzione cui perviene Aristotele non implica una radicale interiorizzazione del tempo, ma esclude, comunque, che esso possa essere pensato senza riferimento alcuno al soggetto. E a proposito del concetto di tempo, merita di essere citato Bergson, il quale distingue, con una delle teorie più originali, tra il tempo della scienza e il tempo della vita; nell’analisi del mondo esterno la scienza non fa mai uso dell’autentico concetto di tempo, ma si limita a constatare delle simultaneità nello spazio. In questa sua opera di riduzione del tempo a spazio la scienza è perfettamente legittimata; invece, il tempo della vita è strettamente legato all’interiorità e si identifica con la durata. Che il tempo fosse riconducibile all’interiorità non era certo una novità nel panorama filosofico: da Agostino fino a Kant, che ne aveva fatto la forma del senso interno, la tematica era stata ampiamente discussa e sviscerata. Pertanto, mentre il tempo spazializzato si può rappresentare con l’immagine della collana di perle, tutte uguali e distinte tra loro, il tempo della durata, in quanto puramente e radicalmente qualitativa, trova immagine in un gomitolo di filo poiché è da attribuire a tutto il mondo vivente, se non addirittura all’intera realtà. Ciò significa, per il Nostro, che senza la coscienza, non c’è alcun tempo, nemmeno quello qualitativo e spazializzato.

Per sopravvivere fermare la vita

In queste settimane stiamo vivendo una condizione paradossale nella quale per sopravvivere dobbiamo fermare la nostra vita, comunque farla scorrere (?) molto lentamente; forse bisognerebbe  “non vivere”, giungere a una sorta di noluntas schopenhaueriana, un nulla relativo, ma al tempo stesso, secondo il filosofo di Danzica, l’unica realtà vera, interiore e assoluta.

Il limite del tempo e Kant

Infine, una riflessione sul concetto di limite, che ancora una volta ci riporta a Kant, perché in molti di fronte alla pandemia che ha colpito il Pianeta si sono interrogati sul senso della vita, sull’Aldilà, sulla “piccolezza” dell’uomo, e su tante altre questioni alle quali è sempre difficile dare risposta. A me non sembra corretto, anche in presenza di situazioni così drammatiche, giungere ad annullare il valore, il significato, il ruolo dell’umanità sulla Terra perché ciò sarebbe una forma di “nichilismo” privo di alcun fondamento, visto il progresso che la storia umana ha compiuto nei millenni. Lo studio delle civiltà del passato, e per noi quella classica in particolare, ci fa vedere lo sforzo compiuto dall’uomo per conoscere il mondo, per spiegarlo razionalmente, per mettere ordine nella realtà mediante una stretta unione di capacità tecnico-pratiche e di elaborazione intellettuale. E tutto questo è avvenuto grazie agli sforzi giganteschi e all’intelligenza straordinaria del genere umano. Certo, l’umanità è anche molto fragile, ma questo non significa, come teorizza qualcuno, che la fragilità sia la sua cifra e la sua essenza. Tra delirio di onnipotenza e annullamento esistenziale, penso che la via migliore sia quella indicata da Kant che pone nel limite il senso stesso della natura umana. Questo, il filosofo di Königsberg, lo afferma già a proposito della metafisica, definita scienza dei limiti della ragione umana: per essa, come per un piccolo paese, importa conoscere bene e mantenere i propri possedimenti, anziché andare alla cieca in cerca di conquiste. Sarà, dunque, importante stabilire i confini dell’esperienza, che non dovranno essere valicati; risulta, quindi, centrale e qualificante l’aspetto del limite, che rappresenta le “colonne d’Ercole” (pensiamo all’Ulisse di Dante) dell’umano e che ci ricordano l’impossibilità di diventare onnisciente e onnipotente. Tutto ciò non deve farci scadere in forme di scetticismo, di misticismo, di pessimismo, di nichilismo, o di qualsiasi altra concezione irrazionalistica. La condizione della specie umana è, dunque, segnata dall’essere circoscritta da limiti che, in quanto posti, vengono per ciò stesso superati (fichtniamente) <<l’uomo è l’essere confinario che non ha confini>> (G. Simmel).

Il limite secondo Bodei

Di questi problemi si era occupato, prima di morire, Remo Bodei, che in un libretto molto interessante, intitolato proprio Limite, (il Mulino, 2016), così scriveva: “I limiti ci circondano da ogni lato e sotto ogni aspetto, a iniziare dagli immodificabili dati della nostra nascita (tempo, luogo, famiglia, lingua, Stato), dall’involucro stesso della nostra pelle, dagli orizzonti sensibili, intellettuali e affettivi del nostro animo per finire con il termine ultimo della morte. […] Ma le principali civiltà contemporanee hanno davvero voluto cancellare faustianamente tutti i limiti? O sarebbe meglio sostenere che alcuni li hanno semplicemente spostati in avanti, altri li hanno messi ai margini o li hanno, per così dire, costretti a entrare in clandestinità, altri ancora li hanno addirittura riproposti, rivendicati e perfino violentemente rafforzati mediante la restaurazione dogmatica di fedi, mentalità e comportamenti del passato (come nel caso dell’applicazione letterale della sharìa, che significa, appunto, ritorno alla <<strada battuta>>)?”.

Salvatore Distefano

Nota 24 marzo 2020, AOODGPER 6904

Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Direzione generale per il personale scolastico

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Al Direttore Generale del Dipartimento Istruzione della Provincia Autonoma
TRENTO
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle Località Ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente Studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA
e p.c. Al Ministero degli Affari Esteri Direzione Generale Promozione Sistema Paese
ROMA
All’Assessore alla P.I. della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA
All’Assessore alla P.I. della Regione Siciliana PALERMO
Al Presidente della Giunta Provinciale di BOLZANO
Al Presidente della Giunta Provinciale di TRENTO

OGGETTO: Mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’ a.s. 2020/21: trasmissione dell’Ordinanza Ministeriale relativa alla mobilità del personale della scuola e dell’Ordinanza Ministeriale relativa alla mobilità degli Insegnanti di Religione Cattolica a seguito della sottoscrizione definitiva del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo relativo al personale docente, educativo ed A.T.A. sottoscritto in data 6 marzo 2019, certificato in data 4 marzo 2019 dal Dipartimento della Funzione Pubblica.


Nota 24 marzo 2020, AOODPPR 510

NB: Il Ministero dell’Istruzione informa che

Si comunica che per mero errore materiale è stata inviata la nota n. 510 del 24.03.2020
Si prega di non tenere conto della stessa atteso che è stata inviata priva di alcuni contenuti in fase di elaborazione e mancante di allegati.


Ministero dell’Istruzione
Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali

Alle istituzioni scolastiche ed educative LORO E-MAIL
Ai Revisori dei conti delle istituzioni scolastiche ed educative statali LORO E-MAIL
e, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali LORO E-MAIL
Alle OO.SS. LORO E-MAIL

Oggetto: D.L. 17 marzo 2020, n. 18, recante “Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” – Indicazioni operative per le Istituzioni scolastiche ed educative


In relazione all’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del COVID-19, il Governo è intervenuto con il D.L. 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. “Cura Italia”) attraverso l’adozione di specifiche misure in diversi settori, con particolari previsioni anche nei confronti delle Istituzioni scolastiche.

Al fine di supportare le Istituzioni scolastiche nella gestione delle attività in un momento di estrema contingenza, la presente nota intende fornire alcune prime indicazioni essenziali rispetto all’applicazione del Decreto, in particolare, sulle seguenti disposizioni afferenti al sistema scolastico:

  1. pulizia straordinaria degli ambienti scolastici (art. 77);
  2. differimento dei termini amministrativo-contabili (art. 107);
  3. strumenti per la didattica a distanza (art. 120).

Avviso 24 marzo 2020, AOODGSIP 1125

agli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Italiana di BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Tedesca di BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Ladina di BOLZANO
alla Provincia di Trento Servizio Istruzione TRENTO
alla Sovrintendenza Agli Studi per la Regione Autonoma della Valle D’Aosta AOSTA
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado LORO SEDI

Oggetto: Concorso Dantedì, nuove indicazioni per la presentazione degli elaborati.

In considerazione delle disposizioni riguardanti l’emergenza epidemiologica COVID-19 e delle numerose richieste pervenute dalle istituzioni scolastiche che intendono continuare a lavorare al concorso in oggetto con la didattica a distanza, si comunica che sarà possibile presentare gli elaborati per il concorso Dantedì, trasmesso con nota 586 del 10/02/2020, oltre i termini di scadenza previsti e fino a nuova comunicazione.
Nuove modalità e tempi di premiazione degli elaborati presentati dalle istituzioni scolastiche saranno comunicati non appena definiti.

IL DIRIGENTE

Leonardo FILIPPONE