Concorsi docenti, Azzolina: non sono la ministra dei “quiz”, ma una prova selettiva va fatta

da La Tecnica della Scuola

I concorsi riservati, con prova computer based a risposta chiusa, quella che oggi viene liquidata dal Pd come una verifica “a crocette”, discendono dal Decreto Legge Scuola del dicembre scorso votato dalla stessa maggioranza parlamentare, dopo lunga mediazione, che ora le mette in discussione: i test a risposta multipla non li ha inventati il ministero e nemmeno la ministra dell’Istruzione. La sottolineatura è della ministra Lucia Azzolina, nel giorno della verità sul concorso per titoli con il premier Giuseppe Conte, costretto a mediare su una situazione complessa che se non risolta potrebbe portare problemi di stabilità allo stesso Governo.

I test a quiz sono stati firmati da Fioramonti

Fonti vicine alla ministra Lucia Azzolina, sostengono che è legittimo rivedere le proprie posizioni su come assumere i docenti precari, come ha fatto il Pd, ma è anche bene ricordare che “non sono il M5S o la Ministra a volere per forza le crocette. Quelle prove sono in un decreto firmato dal ministro Fioramonti e mediato in Parlamento. Se si vuole cambiare idea, quel che chiede la ministra è di mantenere comunque una forma selettiva. Questo, a fronte delle proposte che sono arrivate di selezione per soli titoli”.

Sembra trovare spazio anche nelle fonti vicine alla ministra l’ipotesi della Tecnica della Scuola di individuare i precari da assumere, per poi formarli e prevedere però anche un colloquio finale (con possibilità di essere fermati ad un passo dal ruolo) al termine dell’anno di prova.

Da viale Trastevere si definisce poi “quantomeno parziale” la definizione “Ministra dei quiz“, fatta ieri dalla presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini, nell’auspicare che Lucia Azzolina “alzerà bandiera bianca”.

La selezione anche semplificata

La ministra, replicano sempre le fonti a lei vicine, “ha sempre solo detto: vogliamo che ci sia selezione, la legge in vigore prevede quella prova; siamo in grado di farla e di farla nei tempi previsti per poter assumere. Ha dato quindi garanzie sulla fattibilità”.

“Se la maggioranza parlamentare vuole cambiare metodo la richiesta chiara della ministra e del Movimento 5 Stelle è che non si può andare per soli titoli e serve una forma di selezione. Semplificata, che tiene conto, come fa il bando, del servizio pregresso, ma serve”.

La stessa ministra Lucia Azzolina ha offerto una mediazione a chi si è opposto in modo netto al concorso riservato con verifica individuale: “se il problema è la paura del Covid, si può fare il concorso durante i prossimi mesi, ma con prova sempre selettiva, uno scritto”.

Anche per rispetto di chi i concorsi li ha superati

L’intransigenza, sostengono dall’entourage della ministra Lucia Azzolina, non è mai giunta dalla responsabile del dicastero dell’Istruzione: “nessuno si impunta sulle crocette ma, questo sì, la linea della ministra è tenere fede all’accordo condiviso fin da dicembre con la maggioranza e cioè di garantire un minimo di selezione”.

“Lo ha ricordato, di recente, il deputato Alessandro Fusacchia, anche per rispetto – concludono – di tutti coloro che in questi anni sono entrati a scuola facendo i concorsi”.

Azzolina: necessario tornare a scuola a settembre

da La Tecnica della Scuola

Dopo le proteste di migliaia di docenti, genitori e alunni, la ministra Azzolina annuncia: necessario tornare a scuola a settembre 
“Condivido la necessità di quanti chiedono di tornare tra i banchi a settembre. È una priorità per il governo. Come già detto più volte siamo al lavoro insieme al Cts per la ripresa delle lezioni in presenza e in sicurezza a settembre”, scrive su Twitter.

Le priorità della scuola

“Sono contento che la prima manifestazione civile e politica dopo la fine del lockdown sia per dare “Priorità alla Scuola” – commenta su Facebook il sottosegretario all’istruzione Peppe De Cristofaro -Una manifestazione che vede insieme studenti, famiglie e docenti oggi pomeriggio in decine di piazze italiane, anche se giustamente distanziati e protetti, e che spero apra quel dibattito pubblico in Italia necessario per ridare centralità all’istruzione e alla formazione delle giovani generazioni nel sistema Paese”.

La Scuola in Tivù – Istruzione degli adulti

Ministero dell’Istruzione e Rai aprono in tv una nuova “aula”, dedicata agli iscritti ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA). Un progetto nato per non lasciare indietro nessuno.

Da lunedì 25 maggio prende il via “La Scuola in Tivù – Istruzione degli adulti”. La trasmissione andrà in onda su Rai Scuola (canale 146) dal lunedì al venerdì alle 11.00 e, in replica, alle 16.00 e alle 21.00. Un percorso didattico di 30 puntate organizzato su quattro assi culturali (dei linguaggi, matematico, storico-sociale e scientifico-tecnologico): 22 lezioni, una per ciascuna delle competenze previste dai percorsi di istruzione per gli adulti di primo livello, più altre 8 di approfondimento.

Le 30 puntate sono rivolte agli adulti iscritti ai CPIA che sono quasi 230mila, di cui più di 13mila i detenuti che studiano nelle sezioni carcerarie. In particolare, le lezioni sono destinate agli iscritti ai percorsi di primo livello.

La Scuola in Tivù  Istruzione degli adulti” va ad aggiungersi alla programmazione speciale messa in campo dal Ministero dell’Istruzione e dalla Rai in occasione della sospensione delle lezioni a scuola a seguito dell’emergenza sanitaria. Ogni giorno, su diversi canali televisivi, viene proposta un’offerta dedicata alle diverse fasce d’età: dai più piccoli fino agli studenti che devono affrontare gli Esami di Stato del secondo ciclo. 

A tenere le video-lezioni per gli adulti saranno docenti dei 130 CPIA presenti in Italia. Insegnanti che conoscono bene gli studenti e le loro necessità. 

Il programma della prima settimana prevede lezioni per interagire oralmente in maniera efficace e collaborativa; leggere, comprendere e interpretare testi scritti di vario tipo (asse dei linguaggi); operare con i numeri interi e razionali (asse matematico); orientarsi nella complessità del presente (asse storico-sociale) e osservare, analizzare e descrivere fenomeni appartenenti alla realtà naturale e artificiale (asse scientifico-tecnologico).