Adozioni dei libri di testo, atto unilaterale dei dirigenti per la conferma

da La Tecnica della Scuola

Il Decreto Legge 22 del 8 aprile 2020, all’art. 2 c. 4 lett. d, prevede che il Ministro possa definire con propria ordinanza “l’eventuale conferma, per l’anno scolastico 2020/2021, dei libri di testo adottati per il corrente anno scolastico, in deroga a quanto previsto agli articoli 151, comma 1, e 188, comma 1, del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297”.

In proposito, oggi, 14 maggio, il Direttore generale della direzione ordinamenti scolastici, dott. Palermo, ha fornito una preventiva informazione alle OO.SS. in merito alla prossima ordinanza.

Secondo quanto riporta la FLC CGIL, l’ordinanza in via di emanazione dovrebbe prevedere il mantenimento dei libri di testo, evitando così tutte le attività ordinariamente connesse alla procedura di adozione dei libri di testo, come le visite dei rappresentanti presso gli edifici scolastici, le riunioni dei docenti che prendono visione dei volumi, la convocazione dei Collegi dei docenti per le necessarie deliberazioni.

L’ordinanza, mantenendo le prerogative degli organi collegiali, potrà prevedere entro l’8 giugno due diverse procedure:

  1. la conferma di tutti i testi attualmente in adozione mediante un atto unilaterale di natura dichiarativa da parte del dirigente scolastico;
  2. la nuova adozione, deliberata dal Collegio dei Docenti, per casi particolari quali le prime classi del secondo triennio degli istituti professionali che sono stati interessati dalla recente riforma o le classi di indirizzi di nuova istituzione o per la sostituzione dei testi che sono usciti fuori catalogo.

Le comunicazioni delle adozioni dovranno avvenire entro il 22 giugno 2020  tramite l’utilizzo del sito www.adozioniaie.it.

Nell’ordinanza saranno riportate altre disposizioni, così come riassunte dalla FLC CGIL:

  1. il collegio dei docenti può adottare, con formale delibera, libri di testo ovvero strumenti alternativi, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e con il limite di spesa stabilito per ciascuna classe di corso
  2. le scuole possono elaborare direttamente materiale didattico digitale. L’elaborazione di ogni prodotto è affidata ad un docente supervisore che garantisce, anche avvalendosi di altri docenti, la qualità dell’opera sotto il profilo scientifico e didattico.
  3. I dirigenti scolastici dovranno richiedere ai centri di produzione specializzati la trascrizione e la stampa in braille dei testi scolastici necessari per gli alunni non vedenti o ipovedenti.

In merito all’ordinanza, il Sindacato ha sollevato in particolare una critica riguardo alla possibilità che l’amministrazione vorrebbe dare ai dirigenti scolastici di produrre un atto unilaterale per la conferma dei libri di testo, senza la delibera di ratifica da parte del Collegio dei docenti.

Non riteniamo – scrive FLC CGIL – assolutamente opportuno produrre ulteriore confusione e “velocizzazione” delle procedure collegiali, scavalcando democratiche modalità di conduzione delle scuole. Ci aspettiamo, ora che la Ministra consulti il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione per il previsto parere e auspichiamo, quindi, una modifica della bozza dell’ordinanza in senso maggiormente rispettoso del ruolo degli Organi collegiali”.

Maturità, pronto il protocollo di sicurezza: a breve sarà reso noto

da La Tecnica della Scuola

Il Protocollo di sicurezza per la maturità “è praticamente pronto e sarà reso noto a breve”. Lo assicurano fonti del Ministero dell’Istruzione in merito al parere espresso dal Consiglio superiore della Pubblica Istruzione.

Il lavoro sul Protocollo “va avanti da giorni insieme al Comitato tecnico-scientifico del Ministero della Salute e consentirà di svolgere la maturità in sicurezza. Si tratta di regole chiare, attuabili, che tuteleranno studenti e docenti”.

Un pacchetto di misure che “tengono conto anche delle sollecitazioni arrivate dai sindacati incontrati nei giorni scorsi”.

Ieri la Ministra Azzolina, chiudono dal Ministero, ha ricordato in Parlamento, durante un’audizione in commissione, che il Comitato tecnico-scientifico ha già autorizzato lo svolgimento della maturità “ritenendo – ha detto la Ministra – che possa svolgersi, appunto, nelle scuole, garantendo gli standard di sicurezza”.

Stop al voto alla primaria, niente elaborato per la “maturità”: lo chiede il CSPI

da La Tecnica della Scuola

La riunione plenaria in videoconferenza del CSPI è durata più di 12 ore, ma alla fine un risultato c’è stato: il Consiglio superiore della pubblica istruzione ha dato il proprio parere sulle bozze di ordinanza relative agli esami di Stato del I e del II ciclo e alla valutazione finale nelle classi intermedie.
Il Consiglio ha esaminato diversi punti critici chiedendo alla Ministra Azzolina modifiche importanti.

Per quanto concerne l’esame del II ciclo (la cosiddetta “maturità”) la discussione si è concentrata in particolare sul problema della sicurezza: un certo numero di membri del Consiglio (soprattutto quelli provenienti dalla regioni più colpite come per esempio la Lombardia) ha insistito sulla proposta di formulare esplicitamente alla Ministra la richiesta che l’esame si svolga a distanza.

Alla fine nel parere approvato sono stati però evidenziati i molteplici problemi (non ultimi quelli di natura legale) ai quali si andrebbe incontro nel caso in cui gli esami si dovessero svolgere in presenza.

Sempre secondo il CSPI, verrebbe alleggerito il carico di lavoro per gli studenti: non ci sarebbe quindi nessun elaborato riferito ai contenuti relativi alle materie di indirizzo; l’esame si ridurrebbe ad un colloquio basato semplicemente su un argomento, un tema, un problema proposto prima dell’avvio degli orali e discusso in sede di colloquio. A quel punto verrebbero eliminati anche gli elaborati multimediali su PCTO e su Cittadinanza e Costituzione.
Un’altra modifica importante richiesta dal CSPI riguarda gli esami di idoneità per i privatisti che, in base alla autonoma valutazione di ogni singola istituzione scolastica, potrebbero iniziare anche in data diversa dal 10 luglio, come invece previsto nella bozza di ordinanza.

Per il primo ciclo il CSPI chiede l’abolizione dell’obbligo di presentazione dell’elaborato entro il 30 maggio; gli studenti avranno tempo anche nei giorni successivi. Dopo la data del termine delle lezioni si svolgerebbero i colloqui e successivamente gli scrutini per formalizzare l’esito del colloquio e ad assegnare le votazioni finali.

Per quanto concerne la scuola primaria il CSPI ha chiesto alla Ministra di soprassedere sull’obbligo di usare il voto numerico nel documento di valutazione finale e di lasciare libertà alle scuole di servirsi di giudizi descrittivi complessivi.

Libri di testo alla primaria, il decreto con i prezzi per l’a.s. 2020/2021

da La Tecnica della Scuola

Il M.I. ha pubblicato il decreto di determinazione dei prezzi di copertina dei libri di testo della scuola primaria per l’anno scolastico 2020/2021.

I nuovi prezzi tengono conto del tasso di inflazione programmata per l’anno 2020, pari allo 0,8%, e sono indicati nella tabella A allegata al decreto:

Classe Libro della prima classe Sussidiario Sussidiario dei linguaggi Sussidiario delle discipline Religione Lingua straniera
1a €12,04 €7,40 €3,64
2a €16,88 €5,44
3a €24,11 €7,27
4a €15,59 €19,37 €7,40 €7,27
5a €18,92 €22,57 €9,09

Didattica a distanza, in che misura gli studenti e le scuole sono preparati?

da La Tecnica della Scuola

L’Invalsi ha reso disponibile sul proprio sito la versione italiana del documento OCSE “L’apprendimento a distanza quando le scuole sono chiuse: in che misura gli studenti e le scuole sono preparati?. Spunti dall’indagine PISA”.

L’impatto della crisi legata al Covid-19 giunge in un momento in cui la maggior parte dei sistemi di istruzione che rientrano nell’ultima edizione dell’indagine PISA dell’OCSE non è ancora in grado di cogliere le opportunità offerte dal mondo dell’apprendimento digitale. Il documento riporta dei numeri che devono fare riflettere.

Innanzitutto, lo studio rileva che in media, nei paesi OCSE, il 9% degli studenti quindicenni non ha nemmeno un luogo tranquillo per studiare nella propria casa; in Indonesia, Filippine e Thailandia il dato riguarda più del 30% degli studenti.

Ma non è tuto: se in Danimarca, Slovenia, Norvegia, Polonia, Lituania, Islanda, Austria, Svizzera e Olanda, più del 95% de­gli studenti riferisce di avere a disposizione un computer da utilizzare per studiare a casa, in Indonesia, tuttavia, ciò riguarda solo il 34% degli studenti. Anche in questo caso tendono ad esserci divari molto ampi tra gruppi socio-economici. Ad esempio, nelle scuole socio-economicamen­te avvantaggiate degli Stati Uniti, in pratica ogni quindicenne ha un computer che può utilizzare per lo studio a casa, ma nelle scuole svantaggiate ciò è vero soltanto per tre studenti su quattro; in Perù questo dato riguarda l’88% di studenti nelle scuole avvantaggiate contro appena il 17% nelle scuole svantaggiate.

Un altro dato riguarda la connessione ad Internet, indispensabile per l’apprendimento online. Anche in questo caso, ci sono paesi nei quali l’accesso a Internet da casa è quasi universale, mentre altrove esso riguarda appena la metà dei quindicenni. In Messico, il 94% dei quindicenni che proviene da un contesto avvantaggiato ha una connessione Internet nella propria casa, in confronto ad appena il 29% di quelli che provengono da un contesto svantaggiato.

Per quanto concerne la dotazione tecnologica delle scuole, nella media dei paesi OCSE, per ogni studente quindicenne c’è all’incirca un computer disponibile a scuola per scopi educativi. Ci sono Paesi come Austria, Islanda, Lussemburgo, Macao (Cina), Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti, in cui il rapporto tra compu­ter e studenti è di 1,25 o superiore, mentre in Albania, Brasile, Grecia, Kosovo, Montenegro, Marocco, Turchia e Vietnam c’è soltanto un computer disponibile ogni quattro studenti (con un rapporto pari a 0,25) o meno.

Per quanto riguarda infine la preparazione degli insegnanti, in media, nei paesi OCSE, il 65% dei quindi­cenni è iscritto in scuole i cui dirigenti scolastici ritengono che i loro insegnanti abbiano le competenze tecniche e pedagogiche necessarie per integrare i dispositivi digitali nelle pratiche di insegnamento.

Tale dato oscilla da poco meno del 90% nelle quattro province cinesi a poco più del 10% in Giappone. Il quadro è simile per quanto attiene alla disponibilità di risorse professionali efficaci per consentire ai docenti di imparare ad utilizzare i dispositivi digitali. Circa il 55% degli studenti erano in scuole nelle quali gli insegnanti beneficiano di incentivi per integrare i dispositivi digitali nelle loro pratiche di insegnamento, o sono sufficientemente affiancati da personale tecnico qualificato.

Azzolina: “La scuola è davvero al centro dell’azione del Governo”

da La Tecnica della Scuola

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in una nota, commenta così il decreto legge “Rilancio” che destina misure anche per la scuola: “Con il decreto #Rilancio approvato ieri lo abbiamo dimostrato concretamente: investiamo 1 miliardo e 450 milioni di euro per far rientrare a scuola studenti e insegnanti, a settembre, in sicurezza, per la digitalizzazione e l’innovazione, per lo svolgimento degli Esami di Stato del secondo ciclo in presenza e con tutte le misure necessarie per tutelare la salute di candidati e docenti. Stiamo lavorando sull’emergenza, ma con lo sguardo rivolto anche al futuro”.

RECLUTAMENTO – “Investiamo, poi, sugli insegnanti, sulla loro stabilizzazione: avremo 16mila posti in più per i concorsi da aggiungere ai 62mila già banditi, per un totale di 78mila nuove assunzioni. Far ripartire il reclutamento è essenziale per dare una maggiore stabilità al sistema di istruzione e più certezze, qualità e continuità didattica ai nostri studenti. Sono risultati che dimostrano, come ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ringrazio, che la scuola è tornata realmente al centro. Come è giusto che sia. È uno degli assi portanti del Paese. È a scuola che si costruisce il futuro. E, finalmente, sulla scuola si investe e non si risparmia. Come non succedeva da anni”, conclude la nota.

Decreto legge Rilancio, le misure per la scuola

Il decreto stanzia quasi 1,5 miliardi per far ripartire la scuola e porta una buona notizia per la stabilizzazione dei precari con la creazione di 16 mila posti in più per il ruolo di docente a settembre, per un totale di 32 mila posti aggiuntivi all’avvio del nuovo anno scolastico. Metà delle nuove assunzioni saranno fatte attraverso il concorso ordinario; altre 8 mila attraverso concorso straordinario. Per assicurare la ripresa dell’attività in condizioni di sicurezza aumenta di 331 milioni il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche.

Maturità 2020: semplificazione del colloquio e misure di sicurezza. Il parere del CSPI

da Tuttoscuola

Nella bozza di ordinanza sugli esami di maturità sono previsti alcuni interventi per i quali il CSPI nella seduta plenaria per l’espressione di parere, ha proposto alcune integrazioni. Per il colloquio finale (art. 17 della bozza di OM) il CSPI propone una complessiva semplificazione, prevedendo la discussione di un argomento assegnato entro la fine delle lezioni.

Leggi il parere del CSPI sull’esame di Maturità

Il colloquio prosegue con l’accertamento da parte della commissione della capacità del candidato di argomentare in modo critico e personale utilizzando le conoscenze acquisite nelle diverse discipline oggetto di studio nell’ultimo anno del corso di studi, le esperienze di PCTO svolte e le conoscenze e competenze maturate nell’ambito delle attività relative a “Cittadinanza e Costituzione”.

Il CSPI propone pertanto di cancellare dal testo del citato art. 17 di ordinanza i seguenti punti:

  1. c) analisi, da parte del candidato, del materiale scelto dalla commissione ai sensi dell’articolo 16, comma 3;
  2. d) esposizione da parte del candidato, mediante una breve relazione ovvero un elaborato multimediale, dell’esperienza di PCTO svolta nel corso del percorso di studi;
  3. e) accertamento delle conoscenze e delle competenze maturate dal candidato nell’ambito delle attività relative a “Cittadinanza e Costituzione”.

Rimette in particolare al dirigente scolastico dell’istituto in cui si svolgono gli orali dell’esame la decisione per assumere adeguate misure d’intervento per la sicurezza.

In subordine rimette le decisioni al presidente della Commissione.

“Art. 26 b) Qualora il dirigente scolastico prima dell’inizio della sessione d’esame – o, successivamente il presidente della commissione – ravvisi l’impossibilità di applicare le misure di sicurezza stabilite dallo specifico protocollo nazionale di sicurezza per la scuola, comunica tale impossibilità all’autorità competente indicata nel protocollo di sicurezza per l’esame di stato, per le conseguenti valutazioni e decisioni”.

Terza media: scrutinio finale ed esame vanno tenuti distinti. Il parere del CSPI su ordinanza

da Tuttoscuola

Nella premessa al parere che oggi il CSPI ha espresso sulla bozza di Ordinanza ministeriale sugli esami di Stato per il primo ciclo vengono confermate tutte le riserve sul dubbio di costituzionalità che il decreto legge 22/2020 sulla scuola ha previsto in merito.

Leggi il parere del CSPI sull’esame di terza media

Scrive infatti il Consiglio Superiore: “Pur nella consapevolezza che le ordinanze in esame applicano il dettato del decreto legge sopra richiamato e non ancora convertito in legge, non si ritiene superfluo evidenziare che l’art. 1, comma 4, lettera b) del decreto legge dispone ‘la sostituzione dell’esame di stato conclusivo del primo ciclo di istruzione con la valutazione finale da parte del consiglio di classe’, in contrasto con l’art. 33, comma 5, della Costituzione che, prescrivendo un esame di stato per l’ammissione al ciclo successivo di scuola, induce a presumere che lo scrutinio finale e l’esame di stato debbano essere tenuti distinti e non assemblati, alla stregua di quanto prevede l’art. 2 dell’O.M. in esame che fa coincidere l’esame di stato con la valutazione finale da parte del Consiglio di Classe, includendo nella stessa anche la valutazione dell’elaborato del candidato”.

Scrutinio finale ed esame, dunque, non assemblati ma tenuti distinti.

L’Ordinanza però non può tenerne conto, se il decreto legge resta confermato nella formulazione originaria.

Soltanto un emendamento correttivo approvato dal Parlamento (il Senato sta per pronunciarsi in merito) potrebbe modificare quella disposizione.

In questo caso l’Ordinanza dovrebbe essere modificata e riscritta, arrivando alle scuole quasi all’ultimo momento. Forse con un po’ di affanno. Meglio tardi che mai.

Ordinanza valutazione: niente voti in decimi nella primaria, ma giudizi. Il parere del CSPI

da Tuttoscuola

Giudizi e non voti per gli alunni di scuola primaria. È questo il parere espresso questa mattina dal CSPI sulla bozza di ordinanza ministeriale sulla valutazione finale degli alunni dei diversi ordini e gradi di scuola.

Leggi il parere del CSPI sulla valutazione

La motivazione di questo parere è stata precisata nella introduzione al parere vero e proprio con queste considerazioni: “Relativamente alla valutazione degli alunni della scuola primaria, tenuto conto che la situazione emergenziale ha particolarmente penalizzato l’apprendimento degli alunni per i quali l’interazione in presenza con i docenti di classe costituisce un elemento determinante nei processi di apprendimento, in misura maggiore di quanto non lo sia negli altri gradi di scuola, si ritiene che nell’ordinanza possa essere previsto che la valutazione finale degli apprendimenti sia espressa attraverso un giudizio riportato nel documento di valutazione, tenuto conto della possibilità di derogare all’art, 2, comma 2, del d.lvo 62/2017 che dispone nel primo ciclo l’attribuzione della votazione espressa in decimi”.

Conseguentemente al comma 3 dell’articolo 3 della bozza di ordinanza, il CSPI propone:

“Nella scuola primaria la valutazione finale degli apprendimenti delle alunne e degli alunni per ciascuna delle discipline di studio previste dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo, è espressa attraverso un giudizio articolato che evidenzi il percorso di apprendimento e i risultati raggiunti in termini di autonomia e sviluppo sia a livello generale che nelle discipline che sono state oggetto di insegnamento”.

Decreto rilancio: i posti di concorso aggiunti aprono a nuovi scenari

da Tuttoscuola

Nella serata dello scorso 13 maggio il decreto rilancio ha avuto il lascia passare del Consiglio dei Ministri. I nuovi 16 mila posti che andranno ad aggiungersi a tutti quelli previsti dai recenti bandi aprono uno scenario interessante. A beneficiarne sarà soprattutto il concorso straordinario della secondaria che, disponendo ora di 32 mila posti complessivi, apre migliori prospettive per i candidati.

Infatti, se saranno confermate le previsioni di circa 70-75 mila candidati potenziali che si iscriveranno al concorso (requisito minimo tre anni di servizio nelle scuole statali, di cui uno prestato nella classe di concorso scelta), vi sarebbe la probabilità di quasi un vincitore ogni due candidati.

Gli altri ottomila mila posti andranno ai concorsi ordinari di infanzia, primaria e secondaria di I e di II grado in quantità distribuita non definita.

Per tutti i concorsi si apre un interrogativo: come, dove e quando verranno assegnati quei nuovi 16 mila posti? Sono possibili diverse ipotesi che in questo momento sono probabilmente già al vaglio dei funzionari ministeriali.

Potrebbe esserci una semplice ridistribuzione dei posti, in proporzione a quelli già messi a bando (per lo straordinario potrebbe esserci la maggiorazione di un terzo, secondo il rapporto di 8 mila su 24 mila); oppure potrebbe esserci un potenziamento di alcune classi di concorso con possibile assegnazione di posti in settori o in regioni che ne sono privi (la scuola dell’infanzia, ad esempio, potrebbe ricevere l’assegnazione di posti in alcune regioni che nell’attuale bando ne sono prive).

Quando si saprà qualcosa di più preciso?

È augurabile che il ministero, non appena sarà pubblicato il decreto legge ‘Rilancio’, possa provvedere ad integrare gli allegati ai bandi in suo possesso, senza dover mettere mano ai bandi stessi già pubblicati in Gazzetta Ufficiale e che possa rendere pubblica la nuova mappa integrata dei posti immediatamente e, comunque, entro il termine di presentazione delle domande per la partecipazione al concorso (3 luglio per lo straordinario e il 31 luglio per gli ordinari).

Didattica a distanza: di necessità virtù

da Tuttoscuola

di Graziella Bianco

La Pandemia ha investito e portato scompiglio nel sistema scolastico, ma soprattutto in quelle residue realtà in cui si guardava al passato statico ed autoreferenziale e proprio in queste realtà la vecchia tradizione dell’insegnamento-apprendimento verticale è venuta meno: la pura trasmissione della conoscenza ha vacillato quando ha dovuto fare i conti con la DaD.

L’ autoritarismo di alcuni docenti si è appannato. Sono stati smantellati alcuni “fortini” della vecchia didattica riamasti ancora in piedi. Il sistema di insegnamento-apprendimento ha dovuto velocemente rigenerarsi rinascendo come la Fenice dalle sue ceneri. La cosa incredibile è che questa nuova Fenice è molto più interessante della precedente ed ha messo in moto quella parte sopita di professionalità di alcuni docenti creando nuove buone pratiche, scuotendo dal torpore coloro che insegnavano allo stesso modo da 20 anni. Ora siamo tutti ricercatori e sperimentatori, stanchi, ma entusiasti.

È nata una comunità educante più forte, più dinamica e decisa a non soccombere in questa emergenza. Tutto il desiderio di stare vicini agli alunni è venuto fuori mostrando una classe docente pronta a tutto, etica, infaticabile e fortemente professionale. Tutti hanno sperimentato le tecnologie per raggiungere gli alunni e ricostituire la propria classe, anche se a distanza, anche se con tante incertezze nel modo di agire. Presi in questo vortice, catturati dal clima della meta percezione reciproca, gli alunni hanno dimenticato l’incertezza e si sono gettati anche loro in questa nuova avventura.

La risposta della scuola è stata forte e chiara: noi ci siamo e siamo una comunità educante e procederemo insieme come sempre al fianco dei nostri ragazzi e non importa se è cambiato l’ambiente di apprendimento…. noi ci siamo e ci saremo. Tutti i nodi sono venuti al pettine e tutto quello che qualcuno aveva ignorato dell’innovazione didattica si è presentato prepotentemente come una conditio sine qua non per poter proseguire:

– Le tecnologie come luogo di apprendimento ed opportunità di conoscenza
– L’approccio empatico con gli alunni necessario per poterli “raggiungere”
– La valutazione autentica ed orientativa
– La valorizzazione delle competenze accanto alle conoscenze
– Il linguaggio chiaro e la lezione coinvolgente
– Il protagonismo degli alunni e il ruolo di docente coach

Non tutto è andato per il meglio, non tutto è perfetto, ma quello che c’è da riconoscere è che proprio tutti si sono messi in gioco per essere adeguati alla situazione: corsi di formazione, riorganizzazione dell’organizzazione scolastica, tavole rotonde e convegni, la disponibilità di sistemi come Google Suite e MICROSOFT Team per la gestione di video lezioni e classi virtuali. Su alcuni punti focali è stato necessario fermarsi a riflettere e concordare soluzioni: la necessità di adottare una modalità empatica di comunicare con gli alunni nella DaD e come valutare e come valorizzare le competenze ma soprattutto che tipo di docente devo essere? Di cosa hanno bisogno “ora” gli alunni? In una lezione a distanza è necessario creare un clima fortemente inclusivo e motivante.

Il primo passo è stato rassicurare gli alunni e dare a loro un metodo di studio. E’ stato necessario renderli il più possibile protagonisti della lezione e autonomi nello studio. La classe capovolta si è rivelato sicuramente un metodo molto adeguato, infatti gli alunni leggono/studiano prima della video lezione, poi insieme come se fossero in presenza approfondiscono, si confrontano, fanno esercizio, chiedono chiarimenti e esercitano la Peer Education. Quest’ ultima ha mantenuto vivo il senso di appartenenza e collaborazione che genera dinamiche emotivo-affettive inclusive e attive che sono fondamentali a supporto soprattutto dei ragazzi più in difficoltà, ma che ha anche il pregio di portare alla luce tutte le qualità di cura (=mi prendo cura di te) dei tutor, il loro spirito di iniziativa, la capacità di problem solving a supporto della comunità. Il modo di approcciarsi alla classe virtuale si poggia ancora di più sulla costruzione della fiducia e della stima reciproca, il docente autorevole è colui che è riconosciuto dalla classe per il suo ruolo e la sua professionalità ma anche per la sua umanità e comprensione. Colui che stimola la crescita personale, il coach.

La valutazione autentica è stata necessariamente valorizzata ed è diventa un tesoro tutto da scoprire in cui le competenze sono protagoniste, senza nulla togliere all’acquisizione delle conoscenze. Si tenta ora ancora di più di valutare/valorizzare l’alunno a 360 gradi. Il feedback diventa indispensabile per orientare e motivare gli alunni. La valutazione puntuale, trasparente e comunicata fa da motore per l’autoconsapevolezza dei ragazzi e li sostiene nell’autoformazione e nell’individuazione del proprio stile di apprendimento. Ovunque sono nate buone pratiche che vanno studiate, condivise, messe a regime, capitalizzate e non perse.

La Scuola Italiana si è rivelata in tutta la sua forza, lo spessore professionale dei docenti ha avuto il sopravvento sulla paura e sul pericolo di perdere il contatto con gli alunni. Tutti insieme abbiamo dimostrato che si può costruire eccellenza anche in una situazione di emergenza, ognuno con le proprie armi e il proprio ruolo: gli studenti, le famiglie, la scuola, la formazione, le istituzioni.

Comunicato INAIL 15 maggio 2020

L’infortunio sul lavoro per Covid-19 non è collegato alla responsabilità penale e civile del datore di lavoro

Il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa

In riferimento al dibattito in corso sui profili di responsabilità civile e penale del datore di lavoro per le infezioni da Covid-19 dei lavoratori per motivi professionali, è utile precisare che dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro.

Sono diversi i presupposti per l’erogazione di un indennizzo Inail per la tutela relativa agli infortuni sul lavoro e quelli per il riconoscimento della responsabilità civile e penale del datore di lavoro che non abbia rispettato le norme a tutela della salute e sicurezza sul lavoro. Queste responsabilità devono essere rigorosamente accertate, attraverso la prova del dolo o della colpa del datore di lavoro, con criteri totalmente diversi da quelli previsti per il riconoscimento del diritto alle prestazioni assicurative Inail.

Pertanto, il riconoscimento dell’infortunio da parte dell’Istituto non assume alcun rilievo per sostenere l’accusa in sede penale, considerata la vigenza in tale ambito del principio di presunzione di innocenza nonché dell’onere della prova a carico del pubblico ministero. E neanche in sede civile il riconoscimento della tutela infortunistica rileva ai fini del riconoscimento della responsabilità civile del datore di lavoro, tenuto conto che è sempre necessario l’accertamento della colpa di quest’ultimo per aver causato l’evento dannoso.

Al riguardo, si deve ritenere che la molteplicità delle modalità del contagio e la mutevolezza delle prescrizioni da adottare sui luoghi di lavoro, oggetto di continuo aggiornamento da parte delle autorità in relazione all’andamento epidemiologico, rendano peraltro estremamente difficile la configurabilità della responsabilità civile e penale dei datori di lavoro.